Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.
Condividi
Puoi selezionare il secondo di avvio del contenuto che vuoi condividere. Posiziona il player nel punto in cui vuoi avviare la selezione e poi premi la spunta di Inizia. Il sistema aggiorna automaticamente i link da condividere in base alla tua scelta.
Puoi selezionare il secondo in cui puoi far terminare il contenuto che vuoi condividere. Posiziona il player nel punto in cui vuoi terminare la selezione e poi premi la spunta di Termina. Il sistema calcolerà l'istante esatto e aggiornerà i link da condividere con la tua scelta. Questa è un'opzione facoltativa.
Copia link
Facebook
Twitter
Google +
Linkedin
Segnala errori nella scheda
Segnalaci eventuali errori su questa pagina(verrà aperta una finestra per inviare la segnalazione)Seguito dell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale delle raffinerie e delle centrali elettriche: audizione di rappresentanti dell'ENEL S.p.A. .
Registrazione di "Ambiente: Audizione di rappresentanti dell'ENEL S.p.A. nell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale delle raffinerie e delle centrali elettriche", registrato mercoledì 19 maggio 2004 alle 00:00.
La registrazione ha una durata di 1 ora e 7 minuti.
Registrazione di "Ambiente: Audizione di rappresentanti dell'ENEL S.p.A. nell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale delle raffinerie e delle centrali elettriche", registrato mercoledì 19 maggio 2004 alle 00:00.
La registrazione ha una durata di 1 ora e 7 minuti.
leggi tutto
riduci
-
Relazione di Ennio Fano, responsabile delle politiche ambientali dell'ENEL
Il dottor FANO rileva innanzitutto che il tema dell’impatto ambientale degli impianti di produzione di energia elettrica non può essere sganciato dal più ampio problema dell’assetto del settore elettrico italiano. In particolare, è opportuno soffermarsi brevemente sulle anomalie che caratterizzano il parco di generazione italiano nel contesto internazionale. Tali anomalie, del resto, sono all’origine del forte divario fra il costo dell’energia elettrica in Italia rispetto agli altri paesi europei. Il mix di combustibile utilizzato dal parco di produzione italiano è, come è noto, pesantemente sbilanciato verso gli idrocarburi.<br>L’Italia dipende dall’estero per oltre l’80 per cento del proprio fabbisogno energetico e produce elettricità utilizzando prevalentemente - per una quota pari al 66 per cento - fonti provenienti in larga parte da regioni del mondo non particolarmente stabili. È appena il caso di ricordare che il costo del petrolio ha superato in questi giorni i 40 dollari al barile. Il riequilibrio delle fonti non è importante, quindi, soltanto per ridurre il costo finale dell’energia elettrica, ma anche per rendere il sistema più affidabile e sicuro. Gli altri grandi paesi europei, del resto, pur dedicando particolare attenzione all’ambiente, ricorrono a carbone e nucleare in misura variabile fra il 60 e l’80 per cento. Fra i grandi paesi europei l’Italia è sicuramente la nazione che ricorre maggiormente alle fonti rinnovabili per produrre energia elettrica. Nel 2002 la quota di energia elettrica prodotta complessivamente attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili ha coperto circa il 19 percento della richiesta sulla rete. Tale percentuale è destinata ad aumentare considerevolmente nei prossimi anni anche sulla spinta della legislazione europea che impone agli operatori l’immissione sul mercato di quantità sempre maggiori di energia pulita. <br>Val la pena ricordare, tuttavia, come ancora oggi la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili sia notevolmente più onerosa rispetto alla realizzazione di impianti tradizionali. Gli investimenti in questione sono, peraltro, sostenuti dal meccanismo dei “certificati verdi” che incide negativamente sul prezzo finale dell’elettricità. Proprio tale meccanismo, nato per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si traduce, di fatto, in un aggravio del costo di produzione dell’elettricità che viene rimborsato ai produttori attraverso la tariffa.