Mino Martinazzoli. Valore e limite della politica - Presentazione del libro di Paolo Corsini (Cittadella Editrice, Assisi 2012)

Onorevoli colleghi altri onorevoli colleghi onorevoli colleghi signore e signori
Lasciamo
Qui riuniti oggi per rendere omaggio alla memoria di un grande parlamentare che ha onorato con
La sua presenza e con la sua attività le nostre aule
E lo facciamo in occasione
Di un libro di un altro collega che
Anche lui onorato con la la sua militanza politica questa queste aule parlamentari l'amico Corsini
Io ha onorato un oratore che onorerà anche il futuro per quanto mi ci posso aggredire
Perché c'è un'aria di rottamazione che lo sappiamo fin dove si ostenta
Presentiamo
Un libro di Paolo Corsini su Nino Martinazzoli valore
E dignità della politica nell'occasione saluto con particolare reverenziale affetto alla signora Martinazzoli che oggi
Insieme con
Mio compito è quello di introdurre
Le persone che presenteranno il libro e quindi dimetterò al mio ruolo anche se non è facile resistere alla tentazione di dire qualcosa sua vicende delle quali anch'io sono stato in qualche modo partecipe
Nello stomaco una parola di commento sul titolo Mino Martinazzoli
Valore e il limite della politica ma attiene al solito prima di tutto e Brescia
E l'esponente di una forma particolare del cattolicesimo lombardo
Che adatto molti sforzi per il bene di questo Paese
Penso ha una tradizione di santità bresciana salviamo gratificato Tovini non molto tempo fa ricordo la figura del penale dell'Iraq
Martinazzoli si forma all'interno
Di un
Contesto e in cui
Per questa
Figura sicuramente
Presente direi quasi con prepotenza e scende a molti aspetti del cattolicesimo di Mino Martinazzoli è lei epoca e la città di Paolo sesto non
Non starò qui a ricordare questo cosa hanno voluto significare per per la spiegazione
Un tipo di cattolicesimo segnato da un'accentuazione fortissima sul tema della responsabilità personale
C'è qui forse l'eredità di San Carlo Borromeo l'idea di una chiesa che fa
Vicino alle case tento perché capillarmente presente nei luoghi della lite la parrocchia come struttura fondamentale di
Evangelizzazione e c'è
Non proprio bresciana ma da Rovereto a Brescia non c'è una grande distanza anche d'impatto potente della figura di Rosmini
E di un certo cattolicesimo che è stato un po'sospettato di modernismo fino alla
Trionfale conclusione della vicenda Cornigliano ancora gratificazione per l'appunto di consumo
Valore e il limite della politica valore della politica perché la politica la vita
Credo che Martinazzoli sarebbe stato d'accordo con questa valutazione non è semplicemente una forma particolarmente elevata di carità come ha detto il grande concittadino di Martinazzoli la politica la vita
E chi rinuncia alla propria responsabilità politica rinuncia ad esercitare pienamente la sua responsabilità personali
Ma l'altrettanto anche d'altro canto anche limite della politica perché la prima politica IR
E la politica serve la vita e non la vita la politica contro ogni forma di ideologismo contro ogni forma di utopismo contro ogni forma di perfettibile
Questo è un tema su cui personalmente al mattino si meglio ci ritrovavamo
L'idea che esiste un divisione del peccato originale la quale dice che nella vita e nella politica in modo particolare di definitivo c'è solo il male il benessere pletorico
Di qui anche quel certo pessimismo che qualcuno
Rimproverava
E chi era forse un tratto caratteriale ma sicuramente la profonda diffidenza verso tutte le utopie che con la pretesa
Di regalare all'uomo sorti magnifiche e progressive nel futuro
Lo umiliano lo costringono e magari lo distruggono
Per nel presente in questo era una figura abbastanza isolata nel panorama democratico cristiano
Parole volare un stiano c'è un potente filone cossuttiano con cui dialogare
Nacque non apparteneva
E e ci sono
Divisioni
Più legate alla concretezza pragmatica dell'agire politico ma in questa sua posizione era abbastanza isolato salvo una
Assonanza
Credo senza legami di resti uno che anche lui in che era nato non tanto lontano da Rovereto
E che aveva una visione non molto diverso era Alcide Degasperi
L'anti perfetti sono unisce questi due personaggi come riunisce anche
La convinzione che
La politica dipende dalla morale che non si può tagliare tra morale e politica morale politica non solo la stessa cosa
Da una politica senza morale inevitabilmente si trasforma in una politica contro l'uomo
Qui mi fermo altrimenti dovrei entrare su temi che non mi competono nella mia veste di oggi e dopo la parola al professor Agostino Giovagnoli tre cintura alla
Percezione storica della figura di Mino Martinazzoli prego professore
Grazie è con me un piacere che ho accolto questo cortesissima invito
Perché naturalmente la figura di Mino Martinazzoli
Ben viva in tutti noi e quindi poterne parlare certamente fa fa piacere
Nel contesto politico persone che lo hanno conosciuto non ho frequentato così da vicino e quindi per me il punto è un onore poter dire qualche offrire qualche riflessione
Di carattere storico quello da cui vorrei partire però sia pure brevemente sono alcuni tratti della sua personalità e qui vorrei citare
Letteralmente un passaggio del libro di Paolo Corsini dove sei elenca il rigore del personaggio la statura in
Intellettuale e morale lo sguardo lucido originale sulla realtà la mitezza della fede le indefettibili passioni culturali la stessa dignità del silenzio nel tempo doloroso della malattia
La preziosa lezione di stile nell'esercizio di un potere del quale
Dal quale non si è mai lasciato certamente so giocare ecco inerti mi colpisce come dire la sintesi con cui in modo così efficace vengono richiamate tutte cose molto vedere
Della personalità e della testimonianza anche
Di di fede e di
Grande dirittura morale che appunto ci ha lasciato Mino Martinazzoli mi scuserete se però io mi distacco da questa
Ricostruzione questo rievocazione della sua figura ma credo che certamente altri aggiungeranno cose preziose dopo di me
Per cercare di affrontare quello che è mi pare il problema posto dall'autore di questa del di questo volume della lunga introduzione e questo volume che in realtà è un passaggio storico interpretativo che
Mi
Credo si possa dire affronta alcuni problemi in modo molto chiaro sia pure con con garbo e finezza e direi che appunto nel titolo valore limite è già indicato in un certo senso
Un problema un problema che interroga lo storico come credo abbia interrogato coloro che lo hanno frequentatori e hanno lavorato con lui cioè
In che senso valore limite della politica e soprattutto quale rapporto
Nel pensiero nell'azione di Mino Martinazzoli fra questi due elementi che sono
In qualche modo contraddittori perché nel momento in cui si afferma la il valore della politica si tende a caricarla di importanza di significati
E così via nel momento in cui invece si sottolinea il limite evidentemente si affronta
Un atteggiamento di tipo diverso
La sintesi è quella sono Paroli Paolo Corsini di un impolitico che fa politica questa potrebbe essere un po'diciamo mi pare la chiave di lettura che ci viene proposta che mi pare
Assolutamente condivisibile
Una decisione in base alla quale
Paradossalmente il grumo di verità della politica contenuto proprio nel suo limite proprio nel suo non potere non dover pretendere di essere tutto
Più occupare tutti gli spazi della vita umana e di di assumerli appunto
All'interno di un uno spazio che per quanto importante inevitabilmente angusti appunto limitato
Quindi viene qui ricordato la la forte le forti convinzioni Martinazzoli sull'ambiguità della politica sul carattere artificiale dell'agire politico sul senso addirittura tragico dei tensioni irrisolte della politica
