Incontro del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla "Questione meridionale"

No
Prima di dare inizio questa sia
Doveroso
Le parole pronunciate
Ieri dal Presidente
Credo
Raccolga venisse
Continui
Più si salvaguardia più interventi di manutenzione territoriale forse nemmeno
Mega opere
Rivolgo
In primo luogo un saluto a nome mio personale
Della Giunta del Consiglio comunale di questa comunità
All'illustre graditissimi ospiti che hanno accolto il nostro invito perché sono la logica la loro presenza un saluto alla signora Napolitano
Al professor Galasso storico di fama
Meridionalista
Se posso dirlo irritualmente irriducibile
Un particolare ringraziamento al Presidente della Repubblica onorevole Giorgio Napolitano
Che ha voluto scegliere Rionero nella casa natale Giustino Fortunato per inviare il suo atteso messaggio alla nazione
Il nostro Comune accoglie per la prima volta nella sua storia un Presidente della Repubblica
E in questa circostanza costituisce per noi oggi un motivo ulteriore di soddisfazione di orgoglio
Credo perciò di poter dire che questa visita onore
Presidente onorevole Napolitano resterà impressa indelebilmente nella memoria di questa comunità
Al pari di quella condotta all'inizio del secolo del Novecento dal Presidente del Consiglio Giuseppe nel Zanardelli
Che in questo palazzo alloggio ospite di Giustino Fortunato
Alla vigilia del varo delle leggi speciali sul Mezzogiorno
Una presenza la sua Presidente Geco incide
Con il conseguimento di un obiettivo ambizioso
Al quale da tempo lavorano le amministrazioni di Rionero
La formale costituzione qui stamattina della fondazione intestata fortunato
Immaginata fin dal lontano ottantadue dal compianto Nino Calice che celebrando qui alla presenza di Mario Rossi Doria
Il cinquantenario dell'anno della morte del nostro illustre concittadino insediò il Comitato scientifico del primo centro studi che portava il nome di Giustino Fortunato
Siamo lieti dunque di comunicare che grazie al contributo della Regione Basilicata della provincia di Potenza dalla Fondazione caricato e al sostegno avuto regole dell'animi dell'Università degli Studi Basilicata del Centro Studi in un calice
Abbiamo oggi raggiunto il traguardo
Dici permettiamo di credere
Presidente
Cioè questa creatura possa avere oggi in lei un padrino di eccezione
In questo palazzo Giustino Fortunato vissero però fino all'estate del mille novecentodiciassette di cui condusse una riflessione politica ad un'attività parlamentare
Costantemente rivolte ad affermare il valore fondamentale ed insostituibile della soluzione unitaria risorgimentale
è sa impose a questa parte del Mezzogiorno un tributo pesante di sangue
Rappresentato dalla feroce repressione del brigantaggio post unitario attuata dall'esercito sabaudo negli anni immediatamente successivi all'unità
Questo tuttavia non impedirà fortunato ieri e a noi oggi
Di considerare l'unità della nazione come l'unico l'esclusivo orizzonte entro cui risultava risulta pensabile porre mano ai problemi del Mezzogiorno
Rimuovere i fattori dell'arretratezza attraverso politiche tributarie e doganale in grado di riequilibrare il divario
Sconfiggere gli interessi costituiti quelli che nelle due italie il divario lo avevano originato e lo perpetuano
Promuovere un profondo rivolgimento delle classi dirigenti meridionali questi i cardini intorno a cui ruota l'impegno politico ed intellettuale Giustino Fortunato
Per questa via e li colloca organicamente la questione meridionale nel quadro dei processi che danno forma al nuovo Stato unitario
Conferendo ad essa non spessore di una grande questione nazionale
Se riscontrabile una incrinatura nella coerente parabola di pensiero di Fortunato un momento
In cui la sua fede unitaria vacilla questo si colloca e non a caso all'indomani dell'avvento del fascismo
Fascismo che fortunato avversò coerentemente senza tentennamenti e fino all'ultimo a differenza di altri autorevolissimi intellettuali liberali della sua generazione
Fascismo che come è stato ricordato qualche minuto fa
In questo Comune Presidente ami e tutto vittime civili da Gerardo Nigro nel ventidue poco più che un ragazzo i trucidati del settembre del quarantatré
Ed ha lasciato una scia ignominia ossa di persecuzioni perpetrate ai danni di chi non intese piegarsi a regime abbiamo solo pochi giorni fa
Intestato la scuola primaria amicale prezioso insegnante esemplare antifascista
Primo sindaco socialista di Rionero dopo la liberazione è questo Presidente il contesto storico a cui allude alla nota che stamani le abbiamo consegnato
Ed è proprio del ventiquattro due anni dopo l'avvento del fascismo
Che fortunato scriverà
Di aver perduto la sua ultima illusione politica
Quella che L'Unità avrebbe costituito alla saldezza dell'Italia e quindi la salvezza del Mezzogiorno
E successivamente
Che nel doversi sempre più convincere che fosse ineluttabile la dipendenza politica del Mezzogiorno dalla rimanente penisola
Non poteva che tornare lì acerba l'animo la simultanea potente riconferma
Dell'innata tendenza dell'Alta e Media Italia alla se edizione
è necessario a resistere alla tentazione di azzardare paralleli storici Arditti
Riflette le parole di Fortunato molto è cambiato a quel tempo la storia della Repubblica italiana nata dalla Resistenza la sua costituzione democratica il patto fra le grandi forze politiche che RAI innervata
Hanno ricostruito il rinsaldato una compagine nazionale giovane perciò fragile
Collocandola compiutamente nel solco delle grandi democrazie europee
E non si sfugge tuttavia
Ha la sensazione che le parole di Giustino Fortunato possano suonare profetiche in un momento segnato da revisionismi disinvolti colpevoli perdite di memoria Don complessivo oscuramento delle ragioni del Mezzogiorno
Le disillusioni seguite all'attenuazione elevato forte tensione riformatrice che diede vita a un quarantennio di intervento straordinario
E le speranze frustrate seguite al grande slancio
Autonomistico e di autogoverno che aveva accompagnato la nascita delle Regioni a Statuto ordinario non sono infatti sufficienti a dare conto delle distrazioni dei pentimenti
Dell'ossequio alle mode correnti di cui oggi vittime del Mezzogiorno
In un momento in cui peraltro prendono corpo nel Paese suggestioni secessioniste di diversa provenienza che hanno dato vita rappresentanze parlamentari robuste di tipo regionalistica o localistica
Assemblate in un coacervo in verità sempre meno indistinto di interessi particolari
Esse hanno scavato in profondità della crisi della democrazia italiana spingendo progressivamente il Mezzogiorno ai margini dell'agenda politica del Paese
Altro che verrebbe da dire l'abolizione del Mezzogiorno un po'provocatoriamente propugnata da qualche intelligente saggista
La crisi che morde anche il nord del Paese nessuno più autorevolmente di lei Presidente può sostenerlo non basta a definire i contorni di una nuova questione settentrionale
Poiché il problema dell'arretratezza meridionale non è assimilabile a quello di una qual sia lega qualsiasi altra Area depressa
La questione meridionale e continua a caratterizzarsi anche oggi
E i dati Svimez più recenti lo confermano come un nodo problematico complessa dal carattere mutevole Mario lunga durata
Lo sviluppo duale che ha rappresentato ieri la forma specifica assunta dal processo di unificazione del Paese
Rischia di diventare oggi il fattore più potente di una
Divaricazione che si misura in termini di civiltà e di futuro oltre che di prodotto interno lordo
Elitaria tornasse ad essere una pura espressione geografica e se il Governo del Paese si riducesse alla quadratura di una somma di interessi particolari
Diventerebbe molto forte il rischio di un federalismo ridotto a strumento di spartizione dalle risorse del Paese secondo i rapporti di forza dati
Ecco perché se non torna centrale nel dibattito politico e parlamentare il futuro dell'unità della nazione il Mezzogiorno non potrà che essere abbandonato al suo destino
