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A dieci anni dalle stragi di Capaci e Via D'Amelio, la magistratura è ancora alla ricerca dei mandanti occulti.
A Caltanissetta, accusa e difesa concordi su un punto: l'archiviazione del gip toglie ogni ombra su Berlusconi e Dell'UtriRoma, 8 maggio 2002 - «Non c'è stato nessun rinvio di atti».
Paolo Giordano, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Caltanissetta, lo ripete più volte.
Il provvedimento con cui il gip di Giovanbattista Tona venerdì scorso ha archiviato le indagini della Procura di Caltanissetta nei confronti di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, sospettati di essere … i «mandanti occulti» delle stragi di Capaci e Via D'Amelio, chiude il caso.
Almeno relativamente a questi soggetti.
Un decreto non un'ordinanza«Se il gip, - argomenta il dottor Giordano - avesse voluto ritenere necessari altri elementi di prova avrebbe fatto un altro provvedimento».
Ovvero, come previsto dal codice di procedura penale: «Avrebbe disposto un'udienza in Camera di Consiglio» e «nel contradditttorio delle parti» avrebbe emanato «un'ordinanza di rinvio degli atti al pubblico ministero».
Naturalmente la procura, «come è suo dovere», ha continuato e continua a svolgere indagini su quella materia.
Ma il decreto di venerdì «chiude completamente quel capitolo».Un processo superfluoTroppa importanza si è data, dunque, ad alcuni passaggi contenuti nel provvedimento di archiviazione.
Pur premettendo di non voler «scendere nei dettagli», Giordano spiega che «il decreto va letto nella sua interezza».
«La chiave interpretativa è quella che qualunque opinione o affermazione del giudice è fatta nella logica dell'archiviazione, della superfluità di un processo».
L'allusione ad un possibile intreccio «mafia-appalti», se esiste, non fa «assolutamente» riferimento a quelle società citate nel decreto.
Tra cui - va ricordato - in effetti compare la Rti, società che com'è noto gestisce le produzioni di Mediaset.
Ma, «questo accertamento - aggiunge Giordano - era stato compiuto in maniera scrupolosa ma poi non aveva dato nessun risultato nell'ottica del concorso di persone esterne alla strage».
Cangemi è inattendibileSe qualche dubbio resta, pensando alla richiesta di archiviazione delle indagini su Totò Cangemi, principale accusatore del premier e del senatore Dell'Utri e da costoro denunciato per calunnia, il procuratore aggiunto ripete che, sul punto: «Cangemi è inattendibile».
Se non si è proceduto nei suoi confronti è soltanto perché «non vi sono gli elementi della calunnia nel senso che aveva inventate queste accuse e che era certo dell'innocenza» di Berlusconi e Dell'Utri.
«Finalmente una magra consolazione»Per la difesa di Berlusconi «è stata finalmente una magra consolazione».
«Vi rendete ben conto - spiega a Radio Radicale l'avvocato Enrico Trantino - come possa essere infamante, grave e amara un'accusa del genere».
Questo è «finalmente un successo».
«Tona ha scritto quello che abbiamo sempre sostenuto».
Cangemi, puntando al premier, ha semplicemente «mirato alto per ingraziarsi i magistrati che gli dovevano rinnovare il contratto di collaborazione con lo Stato».
Quegli ultimi passaggi, quelli in cui il gip scrive che «vi è da ritenere che i rapporti di affari con soggetti legati all'organizzazione abbiano quantomeno legittimato agli occhi degli 'uomini d'onore' l'idea che Berlusconi e Dell'Utri potessero divenire interlocutori privilegiati di Cosa Nostra», sono stati «solo una concessione pur comprensibile del gip agli altri magistrati che tuttora stanno procedendo in fase dibattimentale nei confronti di Dell'Utri».
Trantino, che fa parte anche del collegio difensivo di Dell'Utri, lo assicura: «Oltre questo non c'è nient'altro».
Dunque, a pochi giorni dal decennale della strage di Capaci, si conclude l'ennesimo infruttuoso capitolo di indagini.
Ciò avviene, tra l'altro, in un momento in cui - come spiega l'avvocato Pietro Milio - vi è un «altissimo» rischio di polemiche.
Milio, che è stato senatore della Lista Pannella nella scorsa legislatura, rammenta le dichiarazioni compiute da Massimo d'Alema e che aprono un po' il terreno ad una nuova ondata.
