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Rimini, 24 agosto 2001 - Tifo da stadio al Meeting di Rimini per il ministro della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti.
Per lei sono accorsi nei padiglioni della Fiera della città romagnola 20 mila persone, la stragrande delle quali giovani: in 12 mila hanno affollato l'Auditorium, mentre almeno altre 8 mila sono rimaste in collegamento audio nei vari padiglioni dell'area dove si svolge la kermesse di Comunione e Liberazione.
L'ingresso della Moratti è stato salutato da tre minuti di applausi, a cui sono seguiti ripetuti battimani scanditi da slogan in favore del ministro.Letizia Moratti … visibilmente commossa per la calorosa e forse inaspettata accoglienza ha salutato più volte con la mano, dal palco, i presenti.
E vedendo che i cori da stadio in suo onore non finivano più è sembrata quasi imbarazzata e con un gesto della mano ha cercato quasi di sedare il tripudio di folla in suo onore.
Prima del suo intervento, per il ministro sono state eseguite due canzoni assai popolari tra i ciellini: ''Povera voce'' e ''Il cantastorie'', cantate a squarciagola dai giovani e ritmate con i battimani.''Vivere alla grande....
Nella scuola si puo'! Gli studenti incontrano il ministro'' era il titolo dell'incontro a cui ha partecipato la Moratti.
Assieme a lei, sul palco, erano presenti anche Andrea Muccioli, responabile della Comunità di San Patrignano e figlio di Vincenzo Muccioli, fondatore della stessa comunità, Francesco Nembrini, presidente della Foe, e Giorgio Pontiggia, direttore della Fondazione Sacro Cuore di Milano.La riforma della scuolaAd appena quattro anni dal varo della riforma Berlinguer dell'esame di maturità, il nuovo ministro della Pubblica Itruzione, Letizia Moratti, ha annunciato la sua revisione.
''Una riforma va pensata e fatta'', ha detto il ministro, interrogata dai giovani del Meeting di Rimini, ai quali ha confessato anche di non aver gradito la mutazione del nome della prova finale, che oggi si chiama ''esame di Stato''.
''A me piace più il titolo di esame di maturità, ma non faccio problemi di nomi'', ha detto Moratti.Secondo il ministro della Pubblica istruzione ''il primo passo per giungere ad una revisione della riforma del 1997 riguarderà quello della commissione d'esami.
Penso ad un collegio composto tutto da insegnanti interni, con un presidente esterno che garantisca la correttezza delle procedure, sul modello di quanto accade già nella scuola media inferiore'', ha spiegato Moratti.Il ministro dell'Istruzione ha affermato anche che la revisione della composizione del collegio giudicante dei maturandi porterebbe ''all'annullamento di quegli effetti negativi'' riscontrati finora nello svolgimento del nuovo esame di Stato, contribuendo a far superare negli studenti quell'idea ''di ingiustizia che aleggia intorno all'esame stesso''.
Riguardo alla riforma Berlinguer del '97, Moratti ha detto che ''sta facendo una riflessione sul da farsi'', anche perché nella nuova formula esistono ''alcuni aspetti positivi''.A giudizio di Letizia Moratti l'esame di maturità ha bisogno di ''una maggiore considerazione'' perché rappresenta 'una tappa, un traguardo che prepara a un futuro, e che obbliga quindi i giovani a gestire al meglio il proprio tempo, a programmarsi, a darsi degli obiettivi''.
Tuttavia resta il fatto che nonostante la riforma di quattro anni fa, l'esame di Stato appare ''molto nozionistico, con la presenza di troppe materie (ho contato 17 discipline), quindi troppo caricato; è evidente, quindi, che non può portare a raggiungere quegli obiettivi che si era data la riforma del '97.Il ministro Moratti ha detto chiaramente che la riforma così come è stata attuata ''non ha funzionato'', perché l'obiettivo di permettere ai maturandi di ''mostrare le proprie competenze acquisite'' non è stato raggiunto.
