Bruxelles, 21 maggio 2001 h14.50 - In occasione del secondo Forum europeo sulla coesione, il presidente della commissione Ue Romano Prodi ha tenuto il discorso di apertura dei lavori.
"L'Ue si prepara ad una straordinaria espansione - ha detto Prodi - e la politica della coesione è qualcosa d'indispensabile", ai fini dell'allargamento degli stati membri.
Essa consentirà "di promuovere un'effettiva convergenza economica tra gli attuali stati e tra le loro regioni, riducendo le differenze interne di ricchezza e aumentando le opportunità".
La coesione "si basa sul principio di solidarietà tra i … popoli, gli stati e le regioni d'Europa, questo principio - ha aggiunto - sarà ancora più importante dopo l'allargamento".
Prodi ha ricordato che bisognerà "rispettare gli obiettivi che ci siamo dati" senza dimenticare il principio guida fondamentale che soggiace all'allargamento, e cioè quello di perseguire una "Unificazione pacifica e democratica del nostro continente basata sulla solidarietà e sullo stato di diritto".
L'allargamento rimane una "priorità assoluta e non rinunciabile della Commissione", e in questo senso "le politiche comuni andranno riviste e adattate, e, - ha ribadito il Presidente della Commissione - dovranno essere comprese molto più chiaramente dall'opinione pubblica".
Prodi ha anche ricordato che "Il 31 gennaio la Commissione ha votato la sua seconda relazione sulla coesione economica e sociale", questo documento evidenzia "le disparità economiche e sociali che potrebbero crearsi tra le varie regioni dell'Unione allargata".
Alla luce di questi dati è necessario "progettare le politiche di coesione dal 2006" che riguarderanno questioni fondamentali come "le conseguenze dell'allargamento", "il coordinamento di tutte le politiche comunitarie, e la governance a livello Ue".
Per Prodi la "Ue allargata sarà meno omogenea e una percentuale maggiore di cittadini dovrà vivere nelle regioni meno prospere", e quindi i "fondi strutturali dovranno continuare a svolgere il loro ruolo" di espansione dell'economia locale, e la "politica di ricerca e sviluppo tecnologico dovrà dare un maggiore contributo".
A ciò bisognerà affiancare un "impulso alle reti transeuropee per promuovere le nuove tecnologie".
La Parola d'ordine "deve essere la solidarietà", l'Unione allargata, ha concluso Prodi, "non deve essere mercato intergovernativo, ma una comunità di valori condivisi", che presuppone una "visione comune di dove vogliamo arrivare assieme".
"L'Ue si prepara ad una straordinaria espansione - ha detto Prodi - e la politica della coesione è qualcosa d'indispensabile", ai fini dell'allargamento degli stati membri.
Essa consentirà "di promuovere un'effettiva convergenza economica tra gli attuali stati e tra le loro regioni, riducendo le differenze interne di ricchezza e aumentando le opportunità".
La coesione "si basa sul principio di solidarietà tra i … popoli, gli stati e le regioni d'Europa, questo principio - ha aggiunto - sarà ancora più importante dopo l'allargamento".
Prodi ha ricordato che bisognerà "rispettare gli obiettivi che ci siamo dati" senza dimenticare il principio guida fondamentale che soggiace all'allargamento, e cioè quello di perseguire una "Unificazione pacifica e democratica del nostro continente basata sulla solidarietà e sullo stato di diritto".
L'allargamento rimane una "priorità assoluta e non rinunciabile della Commissione", e in questo senso "le politiche comuni andranno riviste e adattate, e, - ha ribadito il Presidente della Commissione - dovranno essere comprese molto più chiaramente dall'opinione pubblica".
Prodi ha anche ricordato che "Il 31 gennaio la Commissione ha votato la sua seconda relazione sulla coesione economica e sociale", questo documento evidenzia "le disparità economiche e sociali che potrebbero crearsi tra le varie regioni dell'Unione allargata".
Alla luce di questi dati è necessario "progettare le politiche di coesione dal 2006" che riguarderanno questioni fondamentali come "le conseguenze dell'allargamento", "il coordinamento di tutte le politiche comunitarie, e la governance a livello Ue".
Per Prodi la "Ue allargata sarà meno omogenea e una percentuale maggiore di cittadini dovrà vivere nelle regioni meno prospere", e quindi i "fondi strutturali dovranno continuare a svolgere il loro ruolo" di espansione dell'economia locale, e la "politica di ricerca e sviluppo tecnologico dovrà dare un maggiore contributo".
A ciò bisognerà affiancare un "impulso alle reti transeuropee per promuovere le nuove tecnologie".
La Parola d'ordine "deve essere la solidarietà", l'Unione allargata, ha concluso Prodi, "non deve essere mercato intergovernativo, ma una comunità di valori condivisi", che presuppone una "visione comune di dove vogliamo arrivare assieme".
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