Ma come può pensarsi oggi il futuro della nazione se non lo si collega sconvolga entro e più ampi scenari europee e globali
Gli Stati nazionali restano nodi fondamentali nella rete delle relazioni globali il loro ruolo rimane dunque essenziale per contrastare spinte centrifughe
Protezionismo i localismi razzismi che attraversano pericolosamente l'Europa è che esercitano un fascino potente su strati crescenti di popolazione europea quelli più esposti dei contraccolpi della globalizzazione
Restituire significato all'unità nazionale dunque vuol dire declinare la sua funzione enclave in chiave europea
Aggredire il nodo di una questione sociale che rischia di deflagrare attraverso politica fiscale industriali monetari ambientali
Tali da accompagnare un processo di unificazione oggi appannato nella coscienza di milioni di cittadini europei
Lei l'ho ascoltato poco fa presidente la ringraziamo per averci consentito uno strappo al protocollo dalla viva voce dei lavoratori
è difficile per chi perde un posto di lavoro rassegnarsi all'idea che è l'esigenza di competizione globale spostino altrove produzione l'occupazione
Mettendo in crisi la propria esistenza quotidiana ma è impossibile comprenderlo per chi vede chiudere l'azienda che produce i componenti per lo stabilimento di fronte magari quello della figlia
Nel quale la produzione spinta al massimo anche perfetto degli incentivi statali
Hanno i Sindaci che siamo la trincea l'articolazione dello Stato che cittadini incontrano prima
Questa domanda vengono posti ogni giorno signor Presidente le assicuro che non è semplice trovare risposte convincenti
Certo resistere necessario ma è difficile farlo con strumenti logorio darmi spuntate
Forse occorrerà
Chiesi vincoli la concessione di incentivi a precise minime garanzie occupazionali
Forse è necessario che la politica propria colmare lo scarto fra chi decide chi subisce le decisioni
Altrimenti si rischia che perda la sua funzione esse la politica perde la sua funzione e difficile che possa reggere la democrazia
Dentro questa distanza terribile che separa il calcolo freddo di chi può scegliere un unilateralmente le sue convenienze imprenditoriali
Dalla rabbia impotente di chi lo subisce si genera un solo piccolo che separa l'Europa come dalle vite concrete di milioni di euro che incarni dossier
Lavoratori che perdono occupazione giovani precari poveri vecchie e nuove in aumento
Tale enti costretti ad emigrare famiglia che non riescono più a garantire i figli il diritto a studiare ad avere un destino diverso dai padri impoveriscono il Mezzogiorno sono impressionanti i dati
Recenti sugli iscritti all'università ai laureati sulla mobilità sociale al sub in questi anni
Se esiste uno spazio per una nuova e feconda stagione di impegno meridionalismo periti olistico dunque che ribadisca la validità del disegno dei nostri padri costituenti
Ecco ogni utile felicemente unità nazionale federalismo solidale
Esso è tutto è unicamente pensabile dentro un processo costituente europeo
Compiutamente democratico che dia piena legittimazione alla sovranità delle sue istituzioni e che torni a parlare alle conoscenze e dalle menti dei popoli d'Europa
Io ho concluso noi speriamo
Come
Cittadini questa comunità come amministratori pro tempore di questo comune
Che la Fondazione a cui oggi abbiamo dato vita
Nei limiti delle energie di cui disporrà possa offrire un piccolo ma significativo contributo all'avanzamento di una riflessione di un dibattito orientati in questa direzione
Riannodare i fili di una riflessione ritrovare una bussola per l'azione in fondo un segnale di speranza una scommessa un investimento sul futuro
Grazie ancora Presidente Napolitano per avere onorato questa città della sua presenza e per avere accettato
Di tenere a battesimo questa nuova impresa che nasce perciò ne siamo certi sotto i migliori auspici
Ma grazie a lei soprattutto come Luca meridionali ed italiani
Per la saggezza e l'equilibrio con cui interpreta il delicatissimo ruolo istituzionale a cui è chiamato in una fase cruciale e quanto mai incerta della vita del Mezzogiorno elevatissimo
Dovendo fare lo speaker
Dico subito che passo la parola al professor Galasso
Sì signor Presidente signor Sindaco autorità signori il signore ometto ovviamente l'espressione del senso di alto onore
Di cui mi sento investito per l'invito odierno a parlare qui avvio nero
In presenza del Capo dello Stato al quale
Mi lega una napoletanità molto compartecipata al di là di ogni altra considerazione
E mi permetto soltanto signor Sindaco di portare a questa manifestazione il saluto anche della società napoletana di Storia Patria di cui sono
Presidente
E di cui Giustino Fortunato fu per decenni e decenni
Un socio autorevole ebbene in merito benemerito signor Presidente perché anche
Generoso molto generoso sostenitore
In un senso molto immediato del termine a cui tutti i signori delle fondazioni presenti credo che siano immediatamente sensibili
Diciamo così
Anche
Alla sua memoria che giganteggia
Nel panorama della
Indimenticabile semmai si ponesse questo problema Italia liberale pre fascista
Ho cercato di ispirare il senso generale
Della chiacchierata e via dicendo
Forse
Il modo migliore riparlare oggi del Mezzogiorno d'Italia e di ricordare che si tratta per l'appunto non solo sul piano geografico di una parte dell'Italia
Può apparire una banalità ma non lo è per nulla ne deriva che la storia italiana del Mezzogiorno non comincia affatto con l'unificazione politica della penisola nel mille ottocentosessantuno comincia invece
Con gli inizi stessi della storia italiana dell'Italia ossia molto molto prima e su questo punto ora mi fermerò sia pure assai brevemente
Che vuol dire intanto storia italiana dell'Italia
In realtà si tratta solo di non confondere la storia italiana con quella romana o con altre storie precedenti
E di cogliere invece appieno il carattere tuttora europeo il moderno della storia nazionale italiana in cui quella meridionale rientra
Carattere europea non perché le storie delle nazioni europee siano state tutte uguali fra loro
Al contrario
Ognuna di esse alle sue particolarità che la rendono irriducibile a ogni altra e per questo nessuna di esse può fungere
Da modello delle altre e tutte sono anomale rispetto alle altre
Nessuno studioso che ed è più al modello francese o al duopolio franco inglese quale metro inderogabile della normalità o dell'anomalia delle storie nazionali europee
Molti tuttavia ancora insistono nel definire anomalo e le storie di questo o quel Paese rispetta al presunto modello francese o franco inglese e proprio l'Italia è stata ed è
Fra i Paesi più spesso indicati come anomali in questo senso
Nello stesso tempo nessuna nazione europea sfugge alla constatazione del carattere storico della sua formazione della sua vicenda o delle sue prospettive in ogni momento di tale vicenda
E perciò
Nel parlare di tali nazioni non bisogna pensare solo a quelle rappresentate negli Stati nazionali europei dell'ottocento e del Novecento
Alcune note nazione si cominciarono a delineare
Ma il corso della loro storia le porto poi a dissolversi o a confluire nell'alveo di altre storie nazionali o a configurarsi come elementi o componenti di altre nazioni o ancora ad altri destini
Per cui è complesso differenziato molteplice il panorama di tutte nessuna esclusa le nazioni europee
Nessuna di esse è un monolite compatto e omogeneo tutte sono incerto qual modo nazioni multinazionali
Fatte cioè di vari elementi ciascuno dei quali ai nato impotenza la struttura non solo culturale di una vera e propria nazione spesso
Lo si vede bene per gli Stati antichi preunitari L'Italia di Germania mai lo stesso dovunque
E spesso anche una personalità politico istituzionale e definita e di lunga durata
Specificità e storicità dunque e irriducibili tie plasticità delle moderne nazioni europee il caso italiano lo Rivera appieno anche nella cronologica
Una storia italiana sibillina infatti a partire dal secolo sesto nella stessa fase storica in cui cominciano a emergere