<br>In Italia, Enel, ha un ruolo primario nella produzione da fonti rinnovabili. Basti pensare che nel 2003 circa il 23 per cento della produzione Enel totale è stata realizzata utilizzando energia pulita. È necessario ricordare, inoltre, che Enel è oggi il primo operatore al mondo nel campo delle fonti rinnovabili.<br>L’attenzione che Enel dedica alla tutela dell’ambiente, emerge anche dall’analisi dei risultati ottenuti in termini di riduzione delle emissioni inquinanti. Negli ultimi dieci anni, anche sulla spinta della normativa nazionale che ha imposto agli operatori una graduale riduzione delle emissioni, Enel ha investito quasi 4 miliardi di euro al fine di dotare le proprie centrali termoelettriche di sistemi in grado di assorbire in modo consistente le emissioni dei principali inquinanti atmosferici (NOx, SO2 e polveri). In particolare, su tutte le grandi centrali a carbone ed orimulsion sono stati installati desolforatori e denitrificatori. Nel 1990 le emissioni specifiche di NOx erano pari a 2,8 grammi per chilovattora prodotto.<br>Analoghi risultati sono stati ottenuti per le emissioni di SO2. Si è passati, infatti dai 5,3 grammi per chilovattora del 1990 ai 0,9 del 2003, con una riduzione di oltre l’80 per cento. Le trasformazioni a ciclo combinato a gas di vecchi impianti ad olio hanno contribuito significativamente al raggiungimento di tali risultati.<br>Nella quasi totalità delle centrali, anche ad olio combustibile, sono stati installati depolverizzatori, in genere di tipo elettrostatico. In alcune centrali idonee, in quanto alimentate solo a carbone, sono stati installati, inoltre, depolverizzatori “a manica”, più efficienti dei primi. Grazie all’installazione è stato possibile passare da 0,4 grammi di polveri per chilovattora prodotto nel 1990 ai 0,03 grammi per chilovattora del 2003.<br>Anche in questo caso le trasformazioni a ciclo combinato già realizzate hanno influito positivamente. Gli sforzi per l’abbattimento delle emissioni inquinanti in atmosfera devono, tuttavia, essere accompagnati da una strategia industriale volta a ridurre la debolezza del sistema energetico italiano e a favorire una riduzione delle tariffe elettriche. In tale senso Enel ha promosso due grandi iniziative che consentiranno di riavvicinare il mix di combustibili utilizzati in Italia ai livelli dei principali paesi europei: la riconversione a carbone ed orimulsion dei poli di produzione di Civitavecchia e di Porto Tolle. La realizzazione di tali progetti permetterà, inoltre, la sopravvivenza industriale di impianti destinati ad essere espulsi dal nuovo contesto competitivo. <br><strong>Indice degli interventi</strong><br>L'audizione comincia alle 15h20<br>Presidenza del presidente <strong>Emiddio Novi</strong><br>0:00 Durata: 6 min 24 sec -
Relazione di Leonardo Arrighi, responsabile dello sviluppo impianti dell'ENEL
Il dottor ARRIGHI si sofferma sulle due iniziative da ultimo citate dal dottor Fano, osservando innanzitutto che a Civitavecchia è prevista la trasformazione a carbone della centrali di Torrevaldaliga Nord per un investimento complessivo di circa 1,5 miliardi di euro. L’impatto ambientale della centrale sarà migliorato rispetto ad oggi anche grazie ad interventi quali la riduzione della potenza installata, che passerà da 2640 MW a 1980; la riduzione delle quantità di solidi movimentate che passeranno da circa 6 a 4,5 milioni di tonnellate l’anno; una ancor più efficace gestione del processo di trattamento dei fumi con particolare attenzione al particolato ed ai microinquinanti; la creazione di un bosco di circa 40 ettari in un’area attualmente occupata da depositi.