Europa. Oltre gli stati - nazione

Bene invece possiamo incominciare buongiorno a tutti grazie per essere intervenuti a questo momento di presentazione dell'undicesimo numero di diritto e libertà
Europa oltre gli Stati nazione voglio intanto presentare
Le persone che sono qui al tavolo con me ringraziando le anche per la proposta di questa iniziativa che coinvolge il gruppo e consigliare dello SDI del consiglio regionale del Piemonte tanto Walter coraggioso che è docente di Scienza politica e di relazione internazionale presso l'Università di Perugia
Mariano Giustino direttore della rivista diritto e libertà e Bruno Mellano segretario dell'associazione radicale Adelaide Aglietta
Già consigliere regionale in una precedente legislatura devo dire che io sono particolarmente
Contento di essere stato coinvolto in questa iniziativa e ci sono almeno tre buone ragioni che rendono per me particolarmente significativa
La partecipazione alla presentazione di questo numero di diritto libertà la prima naturalmente riferito il contenuto di quest'ultimo numero che ho avuto modo di apprezzare e di vedere anche se non ancora sfogliata superficialmente soltanto ma ne ho apprezzato la grande qualità il contenuto numero monografico dedicato l'Europa e specialmente al rapporto con la Turchia in vista della sua possibile adesione all'unione europea
Si tratta come tutti sanno di una questione politica anzi geopolitica e socioculturale di enorme rilevanza per il futuro dell'unione europea e che ha suscitato dibattiti accesi
Posizioni contrastanti
Faticosi processi diplomatici di avvio di un negoziato che il lungo si presenta ancora Complesso e dall'esito ancora incerto io non mi soffermerò ovviamente su di un'analisi fuori luogo in questa sede se non per ribadire che sarà comunque importante per l'Europa ma anche per la Turchia una certa in una direzione elevata soprattutto se sarà una scelta di adesione
E che avrà questa scelta in ogni caso un ruolo decisivo per favorire allontanare lo spettro di quello scontro di civiltà di cui molto molto spesso anche in modo molto superficiale
Oggi si parla
Certamente l'ingresso in Europa di una Turchia pienamente laica democratica rispettosa delle autonomie nazionali interne sarebbe un formidabile valore aggiunto nella lotta contro i fondamentalismi totalitari
E le pulsioni terroristiche che cercano di penetrare nelle contraddizioni aperte
Dai troppi equivoci multiculturalismo mi cure comunitari istrici veicolati dalla grande migrazione sul continente europeo
La seconda ragione di compiacimento per la questo incontro
Che la rinnovata e ampliata diffusione della rivista Diritto e libertà accresce il pluralismo culturale
Qualifica al dibattito politico
Introduce nuovi stimoli per una discussione tra le forze politiche sociali e culturali che troppe volte oggi appare esangue chiusa avvolte in certi in cerchi asfittici
Di provinciali ISMEA auto preferenziali
A volte stucchevoli e improduttivi
E d'altra parte e se interviene in un momento particolare proprio quando si delinea la ripresa di un processo unitario tra le schegge
Disperse di quell'area socialista comunque imprescindibile
Dal panorama politico nazionale e nella forma inedita di una spinta l'estensione di quell'area
Verso quella storicamente culturalmente contigua verrebbe radicalismo storico lo stesso binomio che costituisce la testata della rivista evoca i poli di idealità inscindibili e come non richiamare allora Giustizia e Libertà
Idealità che appaiono in questa nostra travagliata epoca di transizioni drammatici rivolgimenti come prioritarie
Perché nessuna libertà è possibile né con cui stabile e tanto meno esportabile
Con la sola forza dell'azione politico-militare sulla punta delle baionette ma richiede di essere garantita legittimata e tutelata dalla forza civile consensuale del diritto
E dentro le viviamo oggi le vicende
Drammatiche francesi l'emersione violenta dei quella frattura sociale tanto spessa prevista quanto lasciata colpevolmente crescere
Il sovrapporsi di in essa di componenti comunitari stick
Con il minaccioso sovraccarico di fondamentalismi confessionali o etnici
Che non stanno forse a ricordarci che senso con rinnovato vigore e rigore anche nell'affermazione del ragioni civili repubblicane dello Stato laico sociale non vi sarà più argine a quella deriva
E in questo senso la ripresa di un ora di radical socialismo coerente libertario critico andrebbe valutata senza timori Oni Mosè diffidenze
Ma al contrario come un contributo prezioso alla ricostruzione di una cultura civile autenticamente vissuta dei cittadini prima ancora che dalle istituzioni
E la infine la terza ragione di compiacimento sta di nuovo in un nome quello di Gaetano Salvemini
Che identifica l'associazione radicale che promuove la pubblicazione di questa bella rivista ma che a Torino ormai da
Diverso tempo da un quarto di secolo qualifica il lavoro assiduo
Di promozione di pur divulgazione della cultura storica e sociale da parte dell'omonimo istituto di studi storici che è preceduto da Valerio Castronuovo
E il nome di Gaetano Salvemini il grande intendo intellettuale storico del Novecento
L'antifascista il nemico acerrimo di ogni forma di dittatura e di totalitarismo il maestro di Carlo Rosselli e della sua eroica avventura etico politica e culturale
Comminata appunto nel nome di Giustizia e Libertà merita certamente oggi di essere ricordato con rispetto e anche con ammirazione
E voglio ricordare che tra meno di due anni nel due mila sette cadrà il cinquantesimo della scomparsa di Salvemini
Perorò già i preparativi e naturalmente anche a Torino che pure ebbe un ruolo Breve ma non insignificante nella sua biografia politica e rito ricordo tutto questo perché mai come oggi mi sembra Toni attuale
La lezione politica civile e culturale che il il suo nome si riconduce
Chiudo dicendo che la diffusione da rivista Diritto libertà reca il suo contributo in questa direzione
E nella libera dialettica di idee e di opinioni che essa suscita eserciterà gioverà a tutte le forze politiche intellettuali anche alle più lontane per qualificare arricchire il loro apporto alla nostra
