Assemblea Annuale di Confindustria

I lavori hanno inizio
O
Occorrono
Quando Susan
Schininà
A Londra al Senato
Lanciata intralciano
Lanciate
Nuovo nato no no
A
O
La opera
Lungo
Mondo
Che
Ci sta
D'altronde
Ma anche
Viva l'Italia
L'Italia liberale
L'Italia Del Balzo l'Italia dei capitali
No
Criminale
Allora
Grazie
Quindi
Nella
Prende la parola la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia
Signor Presidente della Repubblica
Signori presidenti del Senato e della Camera
Signor Presidente della Corte costituzionale signori ministri autorità
Celebriamo quest'anno i centocinquant'anni dell'Unità d'Italia
è una celebrazione e ci riempie di orgoglio
Dobbiamo al Presidente della Repubblica che oggi ci onora con la sua presenza
Grande riconoscenza per aver saputo valorizzare questa ricorrenza quanto Mary
Sollecitando il patriottismo e il valore della comune a parte
Noi siamo profondamente grati al Capo dello Stato per il richiamo costa che rivolge a tutti noi istituzioni società civile e cittadini di unirci attorno alle istituzioni repubblicane
E di rafforzarne il consenso
Grazie dunque
Presidente della Repubblica grazie davvero per essere qui con noi le siamo davvero molto
Grazie signor presidente la Repubblica per aver fortemente voluto questa grande festa nazionale che troverà un nuovo alto momento istituzionali due giugno festa della Repubblica
Il valore dell'unità è un bene compreso con il cuore e con intelligenza da milioni di italiani che ogni giorno collaboro con l'impegno
Contribuiscono a dare un senso alto e concreto
All'idea stessa dell'Italia nel mondo
Per questo gli italiani hanno partecipato con entusiasmo alle manifestazioni del diciassette marzo
Nei sondaggi di un anno fa già il settantotto per cento degli italiani era favorevole a celebrare l'unità del Paese
A marzo di quest'anno il novanta per cento si è detto felice dividere nell'Italia unita un incremento di oltre dieci punti e questo signor Presidente è merito suo
Io che ho girato tanto in questi mesi la penisola per partecipare alle riunioni degli imprenditori sono rimasta colpita dalla quantità di bandiere tricolore esposte con orgoglio
E senso di appartenenza
A finestre e balconi lungo le vie e nelle piazze
La bandiera nazionale oggi più di un anno fa rappresenta un vero valori identitari
E però aperta per l'Italia una questione antica diventare finalmente nazione
Anziché a una somma di interesse e di forze
E ciò richiede come spesso lei signor Presidente ci ricorda obiettivi condivisi e un sentire e un agire comuni
Occorre mettere avanti interesse di tutti e ritrovare quello spirito che in un passato non troppo lontano
Ci ha consentito di fare un grande balzo
Ci ha permesso di entrare a far parte del consesso dei Paesi ricchi e industrialmente più evoluti
Siamo di fronte a un bivio
L'Italia può aiutare a rilanciare l'unione politica dell'Europa e diventare protagonista dei futuri ed auspicabili Stati uniti d'Europa oppure
Debole e divisa abbandonarsi a funzioni protezionistiche scivolare nell'irrilevanza
Noi vogliamo fortemente la prima scelta e ciò per cui lottiamo ed è ciò per cui abbiamo sempre lottato
Perché siamo sempre stati convinti delle ragioni profonde
Che dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale hanno portato uomini e donne illuminati a proporre la soluzione dell'Unione europea
Proprio contro le divisioni e nuovi conflitti
Ci preoccupano oggi i venti freddi dei nazionalismi che scuotono molti Paesi europei
E al di là dei temi specifici su cui possiamo anche avere legittime divergenze deve prevalere la costruzione della casa comune europea per lungimiranti ragioni politiche ma anche per motivi strettamente economici
Ci siamo posti dinanzi a sfida epocale dettate dalla globalizzazione
E dall'innalzamento degli standards vita di centinaia di milioni di donne e uomini
Che aspirano giustamente a vivere come noi
Allora è bene rammentarlo per demografia geografia l'Italia è e sarà sempre di più una nazione piccola in confronto con i giganti che stanno occupando i tappi palcoscenico mondiale
Solo unita al suo interno il sole unità insieme alle altre nazioni europee potrà sperare di conservare un ruolo nel contribuire a decidere i destini del mondo e quindi anche il proprio
Queste sfide non si possono vincere senza tornare a crescere alla lunga assenza sviluppo economico senza crescita
Alza la terza il populismo e vengono messi in discussione i fondamenti stessi della democrazia
Signor presidente lei lo sa bene e più volte ci ha richiamato uno sforzo straordinario corale
Per rilanciare la crescita
Nel corso della nostra storia nazionale da un secolo e mezzo l'industria ha plasmato in modo determinante l'evoluzione economica e sociale del Paese
è stata la forza motrice del processo di sviluppo che ha fatto dell'Italia una delle nazioni più avanzate del mondo
Ricordiamolo perché è importante alla metà dell'Ottocento il reddito pro capite degli italiani era quasi uguale a quello dei loro però genitori di tre secoli e mezzo prima
Nel mille ottocentosessantuno il PIL per abitante raggiungeva appena il cinquanta per cento di quello del Regno Unito eravamo un Paese davvero povera
L'Unità d'Italia ha contribuito allo sviluppo del Paese
E infatti nei centocinquanta anni della storia unitaria l'Italia si affrancata dalla miseria è diventata da società rurale una società industrializzata
Ha moltiplicato per otto volte e mezzo il reddito pro capite ha raddoppiato la popolazione e ha elevato alla durata media della vita da trenta a ottant'anni ai massimi livelli tra i Paesi economici avanzati
Va ricordato che gran parte delle norme Bazo produttivo che caratterizza la nostra storia unitaria è stato realizzato nel secondo dopoguerra
E proprio in quelle nel nel quindicennio il PIL pro capite aumento di bene i duecento sessanta per cento
E allora quell'esperienza che noi tutti dobbiamo tornare con la memoria alla lezione dei nostri padri che misero in piedi milioni di aziende in una condizione davvero drammatica
Noi dobbiamo tornare alla speranza all'orgoglio alla fiducia in noi stessi
Che hanno davvero capitalizzato quegli anni
Occorrono mutamenti non facili eppure indispensabili
Come non facile ma indispensabile è la necessità di introdurre profondi cambiamenti in molti ambiti della società italiana apprendo la nuovo in fondendo in essa la cultura e riconoscimento del merito
Il progresso economico avviene si rafforza solo se accompagnato da quello più ampio del vivere civile e delle libertà
Entrambi vanno difesi Henrique conquistati in continuazione sapendo che conoscenza e innovazione sono le chiavi per aprire nuovi mercati ed espandere le produzioni lungo un sentiero fatte sempre più di qualità
Senza dimenticare che l'Italia di oggi a un problema complessivo di governance a tutti i livelli
Perché non solo l'impresa i modi di produrre ma anche le istituzioni e le amministrazioni le regole le leggi vanno adattate ai tempi e alle necessità che cambiano
Allora libertà in espansione istituzioni efficienti richiedono comunque obiettivi comuni e un agire super partes per il bene di tutti
Noi vogliamo istituzioni forti e autorevoli istituzioni che sappiano recuperare la fiducia dei cittadini e dell'impresa che oggi è gravemente erosa
Alla lunga non può esservi sviluppo ed è a rischio la stessa convivenza civile se non vi ha fiducia nelle pubbliche istituzioni nella loro correttezza nella loro imparzialità
Nella loro competenza e nella loro efficienza
Ciò richiede uno scatto d'orgoglio di tutta la classe dirigente del Paese
Ritiene che si appassioni i toni della polemica politica che cessi non gli attacchi e le delegittimazione reciproca
Questa è la prima vera grande di riforma di cui ha bisogno l'Italia
E questo è il modo migliore di celebrare L'Unità dare agli italiani il senso che il loro futuro comune è fatto da più libertà da istituzioni migliori e più rispettate ed a maggior benessere in ogni ambito
Signor Presidente della Repubblica posso assicurarle che le imprese italiane si sentono completamente votate a questa missione
Perché l'Italia di domani sia migliore di quella di oggi più generosa con i suoi figli all'altezza di quanto fecero i nostri padri
Il contesto internazionale all'interno del quale si inserisce l'Italia è certamente migliorato ma non mancano insidie e difficoltà
La ripresa dell'economia mondiale si è consolidata intensificata anche se con molte differenze tra i diversi Paesi
Infatti le economie emergenti realizzano il settanta per cento dell'incremento mondiali del PIL e corona se mezzo per cento
Gli Stati Uniti stanno recuperando il passo pre-crisi superiore al tre per cento l'Europa rimane il fanalino di coda con una velocità inferiore al due per cento e l'Italia fatica a raggiungere la meta del modesto Hrimmo europeo
I tassi di crescita europeo con l'eccezione della Germania non sono sufficienti a riassorbire la disoccupazione particolarmente alta tra i giovani
L'instabilità dei tassi di cambio rende più difficili le politiche aziendale
La disciplina dei mercati finanziari continua ad avanzare lentamente
I mercati dei derivati rimangono poco trasparenti e soggetti a bolle speculative
Un forte elemento di preoccupazione è costituito dalle pensioni sui mercati delle materie prime
Se ad un maggiore impegno dell'Europa su questo tema strategico qui oggi c'è il vicepresidente Tajani che ringraziamo per quello che fa ma certamente questo è un tema molto importante per imprese italiane
