24 NOV 2004

Vigilanza Rai: Audizione del Direttore di RAISPORT, del Direttore diritti sportivi e del Direttore acquisti diritti sportivi della RAI

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 24 min
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Audizione del Direttore di RAISPORT, del Direttore diritti sportivi e del Direttore acquisti diritti sportivi della RAI. .

Registrazione audio di "Vigilanza Rai: Audizione del Direttore di RAISPORT, del Direttore diritti sportivi e del Direttore acquisti diritti sportivi della RAI", registrato mercoledì 24 novembre 2004 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 1 ora e 24 minuti.
  • Introduzione del presidente

    Il presidente PETRUCCIOLI ricorda in primo luogo che a norma dell'articolo 13, comma 1 del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori è assicurata dal resoconto sommario anche se, a norma del comma 2, la Commissione può decidere che per determinate sedute sia pubblicato un resoconto stenografico.<br>Benchè sia prassi della Commissione redigere un resoconto stenografico delle sedute in cui si svolgono audizioni, egli avverte che, poiché tutte le Commissioni permanenti del Senato, a causa dell'esame dei documenti finanziari, sono convocate in sedute che richiedono per Regolamento la redazione dello stenografico, non sarà possibile oggi avere gli stenografi in seduta. Pertanto sarà redatto unicamente un resoconto sommario, in forma più ampia del solito, restando evidentemente a disposizione dei commissari e degli auditi che volessero consultarla la registrazione fonografica della seduta. Il Presidente ricorda quindi che l'audizione odierna è stata richiesta, fra l'altro, sia al fine di conoscere le strategie della RAI in ordine all'evoluzione in atto nel mercato dei diritti sportivi sia per conoscere le valutazioni dei responsabili dello sport sulla decisione dell'azienda di non concorrere con Mediaset nell'acquisto di diritti calcistici da trasmettere a pagamento sulle reti in digitale terrestre. <br><strong>Indice degli interventi</strong><br>L'audizione comincia alle 14h10<br>Presidenza del presidente <strong>Claudio Petruccioli</strong><br>
    0:00 Durata: 7 min 49 sec
  • Relazione di Antonio Marano, direttore dei diritti sportivi della RAI

