25 GEN 2009
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 16:59 Durata: 1 ora 57 min
A cura di Enrica Izzo e Pantheon
Player
Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 25 gennaio 2009 , condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (parlamentare europeo, Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 1 ora e 57 minuti.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    La battaglia radicale sulla Commissione di Vigilanza e la legalità del Parlamento
    16:59 Durata: 1 min 2 sec
  • L'iniziativa nonviolenta radicale per la legalità del Parlamento: l'intervento di Napolitano, i Presidente delle Camere, Villari e l'atteggiamento della partitocrazia: Acquisire alla ufficialità, acquisire alla conoscenza del Paese, a quanti vorranno un giorno documentarsi, tutto ciò, credo che sia stato un successo davvero straordinario

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Mi sono precipitato a dirlo dalla radio. La valutazione di questo satyagraha, di questa azione nonviolenta sul fronte italiano del Partito Radicale, ancora una volta ha mostrato la forza straordinaria di questa lotta, per i suoi contenuti e per il suo metodo. È noto che siamo quelli che siamo, cioè è noto che ci siamo e che siamo quantitativamente molto pochi, 1.500 a fronte dei milioni di persone di sindacati e partiti, eppure il risultato c'è. Perché? Quando abbiamo iniziato abbiamo iniziato al solito, anche su questo tema, assolutamente solitari. Dopo molte settimane, questa volta il Presidente della Repubblica è intervenuto suggellando la nostra posizione: il Parlamento era letteralmente 'fuori legge' ed il Presidente ha evocato in quella occasione 'obblighi inderogabili' da compiere da parte del Parlamento, in quel caso la costituzione formale della commissione di vigilanza attraverso l'elezione del suo presidente. Il blocco della Commissione precedente all'elezione di Villari. Rispetto a questa situazione abbiamo avuto un intervento che tutti ritenevano conclusivo e definitivo da parte del custode della Costituzione, il Presidente della Repubblica. Immediatamente il presidente del Senato ha accolto le nostre pressioni, dichiarando però che si impegnava a consentire - se non costringere - i partiti a mettersi d'accordo per questa operazione. Parce sepulto per quanto riguarda il rispetto della legge, del Parlamento. Ma questa presa in giro degli omaggi al Presidente della Repubblica è continuata fino a settembre, mentre non si procedeva all'elezione. Resisteva il Presidente della Camera ma prevaleva la volontà anti-democratica, anti-Stato di diritto, della partitocrazia e del 'Partito-Rai' che era d'accordo. A questo punto Berlusconi e Veltroni si pronunciano: 'Ma questi non sono i problemi del Paese, questo non interessa gli Italiani'. Era successo già anni fa, in sintonia tra Berlusconi e l'allora rappresentante più autorevole del centro-sinistra che era Francesco Rutelli. Nel 2000, prima delle elezioni, dissero entrambi che i problemi posti da Luca Coscioni non riguardavano la gente. Questa volta la stampa scritta ha, per settimane, dato rilievo necessario - grazie all’elezione finalmente avvenuta di Villari ed alla sua tenuta - alla vicenda. Subito gli sono state chieste le dimissioni e lui diceva: ‘Io mi dimetto pure, ma ho degli atti inderogabili, obbligati, da mettere all’ordine del giorno come prima cosa. Il dibattito sulle eventuali dimissioni viene subito dopo’. Dopodiché su questo è iniziato il linciaggio. Poi si è arrivati ad una situazione che è documentabile per ricerche storiche che si avranno in futuro: la posizione dei Presidenti della camere, il fatto che si siano premiati i parlamentari obbedienti agli ordini dei partiti che, come un sol’uomo, hanno sabotato il funzionamento della Commissione senza presentarsi, mentre i presidenti delle camere se la prendevano con quanti andavano in commissione: Villari, il rappresentante del Movimento Per le Autonomie e Marco Beltrandi che subito è passato