Tra gli argomenti discussi: Arabi, Democrazia, Energia, Eni, Esteri, Gas, Geopolitica, Italia, Libia, Petrolio, Rassegna Stampa, Sanzioni, Siria, Unione Europea.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 12 minuti.
9:00 - Roma
9:30 - Roma
10:00 - Roma
10:00 - Roma
11:00 - Roma
11:00 - Roma
11:00 - Roma
12:00 - Roma
13:00 - Roma
Buongiorno di ascoltatori dire a Radio Radicale torna oggi dopo una breve pausa la rassegna di geopolitica ter mercoledì quattordici settembre due mila undici ci occupiamo dell'approvvigionamento energetico petrolifero
Dell'Italia del nostro Paese alla luce di alcune notizie alcune novità che riguardano l'ENI in particolare gli interessi
Del ENI in Libia che in sia che in relazione al punto all'approvvigionamento energetico per il nostro Paese alla luce di quello che sta succedendo
In questi due Paesi le notizie ultime sono le seguenti dal primo lancio ANSA del dodici settembre che dà conto della visita
Lampo dell'amministratore delegato dell'ENI Scaroni a Tripoli l'obiettivo dichiarato è quello di riportare alla normalità
L'ENI nel Paese ruolo Paesi in cui l'ENI a il ruolo di primo operatore internazionale di idrocarburi
La prima cosa che vogliamo fare lui avviare immediatamente le scorte di gas verso l'Italia attraverso il green Stalin Mariga svolto che collega la Libia con la Sicilia ha detto
Scaroni non è facile fare una stima perché non abbiamo ancora visitato tutti i siti che producono gas ma vorremmo davvero riattivare le esportazioni prima dell'inverno quindi dire tra ottobre e novembre
Meno urgente invece la ripresa delle forniture di petrolio preoccupare per la sicurezza energetica dell'Italia come più volte spiegato
Scaroni è infatti una situazione tutt'altro che sicura degli altri fronti di approvvigionamento di gas a partire da quello russo ucraino
Con lo spettro di una possibile nuova quella del gas tra i due Paesi proprio all'inizio dei mesi invernali siamo di gran lunga il primo operatore in Libia se nel gas che nel petrolio aggiunto Scaroni quindi sono venuto qui con l'idea di ritorno alla normalità
La media di base che voglio portare la nostra presenza qui alla normalità così Scaroni il dodici settembre scorso citato dall'Ansa
L'altra notizia invece di qualche giorno prima ritorniamo al due settembre scorso
Quando l'Unione europea ha decretato l'embargo sulle importazioni di petrolio siriano a causa della repressione della contestazione popolare operata dal regime
L'embargo a effetto immediato però entrerà in vigore il quindici novembre per i contratti in corso ha raggiunto le fonti e questo rinvio è stato accordato su richiesta dell'Italia
Un accordo di principio dei ventisette a livello di esperte ha già trovato lunedì la misura avrà un impatto certo ovvero per acquisto novantacinque per cento del petrolio esportato dalla Siria
Volume che rappresenta tra un quarto un terzo delle entrate del Paese
Tuttavia prosegue l'agenzia stampa TM News Linate ottenuto l'aggiustamento nel corso dei negoziati i contratti di fornitura in corso firmate da società petrolifere europee con la Siria due società controllate dallo Stato
Che sono sì da petrolio messi crolla
Potranno continua a essere onorati fino al quindici novembre secondo quanto riferito da diversi diplomatici italiane hanno insistito perché ci fosse un termine che non ostacolasse troppo le società importatrice europee ha sottolineato un diplomatico ho citato però
Senza nome inoltre si è deciso di rinviare l'opzione complementare un tempo prevista di un divieto di ogni investimento europeo nel settore petrolifero siriano secondo queste fonti
Questa possibilità fa parte del nuovo ciclo di eventuali sanzioni supplementari allo studio cui sono cominciati i negoziati in parallelo tra diplomatici dei ventisette a Bruxelles
Anche gli Stati Uniti hanno decretato l'embargo sull'importazione di petrolio siriano a questo la sanzione più che altro simbolica visto che gli americani non importano petrolio dalla Siria cosicché Magnus
L'Italia invece si ne importa eccome di petrolio dalla sia ancora grazie ad attività
Del
ENI naturalmente il fatto di voler mantenere in vita questi contratti fino
Alla quindici novembre queste operazioni sul territorio viene letta anche stata criticata da molti come un aiuto non necessario un regime che sta ricorrendo largamente alla forza per imprimere manifestazioni
Le proteste democratiche nella Paese
Last Farnesina tenuto anche a diffondere una nota del Ministero degli esteri in cui si precisa che
L'Italia ha sostenuto fin dall'inizio del principio di sanzioni petrolifere contro la Siria che la richiesta di un breve rinvio dell'entrata in vigore dell'embargo sui contratti in corso non rappresenta nessun freno