Incompleta spesso fragile ma insostituibile democrazia
è che io passo adesso passa la parola credo al o può essere apparso prima a Mariano Giustino voglio può e anche scusarmi perché lascerò prima del tempo
Questo incontro
Del quale ringrazio ancora perché è un impegno istituzionale che mi attende fra poco tempo ma
Restano ancora pop con voi popoli
Scusandomi ancora dovrò dovrò lasciare allora la parola a Mariano Giustino
Grazie grazie al Presidente Luigi Sergio Ricca
Per questa ospitalità per questo invito grazie professor ora Luzzo Walter corra Lucio
E e anche a Bruno Mellano ai compagni
Di in Torino che
Hanno voluto organizzare anche per questa
Questo numero di numero di diritto e libertà
Occasione incontro
Dibattito deve riflessioni su temi
Che ci stanno molto a cuore in particolare
Per quanto riguarda questo numero l'Europa quindi vi ringrazio davvero
Voglio un può descrivere
Brevemente il o il contenuto di questo undicesimo numero di diritto i diritti e libertà questo numero che è nato nello
è stato creato concepito il
Nell'esprimerle estate scorsa all'indomani
Delle
L'importante voto referendario sul trattato chili
Istituisce la Costituzione per per l'Europa
Che sapete come è andata
L'esito di questo referendum a
Ecco
Che è stato
Tenuto si è tenuto in Francia in Olanda da di fatto bocciato questa questa costa
Questo numero come è caratteristica diritto e libertà anche questo numero hanno carattere pre prettamente monografico
E che appunto come dicevo
Una ampia
Sviluppa un'ampia appassionata riflessione sul sull'Europa sul processo di unificazione politica dell'unione europea sulla individuazione di un percorso federalista che
Purtroppo si è impantanata dopo la
Dopo le premesse invece
Chiede
Risalgono ormai a sessanta circa sessantaquattro anni fa
E un percorso irto di ostacoli impervio però un percorso a nostro avviso ineludibile in sicuramente
Da
Riprendere con forza con determinazione per l'affermazione della democrazia perché possano appunto
Possa nascere una una comunità hanno soggetto fondato una organizzazione fondata sullo stato di diritto pro sulla libertà sulle libertà
Delle del dell'individuo quindi un
Occorre rimuovere evidentemente tutti quei questi ostacoli e questo numero che
Che si apre con un editoriale appunto di Angiolo Bandinelli
Che
Per copre ripercorre un po'quelli che sono stati
Di i passaggi più importanti del discorso di Tony Blair discorso programmatico di Tony Blair perché
O quando si è insediato il ventitré giugno scorso ha iniziato la sua residenza di turno dell'unione
Ha messo in evidenza appunto la mancanza della classe politica di una classe politica che si impegni realmente per la costruzione di istituzioni e di un governo di un governo federale
La prima sezione di questo numero
Si apre con un messaggio la Santa corpus del processo parte corra Luzzo
Sulla gli ostacoli alla costruzione dell'Europa sul ruolo delle grandi democrazie e degli USA
Sulla complessità del processo politico europeo che e giunto evidentemente a un punto drammatico dalmatica crisi raggiunto un pugno di Amati e crisi e adesso possiamo dire che e e in ma un punto un punto di drammatico stallo
Completamente completamente bloccare il Blair con il suo discorso al Parlamento europeo aveva delineato giustamente una strategia
Che
Presentava alla
Alcune luci ma evidentemente
Quelli quei sospetti quelle diffidenze che alcuni di noi avevano adesso si stanno sicuramente Sempre di più affermandosi pare sotto gli occhi di tutti Blair aveva ragione evidentemente a sostenere che il bilancio europeo da riformato
Impegnando maggiori fondi nelle politiche della ricerca denominazione e e e e meno nell'agricoltura
Però evidentemente
Cioè il dimentica che ha dimenticato che il suo Governo propone di ridurre la dimensione assoluta del Bilancio figura esigua
Poco più dell'un per cento e quindi e che non intende allo stato attuale ancora ma non è solo l'unico paese ma anche la Francia e la Germania non intende mettere in discussione il diritto di veto sull'aspetto di bilancio sulle politiche sociali sulle politiche di la fiscalità e della difesa evidentemente evidentemente questo costituisce
Lo spin modi gli ostacoli maggiori alla costituzione di una reale Europa federale e né per questo abbiamo posto in questo numero
L'accento abbiamo sottolineato
Dedicando un'intera sezione questo della rivista qui a questo
A questo aspetto cioè al progetto Spinelli hanno che indicato con chiarezza manifesta di Ventotene che viene pubblicato interamente in questo numero e cioè costruire la federazione europea come primo passo verso la federazione mondiale che sostanzialmente quello che i radicali traducono da un po'di anni a questa parte sente mette un po'di anni a questa parte con determinazione con impegno in particolare di Marco Pannella ed Emma Bonino l'impegno dicevo non violente e democratico per la costituzione passo dopo passo della organizzazione mondiale della democrazia
Ecco e
Dicevo che il numero ricco di sezioni una sezione importante
Quale fatto riferimento
Anche il presidente Luigi Ricca e la Turchia e la sezione dedicata alla Turchia la Turchia nell'Unione europea una sfida e un'opportunità
Con l'intervento del primo ministro turco
Tacito Erdogan
Il quale a voluto portare anche il suo contributo a questa questa sezione che
Mi sta molto a cuore perché gli impegni sulla Turchia i radicali noto
E il il primo ministro turco appunto mette l'accento pone l'accento sull'importanza dell'adesione della Turchia
Che non solo portatrice evidentemente di quella ricchezza culturale
Che ha radici molto antiche in Europa
Ma che può essere una grande sfida è una grande opportunità per l'Europa stessa in quanto
Può essere la dimostrazione che è possibile la pacifica convivenza tra cristiani e musulmana
Anche l'ambasciatore turco
Rambaudi ambasciatori turco a Roma un Ribezzi al interviene in questa sezione
