11 OTT 2002

Girotondi: La fiaccolata a Roma contro la legge Cirami

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 11 min 24 sec

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Roma, 11 Ottobre 2002 - In cinquemila (ma gli organizzatori dicono diecimila) si sono ritrovati stasera per la fiaccolata romana, silenziosa, dei movimenti dei girotondi.

Partenza da piazza Santi Apostoli, destinazione largo Magnanapoli ovvero sotto la dimora del Qurinale, a vegliare quel presidente della Repubblica Ciampi che si vorrebbe invitare a non firmare la legge Cirami sul legittimo sospetto ieri approvata con bagarre alla Camera.Non molti i volti noti.

Tanti cittadini e curiosi.

La fiaccolata si è svolta accompagnata dalla curiosità e anche dall'interesse di numerosi turisti e
passanti che si trovano nella zona a ridosso del Quirinale.

Molti i giovani, ma tantissimi quelli di mezza età.

E c'era anche Antonio Di Pietro.«Rivolgiamo un appello a Ciampi affinché non promulghi questa legge che è di un clan», ha detto l'ex Pm di 'Mani Pulite', aggiungendo: «L'organo costituzionale più importante si è piegato agli interessi di Previti».

Presenti anche la Melandri, Ds, e Paolo Cento, dei Verdi e, ovviamente, anche Paolo Flores D'Arcais e Nanni Moretti.

Quest'ultimo ha rivolto quasi un appello a Ciampi: «al presidente della Repubblica è concesso ogni tanto di dire dei no» - ha detto - «è stato fatto nel recente passato, nello scorso decennio».

E poi, specificando che la fiaccolata non è contro di lui, ha insistito: «sappiamo che è nelle possibilità di Ciampi dire di no».E poi una stilettata alla sinistra da parte del regista: «E' importante che ci si ricordi che si fa politica per vincere.

Nel Dna della sinistra italiana ci sono un po' di germi dell'autolesionismo».Un'analoga manifestazione, organizzata dai movimenti dei girotondi di Milano e dall'associazione articolo 21 si è svolta in contemporanea nel capoluogo lombardo, proprio sotto il palazzo di giustizia.

«La legge 'salva-Previti'» hanno sostenuto i manifestanti milanesi - «viola tre articoli della Costituzione: i cittadini hanno pari dignità, nessuno può essere distolto dal giudice naturale, e la giustizia è amministrata in nome del popolo».Il corteo ha tenuto alti striscioni e fiaccole: «è la fiamma della democrazia» - hanno detto -«della giustizia.

Quella stessa giustizia che il governo sta spegnendo».

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