Intervista a Giovanni Lorenzo Forcieri sul ritiro del contingente militare italiano in Iraq, sul sostegno dell'Italia al processo di democratizzazione di questo paese e sulla missione italiana in Afghanistan

Lorenzo forse c'è il senatore uscente dei DS sottosegretario alla difesa
Il ritiro dall'Iraq e delle truppe militari italiane ha rappresentato stando ai titoli del giorno dopo il colpo più efficace in termini giornalistici dell'intervento pur lungo di Romano Prodi inserire dichiarazioni programmatiche per la fiducia la settimana scorsa al Senato
Allora partiamo da questo dato ritiro come e in che tempi voi ovviamente già al lavoro per il confronto anche tecnico operativo la consultazione con le autorità locali e con gli alleati di cosa si tratta
Ma guardi il governo deve ancora avere e ancora completare l'iter parlamentare avere la fiducia della Camera e adesso in questo momento onestamente e lavora nella nell'avvio delle del dette lavoro normale dell'attività di governo sia per quanto riguarda i ministri sia per quanto riguarda il sottosegretario per quanto riguarda il problema del ritiro se la notizia fatto Effetto è perché forse in Italia non si è abituati a dispetto tra le le proposte in campagna elettorale e poi i conseguenti atti di governo questa è una decisione che era scontata perché è prevista nel programma
Con cui le forze del del centro stile l'Ulivo e del centro sinistra si sono presentate agli elettori
Le modalità di questo ritiro credo che siano state anche queste più volte indicate in termini di Serge nera ali cioè quello di un accordo con una il governo irachene con gli alleati non è che da possiamo andare lì e scappare di notte una è un rientro io lo chiamerei più cool più rientro che un ritiro della nostra missione un rientro che va naturalmente sulla base della nostra sovranità e autonomia nazionale ma che va anche al che modo concordato con quelli che sono i nostri alleati che il governo il governo iracheno che si è che si è formato questo non deve far venir meno il nostro impegno in quel in quel Paese in quella regione perché c'è bisogno di sostegno al processo di costruzione dello Stato iracheno
Che dopo la sciagurata decisione della guerra comunque visto la via arsi di un processo democratico con lo svolgimento delle lezioni con la versione del Parma provassimo della Costituzione elezione del Parlamento ed ora la la formazione di un governo che ha ottenuto da questo Parlamento la fiducia anche se rimangono ancora alcuni nodi
Fondamentali come quello del ministro degli interni e come quello del ministro della Difesa però insomma possiamo dire che in Iraq ora c'è un governo regolarmente eletto democraticamente eletto dai cittadini dai cittadini iracheni peraltro a questo governo tra il suo programma i primi punti ha messo la il ritiro della delle forze delle forze straniere
Quindi noi sarà un lavoro che verrà definito sia tecnicamente nostro interno ma anche politicamente con col Governo era che né con gli alleati affinché entro l'anno la nostra missione in quel Paese militare abbia abbia fine dicevo dovrà io credo continuare l'attenzione la il Colle il sostegno al processo di costruzione delle istituzioni democratiche era che neanche di ricostruzione di quel Paese sia attraverso le attività delle organizzazioni non governative sia attraverso impegni indiretti del nostro del nostro governo e quello è tutta una cosa che sarà definita nei prossimi giorni nelle prossime settimane
Il fronte più caldo sembra suo tutto guardando anche al future non solo al drammatico passato prossimo quello afgano perché la morte dei Trinitari italiani in Afghanistan da più di un analista è stato salutata Sal sarà commentata in modo triste ma anche come il quello che si è se lei un segnale molto negativo perché il fronte si sta spostando a Sud
E il contingente militare italiano va incontro a rischi altissimi si è detto ho detto il ministro uscente Martino mo'la metto anche altri
Esponenti politici e tecnici
Quindi cosa fare sull'Iraq qualcuno ha detto sì penso la fuga e se l'acqua ha detto a si pensi al Comunisti italiani ritirarsi anche di di di andar via anche da lì subito
Evidentemente la linea del Governo non è questa la
Cosa fare no assolutamente
La situazione sta totalmente diversa rispettare la all'Iraq e l'Afghanistan presenti in Afghanistan presente una missione che ha un mandato delle Nazioni Unite preciso
E ha una l'ammissione che portata avanti sia dalla che sta qualche anno dal due mila tre credo è affidata alla alla NATO in collaborazione anche con altri Paesi addirittura alcuni anche Paesi non non allineati
L'Afghanistan rappresenta la sfida più grande che a cui dobbiamo far fronte e uno delle dive e le difficoltà che questo Paese in questo momento sta attraversando non sono o diciamo del tutto indifferenti a quello che è successo in Iraq cioè il fatto di aver abbandonato
L'operazione dell'Afghanistan a metà per aver deciso di iniziare quella guerra sbagliata nei Concone contro contro l'Iraq ha fatto sì che le condizioni di sicurezza in quel Paese su quel territorio
Non siano state garantite e non sono ancora garantiti e oggi io penso anche che noi no no non dobbiamo minimamente pensare né di venir via naturalmente noi dall'Iraq alla NATO i Paesi occidentali ma tanto meno gli Stati Uniti uno delle difficoltà che oggi si hanno né la garanzia della sicurezza in quel in quel territorio molto difficile proprio perché sta diminuendo è diminuito l'impegno l'impegno militare americano perché è stato distolto
Con la querela che ne ha c'è l'apertura del cosiddetto secondo fronte quando ancora il processo in Afghanistan era del tutto in completo perché quando si è iniziata la guerra in Iraq
Sì in Afghanistan si era più o meno il controllo di Kabul e forse neanche di tutto Kabul ora le cose sono andate avanti e si sta procedendo
Ma allargare le le zone di di di di influenza e di sicurezza verso est e verso sud ma nel frattempo quelle zone sono state completamente quasi completamente abbandonate ci sono infiltrazioni alle frontiere
C'è una recrudescenza dell'attività dei talebani c'è una la ripresa dell'attività terroristica
E io credo che qui dobbiamo intervenire perché il governo di Karzai del Presidente
Eletto deve essere assolutamente aiutato a garantire la sicurezza perché sta lasciato da solo probabilmente quel Paese ricadrebbe in totalmente nelle nel nelle mani dei terroristi e dei talebani così come già avvenuto nel passato