Inaugurazione della mostra "Prisons", un ritratto delle carceri italiane raccontato attraverso le suggestive immagini raccolte dal fotografo Francesco Cocco

Le
Luigi Maranzana Bernard L. non esita ma una cosa di cui ci parlava l'avvocato
Appare oggi
Cinque
Quando
Va bene
Mi ha chiamato mi ha chiamato anche finale
Ricevo salito
Ora se se c'è ancora qualche posto libero non inizieremo non è una conferenza stampa
Soltanto Tato vi ringrazio di essere qui io sono Silvio Di Francia del sono da un mese e tre giorni no Assessore alla cultura di Roma dunque sono
Davvero un po'emozionato e contento di fare questa piccola inaugurazione di questa nostra mostra nella sala nell'ex Santa Rita che proprio qui attaccata all'assessorato
Dopo dirò ancora anch'io qualche cosa ma davvero brevissima per illustra la mostra prima inizio con dei proprio ringraziamenti sentiti e doverosi io intanto ringrazio Daniela De Pietri che insieme a Francesco Cocco che il fotografo
Di alta
Di moltissime foto che qui non sono esposte lo spazzerà consentire soltanto alcune Prodi questa bella mostra che forse andrebbe anche ripresa trovando ancora uno spazio grande andrebbe vista nella sua interezza Daniele De Pietri che è stata anche lei insieme a Francesco Cocco
Una delle persone che hanno spinto perché questa mostra fosse queste foto fossero viste ovviamente io ringrazio anche mia benedetta che leggera
Due testi
Che non vanno non vanno neanche commentato il testo di Adriano Sofri il cui titolo è davvero esplicativo a doppia mandata e poi dopo le nostre chiacchiere sono qui con bell'Luigi Manconi che è sottosegretario alla Giustizia Gianfranco Spadaccia che è il difensore civico dei detenuti la dizione esatte io dovrei saperlo perché ho avuto una piccola parte nella stesura di quella delibera è in realtà il garante dei diritti delle persone detenute a Roma però noi ma abbiamo anche dire che il difensore civico dei detenuti che vivono le carceri romane io poi ancora devo ringraziare anche Annarita Bartolomei che la persona che ha fatto in modo che questo luogo fosse un'occasione di iniziative
Tutte bellissime quando sono stato appena nominato si inaugurava una bellissima mostra che fino a qualche giorno fa di Emanuele Luzzatti ed è stato anche singolare che fosse fatto questo maggio
Nei giorni in cui Luzzati
Veniva a mancare
E devo ringraziare infine anche
Di dire all'eleganza ma l'ufficio stampa di Zètema Patrizia Morici
E tutte le altre che hanno dato una mano e devo dire che sono davvero molto efficienti perché ormai queste mostre hanno se hanno successo
Non solo di pubblico ma anche di visibilità lo si deve anche a loro io inizierei prima ancora di dire parole perché è una mostra va vista e banche soggettivamente
Soggettivamente portate dentro di noi le parole a volte servono davvero poco e sono povere comunque io nella mia veste istituzionale di assessore qualcosina ancora dirò io inizierei subito chiedendo a mia ringraziando ancora una volta di leggere a doppia mandata di Adriano Sofri
Niente ha più forza in nome dell'abitudine
Essa ci fa apparire naturale immutabile ciò che caldo ecco e può essere già consumato
E ci trattiene dall'interrogarci di nuovo
Occorre ogni tanto lo sguardo
Nuovo del bambino scadenzato al passaggio dell'imperatore nudo
Io non sono un bambino né ingenuo
Né malizioso sono però un malcapitato
Ed è dal fondo di questo infortunio che sono indotto a rifare la domanda
Perché sono rinchiusi a doppia mandata i corpi dei detenuti nello spazio stretto della cella
Perché la reclusione
La rifaccio tutti i giorni la domanda agli altri reclusi e anche ai carcerieri e alle autorità in cui mi imbatto
La rifaccio qui anche a voi che ascoltate
Una parte della risposta è ovvia ci sono persone messe sotto chiave per impedire loro di far del male al prossimo e al Società
Risposta tanto abbia quanto rara si preferisce abbellire la cosa con frasi sulla rieducazione
Invece ci sono persone che devono essere recluse fisicamente per garantirsi della loro persistente minaccia criminale
Si tratta di una piccola minoranza degli effettivi detenuti
In altri casi perché la reclusione corporale metodiche soffocante su cui l'intera struttura carceraria costruita