L'Ambasciatore della Turchia ci ricorda che questo questa la richiesta di della Turchia di fa parte delude il all'allora Comunità europea risale al mille novecentocinquantanove e quindi è un percorso molto iniziato diverse dei dei capi fa percorso lungo un
Insomma è evidente che un sentimento ed è una consapevolezza che i i i i cittadini turchi la Turchia e quello di sentirsi parte della comunità europea il questa questo percorso sia andato concretizzando
Il diciassette dicembre del due mila quattro quando appunto sono stati
Considerati idoneo è stata considerata idonea
La
I parametri diciamo i i i parametri e indispensabili per far parte degli europea e il tre ottobre scorso sono iniziate i
Il impegni trattati di adesione e questo e è importante appunto non far fallire questa questo questo percorso questa questo itinerario che probabilmente sarà lungo
Proprio perché
L'Europa che già di per sé a oltre venti milioni di musulmani evidentemente la la Turchia può rappresentare per questi mussulmani
Per
Che vivono in Europa e per quelli che sono che nel non c'è una rupe richieste che in che vivono in Medioriente può rappresentare una
Una realtà democratica
Una possibilità concreta di poter
Vivere secondo le proprie
Ne culture la propria
Che proprio credo religioso però in democrazia
Sostanze tutto sommato la Turchia è un Paese che sicuramente dovrà rafforzare il proprio ordinamento democratico ma e è un Paese demo è un un l'unico paese
Democratico a maggioranza a maggioranza musulmana
Io voglio concludere brevemente
Ringraziando tutti coloro che hanno contribuito
Alla forse è sicura di questo di questo lungo ringraziando il numerosi professori che si sono che hanno dato nella veramente un prezioso contributo
Alla
Allora insomma azione di dire delle delle sezioni di questo numero sezioni dedicate all'Islam rapporto Colli dell'Europa con l'Islam
Alla questione della laicità e della religiosità degli europea come Silvio Ferrari e il professor Pietro De Marco
C'è anche un intervento un'intervista al questo Khaled Fouad Allam su questo
E appunto insomma
è un numero di quattrocentoquaranta pagine che impegnativo Nicola
Sì la lettura ma sicuramente spero
Che Possa appassionare molti di voi post pure possiamo possiate ritenerlo e interessante
Diritto e libertà
E una rivista che vive da ormai da sei anni
Completamente autofinanziata vive grazie al contributo agli sforzi all'impegno e alla passione di quanti di volta in volta dedicano il proprio tempo e le proprie energie e distribuita in alcune le migliori librerie italiane
E credo che sia un bell'esempio lo dico con orgoglio di
Come sia possibile riflettere discutere di politica dibattere di politiche di politica radicale di di e di politica transnazionale
Grazie un invito appunto a
A
Dare una una mano a questa rivista consultato magari sito www punto diritto e libertà punto it contattando ci direttamente grazie
Grazie
A questo punto dove passare la parola al professor Corallo Urso lo faccio chiedendo anche a me l'hanno di appropriarsi e poi del nella postazione perché chiuderanno voi questa presentazione scusandomi ancora con voi e non potrà restare fino in fondo sentirò dalla registrazione però quanto riterrete ancora grazie ancora la parola pronunciata dal
Buongiorno a tutti grazie dirò subito che ha rispetto a quattro mesi fa quando consegnargli all'amico Giustino il saggio che praticamente apre il numero testé presentato della rivista Diritto e libertà il mio pessimismo circa lo stato presente le prospettive future dell'Europa se possibile e aumentato
Credo infatti che sia doveroso per chiunque abbia a cuore le sorti dell'Europa è voglia esercitarsi nell'arduo tentativo di prefigurare i possibili sviluppi del processo di integrazione europea
Muovere dalla constatazione
Alla quale può sottrarsi ormai solo chi al modo di don Ferrante dinnanzi alla peste non è capace di rassegnarsi alla cruda evidenza dei fatti che sull'Europa si è allungata l'ombra di una crisi profonda
Gravida di implicazioni a lungo termine difficili da valutare ma suscettibili di minare irrimediabilmente il processo di unificazione politica dell'Europa
Quell'offerta oggi fin troppo spesso negli ultimi tempi dai paesi dell'Unione Europea
Si pensi all'inasprimento delle relazioni intracomunitarie transatlantiche causato dalla guerra in Iraq e alla bocciatura referendaria del Trattato costituzionale europeo
E alla paralisi che ne è seguita testimoniata anche dal recentissimo vertice informale di Anton corpo
è uno spettacolo desolante
Di divisioni e diffidenze incomprensioni reciproche
Tanto più gravi in quanto sullo sfondo incombono da un lato i bagliori sinistri degli incendi che stanno bruciando le banlieue parigine e che rischiano di allargarsi ad altre
A grandi metropoli europee
E dall'altro le macerie insanguinate degli attentati terroristici di Madrid e Londra rispetto ai quali un'Europa irresponsabilmente divisa circa le misure da adottare per fronteggiare il terrorismo islamico
Non ha saputo unitariamente opporre molto più che due miseri minuti di silenzio su tutto il territorio dell'Unione
Sono volutamente forse provocatorio ma
Viene da domandarsi alla luce di quello che ho appena detto e di quello che più approfonditamente dico nel mio saggio se il sogno europeo celebrato con tanta ma forse un po'ingenue affrettata convinzione dalla grande peraltro c'era il mio Rifkin in un suo saggio recente non stia trasformandosi in un incubo
Nel mio saggio in maniera
Spero sufficientemente
Approfondita U anali ho analizzato gli aspetti principali della crisi in cui versa attualmente l'Europa
Innanzitutto ho cercato di fare luce sulle reali motivazioni del no franco olandese al Trattato costituzionale europeo poi ho analizzato le conseguenze che ne sono derivate
Rispetto a tutte le questioni ancora aperte in sede europea bilancio comunitario apertura del mercato dei servizi allargamento ad Est ingresso della Turchia finalità dell'Europa
Poi ho accennato in una parte anche questa abbastanza polemica
Alla divaricazione crescente che dopo gli attentati dell'undici settembre si è venuta determinando fra Stati Uniti ed Europa sia in rapporto all'interpretazione da dare di quegli attentati e degli altri che sono seguiti sia rapporto alle modalità di conduzione della guerra globale al terrorismo che
