10 APR 2002

Cecenia: Conferenza stampa di Olivier Dupuis e del ministro ceceno Omar Khanbiev

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 30 min 34 sec
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Per Olivier Dupuis le forze filo-russe dell'Europarlamento hanno ottenuto "una vittoria di Pirro".

Il ministro ceceno Khanbiev, racconta la drammatica situazione del suo paese, dove metà della popolazione è stata eliminata e si appella ai paesi democratici Strasburgo, 10 aprile 2002 – Nel corso dell'odierno dibattito al PE sulla Cecenia è prevalsa ancora una volta la linea Oostlander (dal nome del parlamentare del PPE Arie M.

Oostlander), ovvero quella pro-Russia.

Si è trattato però di una vittoria di Pirro, spiega Olivier Dupuis, che trova comunque un elemento positivo: "In effetti per
la prima volta nella storia di questo Parlamento si è discusso di Cecenia seriamente, con interventi di altissimo livello".

Khanbiev, un chirurgo Purtroppo, in sede di dibattito non è stato possibile ascoltare il Ministro della Salute del governo ceceno, Oumar Khanbiev.

Questi viene introdotto da Dupuis, come "un chirurgo che ha operato moltissimo durante la prima guerra cecena; ha organizzato gli ospedali a Grozny e nelle altre città".

Khanbiev è stato ministro della Salute nella II guerra cecena; preso prigioniero insieme ad altri malati dai Russi, è stato detenuto in uno dei cosiddetti campi di filtrazione.

Eliminata circa metà della popolazione Secondo il Ministro ceceno, è "difficile illustrare la situazione in Cecenia.

Le definizioni che oggi vengono usate, per esempio catastrofe, ci paiono molto deboli".

La parola giusta è genocidio: ogni giorno in Cecenia vengono ammazzate centinaia di persone.

"Per il nostro popolo – afferma Khanbiev - è un genocidio perché viene eliminata circa metà della popolazione".

"Tutte le località in Cecenia - continua il ministro - sono assoggettate ad operazioni di epurazione, rastrellamento, addirittura 20/30 volte di seguito.

Definirei queste operazioni come fasi del genocidio in atto in Cecenia.

Conteggiando i morti, coloro che sono spariti senza lasciare traccia, coloro che si trovano nei campi di concentramento, gli handicappati fisici e psicologici, si può dire che tra i rifugiati si conta circa un terzo della popolazione.

I rappresentanti UE fanno finta di non vedere Riguardo al dibattito al Parlamento europeo, il ministro ceceno esprime rammarico ed amarezza: "Quest'oggi ho assistito al dibattito in aula; sono molto rattristato dopo aver sentito i rappresentati del Consiglio e della Commissione europea: fanno finta di non capire, di non vedere niente".

Nemmeno l'ipotesi che una missione possa recarsi in Cecenia, conforta Khanbiev: "Essi sono come coloro che vanno in Cecenia e vedono solo quello che i russi vogliono far vedere loro.

Quindi non mi sono stupito quando hanno parlato di un miglioramento della situazione in Cecenia." Per quanto concerne l'Unione europea, Khanbiev ritiene che l'Europa compia degli errori imperdonabili non vedendo quello che avviene in Cecenia: "Si potrebbe intervenire agendo su molti livelli nei confronti della Russia.

Non è vero che la Russia rimarrebbe impassibile di fronte ad un'azione degli europei: la Russia vuole presentarsi con un volto umano dinanzi all'Europa.

Se le nazioni europee avessero una posizione forte potremmo senza dubbio giungere ad una soluzione".

Necessario che i Paesi democratici intervengano "In Europa – continua Khanbiev - abbiamo la comprensione della gente della strada".

Ma adesso "è necessario che siano i governi dei Paesi democratici ad intervenire e che intraprendano qualche iniziativa, non necessariamente di grande livello".

Per esempio, dice Khanbiev, "basterebbe non ricevere in maniera così cordiale, come accade oggi, il presidente che è all'origine di questo massacro".

"Invece ciò non accade – afferma il ministro ceceno - ed inoltre i mass media europei hanno sostenuto la propaganda menzognera della Russia, la quale diceva che c'erano migliaia di ceceni che facevano parte dei Taliban in Afghanistan; ma i giornalisti hanno fatto le loro ricerche e non sono riusciti a trovare un solo ceceno in Afghanistan".

Informazione corretta sarebbe positivaInfine Khanbiev conclude con un'amara considerazione ed un auspicio: "Noi non abbiamo una tribuna, non abbiamo accesso ai mass media dei Paesi democratici.

Anzi si può dire che l'informazione è bloccata o ridotta ai minimi termini.

Quindi già se si potesse avere un'informazione corretta ed integrale, ciò sarebbe una cosa positiva per noi".

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