E qui l'insistenza sulla necessità di una mitezza della politica
La riflessione sul paradosso di Back for l'intuizione profonda della malinconia della democrazia titoli un saggio che poi non è non hanno fatto in tempo pubblicare insomma il principio che non vale
Che non vale nulla vincere se l'anima il prezzo della vittoria come
Chiave di fondo di tante scelte e di tanti comportamenti non immediatamente comprensibili in una logica appunto esclusivamente
Politica
Al tempo stesso però e questo pure mi pare messo efficacemente in luce questo approccio profondamente umanistico la politica e qui si potrebbero citare già stato ricordato Rosmini ma libere vengono ricordati anche altri riferimenti importanti a cominciare anzitutto da Manzoni molto frequente nel
Il pensiero e nel nei discorsi Martinazzoli ma anche Capograssi anche Moro naturalmente la Pira e via dicendo ecco la consapevolezza che questo approccio umanistico alla politica
Può avere degli esiti contraddittori e allora cito solo un esempio
L'atteggiamento di Martinazzoli così fortemente anti ideologico la cifra della laicità come una cifra chiave
E tuttavia anche una consapevolezza molto realistica che forse
Proprio il tramonto delle ideologie ha comportato anche il tramonto della politica dunque
La politica non ideologica ma può essere una politica la politica senza ideologia Costru quando perde questo rapporto la politica non si impoverisce
Uno dei tanti problemi che Martinazzoli si è posto e che ci ha posto e che ci continua apporre
Non necessariamente problemi a cui
Egli ha trovato una soluzione né tanto meno noi siamo in grado di darla oggi
Dunque l'impolitico che pensa la politica e e addirittura che è diventato leader del di quello che era ancora il più importante pur politiche partito italiano nel mille novecentonovantadue quando ne divenne segretario e fondatore poi di un nuovo partito
Pur mantenendo con la politica appunto un rapporto controverso
E credo che
Questo che ore questi elementi questi dati che ho richiamato così molto schematicamente
Siano
Importanti per capire anche i passaggi che tuttora ci interrogano di più proprio al riguardo alle scelte all'itinerario di Mino Martinazzoli
E credo che sia giusto anche affrontare quello che forse è davvero il più problematico e cioè
Quelle dimissioni d'arte all'indomani delle elezioni politiche del novantaquattro che
Restano in qualche modo non separabili da qualunque ricordo di Mino Martinazzoli forse le momento in cui l'originalità della sua persona emersa con più forza con più impatto
E quindi
Una scelta quel di quelle dimissioni
Difficile da capire difesa capire ancora oggi tanto più se come ricorda giustamente Corsini si sottolinea che l'esito di quel
Elezioni le prime come dire la cosiddetta seconda Repubblica
Furono giudicate positivamente da Martinazzoli per quanto riguardava il Partito Popolare da lui fondato altri forse la maggioranza e dove la percezione diverso e cioè che per l'esito elettorale
Fosse negativo per il partito appena fondato non era così la sua convinzione dunque tanto più
Il problema
Del sue dimissioni problema di
Abbandonare la creatura appena fondate appena nata e che stava muovendo i primi passi seppure in un contesto molto difficile
E credo che quindi sia giusto ricordare
Quel momento perché solo cercando di andare a fondo su quel momento forse possiamo voi oggi
Tentare di dare una valutazione più compiuta del su itinerario e del suo percorso altri sono stati partecipi
Del di quella scelta e quindi potranno apportare testimonianze più dirette io semplicemente vorrei
Ora estrarre se così posso dire dalla introduzione di Corsini
Quello che mi sembrano i due elementi fondamentali di questa scelta così significativa da una parte l'ho già detto
Emerge in questa scelta tutto l'impolitico che fa politica c'è tutta questa consapevolezza contraddittoria del rapporto tra il valore il limite della politica
Dall'altra però anche un atteggiamento politico propriamente politico nel senso cioè di una lettura del contesto in cui
Si collocavano quelle elezioni quei risultati e dunque il percorso
Che poteva essere davanti al nuovo Partito popolare
E come giustamente viene qui ricordato la questione delle alleanze che in effetti era il nodo politico più grosso di fronte a un partito che provava a realizzare una collocazione un'identità anzi proprio la collocazione di entità centrista nella concezione ampia di questo termine
Non banale certamente come non era banale Martinazzoli
Una identità centrista in un contesto che non accettava più la logica
Del del centro e
Invece
Si avviava velocemente ad affermare una logica di polare
Credo che qui si debba fare forse un po'un passo indietro molto rapido per alto
Per
Capire il motivo di questa scelta persistente mente centrista in un contesto appunto che invece andava in un'altra direzione
Forse ce qui una come dire consapevolezza forte della esperienza
Degli
Anni precedenti di quella che siamo abituati a chiamare la Prima Repubblica non di tutta però ma semplicemente ma soprattutto della fa delle della fase diversa dalla fase iniziale dalla fase Degasperi Ana questo per motivi
Ovviamente biografici
Per cui Martinazzoli come tanti altri ha vissuto soprattutto una stagione in cui il partito di quelli faccia parte di questa ad un esponente così importante democrazia che il tema era così intensamente
Proiettata verso il
Il problema del rapporto con il comunismo come problema centrale della di questi una lunga stagione
Che si è affermata dopo il mille novecentoquarantotto ma c'è un prima un prima del quarantotto
Che in cui crede un clima in cui
Della Repubblica è stata fondata la democrazia cristiana è stata fondata il disegno Degasperi hanno apposto delle premesse fondamentale
Tutto questo forse è passato un po'in ombra quando di fronte alla incalzare l'esigenza di rinnovamento
Martinazzoli ha fondato un partito come dire nobile un partito popolare che
Aveva anzitutto l'obiettivo di incarnare alcuni valori
Molto più che quello
Di affermare un la la ricerca del potere
Questo certamente era un'esigenza forte in quel momento quando le ragazze che stanno sembrava proprio ridursi agli occhi
Dei più a una realtà puramente espressiva
Di una conservazione del potere ramificato in tante forme
Ma non più
Legato almeno non più evidentemente espressiva democrazia cristiana dei valori di cui essa dovrà essere portatrici di qui l'esigenza di fondare
Un partito o nuovo l'esigenza di fondare un partito che fosse molto più chiaramente caratterizzato nella sua identità dai suoi riferimenti ideali e di cui appunto il richiamo Sturzo il richiamo all'esperienza
Del Partito Popolare
Tuttavia mi avvio a concludere mi pare che questa scelta così significativa così importante che distingue Mino Martinazzoli da tanti altri vicini all'UIC che fecero hanno fatto un'altra scelta
Portando tensione cattolico democratica soprattutto a collocarsi
In un contesto che è il contesto credo del Cal il campo del del centrosinistra soprattutto
Perché Martinazzoli non era questa la scelta giusta come sappiamo
E invece era proprio nella in una formazione che si richiamasse
I valori già affermati da Sturzo la risposta alla crisi di quel momento tuttavia il problema delle alleanze tuttavia il problema
Di collocare una creatura di questo tipo in un contesto che stava profondamente cambiando e qui forse il limite anche del insieme all'originalità della scelta Mino Martinazzoli
Il
C'è un confronto molto interessante che Corsini propone né rispetto alle posizioni di Pietro Scoppola le dissonanze dice Corsini rispetto Scoppola certamente
