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Il futuro di An è nel Partito Popolare Europeo? La questione attraversa il dibattito precongressuale del partito di Fini, e se Casini guarda positivamente a questa prospettiva, il vicepremier mostra molte cautele.Roma, 7 febbraio 2001 - Alleanza nazionale ricorda Pinuccio Tatarella e si riunisce per discutere del proprio passato recente e del futuro immediato, a partire dal rapporto con il Partito popolare europeo.
Nel dibattito che ha visto - tra gli altri - l'autorevole partecipazione del presidente della Camera, Pierferdinando Casini e le conclusioni tracciate del Presidente, Gianfranco … Fini, tutti gli interventi hanno rievocato l'intuizione del compianto Tatarella "che tra i primi - ha ricordato Casini - indicò la strada di Fiuggi, essenziale per costruire una destra di governo, italiana ed europea, che si distingue nettamente dal fascismo e per per questo oggi è finalmente accolta e considerata senza timori e pregiudizi nelle sedi internazionali".Casini: Naturale la collaborazione tra centro e destra in Europa"Tatarella capì - ha aggiunto Casini - che la fine dell'isolamento politico della destra italiana ed il suo contributo alla nascita di un sistema fortemente bipolare avrebbe prodotto la necessità di guardare con uno spirito nuovo alle forme di collaborazione, nel contesto europeo, fra i partiti del centro moderato e quelli rappresentativi di una destra democratica e di governo".
E che per il futuro, l'ipotesi dell'ingresso di An nel Partito Popolare sia oggi divenuta "una realtà" è testimoniato dal fatto che Fini "è stato chiamato, con soddisfazione di tutti, a contribuire alla stesura della costituzione europea".Le cautele di FiniSe l'alleanza tra destra e centro non può essere messa in alcun modo in discussione, le conclusioni di Gianfranco Fini hanno però chiaramente espresso tutte le cautele che il presidente di An riserva all'argomento.
Anzitutto Fini ha fatto comprendere che la questione dell'ingresso di An non si può porre prima del 2004, dopo il rinnovo del parlamento europeo, e - soprattutto - quando il processo di allargamento e di riforma istituzionale dell'Europa sarà in piena attuazione offrendo ai cittadini ed alle forze politiche un'Unione completamente trasformata da quella attuale.Fiuggi non fu una scelta obbligataIn precedenza Fini aveva voluto però significativamente soffermarsi su quella che fu la prima grande svolta nella destra italiana, il congresso di Fiuggi ed il passaggio dall'Msi ad An.
"Fiuggi non era l'unica strada possibile" ha ricordato Fini, ma erano "altre tentazioni, altre ipotesi erano possibili" ha ricordato il vicepremier citando il successo della destra alle elezioni amministrative del 1993 a Roma e Napoli, quando Fiuggi era ancora al di là da venire e Fini si candidò contro Rutelli a sindaco di Roma da segretario del Movimento Sociale.
Quella intrapresa con la nascita di Alleanza Nazionale, era dunque, "la via più difficile" perchè metteva in discussione l'identità della destra, ma anche la "più lungimirante" perchè ha trasformato una forza di opposizione in una forza di governo.Per vincere il Ppe ha bisogno della destraA partire da questa premessa, anche a titolo di esempio per il futuro, Gianfranco Fini ha quindi affrontato lo specifico della questione del rapporto con le forze di centro, anzitutto partendo dalla rivendicazione dell'importanza dell'attuale collocazione di An nel gruppo dell'Uen (Europa delle Nazioni) al parlamento europeo, che non è un "gruppo di senzatetto, ma è formato da formazioni politiche che sono al governo in altri paesi dell'Europa" come in Danimarca o in Irlanda."Quando si batte l'onda rosa socialista - ha detto Fini- non vince solo chi sta nel Ppe, ma vince chi sta nel partito popolare ed è alleato con chi sta nella grande o piccola famiglia delle destre europee".Lavorare insieme per la nuova Europa, poi si vedràSoprattutto, però, come già detto, per Fini, la questione del rapporto con il Ppe non si porrà prima del 2004.
Fino al quel momento le forze della destra e quelle popolari devono lavorare insieme per riformare l'Europa.
In questa logica, rapporti sempre più stretti tra le due famiglie politiche "possono portare a forme sempre più stabili organiche di collaborazione", le quali possono portare ad un approdo di alleanza organica come quella realizzatasi in Italia "se c'è una contemporanea evoluzione del Ppe" ha sottolineato Fini senza però escludere "forme diverse di bipolarismo, con federazioni di famiglie politiche".
