18 FEB 2002

Cellule staminali: Dibattito sulla bioetica organizzato da Politeia

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 12 ore 18 min

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La ricerca sulle cellule staminali in Italia è bloccata da due cose: cattiva informazione e diritto applicato all'etica.

Demetrio Neri, con il suo saggio, cerca di fare chiarezza su questo argomento così difficile anche per gli addetti ai lavori.

Milano, 18 febbraio 2002 - Presso Palazzo Greppo, si è tenuto un dibattito organizzato da Politeia con titolo "Cellule staminali, clonazione e salute umana".

Tra i relatori è intervenuto Demetrio Neri, autore del libro "La bioetica in laboratorio".

Politeia, centro per la ricerca e la formazione in politica ed etica, da anni lavora per cercare di
creare una informazione più chiara e completa nel campo della bioetica.

Il problema di una cattiva informazione "Il problema risale prima di tutto nell'informazione eccessivamente trionfalistica o allarmista, comunque superficiale" esordisce Patrizia Borsellino, moderatrice del convegno "Il libro di Demetrio Neri - continua - aiuta il dibattito su questo argomento, perchè è uno dei migliori esempi di riflessione bioetica, basata su una approfondita conoscenza sui problemi sia etici che scientifici".

L'evento scatenante che ha portato Neri a scrivere questo libro è stata la conferenza stampa di presentazione del documento del Comitato di bioetica.

"Mi sono reso conto - dice l'autore -dalle domande dei giornalisti, che la cultura e l'informazione su questo argomento è sbagliata, o superficiale a causa di ciò che viene detto in televisione".

Infatti Neri spiega: "Il dibattito bioetico italiano è nato sotto una contrapposizione tra una bioetica laica e una cattolica, questa è una cosa sbagliata - continua - perchè porta a valutare le cose solo sotto l'aspetto dell'appartenenza e non guardo al merito delle cose che si dicono: credo che la conoscenza crei sempre una maggiore consapevolezza, anche nel rifiuto.

Bioetica e diritto Il dibattito si sposta poi sul rapporto tra bioetica e diritto.

A questo proposito interviene Enrico Bellone, professore all'università di Milano, criticando le dichiarazioni del ministro Sirchia sui compiti del Comitato nazionale di bioetica, secondo cui dovrebbe "agire, fare, dire".

Bellone sottolinea che questa disciplina deve invece "indicare i problemi, li deve preparare, dire quali sono le soluzioni possibili" perchè la bioetica "è un laboratorio, non un tribunale, quindi l'indicazione di Sirchia che presuporrebbe una bioetica giuridica è errata".

"Il diritto è una spada di Damocle - gli fa eco Neri - e sulla valenza giurica del concepito probabilmente si discuterà per sempre" , quindi se il diritto si introdurrà per decidere lo statuto ontologico dell'embrione "questo avrebbe delle conseguenze ridicole".

"Pratico la bioetica nel momento in cui l'etica ha finito il suo percorso - continua - e il suo diritto non ha ancora cominciato" ha chiarito Neri condannando ogni forma di commistione tra bioetica e diritto".

Conlcude l'autore: "La bioetica deve individuare strade che avendo alle spalle una larga condivisione saranno quello che susciteranno maggiore condivisione, per questo sono molto sorpreso sulla chiusura del dibattito su questo argomento".

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