pure all'occupazione della Commissione e alla iniziativa nonviolenta. Ora tutto questo, se resta scritto, è una vittoria inaudita di questa organizzazione di partigiani e resistenti che noi siamo, contro un illegalismo e un anti-liberalismo, un anti-Stato di diritto, che è la cifra antropologica che unisce, non solo culturalmente, i partiti ed i loro nominati. Quando poi abbiamo avuto pure la notizia che il Presidente Villari ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale, mentre noi abbiamo di già imputato un altro reato a questi partiti e la magistratura ci ha dato atto di indagare sulla nostra denuncia, tutto questo loro proprio non se lo aspettavano. Ha ragione Villari quando dice: ‘Quello che gli interessa è solo la mia poltrona’. Segnaliamo con soddisfazione questo ennesimo successo della nostra iniziativa, notando una cosa. C’era stata la notizia che Beltrandi la sera prima era stato ricoverato. A questo punto i giornali hanno fatto pochi accenni: Ferrara, sempre il più fantasioso all'interno delle routine, aveva già evocato la funzione dei ‘medici anziosi’ che giocano quando noi facciamo le nostre manifestazioni nonviolenti. Per quelli che di queste cose purtroppo per loro si intendono, Marco Beltrandi era ricoverato per ordine dei dottori in terapia intensiva. E credo si sappia cosa vuol dire. In terapia intensiva. Anche io ho annunciato che con la mezzanotte ritenevo raggiunto con successo l’obiettivo, quello di rendere evidente quello che accade ogni giorno ed è clandestino. Acquisire alla ufficialità, acquisire alla conoscenza del paese, a quanti vorranno un giorno documentarsi, tutto ciò, credo che questo sia un successo davvero straordinario. L'appello alla sospensione dello sciopero della sete di Claudio Scaldaferri.
    17:00 Durata: 16 min 36 sec
  • Il Partito Rai è il partito dell'anti-legalità. Questo regime italiano troverà il suo nome dopo. Dire fascismo, comunismo, non ha senso; potrebbe essere evocativo della gravità al massimo. Tutto questo si fonda sulla strage di legalità e porta alla strage dei popoli

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Il Partito Rai è il partito dell'anti-legalità.Il Partito Rai è tale che segue l'evoluzione delle forze partitocratiche esterne. C'è una componente interna: amministratori, sindacalisti.... Un partito che spesso è padrone dei padroni dei partiti. Dicevo che Murione era più potente di Enrico Berlinguer ed è vero; era nella redazione del TG1 anche nel periodo Tortora ed era tra quelli che aveva deciso di politicizzare in malo modo le notizie del TG. Ora il problema è la presidenza e la direzione generale della RAI. No, il problema è che già si saranno spartiti soldi e posti. Ho detto che di già si sono assegnati un affare da 300 milioni di euro per la fiction. E sono andati avanti. Nel frattempo ottengono quello che volevano: da 8 mesi non ci sono le tribune politiche, non c’è accesso alla tv da parte delle minoranze politiche, religiose e sindacali. Questo significa abolire i connotati di uno Stato democratico alla radice. E sulle elezioni sarde stiamo assistendo a degli spot micidiali del Presidente del Consiglio nei confronti del suo candidato. Soru e la ventilata successione a Veltroni. In realtà sono cose stucchevoli. Chi conosce Soru sa che lui non preferisce fare il leader di un partito che non si sa se c’è o non c'è, piuttosto che tornare a governare a tempo pieno la sua Sardegna. Il controllo della Rai è comune. Solo Prodi dovette constatare dai suoi stessi uomini l'assoluta impossibilità di fare ascoltare alcune richieste che noi avanzavamo ma che avevano il crisma ed il sostegno pieno di Sandro Curzi. Prodi tentò di far ascoltare un po’ queste cose; allargò due-tre volte le braccia dicendo: ‘Non conto più niente per questi’. Poi, poverino, chiamava Gentiloni, che però era già divenuto un padrone. Ecco il 'Partito Rai' come si muoveva già in quel momento. È chiaro che sono tutti quanti, come attorno - non all’osso, come