Insomma, per il leader di An, il bipolarismo europeo si può costruire con il Ppe, ma si costruisce soprattutto alleandosi con le famiglie della destra europea".
Nel dibattito che ha visto - tra gli altri - l'autorevole partecipazione del presidente della Camera, Pierferdinando Casini e le conclusioni tracciate del Presidente, Gianfranco … Fini, tutti gli interventi hanno rievocato l'intuizione del compianto Tatarella "che tra i primi - ha ricordato Casini - indicò la strada di Fiuggi, essenziale per costruire una destra di governo, italiana ed europea, che si distingue nettamente dal fascismo e per per questo oggi è finalmente accolta e considerata senza timori e pregiudizi nelle sedi internazionali".Casini: Naturale la collaborazione tra centro e destra in Europa"Tatarella capì - ha aggiunto Casini - che la fine dell'isolamento politico della destra italiana ed il suo contributo alla nascita di un sistema fortemente bipolare avrebbe prodotto la necessità di guardare con uno spirito nuovo alle forme di collaborazione, nel contesto europeo, fra i partiti del centro moderato e quelli rappresentativi di una destra democratica e di governo".
E che per il futuro, l'ipotesi dell'ingresso di An nel Partito Popolare sia oggi divenuta "una realtà" è testimoniato dal fatto che Fini "è stato chiamato, con soddisfazione di tutti, a contribuire alla stesura della costituzione europea".Le cautele di FiniSe l'alleanza tra destra e centro non può essere messa in alcun modo in discussione, le conclusioni di Gianfranco Fini hanno però chiaramente espresso tutte le cautele che il presidente di An riserva all'argomento.
Anzitutto Fini ha fatto comprendere che la questione dell'ingresso di An non si può porre prima del 2004, dopo il rinnovo del parlamento europeo, e - soprattutto - quando il processo di allargamento e di riforma istituzionale dell'Europa sarà in piena attuazione offrendo ai cittadini ed alle forze politiche un'Unione completamente trasformata da quella attuale.Fiuggi non fu una scelta obbligataIn precedenza Fini aveva voluto però significativamente soffermarsi su quella che fu la prima grande svolta nella destra italiana, il congresso di Fiuggi ed il passaggio dall'Msi ad An.
"Fiuggi non era l'unica strada possibile" ha ricordato Fini, ma erano "altre tentazioni, altre ipotesi erano possibili" ha ricordato il vicepremier citando il successo della destra alle elezioni amministrative del 1993 a Roma e Napoli, quando Fiuggi era ancora al di là da venire e Fini si candidò contro Rutelli a sindaco di Roma da segretario del Movimento Sociale.
Quella intrapresa con la nascita di Alleanza Nazionale, era dunque, "la via più difficile" perchè metteva in discussione l'identità della destra, ma anche la "più lungimirante" perchè ha trasformato una forza di opposizione in una forza di governo.Per vincere il Ppe ha bisogno della destraA partire da questa premessa, anche a titolo di esempio per il futuro, Gianfranco Fini ha quindi affrontato lo specifico della questione del rapporto con le forze di centro, anzitutto partendo dalla rivendicazione dell'importanza dell'attuale collocazione di An nel gruppo dell'Uen (Europa delle Nazioni) al parlamento europeo, che non è un "gruppo di senzatetto, ma è formato da formazioni politiche che sono al governo in altri paesi dell'Europa" come in Danimarca o in Irlanda."Quando si batte l'onda rosa socialista - ha detto Fini- non vince solo chi sta nel Ppe, ma vince chi sta nel partito popolare ed è alleato con chi sta nella grande o piccola famiglia delle destre europee".Lavorare insieme per la nuova Europa, poi si vedràSoprattutto, però, come già detto, per Fini, la questione del rapporto con il Ppe non si porrà prima del 2004.
Fino al quel momento le forze della destra e quelle popolari devono lavorare insieme per riformare l'Europa.
In questa logica, rapporti sempre più stretti tra le due famiglie politiche "possono portare a forme sempre più stabili organiche di collaborazione", le quali possono portare ad un approdo di alleanza organica come quella realizzatasi in Italia "se c'è una contemporanea evoluzione del Ppe" ha sottolineato Fini senza però escludere "forme diverse di bipolarismo, con federazioni di famiglie politiche".
Insomma, per il leader di An, il bipolarismo europeo si può costruire con il Ppe, ma si costruisce soprattutto alleandosi con le famiglie della destra europea".
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