Speciale Commissioni

Solo in Commissione
Ogni settimana
Il punto sull'organico nessun pagamento
Ben
Tornati agli ascoltatori studio Federico Punzi Roberta Iannuzzi per una nuova puntata dello speciale Commissioni da pubblica
Mi approfondimento che Radio Radicale dedicare attività delle Commissioni parlamentari
Prima di iniziare i vi ricordo che questa le precedenti puntate della nostra rubrica così come Claudio integrale delle sedute che Radio Radicale registra ogni settimana
Sono le ascoltabile i in MP tre dal sito internet www punto a Radio Radicale punto it
E tra le sedute più interessanti di questi giorni ci sono senz'altro quelle che vedono impegnate
Commissioni Commissione affari costituzionali Commissione giustizia della Camera sulla riforma costituzionale dell'ordinamento giudiziario le due Commissioni infatti
Stanno svolgendo
Un'indagine conoscitiva sul disegno di legge recante riforma del Titolo quarto della parte seconda della Costituzione sotto
La presidenza congiunto degli onorevoli Donato Bruno del PdL Giulia Bongiorno del di Futuro e Libertà stanno esprimendo le loro valutazioni sulle riforme alcuni tra i più autorevoli giuristi professori ordinari di diritto costituzionale il processo penale
Magistratura CSM processo penale obbligatorietà dell'azione penale separazione delle carriere responsabilità civile dei magistrati su alcuni degli argomenti al centro della discussione si tratta però
Di audizioni di una durata eccessiva per trovare spazio nel nostro speciale e quindi vi invitiamo riascoltarle inversione audio e video integrale sul nostro sito internet www punto Radio Radicale punto it
Per la puntata di questa settimana abbiamo selezionato due audizioni su due argomenti in qualche modo corredati prima ascolteremo l'audizione del presidente dell'Istat Enrico Giovannini convocato lo scorso sette giugno dalla Commissione lavoro pubblico e privato della Camera tema
Il mercato del lavoro tra dinamiche di accesso e fattori di Sviluppo su cui la Commissione sta svolgendo un'indagine conoscitiva
Strettamente collegato al tema dell'accesso al lavoro soprattutto dei giovani quello della formazione dell'istruzione universitari ascolteremo quindi
Alcune audizioni dello scorso otto giugno dinanzi alla Commissione istruzione pubblica e beni culturali del Senato sulla controversa proposta di abolizione del valore legale del diploma di laurea
Una proposta reiterata trasversalmente da esponenti liberali di molte forze politiche ed economisti di cultura liberale ma avversata da gran parte del mondo accademico sindacare ma iniziamo dal presidente dell'Istat Giovannini
In primo luogo vorrei sottolineare come gli aspetti considerati nell'indagine conoscitiva oggetto della presente audizione siano molto rilevanti
Non solo per le prospettive della generazione dei nostri figli ma anche per loro ricadute sulla capacità di crescita dell'economia
Infatti la disponibilità di manodopera con profili formazione appropriati rappresentano le metto essenziale per lo sviluppo del sistema produttivo
Inoltre la capacità delle imprese di assorbire contribuire a formare valorizzare giovani qualificati un indicatore dell'abilità di un Paese a competere sul terreno dell'economia della conoscenza piuttosto che sul costo del lavoro tout-court
Purtroppo mentre su questo terreno che si confrontano oggi i nostri partner l'Italia e da molto tempo in difficoltà sia per la quantità sia per la qualità degli sbocchi occupazionali offerti e Giovanni
Ciò determina uno spreco notevoli risorse umane e materiali che si è aggravato durante la recente crisi economica
Anzi noi ci sentiamo particolarmente
Felici che l'anno scorso nel rapporto annuale abbiamo proprio focalizzato l'attenzione sui giovani mi sembra che il Paese a quel momento abbia cominciato veramente a discutere molto seriamente di questi aspetti
Il nostro Paese presenta strutturalmente tassi di occupazione giovanile inferiore alla media europea e di riflesso tassi di occupazione di inattività relativamente elevati
Per la corte di età compresa tra ventinove interi ventinove anni nel due mila il tasso di occupazione dal del quaranta nove virgola nove per cento in Italia
Contro il cinquantotto virgola sei per cento in Spagna il sessantatré virgola due per cento in Francia e nell'insieme della rete dell'euro e oltre settanta per cento in Germania
Negli anni successivi lo svantaggio nei tassi di occupazione è stato parzialmente colmato
Tuttavia va notato come il maggior aumento del tasso di di occupazione italiano abbia una spiegazione in gran parte di natura demografica
Infatti nell'ultimo decennio i residenti tra i ventinove enti nove anni si sono ridotti di uno virgola cinque milioni di unità in Italia e di solo un milione di unità per l'insieme dell'Unione
Tra gli elementi più vistosi del divario dell'Italia con le altre economie europee vi sono anche i bassi tassi di occupazione femminile
Nonostante i progressi che pure si sono compiuti il differenziale tra l'Italia e l'Unione monetaria
Europea per la classe tre venti ventinove anni e infatti ancora dell'ordine di dieci punti percentuali per gli uomini e superiore ai quindici punti per le donne
Con una differenza in genere i tassi di occupazione nell'ordine dei quattordici quindici punti in Italia e sei sette punti nell'area dell'euro
D'altra parte la crisi economica ha colpito in maniera drammatica l'occupazione giovanile portando nel due mila dieci tassi di occupazione della Corte tra i venti e ventinove anni
Al di sotto del livello del due mila sia in Italia che per il complesso dell'Unione
Le perdite maggiori in valore assoluto si sono registrate in Spagna con quasi uno virgola tre milioni di giovani occupati in meno rispetto al due mila sette e in Italia
Mentre gli occupati i giovani sono rimasti stabili in Francia e sono cresciuti in Germania e Regno Unito
In termini generali la crisi ha messo in evidenza i nodi di fondo presenti sul mercato del lavoro italiano
Dalle forti disparità territoriali alla segmentazione tra italiani e stranieri ad elevato numero di persone che rinunciano alla ricerca di un'occupazione
Se nel biennio due mila nove due mila dieci il numero di occupati è diminuito di cinquecentotrenta mila unità circa il novanta per cento della caduta ha riguardato i diciotto ventinove anni
In termini relativi la flessione dell'occupazione giovanile è stata oltre cinque volte più elevata di quella complessiva