stanno riducendo dopo Alitalia anche la Rai - ma attorno alla ciccia del servizio pubblico, del canone. Negli anni ’30 Mussolini, Hitler e Stalin disponevano solo della radio. Oggi questi dispongono, attraverso il servizio pubblico, di tv ed internet. Viviamo in un regime in cui il ceto dirigente non ha scrupoli, nel senso che non conosce il problema del rispetto delle regole dello Stato. Questo regime italiano troverà il suo nome dopo. Dire fascismo, comunismo, non ha senso; potrebbe essere evocativo della gravità al massimo. Tutto questo si fonda sulla strage di legalità e porta alla strage dei popoli
    17:17 Durata: 10 min 2 sec
  • La caratteristica di questo regime è quella di ignorare e di avere timore di quella che è la volontà del popolo: il caso dei militari in città, la vicenda di Eluana Englaro ed il trattato tra l'Italia ed il dittatore Gheddafi

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    I militari nella città per la prevenzione della criminalità. Una risposta c’è stata, ma non in televisione. Quello che credo essere tutt’ora il Prefetto di Roma, ha detto recentemente: 'Noi abbiamo bisogno non di militari, ma di telecamere per le strade ed altro'. Se è l’attuale prefetto,credo sarà liquidato abbastanza presto. L’osservazione, fatta magari in un confronto pubblico in tv, troverebbero l’accordo di tutti gli ascoltatori. La caratteristica di questo regime - come pure da qualche anno di quello israeliano - è quella di ignorare e di avere timore di quella che è la volontà del popolo. Il caso Englaro. I sondaggi sulla soluzione della tragica vicenda e la maggioranza significativa della popolazione a favore dell’eutanasia. Scissione tra la politica come da tutti è voluta e la urgenza che sente il Paese. Qui da noi è generale. L’esempio del dibattito parlamentare sul trattato con la Libia. Sono certo che l’unanimità degli italiani sarebbe d’accordo con noi. Non ho sentito una motivazione pro-trattato che fosse accettabile. C’è stato l’ostruzionismo dei parlamentari radicali e di Furio Colombo, con poi una cinquantina di parlamentari che hanno votato con loro. L’intervento di Martino e le sue ottime argomentazioni. Il trattamento da parte dell'informazione sul trattato Italia-Libia. Il grande successo per l’iniziativa sulla legalità del Parlamento. Sulla Libia avremmo risparmiato costi e dolori infiniti al nostro Paesi, ai libici, ai mediterranei. E probabilmente avremmo risparmiato migliaia di morti nel Mediterraneo, a parte quelli assassinati all’Oasi di Kufra dal regime di Gheddafi, alleato e pagato da noi. La questione del debito pubblico oggi citata pure da Tremonti. Noi per vent’anni in Parlamento, da soli, abbiamo posto la questione del debito pubblico. È una linea che abbiamo sempre avuto e che adesso viene fuori. Se si fosse spiegato al Paese che ognuno che nasce, nasce con 70 milioni di vecchie lire di debito pro-capite, ma poi ci sono gli interessi da pagare.... La caratteristica è che la resistenza, l’alternativa democratica liberale europea e nonviolenta, si trova oggi in una posizione particolare. Abbiamo una responsabilità enorme come radicali. Anche sui temi più 'scottanti' si constata che ci sono maggioranze schiaccianti in sintonia con noi. E già da decenni. Questa è la realtà. I radicali quindi devono essere esorcizzati, cioè non visti e non sentiti. Hanno paura di 1.000 partigiani che restano tali da quasi 60 anni, per cui il popolo bene o male li conosce, li ha metabolizzati. Una resistenza responsabile allora deve dire: 'questi devono essere cacciati via' e dire che 'noi siamo capaci di volgere un appello a quanti nel ceto dirigente comprendono le stesse ragioni del popolo e prendono atto che noi li invitiamo ad una lotta precisa. Non so quali differenze tra loro propongano Vendola e Ferrero. Noi quello che proponiamo, perfino a loro, è questo: è il momento di voltare pagina dopo 60 anni di questo regime. Come si fa? Intanto, se si hanno idee giuste, queste valgono. Noi abbiamo il dovere di essere umili ma di non peccare di modestia