Ecco un'altra risposta in apparenza ovvia per impedire che i detenuti e vadano
Questa risposta infondata la grande maggioranza dei detenuti non minaccia alcun pericolo di fuga in alcuni casi sono le circostanze stesse dell'ingresso in carcere mostrarlo
Persone che si consegnano volontariamente anche avendo la possibilità di vivere liberi altrove
In moltissimi altri casi è l'adesione dei detenuti ai meccanismi progressivi di verifica della Pina permessi riduzioni semilibertà
Approvare il disinteresse a fughe ed evasioni
Detenuti
Detenuti condannati esterna rientra in carcere sulla propria responsabilità
è noto che la quota dei detenuti che abusa dei benefici legali per non rifare di torna in carcere è inferiore al due per cento cifra minima
Nel carcere in cui mi trovo se un terremoto un tumulto dovessero far dileguare le guardie e scardinare i cancelli il novanta per cento dei prigionieri resterebbe seduto ad aspettare il ritorno dell'ordine
Un dieci per cento
Si lascerebbe tentare dall'occasione andrebbe a fare un giro e tornerebbe dentro un po'malfermo sulle gambe la mattina dopo
Non sarà una fantasia allegra ma realistica credetemi
Dunque non è per sventare evasioni che si sbatacchiava blindate ferrate si battono mattina e sera doppie grate di sbarre alle finestre e si accendono le luci per raccontare una quantità di volte ogni notte
Allora
Resta una risposta
Per far soffrire detenuti
La reclusione in gabbia e alla catena e sommo dolore mortificazione per gli omini come per gli animali
La galera è questa pena
Non solo la privazione della libertà
Ma questa sua misura strette schiacciante questo sferragliare di chiavi queste mani che sporgono dalle sbarre questi vi sia sfacciati agli sportelli in castigo come cani di cattivi padroni come bambini di padri inflessibili
Questa spiegazione a un pieno assenso ma è anticostituzionale è illegale è vietata
Persino se qualcuno volesse argomentarla nella forma edificante sadica
è questa Tormento sa penitenza la via alla rieducazione vietato
Allora perché una macchina così enorme
Improntata alla chiusura la stretta reclusione corporale
Non so
Però non lo sanno neanche le autorità e gli esperti che mi capita di interpellare
Non ci avevano pensato
La risposta più probabile è perché si è fatto sempre così
Perché la prigione è questo
E anche perché se si prende sul serio la domanda c'è da mettersi le mani nei capelli di fronte al precipizio morale e materiale che si spalanca
Ma io a restare al Regolamento
Autorità di esperti non se la sentono di rifarsi quella domanda alludono bensì Odessa parlando di cose ragionevoli come le pene alternative la dei carceri d'azione e simili
Credo che questa cauta moderazione sembri loro il modo migliore e forse l'unico ne fa dei passi in avanti
In realtà questa cautela ha in se stessa il proprio limite temo
Se non ci si tenta errata dalle radici sulla reclusione corporale si rischia di impegnarsi in alternative tecniche riduttive dal braccialetto in largo e di non pensare all'universo di possibilità diverse che nel nostro tempo vengono offerte dalla Riso socializzazione dei servizi civili dei lavori utili e generosi
E dalla buona volontà
Adriano Sofri
Ma queste foto sono un viaggio nelle carceri italiane
Reso possibile dal da Ford Francesco Cocco io vorrei chiamarlo qui vi è arrivato credo cinque mesi fa da lunghissimo viaggio dalla Cina e vorrei invitarlo a anche dire due parole su questo viaggio che affrontato e sulle foto che ne ha ricavato
Buonasera a tutti
Premetto che io ho scelto di fare fotocopie per non parlare quindi mi trovo in questo momento
Una situazione abbastanza imbarazzante anche perché tutto ciò che intorno a me in questo momento
è una sorpresa nel senso che conoscevo lo spazio perché ovviamente ero venuto a visitarlo però temo questo che c'è qui il video che vedremo e le immagini che sono esposte al lavoro di Alessandra Mauro di contrasto
E niente
Le poche parole che posso dire riguardo a questo lavoro saltando per motivi di tempo tutta una serie di ringraziamenti che dovrei fare a tutta una serie di persone che alcune sono in questo momento qui e altre no