Coppola era in quel momento fortemente convinto della necessità del passaggio al sistema di polare e qui c'era un'evidente divergenza
Se però ci riflettiamo appunto in una prospettiva storica forse la diffusa distanza
Non era poi così abissale
Perché a me pare che entrambi avessero a cuore
Lo stesso problema e cioè la possibilità che i cattolici continuassero a svolgerlo
Una funzione importante nella politica italiana o meglio riprendessero svolgere una funzione significativa migliore di quella che si avevano svolto negli ultimi anni della storia della democrazia cristiana
In un contesto che appunto era cambiato ed era cambiato per un motivo pro fondamentale e cioè perché la democrazia cristiana non era più
Ormai da un certo tempo
Quel
Partito centrale del sistema politico cioè in altre parole Scoppola e Martinazzoli mi pare partivano entrambi dalla convenzione
Della crisi o della fine della centralità democristiana di quei due soluzioni diverse quella di una presenza cattolica
In un partito soprattutto o quella di una presenza
Cattolica divisa in più schieramenti due scelte diverse che rispondevano però allo stesso problema è una stessa analisi della situazione storica
E quindi in qualche modo due scelte che arrivano entrambi un fondamento valido
E forse dato però entrambe insufficienti perché oggi possiamo dire ma questo è facile col senno di poi
Che la presenza dei cattolici la Seconda Repubblica non è riuscito ad essere significativa né
Grazie alla presenza di un partito che la rappresentasse
In modo significativo in modo incisivo né
Nella variegata articolazione di una presenza cattolica che pure c'è stata nel nei diversi schieramenti
Dunque
Mi pare che oggi e concludo veramente mie valutazioni sia qui a dirci
A ricordarci quello che è il meglio della Seconda Repubblica
Ecco e cioè quella
Filosofia che di cui lui è stato interprete o quelle ittica ancora di più di quelli è stato interprete in modo
Così efficace
Pur sentendosi un apolide della Seconda Repubblica per usare una sua espressione
Dunque una testimonianza forte sul piano etico una ricerca politica
Politica sincera e significativa
Le il limite di un della impossibilità forse della
O comunque
Della forte difficoltà non solo sua anzi
Nel suo caso meno che in altri a
Costruire un sistema nuovo che potesse permettere
La realizzazione di quell'idea ideali per cui il giudice battuto grazie
Grazie professor Giovanni ovvero
Martinazzoli in qualche modo uomo di una politica di testimonianza per una fase della storia politica italiana la politica non è testimonial serricolo sempre politici
Però la politica è anche testimonianza effetto a testimonianza la qualità della politica peggiora praticamente
Diamo adesso la parola dall'onorevole Pierluigi Castagnetti che è stato vicino vicinissimo
A Mino Martinazzoli quest'atto c'è stato il suo vice segretario proprio la fase drammatica della vicenda che è stato ricordato da giovani prego
Di fatto si ma ero il capo della segreteria politica non c'era il vice Segretario allora
Ma ampia
Mi sento
Mi sento di parlare insomma anche a nome
Non solo di non solo perché sono stato collaboratore di Nino ma anche a nome di una generazione l'ultima generazione non rischiano è una generazione che vedeva e Mino Martinazzoli un punto di riferimento è un maestro ci sono qua
Presenti dei colleghi che sono si si definivano come la generazione di Zac e altri
L'avete la la la generazione di Martinazzoli Martinazzoli è stato per in quella fase un
Un punto di riferimento molto importanti sono stati
Molti che oggi sono parlamentari che vennero all'impegno politico con la nascita del Partito popolare non con la Democrazia Cristiana
Il libro di Corsini per me è un bel libro rappresenta in modo compiuto il sostrato culturale il sistema di pensiero la personalità intellettuale di Mino Martinazzoli
Perché Martinazzoli come è stato detto è stato un intellettuale pieno
Anche lui usava la metafora dell'impolitico attribuita a Manzoni ma in effetti per
Dimostrare che era un esponente di un altro modo di intendere la politica non era impolitico rifiutata questa attribuzione
Era un intellettuale pieno amante delle buone letture
Lui stesso credo che gli sia stato riconosciuto
In una qualche misura anche un letterato di pregio
Aveva amici
Nel mondo intellettuale in particolare anche tra i critici letterari Pietro Gibellini Giancarlo Vigorelli Raffaele Crovi
Erano amici con cui si confrontava ripetutamente in particolare Gibellini nel
Prefazione al libro pretesti
Dirà il politico quando lo sia come Mino Martinazzoli per vocazione piuttosto che per mestiere si protegge anche con la letteratura
Quella dei grandi scrittori pensatori dal rischio di insabbiare si nel compromesso della quotidianità in questo senso Nino era anche
Un letterato il titolo del libro poteva anche essere diverso perché in effetti le suggestioni che offre
Martinazzoli sono tante io credo che sia centrato lo condivido il titolo di questo libro
Perché racchiude in modo emblematico il nocciolo del suo rapporto e del suo modo di vivere la politica
Come ha ricordato il presidente Buttiglione valore e il limite della politica entrambe questi queste
Attributi valore il valore della politica era indubbiamente per Martinazzoli un valore molto alto
Ma è il limite della politica non solo il titolo di un libro per il lui scrive nel mille novecento ottantacinque ma è la cifra che ha caratterizzato alla sua cultura politica e il suo modo di concepire l'impegno politico
C'è in questo libro tutto il senso della sua ispirazione cristiana nel limite della politica un'ispirazione guardate mai ostentata da Martinazzoli gamma di cui era intriso
Se
Tutto il senso della sua indole liberarle il limite della politica il limite da pochi
Il senso della sua cultura giuridico umanistica
Buttiglione ha fatto riferimento all'influenza che ha su di lui Rosmini
Spesso lui ripete proprio assumendo da Rosmini
Il principio secondo cui la persona non ha il diritto ma la persona è il diritto
La persona e il diritto e in questo c'è un limite importante per la politica la politica non può invadere quello che è il diritto soggettivo
La politica non può occupare tutto non può essere totale non può essere totalizzante non può non riconoscere questo limite rispetto al quale deve fermarsi
E questo niente esprimere anche il senso il titolo delle sue
Come dicevo ascendenze politiche culturali
Per riferirmi solo agli autori a cui si è ispirato che lui ha studiato in profondità
Scimmiette ma ritenne la Regione la religione trascende la politica e quindi la politica non è il tutto
Ma ritengo fra l'altro scriverà molto sul limite della politica
Ma anche Morrone morto è stato un suo maestro un maestro
Scoperto dopo ho scoperto in seguito Martinazzoli ha studiato Moro lo ha conosciuto
Ma non ha avuto confidenza durante il periodo anche perché è arrivato in Parlamento quando Moro era già nella fase nel finale della sua esperienza
Cioè
Il Moro del congresso della Democrazia Cristiana e del mille novecentosettantasei
C'era
Stato il il referendum sul divorzio
Che aveva molto colpito Marco ed era intervenuto sia nel Consiglio nazionale
Chiedendo la Democrazia Cristiana
La responsabilità di una sua conversione perché il Paese era cambiato così come era stato liberato da quelle al referendum
E ne parlo nel Congresso del mille novecento settantasei se pensiamo che anche il destino di Moro e alla sua vicenda alla sua tragedia
Un passo molto importante il tema dei diritti cito e centrale nella nostra dialettica politica
Di fronte a questa fioritura la politica deve essere conscia del proprio limite ecco che riemerge il tema del limite
Pronta piegarsi su questa nuova realtà
