23 DIC 2001

Radicali: Maurizio Turco visita le carceri in Basilicata

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Carceri più piccole, dove la situazione è più governabile ed adatta alla riabilitazione.

Questa l'opinione di Maurizio Turco dopo la visita alle carceri in Basilicata Potenza, 23 dicembre 2001 - Maurizio Turco, incontra la stampa, dopo la visita delle carceri di Nocera e Potenza e ricorda che solo da poco si è riusciti a governare la massa dei tossicodipendenti presenti nelle due strutture carcerarie, e aggiunge inoltre che ora "i tossicodipendenti rappresentano solo il 30 - 40% dei detenuti, mentre c'è una nuova emergenza., ed è la presenza di detenuti extra comunitari", sorge quindi il
problema di rapportarsi con lingue e culture diverse.Strutture fatiscentiTurco nota inoltre come "siano delle strutture vecchie che hanno bisogno di una notevole manutenzione ordinaria e straordinaria; ci sono però dei lavori in corso e non vi è una situazione di eccessiva sovrappopolazione, cioè c'è un 20% di sovrappopolazione rispetto a quello che sulla carta potrebbero contenere le carceri".

Di contro osserva come "l'organizzazione sia votata a quello che è lo scopo del carcere, cioè del reintegro".Allargando lo sguardo al sistema carcerario italiano, l'europarlamentare radicale pone una questione fondamentale, che si ricollega anche a quello che oggi è riconosciuto come il problema del terrorismo internazionale, ma rappresenta coloro che trafficano in armi da una parte e dall'altra si riforniscono di denaro grazie al traffico delle droghe.

"Questa politica proibizionista è la politica attraverso la quale lo Stato, venendo meno ai propri doveri di controllo, ha dato il monopolio della produzione e della distribuzione alla criminalità".Nota infine che quando le tipologie di istituto cambiano, nel senso che l'istituto che supera i 500 o 600 detenuti, per non parlare delle migliaia, si raggiungono livelli di ingovernabilità.

"Ciò non dipende né dal tipo di detenuto, né dal tipo di polizia penitenziaria presente nell'istituto, è proprio una dimensione ingovernabile.

Il sovrappopolamento in carcere porta sempre a forme di violenza".

Il mandato di cattura europeo e la giustizia italianaDi seguito, Maurizio Turco, relativamente al mandato di cattura europeo, afferma che il governo italiano abbia sbagliato nella identificazione dei tipi di reato, anche perché il mandato di cattura entrerà in vigore solo nel 2004.Turco si occupa poi della situazione giustizia in Italia, facendo notare come ancora quest'anno ci siano state 12.000 richieste di giudizio presso i magistrati della Corte europea dei diritti dell'uomo su 16.000 totali.

Ribadisce come sia stato un errore grave da parte del Governo italiano "aver accettato il mandato di cattura europeo parzialmente e non averlo rifiutato in toto".Si è passati da un "bilanciamento dei poteri, che è alla base di una democrazia di stampo liberale, a uno sbilanciamento in cui non si capisce più chi ha le competenze per fare cosa.

Il parlamento deve fare le leggi, i magistrati le devono applicare; non si capisce perché in questo paese, che dovrebbe essere di democrazia liberale, i magistrati pretendono di dover dettare le leggi, di dover giudicare le leggi e di dover dire quali sono le leggi che vanno bene per questo paese".La riforma della giustiziaTurco, concludendo, ribadisce con vigore la validità le 25 proposte di legge radicali e il pacchetto sulla giustizia giusta "che propongono in termini radicali una riforma, probabilmente anche l'unica riforma possibile in questo paese perché sia al passo con gli altri paesi europei nel momento in cui il mandato europeo dovesse diventare una realtà".Afferma inoltre che "tutto quello che è stato detto in questi giorni dal governo rispetto all'inadeguatezza della strumentazione giuridica e giurisdizionale italiana rispetto al mandato di cattura europeo è purtroppo è tutto vero e quindi purtroppo c'è necessità, nonostante il ritardo, di accelerare i tempi e di fare delle scelte chiare".

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