Risorsa dallo accennato il il signor Di Francia in questo momento è un viaggio è un viaggio che è durato quattr'anni all'interno di tredici istituti
In Italia partendo da Milano parata Sando parlare Gazi a Messina
Compresa la Sardegna ed è stata un'esperienza incredibile non solo da un punto di vista dal punto di vista la foto ma un'esperienza straordinaria da un punto di vista umano
Che dire
è imbarazzante
In qualche modo per me a distanza di tempo rivedere queste immagini e non so tempo emozionante perché
Mi mi mi tornano in mente molte delle storie che ho
In qualche modo così ascoltato attraverso molto spesso gli sguardi e attraverso le parole di queste persone ho incontrato lungo questo viaggio
E forse alla fine credo che
E quello che in qualche modo posso dire di aver dedicato loro le fotografie
Senza molte presentazioni vorrei dare la parola Luigi Manconi attualmente il sottosegretario alla Giustizia si occupa delle carceri e la persona che appena quarant'ventiquattro ore dopo nominato mi ha parlato di questa mostra nella realtà accennato ma non sapendo che avrei potuto dare un piccolo contributo a realizzarla e vorrei dare la parola a luglio
Grazie e ovviamente il primo ringraziamento va all'autore delle foto
Gli va detto che quelle parole così restie che ha appena pronunciato in realtà sono più eloquenti di quanto egli può pensare nel senso che
Ha sottolineato l'aspetto principale dietro ogni sua foto c'è una storia ed è una storia di sofferenza che quelle foto ci permettono di conoscete però ecco una prima notazione mi viene da dire non sono solo immagini di sofferenza
Tengo molto a questa precisazione il carcere
Il luogo della mortificazione umana per eccellenza
E tuttavia la forza della persona è tale che anche nel luogo massimo della coazione e dell'umiliazione
L'intelligenza l'identità la soggettività la forza morale emergono
E queste foto ne sono testimonianza non sono solo foto di dolore sono anche foto di allegria sono foto
Di pensiero che si può scorgere ma la seconda cosa mi sembra ancora più importanti io ritengo che questa sia una mostra terapeutica in senso letterale terapeutica
Mi è capitato di osservarlo in molte circostanze dopo gli occhi riprendere un pensiero che spesso mi colpisce quando
Visito un istituto penitenziario
Il carcere e
Un luogo della rimozione
Se riflettete un attimo
Nella lingua italiana rimozione viene utilizzato da tre tipi di lingua c'è la lingua diciamo dei vigili urbani quella macchina è stata rimossa ma ancor più frequentemente rimozione viene usata nelle discipline della psiche e viene usata nella attività edilizia vengono rimossi i detriti vengono rimossi di Scarpi vengono rimossi i rifiuti
Credo che ci sia una qualche corrispondenza tra il fatto che in edilizia rimozione significa spostare dalla vista gli scarti di una costruzione che il carcere sia un luogo di rimozione degli scarti della nostra vita sociale
Però qualcosa di più degli scarti della nostra soggettiva identità cioè il carcere il posto dove ciascuno di noi in qualche misura proietta il negativo che Chance in ciascuno di noi appunto
Proietta non solo l'angoscia che vuole non vedere ma proietta anche la paura di essere egli spesso a rischio di carcere egli stesso a rischio di trasgressione egli stesso a rischio di devianza egli spesso a rischio di crimine
E tutto ciò spiega perché il carcere viene appunto rimorso una manifestazione di questa rimozione il fatto che ovunque si parla disposta are fuori dalla città cioè dallo sguardo della collettività le carceri
A Milano è stato pressoché deciso il carcere di San Vittore che sta nel cuore la città verrà
Ma di Beatles altro il carcere verrà spostato fuori a Roma da decenni si parla di spostare fuori
Dalle cerchia cittadina il carcere Regina Coeli cosa che io mi auguro che mai accadrà perché invece deve rimanere nel cuore della città
Appunto perché non sia rimosso ciò che c'è dentro ecco e finisco su questo di quella rimozione del carcere fa parte il fatto che il carcere sia anonimo che con la sola eccezione di quelli che vengono definiti detenuti eccellenti nel carcere ci sono persone di cui non conosciamo di identità alla faccia il nome la biografia la storia l'esperienza sociale la rete parentale la famiglia nulla conosciamo in questo senso la mostra di Francesco Coco e terapeutica perché ci fa conoscere ci presenta in carne e ossa quelli che in carcere stanno reclusi
