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Segnalaci eventuali errori su questa pagina(verrà aperta una finestra per inviare la segnalazione)Audizione del Direttore e del Vice Direttore delle Tribune e Servizi parlamentari della RAI.
Registrazione audio di "Vigilanza Rai: Audizione del Direttore e del Vice Direttore delle Tribune e Servizi parlamentari della RAI", registrato mercoledì 28 novembre 2001 alle 00:00.
La registrazione audio ha una durata di 1 ora e 3 minuti.
Registrazione audio di "Vigilanza Rai: Audizione del Direttore e del Vice Direttore delle Tribune e Servizi parlamentari della RAI", registrato mercoledì 28 novembre 2001 alle 00:00.
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Il Presidente introduce l'audizione
Il Presidente, senatore Claudio PETRUCCIOLI, ricorda che nell'ultimo Ufficio di Presidenza era stata sollecitata l'audizione del Direttore e del Vice Direttore delle Tribune e Servizi parlamentari della RAI al fine di conoscere la loro valutazione circa la prima esperienza applicativa delle tribune politiche tematiche istituite a norma delle deliberazioni della Commissione del 21 giugno 2000 e del 5 ottobre 2000, e ciò in vista dell'approvazione da parte dell'Ufficio di Presidenza della Commissione integrato dai rappresentanti dei gruppi di un nuovo ciclo di tribune.<br>La Commissione intende altresì ascoltare eventuali valutazioni degli auditi per una revisione della deliberazione sulle tribune tematiche regionali adottata il 26 luglio 2000. <strong>Indice degli interventi</strong><br>L'audizione comincia alle 14h10<br>Presidenza del Presidente <strong>Claudio Petruccioli</strong>0:00 Durata: 2 min 21 sec -
Relazione di Angela Buttiglione, Direttore Servizi Parlamentari Rai
Prende la parola la dottoressa Angela BUTTIGLIONE, direttrice delle Tribune e Servizi parlamentari della RAI. <br>Il primo ciclo di tribune politiche tematiche trasmesso per due mesi dalla RAI alla fine del 2000, costituisce un'esperienza molto limitata nel tempo, e ciò indubbiamente rende difficile una valutazione attendibile circa la risposta del pubblico a questo tipo di trasmissione. Va infatti in primo luogo sottolineato che il successo di una siffatta trasmissione di comunicazione politica, non collegata ad un evento come è la tribuna elettorale, è in buona parte determinato alla conoscenza ed alla abitualità dell'appuntamento televisivo.<br>È peraltro possibile affermare che il gradimento riscontrato da questo primo ciclo di trasmissioni è senz'altro promettente, specialmente se verrà posta attenzione all'agilità della formula editoriale, di cui è condizione indispensabile un certo grado di autonomia giornalistica nell'organizzazione delle trasmissioni.<br>Gli elementi critici che si sono riscontrati e che ostacolano il conseguimento del predetto obiettivo di agibilità televisiva sono un'applicazione troppo puntigliosa del principio del pluralismo e una scelta delle tematiche non sempre attenta alla loro effettiva attualità per l'opinione pubblica.<br>Per quanto riguarda in particolare il primo punto deve essere chiaro che è impossibile realizzare una formula televisivamente valida se si pretende di rappresentare per ogni tema tutti i soggetti politici aventi diritto che tra gruppi parlamentari e forze politiche rappresentate al Parlamento europeo si avvicinano alla ventina sia che tale finalità si persegua dilatando il numero dei partecipanti ad una singola tribuna, sia che si realizzi moltiplicando il numero delle tribune dedicate ad un singolo tema. Occorre quindi organizzare le tribune tenendo conto del carattere ormai bipolare del quadro politico.<br>Indubbiamente sarebbe sbagliato coltivare aspettative eccessive su questo tipo di trasmissione, dal momento che è a tutti evidente come negli ultimi anni la comunicazione politica televisiva abbia trovato nuovi canali di espressione, tuttavia non va sottovalutato l'interesse del pubblico anche per un tipo di comunicazione politica istituzionale, laddove si consideri che oggi la trasmissione diretta del question time è seguita mediamente da 500 mila spettatori, una platea pari alla tiratura dei maggiori quotidiani italiani, e che l'audience del notiziario parlamentare pomeridiano di Rai 1 supera quella della trasmissione «La vita in diretta», all'interno della quale viene mandato in onda.<br>Si tratta peraltro di risultati che si possono raggiungere solo nel tempo, garantendo una continuità ed una periodicità della tribuna tematica che consenta al pubblico di riconoscerla come un appuntamento fisso, e curando la qualità televisiva e l'agilità del prodotto.<br>Si apre il dibattito. <br>0:02 Durata: 8 min 14 sec -
Davide Caparini (LNP)
