25 APR 2001

Bossi a Lavis: «Non si governa senza il nord»

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 58 min 20 sec
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Lavis (Trento) 25 Aprile 2001 - "Questo non è un paese nel quale si possa governare contro il nord.

Chi ha in mano il nord trascina il resto del paese".

Lo ha detto il segretario della Lega Nord nel corso di un incontro a Trento in occasione delle celebrazioni per la Festa della Liberazione.

Bossi parte da questa considerazione per valutare l'importanza e la forza politica dell'accordo raggiunto con il Polo.

Che tiene a distinguere da quello che nel 1994 diede vita al governo Berlusconi.

"Allora - spiega - non avevamo un programma.

Dovevamo salvare la democrazia nel paese, perché la sinistra,
grazie al maggioritario, voleva occupare con Martinazzoli maggioranza e opposizione.

Adesso il programma c'è".Il leader della Lega parla quindi dei punti programmatici che lo uniscono al Polo e lo dividono nettamente dall'Ulivo.

Il taglio delle tasse, gli aiuti alla scuola privata e naturalmente la devolution, sulla quale soprattutto si basa l'accordo con Berlusconi.

Ma anche la politica sull'immigrazione, la concezione "tradizionale" della famiglia e il proibizionismo in materia di sostanze stupefacenti.

Su questi temi si dilunga davanti alla platea trentina.La parola d'ordine sull'immigrazione è semplice: "niente clandestini".

Secondo Bossi, gli immigrati devono entrare "dalla porta principale".

E per garantirlo propone un rigido controllo dei flussi, sin dal paese di provenienza degli immigrati.

"Vogliamo - spiega - che venga a casa nostra il numero di immigrati che vogliamo noi".

Poi l'attacco all'Ulivo: "la sinistra vuole i clandestini, ma solo per i voti".Sulle politiche per la famiglia e sulla lotta alla droga, Bossi accomuna Radicali e Ulivo.

Cioè Marco Pannella e quello che definisce il suo "emulo" e "discendente" Francesco Rutelli.

Rivendicando la battaglia leghista al Parlamento europeo contro gli affidamenti alle coppie gay, torna ad assicurare la sua fedeltà alla "famiglia tradizionale".

E aggiunge: "con buona pace di Pannella e dei suoi discendenti, come Rutelli".Sulla questione della tossicodipendenza, se la prende con i ministri Veronesi e Turco, per aver pubblicamente riconosciuto il fallimento di qualsiasi politica proibizionista.

E si chiede: "se perfino dei ministri sostengono la diffusione libera della droga, come faccio a spiegare a mio figlio che non deve prendere il crack o l'extasy?" Dice quindi di non essere d'accordo con Pannella e i suoi "emuli", che accusa di non volere altro che la "droga libera".

E promette "lotta dura" contro gli spacciatori.Dopo essersela presa con i "malavitosi" dell'Ulivo - "non ho mai visto tante come da quando c'è la sinistra al governo" - Bossi non risparmia neppure Bettino Craxi, accusato di essere nientedimeno che "l'uomo che lanciò la pornografia nel nostro paese".

Un'accusa che si basa sui presunti rapporti di Craxi con la casa editrice Tattilo.

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