08 LUG 2012
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Valter Vecellio - Radio - 17:00 Durata: 2 ore 6 min
A cura di Enrica Izzo
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In studio Valter Vecellio.

Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 8 luglio 2012 condotta da Valter Vecellio che in questa puntata ha ospitato Valter Vecellio (giornalista), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 2 ore e 6 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.
  • Introduzione

    Valter Vecellio

    giornalista

    Direttore di Notizie Radicali Valter Vecellio in studio con Marco Pannella. Il dibattito politico italiano, le elezioni in Libia, la quattro giorni di nonviolenza convocato per il 18 luglio.
    17:00 Durata: 1 min 11 sec
  • Pannella: “Mi auguro – ne parleremo con il direttore – che i quattro giorni di silenzio possano essere quattro giorni di silenzio, come nelle chiese di un tempo, di raccoglimento anche per Radio Radicale dal 18 al 22 luglio. Così la gente acquisterà il sapore della Radio Radicale chiusa, eliminata, assieme al Partito radicale”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    I quattro giorni di sciopero della fame e di silenzio convocati dai Radicali per il 18 luglio. Pannella: “Non conosci, malgrado tutto, i non limiti della mia follia. Nel senso che mi auguro – ne parleremo con il direttore – che i quattro giorni di silenzio possano essere quattro giorni di silenzio, come nelle chiese di un tempo, di raccoglimento anche per Radio Radicale dal 18 al 22 luglio. Così la gente acquisterà il sapore della Radio Radicale chiusa, eliminata, assieme al Partito radicale. E anche perché in quel modo mi auguro che le Camere Penali e tante altre organizzazioni riusciranno, anche grazie alla settimana di lotta che continua, anche nella forma nonviolenta…la settimana di lotta per una radicale riforma di struttura della infamante ingiustizia italiana, che è in termini tecnici causa di una condizione criminale, letteralmente, tecnicamente e giuridicamente criminale, dello Stato e della Repubblica italiani, e in particolare del nostro amato Presidente della Repubblica che - anche lui - presiede una realtà più criminale rispetto alla giurisdizione attuale del mondo, di quanto non fossero lo Stato fascista, quello nazista e quello comunista rispetto alla Società delle Nazioni e alla sua giuridicità. Io proporrò che anche da Radio Radicale, come facemmo quando ci mettemmo il bavaglio passando alla storia dello specifico televisivo, ci siano quattro giorni di silenzio assoluto, tranne che in Radioradicale.it e nei derivati televisivi”. “Credo che il clamore del silenzio, in un regime che sempre di più – cerco di avvisare per aiutarlo anche l’amato Presidente della Repubblica - non merita in pieno di essere considerato erede fascista perché è erede sfascista, persino di quel tanto di legalità che lo Stato fascista e nazista e comunista assicuravano. Quindi la lotta è grande e prefigureremo, nel raccoglimento e nel pensiero del silenzio, che non sarà un urlo ma invece un grido di alalà, un grido di allerta”. “Riusciremo ad abolire in quei giorni la menzogna del regime, nella verità di un silenzio scelto e di raccoglimento, vedremo dove: nei mercati, nei tribunali, etc. Proporrò a Radio Radicale di regalare, come riuscì a regalare quegli straordinari eventi di milioni di Radio Parolaccia o Radio Bestemmia, e a far durare quattro giorni quella mezzora di bavaglio che rappresenta un evento nella storia delle televisioni”, dice Pannella facendo riferimento al silenzio praticato dai Radicali in una storica tribuna elettorale degli anni 80. “Se riposo io, figurati per i nostri ascoltatori quanto attraverso il silenzio rivivrà quella storia di Radio Radicale che i Radicali da vent’anni con qualche difficoltà riescono a continuare ad ascoltare”. “Parlo di quei Radicali che ascoltavano Radio Radicale e magari facevano i militonti radicali, essendo magari redattori e tecnici di Radio Radicale allora, e che dicevano con convinzione: date mezzo caffè al giorno. Poi credo che oggi ci saranno il 2-3% dei compagni giornalisti e tecnici radicali che continuano loro a dare almeno il mezzo caffè al giorno; diventa anche un fatto professionale, prevalgono altre cose”