In risposta a quegli attentati è stata scatenata dagli Stati Uniti
E dai loro alleati e da ultimo mi sono soffermato sulle prospettive della costruzione europea e su quelle che ho chiamato le elezioni per il futuro cioè le lezioni di cui
Bisognerà necessariamente tenere conto se si vuole scongiurare il rischio che la crisi odierna metta capo all'affossamento definitivo di quel sogno europeo che per intere generazioni ha rappresentato
L'incarnazione delle più alte aspirazioni ad un futuro migliore
Riguardo al primo punto non potrò ora che in maniera molto frammentaria ed episodica a proporvi alcune delle riflessioni contenute nel saggio la prima considerazione da fare è che
Non si può liquidare il risultato del voto referendario franco olandese come pure qualcuno ha fatto nei giorni e nelle settimane immediatamente successive come un episodio occasionale
Vecchi cito è lo faccio anch'io la celebre battuta del principe di Metternich di due secoli fa quando la Francia no a star multa ai a un raffreddore e e tutta l'Europa che in qualche momento nel risente qui il malessere
Ebbene più grave di un semplice raffreddore non riguarda solo la Francia ci si potrebbe consolare
Osservando
Con qualche ragione sulla base della storia dell'integrazione europea che di crisi anche gravi l'Europa ne attraversate tante nel corso della sua storia dall'affossamento della Comunità europea di difesa
Nel cinquantaquattro a
La politica della sedia vuota dovuta alle intemperanze della Francia gollista a rifiuto da parte a di Danimarca e io Orlanda di ratificare rispettivamente trattati di Maastricht di Nizza tutte crisi rispetto alle quali poi
C'è stato come dire un rilancio no della prospettiva dell'integrazione europea
Tutte le volte è furono due credo di ricordare che il grande Altiero Spinelli
Per rappresentare la sua delusione al rispetto a certi sviluppi dell'integrazione europea
Non ricorresse all'apologo Emin quegli hanno del vecchio e il mare no avevamo catturato un bel pesce ma gli squali e strada facendo se lo sono mangiato e il buon pescatore arriva in porto con poco più che la lisca a ricorse a questo apologo dopo l'affossamento della c'è ed vi ricorse trent'anni dopo dopo l'annacquamento di quel trattato no che avrebbe dovuto conferire poteri costituenti al Parlamento europeo e che invece poi mi se capo all'atto unico
Però dopo la seconda volta più che dopo la prima perché in realtà a più di cinquant'anni di distanza dall'affossamento dell'accento di esercito comune europeo ancora non si parla
Tuttavia ci fu un rilancio di iniziativa europeista per cui si potrebbe essere tentati di pensare che anche questa volta
Alla crisi seguirà come dire un avanzamento ulteriore magari oggi imprevedibile del processo di integrazione europea io non credo che le cose stiano in questi termini
Credo che siamo di fronte alla crisi più grave della storia europea una crisi che non pone anche essere liquidata come frutto
Della protesta contingente dei francesi e degli olandesi nei confronti delle politiche
Internet più che altro dei loro governi quindi come una faccenda riconducibile
Alla politica interna francese olandese credo che siamo di fronte a un malessere europeo
Di cui avvisaglie significative si erano già avute
Sia in Francia quando inopinatamente a alle ultime presidenziali fu le pene non c'è spella ad andare al ballottaggio con Chirac
Sia in Olanda quando alle scorse open ultime elezioni politiche ci fu quell'inaspettato trionfo elettorale del partito populista di Pim Fortuyn
Io nel mio passaggio tento di mostrare ma non ci vuole in realtà una gran fatica come il minestrone cucinato dagli oppositori del no al Trattato costituzionale europeo sia un minestrone in cui ci sono ingredienti più disparati spesso anche incompatibili tra di loro
Vecchi critica il Trattato costituzionale europeo
Giudicandolo troppo poco avanzato sul piano sociale
Criticandone l'impronta eccessivamente liberale liberista
Giudicandolo come l'aggiudicato per esempio bombe che ha salutato trionfalistica mente il no dei francesi a quel trattato come un trattato che in qualche modo costituzionalizza
La soggezione dell'Europa a un Progetto capitalista tra ovviamente perpetrato in primo luogo dalla merita atteso a Mondiali insulare l'economia globale a rendere vassalla all'Unione Europea eccetera eccetera
D'altro canto c'è chi invece critica
Il Trattato costituzionale europeo
Dal punto di vista
Del suo essere poco
Aperto poco come dire in sintonia con quello che l'amico Giustino definiva il Progetto Blair in sostanza quindi una critica sta tutt'affatto diversa
Al
Io rispetto al Trattato costituzionale europeo confesso che non nutro un particolare entusiasmo
Credo che non meritasse neanche l'appellativo di Costituzione europea quel trattato perché non lo è è un trattato intergovernativo arido pletorico
Che svolge la funzione necessaria di mettere ordine nei trattati precedenti che incorpora ma certo non incarna le idealità la ricchezza sociale culturale del vecchio continente
Pur tuttavia considerato la fatica che è costato arrivarci
E il fatto che poteva essere visto come un punto di partenza piuttosto che come un punto d'arrivo di ulteriori approfondimenti è chiaro che il suo affossamento lo giudico in maniera negativa da soprattutto per le conseguenze che ha aperto non ho qui il tempo e non è neanche il caso di analizzare come ho fatto nel saggio lei conseguenze immediate quelle un po'più a lungo periodo io
Racconto quello che è avvenuto al Consiglio europeo di Bruxelles del giugno del due mila e cinque racconto come Stato colto il discorso programmatico di Blair al Parlamento europeo racconto qual è la posizione che i principali partner europee gli hanno assunto nei confronti del Progetto Blair e soprattutto qual è la posizione che è verosimile