Il deputato Davide CAPARINI ringrazia la dottoressa Buttiglione per la sua esauriente relazione che ha posto in luce l'esistenza di alcuni problemi nell'agibilità della comunicazione politica che possono derivare da un'interpretazione troppo rigorosa del principio della par condicio.<br>Egli osserva peraltro che i criteri cui devono essere ispirate le trasmissioni di comunicazione politica, così come tutte quelle di servizio pubblico, non possono non tener conto del fatto che il servizio pubblico stesso rappresenta un dovere istituzionale della RAI, cosicché se non si può non esprimere il più vivo compiacimento per il successo delle trasmissioni del question time, non vi è peraltro dubbio che esse dovrebbero essere comunque garantite quand'anche il riscontro di pubblico fosse minimo.<br>Egli ritiene quindi opportuno un chiarimento circa l'impegno della RAI per l'effettiva realizzazione delle attività di servizio pubblico previste dalla legge, dalle deliberazioni della Commissione o dal contratto di servizio, e ciò in particolare a livello regionale, dove le trasmissioni dei programmi dell'accesso e delle tribune tematiche sono rimaste sostanzialmente sulla carta.<br>In proposito egli chiede alla dottoressa Buttiglione se non ritenga che tale fallimento sia in parte dovuto, per quanto riguarda le tribune tematiche regionali, al fatto che il regolamento di tali trasmissioni approvato da questa Commissione nella scorsa legislatura prevede una procedura eccessivamente centralizzata, specialmente in fase di iniziativa, che ostacola l'emergere di tematiche di effettivo interesse locale. <br>Osservazioni e quesiti dei Commissari0:10 Durata: 8 min 35 sec -
Paolo Gentiloni (MARGH-U)
Il deputato Paolo GENTILONI SILVERI nell'esprimere vivo apprezzamento per la relazione della dottoressa Buttiglione rileva come ella abbia osservato che la comunicazione politica tende ormai a privilegiare strade diverse da quella delle tradizionali tribune. C'è da chiedersi però se proprio questo non debba essere un motivo per impegnarsi in una rivitalizzazione della comunicazione politica istituzionale.<br>Aver abbandonato l'approfondimento dei temi politici a trasmissioni di carattere più prettamente giornalistico, infatti, non giova all'effettivo pluralismo dell'informazione. In particolare la trasmissione «Porta a Porta» ha acquisito ormai una sorta di monopolio della comunicazione politica, raggiungendo una cadenza ormai quotidiana con frequenti spostamenti nella prima serata; indubbiamente il carattere stesso di questa trasmissione implica che si riconosca ai suoi redattori la massima autonomia nella scelta dei temi trattati e dei personaggi politici da invitare con il rischio però, in mancanza di altre sedi di confronto, di un'insufficiente pluralismo delle voci ammesse al dibattito politico televisivo. <br>0:19 Durata: 6 min 38 sec -
Francesco Giordano (RC)
Il deputato Francesco GIORDANO si sofferma in primo luogo sul rischio, sollevato dalla dottoressa Buttiglione nella sua eccellente relazione, che un'applicazione formalistica del principio del pluralismo possa ingessare le tribune tematiche, distruggendone la qualità televisiva e la capacità di raggiungere il pubblico.<br>Indubbiamente il problema è reale, ed è la conseguenza della frantumazione della rappresentanza politica determinata, con apparente paradosso, dal passaggio al sistema elettorale maggioritario. A suo parere la soluzione va ricercata non nel pedissequo rispetto di uno schema bipolare, quasi che le opinioni fossero legittimate dalla loro ascrivibilità ad uno schieramento politico, ma individuando di volta in volta, sulla base delle tematiche oggetto delle singole tribune, i soggetti politici rappresentativi delle opzioni che si contrappongono nell'opinione pubblica e nel Parlamento<br>Il deputato Giordano sottolinea inoltre la necessità di garantire alle tribune tematiche collocazioni orarie che consentano di raggiungere un pubblico sufficiente ed invita gli auditi ad uno sforzo per la creazione intorno alle tribune stesse di «evento», tale da sottolinearne l'interesse per la pubblica opinione. <br>0:25 Durata: 6 min 21 sec -
Antonio Falomi (DS-U)