Che lei toglie la rigidezza della ragion di Stato per darle il respiro della ragione dell'uomo
Evidente che
Questo passo è un passo che descrive da un lato appunto il limite della politica ma
Descrive anche l'evoluzione del pensiero di Moro attorno al senso dello Stato alla cultura dello Stato
Per cui l'abbiamo imparato poi dalle pubblico azione dico attore di altri storici D'Agostino Giovagnoli e di altri che hanno indagato le lettere dall'il dalla prigionia
Non erano lettere che scrivevano dei pensieri improvvisati in quel tempo erano maturati negli ultimi anni questi pensieri
Che cosa ha fatto poi politicamente perché non è stato solo un intellettuale Martinazzoli è stato un protagonista della vicenda politica
è stato Ministro della Giustizia e protagonista in Parlamento di tutte le battaglie di innovazione del nostro ordinamento giudiziario
Penso al suo contributo alla legge cosiddetta Valpreda sui temi della carcerazione preventiva alla riforma del diritto di famiglia la legge sul nuovo processo del lavoro
Ma qui dopo politicamente politicamente la decisione delle dimissioni dei cinque ministri della sinistra DC
Quando venne approvata la legge sull'emittenza televisiva
C'è un intervento di di Tortorella che
Dato a Martinazzoli e agli altri ministri di avere intuito per tempo
Quali erano il rischio che il i rischi che il sistema
A cui il sistema si sottoponeva con una legge che sostanzialmente non poneva limiti è una legge che non valutava non non esprimeva la consapevolezza del ruolo che in media avrebbero avuto
Nella organizzazione della vita pubblica del Paese venne eletto segretario della DC il dodici ottobre del novantadue
Una segreteria che durò un anno e mezzo quindi la sua responsabilità di guida del movimento dei cattolici in politica è durata pochi pochi mesi un anno e mezzo
Una elezione e che lui stesso definirà una elezione per disperazione
Badate mi sono riletto l'intervento che lui fece la costituente del dall'assemblea costituente del ventitré luglio del mille novecentonovantatré
Aveva di fronte il Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana
Faccio solo alcune citazioni intende esortare di ad essere ardimentosi insieme umili
Non siamo padroni che del nostro dovere
Negli anni Ottanta in troppi siamo diventati cinici abbiamo sbagliato tutti
Si assume una responsabilità generazionale
Chi era onesto ha difettato nella vigilanza e nel denuncia
Guardate che
Se io penso
Alla degenerazione della cosiddetta Seconda Repubblica i tempi che stiamo vivendo
E quando penso anche di responsabilità della mia parte politica alludo appunto a questa carenza di vigilanza e di denuncia
Di fronte ai sintomi di una degenerazione che non è esploso improvvisamente
Eppure l'idea
Altra situazione che non sia stravagante comporre insieme sobrietà di vita ed esercizio delle pubbliche funzioni dovrà tornare se vorremo ridare dignità e autorevolezza alla politica
La frase nota almeno il nostro potere più le nostre idee più la nostra ispirazione più i nostri progetti
E potremmo continuare ancora e le idee guida che L'Unità
Al movimento dei cattolici democratici in quel momento
Erano sostanzialmente le riduceva riassumeva in due garantire un contributo significativo al farsi dello Stato post nazionale europeo
E alle ricostruire siedono nostro del nostro Stato nazionale nel mille novecentonovantatré si capiva Martinazzoli capiti
Che il futuro della politica si sarebbe giocato attorno a queste due sfide
E potremmo dire che in gran parte questi venti anni sono passati impararlo perché queste due sfide non sono state affrontate
Con la responsabilità con il coraggio con l'intelligenza con la cultura riformista adeguata
Al nuovo farsi dello Stato europeo ma nello stesso tempo al farsi al rifarsi alle ricostruirsi di uno Stato nazionale che già allora aveva dimostrato i limiti
E non si sarebbe potuta affrontare la sfida del farsi dello Stato europeo se non si fosse rifatto lo Stato nazionale
Nel mille novecentonovantaquattro registro questo risultato collega Alleanza per l'Italia
Realizzo al diciassette per cento il diciassette virgola quattro per cento non era un risultato disprezzabile e qui vengo al fax di cui ha parlato Agostino Giovagnoli
Dirà anche perché
Alla fine si è dimesso in quel modo
Dice quando ho letto anche da parte di persone che mi erano vicine quel che quel risultato venire interpretato
Come una sconfitta persino come una disfatta ho capito che la mia permanenza non avrebbe potuto dare alcun contributo
E ha preso atto di questo e come dirà in un altro scritto quando ho capito che non ero utile ho sempre tolto l'ingombro e così ha fatto anche quella volta Mino Martinazzoli
Quella volta venne accusato di non avere fatto là c'è il la scelta
Del centro
E la polemica di cui ha parlato ancora Giovagnoli con Scoppola che fu una polemica piuttosto fraterna perché avevano una frequentazione molto
Affettuosa molto intensa ma c'era un dissenso su questo punto
In effetti
C'era un dissenso perché quando Scoppola proposte il bipolarismo siamo nel mille novecentonovantatré in effetti voleva dire che era finita la storia del cattolicesimo democratico
E Martinazzoli si ostina no a ritenerla non definita perché era guidato dalla idea della terza fase Moro ottenere pensava che dovesse nascere una nuova fase dell'impegno politico dei cattolici dopo quella di Sturzo è quella di De Gasperi
Una nuova fase in cui
I cattolici potessero accettare anche di essere minoranza di diventare opposizione politica nel Paese
Dovessero accettare anche di conservare la loro originalità nella diaspora in diversi partiti questa avrebbe potuto esserlo la terza fase
Ma non è che rifiutasse
L'idea di un bipolarismo tout cour in affetti per Martinazzoli
Il bipolarismo aveva un senso all'interno di un multipolarismo in questo senso vedeva ancora e RAI avrebbe assolutamente rigoroso della Democrazia Cristiana
Difatti dirà solo un partito di centro riuscirà ad arginare la destra
L'illusione l'illusione di Occhetto di riuscire a vincere lui la destra Cuesta nuova destra
Sarà
Violentemente smentita e Martinazzoli pensava di dare un contributo alla costruzione di un nuovo
Di Polaris modo in cui non ci fossero più conventio ad excludendum in cui tutti potessero concorrere ma c'era bisogno di una posizione
Centrale in una situazione multipolare che rappresentasse come dire non senso originale della funzione della politica una funzione di moderazione è una funzione di mediazione
Ma insomma siamo
Arrivati poi alla cronaca di questi giorni
E capiremo insomma quale sarà l'esito del passaggio dalla seconda la cosiddetta seconda Repubblica o seconda fase della Repubblica quello che ci attenderà in futuro
Però io credo che
Questa idea che la politica non possa essere solo
Una contrapposizione violenta fra
Dei contendenti che non si riconoscono a vicenda
Che si o di una vicenda e che non sono animati dalla ricerca di un minimo comune denominatore
Cioè da una cultura dà un senso dello Stato da una cultura del Governo che possa essere condiviso da tutti ecco questa idea una idea che purtroppo sia realizzata e purtroppo ci ha portato a questi giorni
Le scelte della cosiddetta secondo Repubblica furono
Il suo soddisfazione lui si definirà una politica della seconda Repubblica
Ma adesso che è finita anche questa fase storica senza fare un balzo troppo all'indietro mi pare che si possa dire che per ricominciare l'immagine dell'ricomincia mentre
Tipica Martinazzoli Anna
Molto del suo pensiero può risultanti utile
Grazie onorevole Castagnetti al variare delle formule politiche alcune cose rimangono il primato dalla morale la necessità di ricostruire l'unità nazionale italiana dentro il contesto europeo siamo italiani in Europa