Il credito è destinato a rimanere selettivo perché la recessione aumentato la prudenza nell'erogare i prestiti e perché le banche dovranno ridurre la leva finanziaria
L'attuale disegno di Basilea tre preoccupa le imprese c'è ancora spazio per evitare ulteriori restrizioni soprattutto per le piccole e media impresa dobbiamo tutti lavorare in questa direzione
Ci preoccupa una norma contenuto nel decreto sviluppo che consentirebbe alle banche di modificare unilateralmente i tassi e le condizioni applicate sui mutui all'impresa questa norma va cambiata
A quindici mesi dall'esplosione della crisi greca l'Unione europea deve ancora a fronteggiare ampie divergenze nella crescita tra i diversi Paesi e i rischi di default sovrani
Le istituzioni e le nazioni europee hanno mostrato una grava carenza di leadership
Basti pensare alle incertezze alle divisioni sull'intervento in corso in Libia
Le conseguenze di ciò è che gli accordi di Schengen sono stati impiegati a immediate esigenze di contenimento dell'immigrazione
E ciò ha innescato una reazione a catena che può frenare dura debolmente la libertà di circolazione delle persone e questo è grave
Il duro contrasto franco italiano sulla compartecipazione ai flussi migratori è stato un chiaro esempio dei danni che le divisioni europee arrecano allo sviluppo del mercato interno e all'affermazione dei diritti di cittadinanza europea
I meccanismi di gestione della crisi dei debiti sovrani restano inadeguati e ciò contribuisce a destabilizzare i mercati allarga il contagio amplifica il corso politico sia nei Paesi creditori che in quelli debitori
Servono condizioni di aggiustamento meno stringenti e finanziamenti più consistenti raccolti sul mercato anche attraverso le emissioni union bond
Non sono però tuttavia mancati alcuni passi in avanti in Europa e questo va detto infatti ventiquattro e venticinque marzo scorso il Consiglio europeo ha raggiunto un importante accordo sulla nuova governance economica
I vincoli sui conti pubblici sono stati rafforzati con un meccanismo per portare i debiti pubblici verso il sessanta per cento del PIL
I fattori di produttività e di competitività dei Paesi membri sono stati riconosciuti oggetto di politiche comuni
Gli impegni nazionali verranno verificati e se non conseguiti sanzionati
è importante spiegare all'opinione pubblica che queste modifiche sono nell'interesse comune e possono creare migliori prospettive di crescita e questo importante
L'Unione europea farà ancora meglio la sua parte grazie a un Presidente della Banca centrale europea come Mario Draghi
Halloween per il suo nuovo incarico noi esprimiamo il più sincero e caloroso augurio di buon lavoro
è una scelta che premia il merito professionale straordinario del Governatore della Banca d'Italia e del Presidente il Financial stability board ed è una scelta che deve render orgogliosa l'Italia intera e noi siamo orgogliosi
La Banca d'Italia ha sempre svolto un ruolo importante perché autorevole e indipendente
La politica economica italiana deve essere guidata da due priorità due vere emergenze da affrontare insieme sto parlando della stabilità dei conti pubblici e della crescita economica
Allora è molto chiaro senza la stabilità noi rischiamo di diventare un Paese finanziariamente non affidabile nei confronti dei partner europei e dei mercati finanziari
Ma senza la crescita noi non daremo prospettive alla colonia e alla società italiana e gli stessi obiettivi di finanza pubblica diventeranno irraggiungibili
Allora intorno a queste due priorità occorre estendere prima di tutto la contro la consapevolezza dell'opinione pubblica
E sono indispensabili L'Unità e la determinazione da parte della politica e la capacità di risposta delle istituzioni
Consapevolezza unità e capacità di risposta sono le tre condizioni che oggi mancano
Serve un grande progetto condiviso su queste due proprio priorità
L'opera riformatrice deve essere di lunga lena e costante nel tempo per essere credibile e non destabilizzare le aspettative delle famiglie delle imprese con annunci estemporanee a cui spesso non sono seguiti poi passi concreti
Va detta con molta chiarezza la tenuta dei conti pubblici ci ha risparmiato di finire nell'occhio del ciclone dell'euro debito un merito che noi riconosciamo il Ministro dell'economia e al Governo della Repubblica italiana
Ma nella vita pubblica e tra la gente non è tramontata la convinzione che il bilancio pubblico si una stanza di compensazione delle tensioni sociali la fonte diretta della crescita dei posti di lavoro
La stagione della spesa facile deve essere considerata chiusa per sempre questo per noi è molto chiaro
Noi abbiamo sempre chiesto una riduzione della spesa pubblica perché la riteniamo necessaria
Secondo gli obiettivi del Governo tra il due mila dieci due mila quattordici la spesa pubblica al netto degli interessi si deve ridurre in termini reali del sette per cento per raggiungere il pareggio di bilancio
Tagli di spesa di questa entità impongono un ripensamento complessivo della funzione dello Stato e riforme profonde
Non si possono risolvere i problemi con i tagli lineari nelle spese correnti e le scure sugli investimenti pubblici
Occorre scegliere occorrono interventi che non siano solo di quantità ma siano soprattutto di qualità per aiutare la crescita occorre coinvolgere tutte le forze politiche sociali
Occorre la revisione di tutte le voci che compongono le uscite del bilancio comprese quelle per il welfare e per il pubblico impiego che rappresentano i tre quarti della spesa primaria
L'articolazione se dagli atti della lista dello Stato non è in contrasto con l'Unità e deve servire a migliorare l'efficienza della macchina pubblica e altri attuare necessari risparmi
Per ora per ora si conosce la dimensione dei tagli che andranno fatti ma non gli interventi per realizzarli
Senza un profondo cambiamento dei meccanismi che governano la spesa dei principali comparti nessuno può escludere che al freno di oggi non segua puntualmente un grande impatto della spesa domani come più volte avvenuto nel passato nel nostro Paese
Occorre ridurre so che lo Stato fa oggi lasciando più spazio ai privati e al mercato
Quindi uno Stato che smetta di fare male il troppo che fa e che invece faccia bene l'essenziale che deve
Ma così non è
Infatti la presenza pubblica diretta nell'economia sia estesa in questi anni in ambito sempre più impropri compiere e proprie di ride patologiche
è esemplare a questo riguardo la proliferazione delle società partecipate da amministrazioni locali alle quali non è stato ancora posto rimedio nonostante i ripetuti interventi normativi
Queste società fanno concorrenza sleale alle imprese private e hanno un livello di efficienza inaccettabile quattro quinti di esse sono in perdita
Andrebbero vendute e i mercati di riferimento liberalizzati con autorità di regolazione forti e indipendenti a tutela dei consumatori
Ma così non è
Tra poche settimane noi saremo chiamati a votare alcuni referendum che se approvati metterebbe uno stop al già bassissimo grado di affidamento ai privati della gestione dei servizi pubblici locali
E impedirebbero gli investimenti nelle infrastrutture idriche
Voglio ricordarvi che già oggi la gestione degli acquedotti e per oltre il novanta per cento nelle mani pubbliche con livelli di dispersione dell'acqua che raggiungono picchi del quaranta per cento
I proponenti di questi referendum danno messaggi fuorvianti o addirittura falsi l'acqua come bene pubblico che sarebbe in pericolo e andrebbe difeso da rapaci interessi privati
Al contrario l'acqua è e resterà un bene pubblico ciò che va privatizzata e la sua inefficiente distribuzione
Allora io voglio chiedere ci dicano i proponenti del referendum come intendono poi gestire l'aumento del livello di inefficienza idrica e del debito pubblico chi pagherà i sessanta miliardi di investimenti che saranno necessari nei prossimi anni su questo vorremmo delle risposte chiare
C'è un altro argomento legato alla spesa pubblica c'è il tema dei costi della politica noi
Voglio essere molto chiaro su questo sappiamo bene che questa voce incide relativamente poco sul bilancio pubblico ma questa è una questione fondamentale
Diciamolo chiaro la politica a tutti i livelli in Italia da ancora troppo occupazione a troppa gente e in un momento così grave in cui tutto il Paese chiamato a fare grandi sacrifici
è del tutto impensabile che non sia la politica per prima a ridurre drasticamente i suoi privilegi
Va ricordato che la precedente finanziaria aveva cominciato un percorso di ridimensionamento che ne abbiamo appoggiato quel che è stato realizzato fino ad oggi però insufficiente perché le resistenze sono estese
Radicate fortissime
Il PIL italiano è un mentecatto del quarantacinque virgola due negli anni settanta del ventisei virgola nove per cento negli ottanta del diciassette per cento nei novanta per il due virgola cinque per cento nell'ultimo decennio
Questa frenata è dovuta alla produttività il cui incremento annuo è precipitato dal due virgola otto per cento negli anni settanta a zero nel passato decennio questa dinamica non ha paragoni negli altri Paesi
Il PIL per abitante nel due mila dieci ancora sotto i livelli del mille novecentonovantanove
Rispetto alla media dell'area dell'area euro è passata dal centosette per cento del novantacinque al novantatré virgola otto per cento del due mila undici è un arretramento che rischia di continuare
Allora in termini di benessere l'Italia ha già vissuto il suo decennio perduto