Il senatore Antonio FALOMI nell'associarsi agli apprezzamenti per la relazione della dottoressa Buttiglione condivide le osservazioni del deputato Gentiloni circa i rischi connessi alla marginalizzazione delle sedi istituzionali di comunicazione politica. È indubbiamente vero che «Porta a Porta» rappresenti oggi di fatto la sede in assoluto privilegiata per il dibattito televisivo tra gli esponenti politici, ma la conseguenza di questo monopolio della comunicazione politica da parte di una trasmissione di carattere giornalistico determina, ad esempio, una scelta di temi totalmente rimessa alla valutazione e alla sensibilità del responsabile della trasmissione stessa: negli ultimi due mesi la trasmissione è andata in onda trentuno volte ed ha avuto per oggetto ventitre volte temi collegati al terrorismo e alla guerra, e questo è in qualche misura comprensibile, mentre delle nove restanti trasmissioni solo due hanno avuto ad oggetto importanti e dibattute questioni di rilievo politico-sociale.<br>La dottoressa Buttiglione ha giustamente sollevato la questione dell'impossibilità di svolgere tribune televisivamente appetibili assicurando la presenza di tutti i soggetti politici aventi diritto. Indubbiamente la questione è fondata e tale da richiedere forse una revisione della deliberazione della Commissione del 5 ottobre 2000. In realtà il criterio che dovrebbe guidare la scelta dei soggetti partecipanti alle tribune è quello di riconoscere che in Parlamento vi sono oggi una maggioranza e due distinte opposizioni, quella dell'Ulivo e quella di Rifondazione comunista, che su molte tematiche esprimono posizioni anche fortemente divergenti. Dovranno poi essere gli schieramenti politici di maggioranza ed opposizione di decidere di volta in volta a quale gruppo politico affidare la difesa del proprio punto di vista, garantendo così il pluralismo nel complesso del ciclo di trasmissioni.<br>Il senatore Falomi osserva quindi che al fine di garantire quella agilità editoriale giustamente auspicata dalla dottoressa Buttiglione, sarebbe possibile studiare formule che diminuiscano il carattere autoreferenziale che ha spesso il dibattito politico, ad esempio dividendo la trasmissione in due parti la seconda delle quali riservata al dibattito vero e proprio, e la prima ad una scheda nella quale si dia voce ai soggetti esponenziali degli interessi toccati dalla tematica oggetto della tribuna. <br>0:32 Durata: 7 min 40 sec -
Michele Lauria (Mar-DL-U)
Il senatore Michele LAURIA esprime vivo apprezzamento per la relazione della dottoressa Buttiglione, osservando come in essa venga posta in luce la necessità che le sedi istituzionali del dibattito politico televisivo assicurino un pluralismo non formale ma sostanziale, che purtroppo non può essere garantito da una comunicazione politica confinata alle trasmissioni di approfondimento di tipo giornalistico. Sono in questo senso da condividere le osservazioni sulla progressiva ipertrofia di «Porta a Porta», una trasmissione che va ormai sempre più frequentemente in onda già dalla prima serata e che non brilla certamente per rispetto del pluralismo. Ne sia ad esempio la trasmissione di ieri dedicata all'euro, che si è trasformata in una sorta di autocelebrazione del ministro Tremonti, con un inopinato intervento del Presidente del consiglio, e senza la presenza di nessuno di quegli esponenti della vecchia maggioranza di centro sinistra che ha a suo tempo guidato l'ingresso dell'Italia nella moneta unica europea. Va peraltro osservato che, come accaduto altre volte, il riposizionamento di «Porta a Porta» in prima serata ha determinato una netta caduta dell'audience.<br>Il senatore Lauria conclude chiedendo alla dottoressa Buttiglione se ritenga idonee le risorse finanziarie ed umane a sua disposizione. <br>0:39 Durata: 5 min 47 sec -
Replica di Angela Buttiglione
Interviene in replica la dottoressa Angela BUTTIGLIONE precisando in primo luogo, per quanto riguarda «Porta a Porta» che non vi è stata, come si è affermato, una sorta di progressiva ipertrofia della trasmissione: in realtà già dall'anno scorso era previsto in palinsesto che «Porta a Porta» andasse in onda per cinque giorni alla settimana in seconda serata. La trasmissione sull'euro ha avuto un carattere eccezionale mentre alcune trasmissioni in prima serata sul terrorismo e sulla guerra sono state evidentemente imposte dalla loro drammatica attualità.<br>Non è poi del tutto vero che «Porta a Porta» abbia una sorta di monopolio della presenza di soggetti politici in trasmissioni di approfondimento giornalistico, laddove si pensi che su Rai 3 vi è una striscia quotidiana di buon ascolto come «Primo piano», mentre Rai 2 segue una politica diversa, più legata all'«evento».<br>Ciò detto ella sottolinea come alla richiesta di un maggior peso della comunicazione politica istituzionale rispetto a questo tipo di trasmissioni si possa in qualche misura rispondere solo avendo presente il carattere evolutivo del linguaggio televisivo: non si può pensare cioè di recuperare una formula tradizionale di tribuna politica solo perché questa ci sembra più rispettosa del pluralismo delle voci, ma bisogna prendere atto che trasmissioni come quelle di Bruno Vespa e di altri giornalisti hanno determinato una trasformazione del linguaggio politico televisivo di cui si deve tener conto, anche per superarla e per costruire linguaggi più nuovi ed efficaci.