Tra il due mila otto due mila dieci pertanto il tasso di occupazione dei diciotto ventinove anni si è contratto di circa sei punti percentuali scendendo al quarantadue per cento
La riduzione dell'occupazione giovanile è stata più ampie per gli uomini che per le donne il che ha determinato una
Leggera convergenza Marri basso dei tassi di occupazione maschile e femminile
Riduzione dell'occupazione giovanile è stata particolarmente significativa nella trasformazione industriale dove in proporzione ha toccato soprattutto il Mezzogiorno
La riduzione del terziario più ampi in assoluto è stata meno importante in percentuale anche grazie al continuo aumento degli occupati nei servizi alle famiglie tale persona
Che come sapete però a una
Contenuto di qualificazione professionale inferiore
Per cui come abbiamo messo in luce quest'anno nel rapporto annuale
L'occupazione ora nella fase di ripresa sta crescendo nelle aree però a più bassa qualificazione mentre invece la perde pervenuta soprattutto laddove
La qualificazione era più elevato
Nel caso dei diciotto ventinove enni laureati che hanno una presenza più consistente nel lavoro temporaneo i dati longitudinali dell'indagine sulle forze lavoro mostrano la forte diminuzione della permanenza nell'occupazione
D'altra parte i laureati presente una maggiore occupabilità testimonianza dall'incidenza delle transizioni dalla disoccupazione all'occupazione quarantuno per cento quasi doppia rispetto ai detentori di licenza media
Da questo punto di vista una laurea fa ancora la differenza
La caduta dell'occupazione giovanile ha interessato con intensità e tempi differenti le diverse forme contrattuali se nel due mila nove erano stati colpiti dalla crisi soprattutto i giovani lavoratori atipici
Nel due mila dieci sono quelli con contratti Standard a mostrare il calo maggiore
Nel biennio oltre settanta per cento dalla caduta complessiva ha riguardato l'occupazione standard
Complessivamente la quota di lavoratori con contratti atipici ha raggiunto il trenta per cento del totale dei giovani occupati mantenendosi oltre il milione di unità
Infine è il caso di sottolineare che anche in relazione alla precarietà dell'impiego circa otto giovani che hanno perso il lavoro nell'ultimo biennio su dieci vivevano nella famiglia di origine
E questo come abbiamo messo in evidenza nel rapporto spiega il ruolo fondamentale che la famiglia svolto di ammortizzatore sociale mentre la cassa integrazione ha protetto soprattutto il lavoro dei genitori
I dati longitudinali dell'indagine sulle forze lavoro inoltre mostrano che è andata riducendosi la possibilità di transitare verso condizioni di impiego stabile
Nel contempo il tasso di disoccupazione calcolato per ragioni comparative sulla popolazione tra venti ventinove anni è salito in Italia dal tredici virgola otto per cento del due mila sette al diciannove virgola quattro per cento del due mila dieci
Contro un valore del sedici virgola quattro per cento per la media dell'area dell'euro nel due mila dieci
Questo è un dato naturalmente più basso rispetto a quello che normalmente si utilizza in Italia proprio perché in questo caso per motivi comparativi ci siamo fermati è vent'anni e non siamo scese più in basso
L'aumento è stato circa triplo rispetto a quello osservato per il totale della popolazione e
Tra le grandi economie europee è stato superato solo dalla Spagna
Mentre in Francia e Regno Unito l'incremento è stato più contenuto e in Germania il tasso è addirittura diminuito scendendo sotto il dieci per cento
I giovani trentotto tra i diciotto e ventinove anni hanno contribuito per oltre un terzo all'aumento della disoccupazione complessiva nel biennio due mila nove due mila dieci
Con un incremento più intenso tra gli uomini e i giovani meno qualificati che si è riflesso anche in un aumento della disoccupazione giovanile di lunga durata
Parallelamente i giovani inattivi sono cresciuti duecentocinquantatré mila unità
La prosecuzione degli studi resta il motivo principale per cui i giovani restano fuori dal mercato del lavoro ma lo scoraggiamento e l'attesa degli esiti di passate azione di ricerca riguardano ormai mezzo milione di Giovanni
Segnali di disagio provengono infine dei giovani esclusi dal circuito formazione lavoro la quota di persone tra i quindici e ventinove anni che non lavorano e non frequento alcun caso distruzione a concorso di istruzione e formazione i cosiddetti netto
E ancora in omento e decisi significativamente superiore alla media europea
Nel due mila dieci giovani in questa condizione sono circa due virgola uno milioni il ventidue virgola uno per cento della popolazione corrispondente con una crescita del diciassette virgola otto per cento rispetto al due mila otto
L'aumento ha riguardato soprattutto gli uomini i giovani in possesso di un diploma di scuola superiore ed è stato diffuso sul territorio nazionale
E da notare che la maggioranza dei netto e mostrano interesse nella partecipazione al mercato del lavoro anche se la quota degli inattivi e più elevate in Italia in confronto alla media europea
La preoccupazione intorno a queste future generazioni si collega soprattutto al rischio di esclusione sociale conseguente alla persistenza nella condizione di netto che riguarda oltre la metà di questo gruppo
Nel rapporto annuale di quest'anno che dovreste aver ricevuto c'è un'analisi dettagliata sulle caratteristiche di queste persone
Per ciò che concerne ora l'ingresso dei giovani su un mercato del lavoro
Un'indagine condotta dall'Istat nel secondo trimestre due mila nove mostra
Come tra i quindici trentaquattrenne solo il diciotto per cento ha dichiarato di aver svolto un programma di studio lavoro stage tirocini non prendi Stato durante il percorso di formazione scolastica
Si tratta di circa due virgola cinque milioni giovani per i quattro quinti residenti nel centro nord
L'incidenza dei giovani coinvolti in esperienze di lavoro durante il percorso formativo cresce al crescere del titolo di studio degli intervistati ed è andata aumentando nel tempo
Tra i quindici trentaquattrenne fuori dal sistema di istruzione regolare circa tre ogni dieci sperimentano la prima esperienza di lavoro significativa cioè per almeno tre mesi consecutivi entro un anno dall'uscita dal sistema di formazione distruzione
Ma le differenze territoriali sono molto vistosa
L'entrata sul mercato del lavoro entro un anno dalla conclusione degli studi riguarda il quindici virgola otto per cento dei giovani meridionali