Ma noi non dobbiamo rassegnarci a questo noi dobbiamo muoverci in fretta
Non possiamo più credere di avere davanti a noi tempi lunghissimi con cui in passato abbiamo affrontato ciò che impediva lo sviluppo come avvenne negli anni Settanta e Ottanta sulla scala mobile o negli anni ottanta novanta con le pensioni
Il tempo è un fattore discriminante
Temporeggiare o muoversi a piccoli passi è un lusso che non possiamo più permetterci i concorrenti non stanno certo lì a guardare e le speranze dei giovani non aspettano
Dando un segnale forte si possono rapidamente ottenere importanti risultati e fa ascoltare le aspettative ora dominate da rassegnato tanto non cambierà nulla invece molto può cambiare in fretta
Più volte Confindustria negli ultimi tre anni ha richiamato l'attenzione sul tema della lenta crescita
Il mito da sfatare è che l'Italia vada in fondo bene e che dunque gli imprenditori devono piantarla di lamentarsi
è un mito che ha molte varianti una per esempio quella per la quale il nord è cresciuto e cresce come più della Germania mentre la zavorra sarebbe solo il sud
I numeri dicono il contrario visto che tra il novantacinque due mila sette il PIL pro capite al sud è cresciuto in media dell'uno virgola tre per
Sto contro lo zero nove al nord certo erano assai diversi livelli di partenza è molto diverso ovviamente il peso della spesa pubblica
Ma la questione della bassa crescita e nazionale e generale
Tutti gli organismi internazionali concordano che l'Italia ha bisogno di un'incisiva programma di riforme strutturali per aumentare il potenziale della sua crescita i fondamentali sono le liberalizzazioni e la riforma della pubblica amministrazione
Noi questo lo diciamo da sempre in Italia c'è bisogno di più mercato ancora poco presente o del tutto assenti in troppi settori della vita economica le liberalizzazioni mancate continuano a penalizzare il Paese
Secondo la Banca d'Italia una decisa politica di liberalizzazione nei settori meno esposti alla concorrenza potrebbe generare un aumento del PIL dell'undici per cento e dei salari reali di quasi il dodici per cento nel medio e lungo termine
Ma sta succedendo il contrario il Governo ancora non ha presentato la legge sulla concorrenza che andava varata l'anno scorso
Ed è in atto una larga un'allarmante corso in Parlamento per ripristinare barriere all'ingresso e tariffe minime per i servizi prose professionali e per i trasportatori noi lo diciamo sempre siamo stanchi che ci sia una parte del Paese sposta la concorrenza
è una parte del Paese invece che sia protetta e che scarica e con l'auspicio di
Quindi noi chiediamo al Governo di proseguire sulla strada delle liberalizzazioni che è un punto importante
L'altro punto l'inefficienza della burocrazia è un grave impedimento alla crescita
L'amministrazione pubblica interviene sistematicamente nell'ostacolare la vita dell'impresa rende quasi impossibile ottenere in tempi certi autorizzazioni e licenze grava l'impresa è di mille adempimenti inutili e costosi
Voglio essere chiara noi apprezziamo molto e abbiamo fortemente collaborato
Per
Interventi di semplificazione che sono stati realizzati negli ultimi anni e anche recentemente con l'ultimo decreto legge sviluppo
Ma occorre che i provvedimenti siano effettivamente attuati dalle amministrazioni e abbiano un impatto reale sulla vita dei cittadini e delle imprese
Da almeno quindici anni si parla per esempio di sportelli unici per le attività produttive in pratica ce ne sono pochi e spesso non funzionano
E per ogni norma che viene semplificata ci sono altre invece che la complicano
Per le imprese quest'anno è stato l'anno del SISTRI un sistema per l'attuazione della normativa ambientale
Proprio ieri ieri sera sono state recepite dal Ministro Prestigiacomo che noi ringraziamo e da tutto il Governo
Le preoccupazioni del mondo della produzione per l'avvio del SISTRI quindi oggi grazie a questo accordo si prevede una proroga un avvio graduale del sistema per il suo computer la sua completa messa a punto e una mitigazione del sistema sanzionatorio fino alla fine dell'anno quindi noi ringraziamo
Il Governo al ministro per aver
Ha scontato la nostra voce
L'anno scorso alla nostra Assemblea ne abbiamo avanzato molte proposte per muovere rimuovere gli ostacoli che ritardano la crescita e la produttività italiana
Il più di quelle proposte resta valido
Tuttavia esse non hanno riscosso l'attenzione della politica sempre pronta a lamentarsi di non ricevere proposte concrete
La verità è che l'agenda nazionale non riesce a fare della crescita il suo primo argomento all'ordine del giorno perché la politica pensa ad altro
E da tre anni che noi non ci stanchiamo di avanzare proposte proposte non richieste le richieste vengono fatte da un sindacato di categoria le proposte sono nell'interesse del Paese
Beh sappiamo bene che alcune cose sono state fatte in questo anno e le voglio ricordare
è stata finalmente approvata la riforma dell'università che noi abbiamo sostenuto fin dall'inizio
Ora è iniziata la delicata fase dell'attuazione c'è il rischio che venga svuotata dall'interno sarebbe inaccettabile quindi su questo tutti dobbiamo impegnarci
La riforma della scuola secondaria anche queste positiva e ha riavvicinato gli istituti tecnici e scientifici all'impresa
è stato introdotto con l'ultimo decreto sviluppo un credito di imposta per le commesse di ricerca affidate all'università
Sono stati avviati dal Ministro Gelmini due bandi per progetti di ricerca dell'impresa dal valore di due miliardi nell'ambito del PON ma sulla ricerca dobbiamo fare tutti molto di più
Dopo la modifica agli incentivi per le fonti rinnovabili e che ha
Portato avanti
Il Ministro dello sviluppo economico e che secondo noi è un buon e quindi
Primo tra la necessità di avere una filiera industriale italiana e quella di stoppare un eccesso di incentivi che portava speculazioni finanziarie
Oggi occorre investire il risparmio energetico
Sono appena state introdotte norme per accelerare la realizzazione delle opere pubbliche e avanzata l'informatizzazione della pubblica amministrazione è stata co Fernando confermata la importante detassazione della contrattazione di secondo livello è iniziata un altrettanto importante riforma dell'apprendistato
è stata varata la mediazione per smaltire il contenzioso giudiziario civile e di fronte a Vesta sono ancora fortissime di opposizione dell'avvocatura a dimostrazione che la crescita ancora una volta viene frenata a interessi di parte
Quindi tante cose sono state fatte ma noi non possiamo nascondere però la nostra delusione occorrono interventi più incisivi e soprattutto sulle infrastrutture e sul Fisco
I tagli effettuati sugli investimenti in infrastrutture sono stati pesanti
Per stessa ammissione del Governo che nei suoi documenti ufficiali scrive che gli investimenti pubblici scendono da trentotto miliardi del due mila nove atta da due del due mila dieci a ventisette del due mila dodici dal due virgola cinque per cento del PIL all'uno virgola sei per cento
Un livello tanto basso che non ha eguali negli ultimi decenni e non ci permette di colmare le norme che infrastrutturali di cui il Paese soffre
C'è un altro punto però che che anche quando le opere vengono finanziate non si va avanti questo è un vero scandalo che deprime la crescita e sottrai competitività allora se non ci sono i fondi pubblici
Se non ci sono i fondi pubblici cerchiamo almeno di coinvolgere i privati con il project financing stabilendo regole chiare
Tempi certi limiti a impugnative e ricorsi
Facciamo un esempio concreto
La settimana scorsa il Consiglio di Stato ha bloccato la centrale elettrica di Porto Tolle
Dopo anni e anni di attese
Dopo che centinaia di aziende si erano qualificate per lavori dal due virgola cinque miliardi di euro si dice no a una centrale che serve come il pane all'intero Nord Est e si sbatte la porta in faccia a migliaia di posti di lavoro
Non è possibile a
Poi dicono che sono gli imprenditori hanno muoversi per il Paese ma come si fa ad operare seriamente a risolvere la dipendenza energetica quando tutto va in fumo all'ultimo minuto per il solito ricorso amministrativo questo è veramente un problema per Paese
In questo caso come per l'Ikea di Vecchiano come per la cementeria di Monselice come in tantissimi altri casi in tutta Italia imprenditori lavo
Attori sfilano insieme nelle piazze contro regole che hanno il solo risultato di uccidere la crescita basta di questo veramente non se ne può più
La leva fiscale e il secondo tema che citavo prima è un potente incentivo per rilanciare lo sviluppo
Per questo la riforma fiscale rimane per noi importantissima
La riforma fiscale deve avere obiettivi chiari
Ridurre insieme le imposte sulle imprese sui lavoratori semplificare dare certezza alle norme combattere certo l'evasione fiscale senza attuare una vera e propria oppressione di controlli sin qui su chi le tasse già le paga
Sono stati aperti dei tavoli tecnici ora si deve entrare nel vivo della riforma prima che la legislatura si avvii all'epilogo questo per noi è veramente importante
Rimane drammaticamente attuale la questione dell'arretratezza del Mezzogiorno
Al sud prima di tutto serve una buona ordinaria amministrazione nella gestione e la scuola della giustizia della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti che oggi a parte qualche eccezione manca del tutto
La politica ha invaso la pubblica amministrazione affermando pratiche clientelari
