Pur non avendone mai fatto parte ha seguito negli anni il suo lavoro.
Ne critica le modalità di nomina e la composizione, esprimendo alcune proposte.
Inoltre, nell'intervista è inevitabile continuare a riflettere sull'esperienza di Piero Welby, sul suo senso umano, etico e sulla libertà di morire di morte naturale a dispetto di una medicina che non accetta di essere fallibile e che deve imparare a dire con serenità anche la parola fine.