Roma, 18 aprile 2001 - Documento audiovisivo dell'Intervista-filodiretto con Francesco Cossiga.
Alle domande del direttore di Radio Radicale Massimo Bordin, l'ex presidente della Repubblica ricostruisce alcuni dei passaggi più oscuri della recente storia italiana.
Chi, secondo Cossiga, "come me ha fatto la scelta di non trattare, doveva sapere che era altamente probabile, anzi quasi certo, che da questa scelta fosse derivata la morte di Moro", in questo senso - conclude - "io ho ammazzato Moro", anche se "non ne sento la responsabilità morale".
Circa le lettere di Moro dal carcere brigatista, … Cossiga sostiene di aver cambiato idea, "sostenevo che le sue lettere non erano autentiche da un punto di vista morale, dopo molto tempo leggendole e rileggendole, ritengo che siano l'espressione del suo pensiero".
Sugli esiti tragici del sequestro, il senatore a vita ritiene che "una delle cose che le Br non avevano capito è che avevano vinto, hanno ucciso Moro il giorno che avevano vinto".
Infatti il consiglio della DC, proprio la mattina in cui fu fatto rinvenire il cadavere, avrebbe dato l'assenso all'apertura della trattativa.
Del resto "il loro obiettivo di far saltare l'alleanza DC-PCI, perché questo era il loro reale obiettivo", - puntualizza Cossiga - sarebbe stato conseguito con maggior vigore "con la liberazione di Moro".
Circa le rivelazioni che portarono alla scoperta del covo Br di Via Gradoli a Roma, Cossiga concorda con quanto già sostenuto da Andreotti, e cioè che "qualcuno dell'Autonomia di Bologna sapesse di via Gradoli, e che lo abbia sussurrato a qualcuno dei partecipanti alla seduta spiritica" di cui parlò Prodi.
Cossiga sottolinea tra l'altro che questi "non è mai stato chiamato di fronte alla Commissione Stragi".Nel descrivere le circostanze dell'uccisione di Giorgiana Masi, Cossiga rivela che "la decisione di impedire le manifestazioni, di cui mi assunsi la responsabilità, fu assunta in sede di comitati interministeriali della sicurezza".
Francesco Cossiga coglie l'occasione per rivelare alcuni retroscena riguardanti Silvio Berlusconi, il quale "fu invitato a candidarsi come indipendente nelle liste del PPI da Martinazzoli", mentre circa il suo futuro politico dichiara di non aspirare ad alcuna carica.
In merito al sostegno al governo D'Alema, Cossiga conferma che ciò conseguì alla convinzione che il governo guidato da Romano Prodi non avrebbe potuto fronteggiare la difficile situazione relativa alla crisi balcanica.
Secondo Cossiga, inoltre, quel governo non aveva nemmeno i requisiti necessari per l'ingresso in Europa, ciò avvenne infatti "per volere della Germania" che riteneva impossibile l'unione monetaria senza l'Italia.
Alle domande del direttore di Radio Radicale Massimo Bordin, l'ex presidente della Repubblica ricostruisce alcuni dei passaggi più oscuri della recente storia italiana.
Chi, secondo Cossiga, "come me ha fatto la scelta di non trattare, doveva sapere che era altamente probabile, anzi quasi certo, che da questa scelta fosse derivata la morte di Moro", in questo senso - conclude - "io ho ammazzato Moro", anche se "non ne sento la responsabilità morale".
Circa le lettere di Moro dal carcere brigatista, … Cossiga sostiene di aver cambiato idea, "sostenevo che le sue lettere non erano autentiche da un punto di vista morale, dopo molto tempo leggendole e rileggendole, ritengo che siano l'espressione del suo pensiero".
Sugli esiti tragici del sequestro, il senatore a vita ritiene che "una delle cose che le Br non avevano capito è che avevano vinto, hanno ucciso Moro il giorno che avevano vinto".
Infatti il consiglio della DC, proprio la mattina in cui fu fatto rinvenire il cadavere, avrebbe dato l'assenso all'apertura della trattativa.
Del resto "il loro obiettivo di far saltare l'alleanza DC-PCI, perché questo era il loro reale obiettivo", - puntualizza Cossiga - sarebbe stato conseguito con maggior vigore "con la liberazione di Moro".
Circa le rivelazioni che portarono alla scoperta del covo Br di Via Gradoli a Roma, Cossiga concorda con quanto già sostenuto da Andreotti, e cioè che "qualcuno dell'Autonomia di Bologna sapesse di via Gradoli, e che lo abbia sussurrato a qualcuno dei partecipanti alla seduta spiritica" di cui parlò Prodi.
Cossiga sottolinea tra l'altro che questi "non è mai stato chiamato di fronte alla Commissione Stragi".Nel descrivere le circostanze dell'uccisione di Giorgiana Masi, Cossiga rivela che "la decisione di impedire le manifestazioni, di cui mi assunsi la responsabilità, fu assunta in sede di comitati interministeriali della sicurezza".
Francesco Cossiga coglie l'occasione per rivelare alcuni retroscena riguardanti Silvio Berlusconi, il quale "fu invitato a candidarsi come indipendente nelle liste del PPI da Martinazzoli", mentre circa il suo futuro politico dichiara di non aspirare ad alcuna carica.
In merito al sostegno al governo D'Alema, Cossiga conferma che ciò conseguì alla convinzione che il governo guidato da Romano Prodi non avrebbe potuto fronteggiare la difficile situazione relativa alla crisi balcanica.
Secondo Cossiga, inoltre, quel governo non aveva nemmeno i requisiti necessari per l'ingresso in Europa, ciò avvenne infatti "per volere della Germania" che riteneva impossibile l'unione monetaria senza l'Italia.
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