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Caratterizzato dall'intervento di Emma Bonino la fase pomeridiana della seconda giornata dell Consiglio Generale del Partito Radicale TransnazionaleTirana (Albania) , 18 gennaio 2002 - Dopo la sessione dedicata al paese ospitante, i lavori del Consiglio Generale del PRT sono proseguiti con le relazioni di altre associazioni radicali: per l'Era e Non C'è Pace Senza Giustizia, sono intervenuti rispettivamente Giorgio Pagano e Sergio Stanzani.La fase pomeridiana dei lavori è stata principalmente caratterizzata dall'intervento di Emma Bonino che si è a lungo soffermata sul titolo della … relazione del segretario Olivier Dupuis, dal titolo "Globalizzare la democrazia".Serve più globalizzazione"Il vero problema - ha sottolineato la leader radicale - non è la troppa globalizzazione, ma al contrario è che essa è troppo poca, squilibrata, e relegata solo all'ambito commerciale"Nel mirino delle critiche di Emma Bonino, anzitutto le politiche protezioniste praticate dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti, in materia di agricoltura e di industria tessile che riducono alla fame i paesi della costa meridionale del mediterraneo e dell'Africa.Bonino ha criticato chi interpreta la globalizzazione come la possibilità di piazzare i propri prodotti, ma ben guardandosi da far entrare nei propri mercati quelli altrui, sicchè il liberismo si riduce ad "una predica da libero mercato contraddittoria"."Ogni nostro bovino dalla Sicilia alla Finlandia riceve 1 dollaro al giorno di sussidi agricoli" ha ricordato, sottolineando come non solo le produzioni agricole dei paesi in via di Sviluppo, ma anche la stessa Argentina, a parte gli innegabili problemi interni, paga anche il prezzo del fatto che "non riesce ad esportare un solo chilo nè in Europa, nè negli Usa che sono grandi liberisti, ma con i sussidi e i limiti alle importazioni".Globalizzare diritti umani e democraziaSoprattutto però, la leader radicale, ha denunciato l'assenza di qualsiasi forma di globalizzazione per ciò che concerne i diritti umani e la democrazia.
"Quando si tratta di affermare questi - ha affermato - diventiamo estremamente prudenti e realisti, ci inventiamo finanche il relativismo culturale".
A titolo di esempio ha ricordato le proprie denuncie dal lontano 1997 sull'imposizione della burka alle donne afgane che vennero bollate come "fisime di femministe occidentali", da parte di coloro che ritennero di giustificare l'orribile copricapo imposto dai talebani come un fatto culturale da rispettare.
Non è mancato, in tal senso il richiamo alla necessità di una organizzazione mondiale delle democrazie, anche per offrire una soluzione politica alla pur necessaria azione militare contro il terrorismo.
Infatti, da parte di Emma Bonino è stata reiterata la preoccupazione per la natura dell'alleanza mondiale contro il terrorismo, nella quale ha evidenziato il rischio dello "sdoganamento acritico" di paesi oggi amici, ma che rischiano di "costruire i mostri del futuro".Cittadini albanesi informati, italiani no.In precedenza, prendendo spunto dal numero di media e reporter presenti nella sessione mattutina dedicata all'Albania, Marco Pannella aveva osservato: "Con la solita lodevole eccezione del TG2, nessun organo di informazione italiano ha ritenuto di essere presente e di informare dell’accaduto".
"Gli italianofoni non devono saperne nulla.
Eppure, attraverso le decine di telecamere, fotografi e giornalisti, i cittadini albanesi sono e saranno informati.
I cittadini italiani, no".Ogni volta che queste cose si verificano, è bene che siano poste agli occhi di chi deve giudicare lo stato di un regime" aveva aggiunto Pannella.
"Le dittature dovevano e devono imporre leggi violente per realizzare quello che avviene oggi nella democrazia italiana.
Qui non c’è più bisogno di una dittatura, basta la non-deontologia giornalistica, per assicurare gli stessi risultati"."Questi risultati - aveva concluso Pannella - che altrove richiedono colpi di Stato e golpe, in Italia vivono così.
Meglio conoscerli, a noi servirà per meglio accumulare le armi per battere il mondo dei mandanti inerti e degli esecutori, degli obbedienti”.
"Quando si tratta di affermare questi - ha affermato - diventiamo estremamente prudenti e realisti, ci inventiamo finanche il relativismo culturale".
A titolo di esempio ha ricordato le proprie denuncie dal lontano 1997 sull'imposizione della burka alle donne afgane che vennero bollate come "fisime di femministe occidentali", da parte di coloro che ritennero di giustificare l'orribile copricapo imposto dai talebani come un fatto culturale da rispettare.
Non è mancato, in tal senso il richiamo alla necessità di una organizzazione mondiale delle democrazie, anche per offrire una soluzione politica alla pur necessaria azione militare contro il terrorismo.
Infatti, da parte di Emma Bonino è stata reiterata la preoccupazione per la natura dell'alleanza mondiale contro il terrorismo, nella quale ha evidenziato il rischio dello "sdoganamento acritico" di paesi oggi amici, ma che rischiano di "costruire i mostri del futuro".Cittadini albanesi informati, italiani no.In precedenza, prendendo spunto dal numero di media e reporter presenti nella sessione mattutina dedicata all'Albania, Marco Pannella aveva osservato: "Con la solita lodevole eccezione del TG2, nessun organo di informazione italiano ha ritenuto di essere presente e di informare dell’accaduto".
"Gli italianofoni non devono saperne nulla.
Eppure, attraverso le decine di telecamere, fotografi e giornalisti, i cittadini albanesi sono e saranno informati.
I cittadini italiani, no".Ogni volta che queste cose si verificano, è bene che siano poste agli occhi di chi deve giudicare lo stato di un regime" aveva aggiunto Pannella.
"Le dittature dovevano e devono imporre leggi violente per realizzare quello che avviene oggi nella democrazia italiana.
Qui non c’è più bisogno di una dittatura, basta la non-deontologia giornalistica, per assicurare gli stessi risultati"."Questi risultati - aveva concluso Pannella - che altrove richiedono colpi di Stato e golpe, in Italia vivono così.
Meglio conoscerli, a noi servirà per meglio accumulare le armi per battere il mondo dei mandanti inerti e degli esecutori, degli obbedienti”.
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