Contro il trentaquattro virgola nove per cento dei giovani residenti nel centro e trentotto virgola sette per cento di quelli residenti nel nord
Con un divario simile per entrambi i generi
Sotto il profilo delle qualifiche circa il quarantacinque per cento laureati trovo un impiego di durata superiore tre mesi entro un anno dal titolo
Mentre l'incidenza scende a circa il trentaquattro per cento per i diplomati e appena il diciassette per cento per i giovani con al più la licenza media
La maggior parte dei primi ingressi nel mercato del lavoro avviene attraverso il ricorso a forme tradizionali di comunicazione che sforzo che sfruttano le conoscenze dirette
Circa il cinquantacinque per cento dei giovani trova la prima occupazione attraverso la segnalazione di parenti e amici
Tant'è vero che
Si dice che in Italia l'interpretazione della società della conoscenza e la conoscenza di chi non di cosa
La scelta di affidarsi alla rete informale si riduce all'aumentare del livello di istruzione
I canali formali non professionali sono praticati da circa un quarto dei giovani non più l'istruzione con quote diciotto virgola uno per cento per i giovani con la più la licenza media e del trentuno virgola sette per cento per i laureati
Il ricorso ai centri per l'impiego e le agenzie per il lavoro interessa meno del cinque per cento del totale dei giovani nonostante l'ampliamento del ruolo dei compiti assegnati a questa istituzione
Inoltre
Il carente raccordo tra sistema di istruzione e formazione e il mondo del lavoro emerge dall'esiguo quota dei giovani che trovano il primo lavoro
Grazie a una precedenza è una precedente esperienza di stage o tirocinio presso un'impresa
O attraverso segnalazione di scuole universitarie
La frequenza del passaggio da un'occupazione temporanea ha un lavoro a carattere permanente cresce all'ampliarsi della distanza con il periodo della rilevazione
Salendo dal dodici di
Per cento dei giovani del triennio compreso tra il secondo trimestre due mila sette e secondo due mila nove fino a poco più del cinquanta per cento e per il due mila uno due mila tre
In media dunque occorrono oltre cinque anni perché la probabilità di passare da una prima occupazione precaria una stabile interessi la metà dei giovani
Inoltre tra i giovani che avevano iniziato più di recente l'attività lavorativa con un impiego temporaneo una parte consistente segnalata una condizione più sfavorevole rispetto a quanto rilevato per le corti precedenti
Infatti nel biennio due mila sette due mila nove causa della crisi il sessantaquattro per cento degli occupati a terminerà poi scivolato nell'area dell'inoccupazione ripartendo sì in parte pressoché uguale tra disoccupati e in atti
Infine
Valutato come gli esiti dei percorsi verso il lavoro a tempo indeterminato siano fortemente influenzati da variabili di contesto come l'aria di residenza
Nel nord la quota dei giovani entrata nel mercato del lavoro con un impiego temporaneo successivamente passata un'occupazione a tempo indeterminato e doppia in confronto al Mezzogiorno
Vediamo ora l'offerta di competenze e i fabbisogni al sistema economico
Analizzando la condizione professionale prevalente nel due mila sette in quanto questo è l'ultimo anno di riferimento per le nostre indagini quelle per il due mila dieci sono in corso
Dicevo analizzando la condizione professionale prevalente nel due mila sette dei quattordici quattrocentoquindici mila giovani diplomati al due mila quattro circa il trenta per cento era impegnato esclusivamente negli studi universitari e poco più di un terzo risultavano attivi
In particolare parliamo dei diplomati ricordo il cinquantadue virgola sei per cento era occupato il quattordici otto per cento in cerca di un'occupazione
La quota i disoccupati sul totale di diplomati che si sono dichiarati attivi nel mercato del lavoro era pari al ventidue per cento
Cont rilevanti differenze di genere che si accentuano ulteriormente nell'analisi territoriale
Infatti diplomati in cerca di occupazione ammontavano al nove virgola quattro per cento tra i maschi del nord e raggiungevano il quarantadue virgola quattro per cento tra le diplomate del Mezzogiorno
Il tipo di scuola frequentata è uno dei fattori che influenzano maggiormente l'inserimento lavorativo dei giovani diplomati
La quota è occupata di occupati del settanta vichingo virgola cinque per cento tra chi ha studiato in un istituto professionale e del sessantadue virgola sette per cento tra chi proviene da un istituto tecnico
Tra i liceali invece solo il ventisei virgola otto per cento e impegnato in un'attività lavorativa retribuita e ben il cinquantotto virgola nove per cento è impegnato in maniera esclusiva con l'università
Le giovani diplomate presentano un tasso di attività circa dieci punti inferiore rispetto ai ragazzi
Nel due mila sette cioè dopo tre anni dal diploma circa l'ottanta per cento diplomati inseriti professionalmente avevano occupazione continuativa anche se a Terni
Nei quattro quinti dei casi SerT si trattava di un lavoro alle dipendenze nel dieci per cento di un lavoro autonomo e nel restante dieci per cento di un lavoro a progetto
La quota di chi aveva un lavoro occasionale venti per cento in media e del quarantaquattro virgola uno per cento tra gli studenti lavoratori e dell'undici virgola due per cento tra i lavoratori puri il differenziale territoriale di alcuni punti a svantaggio del Mezzogiorno
Non sempre il lavoro trovato dai giovani diplomati adeguato al percorso scolastico effettuato
Una completa coerenza tra lavoro svolto il livello di istruzione conseguito viene dichiarata da quasi il quarantacinque per cento dei ragazzi
Mentre il trenta per cento dichiara di utilizzo di utilizzare il proprio lavoro la formazione ricevuta nonostante il titolo non abbia costituito requisito di accesso
Infine il quindici per cento diplomati dichiara di essere inquadrato in posizioni per cui non è stato richiesto il diploma
è un altro sette virgola sette per cento pur avendo ottenuto il lavoro in quanto diplomato non tipizzate le competenze acquisite
Abbiamo quindi un
Utilizzazione del capitale umano formato relativamente bassa
Nell'ambito delle analisi sulla corrispondenza tra competenze individuali e fabbisogni delle imprese riveste particolare importanza il confronto tra l'offerta alla domanda dei diplomati in ambito tecnico e professionale
I dati disponibili
Mostrano un mismatch di natura qualitativa tra offerta e domanda di lavoro