    17:01 Durata: 7 min 41 sec
  • L’antica e ancora oggi reiterata proposta pannelliana di Elio Toaff Senatore a vita

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’oggi libico “c’è malgrado l’imbecillità analfabetica della nostra Nato. Per cui oggi il Mali, sei repubbliche centrafricane, il Senegal ed altri, sono insidiate da quel migliaio di disertori gheddafiani della Libia che si sono trasferiti nel deserto attorno a quello splendido monumento mondiale che è Timbuctu con tutte le armi che si sono portati dai depositi del Gheddafi che purtroppo ha avuto una sua Piazzale Loreto, mentre noi siamo specializzati per cercare di impedire le Piazzali Loreto dei potenti, perché questo non serve a coloro che devono succedergli non come potenti ma come forti”. “Oggi viviamo in un mondo – non solo italiano – nel quale il Satyagraha ha senso perché vuol dire forza e affetto per la verità”. La situazione di Elio Toaff, ricoverato in un ospedale di Roma. “Proprio stamattina ad un amico della comunità ebraica romana dicevo che questo sarebbe, dopo Pertini (Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985, ndr), il quarto Presidente della Repubblica al quale ho detto: ‘Senatore a vita? Toaff’’”. “Che sia Riccardi della comunità di sant’Egidio, che era stato un mio candidato alle primarie per la guida del Partito democratico neonascente, e che è il volto laico di quella comunità, beh sono lieto, perché oggi Monsignor Paglia è stato nominato nello Stato vaticano a un incarico di grossa importanza. Mi dispiace e mi preoccupa per Terni e per tutta l’Umbria, dove lui in fondo esercitava anche il suo prestigio e non solo il suo potere, perché ho la vaga impressione che abbiano spostato qualche procuratore della Repubblica serio che indagava su Don Pierino e ho l’impressione che al posto di Monsignor Paglia arriverà qualcuno, massone o no, che sia sostenitore di Don Pierino. Il fatto che Monsignor Paglia non sia stato fatto cardinale, ma è uno dei quei credenti che ha creduto e crede nel valore del nostro amore per la giustizia, per cui vogliamo una riforma strutturale hic et nunc, adesso, della infame e infamante amministrazione della giustizia attraverso lo strumento dell’amnistia”. Il ruolo dei media nel nascondere il carattere potenzialmente strutturale dell’amnistia; il linciaggio dell’Unità contro il compagno radicale Marco Beltrandi. Riforme e controriforme delle leggi elettorali: “La partitocrazia non produrrà mai democrazia”
    17:08 Durata: 8 min 39 sec
  • L’appello di Andrea Puggiotto ed altri 100 giuristi indirizzato a Napolitano, “nella sostanza per interrompere la flagranza criminale, tecnicamente assassina, nella quale da 30 anni opera il regime partitocratico e quindi lo Stato italiano. E ciò dimostra di come non si tratti di un eccesso pannelliano, quello di chiedersi: è vero o no quello che mi avete insegnato nella facoltà di giurisprudenza, cioè che noi ci troviamo come Stato in una situazione di flagranza di reato equiparabile ormai all’ultima categoria che la nostra giurisprudenza ha individuato che è quella del delinquente professionale?”