Fra il quinto il nono secolo le storia degli altri popoli latini e germanici e di alcuni popoli isolati
Per l'Italia decisiva e punto di inizio più inverosimile di ogni altro fu certo la discesa né cinquecentosessantotto dei Longobardi nella penisola
Poi chiesi si posero subito al di fuori di ogni rapporto istituzionale e sociale con la tradizione romana e affermare o no tutta un'altra condizione di civiltà
In particolare va ricordato che all'invasione Rago longobarda risalgono almeno quattro elementi rimasti poi costanti nella storia italiana
La rottura dell'unità politica del Paese che durava grazie a Roma da sei o sette secoli e fu poi di composta solo tredici secoli dopo nel mille ottocentosessantuno
Lei non voleva azione in luogo di questa infranta unità dei due grandi zone che furono allora la bizantine la longobarda ma divennero poi
Le due grandi ripartizioni del nord del sud del Paese formando due aree diverse
Sul piano politico e su quello culturale e sociale
L'affermazione
Rispetta i poteri politici centrali e sovrani di forti tendenze centrifughe
In cui si espressero un particolarismo e un policentrismo indomabile i una conflittualità quarto elemento
Fra il potere politico e quello ecclesiastico che alla fine portò all'appello pontificio agli franchi contro i Longobardi
Ma rimase poi costante e in sostanza irrisolta in tutta la storia d'Italia storia che certo non non vi preoccupate non ripercorre il tempo questi ma noteremo che in Italia come in tutta Europa nei secoli dal decimo al quattordicesimo
Fu più intense vivace la dialettica in cui si configurare o non le nuove o potenziali nazioni in gestazione da tempo
Dialettica che non si esaurisce qui secoli
Ma consente agli storici di cogliere già allora allo stato nascente la nuova fisionomia nazionale di un'Europa
Che era già l'attuale Europa occidentale settentrionale centrale e quindi pure essa assai diversa da quella dei tempi romani
Anche il nucleo della nazionalità europee nel frattempo maturate era già evidente gli abitanti del paese non furono più chiamati Italie o italici come lega tanti
Oppure come nel medio M. lombardi dai Longobardi si capisce Sindaco perché ci si rifà ai scelti e non ha i Longobardi
Per sostenere la causa dei lombardi
Ma insomma questa è una
Questione minore di pura curiosità
Lombardi dagli Longobardi o romani nei territori non Longobardi e si chiamarono italiani con un termine che appare
Intorno al mille duecento mancherebbe una fulminea e totale fortuna
E che da solo dice quanto ormai le genti del Paese si sentissero un popolo nuovo al quale occorreva e sia diceva un nome nuovo
E così pure si avviarono tutte le espressioni più tipica dell'italianità cominciare dalla lingua che dopo Dante Petrarca e Boccaccio è ormai quella che rimarrà come lingua nazionale
E dalla tradizione artistica e letteraria per finire alle forme più originali della vita pubblica il Comune la signoria la monarchia meridionale la Curia romana e in ultimo all'idea di
L'Europa e all'idea della storia d'Italia come spazio storiografico adesso corrispondente
Più rilevante peraltro il fatto che questa ormai già più che infante Nazione italiana
Da un lato conquistata ben presto in Europa e nel Mediterraneo un primato economico culturale e civile
Durato poi fino ai primi del Seicento e dall'altro lato sibili partiva al suo interno sul piano economico e finanziario
Con una chiara differenziazione di funzioni
Da un lato il nord come Paese avanzato produttore ed esportatore di prodotti manifatturieri
Di servizi e di Noli di risorse finanziarie di personale legata a queste funzioni e ben presto ha tagliato anche all'esercizio
Di attività manageriale imprenditoriali mercantili bancaria tecnicamente qualificate nell'aria meridionale
Dall'altro lato il sud produzione ed esportazione di per materie prime di semilavorati e di prodotti agricoli importazione di gran lunga prevalente in tutti gli altri settori
Un tipico regime da scambio ineguale dunque già in atto fra il duecento e il trecento promosso dalla logica della grande espansione dell'economia mediterranea ed europea di allora
Ma insieme sollecitato anche dalla stessa monarchia meridionale
Per i sovrani del sud le città italiane del nord del centro divennero banca fornitrice concessionari di servizi attività rispondenti alla loro qualità di massima di potenza economica del tempo
Con gli Angiolini tra duecento e trecento questo stato di cose o si consolidò Easy ampio per raggiungere il massimo livello di diffusione di compenetrazione con la società meridionale nel cinquecento e nel seicento
Quando le furono protagonisti assoluti i genovesi
I forestieri genovesi soprattutto ampliarlo inoltre questa penetrazione nel Mezzogiorno in tutti i modi possibili
Partecipando alla vita pubblica e insomma informandovi un consistente elemento alloggiano
Alla fine quello che si verificò non fu però una promozione delle attitudini di quei forestieri nella società meridionale
Ben si una loro più o meno lenta napoletani Zazie un
Questa unità economico funzionante finanziaria
Funzionale della penisola e poco presente
Negli studi e nella cultura corrente legata all'idea che l'unica e unità italiana prima del mille ottocentosessantuno sia stata quella linguistica anzi della lingua colta non della lingua
Corrente
Culturale artistico letteraria in realtà l'Italia ha formato un sistema economico sul scavate insulare di non minore importanza ed entità
E fu anzi proprio questo sistema economico peninsulari a costituire l'impulso il tramite di non pochi aspetti della stessa unificazione culturale della penisola
Secondo la logica dello scambio ineguale la dipendenza dal grande mercato e delle sue mutevoli congiunture e la subalternità a grandi e piccoli operatori dominanti su quel mercato
Caratterizzarono perso almeno dalla seconda metà del duecento lo status del Mezzogiorno nel quadro mediterranea ed europea
Ovviamente dipendenze subalternità non significavano affatto
Passività e immobilità
La storia del Mezzogiorno proseguì piena e complessa in ogni tempo in qualche fase storica come nel Cinquecento fu anzi tale
Da dare l'impressione di un avvio a uno sviluppo autonomo e autosufficiente risolutivo per superare la dipendenza e la soubrette subalternità di cui ho detto
Cospicua parimente fu sempre la parte del Mezzogiorno nel più generale di sviluppo della nazionalità italiana
Per il loro già annotato carattere storico in Europa gli svolgimenti nazionali sono fenomeni complessi in perpetuo svolgimento per cui le nazioni non nascono mai
Già tutte belle compiute come tali fin dai loro primi albori il loro germogliare fiorire non è mai
Un evento on chiuso complesso di eventi al contrario
è un processo graduale e costante
Che segue le sue logiche minuti abili Contino
Prospettive imporsi senza orizzonti ammette rigide univoche
E non sempre con un pieno parallelismo dei vari piani del loro essere storico etnico e culturale politico e istituzionale economico il materiale sociale morale anzi
Talora senza neppure presentare alla luce della storia tutti molti e loro elementi di formazione e di svolgimento
La realtà nazionale italiana con la poteva essere nel contesto storiche europeo e fu rilevante preminente si manifestano d'altra parte con conseguenze rilevanti soprattutto per il Mezzogiorno
Quando venne meno il primati italiani in Europa e il Paese già da quattro cinque secoli all'avanguardia della civiltà europea
Ne passo alla retroguardia e si ritrovò obbligato a una rincorsa all'Europa avanzata
Che non si può dire del tutto concluso neppure oggi
Ciò accade nel corso del Seicento e il Mezzogiorno sconto allora duplicemente la decadenza italiana la scampo alla sconto come paese italiano
E la scontò come Paese dipendente subalterno rispetta all'Italia del Centro-Nord che ne era il tramite con l'Europa
Da allora il posto prima occupato nella vita economica del Mezzogiorno ad altri italiani fu largamente preso da stranieri i francesi anzitutto ma anche svizzeri inglesi belgi tedeschi eccetera
