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Padova, 17 settembre 2001 - "Nel momento in cui si individuassero degli elementi contro Bin Laden, che accertassero le sue responsabilità, non credo sarebbe necessario l'intervento dell'Onu.
Per arrestare un assassino, responsabile della morte di 5 mila persone, la comunità internazionale ha il diritto di intervenire e di perseguire i responsabili di tale crimine.
Chi li protegge, se ne rende conto".
Massimo D'Alema prende posizione, intervenendo alla Festa dell'Unità di Padova, sul dibattito acceso nella sinistra, e non solo, da Fausto Bertinotti circa la necessità del coinvolgimento … dell'Onu in un'eventuale azione militare contro i responsabili dell'attacco a New York.
"La comunità internazionale - ha detto D'Alema - ha il diritto di perseguire i responsabili di questi gravi crimini, e chi li protegge se ne rende conto.
Siamo nell'ordine delle cose che non richiedono decisioni delle Nazioni Unite, siamo nel campo del diritto di un Paese aggredito di agire e del dovere dell'Afghanistan di collaborare con la comunità internazionale nel momento in cui si chiede l' estradizione di uno che è indiziato di aver organizzato un atto di questo tipo".
"Penso che sarebbe gravissima - ha spiegato ancora D'Alema - la responsabilità dei governanti dell'Afghanistan se non collaborassero all'accertamento dei responsabili di quanto accaduto"."Non vorrei sembrare cinico dicendo che guerre ve ne sono state tante in questi anni - ha detto poi D'Alema -, e vittime della violenza del terrorismo molte, ma non vi è dubbio che il colpo portato al cuore degli Stati Uniti, la moltiplicazione mediatica di quanto accaduto, la portata simbolica di questa sfida, hanno avuto un effetto enorme sulla psicologia dei cittadini del mondo.
Ci siamo sentiti tutti più esposti ed indifesi.
Abbiamo improvvisamente capito che la sicurezza è un concetto indivisibile"."Se noi pensiamo al concetto tradizionale di guerra - ha proseguito il presidente dei Ds -, quello di fronte a cui ci troviamo non può essere chiamato guerra, ma altrettanto difficilmente possiamo chiamarlo terrorismo.
Si deve vincere questa sfida per difendere la nostra libertà, per combattere il rischio di un mondo dominato dalla paura in cui non trovi spazio la democrazia.
La prima vittima è inevitabilmente la democrazia, quella che critica e contesta"."In questo momento - ha infine sottolineato D'Alema - è importante che l'Europa sia accanto agli Usa, non c'è spazio per la cultura dei Bossi.
Noi dobbiamo evitare di cadere nella stupidità tragica di chi definisce gli immigrati clandestini alla pari dei terroristi di Bin Laden, come si è sentito dire da alcuni signori della Lega"."L'individuazione e la punizione - ha concluso -di chi si rende responsabile di atti di questo tipo è la condizione di una convivenza civile.
Abbiamo bisogno di ordine.
Ora c'è il caos, dal quale si deve uscire fondando un nuovo ordine internazionale".
Per arrestare un assassino, responsabile della morte di 5 mila persone, la comunità internazionale ha il diritto di intervenire e di perseguire i responsabili di tale crimine.
Chi li protegge, se ne rende conto".
Massimo D'Alema prende posizione, intervenendo alla Festa dell'Unità di Padova, sul dibattito acceso nella sinistra, e non solo, da Fausto Bertinotti circa la necessità del coinvolgimento … dell'Onu in un'eventuale azione militare contro i responsabili dell'attacco a New York.
"La comunità internazionale - ha detto D'Alema - ha il diritto di perseguire i responsabili di questi gravi crimini, e chi li protegge se ne rende conto.
Siamo nell'ordine delle cose che non richiedono decisioni delle Nazioni Unite, siamo nel campo del diritto di un Paese aggredito di agire e del dovere dell'Afghanistan di collaborare con la comunità internazionale nel momento in cui si chiede l' estradizione di uno che è indiziato di aver organizzato un atto di questo tipo".
"Penso che sarebbe gravissima - ha spiegato ancora D'Alema - la responsabilità dei governanti dell'Afghanistan se non collaborassero all'accertamento dei responsabili di quanto accaduto"."Non vorrei sembrare cinico dicendo che guerre ve ne sono state tante in questi anni - ha detto poi D'Alema -, e vittime della violenza del terrorismo molte, ma non vi è dubbio che il colpo portato al cuore degli Stati Uniti, la moltiplicazione mediatica di quanto accaduto, la portata simbolica di questa sfida, hanno avuto un effetto enorme sulla psicologia dei cittadini del mondo.
Ci siamo sentiti tutti più esposti ed indifesi.
Abbiamo improvvisamente capito che la sicurezza è un concetto indivisibile"."Se noi pensiamo al concetto tradizionale di guerra - ha proseguito il presidente dei Ds -, quello di fronte a cui ci troviamo non può essere chiamato guerra, ma altrettanto difficilmente possiamo chiamarlo terrorismo.
Si deve vincere questa sfida per difendere la nostra libertà, per combattere il rischio di un mondo dominato dalla paura in cui non trovi spazio la democrazia.
La prima vittima è inevitabilmente la democrazia, quella che critica e contesta"."In questo momento - ha infine sottolineato D'Alema - è importante che l'Europa sia accanto agli Usa, non c'è spazio per la cultura dei Bossi.
Noi dobbiamo evitare di cadere nella stupidità tragica di chi definisce gli immigrati clandestini alla pari dei terroristi di Bin Laden, come si è sentito dire da alcuni signori della Lega"."L'individuazione e la punizione - ha concluso -di chi si rende responsabile di atti di questo tipo è la condizione di una convivenza civile.
Abbiamo bisogno di ordine.
Ora c'è il caos, dal quale si deve uscire fondando un nuovo ordine internazionale".
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