E lo dico anche per una ragione ulteriore che ha ovviamente un significato politico molto importante guardate
Nel luglio dello scorso anno è stato approvato un provvedimento di clemenza all'indulto per mesi e mesi
L'indulto è diventato il principale oggetto di riprovazione sociale nei confronti del governo nei confronti del Parlamento si trattava di un atto del Parlamento nei confronti di chi ne sosteneva l'opportunità e intorno all'indulto c'è stato una battaglia delle cifre tutta concentrata non sulle conseguenze che quell'indulto aveva nella vita concreta delle persone nei cortili
Di chi grazie all'indulto usciva legalmente dal carcere ma tutto concentrato su di numeri quindici giorni fa abbiamo potuto finalmente far conoscere i numeri veri i numeri veri dicono che l'indulto è stato un provvedimento non solo sacrosanto ma altamente positivo che non ha prodotto nessuno dei danni sociali che invece sono stati bloccati
Però siamo ancora nei numeri nelle percentuali nello spiegare che tra coloro che hanno beneficiato dell'indulto
Una quota assai ridotta a ripetuto il reato e tra quelli che hanno ripetuto il reato gli stranieri che hanno ripetuto il reato sono meno degli italiani che hanno ripetuto il reato siamo ancora nel campo delle cifre i numeri finalmente positivi ma ecco per capire chi beneficerà dell'indulto
è opportuno che si guardino loro i loro volti le loro facce idolo sguardi e la mostra di Francesco Cocco ce lo permette e per questo gli sono molto grato
Adesso nel dare la parola Gianfranco Spadaccia dico una semplicissima cosa per spiegare cos'è la figura l'ho fatto dico io per non farlo dire Luís la figura del garante dei diritti dei detenuti
Vi prego ci prendiamo il piccolo orgoglio di essere stata la prima città al dito istituito per delibera comunale questa figura questa figura in qualche modo però riguarda anche le cose che questa mostra fa vedere
Tra custodi e custoditi mancava una personalità dotata di forza di persuasione di rapporti con l'amministrazione penitenziaria ma anche con l'amministrazione locale in grado di fare emergere quelli che sono i corpi elementi delle persone cioè vale a dire quei semplici diritti negati che non riguardano in nessun modo l'espiazione della pena
Nessuna nessuna sentenza
Comporterà mai come afflizione ad esempio l'esclusione da alcune cure sanitarie fondamentali con l'esclusione di alcune forme di corrispondenza di socialità
Da da alcuni diritti elementari da cui moltissimi detenuti per lo Stato le nostre carceri che andrebbero appunto viste mostrate conosciute
Nessuno di questi diritti aveva una figura terza tra custodi e custoditi in grado di farle valida ecco perché non avevamo pensato alla parola difensore civico dei detenuti
Ne è uscita fuori una piccola delibera che come tutte le delibere innovative
Fatica ad essere accettata in parte dall'amministrazione penitenziaria ma in parte anche dalla stessa amministrazione locale ma Gianfranco Spadaccia oggi in il titolare dunque poi che anche ieri ha preso una delle tante iniziative questo ufficio
Permette di portare avanti do la parola volentieri a lui
Ma intanto io mi trovo Franco
L'autore è il primo firmatario della delibera dell'istituzione legata del garante e e poi il primo garantire a Roma perché il mio predecessore è stato Luigi
Quindi vorrei ringraziare Silvio perché praticamente uno dei primi
Prime manifestazioni esterne e dedicata questa mostra e cioè al carcere prigioni ai detenuti
Io non ero venuto qui per assistere per partecipare presenziare non non per parlare quindi non dirò molte cose non vanno Hierro
Da queste foto indiscutibilmente il carcere è un luogo di desolazione
Appare anche con un luogo di possibile che spesso lo è lo diventa degradazione è un luogo in cui le persone vengono considerate
Oggetti
Numeri
Perché l'istituzione penitenziaria destituzione chiusa e porta
Per la sua funzione questo
Però all'interno del carcere omicida Gianluigi
E che in realtà ci sono delle persone
