14 NOV 2001

Confedilizia: Società libera, economia di mercato, globalizzazione (con Novak e Buttiglione)

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Roma, 14 novembre 2001 - Caritas, economia, politica, cultura: sono le 4 dimensioni attraverso le quali va letta la grande portata del fenomeno globalizzazione, secondo il teologo liberale americano Michael Novak, convinto sostenitore dell'economia di mercato.Novak, che ha definito l'Italia ''il più vicino alleato degli Usa, più delle altre nazioni europee'' e ha avuto parole di elogio per la manifestazione di piazza del Popolo, si è soffermato sulla dimensione della 'caritas' riconducendola alle radici di dottrina universale, quindi globale, del cristianesimo: ''L'altro termine per indicare il cattolico è globale'' ha osservato parlando durante un incontro su ''Società libera, economia di mercato, globalizzazione'' promosso a Roma dalla Confedilizia.Il teologo, docente all'American Enterprise Institute, ha citato l'esempio dell'attacco alle torri gemelle, la cui ''esplosione arancione è stata vista da tutti nello stesso momento, e tutti hanno provato le stesse sensazioni'' per spiegare la dimensione culturale della globalizzazione, messa in atto soprattutto attraverso l'esperienza di ''una rete unica che collega istantaneamente individui delle diverse parti del mondo.

Un fenomeno culturale planetario da cui non si può prescindere legato alla diffusione velocissima della tv e che investe ormai in pieno il quotidiano familiare.Tra gli altri indicatori citati da Novak, la crescita geometrica negli ultimi decenni del numero dei viaggiatori che oggi raggiunge 600 milioni di unità l'anno, un decimo della popolazione mondiale.

Accanto alla dimensione politica, l'espressione economica globale che ha visto ''un aumento terribile della ricchezza mondiale legata all'enorme sviluppo degli scambi'' che hanno registrano negli ultimi 30 anni ''un'esplosione incredibile'': nel '65 - ha ricordato Novak - il pil mondiale era al di sotto del 2 miliardi di dollari, nel '96 era di 30 miliardi di dollari.Ricollegandosi agli aspetti culturali, il direttore dell'Ansa Pierluigi Magnaschi, moderatore dell'incontro, ha ricordato il 'villaggio globale' teorizzato già 40 anni da McLuhan a proposito del ruolo preponderante dei media e della tv.

''La lotta alla globalizzazione è attuata da una società di tipo primitivo, in una società complessa - ha osservato tra l'altro - la vera battaglia politica da fare è quella per rendere effettivi i vantaggi e le regole della globalizzazione''.Il ministro delle politiche comunitarie Rocco Buttiglione, nella veste soprattutto di filosofo cattolico, ha indicato le strade attraverso le quali può essere governata la globalizzazione, ricordando come la ''concorrenza abbia una sua grande moralità alternativa alla concorrenza è la raccomandazione e l'alternativa al mercato è la guerra''.

Il mercato tuttavia, ''è un fatto culturale e non naturale'' ha osservato indicando nell'ampliamento del mercato a est e nella costruzione di una politica euro-mediterranea, le due grandi azioni nelle quali debbono impegnarsi i politici europei in un'ottica di governo della globalizzazione.''Per garantire la pace in Europa abbiamo costruito il mercato comune.

Il passo ulteriore cui sono chiamati tutti i paesi Ue - ha concluso Buttiglione - è quello di creare nel mediterraneo una grande area di pace e benessere, senza la quale non si può credere a una condizione di pace''.

Buttiglione ha invitato infine a guardare all'islam come a una dimensione religioso-culturale affatto statica: ''L'islam non è fermo.

Bin Laden non è l'islam, è un islam ma non è l'unico''.

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