<br>Con l’applicazione delle più avanzate tecnologie disponibili, a Civitavecchia si realizzerà una centrale ad alto rendimento (45 per cento) e basse emissioni con prestazioni migliori anche degli impianti di ultima generazione già funzionanti in Giappone ed in altri paesi europei. Il progetto, già autorizzato, prevede, infatti, una forte riduzione delle emissioni rispetto ai livelli attuali. Confrontando i risultati attesi con gli attuali livelli di emissione si prevede infatti, una riduzione superiore all’80 per cento per quanto riguarda le emissioni in atmosfera di anidride solforosa e di polveri ed un abbattimento delle emissioni di ossido di azoto superiore al 60 per cento. In termini di concentrazioni degli inquinanti il nuovo progetto prevede valori inferiori del 50 per cento rispetto ai limiti indicati dalla normativa europea in vigore anche le emissioni del cosiddetto particolato fine saranno fortemente abbattute. Al fine di garantire il controllo costante delle emissioni è stato previsto, inoltre, l’ampliamento ed il rinnovo del sistema di monitoraggio della qualità dell’aria che interesserà un’area comprendente anche i comuni limitrofi a Civitavecchia. Le emissioni saranno messe a disposizione del comune, della provincia e dell’ARPA, in tempo reale, e saranno disponibili on line su Internet. Sarà, infine, istituito un osservatorio ambientale e sanitario permanente. <br>Dal punto di vista occupazionale il progetto garantisce l’impiego di tutto il personale attuale, nonché l’utilizzo, in fase di costruzione, di ulteriori 1.500 lavoratori esterni. <br>A Porto Tolle, invece, si prevede la conversione ad Orimulsion delle attuali unità di produzione, con un investimento di circa un miliardo di euro. Anche in questo caso l’introduzione di nuovi desolforatori e denitrificatori, il ricondizionamento dei quattro precipitatori elettrostatici esistenti, nonché l’installazione di nuovi filtri a umido, permetterà una riduzione delle emissioni rispetto ai livelli attuali. <br>Quanto al tema dell’effetto serra e agli obiettivi derivanti dal cosiddetto protocollo di Kyoto, già nel 2000, ben prima del recepimento in Italia del protocollo, l’ENEL aveva stipulato con i Ministeri delle attività produttive e dell’ambiente un accordo volontario per la riduzione delle emissioni di CO2. Gli interventi di tipo ambientale già menzionati e quelli che saranno realizzati nei prossimi anni fanno sì che l’ENEL sia in una posizione di eccellenza anche in questo settore. Del resto, l’Italia è già oggi, nel contesto europeo, uno dei paesi maggiormente virtuosi nei riguardi del tema effetto serra. Nel 2001, la produzione procapite di CO2, è stata infatti, inferiore alla media dell’Unione europea. Risultati simili sono stati raggiunti solo da paesi che possono contare sull’energia nucleare o su un forte apporto idroelettrico. E’ evidente che l’Italia non ha bisogno di ulteriori vincoli ambientali che, invece, qualora introdotti, avrebbero sicuramente ricadute negative in termini di sicurezza del sistema energetico e di costi dell’energia elettrica. Sarebbe, invece, opportuno favorire l’utilizzo di combustibili diversi dagli idrocarburi ed in grado di alleggerire la dipendenza da paesi politicamente instabili, fermo restando che le tecnologie attualmente esistenti consentano, come detto, il sostanziale abbattimento delle emissioni inquinanti. <br>0:06 Durata: 9 min 29 sec -
Enrico Rizzi (FI)
Il senatore RIZZI (FI) invita i rappresentanti dell’ENEL a chiarire se fra le fonti rinnovabili che costituiscono il 23 per cento della produzione totale di tale società rientrino anche le fonti assimilate. Altri chiarimenti sarebbero opportuni in ordine alle caratteristiche e all’efficacia dei controlli sulle emissioni inquinanti, nonché sulla praticabilità del progetto Archimede, su cui si è recentemente soffermato il professor Rubbia, che a quanto sembra prevede la produzione di energia elettrica con nuove tecnologie di tipo solare, ma con la necessità di disporre di grandi superfici. <p>Osservazioni e quesiti dei Commissari0:15 Durata: 3 min 45 sec -
