L'Unione Europea riscopre il Piano del Visconte Etienne Davignon? Intervista a Riccardo Perissich

Radio radicale ci occupiamo del del della crisi economica e i particolari della crisi delle settore del dell'auto lo facciamo con un ospite di rilievo Riccardo Teri sì c'è che nell'alla fin negli anni settanta ed nel corso degli anni Settanta è stato Capo di Gabinetto dei commissari italiani Altiero Spinelli e Antonio Giolitti e poi a è stato alto funzionario della Commissione europea
E quindi conosce i meccanismi del dell'unione europea anche per aver scritto un un importante saggio dal titolo l'Unione Europea una storia non ufficiale un libero che si è avvalso anche della
Edito da Longanesi del del della preselezione del del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e in questo periodo si parla molto della della crisi del del settore delle dell'autodromo che
Degli Stati Uniti sono stati dati e ingenti aiuti a questo a questo settore che hanno sviluppato unire un intenso dibattito politico molti propongono un piano anche in in Europa un po'hanno
Paragonabile a quello che il e chieda l'ignominia propose alla alla fine degli anni Settanta precisamente nel nel settantotto come vicepresidente la della Commissione europea quali furono gli effetti di di quel Piano perché oggi possiamo paragonare quel piano di aiuti siderurgici a quello che oggi l'Unione europea potrebbe dare per il settore dell'auto innanzitutto dottor Parisi cioè ci vuole spiegare il perché oggi torna in mente il
Il il tema del del del del del Piano d'Avignon nel nel dibattito politico europeo
Per il momento non direi che sono molti credo propongono
è un'idea che
Forse comincia a germogliare ne ho parlato io qualche settimana fa la Giuliano Amato e Emma Bonino
Hanno hanno anche proposto qualcosa del genere alcuni giorni fa ma non non è ancora un tema
Sul tavolo di chi poi di chi poi deve decidere
Bisogna chiedersi se la cosa assenso secondo me vale comunque la pena la pena di riflettere
Non è detto che si debba fare ma vale la pena di riflettere
Vede che ci sia una crisi dell'automobile non solo europea ma mondiale è un dato di fatto reinserirsi l'automobile americana è in crisi quella giapponese ed è in crisi anche quelle europea
Ma gli altri indiani cinesi e coreani non stanno neanche nostra non per bene neanche loro
Per il momento del sud un economista liberale potrebbe sostenere che in fondo l'automobile un settore come tanti altri e che quindi deve sopportare le le conseguenze della crisi
E che quindi si riesce fili solleverà quando la crisi finirà e che per il momento quello che bisogna
Fare da parte dei Governi sono delle misure generali di sostegno dell'economia
è una tesi logica che ha molti difensori io temo che per l'automobile
Non funzioni non funzioni perché nei Paesi industrializzati l'automobile un settore molto particolare basta pensare al suo peso globale sull'occupazione
Ma non funziona politicamente perché a partire dal momento in cui alcuni Paesi molto importanti in primo luogo gli Stati Uniti
Decidono di intervenire in maniera specifica è quasi impossibile per gli altri non fare altrettanto ora quello che sta succedendo in Europa per il momento sono delle misure nazionali
Sono degli aiuti nazionali
Tesi a sostenere le case automobilistiche di ciascun Paese
Hanno cominciato per primi chiederli voi hanno fatto qualcosa i tedeschi adesso stanno facendo hanno fatto ma hanno adottato un piano molto importanti francesi
Qualche cosa stanno facendo stanno facendo anche gli italiani
Il pericolo ma è un pericolo non teorico questo è un pericolo reale e che queste misure nazionali in realtà
Siano di tipo professionista
Il caso tipico è quello del Piano francese dove la concessione degli aiuti alle case automobilistiche
è condizionato esplicitamente al mantenimento dell'occupazione in Francia al mantenimento della capacità di produzione in sé Francia e addirittura ha un impegno dei produttori e delle case automobilistiche francesi a spostare dove posso i bile verso la Francia
Capacità di produzione che erano state localizzate in altri Paesi soprattutto in Paesi dell'Europa dell'Europa orientale