Serve inoltre proseguire con la massima determinazione nella lotta alla criminalità organizzata che ci vede in prima fila e su questo punto io voglio ringraziare il Ministro Maroni voglio ringraziare tutte le forze dell'ordine la Magistratura e tutti i nostri imprenditori che su questo punto
Collaborano forte e
Va affrontato il tema della spesa dei fondi strutturali
Le risorse disponibili per il periodo due mila sette due mila tredici ammontano a quarantatré virgola sei miliardi di euro una cifra enorme
Al ventotto febbraio due mila undici ne erano stati utilizzati solo il nove virgola otto per cento
Nel due mila undici noi rischiamo di perdere definitivamente sette miliardi di euro di fondi comunitari questa situazione eh inaccettabile per un Paese che ha problemi di spesa pubblica che ha problemi di crescita
Il Ministro Fitto ha presentato a luglio il piano per il Sud che prevede di rimodulare i fondi concentrandomi su alcune grandi aree di intervento con un maggior coordinamento tra i vari enti nazionali e locali tale piano e da noi condivisibile negli obiettivi
Però purtroppo nulla sta avvenendo
C'è resistenza da parte delle Regioni c'è una carenza progettuale ci sono tempi troppo lunghi di realizzazione manca la capacità della pubblica amministrazione di seguire il processo della programmazione
C'è infine il vincolo costituito dal patto di stabilità interno che considera anche il cofinanziamento statale tra le spese da conteggiare
Noi non possiamo restare inermi davanti a questa follia noi come Paese non possiamo rimanere inermi davanti a questa follia ne abbiamo fatto alcune proposte precise e chiediamo che questo tema si è affrontato con assoluta serietà e con grande determinazione
Ci sono temi altrettanto fondamentali che competono prevalentemente alle parti sociali
E che contribuiscono in parte a spiegare la straordinaria performance di crescita che la Germania sta vivendo
Misteri mi riferisco in particolare alle riforme del mercato del lavoro e delle relazioni industriali e a livello di internazionalizzazione delle imprese
La Germania negli anni ha varato importanti riforme del mercato del lavoro che ne hanno aumentato il livello di flessibilità
Negli anni due mila in Germania è cominciato un processo di evoluzione del sistema delle relazioni sindacali
Oggi il contratto collettivo in Germania
Quella del contratto collettivo nazionale ancora un peso molto significativo ma il cinquanta per cento delle aziende introduce è vero che a livello
Aziendale concordate con il sindacato
è prevista la possibilità di sostituire il contratto nazionale con quello aziendale anche se tale possibilità è stata utilizzata solo dal sette per cento delle imprese
In molte categorie c'è un solo sindacato comunque prevalgono impostazioni unitario
Per proclamare uno sciopero in Germania serve il consenso del settantacinque per cento dei lavoratori iscritti
Il nostro accordo interconfederale del due mila nove sulle relazioni industriale
Ha introdotto il principio dei top dei contratti flessibili derogabile a livello aziendale ed esigibili è un accordo che va esattamente nella direzione tedesca
Noi ora vogliamo andare avanti su questa strada offrendo i nostri associati strumenti diversificati per ottenere più produttività attraverso le relazioni sindacali
E ci sono diverse casistica ci sono imprese che vorranno mantenere la centralità del contratto nazionale che deve essere più avanzato
C'è chi avrà l'esigenza di contrattare introdurre deroghe a livello aziendale c'è infine chi avrà l'esigenza di sostituire il contratto nazionale con il contratto aziendale
Con le nuove regole che noi ci siamo dati tutte queste fattispecie sono oggi già praticabili
Qui nessuno può dire che non abbiamo fatto tutto ciò che era necessario per ammodernare le regole della contrattazione e venire incontro alle
Se di tutte le diverse tipologie di impresa e di settori ora ovviamente vanno attuate e su questo punto noi non abbiamo dubbi
Lasciatemi fare una breve digressione su questo punto
Io
Ho avuto e ho la responsabilità
Di guidare la Confindustria in questi anni drammatici che io penso forse sono tra i più difficili degli ultimi decenni
Io ho chiara
In mente un'azione riformatrice che va portata avanti che abbiamo portato avanti che continueremo portata a portare avanti anche nelle relazioni sindacali
Conosco molto bene le regole della competizione internazionale perché l'azienda della mia famiglia vive di mercato globale non ha mai preso un è un po'di aiuti ed incentivi come la stragrande maggioranza di impresa e presenti qua in questa sala
Allora io sento il dovere di rappresentare tutti i centocinquanta mila iscritti a Confindustria piccoli
Medi grandi per me sono tutti uguali non esistono soci di seria che non esistono soci di serie B
Noi non agiamo sotto pressione di nessuno noi non impieghiamo le regole che vuole la maggioranza per l'esigenza di un singolo
Certo noi siamo pronti ad andare più avanti l'ho detto l'ho dichiarato continueremo a
Modernizzare il sistema delle relazioni sindacali ma voglio anche ricordare che questa nostra Confindustria in questi tre anni affatto sulle regole sindacali molto più di quello che è stato fatto negli ultimi quindici anni
Ma senza strappi
Ma senza strappi improvvisi che fanno male al sistema dell'impresa e al Paese
Voglio dirlo con chiarezza sono finiti i tempi in cui poche aziende decidevano l'agenda di Confindustria oggi la situazione diverso ne abbiamo appena fatto delle assise in cui in sei mila
Si sono confrontati e ci siamo dati un obiettivo molto chiaro anche sulle relazioni sindacali questa è la stella che io seguirò queste l'azione che noi faremo e io sono quindi
Come dire
Orgogliosa
Quindi io ho grande eroga altri gol orgoglio di guidare un'associazione fatta di centocinquanta mila imprese che credo nonostante tutto ancora in questo Paese credono nella Confindustria vogliono continuare a rimanere qui vogliono continuare a investire in questo Paese
Vedete il modello che noi abbiamo portato avanti e continueremo a portare avanti facendo le Volver ulteriormente è un modello che certamente conosce anche strano qui estasi di tensione con la parte del sindacato che per principio contraria come la FIOM ma che intentare causa la FIAT ma anche a tante altre aziende
Ma noi restiamo convinti che questo nuovo modello si costruisca meglio con un confronto incessante con i sindacati ciascun ed equa egli ha diritto alla rappresentanza ciascuno dei quali può dire no ed essere poi smentito dal voto dei lavoratori come finora è avvenuto
Noi andremo avanti restare aperti al confronto è l'unico modo perché all'impresa e possono continuare a crescere in questo Paese perché cresce l'Italia e non solo all'estero resta per noi un motivo di orgoglio
E un impegno prioritario
Ma sia chiaro
Chi continua a dire solo no
Si assume una grave responsabilità di fronte al Paese di fronte ai giovani di fronte al mezzo
Giorno e continuare a dire no vuol dire avere sempre più difficoltà a difendere l'occupazione in Italia che quello che invece noi vogliamo fare
Noi vogliamo assolutamente in tempi brevi arrivare un accordo condiviso sulla rappresentanza e sulla esigibilità dei contratti
Servono servono regole che per la donna governabilità delle aziende e per la tutela stessa dei lavoratori sancisca hanno che un accordo firmato dalla maggioranza vale per tutti
Il mercato del lavoro italiano continua a essere caratterizzato da rigidità e da gravi forme di pluralismo tra le generazioni tra i generi tra le diverse aree del Paese
All'inizio del due mila undici un giovane italiano tra il quinto del quindici e ventiquattro anni di età
Avevo una probabilità di non trovare impiego del cinquanta per cento più elevata rispetto a quella dei suoi coetanei europei e addirittura più che tripla rispetto a quella di un giovane tedesco
Nella fascia tra i quindici e ventiquattro anni l'occupazione italiana è di trenta punti inferiore a quella del Regno Unito e della Germania i nostri giovani entrano nel mercato del lavoro molto più tardi rispetto a quello che succede in Germania e nel Regno Unito
Nel due mila dieci i giovani sotto i ventinove anni fuori dal mondo del lavoro e dell'istruzione sono saliti al due virgola uno milioni uno spreco immane di vita e di risorse
In Italia la quota di donne che lavorano e di venti punti inferiore a quella della Germania
Per le generazioni centrali l'occupazione femminile al nord supera abbondantemente quella dell'area euro mentre al sud quasi si dimezza lo stesso accade tra i giovani la disoccupazione giovanile e al sud quasi doppia rispetto a quella del no
Allora
Di fronte a questi dati che denunciano il mal funzionamento e le rigidità del nostro mercato del lavoro a tutto svantaggio dei giovani è venuto il momento di fare un ragionamento a trecentosessanta gradi
Noi dobbiamo riflettere e prendere rapide decisioni sulla formazione sul passaggio tra scuola e lavoro su più adeguati percorsi di studio nella scuola in università supplica efficienti strumenti di Orient la mente collocamento al lavoro sul nuovo contratto di apprendistato in via di riforma su politiche fiscali e meno pesanti per chi ha carichi familiari e sui servizi pubblici più efficienti per la famiglia
Per un'Italia a cui giovani sia riservato un futuro meno incerto noi dobbiamo riprendere in mano anche le leggi sul lavoro
C'è un dibattito interessante in corso su questo tema nel nostro Paese