Le fonti rilevano che l'embargo contro il petrolio siriano diventerà operativo immediatamente dopo la pubblicazione della decisione sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea nelle prossime ore e che l'invio al quindici novembre guarda solo i contratti già in corso
La decisione di salvaguardare i contratti di fornitura in corso fino al quindici novembre una decisione che soddisfa tutti partendo hanno sottratto le fonti della Farnesina
Sottolineando che si tratta di poche settimane in più rispetto all'ipotesi originaria va detto comunque che non è un caso solo relativa all'ENI perché perché la Total la colosso petrolifero francese
Si conforma come annunciato il due settembre sesso alle sanzioni imposte alla Siria dall'europea e ha cessato ogni acquisto di greggio prodotti petroliferi dalla Siria ma non ha interrotto la propria produzione nel Paese
Contro metri sono anche altre compagnie straniere in Siria ci sono all'ascella che quell'anno l'olandese poi la CNP C che è quella
Cinese critiche alla sanzioni decretata Penelope ha soggiunto invece dalla
Russia a questa manovra allora le notizie riguardano in particolare l'attività dell'ENI in Libia e in
Siria e per quanto riguarda l'approvvigionamento energetico per il nostro Paese
Questo è in sintesi il tema di cui tratta l'analisi di Marzio Galeotti che docente di economia d'ambiente della Regina all'università di Milano e collaboratore del sito la voce punto info
Sito di analisi economiche che il titolo dell'analisi galeotti è come cambia la geografia del petrolio
La produzione di petrolio da parte della Libia era di uno virgola sei milioni di barili al giorno febbraio due mila undici quando l'insurrezione popolare cominciato diffondersi nella patria dove mai ex colonnello Gheddafi
Secondo l'Agenzia internazionale dell'energia
La produzione del maggio scorso era di soli sessanta mila barili al giorno
E gran parte di questo petroliere esportato
In prima linea tra i Paesi che più non risentito il crollo delle forniture c'è naturalmente il nostro Paese che per di più ha dovuto subire la chiusura tuttora perdurante delle green stringo il gasdotto che connette merita a Gela in Sicilia
Circa il sessanta per cento al gas prodotto esportato in Italia era esportato in Italia
Nonostante ripetuti allarmi le voci di preoccupazione della tesi da numerosi osservatori nazionali e internazionali
I disordini che hanno investito e Paesi dell'Africa settentrionale non hanno finora avuto alcun impatto negativo sugli approvvigionamenti dietro Garboli del nostro Paese
La crisi libica scrive Gregotti
Ha certamente avuto ripercussioni sul conto economico di ENI il nostro principale operatore nell'upstream il primo produttore in Libia paese che pesa per il quindici per cento dalla produzione del colosso nostrano dell'energia
Ma ENI stesso e gli altri operatori nazionali si sono mossi con rapidità così da colmare il capo di fornitura di petrolio e gas che si è venuto ACI creare dunque si parla di diversificazione
Nel giro degli ultimi mese si esplica galeotti la geografia del nostro importazioni di petrolio è cambiata se guardiamo all'ultimo dato disponibile relativo importazioni di greggio per Paese di provenienza osserviamo che a maggio due mila undici per la prima volta nella storia
Il nostro maggiore fornitore che è stato l'Azerbaigian
Ventidue virgola due per cento del nostro importa seguito a ruota dall'Iran a ventuno virgola nove per cento dalla Russia quindici per cento e l'Arabia Saudita con il dieci virgola tre per cento
Se ne va a confrontare la situazione attuale con quella di dodici mesi fa notiamo che a maggio due mila dieci in portavamo petrolio dalla Libia per pari al ventitré tre per cento
Poi dalla zero baciano con quattordici e nove per cento dall'Iran all'undici e nove per cento l'Iraq nove virgola otto per cento la Russia non il quattro per cento l'Arabia Saudita sette virgola uno per cento
Questa dunque è la sostanza riassume galeotti due fatti balza all'occhio il primo e più eclatante e la scomparsa della Libia dall'elenco dei nostri fornitori
A partire dal mese di aprile due mila undici a marzo c'era ancora fornito il nove virgola quattro per cento del greggio Khan portavamo comunque un terzo di quello del mese prima
Il secondo fatto
Il fortissimo ridimensionamento delle forniture di greggio iracheno che non hanno sceso da una quota del nove virgola otto per cento al due virgola otto per cento questo è il calo oltre il sette per cento della calo
Delle forniture del
Greggio iracheno verso l'Italia