Moratti ha affermato inoltre che è stato tolto all'esame ''rigorose e serietà'', visto che alla maturità del 2001 è stato promosso il 97% degli studenti del quinto anno, la percentuale più alta in assoluto di tutta la storia del sistema scolastico italiano.
Infine, il ministro ha ricordato come di contorno all'esame di maturità faccia parte anche ''l'aspetto dell'angoscia, dell'ansia''.
Un aspetto che, nonostante tute le riforme possibili, non potrà mai scomparire.
Anche perché, ha ricordato Letizia Moratti, è bene che i giovani ''imparino a gestire l'ansia, l'incertezza: e se si impara ciò si ottengono dei risultati positivi''.''Salverò il liceo classico''.Può essere riassunto così uno degli impegni principali che il ministro della Pubblica Istruzione ha espresso pubblicamente di fronte alla platea del Meeting di Rimini.
''Dico no a una scuola che insegue sempre l'ultima moda, dove si vorrebbe insegnare solo quello che è stato inventato o scoperto nell'ultimo momento'', ha detto il ministro.
Moratti ha assicurato che sarà suo compito quello di ''salvaguardare la grande tradizione degli studi classici, perché è importante la memoria del nostro passato e delle nostre tradizioni''.Il ministro Moratti sembra annunciare così una retromarcia rispetto a quanto prevedeva la riforma dei cicli varata al tempo del ministro Luigi Berlinguer (Ds), che relegava il liceo classico a un ruolo minore nell'ambito del sistema formativo complessivo.
Il ridimensionamento del liceo classico è stato negli anni passati al centro di vivaci polemiche, con gli interventi da parte di numerosi intellettuali, anche di sinistra, preoccupati da questa scelta.
Il ministro Moratti rispetto alle scelte dei governi dell'Ulivo è di tutt'altro parere.
''La scuola italiana ha ancora delle grandi tradizioni, come ad esempio il liceo classico.
E non credo che questo liceo possa essere relegato a un ruolo minore, ad una sorta di appendice per specialisti di studi classici''.Il ministro Moratti ha usato parole chiare e nette: ''Bisogna riconoscere al liceo classico un ruolo fondamentale nel nostro sistema scolastico, perché esso offre strumenti per ragionare in maniera logica e critica.
Nel nostro paese, le cui radici classiche sono profonde, i giovani devono conoscere la nostra grande storia del passato, le nostre grandi tradizioni.
Il mio impegno è quello di innestare il nuovo nel passato''.
Un altro impegno annunciato dal ministro Moratti riguarda il ripensamento della formazione professionale, che deve diventare ''vera ed effettiva''.
''La formazione professionale è una urgenza.
La nostra scuola dovrebbe essere costruita con due sottosistemi: formazione scolastica e formazione professionale, che attualmente è di serie B'', ha detto.
''La grande sfida che ci troviamo di fronte è quella di creare un canale formativo continuativo tra i 14 e 21 anni, che sia un canale di vera formazione professionale''.
''Se riusciremo in questa impresa potremo dare ai nostri studenti sbocchi reali nel mondo del lavoro'', ha concluso il ministro.
Scuola pubblica e scuola privata''Il dibattito tra scuola pubblica e scuola privata è datato, dobbiamo superarlo.
Come? Dando alle famiglie la libertà di scegliere.
L'Italia è l'unico Paese europeo, insieme alla Grecia, in cui c'è ancora il monopolio della scuola pubblica''.
''Se si guarda anche le costituzioni degli ex Paesi comunisti dal 1989 in poi, come la Bulgaria, la Croazia, l'Estonia e l'Ungheria, tutte prevedono la libertà di scegliere da parte della famiglia il modello educativo considerato migliore.
La legge del luglio del 1992 approvata in Russia prevede che non ci siano limiti ai finanziamenti alle scuole private'', ha sottolineato il ministro.Il ministro Moratti ha sostenuto che il dibattito tutto italiano sulla parità scolastica ''in Europa è stato risolto da tempo: in Olanda dal 1917, in Francia da più di 40 anni, mentre nel nostro paese continua ad essere al centro della discussione in modo un po' superato''.