    Il dottor MARANO, direttore dei diritti sportivi della RAI, si sofferma in primo luogo sulle dinamiche attualmente in corso nel mercato dei diritti sportivi. <br>A tal proposito egli fa presente che una corretta comprensione della materia deve partire dalla distinzione fra l'acquisto dei diritti di trasmissione relativi ad attività ordinarie - come il campionato di calcio e tutte le manifestazioni sportive a carattere nazionale o comunque annuale - e quelli relativi a eventi straordinari quali principalmente le olimpiadi, le olimpiadi invernali, i campionati mondiali ed europei di calcio, i campionati mondiali di atletica leggera.<br>Infatti se il valore complessivo degli acquisti dei diritti sportivi da parte della RAI è cresciuto dal 1998 al 2004 del 19% circa, tale risultato è determinato dal fatto che, mentre l'esborso per i diritti relativi all'attività ordinaria è diminuito, nel periodo considerato, del 27% circa, quello relativo agli eventi straordinari ha avuto un incremento dell'841%.<br>Tra le ragioni di questa dinamica impressionante - che solo negli ultimi tempi ha conosciuto una battuta d'arresto grazie al deprezzamento del dollaro, valuta in cui fino al 2010 saranno liquidati i contratti internazionali - una delle principali va ricercata negli accordi UER.<br>In quella sede infatti, in una situazione dell'economia europea peraltro diversa da quella odierna, fu stabilito, al fine di facilitare l'acquisto dei diritti per i grandi eventi sportivi internazionali da parte dei paesi europei più poveri o più piccoli, che il 70 per cento della spesa complessiva sostenuta dalle radiotelevisioni pubbliche europee per l'acquisto di questi eventi sarebbe stato ripartito tra Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna.<br>A fronte del costante incremento dei costi di questi eventi, però, questo sistema comincia ad apparire sempre più iniquo laddove si consideri ad esempio, che per l'acquisto delle olimpiadi di Atene la Russia, con una popolazione tripla di quella italiana e con una situazione economica certamente migliore che nel recente passato, ha speso un ottavo rispetto alla cifra pagata dalla RAI.<br>E' in questo quadro che deve essere compresa la decisione della RAI di non assicurarsi gli eventi sportivi a qualsiasi costo, ma di aprire serie trattative per ottenere prezzi ragionevoli, come è stato fatto per le olimpiadi del 2012, in relazione alle quali l'Italia aveva dapprima presentato al CIO una doppia offerta, pari a 43 milioni di euro per l'ipotesi che le olimpiadi fossero state assegnate ad uno dei concorrenti europei, ovvero 33 milioni di euro per l'ipotesi che fossero attribuite a New York, e ciò naturalmente in quanto il valore televisivo dell'olimpiade è deprezzato dalla differenza di fuso orario tra l'Italia e la sede delle manifestazioni.<br>Il CIO ha dapprima rifiutato di confrontarsi su una doppia offerta, e ha poi formulato una richiesta sicuramente spropositata, cento milioni di euro, che la RAI ha ritenuto di non poter accettare sic et simpliciter e sulla quale ha aperto una fruttuosa trattativa.<br>Il dottor Marano fa quindi presente che la RAI ha acquistato i diritti relativi ad un elevato numero di manifestazioni sportive invernali per il periodo 2004-2005 e fino al 2006, e ciò con l'intento di trasmettere una serie di eventi diretti a promuovere l'interesse del pubblico per le olimpiadi invernali che si terranno in Piemonte nel 2006.<br>Il dottor Marano illustra quindi le modalità di acquisto relative ai diritti per il giro di Italia e per i campionati europei di calcio.<br>A tale ultimo proposito fa presente che sono state acquistate solamente le partite potenzialmente giocabili dall'Italia, dal momento che l'acquisto dell'intera manifestazione avrebbe determinato un immediato raddoppio dei costi, tale cioè da rendere legittimo chiedersi se l'acquisto di questa manifestazione sarebbe stato compatibile con le finalità del servizio pubblico.<br>Per quanto riguarda la partecipazione dello sport alla sperimentazione del digitale terrestre, il dottor Marano osserva che la sua struttura si sta preparando attraverso l'acquisto di diritti relativi a manifestazioni che attualmente non possono trovare spazio nel palinsesto della televisione in chiaro, ma potranno contribuire a formare il palinsesto del canale tematico che dovrà essere attivato nel 2005, così come egli non esclude affatto che nel prossimo futuro - in particolare se saranno rimossi alcuni vincoli normativi attualmente esistenti - la RAI possa cominciare ad operare anche nel settore della trasmissione di eventi sportivi a pagamento. <br>
    0:07 Durata: 18 min 1 sec
  • Relazione di Michele Gianmarioli, direttore dell'acquisto diritti sportivi della RAI