Non però con la stessa intensità diffusione e capacità di penetrazione
L'italianità dopotutto contava e inoltre l'Italia anche nei rapporti tra le diverse parti della penisola non era più quella ricca di energie e di iniziative dei secoli precedenti
Tuttavia fu proprio all'ora
Che in varie parti d'Italia si comincia a prendere seriamente coscienza della decadenza italiana da infastiditi rinascimentali
E a misurare la distanza ormai da un'Europa che Inghilterra e Francia in testa appariva mai vista e modello di modernità
Con la presa di coscienza nacque anche la volontà di recuperare il tempo perduto ricostruire un primato italiano in Europa era impensabile
Ma rimettersi al passo con la modernità maturati in Europa appariva ha ragione possibile oltre che auspicabile
E in questa rincorsa d'Europa consistette quello che dapprima fu definito il rinnovamento dell'Italia e poi nella sua fase culminante il Risorgimento tout-court
Di questa vicenda il Mezzogiorno fu pienamente partecipe e fu protagonista di primo piano
Qui da noi gli anziani la vicenda si collega si colori primo di toni molto alti quanto il Regno di Napoli torno all'autonomia dinastica con l'avvento altro uno dei Borboni nel mille settecentotrentaquattro
Perché le due secoli dal mille cinquecento e uno il Regno d'appartenuta dinastia straniere le vicende della grande politica europea vi portarono infine i Borboni e Giannone
Risse all'ora con una frase davvero memorabile che ai napoletani si offriva
In quel modo in quell'anno una occasione che non dovevano perdere perché un'altra simile occasione
Non si sarebbe avuta neppure per i prossimi mille anni e forse il signor Sindaco
Quello è quasi uno un po'è stata o anzi molto testata perdute
L'occasione è recare a quella di un radicale decisivo progresso del Mezzogiorno in cui potresti malgrado di sviluppo rispetto all'Europa occidentale e ad altre parti d'Italia era ormai evidente
Cessata nel mille settecento e sette l'appartenenza alla corona di Spagna le responsabilità dell'arretratezza meridionale furono attribuite al malgoverno e allo sfruttamento spagnolo era una tesi discutibile
Ma aveva il grande pregio di stimolare lo spirito del Paese a rovesciare le condizioni dovute a responsabilità addossate a stranieri
Per tutti il settecento quest'idea animo un forte slancio della colonna e della cultura napoletana a grandi segni dia una cospicua azione di riforma
Il linea con una grande espansione dell'economia europea anche nel regno Bifulco allora una forte ripresa certo però alla fine del Settecento non si poteva parlare di una trasformazione del Paese rispondente
Sia pure in parte alle visioni alle speranze dei riformatori e degli intellettuali poco col terribile sciocca della rivoluzione
Della Rivoluzione francese dei suoi svolgimenti a Napoli si ruppero l'accordo e la sintonia
Fra la dinastia e gli intellettuali riformatori ossia
Il grande punto di forza del Settecento napoletano
Tralasciamo qui di ricordare il nudo del mille settecentonovantanove ma per due punti lo debbo ricordare
Primo che la storia napoletana non finì allora come alcuni iper catastrofisti amano ripetere ma proseguì vigorosa nei decenni seguenti
Secondo che i cosiddetti patrioti del novantanove clamorosamente sconfitti sul piano politico immediato ancor più clamorosamente vinsero
Sul piano storico poiché la sostanza è grosso
Delle loro idee riformatrici trovarono subito dopo attuazione con la conquista napoleonica del Regno nel mille ottocento SI e durante il regno di Giuseppe buona parte e di Gioacchino ammira
E anche dopo di loro il dinamismo napoletano proseguì sebbene ormai in nuove direzioni
Ferdinando quarta torno tutta infatti a regnare ma per gli accordi stipulati dai vincitori per la resa dell'esercito Graziano
Dove assicurare il mantenimento il mantenimento dei nuovi ordinamenti del Regno si ebbero così alcuni anni di Governo con un indirizzo più continuista che di restaurazione
Di nuovo ma non segnava un ritorno al passato non vi fu che la proclamazione del Regno delle due Sicilie con la legge fondamentale dell'otto dicembre mille ottocentosedici
Io debbo leva chiudere la parentesi costituzionale accoglierà stato obbligato in Sicilia nel mille ottocentododici facendo di Napoli e Palermo un solo Stato e uno Stato nuovo
Il problema di tener fede alla Costituzione siciliana non si poneva più
All'apparenza il Regno di Napoli che era già il maggiore è stato italiana veniva ancora ingrandito in effetti però l'unificazione fu un atto grave essenza futuro
I due legni meridionali erano separati da secoli la Sicilia non aveva nessunissima volontà di fondersi con Napoli tre volte più grande sicché con essa l'isola sarebbe stata sempre in minoranza
Di fatto una nazione siculo napoletana non nacque mai e anzi la riluttanza sociale la riluttanza siciliana
All'unificazione del mille ottocentosedici fu una delle massime palle di piombo al piede sia della dinastia che del Mezzogiorno napoletana
A base della restaurata Corona borbonica rimasti allora soprattutto alla realtà dinastica
Il mondo napoleonico e rivoluzionaria da tramontato in tutta Europa i sovrani erano stati restaurati anche se nessuno torno all'antico regime prendile settecentottantanove
I Borboni erano ormai a Napoli dal mille settecentotrentaquattro e così pure in Sicilia e un sentimento borbonico più forte a Napoli in Sicilia si era pure formato
E allora perché già nel mille ottocentoventi si verificò un in saturazione insurrezione
è un problema complesso nell'Europa posta napoleonica malgrado la forte intesa conservatrice fondata dalla santa alleanza Austria Russia e Prussia con l'appoggio inglese
Non solo sopravviveva norme idee liberali e democratiche non solo i sovrani restaurati dovettero accettare le trasformazioni post mille settecentottantanove ma prese rigore anche l'idea di nazione
Le idee liberali e nazionali finirono anzi per diffondersi ovunque e il Mezzogiorno partecipo sia delle urne che delle altre
La rivoluzione del mille ottocentoventi nacque su queste basi Ferdinando primo fu costretta ad accettare l'idea di una Costituzione e a sottoscrivere a giurarlo la Costituzione poi non duro per il voltafaccia derive
Ma anche per le debolezze del liberalismo napoletano di allora
Ebbene oggi così quella che si può definire la vera restaurazione napoletana non quella del mille ottocentoquindici
Una ripresa si ebbe solo con Ferdinando II ascesa al trono nel mille ottocentotrenta i cui inizi furono molto promettenti
Al Regno fu assicurato una buona sistemazione tributaria e finanziaria vi fu una stabilizzazione sia della spesa pubblica sia della moneta
Si spinsero vari trattati commerciali alcuni importanti si tentò l'avvio di varie manifatture e simile o ha costruito a costruire una serie di infrastrutture indispensabili per lo sviluppo
Insomma ci fu una più attiva opera di governo e il pensiero economico napoletano si pose con nuovo vigore i problemi materiali e strutturali dell'organismo
Bisogna peraltro anche a rifarsi a un'atmosfera italiana del tempo
Dopo le delusioni dei moti del mille ottocentoventi è del mille ottocentotrenta tornava manifestarsi l'aspettativa latente ma mai cessata e più forte di quanto si creda
Di una politica diversa dagli schemi della restaurazione erano gli anni in cui Mazzini dava inizio con la Giovine Italia alla sua rivoluzionaria azione storica
Mazzini sosteneva invero la tesi radicale di unità di unità democratica e repubblicana ma anche negli ambienti moderati di gran lunga prevalenti in Italia
Si cercava qualcosa di nuovo e di diverso dal grigiore soffocante della restaurazione
Fu così che anche a Napoli si delinea un riformismo moderato e i primi anni di Ferdinando II par vero andare in questo senso per cambiare però già alla fine degli anni trenta per l'idea del credito
Che fosse difficile mantenere un indirizzo riformatore nel Regno senza cedere in qualche modo alle correnti innovatrici e nel contempo che fosse pure difficile
