28 MAG 2001

Buttiglione all'Assemblea Nazionale del CDU: «C'è bisogno di un partito di democrazia cristiana»

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Roma, 28 maggio 2001 - Rocco Buttiglione è intervenuto all'Assemblea Nazionale del CDU, e ha commentato i risultati elettorali.

Buttiglione ha rivendicato il "Primato del progetto di una presenza dei Democratici Cristiani dentro la società, senza una pretesa integralista", valorizzando "la storia della Democrazia Cristiana".

Per Buttiglione in Italia c'è bisogno di "fare un partito di Democrazia Cristiana" attraverso un "processo di ricostruzione del nostro partito", che deve essere sostenuto da un "rapporto critico con la tradizione democraticocristiana".

Si tratta perciò di una "battaglia
culturale per difendere la positività di quella esperienza storica", che si può basare anche sul recupero di alcuni "elementi di quella classe dirigente", ma, ha avvertito Buttiglione, "c'è lo spazio per un solo partito democratico cristiano".

Le alleanze con le altre forze di centro o sono mancati, come nel caso di Democrazia Europea, con cui "non siamo riusciti a fare un accordo per responsabilità di D'Antoni e Andreotti", o sono stati difficoltosi come nel caso del CCD.

"Le difficoltà nel rapporto con Casini - ha continuato Buttiglione - sono legate al fatto che il CCD non nasce dalla scissione del PPI ma da una scissione di FI", e quindi conserva una "logica del collegio uninominale e del bipolarismo, troppo vicino a FI".

Il progetto del CDU invece prevede "un centro autonomo, ma capace di coalizzarsi, di fronte a un CCD troppo coalizzato".

Forza Italia "oggi è nel PPE, e ha il senso delle istituzioni", Buttiglione ricorda che nel programma della Cdl si trovano "elementi di forte socialità, come la tutela della famiglia, la difesa della vita, il tema della scuola, la solidarietà e il mezzogiorno, il sostegno alle pensioni più povere", temi questi che "non erano presenti nel vecchio Polo", quindi si evidenzia una "posizione più spostata verso il centro", e questo anche grazie all'operato del CDU.

Relativamente ai deludenti risultati nel proporzionale, Buttiglione ha identificato un "Effetto di polarizzazione", che ha portato ad un "referendum per o contro Berlusconi".

In questa situazione è "molto difficile per formazioni minori difendere la propria area elettorale, dovendo difendere Berlusconi".

Inoltre la "presenza del nome sulla lista elettorale, la presenza di un numero eccessivo di consultazioni" possono essere altri elementi che spiegano il parziale insuccesso del Biancofiore, che si aggiunge alla "alleanza con il CCD che ha funzionato fino a un certo punto, con un CCD più prono alla bipolarizzazione".

Buttiglione ha quindi discusso delle voci circolate in questi giorni che danno "Il progetto politico del CDU per fallito" ed ha precisato che questa "non è la mia tesi".

Anzi, "Chi sostiene questa tesi farebbe bene a dimettersi da incarichi di partito".

Il progetto politico "rimane vitale, […] un elettorato democristiano esiste", mentre "la bipolarizzazione va ricondotta alle caratteristiche di questa competizione elettorale" , e "non è una dislocazione definitiva dell'elettorato italiano, i democristiani esistono", ha concluso Buttiglione.

Relativamente al caso Ruggiero Buttiglione ha "espresso alcune riserve che mantengo".

Si è data l'impressione che con questa candidatura "non ci fosse nel personale politico qualcuno in grado" di svolgere il ruolo di ministro degli esteri, e che "la presenza di Kissinger" ha rappresentato una modalità che "ha dato fastidio a me l'impressione di una tutela, che nemmeno è stata offerta in realtà".

Casini poi "è stato prima esposto e poi trattato in un modo non bello".

Anche nella questione della Presidenza della Camera, "nessuna ostilità a Moroni", ha chiarito il leader del CDU, "ma abbiamo bisogno di un presidente "che esprima l'unità della coalizione e accompagni il programma della Cdl", mentre "Maroni è troppo integrato ad un elemento", ossia la Devolution, che "è una parte del nostro programma, non il programma".

È necessario nominare un "Presidente che esprima la totalità del programma".

L'allargamento dell'Ue ad est deve essere correlata "alla questione decisiva per il futuro del mezzogiorno".

Per Buttiglione "il fatto che paesi ancora più poveri entrino nell'unione con una giusta domanda per il loro sviluppo, non significa che il mezzogiorno d'Italia sia diventato ricco".

Quindi "senza negare l'ingresso di questi paesi dobbiamo identificare politiche che non siano un condanna a morte del mezzogiorno", dato che "il governo Amato ha eluso questa questione", e solo "noi abbiamo cominciato a porla".

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