E delle persone che
Alle disgrazie della propria vita o alle responsabilità o alle colpe della propria vita aggiungono
Un'altra vicenda che quella del carcere
E questa vicenda non deve essere non può essere lo Stato non può permettere che sia soltanto una vicenda di desolazione e di degradazione
Deve essere un momento di recupero
è un momento di ricostruzione
Cioè costruire di nuovo la propria personalità la propria vita o almeno creati nelle premesse
Ieri abbiamo fatto questo convegno a cui accennava Silvio su la scrittura in carcere
Un giornalista il giorno prima mi ha detto dice ma scusate ma con tutti i problemi che c'è il carcere ma questa cosa dei laboratori di scrittura creativa
Non sarà per caso
Poi vicaria
Non sarà per caso
Un russo
Ecco questo è un pregiudizio che dobbiamo assolutamente saltare ci sono delle persone ricche
Dei colletti bianchi che di fronte alla prova del carcere
Degradano e sono demoralizzati fortemente ci sono dei poveri che magari in carcere attraverso il rapporto o degli analfabeti che attraverso l'insegnamento attraverso il corsi di insegnamento
O attraverso anche i concorsi vivibile lui di i laboratori di scrittura creativa
Arrivano
A conquistare una cultura che prima non aveva
Guardate che non vi parlo ipotesi di cose virtuali perché nella realtà del carcere dove passano a a a decine di migliaia ogni anno le persone
Neve del nella realtà del carcere ci sono
Ad esempio il primo
Concreto ricompongono sto autentiche persone molto volti come questi di questi splendide fotografie
Che danno questa immagine del del carcere commesso è realmente
Un deputato leghista qualche tempo fa qualche giorno fa
Ha avuto l'ASPI
Da volgarità cioè dell'espressione di dire che le carceri italiane sono cinque stelle
Questa nelle smentita
Non sono negazioni di Ariane cinque aste
Sono le carceri che vedete molto spesso alcune peggio di queste alcune migliori perché più moderne ma sempre carceri sbarramenti chiusure possibilità di desolazione e di degrado ma non solo questo
Allora non figli io vorrei che venisse a vedere queste cose e che vedesse insieme queste cose come dalla desolazione del carcere qualche cosa si può costruire ieri abbiamo avuto un dibattito Urbinati e Dacia Maraini in fondo al binario ci pone un problema reale accenno questo che stiamo facendo non non costituisce un lenimento di una realtà dura drammatica che non si riesce ma di cosiddetto fallimento rispondeva Dacia Maraini non è
La negazione
Della dura realtà del carcere e il tentativo a partire da quella drammatica da me drammatica esperienza drammatica condizione
Il costruire le premesse di qualche cosa di diverso e di nuove costa scattare nella vita delle persone anche nell'amministrazione penitenziario
Perché io sono un presentatore maldestro l'ha fatto Francesco Cocco l'avrei dovuto fare io ringrazio l'agenzia contrasto che ha permesso questa mostra ringrazio anche la mia direttrice del Dipartimento Giovanna Marinelli che sovrintende a molte di queste di queste iniziative dirò soltanto anche una piccola cosa da amministratore perché questo il mio compito
Preparandomi per questa mostra anche guardando un po'gli incartamenti in questi giorni
Ho visto anche uno dato un'occhiata le molte iniziative che si fanno nel carcere romano che riguarda in particolare il mio assessorato
Naturalmente ho trovato che moltissimi artisti moltissime persone insomma volontariamente in modo encomiabile vanno nel carcere il carcere domani ospitano concerti particolare c'è anche una generosità degli artisti domani in questo io credo che questo è bene che succeda è bene che continui a succedere
Ed è importantissimo però le cose che dice anche Gianfranco Spadaccia sono ci dicono un'altra cosa che oggi le nostre carceri sono i luoghi di produzione culturale che significa
Significa anche una possibilità concreta anche di fare emergere di far conoscere questa cultura che viene prodotta anche moltissime carceri italiane ad esempio attraverso esperienze teatrali attraverso anche esperienze della scrittura che richiede la pazienza molti sanno che i carcerati insieme a poche altre categorie sono magari Goria che coltiva la pazienza con la pazienza una volta si diceva dei carcerati che facevo le navi dentro la bottiglia dunque la scrittura avvolto in alcuni casi la vera e propria