Mantenere la sicurezza e la stabilità del Regno e della corona senza uno scudo europeo solidissimo come quello offerto da Vienna ed alla Santa Alleanza
Il refluo accolto in questa percezione
Ma non fu accolto
Nel capire che la società la cultura e lo spirito europeo e italiano stavano maturando lentamente ma fatalmente grandi richieste il spinte riformisti cioè come era accaduto nel Settecento
Quando poi nel mille ottocentotrentanove
Fu siglata vanta un secolo rinviarla tra Francia e Inghilterra protagoniste della rivoluzione industriale e di netto rientra mento liberale il problema divenne più grave quelle intesa franco inglese
Fu un grande fatto della politica europea
E non solo sul piano diplomatico sul quale dirò ISO duro in sostanza fino alla seconda guerra mondiale
L'orientamento filobus priva cose prego comportava quindi una ridda di reazione rispetta all'Ara Marciante della storia europea
I fatti del mille ottocentoquarantotto decisivi per le sorti del Regno vanno visti alla luce di questi rischi elementi
Ferdinando seconda avverte il pericolo delle rivoluzioni di quell'anno dei miracoli per i regimi vigenti in Europa quando inaspettatamente primo fa aiuto il soprano italiani
Concessa la Costituzione non era certo diventato liberale
Penso solo a
O solo di superare così le agitazioni manifestatesi anche nel Regno emotivo nazionale si era diffuso largamente in tutta la borghesia meridionale
D'Italia in cui ebbero maggiore fortuna le idee politiche di Gioberti
Chi è orientato all'opinione moderata alla causa nazionale la illiberale vagheggiando una confederazione italiana presieduta dal Papa
Era un sogno irrealistico e le vicende del quarantotto lo dimostrano di solvendo le fortune del job verticismo ma rafforzando a livello nazionale l'opinione moderata
A sua volta il liberalismo napoletano fallì nel mille ottocentoquarantotto come nel mille ottocentoventi e facilito con le sue debolezze divisioni il ritorno a un regime assolutistico
Dopo che il il quindici maggio quarantotto il re represse tre agitazioni nella capitale mise in frigorifero per così dire la costi
Intanto l'Austria dove la rivoluzione del quarantotto aveva cacciato il mettersi
Si era ripresa e si era conclusa con la doppia disfatta di tutti tolse di Novara la guerra di Carlo Alberto che tanto entusiasmo avevo acceso unità
Ciò incoraggiò Ferdinando II nel suo nuovo assolutismo e ruppe per l'ennesima volta e questa volta invii
Il rapporto tra latina si
Dinamiche attiva del re
Il re pensava che la facilità della repressione del quindici maggio come del
Del tentativo dei fra De
Nel quarantaquattro e di quello di Pisacane nel cinquantasette
Attestasse la dentisti ma prevalenza della monarchia sulle forze ad
Ma intanto si diffondeva in tutta Europa un'opinione assai negativa verso i Borboni mentre dopo il quarantotto il ritmo delle realizzazioni e dell'attività di governo di Ferdinando II
Apparve di qualità nettamente inferiore rispetto al periodo precedente e i problemi di fondo del Mezzogiorno furono largamente Luzzi proponente all'Italia il Mezzogiorno stesso vivevano un intenso decenni
Di mutamento etico politico il confronto con altre parti della penisola divenne allo
Se nella borghesia soprattutto provinciale
Noi siamo nella casa di
Esponenti in segni di questa borghesia
Che era ormai la principale struttura sociale del Regno e che come la borghesia urbana spirava un promessa graduale essenza avventure avremmo detto un secolo dopo
Di cui dopo il quarantotto non vedeva nel governo di Ferdinando II nessun avvio e meno che mai una promessa
Anzi
La mancata percezione da parte dello tre della diffusione di queste idee tendenze moderate deve essere riguardata come una ragione preminente di logoramento del regime borbonico negli anni Cinquanta
E conta a mio avviso molto di più della stessa rottura del Recco illiberale nel mille e ottocentoquarantotto
Per cui riconosce disse ha ragione che in quell'anno il Regno era ormai finito in idea
Sentendosi sicuro tra l'acqua santa e l'acqua salata come egli amava dire Illy non percepiti poi neppure la progressiva affermazione dell'idea italiana dopo i disastri del quarantotto
E tanto meno che essa si faceva ormai sempre più strana anche strada anche nel Regno
Specie in Sicilia
E ciò per gli eventi proferire ori non conto o meno della sua meno felici azione di governo e della sua deficiente percezione delle opinioni dominanti nel Mezzogiorno sempre più soddisfatto del Governo
In Italia tra il quarantasei e quarantotto letta lì le loro italiano era stato Pio IX poi lo divenne Carlo Alberto e poi Vittorio Emanuele II
Che mantenne malgrado gli allettamenti austriaci lo Statuto liberale del quarantotto
Quella fu una fortuna per scarsa voglia l'altra furbi di aver trovato in tavola uno statista di alto rango europea
Nella penisola ormai l'indipendenza nazionale non era più discussa si discuteva soltanto se il nuovo Stato dovesse essere unitario federale monarchico o repubblicano
E non fu quindi tutta un miracolo e una improvvisazione la rapidissima unificazione del mille ottocentocinquantanove sessantuno
Si dovrebbe dire semmai che venne confermato in questa repentina unificazione un punto essenziale
E cioè che non è stato il Risorgimento a inventare a costruire la nazione italiana bensì al contrario è stata l'antica Nazione italiana accorpare e a far sbocciare il Risorgimento
Fu appunto in questo quadro che si ebbe invito infine l'impressionante collasso del Regno nel mille ottocentosessanta
Se si vuole un paragone storico si pensi per chi l'ha vissuto il Sindaco è troppo giovane per questo ma altre in questo
Salato hanno vissuto
I pezzi al crollo del fascismo il venticinque luglio o al crollo italiana dell'otto settembre mille novecentoquarantatré
E parlare per questo di tradimenti accesi ingiustizia storica e crudeli esorbitanza dei vincitori conquista eccetera e comprensibile ma non spiega nulla
Di tutto l'apparato statale borbonico la sola parte che si salvo con onore e che merita rispetto fu quella che ha torto fu deriso come l'esercito di Franceschiello
Certo la diversa personalità di Ferdinando II morto poco prima
E di Francesco II un giovane gentiluomo inappuntabile e pieno di buone intenzioni mai inadeguate impreparato a quei frangenti
Ebbene la sua parte
Ma è più che doppio che lo stesso Ferdinando avrebbe potuto far fronte all'urto risolutivo con la grande onda storica nazionale liberale
Dell'unità italiana un'onda in cui si muovevano appieno ormai anche i napoletani che dall'esperienza del quarantotto avevano tratto la conclusiva convinzione
Che i Borboni tremavano contro la forza di una nuova storia
E da un credevano più è possibile con essi non solo un orientamento nazionale italiano
Ma neppure l'instaurazione nel Regno di un vero regime liberale e di una grande politica di ammodernamento del Paese
Quei napoletani
I De Santis Settembrini gli spaventa i poveri oggi Imbriani e tantissimi altri
Non amavano Napoli e il Mezzogiorno meno di coloro che rimasero di altra idea
Conoscevano a fondo il loro Paese
E non affrontarono a cuor leggero il passaggio da napoletani agli italiani
E ciò anche perché
Nel farsi italiani essi si sentirono ancor più realizzati anche come napoletana e tra l'antica patria minore e la nuova maggiore non avvertirono alcun conflitto o repulsione
Né più né meno di come oggi andiamo o dovremmo andar diventando europei senza stressare di essere italiani francesi e così via
Assidua e ininterrotta nel periodo pre unitario dunque la partecipazione o meglio la componente meridionale nella formazione nelle vice
Che al momento dell'unità le due parti del Paese si trovassero in condizioni diverse era noto a tutti anche se lo si attribuiva al morto al malgoverno locale straniero in un Mezzogiorno reputato sempre
Per sua natura ricca ricco riferisce
Punti sui quali
Solo con due
Grande sacrificio fatto all'unità italiana con le sue riserve auree
E col durissimo peso fiscale
A cui lo sia soggetto dopo
Il problema non è cambiato molto dal loro tempo ci
