Intervista a Valerio Zanone sul rapporto Stato-Chiesa e in particolare sulle pressioni della CEI relative all'attuazione della legge per i diritti delle persone conviventi (i cosidetti DI.CO.)

Abbiamo ora qui con noi Valerio Zanone il senatore Valerio Zanone e e senatore Zanone lei da sempre diciamo così si è occupato dei rapporti Stato Chiesa come valuta come giudica queste diciamo così pressioni di una parte della gerarchia cattolica della Conferenza episcopale italiana sulle istituzioni dove avrebbe della Repubblica in materia di legislazione sulle coppie di fatto
A me sembra che sulla legge
Dei diritti di commi dei conviventi io la chiamerei così non mi piace l'acronimo dico perché si presta ironia facezie che contrastano con la serietà dell'argomento la chiamerei legge sui diritti dei conviventi e quindi è una questione di cui hanno titolo di occuparsi felici civilistiche i moralisti e in cui non vedo neppure quale sia in effetti il problema di carattere religioso cioè veramente un provvedimento che riguarda la condizione civile
Di un certo numero di persone che si trovano a vivere il rapporto di convivenza Diversi dalla famiglia tradizionale allora la legge Balotta delle situazioni di fatto il fatto è questo ci sono famiglie in crisi ma quelle che sono in crisi non lo so non certo per effetto di una legge che ancora non c'è e ci sono molti
MOL molte convivenze stabilite fra fra giovane che per varie ragioni non possono o non intendono sposarsi oppure anche convivenze
Fra omosessuali che ovviamente era un non possono accedere al matrimonio si regola ad alcuni diritti civili per per tener conto che l'articolo due della Costituzione
Riconosce i diritti dell'individuo sia come singolo sia nelle formazioni sociali dove si esprime la sua personalità
Penso quindi che l'eccesso di significati ideologici con cui si sovraccarica questo provvedimento sia una Rore
E che meglio sarebbe concentrarsi sulla sul dispositivo di questo disegno di legge per migliorarlo per via qualche miglioramento è possibile forse utile a farlo mi pare
Che si potrebbe fare un discorso su due questioni con lei il primo alla prima questione i rapporti proprio Stato e Chiesa secondo lei c'è questa ci continua a essere anzi si sta rafforzando diciamo così
Un condizionamento un po'troppo pesante dal punto di vista liberale della chiesa della Conferenza episcopale sullo stato sulla sullo stato sussistano per l'Italia
Non c'è dubbio che alla Conferenza Episcopale sta svolgendo una vera e propria offensiva politica
Penetrare dentro il processo legislativo in Cordusio legittimo questo credo di sì nel senso che la Chiesa può liberamente esercitare il suo magistero pastorale
Lasciando poi i cattolici nella responsabilità dell'esercizio delle delle loro funzione laiche a Roma la laicità della loro responsabilità il fatto politico e secondo me una illusione
Ritenere che il Concordato vigente offra uno al riparo contro incursioni dalla chiesa di questa specie perché perché il Concordato dell'ottantaquattro non è per fortuna quello del ventinove concordato al ventinove vietava esplicitamente all'organizzazione cattolica di occuparsi di politica
Poi concordato dall'ottantaquattro si limita a fissare un principio a etereo generalissimo ok quello del mutuo rispetto fra lo Stato e la Chiesa la piena collaborazione nella piena collaborazione sono principi talmente elevati da risultare vaghi e quindi secondo me la battaglia da dall'intraprendere ma una battaglia che si vincerà nel corso della generazione lanciato oggi è quella di superare il regime concordatario genera ricavi allora generale allora anche Anzalone che nell'ottantaquattro è stato ruolo credono di nel Parlamento attuale solo uno fra i pochissimi sopravvissuti
Di quelli che nell'ottantaquattro non hanno votato al concordato di Craxi io parlai contro in assemblea alla Camera poi mi astenni del voto finale perché quel concordato a rimuoverla se non altro le foglie secche
Della dei dei Patti del ventinove ma tuttavia ritenevo allora e a maggior ragione ritengo oggi che il tipo di risoluzione dei rapporti fra Stato e Chiesa in una democrazia liberale e anche in una chiesa post conciliare se vogliamo non sia alla conservazione dei privilegi concordatari ma sia l'articolo otto cioè la piena attuazione della libertà religiosa
Quindi bisogna andare verso il superamento del sistema concordatario
Ho visto con rammarico che nel manifesto del futuro Partito Democratico c'è invece un riferimento quasi vincolante
A alla conservazione del rapporto concordatario
Non sono d'accordo con altri amici del gruppo dell'Internazionale liberale abbiamo dichiarato proprio oggi che non potremmo aderire ad un manifesto in cui ci fosse l'obbligo dalla conservazione al vincolo concordatario oggi
Le condizioni politiche per superare il concordato per gli unilaterale non ci sono
Bisogna puntare ad una maturazione anche nella cultura della Chiesa nella cultura cattolici ci sono segnali importanti in questo senso
Ma certo non dobbiamo vincolare ipotecare il futuro nel senso che il sistema concordatario sia destinato a durare per l'eternità tenga presente che l'ottantaquattro quando si è discusso e concordato
Fu definito ufficialmente dai suoi sostenitori l'ultimo Concordato nel senso che il futuro era quello di superare il sistema concordatario bene credo che il tempo sia venuto Ostia pervenire o comunque non si debba
Ecco compromettere i diritti dalla venire in questa materia seconda questione volevo trattare con lei quella del diritto naturale la Chiesa né l'una si è trovato nella chiesa ricorre il concetto di diritto naturale
Per giustificare per legittimare questa quelle affermazioni sulla questione delle coppie di fatto della matrimonio civile e così via ma c'entra qualcosa il diritto alla
Non molto il diritto naturale una filosofia tanto religiosa quanto laica anche il liberalismo a un importante derivazione dal giusnaturalismo però i diritti naturali certo la famiglia una società naturale questo mi pare assolutamente storicamente provato ancor prima che nascesse il cristianesimo che esisteva la famiglia come società naturale
Però questa legge sui diritti di convivenza mica mette in discussione il diritto naturale la famiglia e altre questioni di questa importanza si limita a riconoscere a coloro che convivono senza avere un regime matrimoniale dei diritti di carattere sociale e fiscale patrimoniale
Molto tutto sommato molto molto molto limitati molto ritagliati sulla realtà delle delle situazioni di fatto quindi non chiamerei in causa e i sommi principi della filosofia in una materia che appunto un comitato di buoni civilisti può facilmente districare e torno a dire su questo il testo del disegno di legge qualche miglioramento lo può avere perché l'Assemblea parlamentare pienamente attrezzata a migliorare un provvedimento di questa specie
E mi sembra per esempio ridicolo scrivere in una legge che due conviventi si registrano in comune senza dircelo l'un l'altro e comunicando solo per raccomandata con ricevuta di ritorno se lo possono dire
A cena la sera prima e andare al Comune insieme giorno dopo quindici sono tanti i miglioramenti che si possono fare ma su un piano così
Il pragmatismo senza senza chiamare in causa valori supremi che mi pare siano uno oggettiva esagerazione ha rispetto a quella sbarra il problema credo credo no un certo non mi permetto di avanzare giudizi sulla comportamento gli indirizzi della Conferenza episcopale ma credo che ci sia un eccesso in questa campagna si sta svolgendo siamo Valerio Zanone ma nascono sempre dalla nostra emittente ovvero da radio