Verrà assunta in futuro dei partner europea rispetto a quel progetto che certo non si esaurisce all'interno del semestre di presidenza britannica dell'Unione ma è il progetto che sta lì di fronte all'Europa come una possibile strada da imboccare per uscire dallo stallo attuale io non a caso intitolato il mio saggio l'euro al bivio e poi ho aggiunto tra parentesi o su un binario morto
è il bivio è esattamente tra l'Europa renana e l'Europa inglese fra
Un modello diciamo
Di sviluppo del processo di integrazione europea che pone l'accento sull'allargamento del mercato sull'allargamento anche diciamo spaziale dei confini dell'Europa
Senza per questo necessariamente implicare l'affossamento definitivo del modello sociale europeo
Io credo che checché se ne pensi da parte di taluni Blair il blairismo abbia parecchio da insegnare ai nostrani difensori del Welfare State cioè la rappresentazione caricaturale
Del modello inglese come di quel modello iper liberista
Affossatore dei diritti sociali di
E in qualche modo vassallo di un ente ideologia neo da Ruini Hana no de de della sopravvivenza del più forte è è una rappresentazione per l'appunto caricaturale Blair spesso
Attentato nel suo discorso di dimostrare quanto lo sia
Io cito e mi ci riconosco perfettamente la frase che una neo eletta al Parlamento europeo Emma Bonino riguardo a questo punto dopo il discorso programmatico di Blair pronuncio
Forse dovremmo cominciare a guardare con meno superbia al modello di sviluppo anglosassone e ispirarci di più agli inglesi anche per le cose europee
Apprezzo il forze dal mio punto di vista il forse neanche ce lo metto perché risolutamente mischiare avrei da quella parte
Ma
Tra le elezioni per il futuro mi avvio a appunto alla conclusione bypasso tutta la parte intermedia che noi possiamo trarre da quello che è successo
Anche nei mesi successivi alla scrittura del mio saggio io credo che ve ne siano alcune importanti che meritano di essere sottolineate innanzi tutto la prima lezione che l'integrazione europea non può avvenire sulla testa o a dispetto degli europei cioè come un processo che cala dall'alto
Che si impone in maniera verticistica centralistica burocratica ai popoli d'Europa perché altrimenti il rischio è che i popoli d'Europa magari anche per un insieme di altre
E confuse motivazioni angosce per il futuro pulsioni xenofobe
Impulsi vetero nazionalisti ma possono reagire scomposta mente
Nel caso italiano se penso a certe uscite della lega riguardi re sguaiata mente è però in maniera tale da da portare ulteriore acqua al mulino degli affossa attori di qualunque prospettiva di sviluppo
Non dico in senso federale che ormai sembra una prospettiva lontana mai in senso minimamente più approfondito dal punto di vista istituzionale il processo di integrazione europea rispetto a quanto avvenuto fino ma io cito i giudizi di parecchi commentatori analisti secondo i quali il modo con cui è stato condotto il processo di integrazione europea soprattutto negli ultimi anni sa molto di paternalismo
Di dispotismo burocratico neanche tanto illuminato perché un dispotismo illuminato in qualche modo avrebbe previsto e disinnescato in anticipo la crisi nella quale ci troviamo
Quindi la prima lezione da trarre questa Jeremy Rifkin
Ha proposto in un articolo molto interessante credo apparso sulla L'Espresso alla fine di giugno del due mila e cinque l'esperienza dei tic CIN americani
E si formarono in occasione della guerra del Vietnam cioè comitati gruppi di discussione tra la gente su in quel caso la politica estera americana nel nostro caso dovrebbe essere il modo con cui portare avanti il processo di integrazione europea
Coinvolgendo appunto dal basso
Con un tra proliferazione di gruppi di discussione che io non credo non avrebbero successo perché poi la voglia di conoscere la voglia di sapere io lo vedo anche nei miei studenti c'è
Magari c'è anche tutta una serie di pregiudizi tutta una serie di informazioni sbagliate tutto una serie di
Aspettative mal riposte che in qualche modo contro compromettono la voglia di di di conoscenza che però c'è e andrebbe in qualche modo soddisfa la seconda lezione che ma lo sviluppo economico conta non ci si può concentrare in maniera esclusiva sugli aspetti politico-istituzionali del processo di integrazione europea
La qualcuno ha detto che da sempre l'Europa è stata capace di trovare la sua unità soltanto contro qualcuno o qualcosa e non per qualcosa
Che è come dire che durante la guerra fredda il processo di integrazione europea è andato avanti perché c'era il nemico
Sovietico che in qualche modo rappresentava la leva il vincolo esterno che forzava agli europei stimolati in ciò dalla merita a rimanere uniti e compatti ora il nemico non c'è più
Che non ve ne siano di nuovi è tutto da vedere ma quel che è certo è che non è più il momento di integrarsi in negativo contro o per difenderci da qualcuno o da qualcosa il momento di integrarci in positivo per realizzare un progetto
Ed è chiaro che questo non si può fare se di questo progetto non fa parte integrante lo sviluppo economico dei popoli d'Europa perché altrimenti il rischio quale e finché c'è il nemico e quindi si obbligati a stare insieme ci si sta a prescindere dai vantaggi economici che se ne ricava che pure furono considerevoli
Ma quando invece bisogna stare insieme non forzati da un'emergenza non forzati da un obbligo
Esterno e se dallo stare insieme non si recavano i vantaggi che ci si aspetta in termini di sviluppo in termini di promozione
Economica e sociale è chiaro che la politica europea diventa un gioco a somma zero in cui quello che tu guadagni io perdo nella stessa misura in cui non c'è più la prospettiva del gioco a somma positiva in cui tutti hanno qualcosa da guadagnare
Esattamente quello credo che sta succedendo adesso
La battaglia sul bilancio comunitario
Mi pare proprio un classico esempio di di gioco a somma zero in cui sembra che le Poste che uno guadagna in termini nodi di di di maggiori contributivo o o o o di difesa dello sconto
No guadagnato da parte inglese ai tempi della Margaret Thatcher e quello che per gli altri suona invece come un lesione appunto dei loro benefici delle loro aspettative è o in Versilia o invertiamo questo modo di ragionare e torniamo all'idea dell'integrazione come gioco a somma positiva