L'Italia nel Mezzogiorno hanno fatto passi da gigante e questo nessuno lo
Nel loro sviluppo moderno
Ma la differenza tra nord
Tema di dualismo strutturale che si sa non ha l'uguale in nessun altro Paese europeo
Il sud colonia del nord perché la differenza fra loro si è determinato solo nell'unità e a causa dell'unità
Il nord soggetta un tributo immigrato cospicue contino per sostenere inefficienze peggio dei meridionali la cui inferiorità di sviluppo sussisteva già tutta al momento dell'unità
Interrogativi parziali insufficienti che spiegano ben poco quali che siano le risposte Galizzi vogliano dare
Mentre la questione meridionale continua nelle sue forme attuali e si profila intanto una questione italiana rispetto all'Europa
Se il Paese non rivede a fondo i suoi progetti di ulteriore sviluppo economico e civile e non risolve i problemi ci al chiudersi dell'attuale crisi globale rischiano di infittisce sì e cresce
Non
Diradarsi e diminuire è indispensabile che per allora per la fine di questa crisi globale
Non risulti maggiore lo scarto tra il livello medio di sviluppo dell'Italia e un mercato mondiale è sempre più affollato di temibili concorrenti
E questa sfida non la può vincere da solo il nord chiudendosi nel guscio d'oro del suo sviluppo attuale né se la può risparmiare il sud
Accontentandosi dal di tante piccole cose alla giornata se il sud va meglio il nord diventa subito più forte continuando a essere il nord di un grande Paese
Se il sud pensare e così pure se il nord va avanti anche il Sindaco sta meglio perché nel Comune progresso più facile vantaggiose sono le integrazioni e le parificazione
Quando su questo si intendeva un tempo parlando della questione meridionale come questione nazionale ma per tutto ciò non ancor non occorreva evocare o rievocare nessuna questione
Settentrionale o meridionale che sia al punto in cui si hanno la questione più che mai italiana ed è i problemi dell'Italia di oggi unitariamente considerati
Che occorre applicarsi con larghezza e lungimiranza e di vedute
I problemi
Dell'Italia considerata come un solo Paese Italia considerata come un solo Paese è una bella espressione di Cavour
Del mille
Ottocentoquarantotto nel parlare appunto dell'economia di quell'Italia
Del quarantotto ottocentoquarantotto quando l'unità appariva ancora lontana e già se n'era compresa però la profonda ragione storica e la forza di trasformazione di potenziamento per tutti gli italiani
Che poi anche la lezione politica non pure perito cura dei due già ricordati fortunato prendi intransigenti come tutti i più autorevoli meridionalisti nell'affermare il principio dell'unità italiana
E si sapevano che nel Mezzogiorno per partite più importanti si erano decise sempre grazie a forze esterne
Così per l'affermazione dello stato moderno con la monarchia spagnola
Così per le riforme vagheggiata nel Settecento grazie alla conquista napoleonica del Regno così per la causa liberale nel mille ottocentosessanta grazie alla sua identificazione con la causa nazionale italiano
Del resto anche in Italia l'intervento francese ed è stato decisivo per il successo delle riforme al tempo di Napoli un è primo ed è la causa nazionale liberale
Al tempo di Napoli o nel testo
In altri termini il collegamento con le ali avanzate della civiltà politica europea era stato un elemento decisivo per l'avanzamento del Paese
E questa elezione dopo centocinquant'anni di Unità e nonostante
Ahimè tutte pro le troppe delusioni e i troppi argomenti che si possono addurre in contrario
Questa lezione dicevo vale piena ancora oggi per l'Italia rispetto all'Europa e per il Mezzogiorno rispetto all'Italia e all'Europa
Allora la parola
Il Presidente della Repubblica onorevole Giorgio Napolitano
Desidero innanzitutto ringraziare il trenta
Dando le sue parole
Per
Il meditato contributo alla nostra riflessione
E peritali maggiori reale che mi ha offerto a nome
Della
Appena costituita Fondazione Giustino Fortunato
Vede io potevo devi della stessa ospitalità
Con la preziosa collaborazione dell'indimenticabile Nino Calice
Commemorando proprio qui più di quindici anni fa ha dichiarato
Commemorando Gerardo Chiaromonte e
Ripercorrendo il suo impegno meglio analistico
E ci torno oggi in occasione
Della
Visite in Basilicata cui ha dato particolare significato la autorevole e sapiente
Assistenza di Emilio Colombo
Ci torno avendo potuto associare a questo incontro per la sua straordinaria anche amichevole disponibilità Giuseppe Galasso che a
Tessuto con
Un discorso così denso
E serio il retroterra storico
Di questa
Iniziativa e desidero salutare i rappresentanti di tutte le associazioni e fondazioni che sono qui
E il cui impegno sinergico ho avuto modo di auspicare e sollecitare e torno ad auspicare e sollecitare tutte dalla più
Antica e gloriosa Associazione nazionale per gli interessi del mezzogiorno alla nascente Fondazione Francesco Saverio Nitti e
Vorrei cogliere l'occasione diciamo fuori fuori testo
Della presenza qui di chi rappresenta la fondazione Ugo La Malfa per sottolineare come
Non essendo stato forse Ugo La Malfa mai classificato in quanto socio del club dei meridionalisti era rimasto uomo di Governo dell'Italia repubblicana che espresse
La visione più lungimirante e moderna
Del problema del Mezzogiorno come aspetto cruciale
Della necessaria revisione delle tendenze dello sviluppo economico nazionale più di quaranta anni fa
E certamente un uovo altamente simbolico nel quale parlare di mezzogiorno e unità nazionale questo palazzo
Perché non vi fu assertore più alto delle ragioni dell'unità d'Italia e insieme delle ragioni del Mezzogiorno di Giustino Fortunato
Il suo pensiero la sua battaglia politica quali si espressero in decenni di partecipazione appassionata l'attività parlamentare alla vita pubblica
Restano ancora oggi un punto di riferimento illuminante per cogliere aspetti e immessi essenziali del disc Corso che che siamo chiamati ad affrontare nel centocinquantesimo anniversario della fondazione del nostro Stato nazionale
Il ruolo del Mezzogiorno nel movimento che si propone che si propose quell'obiettivo e che riuscì a conseguirlo la collocazione del Mezzogiorno nel nuovo Stato unitario quale IB allora definirsi
E la grande questione che per esso il Mezzogiorno rappresento
Nell'unico percorso successivo fino ai giorni nostri costituiscono una componente decisiva
Della memoria riflessione storica
E dell'esame di coscienza collettivo vorrei dire che di qui al due mila undici vogliamo e dobbiamo suscitare
Non sarà superfluo innanzitutto porre a base delle celebrazioni in programma il richiamo al Risorgimento come modo per l'unificazione volto ad abbracciare l'intera Nazione italiana
Qual era emersa attraverso un lungo plurisecolare Travaglio nei suoi fondamenti identitari comuni
I protagonisti e le forze motrici Risorgimento non potevamo pensare unitaria di cui non fossero parte integrante le regioni del Regno delle due Sicilie così come le Regioni dello Stato punti felici o e a Roma
In quella in Europa nella quale la metà dell'Ottocento
Fare maggiori nazioni solo quella italiana e quella germanica non parlerò di anomalie e non erano comunque ancora riusciti a prender corpo gli Stati nazionali
Non avrebbe potuto assumere un ruolo effettivo unitaria che fosse rimasta monca che non avesse soprattutto abbracciato il Mezzogiorno nel nuovo Stato unitario
E questo un dato storico il cui valore attuare non può oggi sfuggire
E che va ribadito di fronte a certe fantasticherie che si stanno sentendo in polemica con l'esigenza di una forte inequivoca celebrazione e di affermazione de L'Unità e indivisibilità dell'Italia
Di quell'unità dell'Italia tutta fu come uomo del mezzogiorno il più consapevole ardenti assertore proprio Giustino Fortunato
Egli fu sempre vigile nel cogliere con ansia e l'allarme il pericolo mortale rappresentato per l'Italia anche decenni dopo l'unificazione dall'emergere di tendenze particolaristiche disgregate rici
A fine secolo