In molti casi infatti l'offerta di diplomati tecnici sul mercato del lavoro non sarebbe adeguata ai reali fabbisogni manifestati nel dal mondo produttivo
In molti in base alle informazioni relative ai bisogni occupazionali delle imprese dell'industria dei servizi per il due mila dieci
A fronte di una domanda di lavoro complessiva pari a circa cinquecentocinquanta mila unità il trentacinque virgola otto per cento riguarda diplomati in discipline tecnico-professionali
Il trentuno virgola nove per cento che ha completato al massimo la scuola dell'obbligo
L'undici virgola sette per cento che ha frequentato un corso di istruzione e formazione professionale il dodici virgola cinque per cento e laureati e l'otto virgola uno per cento di altre diplomi secondari superiori
Mentre dall'esame della domanda di lavoro emerge quindi un evidente interesse per il segmento l'offerta proveniente da percorsi formativi di natura tecnico professionale i dati disponibili sui diplomati tecnici delle scuole italiane mostrano un andamento declinante
Questo ha creato un divario rispetto alla domanda potenziale che negli ultimi anni è andata da un minimo di circa ventiquattro mila unità nel due mila cinque
Al massimo di oltre centoventisette mila diplomati tecnici e nel due mila sette che ricordo era l'anno di espansione massimo prima della crisi economica
I dati più recenti e questa abbastanza interessante indicano poiché per i sessanta anni virgola nove per cento di assunzione dei diplomati tecnici programmate per il due mila dieci
Le imprese intendevano rivolgersi ai lavoratori che avessero già maturato un'esperienza specifica e quindi abbiamo un cane che si morde la coda mentre
Inoltre nell'opinione delle imprese intervistate poco meno il settantacinque per cento diplomati tecnici reclutati
Dovrà comunque essere sottoposto dopo l'assunzione a un ulteriore periodo di formazione per allineare le competenze possedute dal lavoratore alle effettive esigenze delle imprese
Infine per ciò che concerne
L'andamento con l'inserimento di giovani laureati e dei giovani dottorati di ricerca vorrei citare alcuni dati visto il tempo residuo e poi rinvio alla relazione per gli altri dati
Nel due mila sette a circa tre anni dal conseguimento del titolo i laureati in corsi di durata quattro sei anni e laureati nei corsi di durata triennale svolgono un'attività lavorativa nel settantatré virgola due per cento dei casi
In poco più del quaranta per cento dei casi questa consiste in un lavoro alle dipendenze a tempo determinato ma l'attività di chi ha iniziato un lavoro dopo il titolo ha natura continuativa inoltre il novanta per cento dei casi
Naturalmente ci sono differenze tra i vari settori
Considerando congiuntamente le diverse tipologie di titolo si osserva come i laureati con indirizzo di tipo tecnico abbiano possibilità molto maggiore di essere occupati
In modo continuativo e con contratti a tempo indeterminato rispettato ai laureati in discipline umanistiche politico sociali o di educazione fisica
Il lavoro che si riesce a ottenere con un titolo di studio elevato però non sempre corrisponde a un periodo a un percorso formativo intrapreso
La coerenza tra il titolo posseduto e quello richiesto per lavorare e più elevata tra i laureati in corsi lunghi piuttosto che tra quanti anni tra quanti hanno concluso corsi di durata triennale
D'altra parte a valutare la formazione universitarie ricevuta effettivamente necessari all'attività lavorativa svolta e circa il sessantanove per cento dei laureati
Il grado di coerenza tra formazione ricevuta il lavoro svolto varie naturalmente in relazione diversi indirizzi di studio era durata dei corsi
Una completa coerenza tra titolo posseduto il lavoro svolto dichiarata solo dal cinquantotto virgola uno per cento dei laureati nei corsi lunghi ed al cinquantasei virgola uno per cento dei laureati triennali
All'opposto affermano di essere inquadrati in posizioni che non richiedono la laurea né sotto il profilo formale né sotto quello sostanziale il venti per cento laureati in corsi lunghi e ventuno virgola quattro per cento di quelle trenta
La situazione cambia radicalmente in meglio per
L'inserimento di dottori di ricerca
Infatti
Tra l'anno accademico due mila due mila uno è quello due mila sette due mila otto gli iscritti ai corsi di dottorato sono credo Sciutti dell'ottantuno per cento
E laureati che nel due mila sette hanno acquisito il titolo di dottore di ricerca sono più del doppio di quelli che lo avevano conseguito nel due mila
Su circa
Diciannove mila laureati che hanno conseguito il titolo di dottore di ricerca nel due mila sei nel due mila quattro quindi intervistati gli uni a tre anni e gli altri cinque anni dal conseguimento
Emerge un tasso di occupazione rispettivamente pari al novantadue virgola otto e al novantaquattro virgola due per cento
Risultava in cerca di occupazione del quattro virgola quattro per cento della corte del due mila quattro e cinque virgola quattro per cento di quella
Del due mila otto
Si tratta di tassi di occupazione di quasi quindici punti percentuali superiori rispetta
Ai laureati
I tassi di occupazione variano seppure in misura minore con gli ambiti disciplinari e vanno da oltre il novantasette per cento dell'ingegneria industriale dell'informazione a livello inferiore al novanta per cento nei corsi afferenti alle scienze storiche filosofiche
Pedagogiche e psicologiche alle Scienze dell'antichità filologico letterarie storico artistiche e le scienze politico sociale
Il matching tra il titolo e la tipologia di attività e abbastanza consistente
Per entrambe le leve una quota del quarantotto per cento svolge effettivamente attività di ricerca e sviluppo in maniera prettamente e il ventisette per cento in modo non prevalente mentre solo circa un quarto non svolge attività connesse alla ricerca e sviluppo questo vale soprattutto per i laureati in discipline umanistiche o pratiche come l'avete Rita per la veterinaria e l'ingegneria
Infine concludo con qualche dato sulla formazione
In base all'informazione disponibile pubblicati all'Eurostat a partire dall'indagine sulle forze lavoro la quota di giovani quindici ventiquattrenni che nel due mila nove ha dichiarato di svolgere nelle quattro settimane precedenti l'intervista un'attività di studio di formazione
E in Italia del sessantadue virgola otto per cento molto vicino al cuore dei Paesi europei sessantatré per cento
I risultati riferiti all'insieme della popolazione scontano però la forte presenza di questi giovani tra gli inattivi