<br>In questo senso, come ella aveva detto nella sua relazione, l'ingessatura rappresentata dalle norme sul pluralismo può essere letale, a volte anche dal punto di vista della mera realizzabilità pratica; si pensi al fatto che nel corso dell'ultima campagna elettorale si è dovuto rinunciare a organizzare il ciclo delle conferenze stampa, come pure la RAI avrebbe voluto, per l'impossibilità di trovare spazi adeguati per diciotto soggetti politici.<br>La dottoressa Buttiglione si sofferma quindi sull'osservazione del deputato Giordano relativa agli orari in cui vengono trasmesse le tribune tematiche. In realtà nel corso del primo ciclo alcune tribune sono state collocate anche in orari di pregio, ma se si vuole conquistare un'audience realmente significativa ciò che conta non è tanto la collocazione oraria l'esperienza insegna anzi che anche collocazioni in terza serata possono avere un buon seguito – quanto la riconoscibilità dell'appuntamento. Così come in quattro anni di paziente lavoro, assicurando la continuità e la quotidianità dell'informazione parlamentare, si è riusciti a raggiungere una platea pari a quella delle trasmissioni di intrattenimento, allo stesso modo la programmazione di un ciclo di tribune tematiche di lungo periodo, con una riconoscibile cadenza almeno settimanale, può creare quell'aspettativa che, unicamente all'attenta scelta dei temi e ad una formulazione felice della trasmissione, può consentire un buon successo di pubblico.<br>Un esempio interessante di quanto si è detto è dato dai programmi dell'accesso, che in passato consistevano in un programma di mezz'ora con cadenza settimanale con un'audience prossima allo zero: la loro trasformazione in una striscia quotidiana di dieci minuti collocata al traino di «Uno Mattina» ha consentito di conseguire uno share anche del trenta per cento.<br>In proposito ella non condivide quanto affermato dal deputato Caparini circa il fatto che il perseguimento del servizio pubblico si esaurisca nella pura e semplice trasmissione dei prodotti richiesti dal contratto di servizio, senza preoccuparsi dei loro riscontri in termini di audience, dal momento che l'efficacia del servizio pubblico si misura proprio dalla capacità di trasmettere messaggi informativi e culturali di carattere qualitativamente elevato alla platea più ampia possibile. <br>0:45 Durata: 11 min 5 sec -
Replica di Pierluigi Camilli, Vicedirettore dei Servizi parlamentari della Rai
Il dottor Pierluigi CAMILLI si sofferma quindi sullo stato dell'accesso regionale e delle tribune tematiche regionali.<br>Per quanto riguarda il primo aspetto, l'accesso regionale è attualmente curato solamente dalle sedi della Liguria e della Toscana, senza peraltro quel carattere di continuità che riveste l'accesso nazionale. In proposito va osservato che alla base del recente successo dei programmi dell'accesso nazionale vi è stata, insieme alla rimodulazione ricordata dalla dottoressa Buttiglione, anche una trasformazione qualitativa. In passato infatti i programmi dell'accesso erano realizzati in totale autonomia dai richiedenti, il che determinava il più delle volte una qualità formale piuttosto dilettantistica, a scapito di contenuti che nel merito erano spesso di notevole interesse.<br>La scelta di questa Direzione, sostenuta dalla Sottocommissione permanente per l'accesso uscente, è stata quella di chiedere ed ottenere un budget per poter apprestare un supporto tecnico qualificato alle associazioni per la realizzazione dei programmi. Questo attualmente non avviene a livello regionale, il che contribuisce a spiegare la difficoltà di far decollare quel tipo di trasmissioni.<br>Per quanto riguarda le tribune tematiche regionali, sulle quali egli sta attualmente svolgendo un approfondimento insieme ad alcuni Corecom e Corerat, l'ostacolo maggiore è sicuramente rappresentato dalla riproposizione in forma ancora più grave del problema, di cui si è già parlato per le tribune tematiche nazionali, della proliferazione dei soggetti politici aventi diritto a partecipare. <br>0:56 Durata: 4 min 48 sec -
Davide Caparini (LNP)
Il deputato Davide CAPARINI precisa di non aver inteso nel suo intervento sostenere che i programmi di servizio pubblico non debbano perseguire l'obiettivo di una vasta audience, che anzi deve essere certamente la preoccupazione di coloro, come la dottoressa Buttiglione, che sono preposti alla realizzazione dei programmi stessi. Non c'è dubbio tuttavia che tali programmi debbano essere realizzati dalla RAI per dovere istituzionale indipendentemente dal fatto che abbiano o meno un vasto ritorno in termini di pubblico.<p>Il Presidente PETRUCCIOLI ringrazia la dottoressa Buttiglione ed il dottor Camilli e dichiara conclusa l'audizione.<p>La seduta termina alle 15h30. <br>1:01 Durata: 2 min 13 sec