Egli vedeva quel pericolo come conseguenza della corruttela parlamentare delle province meridionali addebitabile in primo luogo allo stesso Governo con lo stesso Governo
E guardando soprattutto alla Sicilia parlò di bestemmie separatiste
Bestemmie separatiste che di sembravano trovare allora come non mai terreno propizio disse non essendosi me prima propone Mato con maggiore impudenza insuperabile il dissidio tra l'alta Italia e l'Italia meridionale
Altre bestemmie separatiste si sarebbero nuovamente sentite
Sul finire della seconda guerra mondiale e anche in tempi più recenti insieme con non meno imprudenti proclamazioni della insuperabili tale il solco tra nord esso
Il Mezzogiorno peraltro il suo posto nel nuovo Stato unitario sere a guadagnarci o sul campo
Esso fu
Ha detto con forza Galasso da storico pienamente partecipe e protagonista di primo piano della vicenda di quel che fu prima definito rinnovamento dell'Italia e poi nella sua fase culminante il Risorgimento tout-court
Una vicenda che militari e meridionale si sul modo dopo l'insorgenza rivoluzionaria del mille ottocentoventi tappa per tappa fino a culminare nell'impresa garibaldina dalla Sicilia a Napoli
E quello del Mezzogiorno rappresenta un contributo peculiare e decisivo al moto risorgimentale
Pur nel quadro di un incontestabile egemonia moderata sotto la guida del Piemonte sabaudo la componente democratica del Movimento risorgimentale ebbe un ruolo cruciale nella liberazione dell'Italia meridionale
La scelta che finì per imporsi dell'annessione
Immediata e incondizionata per il plebiscito delle province meridionali non può condurre a definire il Mezzogiorno come oggetto di una conquista anziché soggetto attivo e determinante
Del processo che condusse all'Unità d'Italia alla fondazione dello Stato nazionale unitario
Il Mezzogiorno si era aperto la strada verso la conquista della libertà con il suo quarantotto e con il sostegno all'impresa di Garibaldi
I plebisciti valsero a confermare quella conquista e a creare le basi per la configurazione istituzionale del nuovo Stato
Naturalmente
Le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'Unità potranno bene offrire occasioni SD per una rivisitazione complessiva del moto unitario anche con riferimento ai passaggi più controversi
Nessuno può volere rimozione o censure a favore di una rappresentazione a critica o addirittura agiografica
Peraltro il rapporto tra il nuovo sistema politico e le varie correnti che hanno contribuito al Risorgimento è stato argomento di discussione e ricerche
Che hanno impegnato gli studiosi dall'unità d'oggi e soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale
L'idea della sopraffazione di una parte sull'altra che ha dato luogo ad una lunga serie di polemiche arreca divinatorie
Ha ceduto il passo alla ricerca delle ragioni
Per cui il liberalismo moderato ebbe la prevalenza nel momento conclusivo e gli orientamenti federalisti vennero accantonati
Comunque per quel che riguarda il rapporto tra Mezzogiorno e unità nazionale va tenuto ben chiaro lo spartiacque
Tra il discorso che giunge all'approdo del mille ottocentosessanta e quello che riguarda il modo di atteggiarsi del nuovo Stato e del suo Governo nei confronti del Mezzogiorno
In effetti
Ancor prima della proclamazione del Regno d'Italia il Mezzogiorno subire una chiara penalizzazione col decreto del novembre mille of ho cento sessanta che sancì lo scioglimento dell'esercito meridionale e il licenziamento della maggior parte dei volontari
Successivamente e ben presto le tensioni tra il Governo nazionale e il Mezzogiorno avrebbero ruotato intorno a due poli
La mortificazione delle aspirazioni che autonomistiche e la delusione delle attese di sviluppo e di giustizia sul piano economico e sociale
La reazione a condizioni di miseria e oppressione sociale
Che già era serpeggiata nel corso della campagna siciliana e meridionale di Garibaldi sarebbe addirittura esplosa nelle forme estreme di feroce di rione del brigantaggio che il portando in sé l'impronta Illy in Sicilia deriva scisma o borbonico sarebbe stato sanguinosa mente represso
In quanto alle istanze dell'autonomismo innanzitutto siciliano e se furono negate da una rigida unificazione legislative amministrativa secondo il modello piemontese e da scelte di governo centralizzate dici
Già nel mille ottocentosessantuno i propositi enunciati da Cavour di concessione di un vero servono a mente alle Regioni alle Province
Erano apparsi dal lui stesso messi da parte non traducendosi neppure in un formale sostegno ai prof I progetti Mintec la cui bocciatura in Parlamento segnò dei scelto il definitivo rifiuto di un ordinamento regionale regionale
L'uniformi l'uniformità fu tuttavia un prezzo che tutto il Paese e non solo il Mezzogiorno dovette pagare
Sulle vicende dell'economia sulle condizioni reali del Mezzogiorno sulle ricadute sui dilemmi della politica generale dello Stato
Si concentrarono riflessioni le iniziative che aprirono già nell'ultimo scorcio del secolo diciannovesimo
La lunga fase storica del meridionalismo sul terreno dell'inchiesta dell'analisi della polemica e della proposta politica
Fortunato le fu insieme con Pasquale Villari l'iniziatore
Dando un quadro di riferimento e tracciando un solco lungo i quali si sarebbe accumulato in oltre un secolo da Sonnino a Salvemini emittenti a Sturzo Gramsci dorso
Fino a Saraceno De Rossi Doria un formidabile patrimonio di elaborazione di pensiero e anche di esperienze di Governo
Un retaggio culturale politico e morale che appare oggi largamente ignorato le rimosso e a cui si dovrebbe tornare ad attingere
Quel chiede la posizione di Giustino Fortunato interessa richiamare in questo momento è il combinarsi di un'incrollabile attaccamento alla causa dell'unità
Con un giudizio sempre più severo sul modo di Contursi dello Stato verso il Mezzogiorno
Il combinarsi di una visione cruda realistica fuori di ogni mito della realtà del Mezzogiorno
E delle cause del divario tra nord e sottopongo una tenace riaffermazione delle responsabilità dell'Italia unita verso il Mezzogiorno
Così nonostante le degenerazioni che si erano prodotte le delusioni
Che aveva subito fortunato ribadì ad esempio nei drammatici momenti del mille ottocentonovantotto difendiamo ad ogni costo l'unità
Quali che siano i suoi torti quali che siano i suoi errori perché solo in essa e la salvezza della nostra indipendenti sa e perché comunque un lunghissimo cammino è stato un percorso dal mille ottocentosessanta ad oggi
Senza di stipulare i suoi timori per un possibile scivolamento verso uno Stato più o meno federale e gli ibridi IBA viva drasticamente qual sia si attenuazione del vincolo unitario segnerebbe l'inizio della comune perdizione
Ma certo l'unificazione politica che si era conseguita nel mille ottocentosessanta sessantuno si era trovata a dover fare i conti con uno strano dualismo
Diceva fortunato una fatale divisione che si era andata via via cento quando tra il Settentrione e il Mezzogiorno di cui Galasso accolto le origini in secoli lontani dandoci ora una fallisce sintesi di un lungo percorso storico
E venendo al dopo mille ottocentosessanta
Galasso ci ha ricordato come fortunato pose l'accento sulle cause obiettive di quel divario sfa tanto la leggenda di una presunta ricchezza naturale del Mezzogiorno e nello stesso tempo denuncio il peso
Che su di esso fece gravare dopo l'Unità il giovane Stato unitario attraverso definizione ancora Di Fortunato
La doppia assuma di un carico tributario enorme e di un regime doganale proibitivo
Questo filone di denuncia fu poi portato avanti in particolare da Francesco Saverio Nitti
Ma rimane proprio del fortunato un approccio coerentemente centrato sul tema della politica generale dello Stato
E sulla necessità di un suo cambiamento che rendesse possibile il liberarsi delle potenzialità di sviluppo del Mezzogiorno ebbene oggi a distanza di più di un secolo dagli anni in cui venne enunciato quell'approccio ci sempre a presentare una singolare attualità e si può ben dirlo senza indulgere a forzature semplificatorio o polemiche
