Critica e militanti

Buongiorno da Radio Radicale qui a Matteo Marchesini per la rubrica critica e militanti
In giorni in cui i riflettori sono puntati sulle caratteristiche più opache delle nostre regioni vorrei consigliare un libretto che le prende di mira per motivi in apparenza più specifici ma in realtà legati per molti aspetti anche alle cronache odierne
L'editore Laterza appena pubblicato nella collana dei suoi saggi più agile tascabili un libretto molto analitico ampi forse perfino troppo per le competenze che presuppone ma utilissimo dello storico dell'architettura urbanista Leonardo Benevolo
Il titolo il tracollo dell'urbanistica italiana dice già tutto sulla spietatezza dell'analisi
Secondo me ne ecologico con le nuove legislazioni regionali si assiste alla moltiplicazione degli adempimenti connessi con la fabbricazione dei piani urbanistici che diventano pacchi enormi di carpini intelligibili
Il risultato è che la corrispondenza tra intenzioni espresse modificazioni della realtà indica e sempre più difficile da misurare
Pressioni private tempi troppo brevi della gestione politica degli interventi sono circostante che hanno annullato negli ultimi trent'anni una vera progettazione urbanistica
Ci si occupa di singoli edifici e non del contesto mentre
L'équipe del paesaggio italiano avvenimento di rilievo mondiale avviene dice benevolo nella generale indifferenza
L'authority come che arrivati a questo con un rapido excursus storico che parte dalle mai sostituite leggi Bottai parta per la mancata riforma sullo
E che sul tema su quel breve periodo tra gli anni Sessanta e Settanta in cui dopo la frettolosa ricostruzione postbellica alcuni medi Comuni centrosettentrionali riuscirono a coordinare i lavori tecnici amministrativi urbanistici
Pura ragione irripetibile di Como Brescia Modena e soprattutto Bologna dove diventarono amministratori degli esperti di vaglia come Campos Venuti e Cervellati
Purtroppo nota benevolo con l'istituzione delle Regioni nel settanta il trasferimento e siete la materia urbanistica
Questa materia scompare di fatto dai programmi della politica nazionale
Finché cori flusso degli anni Ottanta le migliori esperienze comunali vengono sconfessate comincia la contrattazione sempre più debole da parte pubblica coi privati in una spirale di scambio tra servizi e fabbricazione intensità
In conclusione benevolo si sofferma sul caso di Roma in cui a differenza di mezzo secolo fa dice il degrado che accompagna il Piano regolatore del due mila otto si verifica nella quasi totale distrazione degli esperti
Scrive i principali imprenditori romani edili
Hanno comperato in anticipo una parte considerevole dei terreni contro il Grande Raccordo Anulare non destinati all'edificazione secondo il nuovo Piano e o non appartenenti al Comune di Roma
Egli edifica lo stipulando con le Amministrazioni comunali una serie di accordi di programma
Questa procedura speciale diventa un'urbanizzazione parallela similmente all'occupazione abusiva dopo il Piano del mille novecentosessantadue realizzata però con la connivenza dell'amministrazione pubblica ancora
La situazione odierna di Roma dice benevolo è peggiore di quella degli anni Sessanta e Settanta quando l'abusivismo occupava gli interstizi immediatamente a ridosso della parte già edificata
Ora invece si procede all'infinito senza rispettare il limite che invece essenziale perché la città che la città
Dunque in attesa di una improbabile lungimirante riappropriazione statale della materia il Consiglio di oggi e Leonardo Benevolo il tracollo delle dell'urbanistica italiana Editore Laterza a risentirci venerdì prossimo