26 GEN 2002

Radicali: Conferenza stampa sull'esito delle denuncie di illegalità nella raccolta firme per le Regionali 2000

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I Radicali Italiani hanno denunciato la beffa messa in atto dalla Procura di Roma sull'indagine per i brogli nella presentazione delle liste per le Regionali del 2000Roma, 26 gennaio 2002 - La Procura di Roma sta portando avanti, a seguito delle numerose denunce dei radicali, "la più grande inchiesta" sui presunti brogli nella presentazione delle liste elettorali per le consultazioni regionali del 2000.

"Un'inchiesta che - ha chiarito Rita Bernardini - arriva con due anni di ritardo, visto che le denunce sono partite durante la campagna di raccolta firme".

Oltre il danno la beffa"Alcune liste
sono state presentate dai partiti poche ore prima dei termini necessari perché erano stati modificati i candidati.

Come è stato possibile a questi partiti raccogliere e certificare le firme in 12, 24 o 36 ore considerando anche che è necessario chiedere il certificato elettorale?".

Questo il quesito che si è posto l'avvocato Giuseppe Rossodivita, che ha ipotizzato il ricorso ad "elenchi di firmatari preconfezionati".

Rossodivita ha inoltre evidenziato che "le Procure avrebbero potuto andare a verificare le richieste dei certificati elettorali" anziché interrogare oltre 51.000 cittadini.

"Le procure non hanno dato prova, per usare un eufemismo, di una grande abilità investigativa", ha concluso Rossodivita La denuncia è dunque non solo per le irregolarità nella raccolta delle firme per la presentazione delle liste, ma anche per la conseguente 'beffa' della maxi indagine, partita con due anni di ritardo che finirà seguendo i tempi e i modi della giustizia italiana e con costi esorbitanti, a danno, chiaramente dei cittadini e della democrazia.

Un meccanismo per escludere le forze fuori dal giro partitocraticoLa presidente di Radicali Italiani ha inoltre ribadito che la "legge per la raccolta firme è incredibile, fa accumulare un gran numero di scartoffie" mentre si parla di firma digitale e di autocertificazione.

È un meccanismo, ha spiegato Bernardini "che penalizza fortemente le forze politiche che sono fuori dal giro partitocratico".

Si trattava inoltre di dati alla portata di tutti.A fronte di un'illegalità diffusa e ipocrita comitato di osservatori internazionali "Se non fossero in gioco i diritti dei cittadini ci sarebbe di che sorridere".

Così Daniele Capezzone, che ha rilanciato la proposta di Marco Pannella per un Comitato di Osservatori internazionali sulla stato della democrazia in Italia.

"Un'inchiesta - ha affermato il segretario di Radicali Italiani - che la Procura di Roma apre sapendo che non potrà mai essere chiusa è semplicemente un segnale, un avvertimento che si dà ai partiti.

In un contesto di illegalità che è comune e in cui ciascuno recita la sua parte all'interno di una commedia.

I partiti raccolgono le firme in modo illegale, i magistrati come le tre scimmiette non vedono, non sentono e non parlano.

Due anni dopo qualcuno si sveglia e o non fa niente o inquisisce i denuncianti o fa la macchietta della pantomima".

Il dossier Nel corso della conferenza stampa di questa mattina, è stato distribuito un documento che ha ricostruito l'iniziativa dei radicali in occasione della raccolta delle firme per la presentazione alle regionali del 2000 Il 16 febbraio 2000 - la Lista Bonino e il Comitato Promotore Referendum incontrano il Ministro Bianco e sollevano il problema derivante dall'elevato numero di firme da raccogliere per poter presentare le liste per le elezioni regionali in presenza di un meccanismo particolarmente complicato e antiquato (trascrizione manuale dei dati anagrafici; certificato elettorale allegato, ecc.) di una mancata informazione su tutta la procedura (in base alla normativa vigente - art.

4 della legge n.

43 del 1995 - i cittadini possono andare a firmare presso le segreterie comunali; in particolare, nei 20 giorni precedenti il termine di presentazione delle liste: 1) tutti i comuni devono assicurare agli elettori di qualunque comune la possibilità di sottoscrivere celermente le liste dei candidati; 2) i comuni devono rimanere aperti per tali adempimenti, per non meno di dieci ore al giorno dal lunedì al venerdì, otto ore il sabato e la domenica svolgendo tale funzione anche in proprietà comunali diverse dalla residenza municipale.

Le ore di apertura sono ridotte della metà nei comuni con meno di tremila abitanti; 3) gli orari sono resi noti al pubblico mediante loro esposizione chiaramente visibile anche nelle ore di chiusura degli uffici; 4) gli organi di informazione di proprietà pubblica sono tenuti ad informare i cittadini della possibilità di cui sopra.) 17 febbraio 2000 - Rita Bernardini invia una lettera al Ministro Bianco con le annotazioni di tutti gli adempimenti istituzionali previsti per la raccolta delle firme, ivi compreso il dovere della Rai-Tv di informare i cittadini; 23 febbraio 2000 - Emma Bonino, Marco Cappato e Daniele Capezzone con una lettera inviata al Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla RAI Francesco Storace, insistono sugli obblighi del servizio pubblico radiotelevisivo previsti dalla L.43/95: "Per presentare le liste in tutte le circoscrizioni, occorrono dalle 110mila alle 140mila firme, che devono essere raccolte, ormai, in poco meno di trenta giorni…chiediamo che la RAI si muova da subito e non solo negli ultimi venti giorni prescritti dalla legge, in primo luogo per dare ai cittadini la notizia - per lo più sconosciuta - della necessità di sottoscrivere le liste e, in secondo luogo per illustrare le modalità della sottoscrizione…".