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’appello di oltre 100 giuristi italiani a Giorgio Napolitano. “Un giurista giovane ma già molto autorevole come Andrea Puggiotto - con il quale già ci incontrammo in modo inauditamente vincente perfino nella suprema cupola della mafiosità partitocratica, la allora Corte Costituzionale - ha scritto una lettera aperta-appello al Presidente della Repubblica che noi possiamo condividere al 98 per cento. E su questo, con le forze organizzative di cui dispone Andrea Puggiotto e noi, che sono evidentemente assolutamente limitate, abbiamo avuto un’adesione di costituzionalisti e penalisti che hanno sottoscritto questo appello al Presidente della Repubblica. Per che cosa? Nella sostanza per interrompere la flagranza criminale, tecnicamente assassina, nella quale da 30 anni opera il regime partitocratico e quindi lo Stato italiano. E ciò dimostra di come non si tratti di un eccesso pannelliano, quello di chiedersi: è vero o no quello che mi avete insegnato nella facoltà di giurisprudenza, cioè che noi ci troviamo come Stato in una situazione di flagranza di reato equiparabile ormai all’ultima categoria che la nostra giurisprudenza ha individuato che è quella del delinquente professionale?”. Tra i tanti firmatari del documento “vorrei citare per esempio l’autorevolezza di personaggi come Federico Grosso, che ha anche scritto come motivazione: ‘Aderisco all’iniziativa del Partito Radicale con convinzione’. Non ha voluto commettere una scortesia ad Andrea Puggiotto, ma ha voluto ribadire che in realtà questo documento – per quel che lo riguarda - esprime in modo singolare e arricchito la sostanza della posizione radicale per tornare al rispetto della legge da parte di uno Stato epigono delle sfascianti e sfasciate monarchie assolute”. Il silenzio mediatico è “paralizzante per loro”. Lo dimostra la produzione intellettuale e non solo del Partito radicale quale “partito rivoluzionario”. Il leader radicale si sofferma sul vero significato del termine “rivoluzione”. “Noi stiamo producendo teoria. Abbiamo prodotto teoria della storia con la nostra lettura degli ultimi 50 anni, la ‘Peste italiana’”. Sulla figura di Giuliano Amato e sulla storia cattolica italiana. “Oggi il nostro Presidente della Repubblica e gli apici del nostro Stato servono non il diritto, ma il gioco politico esistente che è antipartitocratico e quindi anti Stato di diritto. Speriamo che finirà che noi riusciremo ad aiutare il Presidente a uscire fuori dalla sua storia comunista italiana per arrivare magari a una storia comunista abruzzese come quella di Ignazio Silone (scrittore e intellettuale italiano, 1900-1978, ndr) e di altri membri dell’Associazione per la libertà della cultura, come George Orwell (scrittore e giornalista inglese, 1903-1950, ndr) e Bertrand Russell (filosofo e matematico inglese, 1872-1970, ndr) che ancora adesso splendono come stelle che guidano il nostro cammino”. Su Napolitano: “Visto che ci credo che lui non voglia, a 88 anni, essere rieletto fino a 96 anni, allora a questo punto gli diciamo: guarda che tu rischi di passare 7 anni senza avere mai fatto quello che la Costituzione ti indica come tuo compito e tua funzione nella dialettica di uno Stato di diritto, quello di richiamare le Camere al superiore rispetto della legge e della legalità. Nessuno può dire che sia stato eletto il nostro Presidente perché si sia mai rinvenuto nella sua storia qualcosa di liberale; certo, di comunista non militare, e non del tutto da Terza internazionale. Per questo gli diciamo: senti, usa pure questo messaggio”. “Tu fai di fatto di più il Premier ombra e lo fai con grande capacità, ma avremmo un grande bisogno che tu facessi il Presidente garante del diritto e della legge. E allora ti suggeriamo quello che, in qualche misura, a livello scientifico Andrea Puggiotto e gli oltre 100 cattedratici che hanno sottoscritto il suo appello chiaramente auspicano. Che magari il Presidente non consenta ai suoi successori di fare quello cui lui è stato già condizionato, i precedenti che diventano ‘prassi’ e addirittura ‘constuetudini’ con forza di legge. Allora, tu rischi di impedire al tuo successore di fare messaggi alle Camere invece che, come li fai, a reti unificate e rispetto al popolo che non è tuo elettore, avendo una responsabilità per la quale sei stato scelto dal Parlamento”. L’inazione del Governo sul fronte della giustizia: “Io credo che grazie alla