«Troveranno un altro obiettivo da colpire».
A Caltanissetta, accusa e difesa concordi su un punto: l'archiviazione del gip toglie ogni ombra su Berlusconi e Dell'UtriRoma, 8 maggio 2002 - «Non c'è stato nessun rinvio di atti».
Paolo Giordano, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Caltanissetta, lo ripete più volte.
Il provvedimento con cui il gip di Giovanbattista Tona venerdì scorso ha archiviato le indagini della Procura di Caltanissetta nei confronti di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, sospettati di essere … i «mandanti occulti» delle stragi di Capaci e Via D'Amelio, chiude il caso.
Almeno relativamente a questi soggetti.
Un decreto non un'ordinanza«Se il gip, - argomenta il dottor Giordano - avesse voluto ritenere necessari altri elementi di prova avrebbe fatto un altro provvedimento».
Ovvero, come previsto dal codice di procedura penale: «Avrebbe disposto un'udienza in Camera di Consiglio» e «nel contradditttorio delle parti» avrebbe emanato «un'ordinanza di rinvio degli atti al pubblico ministero».
Naturalmente la procura, «come è suo dovere», ha continuato e continua a svolgere indagini su quella materia.
Ma il decreto di venerdì «chiude completamente quel capitolo».Un processo superfluoTroppa importanza si è data, dunque, ad alcuni passaggi contenuti nel provvedimento di archiviazione.
Pur premettendo di non voler «scendere nei dettagli», Giordano spiega che «il decreto va letto nella sua interezza».
«La chiave interpretativa è quella che qualunque opinione o affermazione del giudice è fatta nella logica dell'archiviazione, della superfluità di un processo».
L'allusione ad un possibile intreccio «mafia-appalti», se esiste, non fa «assolutamente» riferimento a quelle società citate nel decreto.
Tra cui - va ricordato - in effetti compare la Rti, società che com'è noto gestisce le produzioni di Mediaset.
Ma, «questo accertamento - aggiunge Giordano - era stato compiuto in maniera scrupolosa ma poi non aveva dato nessun risultato nell'ottica del concorso di persone esterne alla strage».
Cangemi è inattendibileSe qualche dubbio resta, pensando alla richiesta di archiviazione delle indagini su Totò Cangemi, principale accusatore del premier e del senatore Dell'Utri e da costoro denunciato per calunnia, il procuratore aggiunto ripete che, sul punto: «Cangemi è inattendibile».
Se non si è proceduto nei suoi confronti è soltanto perché «non vi sono gli elementi della calunnia nel senso che aveva inventate queste accuse e che era certo dell'innocenza» di Berlusconi e Dell'Utri.
«Finalmente una magra consolazione»Per la difesa di Berlusconi «è stata finalmente una magra consolazione».
«Vi rendete ben conto - spiega a Radio Radicale l'avvocato Enrico Trantino - come possa essere infamante, grave e amara un'accusa del genere».
Questo è «finalmente un successo».
«Tona ha scritto quello che abbiamo sempre sostenuto».
Cangemi, puntando al premier, ha semplicemente «mirato alto per ingraziarsi i magistrati che gli dovevano rinnovare il contratto di collaborazione con lo Stato».
Quegli ultimi passaggi, quelli in cui il gip scrive che «vi è da ritenere che i rapporti di affari con soggetti legati all'organizzazione abbiano quantomeno legittimato agli occhi degli 'uomini d'onore' l'idea che Berlusconi e Dell'Utri potessero divenire interlocutori privilegiati di Cosa Nostra», sono stati «solo una concessione pur comprensibile del gip agli altri magistrati che tuttora stanno procedendo in fase dibattimentale nei confronti di Dell'Utri».
Trantino, che fa parte anche del collegio difensivo di Dell'Utri, lo assicura: «Oltre questo non c'è nient'altro».
Dunque, a pochi giorni dal decennale della strage di Capaci, si conclude l'ennesimo infruttuoso capitolo di indagini.
Ciò avviene, tra l'altro, in un momento in cui - come spiega l'avvocato Pietro Milio - vi è un «altissimo» rischio di polemiche.
Milio, che è stato senatore della Lista Pannella nella scorsa legislatura, rammenta le dichiarazioni compiute da Massimo d'Alema e che aprono un po' il terreno ad una nuova ondata.
«Troveranno un altro obiettivo da colpire».
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