25 febbraio 2000 - Il ministro Bianco redige una nuova circolare che, a differenza di quella del 17 febbraio "lacunosa e inesatta" in quanto relativa al solo rilascio delle certificazioni elettorali, richiama i prefetti - e tramite loro i comuni - anche sugli adempimenti relativi alle autenticazioni delle firme; una circolare però che nulla dice sulla disponibilità che istituzionalmente i comuni devono prestare, per consentire ai cittadini di poter sottoscrivere le liste elettorali.

La stragrande maggioranza dei comuni, infatti, risulta non essere neppure a conoscenza di ciò che la legge elettorale prescrive ed impone.

4 marzo 2000 - a tredici giorni dalla data di presentazione delle liste elettorali, la presidenza della Convention radicale in corso a Roma denuncia il sostanziale "attentato ai diritti politici dei cittadini", e rivolge un appello al presidente del Consiglio e al ministro degli Interni affinché assicurino il rispetto delle leggi vigenti.

125 dirigenti e militanti radicali iniziano un "digiuno dialogo" per ottenere il ripristino di un minimo di legalità: infatti - si legge in un comunicato - "numerosi uffici comunali risultano chiusi o comunque inaccessibili ai cittadini mentre il servizio pubblico radiotelevisivo si limita a sporadici e burocratici comunicati che nulla hanno a che vedere con gli obblighi di informazione previsti dalla legge".

5 marzo 2000 - Il ministro degli Interni Bianco invia un fax a Marco Pannella, comunicandogli di aver fatto quanto in suo potere presso i vertici della RAI, e allega una sua lettera al presidente dell'Ente radiotelevisivo pubblico Roberto Zaccaria.

Il problema è che in quella lettera ci si limita alle modalità di espressione del voto e non alla raccolta delle firme per la presentazione delle liste e delle candidature.

6 marzo 2000 - Emma Bonino denuncia: uffici comunali chiusi, autenticatori indisponibili, informazione zero.

Prosegue il digiuno di dialogo con il presidente del Consiglio e il ministro degli Interni.

7 marzo 2000 - Il presidente del consiglio Massimo D'Alema incontra Emma Bonino, Marco Cappato e Rita Bernardini, e accoglie l'invito per una correzione almeno parziale della grave situazione di illegittimità e illegalità determinatasi nella procedura elettorale.

Primo segno concreto: D'Alema nel corso della trasmissione radiofonica Radio anch'io, e poi intervistato da TG1 e TG2 riconosce la fondatezza della denuncia radicale.

8 marzo 2000 - finalmente anche la RAI comincia a fornire quel servizio pubblico di informazione sui procedimenti elettorali che la legge imponeva venisse assicurato almeno dal 27 febbraio.

I radicali sospendono il digiuno.

13 marzo 2000 - conferenza stampa di Emma Bonino, Marco Cappato e Marco Pannella.

I tre esponenti radicali annunciano "possibili denunce per omissione di atti di ufficio nei confronti di quei consiglieri comunali che, violando la legge, non garantiscono pari condizioni a tutte le forze politiche." I radicali annunciano che denunceranno l'Italia alla Corte di Strasburgo per la "legge bislacca" che regola la raccolta delle firme per la presentazione delle liste alle elezioni regionali.

15 marzo 2000 - Marco Pannella si rivolge pubblicamente il capo della procura della Repubblica di Napoli Agostino Cordova: "ho dei dubbi", dice tra l'altro Pannella, "su come il centro sinistra potrà raccogliere legalmente le firme necessarie per appoggiare la candidatura di Antonio Bassolino presidente".

Il senatore radicale Pietro Milio presenta un'interrogazione urgente al presidente del Consiglio e al ministro degli Interni, ponendo la questione della legittimità della raccolta delle firme nelle liste dei candidati del centro-destra e del centro-sinistra in Calabria e in Campania; e si chiede un intervento del Governo per garantire la regolarità della competizione elettorale.

A pochi giorni e in alcuni casi ore dal termine per il deposito delle liste e delle candidature, notizie stampa parlano disinvoltamente di candidature ancora non decise dalle forze politiche, di rinunce di candidati, di liste che accettano in extremis di collegarsi ai poli, di candidati che accettano di candidarsi all'ultimo istante: i radicali si chiedono e chiedono ufficialmente "come fanno i partiti - in così poco tempo - a raccogliere le migliaia di firme prescritte dalla legge, visto che gli elettori devono necessariamente firmare su moduli che contengono i nomi dei candidati e i collegamenti con le liste?" 19 marzo 2000 - Marco Pannella denuncia l'illegalità della futura prova elettorale e ne chiede l'invalidazione, "in attesa di vedere se in Italia esiste un qualche amministratore della giustizia competente" che abbia un lontano ricordo della propria dignità e funzione".

27 marzo 2000 - Marco Cappato annuncia la presentazione di denuncie in tutte le Procure della Repubblica per i brogli verificatisi durante la raccolta delle firme per le regionali.

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