23 AGO 2001

Radicali italiani: Bioetica, basta con i talebani

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Roma, 23 agosto 2001 - Daniele Capezzone, Luca Coscioni, Benedetto Della Vedova e Marco Cappato hanno risposto, in una conferenza stampa presso la sede di Radicali Italiani, alla "tripletta" di accuse da parte del ministro della Sanità Girolamo Sirchia, del ministro per le Politiche Comunitarie, Rocco Buttiglione e del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni sulle questioni relative alla bioetica."Conferenza stampa convocata - ha spiegato il segretario di Radicali Italiani - dopo la tripletta riminese di ieri.

Formigoni sull'eutanasia, Buttiglione sull'aborto, Sirchia sugli
embrioni.

Tripletta nella quale abbiamo sentito risuonare per tre volte la parola 'assassini'; assassina la donna che abortisce, ancora, assassini coloro che si battono per l'eutanasia e per il diritto ad una morte dignitosa, assassini coloro che vogliono utilizzare gli embrioni soprannumerari non per destinarli alla spazzatura ma per ridare una speranza a molti malati"Sirchia, infatti, si è espresso ieri in merito a eutanasia, donazione di organi, clonazione terapeutica asserendo che chi intende portare avanti la ricerca e l'attività in questi settori è equiparabile solo ad un omicida e che solo applicando forti principi etici uno Stato può garantire un futuro di civiltà in cui non prevalga la legge del più forte e in cui i principi etici di alcuni siano legge per tutti.

Formigoni si è trovato pienamente d'accordo con questo principio e, ribadendo che la vita di un embrione soprannumerario ha pari o maggiore dignità -in quanto elemento debole - di una persona malata ha aggiunto che chi vuole legalizzare l'eutanasia nel nostro Paese è un assassino.

Rocco Buttiglione ha scagliato i suoi anatemi invece contro le donne che abortiscono e contro l'interruzione di gravidanza in generale.I dirigenti di Radicali Italiani hanno risposto a questa "tripletta" di accusatori con una semplice domanda: "Assassini a chi? Assassino - ha affermato Capezzone - chi dice queste cose assassino di verità e non solo, perché qui è in gioco la carne e il sangue di donne, di uomini, di malati".

Con la ricerca su cellule staminali di embrioni soprannumerari destinati a sicura distruzione si può scoprire la cura per le malattie neurodegenerative e quindi evitare la morte a oltre 10 milioni di italiani, con l'aborto farmacologico si possono evitare interventi intrusivi per la donna senza che venga meno la difficoltà della scelta e soprattutto nel pieno rispetto della legge 194, e con la legalizzazione della morte dignitosa si porrebbe fine allo scandalo dell'"eutanasia all'italiana""È curioso che proprio coloro che dicono di avere così alta considerazione dell'embrione come persona in realtà prefigurino una strada che porta quell'embrione dritto nella spazzatura", ha evidenziato Daniele Capezzone, che ha aggiunto che "assassini e aguzzini sono coloro che in questi decenni hanno posticipato" in Italia la diffusione dei "farmaci anti-dolore.

Chi ha deciso di ritardare la legalizzazione degli oppiacei antidolore ha la responsabilità ci aver determinato la morte nel dolore, senza pietà e senza dignità di milioni di malati"I radicali chiedono quindi "a coloro che si definiscono moderati e sono in realtà pericolosi talebani" che vogliono tornare allo Stato etico anziché andare verso lo Stato di diritto, di smetterla di accusare di omicidio coloro che lottano contro le ipocrisie del proibizionismo: "Basta con gli assassini di verità" Ulteriori approfondimenti saranno disponibili tra breve.

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