Giuseppe Specchia (AN)
Il senatore SPECCHIA (AN) chiede ai rappresentanti dell’ENEL chiarimenti in ordine alla comparazione, in termini di emissioni inquinanti, fra centrali ad olio combustibile e centrali a carbone, anche alla luce delle affermazioni fatte la settimana scorsa da alcune associazioni che hanno sostenuto che le emissioni di particolato aumenteranno notevolmente con la trasformazione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord.<br>Chiede inoltre ulteriori delucidazioni circa i costi comparati delle centrali a olio, ad orimulsion e a carbone rispetto a quelle alimentate a metano, nonché in merito al rischio di black-out elettrici nel corso della prossima stagione estiva. Ulteriori informazioni sarebbe opportuno avere anche per quanto riguarda gli eventuali problemi di approvvigionamento di orimulsion, nonché in merito ai risultati della sperimentazione effettuata cinque anni fa presso la centrale di Brindisi Sud, per quanto riguarda il livello delle emissioni degli impianti ad orimulsion, ad olio e a carbone. <br>0:19 Durata: 6 min 21 sec -
Sauro Turroni (Verdi-U)
Il senatore TURRONI (Verdi-U) chiede chiarimenti in ordine all’omogeneità dei dati forniti dai rappresentanti dell’ENEL in merito alla riduzione delle emissioni inquinanti che sarebbe stata ottenuta negli ultimi anni, specie con riferimento ad alcune specifiche realtà, come quella di Porto Tolle. Delucidazioni sarebbero inoltre necessarie per quanto attiene ai criteri in base ai quali si è scelto di utilizzare l’orimulsion a Porto Tolle, nonché per ciò che riguarda le ragioni per cui gli investimenti previsti per tale ultima centrale sono inferiori rispetto a quelli concernenti la trasformazione della centrale di Civitavecchia. <br>Maggiori dettagli sono poi necessari per quanto concerne gli investimenti effettuati nel settore delle fonti rinnovabili, compreso il recupero della capacità produttiva del comparto idroelettrico.<br>Rileva infine che la quantità di CO2 emessa dagli impianti attualmente esistenti è ancora elevata, e andrebbe quindi ulteriormente ridotta. <br>0:25 Durata: 9 min 17 sec -
Replica di Ennio Fano
Il dottor FANO fa presente innanzitutto al senatore Rizzi che il 23 per cento della produzione ENEL totale è stata realizzata utilizzando esclusivamente fonti propriamente rinnovabili, e non quindi anche fonti assimilate, per lo sfruttamento delle quali la società che rappresenta non possiede impianti. Nel settore delle fonti rinnovabili l’ENEL ha messo a punto un programma di investimenti nel prossimo triennio pari a ben un miliardo di euro, distribuiti tra eolico, idroelettrico, fotovoltaico eccetera. L’ENEL, al riguardo, assicura una corretta manutenzione delle dighe direttamente gestite, al fine della produzione di energia elettrica.<br>Quanto al progetto Archimede, è stato messo a punto dall’ENEA, ma dovrebbe essere realizzato dall’ENEL; si tratta della sperimentazione industriale di una nuova tecnologia solare, che è prevista nei pressi della centrale di Priolo, in provincia di Siracusa. Peraltro, un ricorso massiccio a tale fonte energetica è al momento ipotizzabile soltanto nei paesi che dispongono di grandi superfici inutilizzate, come quelli del nord Africa. Per ciò che concerne invece il fotovoltaico, all’ENEL fa capo un’apposita società che provvede all’installazione di impianti ad uso familiare.<br>Venendo al problema dei controlli, può affermarsi che le centrali ENEL sono tra le più sicure e monitorate, tant’è che devono essere realizzate reti di monitoraggio per la qualità dell’aria nei pressi delle centrali.