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Convegno al Cnr sugli Ogm con, tra gli altri, Eugenio Benvenuto (Enea), Francesco Sala (universita' di Milano), Edoardo Boncinelli (direttore Sissa); moderatore Roberto Defez, il quale decnuncia una vera e propria campagna di disinformazione.
Tasto dolente la ricerca, soprattutto in ItaliaRoma, 14 febbraio 2002 - Il Cnr ha promosso una giornata dedicata alla situazione della ricerca scientifica, e in particolare alle biotecnologie, con la partecipazione di Ingo Potrykus, padre del Golden Rice, e Channapatna Prakash, grande esperto di biotecnologie agricole.
Un'occasione per riflettere sugli … organismi geneticamente modificati, tema che continua a suscitare forti discussioni ma sul quale la conoscenza è ancora troppo scarsa.Nel 2001 ci sono stati piu' di 50 milioni di ettari coltivati a Ogm, il 19% in piu' rispetto all'anno precedente.
Inoltre, 5 milioni e mezzo di agricoltori in tutto il mondo sono coinvolti in questo settore, rispetto ai 3 milioni e mezzo dell'anno precedente.
Alla straordinaria diffusione dell'ingegneria genetica in campo agroalimentare, pero', fa da contraltare la convinzione della estrema pericolosita' di questo tipo di produzione.Una vera e propria campagna di disinformazioneSecondo Roberto Defez, ricercatore dell'Istituto di Genetica e Biofisica del Cnr di Napoli, quella sugli Ogm e' "una vera e propria campagna di disinformazione.
La Commissione Europea ha recentemente reso noti i risultati di uno studio durato 15 anni, che ha impegnato centinaia di ricercatori pubblici, con una spesa complessiva di 70 milioni di euro.
Ebbene, e' emerso che le piante geneticamente modificate non comportano alcun rischio ne' per la salute umana ne' per l'ambiente.
Anzi, tenendo conto della tecnologia piu' precisa e dei maggiori controlli, si puo' dire che queste colture sono addirittura piu' sicure".
Ma le 'superpiante' fanno paura.Tasto dolente la ricerca''Nell'opinione pubblica - spiega Defez - prevale spesso il lato emotivo su quello razionale.
Ma una maggiore informazione puo' senz'altro favorire lo sviluppo di una tecnica che, come riconosce anche l'ultimo rapporto dell'Agenzia per lo Sviluppo delle Nazioni Unite, rappresenta probabilmente l'unico strumento per incrementare la produzione agricola nelle aree ecologicamente marginali del pianeta''.
Tasto dolente, i soldi per la ricerca.
'Piu' fondi per la ricerca, piu' considerazione per la cultura scientifica, altrimenti il progresso verra' bloccato''.Usa ed ItaliaGli Stati Uniti hanno aumentato nel 2002 il finanziamento del 13,5% rispetto all'anno precedente.
E, in particolare, il National Institute of Health raddoppiera' il suo budget in 6 anni (1998-2003), destinandone una parte allo sviluppo degli Ogm.
''In Italia, invece - conclude il ricercatore - il progetto Biotecnologie del Cnr, diretto da Antonio De Flora, non potra' essere portato a termine''.Pure dell'Italia, si occupa Francesco Sala, dell'Università di Milano, il quale svolge una relazione sui progressi ed i problemi sugli Ogm in Italia.
Secondo Sala, "Molti progressi scientifici sono stati fatti nell'ultimo anno, anche in Italia dove ci sono gruppi di ricerca che fanno dei lavori interessanti, molto moderni e pubblicano su moltissime riviste".
Però, aggiunge Sala, "Quando parliamo di OGM in Italia, parliamo di ricerca pubblica, perchè la ricerca privata non esiste più".
Tasto dolente la ricerca, soprattutto in ItaliaRoma, 14 febbraio 2002 - Il Cnr ha promosso una giornata dedicata alla situazione della ricerca scientifica, e in particolare alle biotecnologie, con la partecipazione di Ingo Potrykus, padre del Golden Rice, e Channapatna Prakash, grande esperto di biotecnologie agricole.
Un'occasione per riflettere sugli … organismi geneticamente modificati, tema che continua a suscitare forti discussioni ma sul quale la conoscenza è ancora troppo scarsa.Nel 2001 ci sono stati piu' di 50 milioni di ettari coltivati a Ogm, il 19% in piu' rispetto all'anno precedente.
Inoltre, 5 milioni e mezzo di agricoltori in tutto il mondo sono coinvolti in questo settore, rispetto ai 3 milioni e mezzo dell'anno precedente.
Alla straordinaria diffusione dell'ingegneria genetica in campo agroalimentare, pero', fa da contraltare la convinzione della estrema pericolosita' di questo tipo di produzione.Una vera e propria campagna di disinformazioneSecondo Roberto Defez, ricercatore dell'Istituto di Genetica e Biofisica del Cnr di Napoli, quella sugli Ogm e' "una vera e propria campagna di disinformazione.
La Commissione Europea ha recentemente reso noti i risultati di uno studio durato 15 anni, che ha impegnato centinaia di ricercatori pubblici, con una spesa complessiva di 70 milioni di euro.
Ebbene, e' emerso che le piante geneticamente modificate non comportano alcun rischio ne' per la salute umana ne' per l'ambiente.
Anzi, tenendo conto della tecnologia piu' precisa e dei maggiori controlli, si puo' dire che queste colture sono addirittura piu' sicure".
Ma le 'superpiante' fanno paura.Tasto dolente la ricerca''Nell'opinione pubblica - spiega Defez - prevale spesso il lato emotivo su quello razionale.
Ma una maggiore informazione puo' senz'altro favorire lo sviluppo di una tecnica che, come riconosce anche l'ultimo rapporto dell'Agenzia per lo Sviluppo delle Nazioni Unite, rappresenta probabilmente l'unico strumento per incrementare la produzione agricola nelle aree ecologicamente marginali del pianeta''.
Tasto dolente, i soldi per la ricerca.
'Piu' fondi per la ricerca, piu' considerazione per la cultura scientifica, altrimenti il progresso verra' bloccato''.Usa ed ItaliaGli Stati Uniti hanno aumentato nel 2002 il finanziamento del 13,5% rispetto all'anno precedente.
E, in particolare, il National Institute of Health raddoppiera' il suo budget in 6 anni (1998-2003), destinandone una parte allo sviluppo degli Ogm.
''In Italia, invece - conclude il ricercatore - il progetto Biotecnologie del Cnr, diretto da Antonio De Flora, non potra' essere portato a termine''.Pure dell'Italia, si occupa Francesco Sala, dell'Università di Milano, il quale svolge una relazione sui progressi ed i problemi sugli Ogm in Italia.
Secondo Sala, "Molti progressi scientifici sono stati fatti nell'ultimo anno, anche in Italia dove ci sono gruppi di ricerca che fanno dei lavori interessanti, molto moderni e pubblicano su moltissime riviste".
Però, aggiunge Sala, "Quando parliamo di OGM in Italia, parliamo di ricerca pubblica, perchè la ricerca privata non esiste più".
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