Roma, 18 luglio 2001 - Presentato presso la sede dell'Isae, il IX Rapporto Trimestrale sul tema "Le previsioni per l’economia italiana".
Dopo l’introduzione di Fiorella Kostoris Padoa Schioppa, Presidente dell’ISAE, commentano il Rapporto, Vito Tanzi, sottosegretario all’Economia ed alle Finanze; Paolo Onofri, professore di Politica Economica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna; Onorato Castellino, professore di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Torino; Lucio Pench, capo Unità Spagna, Irlanda e Italia nella Direzione … Generale Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea.
Dal IX Rapporto trimestrale, "Le previsioni per l'Economia italiana", elaborato dall'Istituto di Studi e Analisi Economica, emerge che l'economia italiana registrerà un tasso di crescita pari al 2.3%, che tenderà ad aumentare al 2.7% nel 2002, con gli interventi decisi dal Governo sarà possibile ridurre quest'anno il rapporto deficit-Pil all'1.4 %e il disavanzo delle amministrazioni pubbliche si attesterebbe a 32.700 mld, l'inflazione si attesterà quest'anno sul 2.8% per scendere al l'1.9% nel 2002.La crescitaPrevisto un aumento del Pil pari al 2,3 quest'anno e del 2,7 nel 2002 (3 alla fine del prossimo anno).
Nel corso di quest'anno l'economia italiana dovrebbe crescere in misura superiore alla media di Eurolandia, che è stimata pari a +2,2 ."Non succedeva dal 1995 - si legge nel rapporto - anno in cui, però, l'Italia risultò avvantaggiata rispetto ai partner europei, dal forte deprezzamento della lira" Mercato dei cambiNella media di quest'anno il tasso di cambio dell'euro si attesterebbe a 0,89 dollari, mentre nella media del 2002 si arriverebbe a 0,93 dollari, senza toccare quindi la parità.InflazioneNei prossimi mesi l'inflazione potrebbe gradualmente rientrare.
In particolare, il tasso di crescita dei prezzi al consumo si porterebbe dall'attuale 3% al 2.5% alla fine del 2001.
In assenza di nuovi shock, legati, come è avvenuto quest'anno, ad aumenti delle materie prime e ad un andamento del cambio, il tasso di inflazione continuerebbe a scendere nel 2002, collocandosi sotto il 2% nella seconda parte dell'anno.
"Tale andamento - si legge nel rapporto - comporterebbe un aumento dei prezzi del 2,8% nella media di quest'anno e dell'1,9% nel 2002.
Il differenziale di inflazione con l'area euro risulterebbe sostanzialmente annullato nei due anni''.Occupazione Il tasso di disoccupazione nel nostro paese si attesterebbe sul 9,9% nella media del 2001 e sul 9,2% l'anno prossimo.
L' aumento di occupati nel biennio considerato corrisponde a 600mila unità.
Conti pubbliciPer i conti pubblici, secondo la stima dell’ISAE, l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche si collocherebbe "quest’anno, in assenza di interventi - si legge nel rapporto - a circa 40.000 miliardi di lire, pari all’1,7% del PIL, dopo l’1,5% registrato nel 2000.
La diminuzione del disavanzo riprenderebbe, tuttavia, nel 2001, raggiungendo un indebitamento di 29.000 miliardi, pari all’1,2% del PIL".
Secondo L'Isae "gli interventi predisposti dal nuovo Governo" con il pacchetto dei 100 giorni, inciderebbero "sulle tendenze in corso dell’indebitamento netto.
Essi in particolare, grazie a effetti correttivi operanti già nel 2001, consentirebbero di diminuire il disavanzo delle Amministrazioni Pubbliche, a 32.700 miliardi di lire, pari all’1,4% del PIL, quest’anno e a 20.000 miliardi, pari allo 0,8% del PIL, nel 2002.
Per realizzare, quindi, l’obiettivo dello 0,5%, fissato per il prossimo anno dall’aggiornamento del Programma di stabilità, sarebbe necessario, nella valutazione ISAE, ampliare la manovra finora disposta di ulteriori 6.000 miliardi di lire".
Sanità e pensioni La riforma delle pensioni e quella della Sanità ''sono molto importanti per i conti fiscali italiani''.
Lo ha affermato il vice ministro all'Economia , Vito Tanzi, nel corso del suo intervento, sottolineando come queste due componenti incidano sul Pil per una quota pari al 21-22%.
''Se teniamo conto -ha osservato il vice ministro- della spesa per gli interessi, si sale complessivamente al 27-28% del Pil.
È chiaro che non c'è molto altro da risparmiare, se non riferito a queste voci.
In particolare, per quanto riguarda la Sanità, non è del tutto vero che la spesa relativa a questo settore in Italia possa essere considerata bassa''.
Per la Sanità, quindi, secondo il rapporto "si deve far funzionare a tutti gli effetti il processo di decentramento stabilito con la legge Finanziaria del 2001, che stabilisce regole rigorose, per le Regioni, in caso di formazione di disavanzi.
La reintroduzione dei ticket consentirebbe, inoltre, di reperire risorse stimabili in un ammontare di 2.000-2.400 miliardi di lire".
Mezzogiorno È previsto un tasso di crescita nel Mezzogiorno significativamente superiore a quello dell'Unione Europea.
Il tasso di disoccupazione scenderebbe al 19,2% nel 2002, contro il 21% dello scorso anno.
Ma il Pil salirebbe solo del 2,2% e del 2,5% rispettivamente quest'anno e l'anno venturo, contro un +2,3 e +2,8 rispettivamente in questi due anni nel Centro-Nord.Il divario in termini di Pil pro capite rispetto alle regioni centro settentrionali resterebbe immutato.
