Intervista a Francesco Boccia sull'uscita della FIAT dalla Confindustria e sulla lettera della BCE al Governo

Francesco Boccia responsabile delle Commissioni economiche del partito per il Partito Democratico
La vicenda Marchionne l'uscita della FIAT da Confindustria sembra
Destinata a dividere a fare da spartiacque quasi secondo uno schema politico tra chi è pro o contro l'amministratore delegato della FIAT
L'ebbero segnala un rischio che che in questo modo
Così sì si pattista una sorta di strabismo che impedisca di vedere
Quello che davvero rappresenta questo tra virgolette strappo e cioè
Si dà di missione classica rischia di essere il tipico errore del classe dirigente italiana in un momento difficile come questo chili si schiera da un lato dall'altro
Io penso che questa sia la appunto di un iceberg ma di un iceberg
Grande immenso e pericoloso più in generale per
La tenuta delle relazioni industriali in Italia e più in generale il rapporto tra l'altro politica
E organizzazioni datoriali e sindacali
Io penso che in questo momento
Il problema non è Marchionne che esce da Confindustria
Il problema
Dal quale a mio avviso sfuggire anche la classe politica
è legato ad una evidente crisi della rappresentanza Italia crisi rappresentanza delle imprese tutte le associazioni datoriali esistenti rappresentano circa il venti per cento delle
Aziende inattività esistenti
E nessuna rappresenta gli aspiranti imprenditori
E qua io penso spesso e mi chiedo
Da chi possono essere rappresentati i giovani hanno in mente un'idea per fare impresa stessa cosa potrei dire per le organizzazioni sindacali rappresentano tutte insieme
Non più del trenta per cento dei lavoratori certamente gran parte dei pensionati
Abbattutasi oggi sui giornali la faceva il nostro Massimo Bordin rassegna
La Confindustria a molte
Aziende di Stato i sindacati hanno molti iscritti-pensionati improprio
Ma insomma la battuta centrale centrata molto opportuna
E a volte quando si arroccano così come stanno facendo un po'tutti dopo questa dichiarazioni di Marchionne
Mi ricordano più i partiti che quando sono in crisi di consenso anziché mettere in discussione le azioni che è un fatto o le proposte politiche
Giudicano male gli elettori che non hanno più a scelto loro comunque hanno cambiato opinione
Io penso che la politica oggi abbia il dovere
Di affrontare di petto la questione più generale della rappresentanza di interessi legittimi
Costituiti nella società e nelle comunità
Che però sono fatti anche da attività da
Impostazioni da posizioni che sono completamente diverso rispetto a rispetto a quelle dei decenni che abbiamo alle spalle non capire questo significa
Non capire trasformazione la società italiana io personalmente ho criticato Marchionne quando non ha mantenuto il suo impegno e penso
Termini Imerese Sala verde a Palazzo Chigi c'ero quando Marchionne prese solennemente
L'impegno di fare alcuni investimenti Termini Imerese in alcuni
Gli impianti importanti FIAT compreso Pomigliano quando preso atto che quegli impegni non erano stati mantenuti
Non ho risparmiato critiche oggi
Francamente non me la sento di dire che la scelta di Marchionne
Unilaterale di non aderire ad un'organizzazione seppur autorevole seppure importante come Confindustria sia una
Una
Cosa criticabile perché rientra nella facoltà di un imprenditore
Mi aspetterei invece una reazione in termini di di
Raccolta del consenso legata alle proposte per l'impresa e da parte di Confindustria assolutamente diverso da
Da questo arroccamento che invece penso non non non serva a nessuno non serve a Confindustria non serve neanche le imprese iscritte a Confindustria né alle imprese non iscritte
Da questo punto di vista ho la sensazione che
In questa stagione di evidente decadenza
Della del Paese partiti politici sindacati associazioni datoriali anziché confrontarsi si siano in qualche modo chiuse a riccio tentando di difendere
Posizioni sempre meno difendibile capisce che
Le sue parole suonano un po'reti che in un partito che poi si
Divide proprio perché
A alle spalle anche un certo rapporto la CGIL anche per questo si vive sulla lettera della BCE che pure per altro verso pone
Delle
Delle questioni mettere sei sul tavolo in modo inequivocabile non aggirabili
Insomma in qualche modo per quanto riguarda la parte che voi come politica dovete fare
Rischia di essere a sua volta uno sciocco questo tipo di di di ragionamento oppure no
Io spero non si sia diviso il partito vicesegretario letto detto le cose sacrosante cioè che quella base è una base di discussione che non può essere elusa
Né aggirata non è possibile un grande partito riformista del partito democratico possa in qualche modo mettere la testa sotto la sabbia
Fassina a mio avviso sbaglia quando fa un minestrone tra le indicazioni della BCE e le ideologie in Europa perché la BCE fa la Banca centrale
Di un'Europa a
Debole sul piano politico l'Europa va rafforzata ma rafforzare l'Europa significa cedere sovranità e quindi sul piano politico bisogna avere il coraggio di dire questo e cioè che
Ci vuole un esercito comune una politica fiscale comune una unica legge finanziare un'unica politica economica
E a quel punto anche un'unica politica di welfare e se
Dovesse emergere che la politica di welfare media comunitaria quella non italiana
I primi a dover fare i conti con la conservazione cui spesso Milano associazioni datoriali a volte anche
Sostenute da imprese pubbliche
E organizzazioni sindacali insomma scopriremmo
Che le cose che si dicono molto spesso non coincidono con quelle che si fanno letta posto dei problemi molto chiari molto netti quando la BCE avrà indicazioni sul piano politico diverso e si comporta in maniera diversa fino a quando dovrà
Vigilare sulla politica
Finanziaria perché la politica è assente fino a quando dovrà occuparsi politica monetaria indicherà i Governi che chiedono soldi in prestito ogni mese perché la BCE non ci avrebbe mandato quella lettera se l'Italia non avesse chiesto l'aiuto mensile
Attraverso la sottoscrizione di titoli di Stato che non sottoscrivono più
I figli investitori internazionali più voi la verità è un'altra e che il quaranta per cento il debito pubblico italiano finanziario e nelle mani
Di
Banche internazionali o comunque di investitori istituzionali non italiani e da un mese e mezzo ad ogni scadenza di titoli di Stato non rinnovano più la loro quota
Quella quota la sottoscrive la Banca centrale europea
Che avendo risorse non solo italiani ma di tutti i Paesi europei chiede certezze
Se non altro sul piano contabile è giusto o sbagliato sarebbe sbagliato
Se non ci fosse la politica europea insomma voi europea c'è ed è debole ne abbiamo il dovere di mettere in discussione quella
Ma non
Le richieste dal vice perché richieste decesso le richieste che qualsiasi
Banca Centrale farebbe ad un Paese richiede ogni mese soldi in prestito grazie Francesco Boccia