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I produttori indipendenti televisivi denunciano la non applicazione delle quote di fiction nei palinsesti, e il ministro Gasparri assicura che i futuri vertici della Rai sapranno essere più ricettivi ai richiami degli operatori del settore.
Roma, 11 dicembre 2001 - Del futuro della produzione televisiva indipendente si è parlato oggi in un convegno organizzato dall'Unione Industriali di Roma, a cui hanno preso parte, tra gli altri, Maurizio Gasparri, ministro delle Comunicazioni, Giancarlo Elia Valori, presidente Unione Industriali di Roma, oltre ai rappresentanti dall'associazione dei … registi televisivi (Arp) a quella degli scrittori di cinema e tv (Sact), dall'associazione dei documentaristi (Doc/it) e quella dei produttori di animazione (Cartoon Italia).Parlando della Rai Maurizio Gasparri non usa mezzi termini.
"Bisogna verificare lo stato di applicazione delle leggi" - spiega - che probabilmente non sono state rispettate''.
La Rai "ha spazio per tagliare le spese inutili" e quindi "non deve chiedere il conto ai produttori".Il futuro della RaiAl prossimo vertice dell'azienda, che il ministro si augura "più ricettivo" di quello in carica, sarà chiesto di rispettare le quote sulla produzione della fiction in applicazione della legge 122 del 1998.I problemi di ordine economico nascono anche dal fatto che "la Rai non è capace di raccogliere la pubblicità.
Si adattino al mercato, si riorganizzino, riempiano lo spazio che hanno, e se non ci riescono, chi ha il potere li sostituisca".Il Nuovo contratto di servizio "sarà scritto in maniera adeguata".
E consentirà anche una diversa distribuzione delle risorse.
Oggi però "occorre rispettare quello che è in vigore".Meritare il canoneGasparri aggiunge di ''aver firmato con molta riluttanza l'aumento del canone", che "va meritato in quanto bisogna dimostrare ai cittadini, che lo interpretano come una tassa, che valga la pena di pagarlo".
La Rai, "come servizio pubblico, ha dei doveri e degli oneri", e il denaro non può essere sprecato pagando "Il fidanzato epistolare di Erika".L'allarme degli operatoriA lanciare l'allarme sulle quote delle legge 122 è il presidente dell'Apt, Roberto Levi.
Già nel 2001 queste quote non sono state rispettate.
"Gli investimenti destinati alla produzione indipendente, secondo le dichiarazioni di Rai e Mediaset, hanno sfiorato nel 2001 i 700 miliardi complessivi".Le quote previste "dalla legge 122 avrebbero dovuto portare questo ammontare a circa 900 miliardi".
Comunque "Rai e Mediaset affermano di aver rispettato le quote di legge in base ad un'autocertificazione i cui dati non sono resi pubblici".
Manca un "controllo da parte dell'Authority delle Tlc così come la legge non prevede sanzioni".
Roma, 11 dicembre 2001 - Del futuro della produzione televisiva indipendente si è parlato oggi in un convegno organizzato dall'Unione Industriali di Roma, a cui hanno preso parte, tra gli altri, Maurizio Gasparri, ministro delle Comunicazioni, Giancarlo Elia Valori, presidente Unione Industriali di Roma, oltre ai rappresentanti dall'associazione dei … registi televisivi (Arp) a quella degli scrittori di cinema e tv (Sact), dall'associazione dei documentaristi (Doc/it) e quella dei produttori di animazione (Cartoon Italia).Parlando della Rai Maurizio Gasparri non usa mezzi termini.
"Bisogna verificare lo stato di applicazione delle leggi" - spiega - che probabilmente non sono state rispettate''.
La Rai "ha spazio per tagliare le spese inutili" e quindi "non deve chiedere il conto ai produttori".Il futuro della RaiAl prossimo vertice dell'azienda, che il ministro si augura "più ricettivo" di quello in carica, sarà chiesto di rispettare le quote sulla produzione della fiction in applicazione della legge 122 del 1998.I problemi di ordine economico nascono anche dal fatto che "la Rai non è capace di raccogliere la pubblicità.
Si adattino al mercato, si riorganizzino, riempiano lo spazio che hanno, e se non ci riescono, chi ha il potere li sostituisca".Il Nuovo contratto di servizio "sarà scritto in maniera adeguata".
E consentirà anche una diversa distribuzione delle risorse.
Oggi però "occorre rispettare quello che è in vigore".Meritare il canoneGasparri aggiunge di ''aver firmato con molta riluttanza l'aumento del canone", che "va meritato in quanto bisogna dimostrare ai cittadini, che lo interpretano come una tassa, che valga la pena di pagarlo".
La Rai, "come servizio pubblico, ha dei doveri e degli oneri", e il denaro non può essere sprecato pagando "Il fidanzato epistolare di Erika".L'allarme degli operatoriA lanciare l'allarme sulle quote delle legge 122 è il presidente dell'Apt, Roberto Levi.
Già nel 2001 queste quote non sono state rispettate.
"Gli investimenti destinati alla produzione indipendente, secondo le dichiarazioni di Rai e Mediaset, hanno sfiorato nel 2001 i 700 miliardi complessivi".Le quote previste "dalla legge 122 avrebbero dovuto portare questo ammontare a circa 900 miliardi".
Comunque "Rai e Mediaset affermano di aver rispettato le quote di legge in base ad un'autocertificazione i cui dati non sono resi pubblici".
Manca un "controllo da parte dell'Authority delle Tlc così come la legge non prevede sanzioni".
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