''In Italia si sente dire spesso che bisogna stare al passo con gli altri paesi d'Europa, ma in Europa l'Italia è sotto il profilo della parità scolastica un'anomalia.
Non possiamo - ha detto il ministro dell'Istruzione - essere europeisti per le cose che ci vanno bene per le altre no.
Dobbiamo trovare il modo di superare questo problema che è caricato anche di una connotazione storica, dovuto ad uno Stato laico che si è voluto difendere da uno Stato confessionale''.Letizia Moratti ha evidenziato come l'amministrazione statale che gli è stata affidata ''deve esser al servizio del cittadino.
E il cittadino deve esser libero di fare le sue scelte, sulla scuola come in altri ambiti''.60 mila assunzioni''Dal primo giorno di scuola tutti gli insegnanti saranno al loro posto'', ha assicurato il ministro dell'Istruzione, che ha spiegato che grazie al decreto di fine luglio sono state 'sbloccate' le assunzioni di 31 mila docenti precari del 2000-01 e entro i primi di settembre ne verranno assunti altri 30 mila riferiti all'anno 2001-2002.
''In pratica sono oltre 60 mila assunzioni pari a circa il 10% del totale: il numero più elevato dal '45 ad oggi''.Il ministro ha ribadito che ''la prima cosa da fare è salvare la qualità della scuola pubblica''.
E ha tenuto a sottolineare che non si farà calare un modello dall'alto, ''errore già fatto in passato''.
''Punteremo - ha aggiunto - su una scuola libera.
Libera dai pesi che vi sono attualmente'', con i ragazzi, i docenti e le famiglie al centro.
''Libera dalle 300-400 circolari annue, da migliaia di concorsi e di associazioni che appesantiscono inutilmente l'amministrazione''.
''In pratica - ha spiegato il ministro - i docenti dovranno avere sempre più tempo per stare con i ragazzi''.
Per lei sono accorsi nei padiglioni della Fiera della città romagnola 20 mila persone, la stragrande delle quali giovani: in 12 mila hanno affollato l'Auditorium, mentre almeno altre 8 mila sono rimaste in collegamento audio nei vari padiglioni dell'area dove si svolge la kermesse di Comunione e Liberazione.
L'ingresso della Moratti è stato salutato da tre minuti di applausi, a cui sono seguiti ripetuti battimani scanditi da slogan in favore del ministro.Letizia Moratti … visibilmente commossa per la calorosa e forse inaspettata accoglienza ha salutato più volte con la mano, dal palco, i presenti.
E vedendo che i cori da stadio in suo onore non finivano più è sembrata quasi imbarazzata e con un gesto della mano ha cercato quasi di sedare il tripudio di folla in suo onore.
Prima del suo intervento, per il ministro sono state eseguite due canzoni assai popolari tra i ciellini: ''Povera voce'' e ''Il cantastorie'', cantate a squarciagola dai giovani e ritmate con i battimani.''Vivere alla grande....
Nella scuola si puo'! Gli studenti incontrano il ministro'' era il titolo dell'incontro a cui ha partecipato la Moratti.
Assieme a lei, sul palco, erano presenti anche Andrea Muccioli, responabile della Comunità di San Patrignano e figlio di Vincenzo Muccioli, fondatore della stessa comunità, Francesco Nembrini, presidente della Foe, e Giorgio Pontiggia, direttore della Fondazione Sacro Cuore di Milano.La riforma della scuolaAd appena quattro anni dal varo della riforma Berlinguer dell'esame di maturità, il nuovo ministro della Pubblica Itruzione, Letizia Moratti, ha annunciato la sua revisione.
''Una riforma va pensata e fatta'', ha detto il ministro, interrogata dai giovani del Meeting di Rimini, ai quali ha confessato anche di non aver gradito la mutazione del nome della prova finale, che oggi si chiama ''esame di Stato''.