    Il dottor GIAMMARIOLI, direttore dell'acquisto diritti sportivi della RAI, si sofferma in primo luogo sulla ristrutturazione avvenuta nel campo dei diritti sportivi con la disposizione organizzativa della RAI dell'8 giugno scorso.<br>Tale disposizione ha abolito il preesistente Dipartimento Sport, che era articolato in due direzioni, quella della testata sportiva, facente capo allo stesso Direttore del Dipartimento, e quella dei diritti sportivi.<br>A tale organizzazione, che consentiva un armonico coordinamento fra i progetti editoriali e il reperimento dell'acquisizione delle manifestazioni sportive, se ne è sostituita un'altra in cui il Dipartimento è abolito, ed è costituita una nuova direzione dei diritti sportivi, del tutto avulsa dalla direzione di testata e organizzata attraverso tre strutture, vale a dire quella di supporto e coordinamento, quella della pianificazione e valorizzazione dei diritti sportivi, e quella per l'acquisto dei diritti sportivi. <br>Quest'ultimo settore, quindi, è passato dal rango di direzione a quello di struttura e il suo ruolo personale è stato correlativamente ridimensionato.<br>Da quanto infatti il 1° luglio la disposizione organizzativa è entrata in vigore, egli è stato escluso da tutte le riunioni nelle quali sono state discusse e decise le linee aziendali in materia di diritti sportivi. Se egli ha potuto partecipare alle riunioni per l'acquisizione di alcuni grandi eventi, ciò è avvenuto solo per la buona volontà del direttore Marano, che avrebbe peraltro potuto evitare di invitarlo senza violare il suo mandato.<br>L'aspetto più grave però è quello relativo alla sua procura, che in passato era pari a 260.000 euro, cifra che consentiva una certa autonomia di programmazione e di trattazione, ed è stata ora ridotta a 52.000 euro. Il direttore Marano ha richiesto che la procura gli venga aumentata a 150.000 euro, ma seppure alla fine la RAI decidesse di accogliere tale proposta, è evidente come essa sia notevolmente inferiore alla procura precedente. <br>Il dottor Giammarioli dichiara di ignorare il motivo del comportamento dell'azienda nei suoi confronti, certamente non determinato da una valutazione negativa della sua adeguatezza professionale, valutazione che non si è manifestata in passato in alcun modo; anzi l'azienda ha spesso manifestato apprezzamento in merito alle trattative da lui condotte e concluse.<br>D'altra parte non appare plausibile - e se lo fosse sarebbe ingiustificabile - che tale decisione sia stata determinata dalla sua appartenenza ad un'area politico-culturale che peraltro non ha mai nascosto, e che anzi rivendica con orgoglio.<br>Stando così le cose, il dottor Giammarioli ritiene che i componenti della Commissione non possano che convenire sul fatto che egli non è al momento la persona più adatta per illustrare e difendere le strategie aziendali in materia di diritti sportivi.<br>Il dottor Giammarioli ritiene comunque di dover dire, in relazione allo specifico problema dell'acquisizione dei diritti sul digitale terrestre, che l'azienda ha tenuto in questi mesi un atteggiamento estremamente incoerente avendo, da un lato, rinunciato irresponsabilmente a partecipare all'acquisto dei diritti del grande calcio per il digitale terrestre passando poi ad enunciazioni di riscoperto interesse quando nel pacchetto i diritti delle squadre più appetibili erano già stati acquistati. <br>
    0:25 Durata: 7 min 5 sec
  • Relazione di Fabrizio Maffei, direttore di RAISPORT