Preoccupandoci di individuare un modello di sviluppo sociale ed economico europeo che potrà anche non essere pari pari quello di Blair ma certo non può essere quello della coppia renana cioè del vecchio motore franco-tedesco
Che ormai gli è chiaramente non dico in panne ma proprio ormai da rottamare oppure credo che soprattutto a fronte di un'Europa allargata da quindici a venticinque e domani magari a ventotto trenta o più membri non potrà che portare a una paralisi definitiva del processo infatti la terza lezione di cui io parlo è proprio quella che riguarda le modalità con cui è stato condotto l'allargamento
Cioè come dico io un po'scherzosamente ma non sono stato il solo a dirlo lo ha detto anche per esempio più autorevolmente di me Marta Dassù
è un modo alla ça va sans dire porno come se l'allargamento fosse qualcosa di scontato che non meritava neanche di essere preliminarmente discusso
Come se in questi paesi dieci che sono entrati nell'Unione europea ci fossero alle porte carrarmati dell'ex-Unione Sovietica che in qualche modo costringevano a prendere una decisione in tempi brevi senza neanche stare lì
A discutere ci troppo è vero uno può dire da che si pose il problema sono passati dieci anni e dieci anni sembrano tanti ma sono dieci anni che sono passati senza che in realtà non tanto a livello di élite ma a livello di di opinione pubblica europea avvenisse davvero discusso il problema dell'allargamento e soprattutto venissero davvero analizzate sine ira et studio in maniera neutrale se possibile le conseguenze politiche economiche sociali che dell'allargamento sarebbero deriva il fatto di aver condotto questo processo ripeto in maniera sostanzialmente burocratica scontata quasi automatica e tutto sommato troppo rapida
Vero giunta senza aver prima provveduto al necessario approfondimento della cornice istituzionale legga sì
Modalità di voto processi decisionali dell'Unione Europea ma si sia proceduto all'allargamento senza prima
Ho magari sperando di farlo contestualmente procedere all'approfondimento politico istituzionale dell'Europa io credo che abbia prodotto disastri
A e mancata quella che Junker l'ex presidente di turno dell'Unione Europea ha chiamato la necessaria pedagogia dell'allargamento
E quindi ecco che a un certo punto ci si è svegliati in Europa con il terrore dell'idraulico polacco
Assurto a simbolo di tutto un insieme di paura fondate e infondate a mio modo di vedere molto più infondate che fondate ovviamente ma che si spiegano in quale altro modo se non da con la maniera ripeto io responsabile a mio modo di vedere con cui il processo di allargamento è stato comunicato venduto vorrei dire quasi imposto all'opinione pubblica europea
E visto che di ulteriori allargamenti all'orizzonte ve ne sono non poche non alludo tanto a quindi scontati a Romania e Bulgaria alludo a quelli ben più problematici
Rispetto alla Turchia ma anche rispetto a molti Paesi ex sovietici Moldavia Georgia Ucraina Bielorussia
Armenia le regioni del Caucaso è non voglio mettere in mezzo Russia Israele
Dico subito che rispetto alla Russia reputo l'ipotesi di un ingresso nell'Unione Europea non solo fantasiosa Hammer responsabilità rispetto ad Israele Bruno lo sa invece il mio cuore batterebbe
A molto più a favore anche se mi rendo conto della valenza in gran parte ideale ed utopica di un progetto del genere sia come sia se
Pensiamo di poterci continuare ad allargare senza porci il problema del Limes
Cioè di che cosa significa essere europei e di
Qual è il punto oltre il quale non è immaginabile che si possa spingere
Un allargamento dell'Europa e se continuiamo a vendere come un processo quasi scontato ed automatico gli ulteriori allargamenti alle opinioni pubbliche europee quello che succederà
Saranno solo che l'allargamento si fermerà a Bulgari via e Romania
Arrivando forse al massimo inglobare ancora qualche Paese
Dei Balcani ma certamente non la Turchia rispetto alla Turchia la mia opinione che sia una partita vitale quella dell'agganciamento definitivo della Turchia al carro europeo occidentale
Una deriva islamista di quel Paese risulterebbe esiziale sia per gli equilibri regionali mediorientali sia in generale per le sorti di quel conflitto di civiltà al quale io non credo ma nel quale è indubitabile che una parte la più radicale dell'Islam sta tentando di trascinare l'intero Occidente
E qua entra in gioco la ultima lezione quella dei rapporti e chiudo con l'America io vi dedicò un paragrafo osservando polemicamente forse fin troppo polemicamente
Che a rispetto al contesto internazionale del dopo undici settembre rispetto alle modalità di conduzione della guerra al terrorismo tra America ed Europa si è determinata una frattura
Che io giudico
Non soltanto esiziale per le sorti di entrambi ma di più per le sorti dell'Europa ma la cui responsabilità io tendo ad attribuire per la maggior parte all'Europa medesima
A
C'è una diversità tra il modo con cui l'America interpretato l'undici settembre in termini sostanziali di guerra io non voglio entrare in una discussione puramente
Terminologica riguardo alla
Al fatto se l'undici settembre si configuri come un atto di terrorismo un atto di guerra le opinioni sono divise quel che c'è ha rotto e che per capacità di destabilizzazione globale
Terra portata della minaccia e per il nuovo clima di insicurezza diffusa che da quelli attentati ed è arrivato e soprattutto per la prospettiva incombente che futuri attentati possano essere consumati in America o in Europa con armi di distruzione di massa a
Sicuramente siamo più di fronte a qualcosa che ha a che fare con la guerra che non ha un terrorismo vecchio stampo per esempio il terrorismo internazionale dell'oltre degli anni settanta
Che era un terrorismo tutt'affatto diverso rispetto a quello di oggi perché i palestinesi degli anni settanta
Che non a caso sono metaforicamente rappresentati da un Arafat che va all'Assemblea generale dell'ONU con in mano si un mitra ma nell'altra mano il ramoscello d'ulivo facevano degli attentati anche gravi
