15 GEN 2002

EP: Intervista a Rutelli sull'elezione di Pat Cox e sul veto all'ingresso dei radicali nell'Eldr

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 7 min 30 sec

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Per il leader del centrosinistra non c'è nessun problema nel votare assieme a Berlusconi il nuovo presidente del Parlamento Europeo.

Impossibile invece accogliere la richiesta dei radicali di entrare nel gruppo Eldr.Strasburgo, 15 gennaio 2002 - Come preannunciato Francesco Rutelli ha dato la sua preferenza al candidato liberale Pat Cox nelle elezioni del nuovo presidente della Plenaria di Strasburgo ed a chi gli fa notare che questo voto lo ha visto unito con Berlusconi, An e il centrodestra replica opponendo la prassi istituzionale all'Europarlamento.

"Si tratta - affermato - del
tradizionale accordo che permette di esprimere le cariche politiche del Parlamento Europeo - ha specificato - così come si farebbero accordi nelle Commissioni per far funzionare le istituzioni".

"Qui naturalmente c'è stato un accordo all'inizio della legislatura: io ho votato Nicole Fontaine due anni e mezzo fa e con entusiasmo oggi ho votato Pat Cox".

Inoltre mette in luce che Cox lo aveva sostenuto nella sua campagna per le ultime elezioni politiche in Italia.Dunque, il leader del centrosinistra in Italia si dichiara molto felice dell'elezione di Cox, contro quella del socialista europeo Martin.Cox - afferma - "è l'uomo giusto" per i temi difficili che l'Europa dovrà affrontare.

"Il nuovo presidente sarà un personaggio molto aperto e di volto europeista, è sulla strada della modernizzazione, ha capacità di comunicazione e idee chiare".Il veto posto ai radicali? Non vogliono aggregarsiNell'incontro con i giornalisti, l'inviato a Strasburgo di Radio Radicale, David Carretta, pone a Rutelli la questione del veto posto da 'I Democratici', componente di cui lo stesso Rutelli fa parte, all'ingresso dei radicali nel gruppo Eldr.

"E'un argomento di cui non mi sono occupato personalmente - afferma Rutelli - anche avendo condiviso naturalmente la scelta che è stata fatta dai miei colleghi che se ne sono occupati".

"La mia linea è molto semplice: io in Italia ho una linea di ampliamento del Centrosinistra e nel Centrosinistra di un rafforzamneto di un'area centrale, riformatrice, innovativatrice.

E' uno sforzo molto difficile in un paese come il nostro nel quale la politica tende a moltiplicare i partiti anzichè ad aggregare, ma è un tentativo e uno sforzo e un impegno che io sto perseguendo personalmente da alcuni anni".Hanno una linea altalenante"La difficoltà che si è registrata in tutti questi anni con i radicali - prosegue Rutelli - è che non era molto chiara la loro linea".

Rutelli infatti spiega che nell'atteggiamento dei Radicali è prevalsa "la dimensione partitica al di fuori di una necessità di aggregazione che a mio avviso è la priorità delle priorità".Rutelli parla quindi di possibilità di dialogo "sulla base di accordi trasparenti", sulla base di "obiettivi politici che servano all'Italia"."Se i radicali - sottolinea - scelgono questa strada è chiaro che sarà un contributo molto utile per tutti, se i radicali mantengono una posizione così altalenante come hanno mantenuto in tutti questi anni, penso che di passi in avanti non se ne faranno molti"."Volevano stare da soli e da soli sono rimasti"Dunque, il veto all'ingresso nel gruppo liberale europeo è tutto derivante dalle questioni di politica interna? "E' stato posto tutto in termini molto italiani.

In termini europei è noto e non è assolutamente un segreto che all'inizio di questa legislatura, parlando con alcuni deputati radicali dissi loro 'ma perchè non venite nel gruppo liberdemocratico?' la risposta fu 'No, perchè noi ce ne andiamo da soli e da soli sono rimasti'.

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