E siamo europei perché siamo italiani e questo è vicinissimo anche il pensiero di un altro bando europeo Helmut Kohl e infine
Non siamo due popoli nemici che abitano uno stesso territorio con visioni diverse del bene comune siamo tutti cittadini di un'unica Italia e parte di un'unica famiglia ideale
Diamo adesso la parola Alfredo Reichlin
Prego
Ma la domanda che
Io mi sono posto nello stendere queste poche note Soru
Nei limiti
E queste
Che cosa è accaduto in Italia
Perché questa domanda mi è venuta spontanea
Credo sia ineludibile nel
Alla fine delle belle pagine
Nel libro di Paolo Corsini
Dove
Rivinto
In me
Come in tutti noi
E la figura singolare complessa no picchia
Dell'onorevole Mino Martinazzoli
Questa è la parola prima che mi viene in mente la nobiltà della turistica
E quindi la domanda che cos'è accaduto soldati lucrare
Io penso al suo lessico per esempio così lontano dalla retorica
E dalla semplificazione demagogica sia da quella sorta di lingue villini Holland Bourgeois
Con cui gran parte di politici attuali parlano tra di loro
Una lingua veramente incomprensibili
Che non
Che non tocca all'ANCI
Che cos'è accaduto all'Italia
Io penso
Alla Brescia di Martinazzoli
La città forse più espressiva di una
Da un lato di una seria Coulthard classe dirigente
E al tempo stesso di un mondo del lavoro forte combattivo non subalterno orgoglioso del suo mestiere
L'abbiamo conosciuto
Brescia
E dove le libertà politica era ancora élite intellettuale e morale
E dialogava con il governo della città a impronta popolare esuberi
Famoso Sindaco libri
Mino Martinazzoli era un dirigente politico
Può anche segretario della Democrazia Cristiana ne hanno parlato prima di me
Fu l'artefice del tentativo di trasformare
La democrazia cristiana in un partito diverso il Partito popolare nel solco del pensiero di don Sturzo
Si assunse dunque tutte le responsabilità di un capo politico
Fece la sua battaglia in condizioni difficili
Commise errori subire anche sconfitte
Ma non è di questo che voglio parlare perché il mio giudizio coincide esattamente con quello
Che ha espresso adesso Castelli
Io penso dirò poche cose Martinazzoli come
Figura di quel grande fenomeno
E naturalmente ne parlo da comunisti
Di quel grande fenomeno che il cattolicesimo liberale lombardo
Dieci anni Denza eroismi niente
Parlo di quel solco che produsse figure come il cardinale Monti
Come Bazzoni
La politica
Non spiega tutto
Con Tom molto credo per Martinazzoli Aldo Moro io non so troppo poi
Dividere le due persone
Il tema che li accomunava era una coscienza più sofferta venti perché il cristiano si impegna in politica
è il tema della libertà e quello della responsabilità
La politica come lotta per la liberazione umana
Lo stato visto come un fattore che
Si qualifica nel senso che
Arricchisce la qualità umana della società
Letto quindi fu Luigi il rifiuto di uno schema di Pollari è rigido
E su questo si è fermato
Però
Qui devo dire qualcosa
C'era certamente in lui
Una distanza tra la sua posizione è quella della classica sinistra socialmente attori
E questo glielo dico con una certa esitazione ma voglio essere sincero
Perché io
Vengo dal Partito Comunista
E sono imbevuto di uno storicismo
Per il quale la realtà dopo tutto il divenire del mondo
E ciò che interrogò metro fondamenti pecca continuato a farlo a proposito dei cattolici
è l'articolo di Gramsci famoso
Su don Sturzo
Il che lei scrive la borghesia dicono polemico
Ma nel quale si qualificava la nascita del Partito Popolare
Come il più grande evento politico dopo l'Unità d'Italia
In quanto
Era il ritorno
Delle masse ultime delle masse cattoliche delle masse escluse sulla scena
Chiedo scusa per questa rozzezza ma
Alla fin fine questo è stato il grande fenomeno sul quale oggi come dirò tra un momento bisognerebbe anche tornare
Torno così alla domanda perché
Oggi siamo di fronte a un'Italia così diversa
Che cosa spinge alla nostra memoria
E la mette alla prova come spiegazione delle cose
Nella sostanza io credo il fatto
Che l'insieme dell'Organismo italiano
L'unica perfino dello Stato la sua collocazione geopolitica
Il destino del Paese e rimesso in discussione
Questo è il tema di fondo
Che dovrebbe interrogare sia hanno
Quelli che vengono da voi sia quelli che vengono tenuti
Qualcosa che è paragonabile ma in
Misura molto più grossa
Al problema di fronte al quale non circolante ci trovammo nel dopo così
Cioè la costituzione di uno Stato più di una democrazia
Problema che oggi secondo me si ripropone nel senso che io non sono così pessimista
Io vedo nel travaglio italiano uno statement il think
Il fatto che il Paese inesorabilmente
Va verso l'ingresso in una formazione più ampia
Che è l'euro
E questo mette in discussione tutto di nuovo
Tutti i nostri equilibri tutte le nostre storie anche
Non so parlar di Martinazzoli come ieri
Non sapevo parlare altrimenti di De Mita e che incontriamo ieri sera se no così
Del resto tutto il pensiero di Martinazzoli che poi
è una tormentata riflessione sull'etica della politica spinge verso questo
Perché il problema che sta davanti a noi non è il trascorrere del tempo questo è naturale
Il problema che sta davanti a noi
è il salto di epoca storica
Non decenni secco
La fine della occidentalizzazione del mondo
La mondializzazione il passaggio cc ci fu allora tra l'agricoltura l'industria
Il rovesciamento quindi il rapporto tra economia la politica
Come possiamo parlare di politica se non ci rendiamo conto
Del divario crescente tra la potenza di un'economia mondializzata
Che con un click su un computer sposta immense ricchezze e il potere della politica oggi
Questo è il tema
Io adesso chiudo perché il mio tempo è breve
Ma il pensiero mio il questo
Ripeto non sono pessimista credo che questo sistema che c'era ridotto piuttosto male
è arrivato al termine della corsa e che quindi si apre davanti a noi a noi no ai nostri
Figli e nipoti
Si apre questo grande interrogativo il ritorno della politica
E quindi
L'importanza e che hanno avuto questi filosofi dalla politica perché di questo stiamo parlando
Grosso politico e anche io vengo da questa scuola
E le responsabilità che dobbiamo
Assumerci e quindi concluderei dicendo questo
Il fascino che esercita su di me
L'attualità che sento di un pensiero politico
Quali io ritrovo nelle pagine di Corsini
La politica come Progetto come responsabilità perché questa è l'etica
La responsabilità
La politica
Come possibilità degli uomini di diventare padroni del proprio destino questa è la politica la politica la libertà
La risposta a quello che dice è l'economia bellezza no c'è la politica
La mia scelta
Mi ha un modo diverso di organizzare gli uomini
Questo è il potere vero
E quindi il fascino che ancora una volta
Il primo fascicolo una parola non è giusta importanza
Che ancora una volta il dialogo
Tra le culture profondi di questo Paese
Grazie onorevole Reichlin
Mino Martinazzoli sorpreso come tutta la classe politica italiana dal globalizzazione dal venir meno dell'ancoraggio tradizionale dell'Italia dell'ordine mondiale dalla necessità
Di ricostruire
Un simile al coraggio
Problemi che
Nessuno dopo di lui è stato capace di risolvere che rimangono ancora aperti davanti a noi passiamo adesso addette Pisanu
Pisano
Uno
Quelli con più intensità hanno cercato di riflettere sugli itinerari Ro della democrazia cristiana oltre questo sulla presenza dei cattolici nella società italiana prego onorevole Pisano opzionato replica
Se io dovessi dare un consiglio
Ai potenziali elettori di questo bel libro suggerirei di cominciare la lettura dalla seconda parte
Quella nella quale
è contenuta una scelta intelligente scrupolosa
Di iscritti e di discorsi di Mino Martinazzoli per poi proseguire con la lettura delle prime pregevoli sessantacinque pagine