abilità politicante del Presidente della Repubblica abbiamo avuto questo incidente positivo nel regime partitocratico dominante che è stata l’invenzione: prima lo fa Senatore a vita, poi gli dà l’incarico di formare il governo, e grazie a questo noi non abbiamo preceduto sulla strada del default che è tuttora il pericolo imminente di Grecia e Portogallo, altrimenti saremmo stati i primi, grazie al governo Monti, con questa trovata tattica straordinaria dell’abilissimo Presidente italiano che abbiamo voluto anche noi…”. La discesa in campo di Pannella? “Io scendere in campo non posso farlo, non sono in condizioni. Perché non ne sono mai uscito in tutta la mia vita. Sono un militonto radicale full time, incapace di divenire altro, nel senso che c’è gran bisogno - nelle situazioni apicali di uno Stato di diritto - di qualcuno che abbia il senso dello Stato invece della realpolitik che è l’anti senso dello Stato, cioè la ragion di Stato invece che il senso dello Stato. Da questo punto di vista mi apre urgente che dal 18 al 22, indipendentemente da quello che già abbiamo individuato essere il proprio dei quattro giorni, siano quattro giorni di lotta vera e che possa essere udita da tutti. Allora far sentire per quattro giorni – ma per un obiettivo positivo, non per protesta - a che cosa vogliono ridurre Radio Radicale, ridurla al silenzio; scegliere noi per quattro giorni il silenzio ‘in positivo’, per ottenere qualcosa e non per difenderci da qualcos’altro, credo che sarà notizia che non potranno efficacemente impedire di circolare da parte dei media”. “Costoro sono in grado di trovare i motivi per spegnere la voce di Radio Radicale, in fondo lo fanno da vent’anni. Potrebbero arrivarci adesso, e allora noi li anticipiamo un po’. Poi vedremo cosa decideranno gli avvocati sul silenzio, cosa decideranno altri la cui professione e il cui mestiere è parlare. Vediamo se il Presidente della Repubblica, che parla tutti i giorni a reti unificate, magari quei quattro giorni fa questa cosa che è preghiera laica. L’obiettivo è creare dialogo, cioè democrazia, e magari cercare di inserirla al carissimo Beppe Grillo, perché anche lui sia un po’ contaminato dal virus del dialogo, di cui ha enormemente bisogno quella base grillina”. Rispetto al voto di Parma, “nessuna speranza avevo dall’esemplare rappresentante della storia comunista italiana, cioè del potere oppressivo anti democratico di carattere burocratico la Luxemburg, non solo i trotzkisti, aveva individuato come il massimo pericolo di chi prendeva il potere dicendo ‘elettrificazione più soviet’. Hanno fatto l’elettrificazione per potere magari mettere meglio sulle sedie elettriche tutti quelli che non erano a loro graditi”
    17:17 Durata: 21 min 27 sec
  • Il matrimonio “forzato” di Vasco, la memoria di Claudio Villa e l’intervento di Roberto Saviano sulla legalizzazione delle droghe leggere

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il matrimonio di Vasco Rossi, cantante e compagno radicale, e la motivazione da lui offerta, quasi una “resa”, volendo solo tutelare l’unione con la campagna ma non credendo al matrimonio. “Tutti hanno riportato, perché non felicissima per essere compresa, questa espressione: ‘E’ solo un passo di un uomo ed è evento per l’umanità’. Lui voleva semplicemente dire: ho sottolineato che questa è una cosa modesta, tecnica, che io faccio perché l’amore per la mia compagna, per i miei figli, esige questo espediente tecnico, e quindi in qualche misura ho dovuto arrendermi a questa esigenza tecnica e mi rode’. Loro invece l’hanno interpretato così: ‘Questo è il passo di un uomo e che vale invece come evento per tutta l’umanità’. No, lui ha detto solo: ‘Questa cerimonia sono cazzi privati, e invece voi fate diventare un fatto tecnico, per il laico e radicale che sono, un evento mondiale’. Mi permetto di interpretare Vasco”. “Merita un’altra riflessione. Il Claudio Villa (cantante italiano, 1926-1987, ndr) popolare, non