15 APR 2002

Ulivo: I Democratici di Sinistra per Maritati Sindaco (con D'Alema)

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Massimo D'Alema apre la campagna elettorale per il comune a Lecce e coglie l'occasione per discutere del governo Berlusconi, dell'Art.18 e della crisi in Medio OrienteLecce, 13 aprile 2002 - Incontro elettorale organizzato dal partito dei Democratici di Sinistra per sostenere la candidatura a sindaco della città pugliese di Alberto Maritati.

Interviene il presidente Massimo D'Alema."Berlusconi una cosa buona l'ha fatta, ha restituito alla sinistra la voglia di lottare e di scendere in piazza.

Anche a quelli che se ne erano allontanati".

Massimo D'Alema così esordisce nel suo intervento davanti
agli elettori pugliesi, commentando con favore la folta partecipazione di pubblico all'evento in sostegno della candidatura di Maritati.Le cose di sinistraIl governo di centrodestra si è affrettato a ripristinare i ticket sui farmaci.

Quindi chi aveva accusato i membri dei governi di centrosinistra "di non aver fatto niente di sinistra si sbagliava, perché l'aver eliminato i ticket era di sinistra dato che ora che la destra li rimette in vigore".Il governo Berlusconi per altro, secondo D'Alema, a livello locale sta esprimendo "un metodo di governo che è pura gestione del potere.

Un sistema di potere e di legami discriminatorio e clientelare che si rivela altamente inefficiente".Lo sciopero generaleNel clima attuale "ci sarebbe bisogno di un governo autorevole, ma questo governo ha diviso il paese e lo ha reso più debole.

L'azione di governo in pochi mesi ha prodotto conflitti in tutti i campi".

Così il paese si ritrova alla "vigilia di uno sciopero generale, e quando c'è sciopero vuol dire che i lavoratori vi sono costretti, e lo sciopero non è motivo di gioia".

Lo sciopero è uno degli aspetti dell' "aspro ed insensato conflitto sociale in corso".D'Alema ricorda invece come l'Italia dell'Ulivo "abbia ottenuto risultati importanti senza un'ora di sciopero", ed anzi abbia prodotto "lo scudo dell'Euro che rappresenta una rete di protezione su cui può saltare anche Silvio Berlusconi".L'Art.18Quanto all'Art.18, D'Alema sfida l'esecutivo a "trovare un imprenditore che dica ci sarà un balzo in avanti nell'economia, mentre si tratta di una cosa da nulla e lo dice Berlusconi stesso".La "riforma dell'Art.18 non produrrà licenziamenti" ma "non è quello il vero impedimento alla mobilità".

D'Alema ritiene che con tale riforma si tornerà "ai licenziamenti per convinzioni politiche e attività sindacali" all'interno delle aziende.La crisi in Medio OrienteIl presidente del Ds passa poi a discutere della grave crisi in Medio Oriente rimproverando "la debolezza governo italiano", affermando di sentirsi "vicino agli ebrei, ricordando la tragedia di quel popolo", ed egualmente "anche vicino ai palestinesi e vicino a quella terra" alla quale si ispira "il nostro sentimento religioso"."I Ds, la Margherita e i sindacati hanno deciso di non partecipare a quella manifestazione in cui alcuni giovani inneggiavano ai kamikaze", perché è necessario prendere le distanze da un "fanatismo che ha insanguinato quei luoghi".

Allo stesso modo è meglio non partecipare "alla manifestazione per Israele proprio nel giorno in cui la Corte Suprema israeliana impone all'esercito di non nascondere i cadaveri di Jenin".

Occorre invece "scendere in piazza per la pace insieme ed anche quando si combattono, noi dobbiamo unirli".

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