Nelle quali Paolo Corsini ci illustra il pensiero politico di Mino Martinazzoli
Io vorrei
Parlare di Mino
Guardando un po'di più
Alla sua personalità
Politica
E
Riprendendo anche alcuni spunti certo con diversità di ANCI di accenti di Castagnetti apre il cliente
Pensare un po'a tutta l'attualità che vi è nella inattualità politica
Che Corsini di evocate nel
Suo saggio
Le cronache degli anni Novanta hanno legato indissolubilmente
Il nome di Mino Martinazzoli al ruolo di ultimo segretario quasi di Commissario liquidatore della Democrazia Cristiana ma questa è
Una immagine sbagliata
A Martinazzoli tocco in realtà
Dopo il crollo del comunismo
E la devastazione morale di Tangentopoli
Il compito durissimo
Di
Condurre il partito nel passaggio più difficile della sua storia dandogli una
Forma il nuovo va pur nella continuità ideale
Ci provo con tutta la sua intelligenza la sua cultura la sua passione politica ma
Non ebbe dobbiamo dircelo né
Il sostegno che avrebbe forse meritato né la fortuna che avrebbe ugualmente meritato
Accettò serenamente la sconfitta
Si assunse anche la responsabilità di chiudere in qualche modo con le sue dimissioni
Una fase della storia del cattolicesimo politico italiano
Ma non si rassegnano mai mai all'idea del tramonto degli ideali democratici cristiani presto e un punto fermo che dobbiamo porre
Paolo Corsini ci spiega bene come egli tenne alta la distinzione tra fede politica l'idea della laicità della politica e dello Stato
Martinazzoli fu un cattolico liberale
Chiedo delle sue ascendenze ideali
Manzoni ministro purtroppo non ricorda tutto un primo io che
Sono stato muro Tecnofin dei tempi del movimento giovanile credo di poter attestare che intellettualmente e culturalmente forse Martinazzoli FIOM fu il più Moro Teo
Dei
Parlamentari della sua generazione
Fu un moderato
Ma non secondo l'uso corrente di questo termine
Moderato cioè non nel senso del moderatismo inteso come tecnica di mera conciliazioni degli interessi contrapposti
Ma moderato nel senso dell'esercizio della moderazione
Ed è la virtù cardinale della temperanza
Moderare per contenere entro giusti limiti e per frenare gli eccessi
Moderare per condurre pacificamente il conflitto alla mediazione creativa e alla sintesi politica
Essendo moderato in questo modo Martinazzoli fu centrista
Ma nella maniera che ci spiega ancora a Corsini quindi è meglio leggere le sue parole piuttosto che
Che poi sono una citazione a loro volta di Martino azzurri
Quando diciamo una vocazione centrista
Non pensiamo a un luogo da occupare o a una scelta dal non fare
Piuttosto diciamo di una naturale inclinazione che ci rende ostili ad ogni radicalismo
Ad ogni pretesa di dettare identità separate piuttosto che di viverle nel fuoco della vita morale culturale sociale civili
Il centro non appare dunque dice giustamente il Consiglio a Martinazzoli come l'espressione di un inerte neutralismo politico piegato al gioco della transazione del potere
Ma rimanda ad una scelta che assurge a parte
Un centro che è parte di un tutto politico parte vinta e pugnace
Propositiva e polemica sintesi forte autentica dinamica non statica conquista non possesso
Questa e impostazione
Giusto rilevarlo
Sostenuta dall'idea della mia non equidistanza da destra e da sinistra secondo la lezione Degasperi Anna
Del partito di centro che cammina verso
La sinistra
Questa nuova equidistanza
Questa nuova norme equidistanza dalla Destra dalla Sinistra io credo che valga in maniera speciale anche oggi
In un momento nel quale da un lato
Emergono
Istinti anticostituzionali antieuropei mentre dall'altro fortunatamente vengono consolidandosi
I valori della Costituzione e sarda salti dandosi anzi i valori della Costituzione con gli ideali europeisti
Oggi
I moderati sono tornati di moda ma
Senza dire bene che cosa sono è forse il caso di parlarne in un momento perché vediamo tutti gruppi politici sociali culturali
Essi muoversi verso la costruzione di un nuovo movimento dicono dei moderati senza tutta via Oria indicare gli orientamenti di fondo che dovrebbero unirli
Secondo me
Non può esserci un simile movimento se non c'è convergenza stretta su almeno tre punti essenziali
I valori costituzionali l'integrazione politica europea l'economia sociale di mercato e per quanto riguarda l'attualità stretta di sostegno all'agenda Monti
Va da sé che questa convergenza moderata esclude a priori l'America secessionista e la destra populista
Senza questa duplice esclusione
Il partito dei moderati sarebbe solo uno
Una generica chiamata alle armi elettorali di tutto ciò che non è a sinistra e di tutto ciò che può essere scagliato contro la sinistra
Insomma sarebbe la ricerca dello scontro bipolare e per di più di nome della moderazione
Con onestà intellettuale Corsini riconosce
L'ho detto anch'io poco fa alla una certa inattualità del pensiero di Martin azzurri
Però come non vedere
Come non sentire l'attualità di certi suoi intuizioni
Come per esempio quelle sulla crisi della politica
E dei partiti
Cito testualmente noi diciamo no alla partitocrazia alla degenerazione dei partiti
Ma diciamo sì alla forma alla presenza al valore dei partiti in una democrazia moderna
Perché la democrazia italiana rischia una delibera premi plebiscitaria
Rischia in qualche modo di ridurre il suo valore il suo senso la sua ambizione
Un'ultima e conclusiva considerazione
Su un punto toccato da Castagnetti
Sulla ostilità
Che comunque
E
Si coglie di Martinazzoli alla di polarizzazione del sistema politico italiano
Una tendenza che proprio negli anni della sua sconfitta politica
Suggestiva non molti me compreso
Al centro e a sinistra
La destra ne approfitta soltanto
Invece
Aveva ragione lui al di là di questi suggestioni
Noi ci illude Mimmo che il bipolarismo fosse già la democrazia dell'alternanza fosse già alla realizzazione della terza fase progettata da Aldo Moro
Ma non era così non era così
Perché è il disegno Moro Teo prevedeva altro
Prevedeva cioè i la nascita di una democrazia matura nell'attuale partito comunista e Democrazia Cristiana
Partiti tra loro naturalmente alternativi ma riconciliati
Dalla
Esperienza comune della solidarietà nazionale si sarebbero potuti tranquillamente alternare
Alla guida del Paese senza più alcun rischio per la coesione sociale e politica
La garanzia di fondo dell'alternanza in quel progetto era data dall'esistenza del denominatore comune di cui parlava Castagnetti
Ciò è di un'altra comune condivisione dei valori costituzionali
Ebbene il comune sentire intorno ai grandi problemi del nostro Paese
Invece
Il bipolarismo
Sul quale io personalmente ma avevo fatto illusioni e che comunque è fallito definitivamente con la nascita del Governo Monti è andato in tutt'altra direzione bisogna onestamente riconoscerlo
è andato in tutt'altra direzione producendo divaricazioni crescenti
Delegittimazione reciproca fra schieramenti contrapposti mortificazione sistematica delle posizioni intermedie
Martinazzoli dunque ci vede va bene
Quando preconizzato
Che nella politica nazionale la degli spunta sarebbe stata tutta intorno al cosa bisogna fare per vincere le elezioni
Ma
Senza porsi domande sul perché opporrà vincere
Questa esatta previsione secondo me incombe ancora come una minaccia sulla disordinata scena politica del nostro Paese
Se noi vogliamo rimettere ordine nelle cose secondo me non ci resta che riprendere il cammino verso
Una autentica democrazia dell'alternanza
Non sarà facile
E per compiere questo passaggio servirà probabilmente tutto lo spazio della prossima legislatura che per tanti aspetti si annunzia tutt'altro che tranquillità