coevo del jazz, dalla bella voce, il nostro Claudio Villa, il bullo romano, è quello che non ha voluto – perché voleva altro, non perché non volesse quello – nemmeno l’estrema unzione. Voleva sottolineare la primazia della coscienza, della buona coscienza non a buon mercato”. “Claudio era un grande cantante, ma lo era così: romano, non proprio contemporaneo… In lui c’è stato un rigore, nell’amore, nell’amare e nell’essere esempio non contro qualcosa, ma a favore di un modo responsabile e libero di vivere, per cui colgo quest’occasione del comportamento del compagno Vasco e della sua compagna e del suo figlio – anche loro isciritti al Partito - per rendere omaggio al nostro Claudio Villa”. La rubrica di Roberto Saviano sull’Espresso, favorevole alla legalizzazione sulle droghe leggere. “Io dico a Saviano su questa cosa della legalizzazione: grazie, ho letto le reazioni, e nelle reazioni c’era un nucleo del 20 per cento che diceva ‘No, pure tu! No, la droga’, ma l’80 per cento era di assoluto plauso. Direi che mi fa piacere. Lui ha accennato anche ai Radicali”. Sulla programmazione antiproibizionista di Radio Radicale. “Tutti i compagni che mi dicono ‘Legalizzala Marco!’, come già i nonni avevano capito che noi diciamo ‘legalizzala’ e non ‘liberalizzala’, mentre Veronesi non ha mostrato di capire pienamente la differenza, ma anche Umberto su questo è un neofita. Però vorrei dire a Saviano che io è per lui che ho inserito nell’online, nei siti radicali, almeno 20mila reazioni del popolo schifato di me, di ‘italiani brava gente’, di quelli che mi hanno sputato e che non erano certo i ‘black block’”. Gli argomenti più utilizzati da chi discredita online i Radicali? “Uno, che quella lì ‘Emma Bonino’ fa parte del club Bildeberg. Per quello che io so, Emma, da commissaria Ue, nell’ambito delle sue funzioni, ha avuto rapporti anche con questo gruppo di pressione. Secondo, noi abbiamo votato a favore e sostenuto Berlusca”. La storia di Radio Radicale e giornalisti come Iuri Maria Prado, Luigi De Marchi, Federico Orlando, Filippo Facci e Sergio Romano
    17:38 Durata: 14 min 35 sec
  • Ancora sulla situazione della giustizia italiana

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella torna a parlare della situazione della giustizia e si richiama alla “Costituzione – amputata, tradita e massacrata da quelli che l’hanno molto amata”. “Quale che sia - in termini di dottrina - ridotta la legge fondamentale dello Stato, noi si abbia una sospensione della flagranza, caro Presidente Napolitano”. “Tu non avresti oggi l’atteggiamento che hai, fottendotene del fatto che siamo agli occhi di tutti gli studiosi e della giurisdizione europea uno Stato e una Repubblica che sono in sempre più assoluta e consapevole flagranza di natura criminale professionale. Questa è la nostra battaglia”
    17:53 Durata: 4 min 18 sec
  • Il parallelo pannelliano tra il ruolo che fu della democrazia cristiana in Europa e quello che la democrazia islamica potrebbe avere in Medio oriente.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Voglio assumermi la responsabilità. Vorrei mandare da qui, io non credo che lui sia italianofono perché è stato per 30 anni negli Stati Uniti fuggendo Gheddafi, ma il capo dei Fratelli Musulmani libici, che sembra abbia vinto le elezioni, credo che possa essere equiparato a quei democratico-cristiani, che potevano avere un sapore pericoloso per noi laici, come Adenauer, Schuman e De Gasperi, che rappresentarono invece un’alleanza storica. Noi cinque anni fa con Emma convocammo un mucchio di gente in un albergo a Bruxelles sul tema: l’Europa delle patrie, morte delle patrie e dell’Europa. Proprio allora avevamo il Trattato di Lisbona in giro che, guarda caso, aboliva la bandiera e l’inno europei. Adesso i fatti ce lo dimostrano; Emma, Giuliano Amato ed altri hanno tentato di rilanciare la squisitezza sostanziale di Altiero, il rilancio degli Stati Uniti d’Europa