    17:27 Durata: 12 min 54 sec
  • Elezioni europee: Dalla prima domenica, da quando Berlusconi disse: ‘Si va con la stessa legge’, io dissi: 'E invece lui la cambierà'. All'ultimo momento magari, perché la sopravvivenza di Veltroni è preziosa per lui

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    L’assemblea di Vendola e la scissione di Rifondazione Comunista. Nella strategia di D’Alema, senza attribuirgli delle cose contro Veltroni, ma per quello che dice...francamente io credo che 'Veltroni' sia il nome che si dà ad una situazione politica. Non credo che il problema di D'Alema sia di far fuori Veltroni: lasciate i Veltroni seppellire i loro Veltroni. L’idea è quella di presentarsi sul fronte mediorientale con una sua umanità più sensibile ai problemi palestinesi a ad una realpolitica più tradizionale, e quindi di riprendere contatto con quella che è stata la posizione della sinistra per decenni. Poi altre osservazioni sulla legge elettorale. Lui si presenta, mi dispiace dirlo, come neo-prodiano. Lui vole rendere possibile nuovamente alla sinistra di Vendola di ritrovarsi e potersi presentare politicamente. Il sottotraccia con Berlusconi ed il sopra-traccia con Casini. Le elezioni europee e le voci sulla riforma elettorale. Dalla prima domenica, da quando Berlusconi disse: ‘Si va con la stessa legge’, io dissi: 'E invece lui la cambierà'. All'ultimo momento magari, perché la sopravvivenza di Veltroni è preziosa per lui. O voltiamo pagina e diciamo alla gente a quale pagina si va. E noi, nella nostra storia politica, abbiamo tutti i temi. Nel momento in cui potessimo annunciarlo, siamo in sintonia su tutte le cose. Perché noi siamo divenuti forti essendo costretti a vivere come gente e non come gente di potere. Il rischio è questo, che questo regime va e ci porta allo sfascio sempre di più. Le cose intelligentissime che Emma decifra e legge; l’assenza di valore che lei svela a proposito di Tremonti fa paura. A questo punto il problema è l’alternativa italiana o la strage di popolo che segue a quella di legalità
    17:40 Durata: 10 min 27 sec
  • Viene fuori che Obama è 'per l'aborto'. Ma noi in Italia abbiamo dimostrato che la linea di Obama distrugge l’aborto. E invece l' infame menzogna per cui noi, lui, tutti quelli che non sono sulla linea di Ratzinger, sono 'fautori della morte'

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Il cambiamento sul panorama internazionale ed il nuovo inquilino della Casa Bianca. Solo che questa alternativa non è nelle cose. Occorre che noi riusciamo, nelle condizioni infelici ed infami che sono date, a far emergere tutto ciò. L'attacco a Obama, anche lui 'uomo di morte perché favorevole all'aborto'. Questa è una infame menzogna: noi, lui, tutti quelli che non sono sulla linea di Ratzinger ,sono 'fautori della morte'. Viene fuori che Obama è 'per l'aborto'. Ma noi in Italia abbiamo dimostrato che la linea di Obama distrugge l’aborto. In Italia oggi il fenomeno dell’aborto è stato ridimensionato e quello che rimane è un prodotto dei ratzingeriani. Ma chi è che vuole l’aborto e vuole la morte? Adesso non possono sequestrare il corpo, allora sequestrano le cliniche. Lo scisma lefebvriano re-inglobato dal Papa Ratzinger. La sua marcia è militare. Adesso si cerca di iniziare la lotta contro Obama e dappertutto. Così come ci sono anche quelli che ritengono che così come l'esorcista fa fuori il diavolo, così gli uomini che hanno volontà diaboliche devono essere fatti fisicamente fuori. L'opinione dei credenti. Ora c’è il problema dei giovani. Se le dittature hanno tempo per seminare i valori mortali e perversi, nascono nuove generazioni che hanno alcuni sviluppi del cervello che si inseriscono nel dna, a modificare impercettibilmente ogni essere umano. Oggi il tempo è anche questo. Se questo miracolo della esistenza-resistenza del popolo italiano, della gente che magari non sa nemmeno che esistiamo, per difendere alcuni valori del loro vissuto...tutto questo si può anche consumare ed essere battuto
