Torino, 3 aprile 2001 - Documento audiovideo della conferenza stampa del presidente di Confindustria Antonio D'Amato sul tema "L'azione di Confindustria per il rilancio della competitività", al termine dell'incontro "I martedì sera" dell'Unione industriale, con imprenditori e componenti della società civile torinese. D'Amato torna, come ormai fa da alcuni mesi, a chiedere un rilancio della competitività del sistema Italia.
Ed è soprattutto il gap accumulato nei confronti degli altri paesi europei a preoccupare il leader di Confindustria.
"In questi anni - spiega - il paese ha fatto grandi … progressi, ma nel frattempo gli altri paesi europei hanno aumentato il proprio vantaggio competitivo".
Quanto agli ostacoli che impediscono una piena ripresa dell'economia italiana in campo internazionale, D'Amato ne indica parecchi: "politica fiscale penalizzante, rigidità del mondo del lavoro, deficit strutturale e del sistema educativo, lentezze burocratiche nella pubblica amministrativo e inadeguatezza della strutture del credito e dei mercati finanziari. Gli obiettivi da perseguire sono però sostanzialmente tre: crescita del tasso di occupazione, riduzione del divario tra nord e sud, e riduzione del tasso di economia sommersa.
"Chiunque vinca le elezioni - spiega Amato - deve impegnarsi su questi obiettivi precisi".
Sul tasso d'occupazione in particolare D'Amato fissa l'obiettivo del 65 per cento.
E a chi lo accusa di fare politica risponde: "dobbiamo uscire dalla logica dei veti contrapposti, che i soggetti economici e sociali continuano a porre, invece di fare proposte specifiche.
Noi ci siamo assunti la responsabilità di fare delle proposte, di dare il nostro contributo al paese. D'Amato non nasconde comunque una certa fiducia.
Quelli indicati, spiega, sono "obiettivi alla nostra portata".
Del resto, il nostro paese può contare su alcuni punti forti, tra cui soprattutto un'eccezionale tasso di imprenditorialità.
"L'Italia - osserva - ha il più alto numero di nuove imprese al mondo, ed è studiato in tutto il mondo per questa sua caratteristica". Il numero uno di Confindustria è stato preceduto dall'intervento del presidente dell'Unione industriale di Torino, Andrea Pininfarina, che ha messo sotto accusa la campagna elettorale per i toni esasperati, "inaspriti dalle polemiche personali.
Le grandi questioni - ha affermato - restano in ombra.
Una per tutte: la riforma del sistema delle pensioni, su cui grava un pesante silenzio". .
Ed è soprattutto il gap accumulato nei confronti degli altri paesi europei a preoccupare il leader di Confindustria.
"In questi anni - spiega - il paese ha fatto grandi … progressi, ma nel frattempo gli altri paesi europei hanno aumentato il proprio vantaggio competitivo".
Quanto agli ostacoli che impediscono una piena ripresa dell'economia italiana in campo internazionale, D'Amato ne indica parecchi: "politica fiscale penalizzante, rigidità del mondo del lavoro, deficit strutturale e del sistema educativo, lentezze burocratiche nella pubblica amministrativo e inadeguatezza della strutture del credito e dei mercati finanziari. Gli obiettivi da perseguire sono però sostanzialmente tre: crescita del tasso di occupazione, riduzione del divario tra nord e sud, e riduzione del tasso di economia sommersa.
"Chiunque vinca le elezioni - spiega Amato - deve impegnarsi su questi obiettivi precisi".
Sul tasso d'occupazione in particolare D'Amato fissa l'obiettivo del 65 per cento.
E a chi lo accusa di fare politica risponde: "dobbiamo uscire dalla logica dei veti contrapposti, che i soggetti economici e sociali continuano a porre, invece di fare proposte specifiche.
Noi ci siamo assunti la responsabilità di fare delle proposte, di dare il nostro contributo al paese. D'Amato non nasconde comunque una certa fiducia.
Quelli indicati, spiega, sono "obiettivi alla nostra portata".
Del resto, il nostro paese può contare su alcuni punti forti, tra cui soprattutto un'eccezionale tasso di imprenditorialità.
"L'Italia - osserva - ha il più alto numero di nuove imprese al mondo, ed è studiato in tutto il mondo per questa sua caratteristica". Il numero uno di Confindustria è stato preceduto dall'intervento del presidente dell'Unione industriale di Torino, Andrea Pininfarina, che ha messo sotto accusa la campagna elettorale per i toni esasperati, "inaspriti dalle polemiche personali.
Le grandi questioni - ha affermato - restano in ombra.
Una per tutte: la riforma del sistema delle pensioni, su cui grava un pesante silenzio". .
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