Pavia, 27 marzo 2001 - Documento audiovideo della conferenza stampa di Emma Bonino e Benedetto della Vedova sulla campagna elettorale e la raccolta firme dei Radicali per le elezioni politiche.
Bonino e Della Vedova hanno presentato i candidati radicali nei collegi lombardi del Senato e della Camera, tra cui la stessa Bonino, Segio Stanzani, Danilo Quinto, Lorenzo Strik Lievers, e il responsabile informazione della Lista Bonino Daniele Capezzone.Emma Bonino ha quindi denunciato le irregolarità di una campagna elettorale che, a partire proprio dalla raccolta delle firme, ha "più di un … elemento di illegalità".
La legge sulla raccolta firme obbliga a raccogliere circa 450 mila firme in tutta Italia ed impone grandissimi sacrifici a partiti ed amministratori.
Si tratta - sostiene la Bonino - di un vero e proprio "accanimento burocratico", di una legge "fatta per essere violata", come infatti accade per la maggior parte delle formazioni politiche.Dure le denunce anche nei confronti dell'informazione italiana, che ha di fatto oscurato i temi proposti dai radicali, soprattutto libertà di ricerca scientifica e di iniziativa imprenditoriale.
Dopo le recenti dichiarazioni sulla revisione della 194 di Rutelli, per l'Ulivo, e Buttiglione, per il Polo, la Bonino ha affrontato la questione del diritto all'aborto in Italia, rilanciando la proposta di introdurre anche in Italia la pillola abortiva RU486: "È incomprensibile perché le donne che devono abortire lo debbano ancora fare con le code, l'anestesia e il raschiamento, quando in tutta Europa si usa la RU486 e si evitano interventi invasivi e cruenti.
Le donne italiane non sono europee, hanno il passaporto vaticano e sono precluse dall'usare gli ultimi ritrovati scientifici per motivi ideologici.
Seicento mila donne hanno potuto usare la RU486 in Europa, in Italia questo farmaco non è commercializzato perché nessuna ditta farmaceutica ne ha fatto richiesta dichiarando che era impossibile superare i veti del Vaticano".
"L'altra chiesa - ha proseguito Emma Bonino - è quella di un sindacato incapace di confrontarsi con un mondo produttivo ormai lontano dal vecchio paradigma fordista" rilanciando la necessità di riforme in materia economica: "Le leggi sul lavoro e la libertà d'impresa sono ancora quelle degli anni Settanta e vanno adeguate".
Bonino e Della Vedova hanno presentato i candidati radicali nei collegi lombardi del Senato e della Camera, tra cui la stessa Bonino, Segio Stanzani, Danilo Quinto, Lorenzo Strik Lievers, e il responsabile informazione della Lista Bonino Daniele Capezzone.Emma Bonino ha quindi denunciato le irregolarità di una campagna elettorale che, a partire proprio dalla raccolta delle firme, ha "più di un … elemento di illegalità".
La legge sulla raccolta firme obbliga a raccogliere circa 450 mila firme in tutta Italia ed impone grandissimi sacrifici a partiti ed amministratori.
Si tratta - sostiene la Bonino - di un vero e proprio "accanimento burocratico", di una legge "fatta per essere violata", come infatti accade per la maggior parte delle formazioni politiche.Dure le denunce anche nei confronti dell'informazione italiana, che ha di fatto oscurato i temi proposti dai radicali, soprattutto libertà di ricerca scientifica e di iniziativa imprenditoriale.
Dopo le recenti dichiarazioni sulla revisione della 194 di Rutelli, per l'Ulivo, e Buttiglione, per il Polo, la Bonino ha affrontato la questione del diritto all'aborto in Italia, rilanciando la proposta di introdurre anche in Italia la pillola abortiva RU486: "È incomprensibile perché le donne che devono abortire lo debbano ancora fare con le code, l'anestesia e il raschiamento, quando in tutta Europa si usa la RU486 e si evitano interventi invasivi e cruenti.
Le donne italiane non sono europee, hanno il passaporto vaticano e sono precluse dall'usare gli ultimi ritrovati scientifici per motivi ideologici.
Seicento mila donne hanno potuto usare la RU486 in Europa, in Italia questo farmaco non è commercializzato perché nessuna ditta farmaceutica ne ha fatto richiesta dichiarando che era impossibile superare i veti del Vaticano".
"L'altra chiesa - ha proseguito Emma Bonino - è quella di un sindacato incapace di confrontarsi con un mondo produttivo ormai lontano dal vecchio paradigma fordista" rilanciando la necessità di riforme in materia economica: "Le leggi sul lavoro e la libertà d'impresa sono ancora quelle degli anni Settanta e vanno adeguate".
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