Ora questa è una situazione molto grave
Perché e chiaro che questi piani devono essere esaminati dalla Commissione di Bruxelles
La Commissione di Bruxelles ed in primo luogo decidere se questi aiuti sono illegittimi e soprattutto se che creano discriminazioni fra i produttori dei vari dei vari Paesi
Il problema è che in questo momento la Commissione è politicamente debole statale è stata attaccata è stata attaccata da molti Governi è considerata
Purtroppo dogmatica e considerata troppo burocratica badi bene che alcune di queste critiche
Possono anche essere giustificate resta o in parte giustificate resta il fatto che aiuti nazionali di questo tipo non coordinati e non controllati
Condurranno inevitabilmente alla frammentazione del mercato con un danno gravissimo per il fondamento stesso dell'Unione europea che il mercato integrato Giuliano Amato Emma Bonino
Lo hanno scritto molto bene con grande chiarezza giorni fa sul sul Financial Times
A questo punto il problema è cosa fare
La domanda che credo tutti dovrebbero porsi
E qual è la natura della chiesi dell'automobile
Perché se noi riteniamo
Che la crisi dell'automobile è essenzialmente una crisi di natura congiunturale cioè legata alla generale recessione
Che abbia da cui sono afflitte attualmente le nostre economie
In questo caso quello che bisogna fare è
Più o meno quello che si sta saccenza do cioè interventi di sostegno alla domanda interventi
Che permettono alle intese di non avere crisi di liquidità le carte alla crisi del sistema finanziario molto giustificato e il legame più o meno di tutti questi piani di incentivi
A obiettivi di carattere di carattere ecologico
Quindi se se la crisi fosse essenzialmente congiunturale legata alla che dalla recessione metri sarei portato a dire che la strada che si è intrapresa è una strada giusta una strada logica
Resta il fatto che deve essere gestita e coordinata in modo da non trovarsi a non creare discriminazioni quindi tutto questo pesa sulle spalle in questo momento ahimè non molto forti
Della Commissione della Commissione di Bruxelles
Vino mi pongo invece un'altra domanda chiaro è chiaro che la crisi e in parte congiunturale forse in buona parte congiunturale mi domando se non è in realtà anche strutturale
Cioè se non esista nell'automobile europea sicuramente nell'automobile americana anche un problema di eccesso di capacità di produzione
Legata anche alla necessità di una riconversione tecnologica che si annuncia molto profonda per adattare il settore a ai nuovi obiettivi di politica ambientale
Quindi sono due lega
Aggiunti al problema della recessione sono due problemi colossali dell'industria automobilistica se così fosse sarebbe molto difficile
Che le intese e il mercato anche con la boccata di ossigeno che attualmente vi è una data potessero potessero veramente uscire uscire dal tunnel
Ed è
Ed è a questo punto del ragionamento che si può porre il parallelo con la crisi siderurgica che comincio alla metà degli anni Settanta
Che ebbe strascichi fino all'inizio degli anni Novanta ma che in sostanza
Si conclusero verso la fine verso la fine degli anni ottanta
BA
Visti verificò si si constatò che il problema era strutturale cioè che c'è un eccesso di capacità di produzione in Europa che era quindi necessario arrivare a una riduzione concertata
Delle capacità
E e si mette in moto un meccanismo per cui
Aiuti nazionali badi bene aiuti nazionali perché il bilancio comune intervenne in maniera molto molto male Sales Aiuti nazionali tennero strettamente coordinati dalla Commissione
E le decisioni sulle chiusure di capacità vennero decisive decise in comune chi ricorda quell'epoca si ricorda che furono discussioni molto difficili e molto e molto sanguinose
Spesso ma alla fine l'industria siderurgica europea ne uscì sanata e abbastanza cappottata tra l'altro molto più concentrata
Di quanto non fosse
All'inizio all'inizio della spesa per quanto riguarda il Piano siderurgico della fine degli anni settanta
La nascita di una attendo di crisi fu essenzialmente più fa questa è una domanda fu il più facile perché i Paesi della Comunità economica europea così come si chiamava allora erano