Grafo mania è uno dei tratti proprio della privazione della libertà però io credo che l'impegno che almeno mi sento di assumere di continuare questo lavoro cioè vale a dire la produzione culturale come anche occasione di iniziativa di lavoro esterno su questo potremmo ritrovarci anche molto presto
L'ultimissima cosa nel dare davvero perché appreso moltissimo tempo riguarda ancora due questioni una che c'è una piccola formula felice di cui lei a Roma siamo molto orgogliosi cioè noi abbiamo
In una in in in una consiglio comunale straordinario credo l'unico che si sia tenuto in Italia sopravvive il consiglio comunale di Roma una volta si trasferì nel carcere romano di Rebibbia cioè legalmente cioè con con tutti i funzionari con il numero legale per una discussione che riguardava il piano regolatore delle carceri in quel caso richiesto proprio dal dei detenuti di Rebibbia fu adottata la dizione del carcere come ventesimo Municipio dalla città Roma amministrativamente diciannove municipi ce n'era un ventesimo ciò significava che la città entrava in carcere che la città si occupava di chi chi chi abitava cioè decisi di una quota consistente di cittadini romani
L'ultimissima cosa prendere una spiegazione perché chiediamo adesso con mia che ringrazio ancora
Con un'altra lettura riguardava la ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde è un testo conosciuto non conosciutissimo
Un'immagine finale della vita di recluso di Oscar Wilde
La scelta proviene per un altro motivo una volta chi aperto nella grande match era venuta in mente proprio per la lettura di Adriano Sofri in apertura una volta mi hanno forse soffrì
Fu invitato in permesso ad andare a Milano durante le giornate pentecostali
A leggere la ballata del carcere di Reading commentarla c'è sempre un politico di turno che si scandalizza e disse mai
Per una problema di opportunità in quel caso soffre decise di non andare quel caso ci sembrava giusto visto che aprivamo con un testo di Adriano Sofri chiudere con una parte una piccola parte del della ballata del carcere di Reading grazie
Non portava la giacca scarlatta
Perché il rosso il colore del sangue del vino
E sangue il vino aveva sulle mani quando lo trovarono con la morta
Con la povera morta Katia Amato e assassinato nel suo letto
Pensare solo al quale ossessione gli affrettava il passo e alla ragione di quel suo contemplare la vivida luce del giorno
Quell'uomo avevo ucciso la cosa che amava e pertanto doveva morire
Eppure ogni uomo uccide la cosa che ama
E questo lo sentano tutti
Chi lo fa con uno sguardo a marzo
E chi con una lusinga il codardo lo fa con un bacio il coraggioso con una spada
Chi ci dà il suo amore da giovane chi uccide da vecchio chi lo strangola con le mani della lussuria chi con le mani del lavoro
Il più pietosi usano un coltello
Perché i morti si fregiano così presto
C'è chi ama troppo poco che troppo a lungo c'è chi vende cioè che compra
Chi compie l'atto con molte lacrime e chi senza un sospiro
Perché tutti lo citano la cosa che amano
Anche se tutto non tutti muoiano
Non tutti muoiono una morte vergognosa in un giorno di cupo disonore non tutti hanno un cappio intorno al collo mi un cencio sopra la faccia nel piombano a piedi avanti nella botola in uno spazio vuoto
Non tutti siedono fra uomini multi che ti osservano notte e giorno che ti guardano quando cerchi di piangere e quando cerchi di pregare che ti sorvegliano per evitare che del flautista prigione della sua preda
Nel carcere diritti presso la città di Titina c'è una fossa di vergogna e dentro di essa giace un infelice divorato da denti di fiamma
In un sudario ardente egli giace e la sua tomba non recano un eccola finché Cristo non chiamerai morti lasciatelo già c'era il silenzio
Non c'è bisogno di sprecare una vana lacrima medi esalare il vento di un sospiro
L'uomo avevo ucciso la cosa che ama e pertanto doveva morire
E ogni uomo uccide la cosa che ama che questo lo sanno tutti chi lo fa con uno sguardo amare e che con una lusinga
Il codardo lo fa con un taccio il coraggioso lo fa con la spada