Democrazia Europea correrà da sola contro i due poli nelle elezioni regionali siciliane del prossimo 24 giugno.
Lo conferma Sergio D'Antoni a Radio Radicale, dichiarando anche di puntare alla conferma del 7% raccolto nell'isola nelle ultime politiche, nonostante le defezioni registratesi nel partito.
"Continuiamo in autonomia la nostra battaglia per l'affermazione del centro.
Abbiamo trovato molta arroganza nelle forze della CDL aderenti al PPE con le quali abbiamo cercato un dialogo.
L'attuale bipolarismo é falso e non funziona, come dimostrano le dispute interne alle due coalizioni.
Il … centrodestra, come già nel 1994, alla prima prova di tenuta mostra i propri limiti nel garantire la governabilità; nel centrosinistra a fronte dei DS in travaglio c'è una Margherita che pare entusiasta della sconfitta della coalizione".
Il dibattito interno che ha condotto alla decisione di competere in autonomia, spiega poi D'Antoni, "é stato anche aspro, ha provocato qualche defezione, ma é stato democratico e trasparente".
La decisione permette di rilanciare il progetto politico di Democrazia Europea anche attraverso il particolare meccanismo elettorale siciliano che da un lato elegge direttamente il presidente della Regione e dall'altro, con liste provinciali collegate ad un candidato alla presidenza, elegge, con sistema proporzionale, i rappresentanti nell'Ars.
L'ex leader della Cisl, tra l'altro, respinge le accuse di chi lo ha tacciato di 'opportunismo': "Ho preso un milione di voti e non sono nemmeno entrato in Parlamento.
Ve ne sono invece altri, da ambo le parti, che, loro sì, si sono 'sistemati' con manovre di vero opportunismo".
D'Antoni ribadisce ancora una volta che non vi è stata alcuna "trattativa" con la Casa delle Libertà dopo il voto del 13 maggio, ma solo la ricerca di un dialogo.
"La storia di un ministero che sarebbe potuto andare a me è del tutto inventata.
Inventata dalla stessa Cdl per screditarmi e per risolvere dispute al proprio interno che, come ben si vede oggi, sono esplose con fragore".L'intervista è a cura di Sergio Scandura.
Lo conferma Sergio D'Antoni a Radio Radicale, dichiarando anche di puntare alla conferma del 7% raccolto nell'isola nelle ultime politiche, nonostante le defezioni registratesi nel partito.
"Continuiamo in autonomia la nostra battaglia per l'affermazione del centro.
Abbiamo trovato molta arroganza nelle forze della CDL aderenti al PPE con le quali abbiamo cercato un dialogo.
L'attuale bipolarismo é falso e non funziona, come dimostrano le dispute interne alle due coalizioni.
Il … centrodestra, come già nel 1994, alla prima prova di tenuta mostra i propri limiti nel garantire la governabilità; nel centrosinistra a fronte dei DS in travaglio c'è una Margherita che pare entusiasta della sconfitta della coalizione".
Il dibattito interno che ha condotto alla decisione di competere in autonomia, spiega poi D'Antoni, "é stato anche aspro, ha provocato qualche defezione, ma é stato democratico e trasparente".
La decisione permette di rilanciare il progetto politico di Democrazia Europea anche attraverso il particolare meccanismo elettorale siciliano che da un lato elegge direttamente il presidente della Regione e dall'altro, con liste provinciali collegate ad un candidato alla presidenza, elegge, con sistema proporzionale, i rappresentanti nell'Ars.
L'ex leader della Cisl, tra l'altro, respinge le accuse di chi lo ha tacciato di 'opportunismo': "Ho preso un milione di voti e non sono nemmeno entrato in Parlamento.
Ve ne sono invece altri, da ambo le parti, che, loro sì, si sono 'sistemati' con manovre di vero opportunismo".
D'Antoni ribadisce ancora una volta che non vi è stata alcuna "trattativa" con la Casa delle Libertà dopo il voto del 13 maggio, ma solo la ricerca di un dialogo.
"La storia di un ministero che sarebbe potuto andare a me è del tutto inventata.
Inventata dalla stessa Cdl per screditarmi e per risolvere dispute al proprio interno che, come ben si vede oggi, sono esplose con fragore".L'intervista è a cura di Sergio Scandura.
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