C'è la proposta del Ministro Sacconi di un avviso comune tra le parti sociali per costruire un nuovo Statuto dei lavori che noi condividiamo
Ci sono proposte di una riforma di una parte riformista dell'opposizione sullo schema di riforma complessiva che considera anche la flessibilità in uscita
Queste proposte hanno in comune il riequilibrio delle tutele tra i lavoratori troppo garantiti e i giovani dal futuro sospese
Occorre proteggere i lavoratori dalla perdita di reddito e non dalla perdita del posto di lavoro
Io credo che questo sia un problema molto serio che va affrontato senza freni biologici con grande serietà in termini culturali prima che di appartenenze politiche o di vetusti riflessi condizionati
La soluzione non può venire dalla trasformazione in massa dei cosiddetti contratti precari le assunzioni a tempo indeterminato come avverrà ora nella scuola
Senza alcuna considerazione per il merito il per il talento e applicando l'unica regola aurea che vale da sempre nel pubblico impiego quello dell'anzianità e dei cosiddetti diritti acquisiti
La soluzione invece noi pensiamo
Possa venire da un ampio disegno riformatore che deve vederci tutti impegnati questo è l'unico modo per consegnare all'Italia un futuro migliore più giusto verso i giovani verso le donne verso il Mezzogiorno
C'è poi chi continua a ripetere che il problema dell'Italia è una cattiva distribuzione del reddito che le impresa si sono tenute tutti i guadagni di produttività
Le cifre racconta una storia molto diversa nei dieci anni precedenti la crisi le retribuzioni reali sono salite in Italia solo dell'otto per cento certo poco ma la produttività ancora meno del quattro virgola cinque per cento
In Germania nello stesso arco di tempo la produttività è aumentata del diciannove virgola tre per cento e le retribuzioni reali sono diminuite del due virgola sette per cento
In Francia la produttività è salita del diciotto e mezzo per cento e le retribuzioni reali sono aumentate del quattordici virgola due per cento
I margini di profitto in Italia sono in diminuzione nell'industria manifatturiera il margine operativo lordo in rapporto al valore aggiunto sia ridotto di un quarto
Una tendenza opposta a quello osservate in Germania e negli Stati Uniti allora non ci si può stupire se una simile diminuzione di risorse redditività scoraggia gli investimenti
La verità è un'altra la verità che la bassa crescita penalizza tutti impresa e lavoratori
L'altro fattore che spiega il grande successo tedesco e la competitività delle imprese e la capacità di conquistare quote di mercato crescente soprattutto nei Paesi emergenti
A noi questo è molto chiaro il cambio di passo richiesto innanzitutto alle stesse imprese che devono essere l'apripista dell'innovazione per l'intera società
Molte sono quelle che hanno adottato nuove strategie che si sono rivelate capaci di cogliere le sfide della globalizzazione e delle nuove tecnologie
Le nuove strategie fanno perno sul sapere sulla crescita dimensionale che si alimentano a vicenda
E che vengono perseguiti integrandosi a monte e a valle rafforzando la filiera
E ampliando prodotti e mercati di sbocco sono strategia adottabili dall'impresa qualunque sia la loro dimensione
Sono strategie emerse da ricerche condotte da Confindustria in cui gli imprenditori di successo hanno indicato la strada agli altri imprenditori in questo modo sono l'impresa che aiutano l'impresa
Dando l'esempio
Ed è proprio il livello di internazionalizzazione di tutte le nostre imprese che dobbiamo impegnarci a migliorare
Nel due mila dieci il fatturato all'export dell'Italia è stato di quasi tre centoquaranta miliardi di euro più quindici virgola otto per cento sul due mila nove hanno di crollo
Ma nel manifatturiero mille trecentocinquanta in prese l'uno virgola quattro per cento del totale realizzano da sole il cinquanta per cento delle esportazioni italiane sono ancora troppo poche questa impresa e questi prese devono aumentare nel numero
L'altro aspetto che i mercati di sbocco sono ancora prevalentemente l'Europa e gli Stati Uniti anche se sono in forte aumento l'esportazione verso Cina India e Brasile ma certamente dobbiamo fare di più
Allora sull'obiettivo dell'internazionalizzazione io penso che serva uno sforzo comune prima di tutto da parte di voi impresa su questo non c'è dubbio da parte di Confindustria da parte delle banche nei prossimi giorni noi promuovere un incontro con l'Associazione bancaria italiana per lavorare sotto strumenti specifici
E serve infine uno sforzo anche da parte dello Stato
I fondi per la promozione dell'istituto del commercio con l'estero dal due mila otto due mila undici sono stati tagliati da sessantasei a trentatré milioni in Francia sono cent'cinque milioni aumentati del venti per cento nello stesso periodo nel Regno Unito ammontano cento dodici più quattro per cento in Germania duecentocinquantadue più ventisette per cento
La nostra rete di promozione frammentata tra ambasciate ICE camere di commercio e regioni
Sono anni che si parla di unificare la Rete ma le guerre interne tra i diversi enti lo hanno sempre impedito non è più possibile andare avanti così serve una decisione chiara e definitiva su questo punto Confindustria pronta come emerso anche a Bergamo a svolgere un ruolo più attivo ma su questo ne chiediamo veramente
La decisione concreta e vera su un punto importante
Cari colleghi imprenditori
Mi avvio alla conclusione di questa relazione
Che come sapete sarà la mia ultima a un'assemblea annuale di Confindustria
Desidero cogliere questa occasione per fare alcune considerazioni su noi stessi sull'impresa italiana sul Tux un compito che tocca Confindustria
Purtroppo nel dibattito politico di questi anni ha rifatto prepotentemente capolino un vero e proprio pregiudizio ostile all'impresa e all'imprenditore
Raffigurati come soggetti animati da di vita invece che generatori di crescita e benessere per la società tutta
è un pregiudizio che si collega a un modo di pensare antiscientifico e anche industriale
Ormai su qualunque problema concreto non si riesce a discutere numeri fatti alla mano ma solo per opinioni scontri ideologici
Allora il nostro primo compito e di affrontare sconfiggere questo pregiudizio senza alzare la voce con serietà e compostezza ma il nome della verità dei fatti
A chi diffida del profitto va ricordato sempre con fermezza che senza profitti non ci sono investimenti non c'è impresa non c'è cambiamento non c'è progresso nel sociale nel civile
Se metteremo l'attività imprenditoriale al centro della vita sociale e punteremo con decisione sull'innovazione difenderemo per i nostri figli istante avvilita faticosamente conquistati dai nostri padri prima ancora che da noi stessi
I profondi cambiamenti in corso nel molto nel mondo richiedono un altrettanto profondo cambiamento anche in Confindustria
Per questo noi abbiamo tenuto tre settimane fa straordinaria si sia perdiamo dove migliaia ci siamo confrontati e abbiamo insieme definite le linee riformatrice della nostra organizzazione
Per lunghi decenni Confindustria e anche servita all'impresa e per ottenere aiuti pubblici
Sotto la mia Presidenza le condizioni della finanza pubblica e ciò che noi per primi chiediamo lo Stato cioè la riduzione del suo perimetro e la ridefinizione dei suoi compiti hanno fatto automaticamente cessare quella funzione
Confindustria non deve più servire per ottenere sussidi o incentivi che drogano il mercato
Confindustria deve tenere la guardia alta sui temi generali delle grandi riforme e favorire la libertà di impresa la concorrenza e la competitività
Confindustria in questi anni ha iniziato anche a mutare in profondità la propria funzione essenziale
Ecco perché noi abbiamo in pochi mesi dato vita a oltre cinquanta reti di impresa e ci siamo dati l'obiettivo di realizzarne altre dieci come modo per spingere l'aumento della dimensione delle nostre imprese
Ecco perché ci siamo impegnati come Confindustria varare il primo progetto di vendita diretta nel mondo dei marchi italiani meno conosciuti
Ecco perché abbiamo costituito i Consorzi dell'energia per abbattere i costi delle piccole e medie imprese
Allora il tema è basta richieste recriminazione alla politica più impegni e soluzioni dirette da parte nostra
Questa è la prima via che noi abbiamo imboccato in questi anni
Ce n'è un'altra che riguarda il nostro assetto organizzativo più coerente alla logica di sussidiarietà e servizio all'impresa
Meno liturgie meno lobby di breve periodo per specifici settori più vicinanza all'impresa nei territori e soprattutto più efficienza
Dopo decenni in cui si è solo parlato di questo ci siamo dati l'obiettivo di accorpare i servizi coinvolgendo almeno il trenta per cento delle associazioni entro un anno facendolo seriamente come la riduzione dei costi e un miglioramento di qualità per le nostre imprese
Ecco è questa la Confindustria che io consegnerò tra dodici mesi al mio successore
è la Confindustria che ha posto la battaglia per la legalità e contro le mafie al centro di una svolta concreta e statutaria
Non più chiedendo solo allo Stato ma cacciando collusi a cominciare dal sud e io qui ancora una volta e lo voglio ma ancora una volta voglio ringraziare IVA Lobello Antonello montante e tutti gli imprenditori del Mezzogiorno che su questo ci sono molto
Quindi dicevo certo a cominciare dal sud che si è mosso per primo e ha dato l'esempio che ora bisogna seguire anche al nord