Nove e che quindi si poteva trovare una un accordo o meno complesso di quanto si potrebbe proporre oggi tra questa miriade di di di industrie
Debiti dell'Unione europea ecco questa complessità quanto dobbiamo tenere conto di questa complicità chiaro che la complessità c'è ed è maggiore
A A ventisette è molto più difficile mettersi d'accordo che ha nove tutto questo è vero però quando c'è un vero problema da affrontare da risolvere lo si affrontare lo si risolve questi queste
Questi non sono necessariamente ostacoli ostacoli insormontabili
Tra l'altro guardi che
Le in
Le i grandi costruttori sono tutti
In alcuni paesi della vecchia Europa i nuovi paesi della cosiddetta nuova Europa sono coinvolti perché accolgono ma alcune in alcuni casi molte delle fabbriche che sono stati creati dai francesi dagli italiani dai tedeschi dai tedeschi e da altri
Quindi l'industria e fondamentalmente ancora nelle mani di pochi paesi della della vecchia Europa
Il rischio è proprio lì che questi paesi decidano di privilegiare la propria occupazione a discapito dell'occupazione in Polonia in Repubblica Ceca e in Slovacchia in altri in alto e questa sarebbe una cosa politicamente drammatica attenti
C'è il saggio daremmo a questi in Paesi nuovi aderenti se alla
Ma la prima crisi seria decidessimo di chiuderci di chiuderci nel nostro egoismo
La situazione è certamente molto più complicata che per l'acciaio
Per un'altra ragione perché l'acciaio la siderurgia è un'industria più semplice di quell'automobilistica
Intanto
Diciamo si tratta di un numero di prodotti relativamente fungibili e piuttosto limitati e poi il l'acciaio
Non ha un'effettiva filiera mentre l'automobile a un sistema di produzione molto più complesso e da una filiera molto complessa di tutti i fabbricanti di componenti
E di tutti i fornitori e sub fornitori quindi
è un è una è un settore molto più complicato da gestire però però anche in questo caso direi
Come si è riusciti con l'acciaio mettendoci più energie più sforzi bisognerebbe essere capaci di riuscirci anche adesso tenga presente se
Adesso ce ne siamo scordati ci è rimasto
Ricordo del piano da legno
Ma far maturare la coscienza che qualcosa di quel genere perché uno strumento così dirigista come il cappello di crisi
Fosse necessario fu un processo molto lungo
Un processo molto lungo
Perché all'inizio non tutti i Paesi e non tutti i produttori avevano la stessa analisi della crisi lei nell'articolo del dodici gennaio ha parlato del del del ruolo che la Germania chi non capì quel mondo
Tutto
In particolare ora oggi noi vediamo che la stessa Germania è stata protagonista di un grande piano di rilancio economico che ha fatto discutere molto e i Grandi Governi del del dell'unione europea secondo lei la Germania si ripropone ancora come
Paese di blocco di questa di questa riflessione
Ma guardi bisogna distinguere le due cose
Sul
Sulla natura dei piani di rilancio generali
Quello tedesco quello francese e quello inglese si può discutere a lungo ma non è di quello che stiamo parlando dirò soltanto che io una certa simpatia per l'impostazione per l'impostazione tedesca
Sul piano invece delle politiche settoriali l'industria tedesca e sempre molto forte e soprattutto l'industria tedesca si ritiene molto forte è convinta della propria forza
Quindi
Spontaneamente i tedeschi sono sempre gli ultimi
Ad accettare il fatto che la crisi sia strutturale e ci vuole tempo per convincervi e così successe corra con la siderurgia
Non lo so può darsi e può darsi che sul piano dell'automobile le loro percezioni abbiano la stessa la stessa evoluzione d'altro canto non mi sembra che l'industria automobilistica italiana o quella francese
Attualmente piano assolutamente convinti che la crisi è strutturale e può darsi che così sia e guardi che io non non
Non sto affermando delle certezze stavo soltanto ponendo sto soltanto ponendo ponendo delle domande
Dove quindi si tratta di cominciare un processo un processo che sarà necessariamente necessariamente abbastanza lungo