<br>Assicura quindi il senatore Specchia che non è assolutamente vero che le emissioni di particolato aumenterebbero con la trasformazione delle centrali ad olio combustibile in centrali a carbone; al riguardo, si dichiara disponibile a fornire alla Commissione ulteriori dettagli per quanto attiene i sistemi di filtraggio e captazione delle polveri.<br>Sotto il profilo dei costi comparati, gli impianti più efficienti sono quelli a gas, combustibile, che però è assai più costoso di olio e carbone. Di qui la decisione di promuovere la trasformazione delle centrali di Civitavecchia e di Porto Tolle in stabilimenti a carbone ed orimulsion, con enormi benefici in termini di abbattimento delle emissioni inquinanti. Quanto a tale ultimo combustibile, è in fase di rinnovo il contratto con le società fornitrici.<br>Venendo poi al ventilato rischio di nuovi black-out elettrici nella prossima stagione estiva, è auspicabile che tale evento non si verifichi, anche perché, oltre alle favorevoli condizioni atmosferiche degli ultimi mesi, l’ENEL ha messo a punto alcuni impianti a turbo-gas che possono entrare in funzione in meno di un’ora in caso di repentino aumento della domanda di energia.<br>Ricorda quindi al senatore Specchia che il Ministero dell’ambiente ed il CNR, dopo sei mesi di verifiche sulla centrale di Brindisi Sud nell’ambito della sperimentazione effettuata circa cinque anni fa, accertarono l’equivalenza sostanziale in termini di emissioni inquinanti degli impianti a orimulsion, ad olio e a carbone, emissioni che comunque si collocano ad un livello di ben 10-20 volte inferiore ai limiti previsti dalla legge. <br>Per quanto concerne la centrale di Porto Tolle, poi, tanto le ceneri quanto i gessi non verranno comunque trasportati via terra, ma mediante una chiatta, mentre i carburanti saranno trasportati esclusivamente mediante l’oleodotto esistente. Per ciò che riguarda le emissioni di CO2, va quindi ricordato che il settore termoelettrico è responsabile di circa il 20 per cento delle emissioni di anidride carbonica e che non può ulteriormente ridurre tale valore, se non a costi enormi. <p>0:35 Durata: 20 min 27 sec -
Replica di Leonardo Arrighi
Il dottor ARRIGHI aggiunge che il gesso prodotto dalle centrali viene interamente ceduto ai cementifici, e quindi utilizzato nel settore edile. Quanto al progetto Archimede, pur essendo assai interessante, permetterà di produrre una quantità di energia elettrica enormemente inferiore rispetto a quella prodotta da centrali tradizionali. <br>0:55 Durata: 1 min 48 sec -
Presidente
Il presidente NOVI chiede agli esponenti dell’ENEL che incremento dei costi comporterebbe un ipotetico aumento del ricorso all’energia rinnovabile nella misura del 60 per cento della produzione totale. <br>0:57 Durata: 1 min 8 sec -
Replica di Leonardo Arrighi - Presidente
Il dottor ARRIGHI fa presente al presidente Novi che se il costo dell’energia idroelettrica è tutto sommato accettabile, il ricorso all’energia solare ed eolica è possibile soltanto grazie agli ingenti contributi pubblici erogati. Pertanto, se si volesse elevare notevolmente la quota di energia prodotta da tali fonti, i costi sarebbero enormi, per non parlare dell’enorme superficie necessaria per l’installazione dei relativi impianti. Anche il ricorso massiccio ai termovalorizzatori, infine, renderebbe possibile produrre una quantità di energia tale da non risolvere in modo determinante i problemi di approvvigionamento energetico a livello nazionale.<p>Il presidente NOVI ringrazia il dottor Fano e il dottor Arrighi per il prezioso contributo offerto ai lavori della Commissione.<br>Il seguito dell’indagine conoscitiva viene quindi rinviato.<br>La seduta termina alle 16h25 <br>0:58 Durata: 9 min 13 sec