Ma la democrazia dell'alternanza e concludo presuppone il compimento di due processi ai quali tutti dobbiamo ognuno per la propria parte lavorato
Il primo il consolidamento di una formazione omogenea a sinistra
Il secondo la nascita di un centro liberaldemocratico laico e cattolico capace di sconfiggere la destra e di essere alternativo alla sinistra
E una prospettiva che forse non dispiacerebbe a Martinazzoli
Grazie onorevole Pisano
Adesso la parola all'autore del volume qualora onorevole professor Paolo Corsini prego
Si sono già state svolte considerazioni molto opportune
I preziose
Io non voglio
Dilungarmi più di tanto
Semplicemente voglio rendere una testimonianza e sulle motivazioni che sull'origine
Di questa ricerca al di là di un volontà da parte mia di riconciliare mi un poco con il mio mestiere la mia professione
Sono tre sostanzialmente le motivazioni che mi hanno spinto al di là della ricorrenza del primo anniversario della scomparsa per me dolorosissima di Mino Martinazzoli dolorosissima perché
Ho vissuto una frequentazione intense quotidiana con lui per circa due anni
Quando lui Sindaco io vice Sindaco abbiamo appunto collaboratori quindi
Conversazioni interminabili discussioni appassionate che tra l'altro hanno modificato e nell'immagine
Che di lui era
Preponderante diffusa quindi la prima motivazione la motivazione del tutto personale ed umana
Non è affatto vero che Mino Martinazzoli
Fosse come dire cipresso uso Lizzano Amleto la Cassandra bresciana Bossuto gli stessi
Come il gruppo dei saltimbanchi dell'esistente rally così lui definiva
Ha cercato di diffonderne l'immagine anzi aveva un'istintiva disposizione alla colloqui alita una ricerca intensa del rapporto interpersonale del dialogo umano
Piuttosto la caratterizzava una vocazione quasi istintiva che accompagnata alla sua timidezza si traduceva in Mali in conia
E questo è uno dei tratti che lo avvicinano Aldo Moro
Del resto i due personaggi condividevano una istintiva attitudine ad un ermeneutica critica dalla storia italiana un auscultazione diretta dei problemi del Paese una pervicace
Volontà di porvi rimedio
Un'attitudine a malinconia che almeno questa è la situazione con la quale per il libro rimandando straordinario passaggi di uno schizzo di Romano Guardini
Il filosofo che Mino conosceva il teologo che Mino conosceva perfettamente perché aveva letto i saggi che Guardini pubblicava a metà degli anni Cinquanta da Morcelliana verifica la casa editrice
Che ha introdotto la cultura del del personalismo comunitario che ha tradotto diciamo così pensatori francesi tedeschi tra le due guerre
E cioè la malinconia come attitudine proprie tipica di vivi chi vive una condizione di inquietudine perché sente la propria finitezza l'abbia finito Udine rispetto all'infinito rispetto l'assoluto visti rispetto ad una dimensione che lo trascende
E quindi era un tratto culturale e spirituale oltreché antropologico insomma questa sua attitudine questa a sua disposizione
La seconda motivazione sta nella provocazione intellettuale che Mino Martinazzoli ha esercitato su di me e su molti
Io resto personalmente convinto che Martinazzoli sia stato il leader politico italiano che più a fondo e più criticamente ha pensato la politica degli ultimi vent'anni
Cioè che servo Bellato attorno una comprensione complessa i critica delle sue categorie della sua struttura insomma di quel che la politica era presente
E quindi non è un caso che già attorno alla metà degli anni Ottanta Nino scriveva quello raccolta di saggi che si intitola il limite della politica sempre edito da Morcelliana
In cui sostanzialmente definisce una duplice posizione
Il limite della politica è una categoria descrittiva per altri versi è una categoria prescrittiva
Descrittiva perché Martinazzoli è consapevole di come la politica contemporanea in queste ore un antesignano estremamente lungimirante previgente
Se si pensa che dice queste cose alla metà degli anni ottanta come la politica si debba misurare con delle potenze io ricordo che ha avuto una lunga discussione con lui inalazione un saggio di Mario tronchi sulla potenza dalla politica
Rubino era un cattolico liberale a vocazione democratica un laico che amava diciamo così dialogare anche con diversamente pensanti rispetto lui
Ebbene la politica si trova a doversi misurare con delle potenze che non è più in grado di governare
Che sono lo straripante invece come dire pervasivo dominio dell'economia
Miglio che è un bresciano e che legge che conosce Emanuele Severino sa quale la potenza della tecnica l'instaurazione del potere alla tecnica
E Mineo sa che l'altro limite che caratterizza la politica nel tempo contemporaneo e il fatto che venuto meno il suo fondamento novecentesco cioè l'ideologia ha bisogno di un supplemento d'anima che trova non solo nell'etica
Come condizione di un fondamento e come possibilità di un giudizio ex-post ma che trova anche e soprattutto in un'antropologia
Ieri sera a Brescia abbiamo presentato il libro con Bersani con Bazoli Minoli e così via Minoli ha fatto vedere una affrettato una bellissima intervista di Martinazzoli in cui la parola antropologica ritorna continuamente
E cioè un'idea dell'uomo o una interpretazione del valore della dignità della persona soprattutto nel tempo in cui la tecnica può come dire dare compimento alla alla grande tentazione evangelica cui lo stesso Cristo è sottoposto
Nel Vangelo sta scritto quando Satana sfida Gesù eviti sicuri sei avrete il potere di creare
E quindi la tecnica con la possibilità di una creazione che può dar vita lo manda Luhmann opposte naturale
Meno era perfettamente consapevole di questa dimensione e quindi
In intravede diciamo così che la sfida sarà sull'antropologia e sulla biopolitica
E del resto basta seguire le cronache parlamentari per vedere come questo tema diventi assolutamente preponderante ma questo gli consente di passare diciamo così la dimensione prescrittiva che gli deriva da un interrogarsi che lo accomuna Norberto Bobbio
C'è un bellissimo scambio di i piedi lettere tra Bobbio Martinazzoli proprio questo ma in via Martinazzoli il suo saggio elogio manichette assistiti morali
E in una nota diciamo così autografa agli dice probabilmente pur non condividerà ai commi all'idea che la mitezza non può essere una virtù della politica
Perché la politica la dimensione diciamo così dell'esercizio del comando
Martinazzoli risponde no è assolutamente contrario anzi la mitezza che è una condizione da politica perché è compito della politica emettere il soggetto al riparo dall'invadenza esuberante espansiva del potere
E quindi ritornava dall'abuso dell'abuso quindi tornare a questa sua salda convinzione di Louis cattolico liberale
Cioè di quel cattolicesimo che costituisce un filone fondamentale la tradizione culturale del movimento cattolico
La libertà della Chiesa rispetto allo Stato ma la libertà del cristiano nella chiesa e la libertà della coscienza come virtus ultimissime scrivono i padri apostolici
Che fonda persino la libertà religiosa la libertà della coscienza e quindi la conclusione prescrittiva della sua riflessione sui limiti della politica e cioè
La politica non può pensare di dare compiuta rappresentazione alla totalità dei valori alla coscienza
E questo in lui deve scaturire prova nata da una
Compiuta acquisizione della dimensione liberale da laicità
Ma di un liberare l'ispirazione cristiana
Meno non è un liberale cristiano eh un cristiano di cultura liberale chiedo cosa abbastanza diverso
E cioè l'idea che le sedi le passioni le convinzioni i crediti ciascuno di noi
Possono certamente orientare i russi ispirare le scelte esistenziali che contrassegno la nostra vita ma che compito della politica e promuovere per la produzione della norma che consente la convivenza di tutti