è la Confindustria che si è incamminata con la maggioranza dei sindacati della politica sulla via di regole più flessibile per dare più produttività le imprese al Paese e più salario del passato ai lavoratori
E la Confindustria pronta a difendere la propria autonomia da ogni tentativo della politica di gruppi di potere di ridurla colletta realismo
E che resta impermeabile a ogni strattone polemico a ogni campagna giornalistica volta collocati cinque mi centimetri più vicino o cinque centimetri più lontano dal Governo o dall'opposizione non ci interessa questa cosa
Ed è la Confindustria che ha incessantemente incalzato la politica sulla priorità della crescita e che poi ha dovuto prendere atto che le priorità della politica erano altre e diverso
Vedete sono i numeri e non le lamentele degli industriali a testimoniare che quell'alle nostre spalle sono anni perduti
Ancora nel due mila nove l'Italia era la quinta potenza manifatturiera al mondo il secondo Paese dopo la Germania per prodotto industriale pro capite
I dati ufficiali a fine due mila dieci dicono che da Quintino siamo passati sette mi e da secondi a quarti nel primo caso ci hanno superato Corea del Sud e India nel secondo caso Giappone e ancora Corea del Sud
Allora ecco che cosa accade se non si attuano profonde riforme strutturale il mondo corre e noi perdiamo posizioni che erano state costate ingegno capitali esatti
E questo lo scenario che io ho dovuto affrontare a vostro nome nella mia presidenza in questi terribili anni della più grave crisi del secondo dopoguerra
Sapendo però sempre anche dei momenti più difficili di poter contare sul vostro appoggio e sul vostro impegno e io di questo vi ringrazio di cuore con grande affetto e con grande stile
In questa occasione come avete notato attenendomi all'impegno comune che abbiamo tutti assunto allestita di Bergamo o limitato gli accenni alla politica al minimo indispensabile
Ora che mancano poche ora i ballottaggi del secondo turno amministrativo non possiamo che esprimere un solo spiccio
Se il risultato elettorale finale convincerà Governo e maggioranza di avere davanti a sé ancora due anni di lavoro la loro agenda deve concentrarsi su un'unica priorità la crescita
Questo significa semplificazione e liberalizzazione subito infrastrutture subito riforma fiscale subito queste sono le nostre richieste
Ma al di là del voto amministrativo ci sono tre considerazioni di fondo che orientano le nostre convinzioni il nostro agire il nostro giudizio
Prima
Il decennio perduto alle nostre spalle in termini di minore competitività e mancata crescita viene da divisioni e lacerazioni interne a ciascuno dei due poli della politica
Alle prese con fratture e problemi di leadership personali anteposti al benessere del Paese noi non vogliamo più questa alta conflittualità all'interno degli schieramenti e tra gli schieramenti
Secondo ora che le difficoltà della maggioranza sono evidenti nel giudizio popolare non per questo possiamo tacere che lo può zione tra spinte antagoniste frammentazione è ancora incapace di esprimere un disegno riformista hanno invece speriamo che questo possa accadere
Terzo
Un avviso finale
Come imprenditori noi facciamo a testa bassa in maniche rimboccate
Il nostro mestiere ma attenti
Diceva Max Weber
Vengono talora momento tanto gravi nella vita di una nazione in cui la testimonianza pubblica di di di chi vive di integrità privata non è più un diritto civile ma un vero e proprio dovere morale
Io davvero non ho dubbi
Nei momenti difficili della vita del Paese e di grande discontinuità noi imprese italiane noi Confindustria siamo stati pronti non solo a tutelare le imprese ma batterci con tutte le forze per gli interessi generali del Paese
Allora in un momento così noi saremo pronti a batterci per l'Italia anche fuori dalle nostre impresa
Con tutta la nostra energia con tutta la nostra passione con tutto il nostro coraggio viva l'industria viva lavoro italiano viva l'Italia
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lascia la sala
I signori ospiti sono pregati di rimanere seduti grazie
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la sala Sala i signori ospiti sono pregati di rimanere seduti grazie
Ma
Signori ospiti sono pregati di rimanere istituti grazie
I signori ospiti sono piegati Lima diversi più
Già sì
Una
Ma
Avere
Un
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Comandata
A a
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La la la
Dovrà
Una una
A a
La parola il Ministro dello sviluppo economico
Allora domani
Presidente Marcegaglia
Presidenti di Camera e Senato
Collega del Governo
Parlamentari
Autorità
Amiche ed amici imprenditori
Signore
Signori
Ma sai quanti amici o in questa sala
Ed è quindi una vero piacere
Essere qua con voi questa mattina
In quello che è il più importante appuntamento dell'industria italiana
Siamo a due giorni dal secondo turno di una campagna elettorale amministrativa particolarmente aspro lo ricordavi nell'autorelazione
Di scontro e di contrapposizione che forse avremmo preferito con un clima più disteso
Non è ovviamente questa la sede sarebbe assolutamente inappropriato che in questa occasione facessi
Analisi più approfondita
Ma questa campagna elettorale mi ha dato l'ulteriore occasione di attraversare il paese da nord a sud
Dalle grandi città ai piccoli Comuni
Di incontrare imprenditori e lavoratori e imprese di ogni dimensione
Il tessuto connettivo che tiene unita questa nostra grande nazione
Io che ho parlare
Ho cercato di ascoltare più che fare i fare comizi ho cercato di discutere più che correre
Mi sono fermato
Ne sono uscito devo dire rinfrancato abbiamo tanti punti critici
Diverse difficoltà infinite necessità
L'abbiamo un Paese sano forte consapevole delle proprie capacità
Il dovere della politica e saper ascoltare
Capire
E decidere di conseguenza
Ma non è intenzione oggi di ridurre la mia presenza ad un elenco di ciò che ha fatto il dopo il Governo e di ciò che intenda fare
Piuttosto vorrei condividere con voi le prospettive che abbiamo davanti
C'è la piena consapevolezza in tutti noi delle difficoltà che abbiamo superato grazie l'impegno comune
La nostra economia reale ha retto laddove bolle finanziare immobiliare o di bilancio pubblico hanno portato a galla tutta l'illusione di crescita fittizie
I nostri passi sembrano lenti ma poggiano su basi concrete
Sulla stabilità economica dello Stato sul risparmio delle famiglie
Sulla solidità dell'impresa
Ora
Dobbiamo agganciare il treno
Della ripresa e non è l'espressione un po'stantia di tanti annunci è il percorso obbligato del nostro futuro
Per abitudine osservo sempre con molta attenzione spirito critico i dati economici sia quando sono negativi sia quando sono positivi
Il rapporto semestrale dell'OCSE sull'economia globale diffuso proprio ieri disegna per l'Italia un quadro di luci e di ombre
Si prevede infatti una ripresa lenta ma costante con un calo progressivo della disoccupazione fenomeno che continua a colpire le fasce più giovani
Ma ci sono segnali incoraggianti sul fronte dei conti pubblici
L'OCSE parla infatti di una riduzione del deficit di bilancio del tre punto nove del PIL per quest'anno
Al due punto sei del due mila dodici con una ripresa economica l'uno punto sei nel prossimo anno e una disoccupazione in discesa dell'otto punto due
Questi dati disegnano un Paese che continua a rafforzare la propria posizione economica e che adesso può e deve spingere di più sull'acceleratore dello sviluppo
Eurostat e ci dice infatti che a marzo gli ordini dell'industria rompeva sono calati dell'uno punto otto per cento
L'Italia invece si è mossa in controtendenza per l'Istat infatti nello stesso periodo gli ordinativi hanno raggiunto quota più otto virgola uno per cento in linea con i buoni risultati di gennaio e di febbraio
Dobbiamo avere la consapevolezza dei freni ma anche della forza del nostro sistema del nostro tessuto imprenditoriale del nostro prodotto
E dobbiamo assumerci e tutti i livelli la responsabilità di puntare sui fattori che possano essere competitivi e mi permetta un po'di dire ancora più competitivi per il nostro Paese
Il nostro sistema rallentato dalla burocrazia amministrativa e fiscale
Oltre che dei ritardi della giustizia civile e penale secondo la Banca mondiale siamo al centocinquantaseiesimo posto al mondo per efficienza della giustizia
C'è troppo spesso l'ostilità di cittadini rimise attori locali
Per ogni intervento sul territorio una ostilità talvolta così esasperata da impedire la realizzazione di nuovi impianti industriali o commerciali infrastrutture fondamentali per lo sviluppo
Basta guardare lo ricordavi tu Emma cosa sta accadendo a Porto Tolle dove il Paese sta rischiando di perdere un investimento di due miliardi e mezzo e quattro mila posti di lavoro
E infine
C'è il problema della dimensione dell'impresa a volte troppo condizionabili da fattori esterni e contemporaneamente troppo deboli per modificare le variabili di contesto
Il nostro tuttavia un sistema duttile capaci di lasciarsi alle spalle di emergenza globale
Che confeziona un prodotto il made in Italy frutto di un processo di produzione fatto di innovazione qualità
Unire un'idea d'Italia uno stile che è inconfondibile fatto di talento e di cultura inimitabile per definizione
Un sistema che riesce grazie i vostri sforzi a riposizionarsi nel contesto globale con prodotti sempre più innovativi a primeggiare nella competizione dell'intelligenza
La vera domanda che dobbiamo porci è come innovare la politica industriale di un paese avanzato come il nostro