''A me piace più il titolo di esame di maturità, ma non faccio problemi di nomi'', ha detto Moratti.Secondo il ministro della Pubblica istruzione ''il primo passo per giungere ad una revisione della riforma del 1997 riguarderà quello della commissione d'esami.
Penso ad un collegio composto tutto da insegnanti interni, con un presidente esterno che garantisca la correttezza delle procedure, sul modello di quanto accade già nella scuola media inferiore'', ha spiegato Moratti.Il ministro dell'Istruzione ha affermato anche che la revisione della composizione del collegio giudicante dei maturandi porterebbe ''all'annullamento di quegli effetti negativi'' riscontrati finora nello svolgimento del nuovo esame di Stato, contribuendo a far superare negli studenti quell'idea ''di ingiustizia che aleggia intorno all'esame stesso''.
Riguardo alla riforma Berlinguer del '97, Moratti ha detto che ''sta facendo una riflessione sul da farsi'', anche perché nella nuova formula esistono ''alcuni aspetti positivi''.A giudizio di Letizia Moratti l'esame di maturità ha bisogno di ''una maggiore considerazione'' perché rappresenta 'una tappa, un traguardo che prepara a un futuro, e che obbliga quindi i giovani a gestire al meglio il proprio tempo, a programmarsi, a darsi degli obiettivi''.
Tuttavia resta il fatto che nonostante la riforma di quattro anni fa, l'esame di Stato appare ''molto nozionistico, con la presenza di troppe materie (ho contato 17 discipline), quindi troppo caricato; è evidente, quindi, che non può portare a raggiungere quegli obiettivi che si era data la riforma del '97.Il ministro Moratti ha detto chiaramente che la riforma così come è stata attuata ''non ha funzionato'', perché l'obiettivo di permettere ai maturandi di ''mostrare le proprie competenze acquisite'' non è stato raggiunto.
Moratti ha affermato inoltre che è stato tolto all'esame ''rigorose e serietà'', visto che alla maturità del 2001 è stato promosso il 97% degli studenti del quinto anno, la percentuale più alta in assoluto di tutta la storia del sistema scolastico italiano.
Infine, il ministro ha ricordato come di contorno all'esame di maturità faccia parte anche ''l'aspetto dell'angoscia, dell'ansia''.
Un aspetto che, nonostante tute le riforme possibili, non potrà mai scomparire.
Anche perché, ha ricordato Letizia Moratti, è bene che i giovani ''imparino a gestire l'ansia, l'incertezza: e se si impara ciò si ottengono dei risultati positivi''.''Salverò il liceo classico''.Può essere riassunto così uno degli impegni principali che il ministro della Pubblica Istruzione ha espresso pubblicamente di fronte alla platea del Meeting di Rimini.
''Dico no a una scuola che insegue sempre l'ultima moda, dove si vorrebbe insegnare solo quello che è stato inventato o scoperto nell'ultimo momento'', ha detto il ministro.
Moratti ha assicurato che sarà suo compito quello di ''salvaguardare la grande tradizione degli studi classici, perché è importante la memoria del nostro passato e delle nostre tradizioni''.Il ministro Moratti sembra annunciare così una retromarcia rispetto a quanto prevedeva la riforma dei cicli varata al tempo del ministro Luigi Berlinguer (Ds), che relegava il liceo classico a un ruolo minore nell'ambito del sistema formativo complessivo.
Il ridimensionamento del liceo classico è stato negli anni passati al centro di vivaci polemiche, con gli interventi da parte di numerosi intellettuali, anche di sinistra, preoccupati da questa scelta.
Il ministro Moratti rispetto alle scelte dei governi dell'Ulivo è di tutt'altro parere.
''La scuola italiana ha ancora delle grandi tradizioni, come ad esempio il liceo classico.