come una federazione leggera”. La parabola politica declinante di Berlusconi, anche in politica estera. “Erdogan voleva l’adesione completa della Turchia, la membership non la partnership. Perché – era il ragionamento di Ergogan - così si depotenzia il potenziale golpe dei militari, visto pure che gli ataturkiani stanno ad Ataturk come i clericali – stavo per dire – stanno a Gesù. Se aderisco all’Europa, non devo difendermi io da questo tipo di militari”. “Io ho sempre detto che se io sono responsabile di aver abbandonato il berretto frigio, è perché in fondo l’innegabile legame tra giacobinismi centralizzati e il cascame comunista c’era. E non dico che a quel punto avremmo dovuto prendere il simbolo girondino, perché non c’era, ma ho preferito guardare ad altro”. “E io credo che sia possibile che la democrazia islamica che può avere come suo grande leader il segretario del nostro Partito, Demba Traorè, che quando è stato eletto ha sottolineato di essere liberalissimo e laicissimo oltre che credente musulmano. Questa vittoria libica credo non faccia piacere ai salafiti e ad altri sauditi, perché – diciamoci pure le cose – pare che adesso la bandiera dell’Occidente sia ancora l’Arabia Saudita, che pure ha continuato a finanziare le peggio cose”. Sulla figura del Dalai Lama
    17:57 Durata: 13 min 39 sec
  • L’esperanto, l’Era e il “diritto ad avere una capacità di intenderci con la bestia umana, ovunque la si incontri”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    “Radicali della doppia tessera” come Roberto Deriu (in Sardegna) e gli altri esponenti di Udc, Pd e Idv della Basilicata (resistendo “agli aspetti fastidiosi di Maurizio Bolognetti, hanno saputo in loco scorgere quello che lui è, uno splendido ‘militonto’ radicale come me”). Sulla querelle attorno all’Esperanto: “Io ho già detto che il problema che ritengo antropologicamente, politicamente e culturalmente maturo, è di prendere atto che, all’evolvere della specie umana, oggi il diritto ad avere una lingua comune deve far parte, così come l’hanno gli animali. La lingua comune è un diritto umano storicamente da acquisire, perché con la tecnologia, internet, etc., avere una lingua di supporto alla propria lingua storica garantisce in prospettiva la ricchezza della biodiversità dei territori e delle lingue, e soprattutto garantisce la conquista di qualcosa che possiamo – con le convenzioni internazionali - arrivare a vedere qualificato formalmente dalla comunità internazionale: la lingua umana, probabilmente utilizzando l’ottimo lavoro compiuto alla fine dell’800, ma oggi abbiamo strumenti tecnici che possono consentire quello che già oggi tutti assicurano, ovvero il fatto che nel terzo e nel quarto mondo gli indigeni apprendono prima la lingua internazionale – diciamo l’esperanto – di quanto non apprendano a scuola la propria lingua tradizionale. Non è secondario dire che propongo sia un diritto umano come tale, mentre non abbiamo ancora perfezionato il ‘diritto umano alle verità’ che però è giù in una fase molto avanzata”. “Sicuramente fa bene l’Era a sottolineare i guasti delle rinunce che vengono fatte rispetto agli idiomi e alle lingue esistenti, come dimostra il fatto del Politecnico di Milano per cui si può dimenticare l’italiano ma si deve imparare l’inglese; come sicuramente fa bene l’Era a sottolineare anche il fatto che in termini di lavoro certe discriminazioni e ipervalutazioni di titoli di studi nella lingua altra che l’italiano, per garantire una buona pratica della lingua italiana, credo sia un buon apporto che l’Era sta dando”. Il lavoro di Matteo Angioli e Cesare Romano sulla codificazione del diritto alla conoscenza delle verità istituzionali. La missione a Londra di Pannella e Angioli, l’iniziativa contro le desecretazioni sulla guerra in Iraq. Sul “diritto ad avere una capacità di intenderci con la bestia umana, ovunque la si incontri”
    18:11 Durata: 14 min 48 sec