    17:50 Durata: 9 min 16 sec
  • La decennale battaglia radicale per la riforma anglosassone delle istituzioni e l'esclusione dall'appello 'Per la Democrazia' di Segni ed altri

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    L’appello per la democrazia, apparso a pagamento sui giornali, a favore dell’uninominale e le primarie in Italia. Filippo Andreatta, Renzo Arbore, Augusto Barbera, Orlando Barucci, Franco Battiato, Giorgio Bocca, Andrea Camilleri, Furio Colombo, Giacomo Costa, Natale D'Amico, Francesco Giavazzi, Massimo Gramellini, Giovanni Guzzetta, Maurizio Lauri, Gad Lerner, Berardino Libonati, Claudio Magris, Enzo Manes, Cristian Mantero, Antonio Martino, Vincenzo Melluso, Sebastiano Messina, Luigi Moscheri, Sandro Parenzo, Arturo Parisi, Gianfranco Pasquino, Mario Pirani, Cesare Romiti, Piero Schlesinger, Alfredo Scotti, Mario Segni, Gian Antonio Stella, Andrea Tavecchio, Mario Usellini, Umberto Veronesi, Guido Roberto Vitale.Non c’è nessun radicale. Vorrei suggerire loro: possono provare. Il 10 aprile 1994 al nostro convegno dei Riformatori arrivò il vincitore delle elezioni e disse che era d’accordo, che lo avevamo convinto, sull’uninominale. Mi ricordo che nel 1996 mi disse: 'Se io lo faccio, tutti diranno ‘è arrivato il fascismo’'. Ma io gli dissi: non devi avere cattiva coscienza di quello che sei. Mi pare che avendo acquistato sicurezza, questa non gli abbia dato saggezza ma temerarietà - al plurale - quotidiane. Ricordiamo la storia: quando noi prendemmo l’iniziativa della Lega per l’uninominale secco, ci fu un successo straordinario. Ed era radicale di allora. Noi arrivammo anche grazie a Claudio Martelli, devo dire, e nell’attesa curiosa di Bettino Craxi; ci furono 80 parlamentari socialisti che aderirono alle lega, nonostante ci fosse il dogma che socialisti e popolari erano dal ’19 per il proporzionale, visto che questo sistema gli aveva permesso di entrare alla Camera. Però si tendeva a dimenticare che quando Sturzo, Calamandrei, Salvemini tornarono, si dissero assolutamente per il maggioritario uninominale. Mi ricordo che allora vennero alla bouvette Mario Segni ed un altro intellettuale oggi scomparso ed in quel momento parlamentare; dissero: 'Forse potrebbe essere necessario valorizzare il nostro sostegno'. E chiaramente dissero: 'Forse può aiutare il fatto, visto che lui è di area democristiana, che sia Mario a guidare'. Benissimo, nessun problema. Poi dopo qualche anno riuscimmo a vincere il referendum e ce ne occupammo noi; ma Mario Segni si accontentò del ‘Mattarellum’, che era come dicevamo noi la peggiore delle inadempienza, perché avrebbe fatto fallire il preteso maggioritario, permettendo poi di dire: 'Il maggioritario ha fallito'. Da allora i comunisti hanno sempre preferito che il leader referendario fosse Mario. Adesso Mario riviene fuori. Molte le lotte radicali a favore del maggioritario e dell’uninominale secco. Abbiamo presentato anche in Parlamento, dal 1994 ad oggi, le riforme americane cui oggi si fa riferimento nell’appello
    18:00 Durata: 16 min 18 sec
  • PD e radicali: Si farà questo Partito Democratico. Si farà questo benedetto Partito Democratico che Occhetto è stato sul punto di scegliere, con me iscritto.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Si farà questo Partito Democratico. Si farà questo benedetto Partito Democratico che Occhetto è stato sul punto di scegliere, con me iscritto, all'inizio degli anni '90. Il problema è che questi hanno una sorta di mendicità affannosa nel passare dei giorni. Prima quello, poi le europee... Noi invece non siamo terrorizzati dall'idea che mettano lo sbarramento al 5%. Io non ho nessun bisogno di dire qual è stato il mio giudizio su Bettino e quale sia stato quello reciproco, anche negli anni di Hammamet. Ho testimonianze che non ero ancora arteriosclerotico mi hanno fatto piangere di commozione e di tenerezza. Ma devo