La situazione si presenta invece estremamente differenziata con riguardo ai giovani attivi
In particolare si segnala bassa incidenza rilevate in Italia per i quindici ventiquattrenni occupati in cerca di lavoro che contestualmente partecipano a un corso di studio o di formazione professionale
Peraltro
Nel corso della fase ciclica negativa il numero dei lavoratori coinvolti nel corso di formazione professionale organizzati dalle aziende italiane è sceso bruscamente
Per gli occupati tra i quindici e sessantaquattro anni si è passati da quattrocentonovantuno mila unità del due mila otto a trecentottanta mila nel due mila nove
Per quelli tra quindici e trentaquattro anni da centoquattordici mila a settantanove mila unità
Infine
Chiudo segnalando come un'indagine riferita all'anno due mila cinque quella riferita al due mila dieci in corso
Segnala come siano le imprese le piccole imprese in particolare
Che
Investono molto poco in formazione
Infatti le imprese compiute
Di dieci addetti che nel due mila cinque avevano svolto attività formativa sono solo il trentadue per cento del totale contro il sessanta per cento della media europea
Poiché la quota di imprese forma Crisci varia sensibilmente in relazione alla dimensione al settore di attività e visto che in Italia abbiamo molte piccole imprese siamo attivi in settori a relativamente più bassa formazione
E evidente che la presenza di molte piccole imprese il modello di specializzazione produttiva tipico dell'economia italiana spiegano gran parte del differenziale rilevato con la media europea che quindi ha caratteristiche di natura strutturale
L'ultima parola Presidente se mi è consentito riguarda gli enti di ricerca io presiedo uno gli enti di ricerca e devo dire che da questo punto di vista la manovra che è stata
Varata l'anno scorso
A colpito fortemente la possibilità sia di reclutare
Nuovi ricercatori perché mentre fino a quest'anno cioè fino al due mila dieci potevamo utilizzare il cento per cento del turnover dovuto all'uscita di lavoratori
Ter nuove assunzioni ora a partire dal due mila undici solo il venti per cento
Ma la cosa che è particolarmente negative che accanto a questo blocco c'è stato il taglio del cinquanta per cento delle spese di formazione del personale già esistente
E quindi non possiamo reclutare persone nuove non possiamo formare quelle che abbiamo il rischio è quello evidentemente di un depauperamento
Della qualità della ricerca degli enti di ricerca in un momento in cui
Il Parlamento e Governo hanno invece scelto di
Accrescere le spese in ricerca e sviluppo nel piano nazionale delle riforme
Spero quindi che in occasione della
Prossima delle prossime manovre finanziarie il come abbiamo sollecitato anche
Il Governo da parte dei presidenti degli enti di ricerca possa essere da un lato rimosso il blocco alla formazione
E dall'altro possa essere aumentato almeno come per l'università al cinquanta per cento il blocco del turnover se non tornare al livello precedente molte grazie
Cambiamo argomento ci occupiamo dei lavori della Commissione istruzione in pubblica ai beni culturali
Del Senato che si è riunita l'otto giugno scorso pr il seguito dell'indagine conoscitiva sugli effetti connesse all'eventuale abolizione del valore legale del diploma
Di laurea la Commissione ha ascoltato stavolta i professori universitari in particolare ascoltato il CIPE purché il coordinamento in terza e di professori universitari di ruolo il Sauro che il sindacato autonomo università e ricerca
E l'USP pur Unione sindacale professori universitari
Di ruolo
L'abolizione del valore legale del titolo di studio è un tema caro alle forze politiche liberali
Una minoranza all'interno del Parlamento ma rappresentata in maniera trasversale quindi ci sono sostenitori di questa riforma sia nel Partito Democratico che nel Popolo della Libertà e nella lega
Cosa significherebbe abolire il valore di legale dei titoli di studio poter
Accedere ai concorsi pubblici e gli esami di Stato anche senza essere in possesso
Di un diploma di laurea per cominciare quindi gli affetti legali che la legge attribuisce alla diploma
Di laurea qualunque titolo di studio verrebbero meno e tutto così tutte le situazioni soggettive che la legge
Il riconosce
Noi ascoltiamo una parte di questa seduta ovviamente i professori universitari hanno una posizione che non è difficile indovinare sull'argomento in particolare ascolteremo il professore
Vittorio Mangione che il Presidente nazionale del cippo ora
E poi il professor Alberto incoronato responsabile dell'Ufficio studi del cibo
Dopodiché ascolteremo Dario Sacchi segretario generale del Sacro Cuore
Mono ascolto
Allora con riferimento con loro un poco velocemente le a ad alcuni dei dei quesiti che la Commissione lo porto sempre in questo contesto di rigidità
Noi concordiamo certamente sul fatto che la laurea non sia certo effettivamente riporto lo strumento più efficace per selezionare i soggetti preparati siamo perfettamente d'accordo
E il sistema a cui ho accennato prima non mi ha aiutato
Per far sì che la Laura decollasse come livello di garanzia
Che per i concorsi pubblici intendo questo per esempio no
Non può parola tenersi possibile a nostro avviso
Prego bene diciamo prescindere dallo stato di rigidità in cui sistemare e alle problematiche quindi strutturali che un una eliminazione una variazione troppo improvvisa
Di questa situazione potrebbe portare nel pubblico impiego in particolare tenuto presente si era strutturazione dei Paesi a nella ricerca scientifica di base
è non quella che possono essere questa kosher portata avanti anche a livello diciamo di di privati quella di base che e lasciato usualmente l'università
E sia anche la strutturazione e che alla docenza sì e universitaria che la docenza della scuola primaria e secondaria in questo Paese quindi per questa tipologia di attività
L'intervenire in modo drastico sul virgolette l'attuale tipologia di titoli valore legale o meno
Sembrerebbe più che altro che fossero
Tutto sommato di requisiti più che checché chiederei che dei che dei titoli è un po'delicato
Invece per quanto concerne il mondo del lavoro riteniamo sempre per
Collegate un quesito esplicito che avete fatto che il mondo del lavoro abbia
Un lavoro privato intendo dedicare no e abbia in qualche modo in parte non dico risolto però ad in qualche modo reagito a questa rigidità di cui accennavo prima
