Roma, 21aprile 2001 - Documento audiovideo della manifestazione dell'Ulivo a sostegno della candidatura di Francesco Rutelli a premier.
Riuniti a Piazza del Popolo, oltre all'ex sindaco di Roma, i vertici del centrosinistra, dai rappresentanti della Margherita agli esponenti dei Comunisti italiani.
Intervengono sul palco il candidato vice-premier Piero Fassino, la leader dei Verdi Grazia Francescato, il presidente Ds Massimo D'Alema e il ministro del consiglio Giuliano Amato."Arroganza e fuga dal confronto".
Per Francesco Rutelli la destra è capace solo di questo.
Ma fuga e arroganza nascondono … altro.
In realtà, Berlusconi "ha paura".
E allora il candidato premier del centrosinistra invita all'ottimismo gli oltre trentamila sostenitori riuniti a Piazza del Popolo e li invita a mobilitarsi.
"Da oggi al 13 maggio, tocca a voi.
Convincete ogni giorno una persona a votarci e avremo vinto".
Quelli da convincere sono soprattutto gli indecisi, "quel quarto di elettori che farà la differenza", e anche "chi vuole votare contro la destra, ma per una lista che non è l'Ulivo".
Rutelli, quindi, teme i terzi poli.
E mette in guardia da un "effetto Nader" che, dice, "sarebbe disastroso". L'intervento dell'ex sindaco di Roma conclude una manifestazione che vede anche la dura reazione di Veltroni, D'Alema e Amato alla propaganda elettorale del centrodestra, e soprattutto alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi, che ieri aveva definito l'omicidio D'Antona "un regolamento di conti interno alla sinistra".
Veltroni invita il leader del Polo a "levarsi il cappello di fronte alla storia di fedeltà alla democrazia e alle istituzioni repubblicane della sinistra".
E ricorda le figure di Guido Rossa, Bachelet, Ruffilli, Pio La Torre, e dello stesso D'Antona.
Mentre D'Alema parla del significato politico delle prossime elezioni e dice che "è in gioco l'orgoglio di un paese che non vuole farsi comprare dall'uomo più ricco e più potente". Lo stesso Giuliano Amato si lamenta per i toni delle accuse che gli sono state rivolte in questi mesi al governo.
"Io, uomo di sinistra degli anni Cinquanta, ho imparato che la politica è una battaglia di idee.
Agli argomenti si risponde con gli argomenti, ai numeri si risponde con i numeri.
Ma quando Visco ed io abbiamo dato i numeri della contabilità pubblica, altri ha definito la nostra una contabilità da gangster.
Quando abbiamo dato i dati sul livello a cui è giunta la disoccupazione, ci hanno definito falsari.
Sul referendum lombardo, mi è stato detto che io, con i miei seppur modesti uno e settanta, sarei pure un nano nazista".
Si tratta, secondo il presidente del consiglio, di "un modo di rivolgersi esclusivamente alle emozioni delle persone, per suscitare ostilità verso gli altri". .
Riuniti a Piazza del Popolo, oltre all'ex sindaco di Roma, i vertici del centrosinistra, dai rappresentanti della Margherita agli esponenti dei Comunisti italiani.
Intervengono sul palco il candidato vice-premier Piero Fassino, la leader dei Verdi Grazia Francescato, il presidente Ds Massimo D'Alema e il ministro del consiglio Giuliano Amato."Arroganza e fuga dal confronto".
Per Francesco Rutelli la destra è capace solo di questo.
Ma fuga e arroganza nascondono … altro.
In realtà, Berlusconi "ha paura".
E allora il candidato premier del centrosinistra invita all'ottimismo gli oltre trentamila sostenitori riuniti a Piazza del Popolo e li invita a mobilitarsi.
"Da oggi al 13 maggio, tocca a voi.
Convincete ogni giorno una persona a votarci e avremo vinto".
Quelli da convincere sono soprattutto gli indecisi, "quel quarto di elettori che farà la differenza", e anche "chi vuole votare contro la destra, ma per una lista che non è l'Ulivo".
Rutelli, quindi, teme i terzi poli.
E mette in guardia da un "effetto Nader" che, dice, "sarebbe disastroso". L'intervento dell'ex sindaco di Roma conclude una manifestazione che vede anche la dura reazione di Veltroni, D'Alema e Amato alla propaganda elettorale del centrodestra, e soprattutto alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi, che ieri aveva definito l'omicidio D'Antona "un regolamento di conti interno alla sinistra".
Veltroni invita il leader del Polo a "levarsi il cappello di fronte alla storia di fedeltà alla democrazia e alle istituzioni repubblicane della sinistra".
E ricorda le figure di Guido Rossa, Bachelet, Ruffilli, Pio La Torre, e dello stesso D'Antona.
Mentre D'Alema parla del significato politico delle prossime elezioni e dice che "è in gioco l'orgoglio di un paese che non vuole farsi comprare dall'uomo più ricco e più potente". Lo stesso Giuliano Amato si lamenta per i toni delle accuse che gli sono state rivolte in questi mesi al governo.
"Io, uomo di sinistra degli anni Cinquanta, ho imparato che la politica è una battaglia di idee.
Agli argomenti si risponde con gli argomenti, ai numeri si risponde con i numeri.
Ma quando Visco ed io abbiamo dato i numeri della contabilità pubblica, altri ha definito la nostra una contabilità da gangster.
Quando abbiamo dato i dati sul livello a cui è giunta la disoccupazione, ci hanno definito falsari.
Sul referendum lombardo, mi è stato detto che io, con i miei seppur modesti uno e settanta, sarei pure un nano nazista".
Si tratta, secondo il presidente del consiglio, di "un modo di rivolgersi esclusivamente alle emozioni delle persone, per suscitare ostilità verso gli altri". .
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