Io lo dico non siamo Stati fermi
Abbiamo tenuto saldi conti preservando il nostro Paese della speculazione internazionale
Abbiamo riformato il sistema pensionistico in modo condiviso
Stiamo nell'endo la giustizia civile prima con la mediazione che vedrà scendere il numero delle cause e il congestionamento dei tribunali ed ora con il processo telematico
Abbiamo fatto la riforma dell'università
Garantendo una formazione più qualificata per i giovani che dovranno entrare nel mondo del lavoro
Stiamo attivando il federalismo fiscale
Abbiamo approvato il Piano per il sud nel novembre dello scorso anno e sarà attuato entro giugno di quest'anno
Siamo impegnati a rivedere il tema delicato e decisivo del legislazione del lavoro
Stiamo per chiudere la riforma dell'apprendistato
Abbiamo aperto i tavoli per la riforma fiscale
Con il recente decreto sviluppo abbiamo fatto importanti passi sulla semplificazione e sulla ricerca
Non siamo più un Paese a rischio grazie a queste riforme anche a queste riforme non siamo più l'hai
Di quel terribile acronimo che risponde al nome di pizzo
Il mio ruolo
E anche quello di rappresentare all'istanza dell'impresa ogni livello
Nell'ambito della collegialità del governo
Nel confronto con le istituzioni locali con la Commissione europea con le autorità regolatorie
Tutte espressioni di interessi e ragioni condivisibili ma che a volte rischiano di non prendere in considerazione il mondo dell'impresa
Un rapporto che a volte dicono i miei collaboratori gestisco in maniera un pochino ruvida
Ma che comunque sempre pervaso dalla responsabilità e dalla consapevolezza che ogni decisione ogni provvedimento abbiano effetti importanti sul sistema dell'impresa
Voglio solo ricordarvi qualche esempio il rigassificatore di Brindisi
Bloccato dei veti degli enti locali
Il made in Italy Medina una difficile battaglia che sosteniamo in modo convinto a Bruxelles
Dove spesso ci troviamo isolati
E in tutti gli incontri bilaterali con i nostri partner europei
E poi si scrive
Il ministro all'Ambiente su sollecitazione estenuante editoriale
Sta studiando mi pare che abbiate una raggiunto un accordo ieri sera per un ingresso graduale appartare a partire dal primo di settembre un'attenzione anche questa da parte del nostro Governo
Ringrazio Stefania Prestigiacomo nei confronti del mondo delle imprese
Il nostro Paese necessita di semplificazioni di liberalizzazione di terzietà delle istituzioni di solidità dei rapporti industriale di correttezza dell'informazione
Per fini strumentali viene molto spesso infatti Zatta positivamente quasi con compiacimento qualunque iniziativa anti industriale disorientandole la pubblica opinione
A questo proposito vediamo con i media scelgano alle volte la gerarchia dei fatti
Pensate a quello che è accaduto a Bergamo
Una grande assise la vostra assise tutto il mondo dell'imprenditoria impegnati in una discussione qualitativamente e quantitativamente molto rilevanti
Centinaia di interventi
Critiche severe al sistema Paese
Critiche severe al Governo ebbene
L'unica cosa che i cittadini ricordano
è l'applauso rappresentante della ThyssenKrupp
Una tragedia che forse non andava affrontata con la leggerezza nei Dino applauso né della sua strumentalizzazione estrapolato dal contesto ma ponendo come hai fatto bene due ma al centro il tema della sicurezza del lavoro
Servono chiare politiche industriali per l'impresa
Per quelli in difficoltà
Ma soprattutto per quelle sane
Sono loro che grazie a una piccola leva possono garantire lo sviluppo e il futuro per il nostro Paese
Tre
Sono i principali campi di intervento
Le politiche per l'impresa le politiche di internazionalizzazione le politiche energetiche
Politiche per l'impresa
Il nostro è un sistema forte vocazione manifatturiera i secondi in Europa e lo è grazie al vostro lavoro alla vostra determinazione alla vostra Costanzo
Non abbiamo l'obbligo di impegnare tutte le nostre forze per proteggere i grandi settori industriali del nostro Paese
Questo vuol dire tutelare le grandi aziende rispettare consolidare alla natura industriale del nostro Paese
Vuol dire anche salvaguardare i lavoratori che a volte hanno investito tutta una vita nell'azienda credendo nella crescita e soffrendo nella crisi proprio come voi
Prendiamo Fincantieri
Il settore delle costruzioni navali sta attraversando una crisi internazionale
Un crollo delle ottantacinque per cento dalle commesso
Soffriamo la forte concorrenza dei paesi del far East Cina e Corea da sole si dividono il settantadue per cento del mercato mondiale e possono produrre a costi nettamente inferiore i nostri
La cantieristica deve rimanere una filiera produttiva importante perché per il nostro Paese perché rappresenta un'eccellenza storica del made in Italy
Dobbiamo quindi puntare sulla competitività dell'azienda per recuperare le quote di mercato perdute e salvaguardare manodopera qualificata
E per fare questo serve lo sforzo l'impegno di tutti noi
In Italia vi è una cultura di impresa individualista proprietarie direi quasi
Familiare vi è una certa diffidenza verso nuovi soci
Nuovi capitali verso la quotazione in borsa
Ogni imprenditore piccolo grande che sia vuole mantenere l'indipendenza l'autonomia della propria azienda
E in base a questa analisi nella quale credo che la maggioranza di voi si possa riconoscere che abbiamo pensato lo strumento delle reti di impresa lo ricordava anche prima presenta Marcegaglia quello che consente all'azienda di mantenere la propria individualità
E nello stesso tempo di usufruire dei vantaggi della grande dimensione acquisendo nuova forza contrattuale
Maggiore competitività agevolazioni fiscali corsie preferenziali nei bandi
Quella della competitività e la sfida decisiva
E la possiamo vincere solo acquisendo la consapevolezza che si tratti di una responsabilità che appartiene a tutti i soggetti del mercato
La competitività è fatta di costo del lavoro di pressione fiscale di disponibilità finanziaria di tutti i fattori che consentono all'azienda di adattarsi ai nuovi mercati e di essere global player
C'è un solo mercato dove le nostre aziende devono interagire del mercato globale
A noi tutti la scelta di esserci o meno
Dobbiamo quindi dare maggiore flessibilità e condivisione delle responsabilità e di rischi nei rapporti che legano i soggetti economici committente e fornitore
Lavoratore e impresa Banca Impresa Stato e impresa
Il sistema bancario a tutti gli effetti uno dei soggetti fondamentali del mercato
Credito vuol dire respiro per le aziende per gli investimenti per lo sviluppo
Le banche italiane hanno fatto bene a non abbandonarsi all'entusiasmo finanziario che ha travolto altri Paesi ma adesso è arrivato il momento di dare ossigeno all'impresa
Il Fondo centrale di garanzia che come voi ben sapete pertinenza del nostro ministero operato bene così come la moratoria sui mutui
Ma la disponibilità di risorse per la crescita passa attraverso un rapporto più fluido con il sistema del credito
Basilea tre prevede un irrigidimento dei requisiti patrimoniali dal due mila diciannove
Ma poiché è importante che ciò non ci piaccia o non generi restrizioni o aumenti di costo per il mondo imprenditoriale
Il Governo si impegnerà perché nella sua attuazione non vi ricadono i finanziamenti all'impresa
Specie alle piccole e medie imprese
Un dato critico invece quello dei debiti della pubblica amministrazione nei riguardi delle imprese circa settanta miliardi di euro
Sottraggono liquidità al sistema sono un costo finanziario aggiuntivo per l'impresa
E soprattutto rappresentano un rischio per la loro stessa sopravvivenza
La direttiva europea sui tempi di pagamento ci indica standard da rispettare è un nostro impegno preciso che riconfermo oggi recepirla rapidamente
Stiamo studiando le modalità con cui la sua attuazione che porta allo scoperto il debito peraltro già esistente non abbia conseguenze nella valutazione dei mercati finanziari
Ma non possiamo guardare allo sviluppo e dalla crescita senza puntare all'innovazione innovazione di prodotto ma anche di processo a partire dalle grandi infrastrutture digitale di nuova generazione
Che grazie all'impegno di Cassa depositi e prestiti al concorso di tutti gli operatori di TLC sotto la guida del Ministero
Con un piano di investimenti di circa otto miliardi di euro collegheranno l'impresa in banda ultra larga entro il due mila diciotto
In linea con l'agenda europea venti venti
Ed entro il due mila tredici azzera demmo il digital debba
Ma non ci possiamo fermare dobbiamo andare oltre troppo spesso vengono investite risorse in progetti innovativi che non hanno però la capacità di agganciarsi al mercato
Magari hanno avuto l'avallo di esperti e studiosi magari hanno anche vinto bandi di incentivazione ma non essendo bancabili o non avendo spazi parziali muoiono nella culla
Vi propongo una riflessione
Abbiamo più volte parlato di industria due mila quindici della sua strutturazione dei suoi ritardi
Idea di mettere in rete teste idee strumenti del mondo imprenditoriale industria diversità che ha funzionato
Ritardo l'erogazione dei fondi non esattamente
Infatti gli ottocentotrentaquattro milioni di euro vanno erogati a Stato avanzamento lavori
Alle aziende tutta mila liquidità sede prima per portare avanti le fasi del progetto e qui la differenza la fa la presenza o l'assenza del sistema bancario
E con la mia proposta
Costruiamo insieme a un sistema di reti