Tutto sommato per dirla molto breve infischiandosene altamente delle tipologie di lauree dando significato solo al fato temporale tre potrà più due quindi cinque globalmente
Delle classi a cui essi appartengono per tutto con questa strana situazioni in tema di nomi fantasiosi simili e guarda caso dello stesso virgolette qualora legali inesistente all'interno della classe facendo cosa
Molto spesso
Dico sempre
Queste aziende selezione in base
Due punti ai una laurea o hanno l'aria quinquennale non mi interessa quale
Vieni fatto un primo screening sedi un anno di corso dopodiché decido chi assumere
Quindi il mondo del lavoro un po'reagito
Per sopravvivere e
Bocciando in parte questa grande rigidità che si è voluto introdurre con i decreti a livello del del e facendo scomparire con questa grande rigidità che cosa invece un'altra parte di titoli che il mondo del lavoro avrebbe potuto capire
Titoli naturalmente che non dovrebbero essere virgolette necessariamente capitati perché adesso il risultare da quella catena che ho detto prima equivale a dire io ho capito
Perché do i soldi allo Stato il poter gestire questo corso le università nell'università sa non ha soldi capirà se tende a creare degli altri corsi non accreditati che teoricamente non sono di per sé vietati
Direi anzi che il mondo del lavoro ecco da questa apertura eventuale che potrebbe anche comprendere nell'interregno
Che cosa una
Intervento sulla obbligatorietà attualmente vigente e per me nefasta per noi nefasta del
Laurea triennale in tutte le classi fuorché per alcune protette da questioni di tipo europeo non si riesce a capire perché se il mercato non chiedo un matematico che a tre anni di studi
Io debba fare una laurea triennale
No non ha senso
Non si capisce perché il mercato se non chiede laureati in scienze politiche triennali visti o ride dell'avvocato junior si ricorda l'albo professionale essi furono ho
O dell'ingegnere junior e compagnia bella se il mercato non richiede queste cose perché obbligate l'università
Lasciate la discrezionalità le università anche per titoli laddove il tre non è serve fai troncone unico almeno crea una figura che ha non significa andare contro l'Europa e dei ed eliminare e la possibilità di aiutare un titolo dopo tre anni assolutamente però lo si renda non obbligatorio ma lo si renda facoltativo
Questo è o con suggerimento che viene dato
Ecco
Io
Faccio un ultimo l'altra osservazione dopo mi auguro possa fare alcune considerazioni anche il mio collega con riferimento al quesito che voi fate concernenti il ruolo dei sindacati
L'usato un quesito
Che a cui io mi aggancio subito dicendo che ferme restando le proprie prerogative ovviamente dei sindacati
Confederali quelli per dirla in termini a me utili
Che si riferiscono un mondo contrattualizzato che hanno non moltissime leggi in questo Paese perché la Costituzione è rimasto un po'inapplicata ancora sia con riferimento alle associazioni in genere sia con riferimento ai partiti ai sindacati
è mancato presente i sindacati non hanno ancora una personalità giuridica come per altri partiti mentre la costruzione invita poi a legiferare in modo tale che
Chiudo la parentesi
Sei però per i contrattualizzati esiste almeno lo Statuto dei lavoratori esiste quindi tutto quell'insieme di norme e addentellati successivi che consentono i sindacati di fare i sindacati
Se uno un enorme secondo me diciamo vuoto per quanto riguarda ad esempio con le organizzazioni che sotto i presenti le organizzazioni di una categoria che la lecitamente si possono costituire
Del pubblico impiego ma guarda caso non contrattualizzato ora cosa accade noi prendiamo atto della correttezza della Commissione del Senato era come se la Camera del ministero che si convoca
E prendiamo atto in particolare
E con piacere come ho avuto so cosa dire un'altra volta finisco subito dopo il Presidente
Della correttezza con la quale in questa Commissione si proceda alle audizioni che c'è profondamente diversa
Dalla modalità con la quale in altri casi ci troviamo quando ci sono quaranta sigle bene ecco anche con due ore davanti se
Non dico altro qui almeno si può perlomeno
Cortesemente parlare fra di noi
Ecco allora c'è il problema grave che noi non abbiamo un muro con il cemento formale e ne di esiste un obbligo per noi di essere consultati a livello delle norme interne di base
L'occasione degli Statuti potrebbe esserci ci fosse un'indicazione generale dal centro fa capo al ministero un invito il Parlamento non lo so
A far presente a livello statutario che le organizzazioni sindacali autonome Entella docenza non si riesce a capire per quale motivo non debbano essere consultate per questioni della docenza
La cosa diventa drammatica livello diventino universitaria per cui il medico universitario
Sembra non avere la libertà di essere rappresentato sindacalmente per quale motivo si si scriva nel suo organizzazioni dico senza quindi non contrattualizzato come
Non hanno diritto queste ad essere chiamate nemmeno da dal direttore dell'aziende integrate del tutto non si chiamano peraltro sui suoi studi iscriversi a un sindacato dei medici ospedalieri
Non difende loro in quanto medici universitari quindi c'è qualcosa che non torna che mi sembra senza costi possa essere risolto grazie
Grazie professo Mangione nelle sue varie considerazioni ivi comprese queste ultime diciamo un po'
Laterale rispetto al tema
Prego presa di corrente fuori aggiunge qualcosa prego sfida
Cercherò di essere molto breve
Se stiamo se si ha in mente una un processo che prevede il coinvolgimento di un organismo di accreditamento ed uno di valutazione è opportuno che ci siano norme di incompatibilità
Bisogna separare nettamente le due funzioni prevedendo anche norme di incompatibilità per chi ne fa parte
Sottolineo con piacere che nella duecentoquaranta nel nel per quanto riguarda organismi universitari si è cominciato a mettere queste norme evitando che diciamo più soggetti sito uno stesso soggetto si posso trovare all'interno dell'università con diverse responsabilità quindi questo è una cosa che va apprezzata e va sicuramente riproposto anche per questa questione
E
Tutte le operazioni richiedono un costo noi saremmo veramente molto sorpresi se per mettere in moto questo meccanismo Risorse dovessero essere Q decurtate nel fondo di funzionamento ordinario che già come sa è abbastanza diciamo
Insofferenza non voglio dire altro
Sarebbe utile comunque che in questo processo si tenesse anche d'occhio il contesto europeo giacché da loro diversi anni fa ricordava che per esempio nel settore economico finanziario