    Il dottor MAFFEI, direttore di RAISPORT, ringrazia in primo luogo la Commissione per questa audizione che gli dà modo di smentire con i fatti le tristi previsioni formulate dal suo predecessore nella audizione dello scorso 19 maggio. Egli era stato accusato, ad esempio, di aver modificato la formula del giro di Italia e delle trasmissioni televisive collaterali al fine di svalorizzare tale manifestazione; al contrario i risultati del giro sono stati assai lusinghieri e superiori a quelli dell'anno scorso sia in termini di numero di ascoltatori, sia in termini di quota della platea televisiva, con ciò smentendo quelle che più che previsioni apparivano dichiarazioni ostruzionistiche. Parimenti eccellente è stato il risultato delle olimpiadi, nonostante il fatto che la RAI abbia potuto impegnare per la copertura dell'evento risorse umane inferiori anche dei due terzi a quelle che hanno avuto a disposizione altre televisioni pubbliche, come quella tedesca quella francese o quella greca. Il successo della RAI appare evidente confrontando lo share registrato in questa edizione con quelli delle olimpiadi di Barcellona del 1992, evidentemente essendo impossibile un paragone con le olimpiadi di Seul e quelle di Sidney per via della differenza del fuso orario. In questa edizione si è infatti registrato uno share medio del 23 per cento circa contro il 15,6 dell'edizione di Barcellona, con punte del 46-48 per cento per le finali di scherma e le gare di ciclismo che hanno portato le medaglie d'oro all'Italia. Per quanto riguarda il rapporto fra l'attività della testata e quella delle strutture preposte agli acquisti sportivi, il dottor Maffei fa presente che, in quanto direttore editoriale, egli non può che avere l'interesse, in linea teorica, a disporre del maggior numero di eventi sportivi e dei più qualificati. Tuttavia la costruzione della linea editoriale deve essere improntata anche a senso di responsabilità, nel senso che ci si deve rendere conto sia degli obiettivi limiti di spesa dell'azienda, sia della limitatezza degli spazi disponibili in palinsesto, sia del fatto che le scelte editoriali sono spesso condizionate da eventi esterni alla RAI. In questo senso un esempio è dato proprio dalle olimpiadi di Atene, dove le trasmissioni relative all'atletica leggera, che pure è tradizionalmente la disciplina regina delle manifestazioni olimpiche, hanno subito pesanti interferenze dovute alla necessità di trasmettere le gare degli sport di squadra nei quali l'Italia superava le successive fasi di qualificazione. La direzione di testata collabora comunque strettamente con le strutture deputate agli acquisti sportivi, in particolare al fine di ottimizzare gli acquisti evitando, come avveniva in passato, che vengano acquistati eventi che non sono poi collocabili in palinsesto. Il dottor Maffei si sofferma quindi sul fenomeno del vistoso calo di ascolti della trasmissione "Novantesimo minuto", che può essere considerato emblematico dei mutamenti in corso nel mercato dei diritti sportivi, mutamenti che certamente richiedono dei ripensamenti strategici da parte dell'azienda. Premesso che il complesso delle trasmissioni dedicate al campionato di calcio, vale a dire "Stadio sprint", "Novantesimo minuto" e la "Domenica sportiva", costituisce da sempre un settore di pregio dell'attività della testata, per la realizzazione del quale la RAI paga 50 milioni di euro all'anno di diritti, quest'anno si è verificato un consistente calo di ascolti di "Novantesimo minuto" nonostante siano immutati gli autori, i conduttori e la collocazione oraria. C'è da chiedersi quindi se questa diminuzione di ascolti non sia determinata dal deterioramento del prodotto veicolato: infatti in una situazione in cui perdura la crisi delle grandi squadre del centro-sud, appare particolarmente grave non poter trasmettere immagini delle tre squadre, Milan, Inter e Juventus, che dominano il campionato di serie A. <br>
    0:32 Durata: 26 min 36 sec
  • Alessio Butti (AN)

    Il deputato BUTTI esprime in primo luogo vivo apprezzamento per la puntualità e la chiarezza con cui il dottor Marano e il dottor Maffei hanno illustrato le problematiche commerciali ed editoriali dei diritti sportivi, prevenendo molte delle domande che egli stesso avrebbe voluto fare.<br>Nell'apprezzare la saggezza con cui i responsabili delle strutture sportive stanno affrontando problemi di così grande rilevanza, come il mercato degli eventi sportivi internazionali i cui costi sono cresciuti nella misura impressionante che è stata appena descritta, e come l'acquisizione di risorse per la costituzione di un canale tematico di digitale terrestre, l'oratore osserva peraltro che gli interventi hanno posto con chiarezza una questione sulla quale non solo la RAI, ma anche questa Commissione dovrà riflettere, e cioè su quale sia il limite di impegno finanziario, nel settore sportivo, che la RAI può sopportare senza venire sostanzialmente meno alle caratteristiche di un'azienda di servizio pubblico.<br>Il deputato Butti esprime quindi imbarazzo per le affermazioni del dottor Giammarioli, in particolare nella parte in cui egli opina che l'emarginazione di cui ritiene di essere stato oggetto sia dovuta ad una sua sgradita appartenenza politico-culturale.<br>La sua parte politica ritiene infatti che un dirigente della RAI o di qualsiasi altro ente che svolte un servizio pubblico non debba essere valutato sotto il profilo dell'appartenenza politica, ma solo sotto quelli della moralità e della competenza professionale, qualità che certamente non mancano al dottor Giammarioli. <br>Osservazioni e questi dei Commissari
    0:59 Durata: 5 min 44 sec
  • Replica di Fabrizio Maffei