Dell'innovazione in cui banche impresa il Governo
Lavorino di concerto e con comune responsabilità per definire i criteri di valutazione attraverso cui l'innovazione possa staff vero e veramente concretizzarsi
Politiche e dei
Internazionalizzazione ma ne ha parlato ne avete parlato anche a Bergamo
Ci ritorno
Il made in Italy fa parte della nostra storia
è servita a fare conoscere l'eccellenza italiana nel mondo ad aprire strade che sono state percorse poi da tutto il nostro export ora dobbiamo però superare il limite del concetto del made in Italy esclusivamente come brand
In Giappone ci chiamano Food Fashion il furbo dobbiamo entrare nella logica che non possiamo più limitarci a veicolare un prodotto seppure eccellente quello che dobbiamo iniziare a vendere è il sistema
Sto parlando di filiere integrate perché l'intero sistema di conoscenze non il singolo prodotto che crea il brand del made in Italy
Sappiamo produrre e sappiamo produrre bene facciamolo anche fuori dei confini nazionali per sfruttare al meglio le possibilità dei nuovi mercati
E non sto parlando di delocalizzazione che ormai superata come tutti i segnali ci confermano
Cesena ce ne siamo accorti insieme andando
Di Balcani sloveni Corazzin serve Romania Montenegro le nostre aziende si sono accorte che il costo del lavoro non è l'unico fattore capace di dare competitività sui mercati esteri
Sempre di più conta la qualità la capacità di innovare
I nuovi materiali e le nuove tecnologie allora più teste d'Italia e maggiori ramificazioni all'estero
Soprattutto dobbiamo essere convinti che esportare il sistema Paese voglia dire trasferire all'estero il concetto di rete dei network verticali a quelli di settore
Abbiamo il conforto della relazione annuale Istat
Chi si è avventurato sui mercati in evoluzione ha retto meglio la crisi rispetto chi ha fatto scelte più conservative sui mercati tradizionali
Dobbiamo allargare geograficamente alla nostra offerta operando sempre di più in quei mercati dove le nostre filiere produttive possano essere esportati in maniera integrata dalla produzione alla distribuzione
Questo non vuol dire abbandonare i nostri tradizionali mercati di riferimento ma non scordiamoci che il nostro interscambio ad esempio con la Germania e tuttora superiore a quella
I cinesi Brasile India Russia e Sudafrica messi insieme
Vuol dire appresi con velocità e flessibilità alle nuove opportunità che si presentano
Voglio fare l'esempio dell'Afghanistan che danni presidiamo militarmente per difendere una fra una fragile democrazia dei terroristi
Non è un caso
Che lì abbiamo già effettuato due missioni quel Paese insieme a voi
Peso la sponda sud del Mediterraneo dove in questa fase esistono certamente rischi ma grandi opportunità che dobbiamo avere il coraggio di cogliere
E a questo proposito vi confermo la decisione del Governo e mia personale di accompagnarmi nelle prossime settimane in Tunisia in Egitto per difendere e consolidare i nostri interessi in quei Paesi
Colgo l'occasione per dirvi che voglio superare le polemiche sulla gestione dell'IPSEMA nel merito condivido alcune delle vostre critiche
Tanto che stiamo già attuando un'autoriforma nella direzione di meno presenza in Italia e piume leggere Rita all'estero
Ritengo comunque che l'ICE sia un ente che abbia l'obbligo di mantenere una visione di sistema
E non penso che sia la privatizzazione il tema centrale quanto le modalità e i tempi con cui vengono definite le politiche di internazionalizzazione oggi spesso troppo lungo
Senta vedete una persona sul mercato la pulite oggi o fra un anno la risposte ovviamente scontata vi propongo quindi un check-up periodico
Con la partecipazione vostra e di tutti gli enti preposti alla internazionalizzazione sotto la guida del Ministero uno strumento agile in grado di individuare rapidamente nuovi mercati
Di intercettare le occasioni di sviluppo di mettere in atto azioni in tempo reale il fattore tempo lo ricordavi è determinante in economia
Politiche energetiche
Abbiamo affrontato il tema delle rinnovabili senza ideologismi sarebbe stato facile molto popolare dopo Fukushima dire il nucleare morto e viva solare
Lo conferma il risultato del referendum consultivo in Sardegna più del novantasette per cento si sono espressi contro con una partecipazione del cinquantanove per cento
Abbiamo tenuto duro nella trattativa
Al limite anche allo scontro fisico
Sia al fotovoltaico ma con incentivi economicamente sostenibili per il sistema Paese e con un particolare particolarissimo riguardo alla filiera industriale italiano
Non esistono scelte neutrali
Individuare promuovono settore energetico piuttosto che un altro vuol dire fare politica industriale
Ecco perché ritengo che il quarto conto energia che abbiamo espresso nei giorni scorsi sia una buona soluzione per il Paese
Ma vi confesso che ci siamo sentiti spesso soli
Il sistema delle imprese è stato sovente alla finestra
A vedere come andava a finire
Il sistema bancario italiano internazionale invece mostrato tutto il suo interesse di investire in un settore sicuro incentivato dallo Stato a spese dei cittadini e delle imprese
Abbiamo avuto il coraggio il senso di responsabilità di abrogare la legge che prevedeva l'installazione di centrali nucleari sul nostro territorio
Continuiamo ad essere convinti che la scelta nucleare si è la più corretta per un Paese industrializzato come il nostro
Siamo rimaniamo un'anomalia all'interno delle potenze del G otto
Il tema però oggi adesso e la sicurezza
Il programma nucleare così come definito nel due mila otto due mila nove e ormai superato dai tragici eventi di Fukushima che sono andati ben oltre le aspettative
Non dimentichiamo però le cinquecentocinquanta aziende italiane della filiera produttiva connessa nucleare
Per loro si è chiusa una significativa opportunità sul nostro territorio
Ma si apre un programma di revisione delle centrali europee ed estero pre in funzione secondo gli standards di sicurezza che anche noi attraverso gli organi competenti l'Agenzia di sicurezza nazionale
Recentemente costituita e l'Ispra contribuiremo a definire
Siamo immersi nella scelta nucleare importiamo e consumiamo energia nucleare abbiamo centrali nucleari di prima seconda generazione oltre i confini abbiamo
E produciamo quotidianamente scorie nucleari
Dobbiamo quindi ragionare di conseguenza
E porre l'attenzione sulla ricerca sul trattamento lo stoccaggio delle scorie se vogliamo davvero garantire la sicurezza e i nostri cittadini
L'Energia voi lo sapete bene supera i confini nazionali
Interconnessioni gasdotti elettrodotti non viene incontro internazionale in cui il dossier energie non sia all'ordine del giorno
Politica energetica vuol dire anche politica di sicurezza degli approvvigionamenti quella che ci consente di sopperire la crisi libica e di diventare Lab mediterraneo delle energie
Vuol dire l'obbligo che o di promuovere in sede internazionale
I nostri interessi industriali nel settore pensiamo in primis al South Stream ITG vuol dire ottimizzare il mesti fonti per abbattere i costi
Vuol dire puntare sulla riduzione dei consumi grazie all'efficienza energetica vuol dire infine costruire un futuro più pulito per i nostri figli
Abbiamo di fronte una grande sfida la definizione di una nuova strategia energetica di cui il Paese ha bisogno al più presto
Siamo partiti da fotovoltaico che è stato un banco di prova importante abbiamo raggiunto un ottimo risultato perché siamo stati capaci di superare le incomprensioni iniziali
Ora
Dobbiamo ragionare insieme sulle scelte strategiche
Che influenzeranno per i prossimi dieci anni l'assetto del nostro Paese
Vi do quindi appuntamento alla conferenza energetica nazionale che inizieremo subito ha preparato
Mi avvio alle conclusioni
Ogni momento di confronto Presidente sicuramente
Un'occasione di crescita in termini di conoscenza di idee e di prospettive
Il tuo discorso è contenuto l'invito a percorrere insieme
La strada di una nuova crescita
Questa sfida sfida alla accettiamo
Io vi dico anche guardiamo al futuro facciamolo insieme
Non è un percorso semplice
L'Italia è un Paese meraviglioso
Dall'immense potenzialità ma carico di pesi che ne frenano la Force
L'eccessiva evasione fiscale
Il dramma della criminalità organizzata che però combattiamo tenacemente giorno dopo giorno
Il divario fra nord e sud e poi il peso del debito pubblico dobbiamo ridurlo trustee che a mente altrimenti correremmo sempre Zoff
Per questo
è indispensabile l'impegno la responsabilità di tutti
Responsabilità del Governo degli imprenditori dei lavoratori del sistema sindacale
La responsabilità del lavoratore di Pomigliano di Mirafiori di Grugliasco cresce con insieme la propria azienda di essere un global player
La responsabilità di quelle aziende che per mantenere la qualità tutto italiano del saper fare decidono di rimanere in Italia e si mettono insieme per affrontare la sfida globale
La responsabilità della politica a trovare la forza della capacità di riformare se stessa
Passando da un graduale processo federalista ad un più efficace coordinamento delle grandi scelte strategiche e infrastrutturali
C'è bisogno di tracciare una strada nuova per l'Italia e lo dobbiamo fare tutti insieme
Ma un vero scatto in avanti potrà esserci solo se sapremo uscire dei nostri particolarismi senza pregiudizi erano come dicevi autorelazione
Se sapremo aprire efficace condivise strade verso la crescita lavorando con un nuovo e assolutamente necessario spirito di unità grazie
Luogo
Un