I tuttora tutto veniva intendere definito a livello europeo è sostanzialmente Parlamenti nazionali avevano una mera funzione di ratifica
Lui stimava che fino a quando scrisse queste note che intorno al novanta per cento delle
Delle norme su questi argomenti
E quindi Ripa appare importante quindi che si tenga anche
Doppio quello che succede a livello europeo un'ultima considerazione
Io mi auguro che tutti abbiamo in mente che stiamo parlando di università attente anche in questa discussione utile considerare che
Pero che è necessario avere uno un occhio al mondo del lavoro e alle richieste del mondo del nel mondo del lavoro però ecco convenienza dell'università e quindi del sistema che l'università
Con abbia come finalità quella di
Militare alla formazione di quello che gli anglosassoni chiamano Singer cioè il persone capaci di pensare non tanto e solo capaci di fare perché solamente con la prima citazione cioè persone
Sto che noi
Ci proponiamo di mettere in condizioni di essere autonomi dal punto dal punto di vista della operatività che sono quelle più cultura strutturalmente attrezzate a far fronte con successo alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro
Se salvaguardiamo questa caratteristica avremo sicuramente dei laureati che si sapranno datare rapidamente notevoli esigenze del mercato del lavoro grazie
Grazie professore incoronato certe sue considerazioni
Prego
Il non esiste un modello unico a livello internazionale per i meccanismi di accreditamento per esempio nel mondo anglosassone ce ne sono diversi per esempio negli Stati Uniti
Se uno va sul sito del Dipartimento vedo che esce lo vede che la l'accreditamento ente legato
A organizzazioni private
Se per esempio invece dato dall'altra parte come potrebbe essere anche se non è tecnicamente corretto chiamarlo mondo anglosassone mi riferisco all'India che però ha subito la forte influenza del dominio britannico lì si vede invece che l'organismo è
Rigidamente sebbene
Autonomamente organizzato rigidamente connesso alla struttura e organizzazione statale
Grazie
Grazie mille innanzitutto informata
Ora
Andiamo il
Segretario generale del Sauro il professor Dario Sacchi
Prego professor Sacchi
Sì buongiorno
Dunque la vostra organizzazione
Nell'insieme non esprimere un giudizio particolarmente favorevole sulla proposta di abolire il valore legale dei titoli di studio in particolare della laurea in Italia
Abbiamo un po'l'impressione che si tratti di una fuga in avanti
Forse qualcosa che si ha l'impressione esci si renda necessario ha motivo di una serie di inadempienze di errori che ci sono state nella politica universitaria in questi ultimi anni forse sarebbe meglio
Fare qualcosa di costruttivo per ovviare a quel tipo di inadempienze quel tipo di errori
Dopodiché si vedrebbe che forse non è così urgente come sembra una innovazione come quella dell'abolizione del valore legale dei titoli di studio
Commi riferisco in particolare a tutto quello a cui abbiamo assistito ormai da una quindicina d'anni a questa parte il proliferare di piccoli cd
Universitaria in tutta Italia
La tendenza addirittura per la quale praticamente ogni Provincia dovrebbe avere la sua sede universitaria non dotata ovviamente di tutte le Facoltà ma comunque dovrebbe avere una sorta di presidio accademico
Ecco una
Politica che tende se non a privatizzare tutto il sistema universitario italiano sicuramente a subordinare allo ad ancorarlo a una logica di tipo commerciale
C'è una concorrenza fra le sedi ma una concorrenza al ribasso nel senso che sembrano privilegiate le sedi che riescono laureare
Numero più alto possibile di studenti che si immatricolano
Ecco una sede che
Invece si dimostrasse più severa più selettiva verrebbe penalizzata poi per tanti motivi a cominciare dall'assegnazione delle risorse eccetera eccetera
Quindi sicuramente
Abbiamo avuto a motivo degli effetti perversi di questa politica che è stata però perseguita coscientemente una tendenza a una divaricazione piuttosto forte fra il valore di alcune sedi e il valore degli altri
Ecco questo allora ha provocato un po'la sensazione che valesse la pena di occuparsi di un problema come quello dell'abolizione legale del Valor dell'abolizione del valore legale dei titoli di studio
Ecco qui è importante a mio avviso una puntualizzazione
Ecco noi non discutiamo tanto di un'abolizione del valore legale in genere quanto di un valore legale indifferenziato ecco il problema per cui a un certo momento anche sugli organi di stampa
è parso che fosse così impellente che fosse così importante occuparsi di questo era appunto
La presa d'atto la constatazione che soltanto nominale l'eguaglianza del valore dei titoli del valore concreto
Dei titoli conseguiti un po'nelle varie sedi a questo punto allora bisognerebbe subentrare si dice con dei sistemi che pongano rimedio a questa situazione
Ecco a nostro avviso come ho già detto prima questa situazione è diventata così grave proprio per il motivo che si è detto in precedenza favorire
Il
Crescere di sedi che si capiva quasi a priori che sarebbero state sedi poco serie
Adesso sì vuole ovviare a questo non cercando di riqualificare il sistema universitario arginando questa tendenza ma introducendo una innovazione
Che non è detto che sia per gli ordini che attiva però noi avremmo potuto a mio avviso
Tutti quanti esprimere un giudizio più fondato se contestualmente avessimo avuto la possibilità di valutare proposte
Concrete circostanziate dettagliate riguardo alle modalità di accreditamento di questi titoli perché fondamentalmente il discorso per noi si riassume in questi termini
Non è possibile
E abolire indiscriminatamente qualsiasi valore legale dei titoli perché sarebbe un salto nel buio quali sarebbero allora le agenzie
è alternative radicalmente alternative all'università che dovrebbero occuparsi di un'effettiva valutazione anche degli studenti laureati eccetera
Ecco più realisticamente si parla
Di eliminazione di un valore indifferenziato
Allora a questo punto diventa molto importante e predisporre delle strutture
Che non si capisce bene se siano private o pubbliche o una miscela di entrambe le cose per giungere a forme di accreditamento a forme di certificazione alternativa
Ecco siamo costretti a parlare del problema dell'abolizione del valore legale senza avere di fronte a voi delle proposte concrete in tal senso