    <br>
    1:05 Durata: 1 min 26 sec
  • Giuseppe Gianni (UDC)

    Il deputato Giuseppe GIANNI ritiene che il compiacimento espresso dal collega Butti per la situazione dello sport in RAI sia assai poco fondato.<br>La situazione descritta dal dottor Giammarioli è in realtà tipica di quanto sta avvenendo attualmente in RAI, dove capaci e sperimentati dirigenti sono messi da parte e privati di funzioni operative - magari mantenendo, ciò che è più grave, il precedente trattamento economico - al solo fine di fare spazio a personaggi graditi a questa o a quella forza politica.<br>Si tratta di una pratica di lottizzazione non dissimile nella sostanza da quella praticata nella cosiddetta prima Repubblica ma ben più brutale nei metodi e nelle forme. In questi giorni l'Unione Democristiana e di Centro è stata accusata di alimentare polemiche sulla gestione del servizio pubblico radiotelevisivo determinate unicamente dal desiderio di occupare un maggior numero di posti di potere; basta in realtà consultare gli organigrammi della RAI per avere la conferma che l'UDC è assente da qualsiasi posizione di potere. La richiesta della sua parte politica non è altra che quella di poter far sentire la sua voce contro il degrado della cultura del servizio pubblico. <br>
    1:06 Durata: 6 min 38 sec
  • Oratore non precisato

    <br>
    1:13 Durata: 1 min 39 sec
  • Presidente

    <br>
    1:14 Durata: 2 min 2 sec
  • Giuseppe Giulietti (DS-U)

    Il deputato GIULIETTI fa presente che, secondo notizie apparse sulla stampa di oggi, è possibile che il Presidente del Consiglio decida nei prossimi giorni di rivolgere un messaggio alla nazione dalla reti della RAI in attuazione dell'articolo 22 della legge n. 103 del 1975.<br>Egli fa presente che, qualora tale eventualità si verificasse il Presidente del Consiglio sarebbe tenuto, contemporaneamente alla presentazione della richiesta alla RAI, a darne comunicazione a questa Commissione. <br>Sui lavori della commissione
    1:17 Durata: 2 min 3 sec
  • Davide Caparini (LNFP)

    1:19 Durata: 1 min 1 sec
  • Presidente

    Il presidente PETRUCCIOLI fa presente che già all'inizio della legislatura si era posto il problema sollevato dal senatore Falomi.<br>Sulla base sia dell'interpretazione testuale della norma, sia dei precedenti, si è ritenuto di dover affermare che la Commissione ha solo il diritto di essere informata tempestivamente dal Presidente del Consiglio ma non può esercitare una valutazione preventiva sulla sussistenza dei requisiti prevista dall'articolo 22 della legge n. 103 del 1975, il cui solo giudice è lo stesso Presidente del Consiglio che, evidentemente, se ne assume la responsabilità.<br>Il problema si pose, come si ricorderà, perché la Presidenza del Consiglio aveva omesso di effettuare la prescritta comunicazione a questa Commissione, che fu informata in ritardo e a cose fatte.<br>Egli esprime peraltro la convinzione che tale inosservanza della norma, attribuita dalla Presidenza ad un disguido, non si ripeterà qualora il Presidente del Consiglio decida di ricorrere nuovamente allo strumento previsto dal predetto articolo 22. <br>
    1:20 Durata: 3 min 6 sec
  • Antonio Falomi (Misto) - Presidente

    La seduta termina alle 15h40. <br>
    1:23 Durata: 1 min 36 sec