14 MAG 2001

Pannella a caldo a Radio Radicale: "Non potevamo che essere sconfitti. Ora un nuovo inizio"

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Roma, 14 maggio 2001 - Il leader radicale trascorre a Radio Radicale la notte dopo le elezioni commentando a caldo l'esito negativo per la Lista Bonino delle elezioni politiche.

Accetta la sconfitta, inevitabile per aver "accettato di giocare un gioco nel quale non si poteva che essere sconfitti", ma esprime la convinzione che proprio nel momento in cui i radicali perdono la battaglia per l'ingresso in Parlamento, possa esservi un nuovo inizio: il Comitato dei Osservatori internazionali sulla democrazia e la legalità, cui i partecipanti al grande satyagraha radicale consegnano il
testimone.

Per il futuro, una ulteriore convinzione: il soggetto radicale è consapevole e pronto per "trovare e inventare un nuovo modo di strutturarsi e anche nuove forme di articolazione".

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  • "Personalmente sono tutt'altro che sorpreso, i miei compagni sanno che io da molto tempo ritengo che non esistano nel nostro paese condizioni di democrazia e di legalità che consentano di fare battaglie effettive di tipo democratico". <br> Con queste parole Marco Pannella ha commentato a caldo in diretta da Radio Radicale, poche ore dopo la mezzanotte i primi risultati dai quali viene con certezza in evidenza il mancato raggiungimento del 4% della Lista Bonino. Il leader radicale accetta la sconfitta, ma sottolinea: "Noi abbiamo accettato di giocare un gioco nel quale non si poteva che essere sconfitti". <p> Pannella però, non disarma e ribadisce una propria convinzione: "Sono assolutamente certo - afferma - che la qualità e la concretezza della nostra proposta politica, la profondità e la popolarità delle posizioni, degli obiettivi politici nostri è senza confronto con qualsiasi altra forza politica". Il punto è che la campagna elettorale appena conclusa "è stata un'ulteriore dimostrazione di stampo goebbelsiano".<br> Nell'ora della sconfitta, Pannella parla anche di "un nuovo inizio, determinato dal testimone che noi, che il satyagraha radicale ha passato all'appena costituito, ed in parte costituendo "Comitato internazionale degli osservatori" sulla fondatezza delle nostre denunce per quanto riguarda la legalità e la democrazia nel nostro Paese".<br> Ricordando la capacità dei radicali di essere stati "all'origine della nascita" del Tribunale internazionale contro i crimini di guerra e di altre realtà di giurisdizione internazionale in gestazione, Pannella afferma: "Credo che noi siamo capaci, col Partito Radicale Transnazionale, come esercito italiano di questo partito, di creare un'altra novità: il monitoraggio sistematico delle democrazie reali". <br> Pannella cita l'esempio statunitense che offre "già da tempo segnali di stampo oligarchico, col fatto che esistono forse 100 famiglie che già preparano i futuri Presidenti o i vicepresidenti" e sul piano italiano rileva come le osservazioni e le analisi "sulla mancanza di legalità e di democraticità come connotato del regime partitocratico, ha avuto un salto di qualità enorme". Il riferimento è rivolto in particolare alle denunce di Andreotti sulla anticostituzionalità della pseudo-elezione del premier e di Bertinotti che ha condiviso molte delle più aspre denuncie radicali sulla disinformazione sistematica da parte degli organi di informazione. "Si comincia oggi finalmente a rendersi conto - prosegue Pannella - che il problema dell'Italia è quello di un paese le cui istituzioni sono in disfacimento". Dunque, "la strada da percorrere è quella di studiare rapidissimamente con l'aiuto della scienza giuridica, della scienza costituzionalista, di operatori e di dottrinari anche internazionali del diritto, come monitorare la realtà del regime italiano". <p> Pannella riconferma la propria analisi sul concetto di democrazia, che "non è il paradiso per domani", ma "strumento nell'oggi" e dunque, "quando gli inquinamenti, la percentuale di democraticità scende al di sotto di una determinata soglia, a quel punto attrezzarsi ad una lotta di tipo democratico è, un non senso, un fuor d'opera, un'illusione ed una superficialità gravissima". Questa la convinzione del leader radicale: "E' illusorio, sbagliato affrontare la propria opera, il proprio lavoro come se sostanzialmente, anche se in un modo insoddisfacente, si fosse in democrazia" e dichiara inaccettabile la versione per la quale 'occorre adeguarsi al proprio tempo', e se questo è un tempo nel quale la legalità è molto relativa, occorre accettare questo e convivere e anzi trovare non solo le proprie nicchie, ma le proprie collocazioni all'interno di questo". <p> Per il futuro dei radicali, Pannella invita a rifuggere dal "suicidio di massa che ogni volta che ci sono delle sconfitte psicologicamente si realizza" ed invita alla ragionevolezza e chiama a raccolta quanti hanno partecipato alla battaglia radicale, "anche se in misura minima, o anche per breve tempo", i quali "hanno sicuramente contribuito ad un arricchimento delle virtualità civili di questo paese e ad un arricchimento immenso del soggetto radicale". Per quest'ultimo Pannella traccia la rotta da seguire: "deve trovare e inventare un nuovo modo di strutturarsi e anche nuove forme di articolazione" e si dichiara convinto della consapevolezza e della capacità dei radicali di procedere a questa ulteriore nuova opera.<br>
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