E non credo che questo liceo possa essere relegato a un ruolo minore, ad una sorta di appendice per specialisti di studi classici''.Il ministro Moratti ha usato parole chiare e nette: ''Bisogna riconoscere al liceo classico un ruolo fondamentale nel nostro sistema scolastico, perché esso offre strumenti per ragionare in maniera logica e critica.
Nel nostro paese, le cui radici classiche sono profonde, i giovani devono conoscere la nostra grande storia del passato, le nostre grandi tradizioni.
Il mio impegno è quello di innestare il nuovo nel passato''.
Un altro impegno annunciato dal ministro Moratti riguarda il ripensamento della formazione professionale, che deve diventare ''vera ed effettiva''.
''La formazione professionale è una urgenza.
La nostra scuola dovrebbe essere costruita con due sottosistemi: formazione scolastica e formazione professionale, che attualmente è di serie B'', ha detto.
''La grande sfida che ci troviamo di fronte è quella di creare un canale formativo continuativo tra i 14 e 21 anni, che sia un canale di vera formazione professionale''.
''Se riusciremo in questa impresa potremo dare ai nostri studenti sbocchi reali nel mondo del lavoro'', ha concluso il ministro.
Scuola pubblica e scuola privata''Il dibattito tra scuola pubblica e scuola privata è datato, dobbiamo superarlo.
Come? Dando alle famiglie la libertà di scegliere.
L'Italia è l'unico Paese europeo, insieme alla Grecia, in cui c'è ancora il monopolio della scuola pubblica''.
''Se si guarda anche le costituzioni degli ex Paesi comunisti dal 1989 in poi, come la Bulgaria, la Croazia, l'Estonia e l'Ungheria, tutte prevedono la libertà di scegliere da parte della famiglia il modello educativo considerato migliore.
La legge del luglio del 1992 approvata in Russia prevede che non ci siano limiti ai finanziamenti alle scuole private'', ha sottolineato il ministro.Il ministro Moratti ha sostenuto che il dibattito tutto italiano sulla parità scolastica ''in Europa è stato risolto da tempo: in Olanda dal 1917, in Francia da più di 40 anni, mentre nel nostro paese continua ad essere al centro della discussione in modo un po' superato''.
''In Italia si sente dire spesso che bisogna stare al passo con gli altri paesi d'Europa, ma in Europa l'Italia è sotto il profilo della parità scolastica un'anomalia.
Non possiamo - ha detto il ministro dell'Istruzione - essere europeisti per le cose che ci vanno bene per le altre no.
Dobbiamo trovare il modo di superare questo problema che è caricato anche di una connotazione storica, dovuto ad uno Stato laico che si è voluto difendere da uno Stato confessionale''.Letizia Moratti ha evidenziato come l'amministrazione statale che gli è stata affidata ''deve esser al servizio del cittadino.
E il cittadino deve esser libero di fare le sue scelte, sulla scuola come in altri ambiti''.60 mila assunzioni''Dal primo giorno di scuola tutti gli insegnanti saranno al loro posto'', ha assicurato il ministro dell'Istruzione, che ha spiegato che grazie al decreto di fine luglio sono state 'sbloccate' le assunzioni di 31 mila docenti precari del 2000-01 e entro i primi di settembre ne verranno assunti altri 30 mila riferiti all'anno 2001-2002.
''In pratica sono oltre 60 mila assunzioni pari a circa il 10% del totale: il numero più elevato dal '45 ad oggi''.Il ministro ha ribadito che ''la prima cosa da fare è salvare la qualità della scuola pubblica''.
E ha tenuto a sottolineare che non si farà calare un modello dall'alto, ''errore già fatto in passato''.
''Punteremo - ha aggiunto - su una scuola libera.
Libera dai pesi che vi sono attualmente'', con i ragazzi, i docenti e le famiglie al centro.
''Libera dalle 300-400 circolari annue, da migliaia di concorsi e di associazioni che appesantiscono inutilmente l'amministrazione''.
''In pratica - ha spiegato il ministro - i docenti dovranno avere sempre più tempo per stare con i ragazzi''.
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