E in questo la sua vocazione liberale coincideva con la sua ispirazione democratica perché per definizione la democrazia è relativa il riconosce il pluralismo delle fedi
Certo nel quadro del rispetto dei fondamenti costituzionali
Infine la terza motivazione io
Potrei continuare a lungo su questi temi vino tra l'altro ha scritto moltissimo Castagnetti ha scritto un bellissimo saggio in occasione
Della scomparsa pubblicato dalla rivista dell'Arel meno è stato presidente della RAI
L'associazione fondata da da Andreatta e che sta lì e ti mette in luce come
Il linguaggio di minore unico nel panorama politico italiano
A arriva ad una sorta di dissezione di vera e propria autopsia del linguaggio chi lo ascoltava sentiva la suggestione intrigante di un nell'occhio che non aveva uguali nel panorama politico del nostro Paese
Perché era affidato Tagliente come affiliate taglia intere il pensiero
Ma c'è una terza provocazione che all'origine della testimonianza che ho voluto rendere ed è una provocazione politica
La provocazione politica l'idea
Di lui che critico nei confronti dei partiti posti identitari
Di lui che critico nei confronti della piega bipolare che il sistema politico italiano e rivendica diciamo così la centralità del centro ma in che termini
Il centro non è tanto per lui una collocazione topografica nel quadro della dislocazione delle forze nell'ambito del sistema politico
Il centro è anzitutto una cultura della moderazione che antitetica al moderatismo minore critico nei confronti della tradizione clerico moderatismo italiano la battuta sferzante il moderatismo stalla moderazione come l'astinenza stava castità
E mentre la castità è una virtù l'astinenza diciamo così un
Qualcosa di si subisce
E quindi il centro come attitudine di costume come pratica come
Valorizzazione della politica in quanto diciamo così fattore di moderazione di composizione del conflitto come strumento di regolazione della pluralità degli interessi
Come il riconoscimento
I valori
E quindi
Io ho voluto dare in un tempo io condivido la la descrizione che Pisanu e che Castagnetti prima facevano
Persino diciamo così accenti interlocutori molto significativi anche i vaccini in Giovagnoli in ordine diciamo così alla alla deriva che tutta questa riflessione appunto ha subito
Per cui mi tocca di sentire personalità la vita politica italiana che si definiscono moderate quando in realtà sono estremisti
Peraltro Mino ha dato una dimostrazione di costume di rigore e e di sobrietà che credo non abbia paragoni si si pensa alla evoluzione delle del quadro che abbiamo di fronte
Uno studioso francese ha scritto di dell'iniziazione della politica italiana che è distante anti luce dal costume estremamente rigoroso composte insomma
Di un'operazione che diventa stile di vita appunto per lui
Ma dicevo i due nodi politici che ai quali ho cercato di dare una risposta so anche in contraddizione con alcuni interpreti autorevoli della sterile Asia oltre che dalla vita politica italiana
Innanzitutto la scelta che compia riesce a secondo me particolarmente indicativa non soltanto perché condiziona poi la mia vita
Io ho fatto il Sindaco volevo tornare all'università di segnare
Andiamo da Martinazzoli lo convinciamo punto candidarsi le mi chiede accetto di candidarmi se mi fai il vice Sindaco
E poi mi condiziona perché nel due mila otto dal mille novecentonovantotto una mattina mi telefona e mi dice Paolo io neanche nelle scatole di fare il Sindaco io ero parlamentare opponiamo risciò perdiamo le elezioni e li costringe a candidarmi di nuovo Sindaco
Però in quella scelta Louise fa una riflessione che è chiarissima e dice gli amici del PDS sono venuti a me a propormi la candidatura
Non soltanto che va ben consapevole in ragione del suo prestigio dal suo terrore sana perché hanno riconosciuto il ruolo la centralità la funzione del Partito Popolare il senso della tradizione del popolarismo di questa sintesi né ostruzione
Travisava così la tradizione conciliatori sta in quella intransigente della storia movimento cattolico dall'ottocento in su
E quindi c'è in questa scelta già l'indicazione di una di una proposta di una strategia chiedo poi attualizza e concretizzato quando
Contro il parere di molti
E di fronte al carattere Acerbo e persino diciamo così per certi versi in proprio dalla proposta di Occhetto decidere di schierare Insinna Segni un centro assolutamente autonomo
C'è nell'intervento che fa l'assemblea del Partito Popolare una chiara polemica nei confronti di Occhetto il quale vuole dice rendersi satelliti Occhetto ha in testa una satelliti Zazie ione del Partito Popolare
E rivendica questa sua scelta che lo porta
Nell'alleanza con il Patto per l'Italia disegni attorno al diciassette per cento che per lui è il comincia a mente o di un nuovo inizio per altri invece
L'epitaffio la la conclusione all'espressione di una fine
Di un novizio di lui che aveva teorizzato che la storia la Democrazia Cristiana era conclusa ma non era consumata
Perché resta valido e per perenne e permanente per lui ma anche per me il valore del principio cristiano il valore della regola democratica
E in quella scelta sta secondo me anche un merito politico certamente qui lo storico lascia il passo all'uomo di parte quali anch'io sono
Però credo che abbia un fondamento storiografico questa interpretazione e cioè
Mino Martinazzoli creando un un fallo di contenimento all'estensione della supremazia
Berlusconiana impedisce una colonizzazione compiuta del centro moderato
Se Martinazzoli si fosse alleato tetto e io credo che la vittoria di Berlusconi sarebbe stata compiuta sarebbe stata per molti versi per quella fase in politica non c'è nulla di definitivo ma definitiva per quella fase
Invece schierandosi appunto al centro e dando diciamo così un riferimento al mondo laico e cattolico autenticamente moderato Berlusconi ha impedito che questa supremazia si spendesse e trovasse il suo definitivo compimento
E quindi a tenuto aperto una proposta
Ha reso diciamo così agibile Prodi con onestà intellettuale lo ha riconosciuto ha reso così agibile la proposta politica dell'Ulivo nella sua accezione originaria e cioè alleanza politica di governo non riduzione ad unum in un'unica forma partito
Ecco io credo che queste siano sono queste le motivazioni di fondo
Di spiegazione che mi hanno portato
Raccogliere appunto queste pagine che si concludono con un'antologia
Chi da un lato propone la rilettura dei tre straordinari interventi che Martinazzoli fa a proposito di Moro quello a San Pellegrino
Nell'ottantaquattro quello dal Capogruppo del Gruppo parlamentare vicino l'ottantotto e il saggio straordinario che scrive nell'ottantanove come prefazione discorsi pubblicati dalla casa degli alto moro
E poi gli interventi che tiene dal dodici ottobre del novantadue fino arrivare nel novantaquattro da ultimo sequestrato tredici e a Primo Segretario del Partito popolare con in mezzo alle pagine straordinarie svolte delle imprese dal
Da
Da il cielo di Austerlitz in cui
Ragione sulla crisi dei partiti sulla degenerazione della partitocrazia estive pagine che potremmo leggere come sul mercato e questa mattina
Tanto sono di straordinaria lucidità denuncia e appunto attualità
Sotto questo profilo per concludere per me Martinazzoli non rappresenta il passato di un'illusione o l'evocazione di una nostalgia rappresenta l'orizzonte al quale a guardare con
Immutata il permanente fiducia
Grazie
A Paolo Corsini e grazie per il libro per le appassionate parole con cui ha concluso il nostro incontro cioè quello che gli americani chiamerebbero cibo per pensare anche per
Lungo periodo davanti a noi grazie a tutti