Ma erano ben consapevoli che il nemico che colpiva hanno oggi
Chi era colui con cui un domani si sarebbero dovuti sedere intorno a un tavolo per negoziare in qualche modo la nascita del nuovo Stato palestinesi o comunque la fine del conflitto
Quindi c'era un limite e i palestinesi stessi ponevano a se stessi nell'uso della forza perché il nemico di oggi era comunque il potenziale necessario interlocutore di domani
E non tanto non ti potevi ai suoi occhi del tutto squalificare esercitando contro di lui una forza senza limiti
Ora io non credo che i terroristi suicidi di Al Qaeda o o simili a siano dei terroristi dello stesso tipo
Questi non colpiscono l'Occidente per poter poi negoziare qualcosa con l'Occidente se per negoziare intendiamo avanzare delle richieste che siano in qualche modo credibili
Negoziabile
A meno di non ritenere credibile negoziabile la richiesta della cancellazione dello Stato distrae le dalla carta geografica del mondo evidente che le richieste che avanzano costoro non sono richieste fatti apposta per essere in qualche modo accoltella discusse ma sono richieste simboliche fatte per popolare contro l'Occidente l'odio e risentimento delle masse islamiche e quelle in corso non è tanto uno scontro di civiltà è una guerra civile intra islamica
In cui l'Occidente funge da Obiettivo di sponda terra rafforzare in quella guerra civile in tre Slam mica le fazioni radicali
E quindi quelle in corso sotto traccia in Iran esplicitamente in era anche una guerra civile
Tra gli islamici diciamo moderati che contrariamente alla Fallaci io credo che esistano e che non solo esistano ma sia nostro preciso dovere in qualche modo supportare politicamente e culturalmente economicamente e da ultimo magari anche militarmente
E invece un islam radicale che vuole riportare quei Paesi all'interno di una sorta di califfato pani islamico esteso dal Marocco fino all'Estremo Oriente allora se il progetto è questo
è chiaro che l'uso che loro fanno della forza contro l'Occidente e i suoi alleati e un uso senza limiti perché non è inteso a negoziare alcunché è con noi ma è teso a conquistare il potere all'interno di quel mondo e allora è chiaro che vogliamo chiamarla
Terrorismo e non guerra chiamiamola come vogliamo ma il potenziale come dire di minaccia rappresentato da un progetto del genere e dalle modalità con cui viene o si tenta di attuarlo io loro pubblico
Sotto la categoria guerra e se guerra è chiaro che io reputo la risposta americana più adeguata di quelle europea il che non vuol dire che io sia uno sponsor della dottrina della guerra preventiva o dei deliri messianici
E e mio fondamentalisti dei neocon americani
Ma sicuramente sono ancora meno sponsor di quell'atteggiamento europeo che io ho più volte bollato come viziato da una sorta di illusione della santuari fissazione cioè l'idea che lo scontro in atto riguarda solo l'America tuttalpiù Israele
Che dipende dalle politiche irresponsabili ed aggressive che questi due Paesi hanno condotto per la serie chi semina vento raccoglie tempesta hanno avuto quel che se meritavano
Un conflitto che quindi non ci riguarda dal quale quindici dobbiamo chiamare fuori e chiamando ci fuori possiamo ritagliare per l'Europa una sorta no di neutralità di di di santuari infrazione del territorio europeo rispetto a futuri attentati
Quello che si fece con il terrorismo palestinese degli anni settanta
Soprattutto da parte dell'Italia ai tempi del governo a tre otto i dopo l'attentato di Fiumicino negozio proprio quello non rompete più le scatole qui da noi questo è fatta attentati altrove non importa ma qui da noi basta ma a quale prezzo mettere fuori dalla galera i pochi terroristi palestinesi su cui ci capitava per caso di mettere le mani Achille Lauro
E simili insegna allora se vogliamo replicare questo modello ciò che mi sembra nella mente non di tutti ora sarei esagerato a sostenere questo ma di molti governanti europei
Ben venga ma io lo reputo suicida cc da per l'Europa è grave anche per l'America che si vedrebbe venir meno un necessario alleato in una guerra globale contro il terrorismo
Altrimenti sarà d'uopo che facciamo piazza pulita di questa illusione e non so cos'altro ci voglia dopo Madrid e Londra
Per farla finita con questa illusione
Sicuramente in Inghilterra non la coltiva più nessuno temo che in altri Paesi europei Francia e Germania in testa invece la coltivino ancora in troppi sull'Italia non mi pronuncio perché messaggio ne parlo ma pregherei un contenzioso che si potrà avrebbe troppo a lungo quindi questa è un'ulteriore lezione la lezione che la divaricazione tra Europa ed America riguardo alla alla guerra globale al terrorismo ma in generale riguardo alla struttura che noi vogliamo dare al sistema internazionale posto bipolare
Uniti polare ma unipolare in salsa americana anni o con cioè unipolare in modo arrogante oppure unipolare ma in maniera dolce
Il soft power di cui parla Joseph Nye oppure multipolare allora per decidere questo la divaricazione fra America ed Europa esiziale per noi prima ancora che per loro ma sostanzialmente per tutti
E rischia davvero di ha per aprire le porte al conflitto di civiltà cioè a a quel coro sempre più intenso di persone intellettuali di modesta caratura
Che inneggiano come dire incipiente invasioni
Diciamo islamica e oppure che nella fattispecie oppure all'inesistenza dell'Islam moderato a me dispiace che una come la Fallaci che peraltro apprezzavo per altri versi si sia lanciata in questa battaglia che secondo me contiene molto più degli aspetti che riguardano la sua tracci ormai biografia personale che non davvero un'analisi spassionata della realtà perché troppo intelligente per credere davvero in quello che scrive
Fatto sta che
Le centinaia di migliaia di copie vendute dai libri della Fallaci e in generale la diffusione di certi stereotipi di certe parole d'ordine di tipo xenofobo se non razzista e comunque improntate no
Ormai all'affossamento di ogni ipotesi di multiculturalismo e alla radicalizzazione dello scontro di civiltà anche incerte
