23 APR 2002

Tlc: Presentazione del codice dell'informazione 2002 (con Gasparri, Casavola, Verde ed altri)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 54 min

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Gasparri alla presentazione del Codice dell’Informazione ribadisce la nacessità di rivedere le leggi Mammì e Maccanico e chiede all’Ordine dei Giornalisti di rinnovare le modalità di accesso alla professioneNapoli, 24 aprile 2002 - Presentata a Villa Pignatelli la decima edizione del Codice dell'Informazione.

Con il patrocinio della Presidenza del Consiglio, la presentazione ha avuto luogo nell’ambito di un convegno sul tema “Comunicazione e Telecomunicazioni”.Sono intervenuti tra gli altri il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, Paolo Mieli, editorialista del Corriere
della Sera, Giovanni Verde, vicepresidente del Csm, Lorenzo Del Boca, presidente FNSI, Francesco Paolo Casavola, presidente emerito della Corte Costituzionale.Con la prima edizione del 1993, in occasione del trentennale della nascita della legge istitutiva dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, il Codice dell’Informazione si prefigge il duplice obiettivo di legare la società civile a quella dell’informazione, e di offrire un compendio indispensabile di consultazione e di documentazione per entrambe.Le leggi da rivedere“C’è bisogno di porre mano alla revisione delle leggi Mammì e Maccanico”.

È questa l’opinione del ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri, che parlando dell’informazione ribadisce la necessità di rammodernare l’impianto legislativo di fronte alle forti innovazioni tecnologiche che hanno interessato il settore negli ultimi anni..Necessariamente l’esecutivo dovrà “prima affrontare la legge sul conflitto d’interessi per evitare pericolosi intrecci di tematiche”.Privatizzare la RaiImpossibile quindi una “privatizzazione della Rai senza una preventiva revisione delle leggi” in materia.

“Il servizio pubblico rimane tuttavia essenziale – prosegue Gasparri - ma non ha necessità di tre canali televisivi e otto canali radiofonici.

E ulteriori canali satellitari”.

Una parziale privatizzazione è perciò “un fatto necessario”.Rivedere le leggi inoltre per offrire anche una “par condicio tra operatori italiani e stranieri”, che si dovessero lanciare in una offerta d’acquisto, dato che le leggi attuali non consentono agli editori italiani di andare oltre certi limiti.Giornalisti e multimedialitàSe “la tecnologia sopravanza le leggi”, anche “il contratto giornalistico va ripensato”.

Quello di domani sarà “un giornalista multimediale, che vede il suo prodotto riversato sul giornale, sul sito, sul portale e forse anche in webcam, multimediale in tutto”.Gasparri immagina una “professione non da paraocchi”, e chiede all’Ordine di rivedere le modalità di accesso alla professione stessa”, stando il fatto che attualmente per l’accesso “nel mondo del giornalismo è decisivo conoscere qualcuno”.Il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti Lorenzo Del Boca, commentando con favore l’avvento delle nuove tecnologie nel panorama dell’informazione, sottolinea che in questa direzione “i giornalisti dovranno fare un passo avanti”.Il giornalismo di oggi, secondo Del Boca, ha bisogno di operatori che “dovranno impadronirsi delle nuove tecnologie per evitare di essere padroneggiati dalle macchine”.

In questo quadro i giornalisti “devono anche fare un passo indietro, recuperando professionalità”.Rinunciare al protagonismoPaolo Mieli parla invece della necessità, da parte dei giornalisti di “rinunciare al protagonismo” e di “rispettare le persone, unico modo per rispettare se stessi” e il proprio ruolo.Il vicepresidente del Csm Giovanni Verde, ricorda che i media non debbono interferire con la tutela dei diritti individuali, ed in particolare con quello della “dignità delle persone”.

Inevitabile quindi una assunzione di responsabilità da parte degli operatori del settore, che in proposito devono osservare due indispensabili requisiti: l'aspetto della professionalità e la deontologia.

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