Il primo problema quello più immediato eh che l'ha compiuto ogni a permettere alla Commissione di riprendersi controllo della situazione
élite troppo molto giusta la proposta di Giuliano Amato e di Emma Bonino di cominciare con
La creazione di un gruppo
Di alti responsabili nazionali intorno alla Commissione per lanciare un effettivo coordinamento badi bene come loro stessi dicono come Amato e Bonino dicono molto bene non perché
Condizionare la Commissione la Commissione deve restare quella che decide
Però per
Perché le aree un clima un clima di coordinamento e per non e per permettere alla Commissione di non intervenire troppo tardi
Aggiungerei però una cosa e urgente e indispensabile e qui il parallelo con il precedente siderurgico vale
Che la Commissione stabilisca parallelamente
Un tavolo di confronto permanente con i costruttori e che
Intanto le idee di risanamento industriale non devono venire dai Governi ma devono venire dall'industria
Perché se no saranno di natura puramente politica
E poi bisogna che i costruttori siano aiutati a far convergere le loro analisi sulla crisi per il momento non mi sembra che questo stia succedendo in maniera sufficiente
Probabilmente i disaccordi serale case automobilistiche che hanno accompagnato le recenti decisioni
Sul Mimmo sui cambiamenti climatici sul ciglio due hanno creato
Tra i costruttori un clima di di rivalità e di scarsa comprensione quindi mi sembra molto importante che si rimetta in moto anche un meccanismo di discussione e di concertazione
Fra le cause automobilistiche in Europa di cammei badi bene
Senza fare l'errore che mi sembra stiano facendo gli americani di escludere dal tavolo i costruttori
Di origine non europea cioè a questo tavolo devono partecipare anche i costruttori americani e giapponesi presenti presenti in Europa
Nel suo articolo del del dodici gennaio scorso lei nel né in conclusione ricorda che nell'attuale Commissione Barroso manca una figura con le capacità di dall'ignoti
Con questa sua frase mi ha incuriosito molto perché poi sono andato a vedere un po'anche il la personalità di di darvi Mion mi ha appena hanno parlato come
Di una di una persona che
Diciamo non nascondeva le sue opinioni di fronte alle persone se non li riteneva all'altezza glielo diceva immediatamente una persona di una personalità molto forte molto schietta e che comunque amava avere a che fare con le persone del suo del suo stesso livello per quanto Bartali capacità le capacità di intesa volevo sapere lei a chi ha pensato quando ha proposto una si
Cura di all'un'alta personalità per la Commissione europea quantità Vignolo oltre a queste caratteristiche che lei dice
Che però sono piuttosto caratteristiche di asprezza di carattere non sono necessariamente un pregio è vero che da riunione un po'così
Però da vigna un e anche uno straordinario diplomatico
Dotato di un pragmatismo senza limiti quindi è un uomo che quando comincia o quando cominciata perché adesso non più molto attivo
Ma quando cominciava a occuparsi di un problema gli interessava essenzialmente il risultato
E per arrivare al risultato dire anche disposto a rinunciare strada facendo a convinzioni che aveva maturato all'inizio all'inizio del processo quindi pragmatico flessibile
Grandi capacità diplomatiche e grande grande immaginazione
Queste sono le doti che ci vogliono per gestire una operazione è un'operazione di questo genere
Forse nell'articolo sono stato anche un po'categorico non lo so se nella Commissione attuale non c'è assolutamente nessuno capace di fare un'operazione di questo genere non fa parte della Commissione e mi sembra improbabile che si ritorni
Però una personalità che ho avuto recentemente un ruolo europeo e che certamente a queste CRAL molte di queste capacità e Mario Monti per esempio per quanto riguardava un una Nassim altro aspetto che è stato sollevato da
Al dall'articolo sul Financial Times è scritto da Emma Bonino e da Giuliano Amato volevo sapere che effetto potrebbe aprire la dichiarazione di uno Stato di crisi sul sulle sulle banche europee e sui produttori di diamo di automobili nel nella percezione della della del dello stato dell'economia né delle del mercato interno e quello dell'Unione europea