  • Pannella sui fatti di Genova del 2001 e la sentenza della Corte di Cassazione: “Io resto sempre più convinto che un accertamento giudiziario della verità storica, come dal diritto romano al diritto cattolico, non è attendibile quando il momento del giudizio, dell’accertamento, della proclamazione in giudizio, è troppo lontano dal verificarsi storico dell’evento”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La sentenza della Corte di Cassazione sui fatti di Genova del 2001, in particolare su quelli avvenuti tra scuola Diaz e la caserma Bolzaneto, con l’interdizione dei colpevoli dalla funzione pubblica. Pannella: “Io resto sempre più convinto che un accertamento giudiziario della verità storica, come dal diritto romano al diritto cattolico, non è attendibile quando il momento del giudizio, dell’accertamento, della proclamazione in giudizio, è troppo lontano dal verificarsi storico dell’evento”. “Quando io sento un grido di dolore di un modesto poliziotto che dice: ‘Certo, io adesso mi vedo attribuiti i fatti di quella notte. Noi eravamo 31 stanziali lì, ne sono passati altri 300, noi eravamo stati lì bene o male calmi mentre arrivavano i prigionieri, ma questi altri avevano attraversato una giornata…’. Per esempio ci poteva essere qualcosa come il carabiniere che, temendo di essere ucciso da Giuliani, lo ha poi ucciso”. Sulla morte di Carlo Giuliani: “Allora appresi dalla comunità di Don Gallo che il ragazzo Giuliani aveva pessimi rapporti con la famiglia e viveva un po’ per le strade, e faceva parte quindi dei giovani che dovevano fare i conti, bene o male, con la società, pagandola con la propria povertà, per cui – dico – c’è questo aspetto della rappresentanza dei genitori. Nel momento in cui c’è un povero carabiniere – alla Pasolini - che sta lì dentro, mentre da fuori rischiano di far saltare la macchina, e magari Giuliani stesso che tirava un estintore, beh, insomma… Ora che i genitori abbiano difeso giuridicamente, con piena rappresentanza, questo ragazzo – sventurato lui e sventurato il carabiniere – non so quanto se fosse vivo il ragazzo… Ma qui addirittura qui questi dicono: ‘Sono arrivati 200 degli altri, imbufaliti, perché errori - come Massimo Bordin che aveva fatto le corrispondenze da lì - aveva rilevato, c’erano stati anche da parte della forza pubblica”. “Ho un solo dubbio: però questi 31 poliziotti gli avvocati li avranno avuti, quindi sono impressionato da questo che dice: ‘Ora sono un uomo distrutto’. Il dubbio che ho è: è possibile che i loro avvocati…? Sì, però ci sono gli avvocati degli altri 200”
    18:26 Durata: 9 min 8 sec
  • Ancora sul Presidente Napolitano: il rispetto un po’ vuoto della liturgia, le nomine dei Senatori a vita

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella torna sul tema della riforma della giustizia. Il libro di Lanfranco Palazzolo su Giorgio Napolitano. Altri “libri radicali”: quelli di Valter Vecellio e Stefano Rolando su Marco Pannella. Ma uno dei primi atti compiuti da Napolitano appena eletto Presidente della Repubblica non fu una visita a Ventotene con Bonino? “La controriforma era molto attenta alla liturgia, alle cose esteriori – replica Pannella - tanto è vero che grazie ad Angiolo Bandinelli ho dovuto correggere un po’, però la splendida analisi che fece del Barocco in Europa Benedetto Croce, in cui disse: in un momento nel quale la spiritualità veniva a mancare e si affermava la Controriforma, nelle chiese dove si affermava il Barocco si rendeva chiaramente quella ricerca tormentata dell’assoluto che non si trova nell’austerità dei templi precedenti”. “Oggi sono abbastanza convinto che le manifestazioni liturgiche esteriori di religiosità costituiscono molto spesso qualcosa che atei o non credenti possono prestare alla convenienza”. “Infatti io ritengo da tempo che il Colle del Quirinale è lui che induce in tentazione e fa vincere la tentazione simoniaca dell’altra parte del Tevere; perché la simonia è vendere e svendere