Parti della gerarchia ecclesiale
E vaticana credo che siano la prospettiva più grave di fronte alla quale ci troviamo di fronte a rispetto alla quale non vedo levarsi Bocci alternative sufficientemente forti da spezzare questo mood questo clima
Dell'opinione pubblica europea che poi trova sbocchi vari anche Nenni AN negli incendi dell'abbaglio parigine che grosso modo sia pure in via mediata c'entrano con tutta questa storia quindi
Queste sono le ragioni per cui il mio pessimismo e cresciuto in questi mesi non al punto da da diventare irrimediabile radicale
E vorrei chiudere con la frase un po'di speranza ma si fa per dire speranza con più do il mio saggio è e cioè il fatto perché
L'Europa se vuole sopravvivere
Deve tenere a mente quello che disse una volta
Il premier inglese Harold Wilson chi rifiuta il cambiamento e l'architetto della propria decadenza la sola istituzione umana che rifiuta il progresso e il cimitero
Grazie
Lo stato della mia voce questo
Quindi di
Ringrazio chiuso perché
No non è una cosa
è peggiorata ulteriormente stamattina
Chiedo a Giulio se vuole faraonica un breve
Accenno di conclusione
Allora chiedo abbagliano di tirare le conclusioni no ma assolutamente no conclusioni no mi dispiace della tua voce che si è aggravata durante il
Il dibattito di presentazione quindi
Evidentemente evidentemente c'è qualcosa
Ma
Io vorrei soltanto ulteriormente ringraziare il professor kora Luzzo anche per questo
Questo intervento questa lunga esposizione
Che ha che ha voluto che ha voluto
Darci insomma per quanto riguarda
Gli interrogativi suscitati suscita che hanno che stanno suscitando le esplosioni di violenza che sta letteralmente infiammando le carattere ma infiammato continuazione le le periferie parigine
Ecco la l'analisi di coloro che sottolinea il dato il dato etico religiosa evidentemente
Cioè come dato centrale di questa
Di questa vicenda evidentemente non non non mi convince non convince non convince non convince anche mi
Il dato è sicuramente inquietante però evidentemente pone ripone rifar riemergere dei pro e dei problemi che di cui eravamo perfettamente a conoscenza e c'è questa è questa Europa questa Europa a punto credeva almeno alcuni Paesi queste lo credeva di a vere
Risolto il problema sociale dello stato sociale
E invece si assiste al fallimento profilo di un dello Stato già lo stato sociale chi ci ha voluti circa
Voluto proporre la Francia e la Germania
In per certi versi la stessa Inghilterra anche se l'Inghilterra è quella che la Gran Bretagna è quella che i in questo senso è quella che RAI il
Il Paese in cui regge di più un certo discorso proprio per i riferimenti di cui faceva
Undici ci diceva il professor Corallo somma
Evidentemente questo dibattito manca
La fase di stallo tra giù e tragicamente distale nel senso che asse circa sei mesi dal fallimento del referendum Francia londinese non si conosce assolutamente nulla di quello che sarà l'Europa non dico di domani ma
Di oggi di adesso assolutamente non non si sa come uscirne fuori non si sa che ha fatte il semestre Blair ormai di fatto conclusioni
E ci si tedesca appunto
C'è
C'è c'è c'è una cioè
C'è una assolutamente un quadro a a per tardi poco diciamo per non non stabili in Germania
Per cui la la situazione direi che poi ci saranno le elezioni in Italia voglio la situazione e e tutta diciamo da da capire da definire e qui quindi per questo diciamo l'impegno
Per sui sul fronte europeo sicuramente sicuramente abbastanza necessario e e urgente però si sa come uscire non non ci sono leader veri leader in Europa che possono proporre qualcosa di concreto ma a vere la forza soprattutto la forza all'interno che che deve partire all'interno della propria organizzazione statale di proporre una via di uscita tutto qui si si assiste a un dibattito appunto tra
In integrazione di dire
Religiosa multi multietnica insieme e ti incita eccetera
Cose che di cui stiamo ripetendo ecco insomma quelle le le per la battaglia per l'affermazione di un di un Stato di diritto
Di regole uguali per tutti
E e quindi che facilitano fogli integrazione di altre culture nei paesi europei evidentemente questo e è una è un è un processo che non
Che non è che che ancora che ancora non c'è ma da da da da accordare consolidarsi io ringrazio ancora tutti voi ringrazio radio radicale se ci sono domande da parte di
Giulio Manfredi
Una domanda molto pratica visto che molti ascoltatori di radio radicale non hanno accesso internet se volevi ricordare il telefono della rivista a cui posso chiedere informazioni e poi ho saputo che sta lavorando
Su una grossa cosa un grosso numero diviso in preparati per il cinquantennale
Della nascita del Partito radicale che il prossimo dicembre se volevi anticipa ci qualcosa per poteva essere interessante per gli ascoltatori
Sì vi ringrazio moltissimo Giulio per questa
Sì stiamo lavorando per
Ne stiamo preparando questi numeri tre sono si tratta di tre in grossi numeri sul cinquantennale e di vita di partito radicale che sappiamo che sarà ricorreva il prossimo undici
Dicembre
E quindi noi vogliamo Diritti e Libertà da tempo deciso di dedicare una grosso lavoro
A questo a questo evento che non è è semplicemente un per lui una ricorrenza di un è un e quindi una c'è una semplice celebrazione di in in cinquant'anni di vita di un partito che a contribuito notevolmente a segnare la storia politica civile di questo di questo Paese non solo ma vuole essere sicuramente anche una momento di discussione di dibattito e di approfondimento di quello che la il Progetto politico del partito radicale e della necessità anche di vita proseguimento di di di viti di vita del del partito radicale ne riparleremo per questo appunto verso la metà del mese prossimo di dicembre quando speriamo di poter presentare questo questo grosso questo grosso progetto di portarlo a termine nel più breve
Tempo possibile e anche per questo ricordo il
I i nostri riferimenti per contattarci www punto diritto e libertà punto it oppure il numero telefonico Callow zero sette sette quattro quarantuno undici zero uno grazie