Insomma dopo le molteplici esperienze che si sono compiute nel periodo succeduto alla conclusione della seconda guerra mondiale e cioè all'avvio con la Repubblica e la Costituzione di una nuova storia democratica
Di una nuova fase di crescita politica ed economica dell'Italia unita dopo tante molteplici esperienze voglio dire mirate al superamento del divario tra nord e sud dobbiamo pur porci degli interrogativi di fondo
Risultati non trascurabili si sono ottenuti cambiamenti non lievi per determinati aspetti si sono prodotti nel Mezzogiorno ma in termini di quell'antico divario oppure oscilla quando nel tempo conoscendo a più riprese alti e bassi e in parte mutando di natura risultano tuttora drammatici e tendenzialmente stagnante
E allora si studino le esperienze dei decenni passati senza superficiali nostalgici SMI senza tentazioni impossibili di ritorno indietro si formino ipotesi nuove partendo tuttavia ad dall'audizione fondamentale di stampo fortunati hanno è cioè
La politica generale dello Stato che deve cambiare guardando alla valorizzazione del Mezzogiorno nell'interesse di tutto il Paese
E deve l'insieme della società italiana muoversi nello stesso senso
Le sue forze produttive le energie imprenditoriali non solo le forze politiche impegnate nel Governo della cosa pubblica
Possiamo ben capire con le parole di Giustino Fortunato Governo del Paese non ignoriamo dia vere nella questione meridionale il maggiore dei loro doveri di politica interna
Anche perché egli aggiunse se la nuova Italia non riuscirà a risolvere il problema economico del Mezzogiorno essa verrà meno una delle maggiori finalità per le quali è risorto
Drammatico monito che ritroviamo nelle conclusioni dell'opera di uno studioso del nostro tempo il compianto Salvatore Cafiero
Ne occorre ricordare come quello dell'unificazione economica del Paese costituì l'assillo di un altro studioso
Un uomo del nord che fu in tempi non lontani anche sapiente operatore pubblico Pasquale Saraceno
Sì il maggiore dei nostri doveri oggi e con ancora maggior forza e l'affrontare la questione meridionale come ha ragione Galasso questione italiana
Le celebrazioni del centocinquantesimo dell'Unità debbono assumere come impegno centrare quello di promuovere una rinnovata consapevolezza di quel dovere
Oscurata sì da troppi anni perfetto dello spegnersi del dibattito culturale e politico meridionalista e dell'esaurirsi di una strategia nazionale per il Mezzogiorno
Ma anche per effetto non possiamo sottacere del diffondersi nell'opinione pubblica settentrionale di un'illusione di sviluppo autosufficiente
Destinato dispiegarsi pienamente una volta liberato sì dal peso frenante del Mezzogiorno
Sono convinto che si possa ben prendere invece
Comprensibile e convincente l'esigenza comune di un rilancio delle potenzialità dello sviluppo meridionale come conditio non è imprescindibile per una rinnovata crescita dell'economia italiana ben più sostenuta di quella
Dell'ultimo decennio
Tale crescita è una collocazione dell'Italia
Nell'Europa più integrata e dinamica che auspichiamo guardando anche alla sua proiezione nel Mediterraneo la crescita e la collocazione dell'Italia
Nel mondo che è cambiato e che cambia globalizzato dossi passano attraverso una visione e un'azione capaci di far leva sulle nuove opportunità che il Mezzogiorno può offrire
Le celebrazioni del centocinquantenario hanno senso perché l'Italia ha bisogno di più unità di nuova e più forte coscienza unitaria
L'unità nazionale conquistata un secco come e mezzo fa si consolida affrontando con nuovo so anch'io la sfida della in compiutezza della nostra unificazione
Lo Stato italiano non è più nemmeno quello del mille novecentosessantuno presento un processo di forte mutamento rispetto al quale non c'è da tornare indietro ma ad avviare un'ulteriore e più coerente percorso di riforma
Ma proprio la novità del federalismo fiscale
Per conquistare i maggiori consensi che le mancano e superare le preoccupazioni lo diffidenze che la circonda l'anno deve saldarsi con una chiara non formare riaffermazione del patto nazionale unitario
I richiami alla valorizzazione delle diverse esperienze storiche e delle diverse realtà e tradizioni rappresentate dal nord al sud o più specificamente rappresentate dalle singole Regioni sono comprensibili e significativi e non possono considerarsi in contrasto con la loro riconduzione a unità che fu il grande obiettivo del moto risorgimentale è il grande traguardo della fondazione dello Stato nazionale italiano
Ed egualmente alla valorizzazione delle correnti autonomiste federaliste riassumibili né i nomi di Cattaneo e poi di Salvemini in altri ancora può confluire pienamente in un programma celebrativo che abbiamo svolto centro la riaffermazione del patto nazionale unite unitario
D'altronde Galasso ci ha dato una bella caratterizzazione del formarsi delle nazionalità come fenomeni storici compressi
Che si svolgono su molteplici piani e abbracciarono specie in un Paese policentrico come l'Italia un grande arco di diversità
In conclusione le celebrazioni del centocinquantesimo dell'Unità italiana dovrebbero favorire il diffondersi di un clima nuovo al nord e assunto
Da un lato
Con l'abbandono di pregiudizi e luoghi comuni attorno a mezzogiorno lei meridionali
Di atteggiamenti spread già attivi che ignorano quel che il Mezzogiorno ha dato all'Italia in vari periodi storici
E in particolare la ricchezza degli apporti della sua intellettualità delle sue élite culturali apporti da De Santis atroce essenziali nel concorrere alla unificazione del Paese
Vecchi e nuovi atteggiamenti spregiativo vie sommari impediscono di cogliere e trattengono dal riconoscere energie valide eccellenze fattori di dinamismo che il Mezzogiorno presenta e su cui occorre far leva
Dall'altro lato una seria riflessione della società meridionale delle forze che la rappresentano quella guidano o che in essa comunque si muovono una seria riflessione critica su se stessa voglio dire
Il bilancio delle istituzioni regionali nel Mezzogiorno non è uniforme comprende esperienze positive come quella della Basilicata e non lo dico perché sono
Qui a Rionero ma nell'insieme ettari da farci dubitare che le forze dirigenti meridionali abbiano retto alla prova dell'autogoverno
E pur riservandoci e sollecitando un approfondimento Obiettivo delle ragioni di un bilancio a dir poco insoddisfacente non possiamo lasciate che lo dica in questo momento da meridionale da convinto meridionalista non possiamo permetterci alcuna autoindulgenza
Non possiamo nascondere inefficienze e distorsioni dietro la denuncia delle responsabilità altrui e soprattutto dietro le responsabilità dello Stato e dei Governi che lo hanno retto
La critica di indizi e di comportamenti di omissioni e di penalizzazioni di cui il Mezzogiorno ha sofferto e legittima e anzi doverosa
Purché seria e fondata ma non può coprire le responsabilità di quanti si sono nel corso di lunghi anni avvicendati nel rappresenta a replicare le regioni meridionali e le istituzioni locali o hanno comunque Espresso le forze della società civile meridionale
è giusto che da parte del Mezzogiorno si rivendichi il meglio del proprio passato storico e del proprio presente
E che innanzitutto ci si riappropri con uno sforzo intellettuale e morale del tutto carente negli ultimi anni delle ereditare la cultura scientifica e umanistica meridionale
Di un patrimonio luminoso di pensiero di creatività che basta riandare al diciottesimo secolo ha lasciato segni duraturi nel farsi dell'Italia e dell'Europa
Ma è essenziale sarà soprattutto uno scatto di volontà
Di senso morale e di consapevolezza civile da cui emergano nel Mezzogiorno nuove forze idonea meglio affrontare la prova dell'autogoverno e della partecipazione al Governo del Paese
C'è materia credo per un esame di coscienza che unisca agli italiani nel celebrare il momento fondativo del loro Stato nazionale