C'è anche la questione della Siria creiamo dunque l'embargo economico nei confronti di Damasco che riguarda il petrolio destinata all'Italia e l'ENI
In questo quadro generale scrivo galeotti Scapagnini eccessivi toni allarmanti dei vostri giornali poi ripreso da altre testate della ventisei costo scorso
Secondo cui l'embargo europeo nei confronti della Siria potrebbe rappresentare un boomerang per i Paesi europei Italia in primis
I governi dell'Unione sono infatti Lentate imporre la prossima settimana come poi è avvenuto un embargo sulle importazioni di petrolio siriano sebbene nuove sanzioni saranno probabilmente meno stringenti di quelle possieda Washington
Per cui olio delle majors del petrolio come alla Shell e la totale potrebbero continuare a produrre greggio in quel Paese scriveva galeotti peraltro analisi del due settembre quindi prima poi della decisione dell'Unione europea del
Sanzioni economiche contro la Siria
Sembravano vinte dunque l'esistenza di alcuni leader preoccupati di perdere fornitura al proprio Paese e di vedere danneggiati i propri rapporti economici ma con le rilevanza a la Siria nella geopolitica della regia chi quanto contano le sue esportazioni di greggio verso l'Europa e l'Italia
A fine due mila dieci Damasco possedeva due virgola cinque miliardi di barili di riserve di greggio collocandosi alla trentaquattresimo posto della graduatoria che vede l'Arabia Saudita prima con duecentosessantaquattro
Miliardi di barili di riserve attualmente la Siria produce trecentottantacinque mila barili di greggio al giorno di cui sessanta per cento e olio pesante
Mentre il resto è rappresentato dal pregiato siriano Whitbread dolcetti leggero trattato per fa dato per essere affinato in prodotti pregiati come le benzine
Tuttavia questa produzione è poca cosa se confrontata con quella libica che si attestava prima della crisi sul livello è quattro volte più elevati
I tre terminali sul Mediterraneo costituiscono i punti di partenza per esportazioni di greggio siriano pari attualmente al centonove mila barili al giorno un quarto dei quali è rappresentato dal siriano White è questa variante leggera
Questa esportazione si colgono pressoché interamente Paesi europei in particolare dovevano rientriamo le esportazioni petrolio siriano
Alla Germania per il trentadue per cento all'Italia per il trentuno per cento alla Francia l'undici per cento l'Olanda nove per cento a ossia sette per cento Spagna cinque per cento e tutti al cinque per cento
Un volume di circa trentaquattro mila barili di greggio Riva dunque Italia ogni giorno una cifra che sembra insufficiente per giustificare preoccupazione di qualsivoglia natura per la sicurezza dei nostri approvvigionamenti
Anche perché la situazione per quanto ci riguarda è molto diversificata attualmente infatti importiamo petrolio in varia misura del cinque Paesi del Medio Oriente sei Paesi dell'Africa tre Paesi europei e tra i Paesi dell'ex URSS queste la provenienza del
Petrolio italiano
Siamo le conclusioni di Marzio Galeotti casomai è necessario continuare a monitorare attentamente il succedersi degli eventi dei paesi del Maghreb
L'amministratore delegato di ENI Scaroni ha dichiarato che se ci vuole ugualmente sei mesi per riattivare il green supreme potrebbero essere necessari fino a diciotto mesi per ristabilire il flusso delle forniture di greggio dalla Libia
Anche dopo la normalizzazione della situazione conoscere sarà infatti la verifica sullo stato delle installazioni allo stesso tempo critiche la stabilizzazione delle relazioni politiche interne alla Tunisia
Paese dove scorre per trecentocinquanta chilometri il trans Med il gasdotto che parte dall'Algeria sbuca Mazara del Vallo portando quantità di gas di qui non possiamo assolutamente fare a meno dunque magari
La Siria non offre preoccupazione
La mancanza dell'apporto di greggio proveniente dalla Siria al fabbisogno energetico italiano
Tenere d'occhio invece la situazione relativa la Tunisia dove passa il gas sotto trans Mad proveniente dall'Algeria è molto più importante e così si conclude anche l'anno
Ali si Di Marzio Galeotti docente di economia tra ambiente dell'energia all'Università di Milano collaboratore del sito la voce punto info l'analisi è intitolata
Come cambia la geografia del petrolio la trovate sul sito la voce punto info con questa
Segnalazione si chiude la puntata di oggi della rassegna di geopolitica una saluto da Lorenzo rendi torniamo con alla prossima puntata venerdì mattina alle ore sette
Salvo dove diversamente specificato i file pubblicati su questo sito
sono rilasciati con licenza Creative Commons: Attribuzione BY-NC-SA 4.0