Non bisogna confondere i due settori
Le banche e l'automobile sono problematiche assolutamente diverse
Lo stato di crisi per il sistema finanziario e praticamente dichiarato sotto è sotto gli occhi di tutti non
Ma richiede interventi e cure del tutto diverso se no pure le due cose non hanno non hanno molti molti legami fra loro massa la dichiarazione di uno stato di crisi nel senso che dicevamo prima cioè nel senso
Di condurre a un vero cartello di Clearfield beh certo avrebbe un effetto traumatico
Però però se fosse percepita dal mercato come l'inizio di un'operazione di di salvataggio serio
Probabilmente avrebbe effetti positivi Bader dettati bene che quello che stanno facendo gli americani è sostanzialmente un cappello di crisi
Perché quando decidono
Di condizionare gli aiuti a dei piani di ristrutturazione
Che saranno verificati e controllati fino
A poco tempo fa si diceva da uno tarantelle con dell'automobile in America adesso le ultime notizie sono che Obama fosse
Rinuncia a nominare una sola persona ma che nominerà una task force ma comunque è un è uno strumento anche fosse una trasporto se non una sola persona
è uno strumento molto pesante molto pesante per un Paese
Normalmente così liberale come come gli Stati Uniti
Quindi questo fa pensare che gli americani siano loro stessi convinti per quanto li riguarda
Che la crisi del settore è certamente strutturale non congiunturale
Un'ultima questione
Le industrie automobilistiche europee faranno come quelle americane restituiranno
I soldi alle alle alle istituzioni europee sia un piano del genere verrà avviato per
Per il punto il finanziamento del programma di riduzione di capacità basta guardi questo questo questo è tutto da vedere questo dipende da come il piano viene importato come come viene gestito quali sono le condizioni
Per la concessione degli aiuti un percorso un percorso lungo ma certo che quando
Quando degli aiuti sono condizionati a un comportamento a un obiettivo se questo comportamento questo obiettivo
Non si realizzano gli aiuti devono essere restituiti
Questa è la regola e la regola del gioco di una gestione seria
Senta per concludere questa intervista primati ringraziarla volevo sapere se lei pensando a questa crisi aveva pensa atto a una figura che già aveva ricoperto l'incarico della Presidenza della Commissione europea che avrebbe potuto affrontare bene questa questa situazione e di di crisi se l'ha pensato a chi aveva chi aveva pensato come figura in grado di
Di di affrontare una crisi del genere
Lei dice specificamente l'automobile non ma insomma la crisi più in generale
Fa la crisi più in generale fa
La memoria va necessariamente a Jacques Delors
Io sono convinto che le fece a titolo fosse stato oggi Presidente della Commissione la Commissione si sarebbe mossa
In modo diverso avrebbe oggi un'autorevolezza politica superiore a quella che ha però sta
Inutile poi con i quegli impianti non
Non si non si combina nulla presso la Commissione deve essere rinnovata c'è da sperare che i Governi capiranno
Che non devono nominare dei maggiordomi perché denominano dei maggiordomi o delle maggior donna
Il risultato è che avranno delle persone che tendenzialmente diranno di sì
Ma che poi
Si faceva il mercato interno che circolerà tutto tutto il sistema il sistema europeo e questo non è lì nell'interesse di nessuno gli stessi Governi
Hanno interesse sia vede qualcuno si stanno sto con intelligenza con buonsenso con coerenza con flessibilità per carità ma è anche capace di dire di no
Bene io la la ringrazio moltissimo per la sua disponibilità ringraziamo Riccardo gli si dice che come abbiamo ricordato è stato alto funzionario della Commissione europea e ha collaborato con
I commissari i europea Altiero Spinelli Antonio Giolitti ed è autore come abbiamo ricordato che l'Unione Europea una storia non ufficiale libro edito da non danese che si avvale della della prestazione del presidente la Repubblica Giorgio Napolitano noi la ringraziamo per la sua disponibilità e io la ringrazio anche io buona