14 MAG 2002

Il ruolo della sinistra: Presentazione del libro di Giuliano Amato «Tornare al futuro»

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 51 min

Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.

La globalizzazione può essere governata, per Giuliano Amato, solo grazie all’azione del riformismo, senza cadere nel populismo, “sia esso di destra e che di sinistra”Roma, 14 maggio 2002 – Conferenza stampa di presentazione del libro di Giuliano Amato dal titolo “Tornare al futuro”, scritto in collaborazione con Fabrizio Forquet, presso la sede delle Edizioni Laterza.

Sono intervenuti tra gli altri, oltre all’autore, Sergio Cofferati, Eugenio Scalfari, Miriam Mafai, Lucia Annunziata Disegnare un futuro“Non si esce dalle ansie del presente senza disegnare un futuro, e la
sinistra deve saper ritornare alla propria antica capacità, quella di disegnare futuro”.

Da questo assunto parte l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato per spigare l’ossimoro che ha scelto come titolo del suo ultimo libro.“L’elogio del riformismo”, come unica possibilità di uscire dal disordine attuale non deve però far dimenticare che “c’è una tendenza interna al riformismo stesso, il quale, quando diventa governo, tende a chiudersi in élite intellettuali, lasciando e perdendo i contatti con coloro che sono più in preda ad ansie e paure”.La missione della sinistraIn una “fase di cambiamento profondissimo delle nostre stesse vite, che investe anche la cornice alla quale siamo abituati delle nostre certezze che ci guidavano in passato”, solo la sinistra può avere “una missione in funzione del domani”.A questo è chiamata “la sinistra, proprio perché essa ha nella propria storia il senso della missione collettiva legata ad un futuro possibile”.

Tale atteggiamento quello “è rimasto anche nel Pci, che lo ha interpretato anche in nome di dogmi sbagliati, ma che però ha sempre vissuto di questi sentimenti di missione anche nel senso di una educazione etica verso questa missione”.Un nuovo tessuto di relazioniSe inoltre “il cambiamento profondissimo è nelle corde più profonde delle società, la quale vede sgretolato il suo vecchio ordine, e le ansie e le incertezze nascono proprio dalla perdita dell’ordine precedente”, si pone “il bisogno di un nuovo ordine”, e già “si intravedono i segni di una nuova possibilità, perché nel disordine attuale si stende un nuovo tessuto di relazioni sul mondo”.populismo di destra e di sinistraDi fronte a tutto ciò – prosegue Giuliano Amato – la “reazione più facile della politica è guadagnar voti sfruttando il disordine, dicendo: sì io ti copro, ti tolgo le tasse, gli immigrati, ti trovo lavoro licenziandoti, eccetera”.

Si tratta però di “risposte simmetriche alle paure stesse ed è questo il populismo del nostro tempo sia di destra e che di sinistra”.Una folla di individuiEugenio Scalfari non è convinto che il “nuovo tessuto di relazioni sul mondo” che si afferma nell’era della globalizzazione, di cui parla Amato, sia motivo di ottimismo per la sinistra.

“A fronte di tale processo di forze liberate dalle nuove tecnologie c’è una sorta di ‘discesa agli inferi’ di masse che rappresentano una folla solitaria, che è fatta non più di corpi intermedi o settoriali e di aggregazioni di interessi ideali o ideologici, ma è composta solo di individui solitari in una folla monadistica”.Tali individui, secondo Scalfari, manifestano ad oggi “una vocazione plebiscitaria e tendono alla delega in bianco”.

La sinistra può che puntare su una “arrampicata di tale vocazione alla solitudine e all’anonimato sciolto in folle di individui, sperando che la corrente si inverta”.Il movimento Quanto alla fiducia nei movimenti, che Amato manifesta nel testo, movimenti “visti come linfa, portatori anche di classe dirigente, essi sono validi oppure sono fenomeni transitori che non significano nulla, e – prosegue l’ex direttore di La Repubblica - assumendo che gli attuali abbiano una qualche validità, essi partoriscono da se stessi la loro classe dirigente, e non si lasciano certo egemonizzare”, e tra l’altro, “allo stato dei fatti, non hanno espresso ancora un accidente”.Il ruolo dell’informazioneLa “zavorra di folla solitaria è inoltre facile preda del populismo”, pericolo quest’ultimo, “esaltato dal sistema dell’informazione”, e “non solo da quello di controllato dai populisti, ma proprio dal sistema dell’informazione attuale in quanto tale”.Questo accade, spiega Scalfari, perché “l’informazione ha bilanci e deve essere comprata da gente che pensa alla propria felicità presente e non a quella futura, ed è agita da emozioni che sono fatti istantanei del presente.

Occorre per questo condire sempre le notizie con emozioni immediate, perché passa molto bene una lite, che come si sa conquista il titolo di prima pagina”.Santoro stesso, “che fa oggi il martire nazionale in realtà simula o eccita i suoi ospiti a parlare uno sull’altro, perché tutto ciò fa notizia”.

Ed è perciò “inutile prendersela con l’informazione, la quale si adegua ai destinatari che sono agiti quasi esclusivamente da emotività istantanee”.Democrazia e globalizzazioneSergio Cofferati, ritiene che nell’attuale congiuntura economica e politica “il problema vistosissimo di democrazia all’interno delle organizzazioni sovranazionali” non trova adeguata attenzione da parte del ceto politico.Problema questo, sollevato in particolare dai movimenti.

I quali “vanno guardati nel medio e lungo periodo perché i sedimenti restano a lungo”.

Si tratta comunque, per il leader della Cgil “di segnali di straordinaria vitalità che prospettano bisogni a volte anche i modo confuso”.Essi sicuramente “esprimeranno una classe dirigente, sperando però che non diventino tutti giornalisti, come è già capitato”.Il rapporto con la baseLa sinistra “non deve tenere a distanza il popolo e le sue manifestazioni”.

Perché “il rapporto diretto con la base di massa è fondamentale”.

Specialmente - conclude Cofferati- “se si vuole rimontare di fronte ad un signore che ha 6 reti televisive ed alcuni giornali”.

leggi tutto

riduci