i propri valori, allora devo dire che il Colle del Quirinale – dopo 70 anni di partitocrazia – è per forza in questa situazione”. “Il Presidente della Repubblica che rischia di finire il suo settennato senza un messaggio alle Camere e che tutti i giorni va a reti unificate a esprimere i suoi pareri su tutto, beh ieri ha dato un’intervista a Eugenio Scalfari. Ho l’impressione che adesso che se ne è andato il nostro amico, che già da due anni era in condizioni per le quali non ho provato dolore nell’apprendere che era morto, perché Pininfarina da due anni era in condizioni nelle quali non si autorizzava nessuna speranza, io ho sempre detto: il mio candidato è Elio Toaff, che oggi è poco bene. Adesso si parla di Pannella, etc.; io invece ritengo che sia naturale che sia Scalfari che sicuramente poi accetta, o magari Zagrebelsky”
    18:35 Durata: 12 min 35 sec
  • L’Europa “non abituata a fare grandi dibattiti. L’aiuto che potevo dare se fossi stato al loro posto, a Monti che aveva dichiarato a Die Welt ‘gli Stati Uniti d’Europa non ci saranno mai, e nessuno li chiederà perché tanto non servirebbero a nessuno’, sarebbe stato parlarne. E gli spinelliani anche nel Parlamento europeo sono rimasti silenti, mentre io avrei detto: ‘Scusi…’. Nessuno che ha chiesto conto di questa affermazione, perché non credono nella democrazia, nel dialogo, nel confronto”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Gli auguri per una democrazia islamica in Libia e non solo che possa tornare sui passi della democrazia cristiana che in Europa fu europeista. Sulla deriva dell’Europa: “Quella non abituata a fare grandi dibattiti. L’aiuto che potevo dare se fossi stato al loro posto, a Monti che quattro giorni prima aveva dichiarato a Die Welt ‘gli Stati Uniti d’Europa non ci saranno mai, e nessuno li chiederà perché tanto non servirebbero a nessuno’, sarebbe stato parlarne. E gli spinelliani anche nel Parlamento europeo sono rimasti silenti, mentre io avrei detto: ‘Scusi…’. Nessuno che ha chiesto conto di questa affermazione, perché non credono nella democrazia, nel dialogo, nel confronto. Perché questi tecnici, nonostante le loro preziose esperienze non domestico-nazionali, mancano di visione, il traino di una idea giusta storicamente. Sarebbe stato utile un dibattito su Monti con questo, sarebbe stato utile a lui e tutti noi. Niente, è l’italianizzazione dell’Europa”. “In Italia c’è un regime assolutamente, consapevolmente, anti democratico, perché la sua sopravvivenza è legata all’assenza del confronto delle varie tesi. Sicché i loro oppositori prediletti erano, per l’ottimo Sivlio, ‘i comunisti’, e Fausto quando c’era Silvio stava sempre fascinosamente in televisione; poi viene fuori Tonino Di Pietro; adesso arriva il carissimo Nichi Vendola”. Il ruolo di Grillo
    18:48 Durata: 6 min 30 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ancora sull’appello di Andrea Puggiotto e dei giuristi italiani al Presidente della Repubblica Napolitano. L’attività del segretario di Radicali italiani, Mario Staderini, e il ruolo dei Radicali come “attivatori di democrazia”. La “bellissima iniziativa di ‘Roma si muove’” e l’assenza della Sel dal Comitato promotore di questi referendum locali. Rispetto alla lettera-appello di Puggiotto, “il 18-22 luglio non è l’ennesima sottoscrizione di questo appello, ma è un’altra cosa convergente. Noi invitiamo tutti di fare quei quattro giorni socialmente un po’ memorabili, strani, con il silenzio di Radio Radicale. Quando proposi all’inizio ‘Radio Bestemmia’, autorevolissimi compagni subito dissero: ‘Ma qui ci chiudono la radio!’. Ressi. Adesso dico: beh, proviamo il silenzio anche”. “Avete visto mai vengano quattro bei giorni, drammatici certo, ma anche sorridente e di speranza, in cui c’è il silenzio e come giusto siano le carceri ad emanare il silenzio proprio dei templi, delle chiese, dove adesso invece si applaude molto spesso?”
    18:54 Durata: 11 min 57 sec