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I radicali presenti al Social Forum per manifestare per una vera democrazia e contro la demagogia di Bovè e Casarini.
Firenze, 9 novembre 2002 - Daniele Capezzone, segretario di Radicali Italiani, intervistato per strada durante il corteo del Social Forum Europeo di Firenze per lo speciale di 'La7', ha voluto spiegare il perché della presenza dei radicali alla manifestazione, che in questi giorni sono impegnati in un contro-forum pro-global, per far conoscere ed esprimere la posizione radicale di vera libertà, diritto e democrazia.
"Io credo che si debba ridare voce all'altra Firenze, … all'altra Toscana, all'atra Italia, io credo che ci sia una maggioranza di cittadini che non vuole avere nulla a che fare con Agnoletto e Casarini, che si sente amica degli Stati uniti, amica dell'occidente, che sa che la globalizzazione non è una sciagura, ma è una grande opportunità innanzitutto per i paesi poveri" ha affermato Capezzone.
Bovè, l'eroe delle miserie Il Segretario di RI, ha poi espresso le sue opinioni sullo svolgimento della manifestazione: "Tra le cose che mi hanno sconcertato in questi giorni c'è stato il comizio di Bovè, con tutti coloro che gli stavano intorno, che sono coloro che difendono quella vergogna che è la politica agricola comune dell'Unione Europea: un sistema di sussidi che impedisce ai prodotti dei paesi in via di sviluppo di arrivare sui nostri mercati".
"E' una vergogna! - ha detto - Con una mano indicano le miserie del terzo mondo e con l'altra si tengono stetti quelle cause che determinano quelle miserie".
Non si parli di ordine pubblico ma di libertà e democrazia Dallo studio arriva poi un commento sullo svolgimento del corteo e, secondo il giornalista, della possibilità per coloro che non sono della stessa posizione, di poter comunque esprimersipacificamente, segnale di democrazia.
"Il problema vero non è discutere delle questioni di ordine pubblico - ha risposto Capezzone - io sono d'accordo sul fatto che è stato sbagliato parlare solo di questo, il problema è parlare di contenuti: come mai nessuno di loro si pone problemi di libertà e di democrazia?" si domanda il Segretario di RI.
"L'unico problema che c'è - ha proseguito - sembra essere quello di bruciare bandiere americane.
Perché non c'è una parola su quel campo di concentramento a cielo aperto che è la Cina? Perché non si dice una parola su Cuba, dove le minoranze politiche, sessuali, religiose, sono costrette alla galera, alla morte, all'esilio? Perché non si parla dei popoli che sono oppressi da quella cosa chiamata ancora oggi Comunismo? Con le esecuzioni di massa, oggi alzare la bandiera Comunista è l'equivalente di alzare la bandiera nazista di 50 anni fa" ha poi duramente affermato.
Dov'erano i no-global durante le battaglie transnazionali radicali? Capezzone ha poi proseguito rispondendo ad un intervento dalla piazza che confermava il fatto che in questi giorni al Social Forum si è discusso di denmocrazia e di libertà: "Vorrei sapere se qualcuno di quelli che ha organizzato questa manifestazione - ha detto - hanno speso un solo momenti della loro vita in questi anni per fare battaglia con noi: per abolire la pena di morte nel mondo, per istituire la Corte penale internazionale per i crimini contro l'umanità, per mandare delle donne nel governo dell'Afghanistan, oggi per costruire l'Organizzazione Mondiale della Democrazia, tutte queste battaglie di diritto e di libertà a costoro non importano".
"Io - ha concluso - so invece che importano a tanti ragazzi di destra e di sinistra, siamo qui ad offrire a loro un'alternativa americana, occidentale, di diritto e di libertà".
Firenze, 9 novembre 2002 - Daniele Capezzone, segretario di Radicali Italiani, intervistato per strada durante il corteo del Social Forum Europeo di Firenze per lo speciale di 'La7', ha voluto spiegare il perché della presenza dei radicali alla manifestazione, che in questi giorni sono impegnati in un contro-forum pro-global, per far conoscere ed esprimere la posizione radicale di vera libertà, diritto e democrazia.
"Io credo che si debba ridare voce all'altra Firenze, … all'altra Toscana, all'atra Italia, io credo che ci sia una maggioranza di cittadini che non vuole avere nulla a che fare con Agnoletto e Casarini, che si sente amica degli Stati uniti, amica dell'occidente, che sa che la globalizzazione non è una sciagura, ma è una grande opportunità innanzitutto per i paesi poveri" ha affermato Capezzone.
Bovè, l'eroe delle miserie Il Segretario di RI, ha poi espresso le sue opinioni sullo svolgimento della manifestazione: "Tra le cose che mi hanno sconcertato in questi giorni c'è stato il comizio di Bovè, con tutti coloro che gli stavano intorno, che sono coloro che difendono quella vergogna che è la politica agricola comune dell'Unione Europea: un sistema di sussidi che impedisce ai prodotti dei paesi in via di sviluppo di arrivare sui nostri mercati".
"E' una vergogna! - ha detto - Con una mano indicano le miserie del terzo mondo e con l'altra si tengono stetti quelle cause che determinano quelle miserie".
Non si parli di ordine pubblico ma di libertà e democrazia Dallo studio arriva poi un commento sullo svolgimento del corteo e, secondo il giornalista, della possibilità per coloro che non sono della stessa posizione, di poter comunque esprimersipacificamente, segnale di democrazia.
"Il problema vero non è discutere delle questioni di ordine pubblico - ha risposto Capezzone - io sono d'accordo sul fatto che è stato sbagliato parlare solo di questo, il problema è parlare di contenuti: come mai nessuno di loro si pone problemi di libertà e di democrazia?" si domanda il Segretario di RI.
"L'unico problema che c'è - ha proseguito - sembra essere quello di bruciare bandiere americane.
Perché non c'è una parola su quel campo di concentramento a cielo aperto che è la Cina? Perché non si dice una parola su Cuba, dove le minoranze politiche, sessuali, religiose, sono costrette alla galera, alla morte, all'esilio? Perché non si parla dei popoli che sono oppressi da quella cosa chiamata ancora oggi Comunismo? Con le esecuzioni di massa, oggi alzare la bandiera Comunista è l'equivalente di alzare la bandiera nazista di 50 anni fa" ha poi duramente affermato.
Dov'erano i no-global durante le battaglie transnazionali radicali? Capezzone ha poi proseguito rispondendo ad un intervento dalla piazza che confermava il fatto che in questi giorni al Social Forum si è discusso di denmocrazia e di libertà: "Vorrei sapere se qualcuno di quelli che ha organizzato questa manifestazione - ha detto - hanno speso un solo momenti della loro vita in questi anni per fare battaglia con noi: per abolire la pena di morte nel mondo, per istituire la Corte penale internazionale per i crimini contro l'umanità, per mandare delle donne nel governo dell'Afghanistan, oggi per costruire l'Organizzazione Mondiale della Democrazia, tutte queste battaglie di diritto e di libertà a costoro non importano".
"Io - ha concluso - so invece che importano a tanti ragazzi di destra e di sinistra, siamo qui ad offrire a loro un'alternativa americana, occidentale, di diritto e di libertà".
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