Ecco perché dico che così come stanno le cose Di Sauro estremamente cauto esprimere un giudizio positivo bisognerebbe subordinarla punto qualcosa che per il momento ancora non c'è
Ulteriori considerazioni dove sono molto lunghe vorrei aggiungere in parte riallacciandomi a qualcosa che è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto
Ecco noi in fondo dovremo tener conto del fatto che per quanto riguarda
L'impiego privato per quanto riguarda il mercato del lavoro a livello privato per certi versi questa abolizione del valore legale c'è già stata
Di fatto concretamente come appunto
Segnalava prima il collega
E nelle aziende private in quel mondo che non è il mondo del pubblico impiego già si ragione ha già ci si muove come si è fondamentalmente non si tenesse conto di un valore legale
Del titolo di studio ecco però non è che questo fatto di per sé
Abbia già almeno informalmente suscitato una dinamica concorrenziale positiva tra le varie sedi universitarie italiane
Perché una delle motivazioni forse la principale che sia di tutti sia lega che si adduce da parte di coloro che sono favorevoli all'abolizione del valore legale Cuesta
E con una impatto di questo tipo le università sarebbero quasi costretti a un po'a competere virtuosamente fra loro a sarebbe come dire un segnale disdegna di stimolo
Per un sistema che ci ha portato all'ora a una competizione di tipo virtuoso
Ecco segnali di questo genere non ne abbiamo avuti per nulla nonostante in fondo sia vero che da molti anni
Il
Il mercato del lavoro privato non riconosce di fatto un grosso valore legale
Non è che abbiamo avuto una serie di accordi di convenzioni ufficiali o non ufficiali fra rappresentanze
Dell'industria del commercio e università italiane per commissionare un certo tipo di laureati ad hoc
Non è che da parte delle università c'è stato una tendenza di questo tipo a concorrere fra loro in vista anche di traguardi che fossero suggeriti in un certo senso dal mercato del lavoro questo per dire che non abbiamo delle prove che l'abolizione
E del valore legale del titolo di studio qualora fosse portata avanti ulteriormente e qualora fosse ufficializzata darebbe luogo di per sé accorto circolo virtuoso di concorrenza fra atenei
Potrebbe semmai questo lo paventiamo l'abbiamo anche scritto nel breve documento che vi abbiamo dato innescare qualcosa di simile a quello che succede negli Stati Uniti e che non è sempre positivo per cui abbiamo una differenziazione netta
Tra università per ricchi e università per poveri ma qui molto spesso la possibilità di entrare la possibilità
Di fruire
Somali
Dipende esclusivamente e ma il bravo in particolare si è ricco il somaro e comunque in ogni caso abbiamo come dire una tendenza una divaricazione netta
Laddove si è mai secondo noi il sistema attuare universitario dovrebbe intervenire
Intanto azzerando quella tendenza con la deriva che ricordavo all'inizio e attraverso altri provvedimenti che sono quelli che abbiamo succintamente
Elencato nella nella risposta all'ultima domanda del questionario che voi avevate
Proposto presente a nostro avviso ma non solo a nostro avviso va rivisto bene il meccanismo del tre più due mi pareva che spunti di questo genere ci fossero anche
In quanto ha detto il collega che mi ha preceduto graduali e riduzione del numero delle università sulla base delle esigenze effettive
Con l'uso dei conseguenti risparmi per rifinanziare sia le carriere sia i fondi di ricerca
Introduzione di forme di integrazione università mondo del lavoro nell'ultima fase dei corsi di studio
Formazione permanente per l'aggiornamento per riqualificazione dei laureati controllo soprattutto dalle preparazione effettiva dei diplomati che accedo dall'università
Agendo sulla qualità della scuola secondaria e delle prove conclusive
Poi bisognerebbe aggiungere finire di bastonare dal punto di vista economico i docenti sappiamo quello che sta avvenendo quello che è avvenuto se ma passati della DNA l'inflazione la triennalizzazione degli scatti
Che non sono più automatici l'ulteriore decreto Tremonti gli ha congelati per molto tempo in questo momento si stanno preparando dei ricorsi contro questo è il nostro sindacato e uno di quelli che si muovono
Perché ricordo questo non per una generica lamentela che sarebbe già di per sé
Fondata
Ma nel senso che
E la nostra carriera finisce per diventare sempre meno appetibile se viene penalizzato economicamente anche agli occhi dei giovani più in gamba ora si è fatto di tutto per deprimere
Il sistema universitario pubblico con tutto quello che abbiamo detto proliferare di sedi dequalificazione perché si mira secondo la logica
Puramente commerciale a promuovere a lavorare il più possibile di persone
Ora si prende atto di questo dopo averlo in gran parte provocato e si dice abbisogni arginare e bisogna introdurre qualcosa come l'abolizione del valore legale dei dei dei titoli di studio
Che che come dire finire di penalizzare il sistema pubblico e privatizzare tutto quanto
Ecco secondo voi tutto questo invece
Non va assolutamente bene bisogna
Decisamente ribaltare la tendenza e semmai semmai predisporre un programma accurato un programma attento di certificati di accreditamento
Dopodiché ritrovarci qua e discutere in modo più fondato eventualmente sulla possibilità di togliere il valore legale dei titoli di studio secondo noi è l'ultima delle priorità ce ne sono tante altre prima e se queste andassero in porto si vedrebbe che in gran parte è un falso problema grazie
Abbiamo ascoltato una parte della seduta della Commissione istruzione pubblica e beni culturali dell'otto giugno scorso che svolgeva l'indagine conoscitiva sul gli affetti connessi all'eventuale abolizione del valore legale del diploma
Di laurea ascoltando in questo caso i docenti universitari in particolare venivano ascoltati professor Vittorio Mangione Presidente nazionale del cippo ora il professor
Alberto incoronato responsabile dell'Ufficio studi del ci pur stesso per il Sauro invece veniva ascoltato il professor Dario Sacchi segretario generale e per l'USP porrò il professor Rosario Nicoletti membro della giunta nazionale quest'ultimo intervento
Non siamo riusciti
A fate l'ascoltare però potete recuperarlo sul sito internet di Radio radicale Radio Radicale punto it dove giorno per giorno pubblichiamo tutte le sedute di Commissioni parlamentari che radio radicale registra un saluto da Roberta Iannuzzi e Federico Punzi
Polito strutturato discusso alle Commissioni
Approfondimento su chi paga il filone delle tensioni del momento