01 AGO 2001

Diritto Societario: L'Ulivo attacca il Governo, "E' una controriforma"

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 53 min 16 sec

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Roma, 1 agosto 2001 - «Una palese e dichiarata aggressione al sistema cooperativistico».

«Un combinato di norme di carattere criminogeno».

«La violazione del principio di ragionevole durata del processo».

«Una truffa parlamentare».

Sono questi i termini con cui Marco Boato definisce la riforma del diritto societario che sta portando avanti il nuovo Governo.

Alla questione è stata oggi dedicata una conferenza stampa, in cui alcuni autorevoli esponenti dell'Opposizione, in testa Francesco Rutelli, ed alcuni tecnici che hanno lavorato nella Commissione Mirone, hanno spiegato come e perchè
il procedimento legislativo in atto, oltre che insensato dal punto di vista giuridico, rappresenta l'ennesima materializzazione del conflitto d'interessi.

Grazie alla nuova legge, si afferma, il cittadino Silvio Berlusconi risolverebbe almeno tre dei suoi attuali problemi.

Questi problemi, nelle cronache giudiziarie, sono comunemente conosciuti come processo All Iberian, processo Sme e processo Milan Spa.

«Una truffa parlamentare»La prima accusa rivolta al Governo è d'ordine procedimentale.

La riforma in atto, si spiega, è stata portata avanti attraverso quella che è qualificabile come una vera e propria «truffa parlamentare».

Il Governo - dichiara il deputato della Margherita Roberto Pinza - aveva infatti inizialmente portato avanti «un'operazione di adesione riproponendo pari pari il testo Mirone».

E di un'«operazione bipartisan» aveva parlato lo stesso Ministro Tremonti.

Successivamente, però, dopo aver concordato la procedura d'urgenza con l'Opposizione, in una «fase due» avrebbe tempestato di emendamenti il testo originario, stravolgendolo completamente.

«Io e Violante - racconta il presidente del Gruppo Misto, Marco Boato - proponevamo l'urgenza visto che la proposta Castelli riproduceva alla lettera il testo Mirone».

Anche se successivamente c'è stato uno stravolgimento di quei testi, ora si «incassano i benefici dell'urgenza».

«Una palese e dichiarata aggressione al sistema cooperativistico»La seconda accusa attiene invece al merito.

La riforma del Governo è considerata «una palese e dichiarata aggressione al sistema cooperativistico».

A spiegarne le ragioni è nuovamente Roberto Pinza.

Il progetto della Maggioranza distingue tra «cooperative di serie a e di serie b».

Le prime, molto piccole e autoreferenziate, rappresentano una sorta di «elite».

Avranno adeguata tutela e godranno di agevolazioni fiscali.

Le seconde, considerate cooperative a scopo di lucro, in palese contrasto con l'art.45 Cost.

saranno invece chiuse in un recinto nel quale non godranno di alcuna tutela, senza nemmeno la possibilità di trasformarsi.

Un'impostazione «complicata ed errata» come questa, afferma l'onorevole della Margherita, palesa «un sostanziale disprezzo nei confronti del mondo della cooperazione».

L'ennesima materializzazione del conflitto d'interessiLa terza accusa è rivolta direttamente al Capo del Governo.

A contestarla è Anna Finocchiaro, relatrice di minoranza per la II Commissione.

La progettata riforma del diritto penale societario - afferma la deputata - ha una «ricaduta immediata rispetto ad alcuni processi in atto».

Tanto per cominciare si prevede che «il falso in bilancio sia perseguibile a querela nella società non quotate e d'ufficio solo in quelle quotate».

«Gran parte delle aziende nel nostro Paese - puntualizza Finocchiaro - sono dunque esenti da controlli».

Basti pensare al fatto che «molte holding sono srl».

La proposta del Governo, aggiunge Alberto Alessandri, «va contro il disegno riformatore nell'ambito della Commissione Mirone ma è anche in controtendenza rispetto al panorama internazionale in questa materia».

Il testo della Maggioranza qualifica infatti il falso in bilancio come una contravvenzione.

Ciò se, da un lato, non ha alcun senso (a che pro, si chiede Alessandri, «creare un'isoletta nel diritto penale con un improvviso abbassamento delle sanzioni penali»?), finisce dall'altro per trattare fatti di reato alla stregua di «interessi bagatellari».

Significa, chiarisce il docente universitario, punire il falso in bilancio «grosso modo come un furto d'uso».

I benefici diretti per il Capo del Governo sono indicati schematicamente.

«1.

Processo All Iberian: Il reato, con l'attuale normativa e con la Legge Mirone, si prescriverebbe il 24 gennaio del 2009.

Con la proposta della Maggioranza, invece sarebbe già prescritto: il 24 luglio del 2001.

2.

Processo Sme: Il reato, con l'attuale normativa e con la Legge Mirone, si prescriverebbe il 30 giugno 2004.

Con la proposta della Maggioranza, invece sarebbe già prescritto: il 30 dicembre del 1996.

3.

Processo Milan Spa.

Il reato, con l'attuale normativa e con la Legge Mirone, si prescriverebbe il 30 giugno 2008.

Con la proposta della Maggioranza, invece sarebbe già prescritto: 30 dicembre del 2000».Una «controriforma» di stampo «conservatore»La normativa in oggetto ha poi una serie di ulteriori vistosi difetti.

Il Centrosinistra ne contesta l'efficacia dal punto di vista dell'intento dichiarato dalla stessa Maggioranza.

«La Destra riporta in vita una regolamentazione di carattere conservativo» - dice, per esempio, Mauro Agostini.

Le modifiche proposte, «molto lontane anche dalle riforme degli altri paesi europei», non promettono nulla di buono in termini di competitività del sistema Paese e di crescita delle imprese.

Non riconoscendo «i diritti delle minoranze», alterando «i quorum previsti nella legge Mirone per società non quotate ma anche che detengono pacchetti significativi di società quotate», porteranno gli investitori a guardare altrove.

D'altra parte, quegli emendamenti, sopprimendo «l'art.11 della Mirone che rendeva la giustizia civile più rapida e più veloce mediante l'istituzione delle sezioni specializzate» e prevedendo «sempre il tribunale collegiale per le norme penali», rischieranno di violare l'art.111 della Costituzione ed il principio della ragionevole durata del processo. .

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