Dopo l’introduzione di Fiorella Kostoris Padoa Schioppa, Presidente dell’ISAE, commentano il Rapporto, Vito Tanzi, sottosegretario all’Economia ed alle Finanze; Paolo Onofri, professore di Politica Economica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna; Onorato Castellino, professore di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Torino; Lucio Pench, capo Unità Spagna, Irlanda e Italia nella Direzione … Generale Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea.
Dal IX Rapporto trimestrale, "Le previsioni per l'Economia italiana", elaborato dall'Istituto di Studi e Analisi Economica, emerge che l'economia italiana registrerà un tasso di crescita pari al 2.3%, che tenderà ad aumentare al 2.7% nel 2002, con gli interventi decisi dal Governo sarà possibile ridurre quest'anno il rapporto deficit-Pil all'1.4 %e il disavanzo delle amministrazioni pubbliche si attesterebbe a 32.700 mld, l'inflazione si attesterà quest'anno sul 2.8% per scendere al l'1.9% nel 2002.La crescitaPrevisto un aumento del Pil pari al 2,3 quest'anno e del 2,7 nel 2002 (3 alla fine del prossimo anno).
Nel corso di quest'anno l'economia italiana dovrebbe crescere in misura superiore alla media di Eurolandia, che è stimata pari a +2,2 ."Non succedeva dal 1995 - si legge nel rapporto - anno in cui, però, l'Italia risultò avvantaggiata rispetto ai partner europei, dal forte deprezzamento della lira" Mercato dei cambiNella media di quest'anno il tasso di cambio dell'euro si attesterebbe a 0,89 dollari, mentre nella media del 2002 si arriverebbe a 0,93 dollari, senza toccare quindi la parità.InflazioneNei prossimi mesi l'inflazione potrebbe gradualmente rientrare.
In particolare, il tasso di crescita dei prezzi al consumo si porterebbe dall'attuale 3% al 2.5% alla fine del 2001.
In assenza di nuovi shock, legati, come è avvenuto quest'anno, ad aumenti delle materie prime e ad un andamento del cambio, il tasso di inflazione continuerebbe a scendere nel 2002, collocandosi sotto il 2% nella seconda parte dell'anno.
"Tale andamento - si legge nel rapporto - comporterebbe un aumento dei prezzi del 2,8% nella media di quest'anno e dell'1,9% nel 2002.
Il differenziale di inflazione con l'area euro risulterebbe sostanzialmente annullato nei due anni''.Occupazione Il tasso di disoccupazione nel nostro paese si attesterebbe sul 9,9% nella media del 2001 e sul 9,2% l'anno prossimo.
L' aumento di occupati nel biennio considerato corrisponde a 600mila unità.
Conti pubbliciPer i conti pubblici, secondo la stima dell’ISAE, l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche si collocherebbe "quest’anno, in assenza di interventi - si legge nel rapporto - a circa 40.000 miliardi di lire, pari all’1,7% del PIL, dopo l’1,5% registrato nel 2000.
La diminuzione del disavanzo riprenderebbe, tuttavia, nel 2001, raggiungendo un indebitamento di 29.000 miliardi, pari all’1,2% del PIL".
Secondo L'Isae "gli interventi predisposti dal nuovo Governo" con il pacchetto dei 100 giorni, inciderebbero "sulle tendenze in corso dell’indebitamento netto.
Essi in particolare, grazie a effetti correttivi operanti già nel 2001, consentirebbero di diminuire il disavanzo delle Amministrazioni Pubbliche, a 32.700 miliardi di lire, pari all’1,4% del PIL, quest’anno e a 20.000 miliardi, pari allo 0,8% del PIL, nel 2002.
Per realizzare, quindi, l’obiettivo dello 0,5%, fissato per il prossimo anno dall’aggiornamento del Programma di stabilità, sarebbe necessario, nella valutazione ISAE, ampliare la manovra finora disposta di ulteriori 6.000 miliardi di lire".
Sanità e pensioni La riforma delle pensioni e quella della Sanità ''sono molto importanti per i conti fiscali italiani''.
Lo ha affermato il vice ministro all'Economia , Vito Tanzi, nel corso del suo intervento, sottolineando come queste due componenti incidano sul Pil per una quota pari al 21-22%.
''Se teniamo conto -ha osservato il vice ministro- della spesa per gli interessi, si sale complessivamente al 27-28% del Pil.
È chiaro che non c'è molto altro da risparmiare, se non riferito a queste voci.
In particolare, per quanto riguarda la Sanità, non è del tutto vero che la spesa relativa a questo settore in Italia possa essere considerata bassa''.
Per la Sanità, quindi, secondo il rapporto "si deve far funzionare a tutti gli effetti il processo di decentramento stabilito con la legge Finanziaria del 2001, che stabilisce regole rigorose, per le Regioni, in caso di formazione di disavanzi.
La reintroduzione dei ticket consentirebbe, inoltre, di reperire risorse stimabili in un ammontare di 2.000-2.400 miliardi di lire".
Mezzogiorno È previsto un tasso di crescita nel Mezzogiorno significativamente superiore a quello dell'Unione Europea.
Il tasso di disoccupazione scenderebbe al 19,2% nel 2002, contro il 21% dello scorso anno.
Ma il Pil salirebbe solo del 2,2% e del 2,5% rispettivamente quest'anno e l'anno venturo, contro un +2,3 e +2,8 rispettivamente in questi due anni nel Centro-Nord.Il divario in termini di Pil pro capite rispetto alle regioni centro settentrionali resterebbe immutato.
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