dire - Bettino ha sbagliato politica ed infatti un giorno mi disse: ‘Ora è il turno tuo’. Era quello che scelse, per motivi opportunistici, di fare quell’orrida riedizione del concordato senza toccare il trattato. Poi il proibizionismo sfrenato, perché pensava così di togliere voti ad Almirante ed alla destra La contemporanea politica di Martelli. Il referendum sulla scala mobile. La dolorosissima ipotesi, anche per l'Europa, della scomparsa radicale dal Parlamento Europeo. L’impegno di Bettini (PD) per una candidatura di Pannella a capolista nelle fila del PD per le elezioni europee. Parola di Veltroni. Quelle sono parole date e riprese, mantenute in tasca propria. Ad onor del vero ho sentito D'Alema dire di recente: 'Con i radicali abbiamo fatto una pagina molto bella, perché difficile e non eravamo inizialmente in sintonia, quella della conquista storica della moratoria delle esecuzioni capitali'. Il fatto è che questa battaglia storica era Nessuno Tocchi Caino, era Sergio D’Elia ed il veto era quasi più contro di lui che contro me e Viale
    18:16 Durata: 9 min 42 sec
  • La lettura generazionista della storia. L’unità nostra era con con Spinelli, Salvemini, Ernesto Rossi. Sono state quelle idee e quegli uomini temprati contro le loro generazioni

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    La riforma federalista. Le leggi di attuazione sono tutto, perché in Italia abbiamo leggi di attuazione importantissime. L'attenzione dovrebbe essere massima. Tutti i federalisti storici, rispetto alle province, ai prefetti - cioè alla presenza del governo centrale -...Ora invece la Lega vuole le Province. La lettura generazionista della storia. Nel '68-'69-'70 maturavano le leggi sull'obiezione di coscienza, sul divorzio, sull'aborto ed i 7 referendum già convocati. Molti dei radicali impegnati in quegli anni eravamo coetanei. L’unità nostra era con con Spinelli, Salvemini, Ernesto Rossi. Sono state quelle idee e quegli uomini temprati contro le loro generazioni
    18:26 Durata: 4 min 40 sec
  • La nostra analisi, 'occorre voltare pagina', vale in Italia - che rischia come con il fascismo di infettare il mondo - ma vale anche per Israele di fronte alla tragedia mediorientale

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    I radicali e l’iniziativa transnazionale. In Israele si inizia a verificare quello che in Italia avviene su scala generalizzata: non c’è rapporto tra il popolo, ciò che questo esprime su tutto, e la classe politica. Il dibattito all'interno del Partito Radicale Nonviolento sul Satyagraha ed il suo duplice fronte: verità sulla realtà del Dalai Lama e le trattative con la Cina e verità su quanto ha fatto Bush nel caso della guerra in Iraq. Guai se questo tipo di sostegno mancasse ad Obama. La classe dirigente israeliana di oggi non è stata toccata, non ha vissuto i grandi ideali sionisti come - malgrado tutto - aveva fatto quella donna dura che era Golda Meir. Il dissenso, allora, con Martin Buber, da subito contrario allo Stato nazionale e contrario alle lotte, anche terroristiche, contro gli Inglesi. Martin Buber aveva nell’immediato molte ragioni, ma dall'altra parte poi c'era il valore di quella classe dirigente, con la storia della nave Altalena che io ricordo sempre. Di fronte ad una nave carica di scampati alla Shoah, ma anche di armi da usare contro gli inglesi, i dirigenti israeliani di allora dissero: 'Non possiamo accettarlo, oggi abbiamo le leggi di uno Stato e le dobbiamo difendere'. Tutto questo oggi nella classe dirigente israeliana è purtroppo assente. Lo dico dinnanzi al fatto che nessuno, tranne ad un certo punto Netanyahu, mi ha detto che era d’accordo con Israele nell’UE. Oggi puntano unicamente sulla politica nazionale di difesa dello Stato, del territorio. Nient'altro. Sono disposti pure a fare, per realismo politico, il partenariato - che non vuol dire nulla - con l’Europa e con la Siria. Le affermazioni di Berlusconi su Israele nell'Unione Europea. E' una notizia, ma