Trascrizione: Arena: Mons.
Pompili, la CEI condivide la necessità di approvare di un’amnistia, che rimedi al collasso in cui versa la giustizia del nostro Paese e che rimedi al collasso presente nelle carceri italiane? «Dell’amnistia si va parlando da diverso tempo e più di recente la questione è stata sollevata dallo stesso Presidente della Repubblica.
Senza dubbio la necessità di una amnistia si impone, per affrontare il problema del sovraffollamento nelle carceri e anche per superare … le condizioni ambientali spesso insostenibili.
Lo Stato certamente deve continuare ad esercitare la giustizia garantendo il bene comune dei cittadini, a cominciare anche dalla loro sicurezza ed incolumità.
Però, come ricordava il card.
Bagnasco, la vita dei carcerati non è mai una vita a perdere e di qui la necessità di affrontare il nodo della giustizia, in modo tale che la pena possa assolvere al compito medicinale che le è proprio e nello stesso tempo a garantire i cittadini.
Ma, come spesso mi è dato di conoscere anche attraverso i cappellani delle carceri, le persone che sono in carcere restano degli uomini che valgono sempre di più rispetto anche alle azioni di cui si sarebbero e si sono, molte volte macchiati.
Occorre dare la possibilità di un riscatto: così la società dimostra di essere veramente umana e di essere anche superiore a tutte le bassezze di cui si fanno purtroppo interpreti gli umani».
ARENA: Quindi secondo la CEI è auspicabile un’intervento del Parlamento che approvi una legge di amnistia e di indulto? «Mi pare che già da tempo – dai tempi di Giovanni Paolo II e più di recente anche attraverso le parole di Benedetto XVI a Rebibbia – questa questione sia stata interpretata adeguatamente.
L’auspicio è che ci si faccia carico di questo problema, che è un problema certamente complesso, ma probabilmente non rinviabile».
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