nessuno l'ha ripresa. Nessuna agenzia, nessun telegiornale, nessun dibattito successivo: questo vuol dire che funziona un sistema per cui qualcuno accanto a Berlusconi ha detto 'no, questo no'. Avviene come solo come durante il Caso Moro, quando le informazioni nostre, poi rivelatesi vere, non passavano. All'ANSA c'era ancora Lepri, un vecchio radicale come formazione, nittiano. Era lì e quando un paio di volte dissi: 'Ma come è possibile che non esca nulla delle nostre cose?' e lui mi rispose: 'Marco, anche la mia deontologia in certi momenti deve inchinarsi ad altre deontologie'. Questa nostra analisi, 'occorre voltare pagina', vale in Italia - che rischia come con il fascismo di infettare il mondo - ma vale anche per Israele di fronte alla tragedia mediorientale. Il problema oggi è l'impegno della galassia radicale, se maturerà, per dire 'è più che maturo, oggettivamente, il voltare pagina. Perché questo popolo, questo territorio, è unito da lasciti che erano di altre generazioni e che noi abbiamo protetto da quelli. La battaglia qui è la battaglia anche per Gerusalemme. Le reazioni dell'assemblea rabbinica sui rapporti con il Vaticano
    18:30 Durata: 14 min 27 sec
  • Il contributo del dopo-Chianciano e della sinistra alle proposte di riforma istituzionale all'anglosassone.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Sono certo che noi, come radicali, anche perché esclusi in modo manifesto da questo documento, aderiremo sicurissimamente anche a questo testo. E sono esclusi anche - e questo dimostra la piccolezza - Benedetto della Vedova, Marco Taradash che ha presentato con noi queste riforme in Parlamento. Ma adesso rilanceremo questa cosa, perché non vorrei che si dimenticasse che a sinistra c’è qualcuno, come Cesare Salvi, che nel dopo-Chianciano ha posto questa questione. Certo, cacciar via questo regime, questo governo e questa opposizione, questo costume - come direbbe il Presidente della Repubblica ...sicurissimamente io conto che in tutto il mondo della sinistra ed in quello della destra può dare ancora di più un contributo a realizzare questa cacciata del regime, a partire da una proposta di riforma credibile che è quella nostra, che è il nostro passato. Giustamente il prefetto ha subito risposto con la verità, e naturalmente non ho visto grandi titoli. Forse il militare va messo accanto a Silvio, per tappargli la bocca. La settimana del caso Genchi. Io credo che si arriverà perfino a scoprire che non erano assenti di informazioni molto serie quelle cose di Deaglio sulle scorse elezioni. Bisogna voltare pagina e stare con i radicali se hanno consapevolezza che questo è oggi il loro compito. Essere pronti e dimostrare la prontezza, malgrado la disinformazione, che non solo è possibile, ma anche urgente e necessario: via questo regime
    18:45 Durata: 7 min 27 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    So che dovrei andare a Bruxelles. So che, per esigenze dei miei medici, lunedì non potrò andare e forse nemmeno martedì. Ho un incontro molto importante con uno dei rari tecnici specializzati, nel mondo, di questi dossier e compromessi sui grandi problemi istituzionali. Il progetto di un dibattito con Martinazzoli e Rotondi. Io ci terrei enormemente, perché è urgente. Perché vorrei ricordare a Cesa che oggi ha detto: ‘Noi vogliamo fare un partito sulla linea di Sturzo, De Gasperi, Moro e Fanfani’. Una caratteristica di Sturzo, De Gasperi e degli altri è stata proprio quella di ritenere - e forse oggi si capisce di più - che un dogma andava difeso: l’alleanza con i laici, con i laici liberali, con i laici del Mondo. Libonati, della Sinistra Liberale e de Il Mondo, fu l’autore materiale della legge truffa. A Salvemini non venne pubblicato un libro che lui aveva fatto in fretta per Laterza a favore di quella legge. E allora rendetevi conto che i Volontè, i Giovanardi ed altri dei vostri di oggi, non possono essere su quella linea. Ve lo dico con amicizia
    18:52 Durata: 5 min 7 sec