Sindacato: "Il superamento delle corrrenti partitiche della CGIL"

Per CGIL nella componente unità sindacale
Come sapete il tema di oggi
Rimane oggi il superamento delle correnti e partiti che nella CGIL come contributo la ho all'autonomia e all'unità del movimento sindacale
L'unità della CGIL per un programma riformatore e per il rinnovamento della sinistra italiana
A questo dibattito della componente unità sindacale per discutere le proposte
Sono stati invitati e sono presenti di questi allora lo ringraziamo la segreteria confederale della CGIL un numero nutrito di dirigenti delle organizzazioni di tutte le componenti della nostra confederazione
I compagni e gli amici della CISL e della UIL il segretario generale e una delegazione del Partito Comunista Italiano rappresentanti della stampa e ci auguriamo anche altri partecipanti che saluteremo Mammano avremo notizie della loro presenza
Nel ringraziarvi di nuovo per avere partecipato a questa nostra iniziativa cui attribuiamo molta importanza do senz'altro la parola al compagno Bruno Trentin per l'introduzione
Cari amici care amiche
Compagni
Io credo che
E prima di tutto doveroso darci ragione
Di queste iniziativa pubblica
Che potrebbe anche essere l'ultima della componente di unità sindacale
Ossia della componente che riunisce
Larga misura i militanti comunisti dirigenti della CGIL
E voglio dire quindi quali sono secondo noi
Le ragioni fondamentali che hanno indotto
Prima un gruppo di compagni della segreteria confederale poi
I militanti comunisti che partecipò al comitato esecutivo della CGIL a indire queste iniziative aprire da queste iniziative anche un dialogo
Con tutte le altre forze che militano nel movimento sindacale italiano
E con le forze della sinistra che sono a noi vicine
Per una lunga storia
Che ha coinciso del resto con
Lo stesso
Formarsi di un'organizzazione confederale
Unitarie pluralista qual è la CGIL
Siamo stati mossi innanzitutto da una riflessione critica
Che certo non è
Soltanto nostra
Sulle difficoltà e gli impacci
Anche quelli che derivano da noi
Nello sviluppare liberamente nella CGIL una ricerca iniziative una sperimentazione
Su grandi obiettivi di strategia sindacale
Capaci alla prova dei fatti di prospettare una via d'uscita
Alla crisi storica che attraversa in questo periodo il movimento sindacale
E con connotati parte DiVersi le forze della sinistra in Europa
Crisi del movimento sindacale in tutto il mondo industrializzato
Non crisi della CGIL
O dei comunisti della CGIL con Mary scopre qualcuno
Questi tentativi di passare il cerino acceso
E ieri muovere così i giganteschi problemi insoluti del sindacalismo moderno
Sono soltanto capace di trasformare quella che potrebbe essere una serie mutazione nella ricerca
E una riflessione comune
In una rissa meschine e alla fine perdente fra burocrazie concorrente
La crisi di cui parliamo
Tuttora aperta molti sbocchi fra loro diversi anche a grandi possibilità di rilancio del ruolo del sindacalismo
Soprattutto perché saprà prima di tutto prenderne coscienza fino in fondo
E contraddistinta come abbiamo sottolineato anche troppe volte
Prima
Dal venir meno del patto di solidarietà fra i lavoratori salariati
Che era stata all'origine del sindacato generale
E questo in ragione del moltiplicarsi delle differenziazione delle contraddizioni che si manifesta oltre che nelle culture
E nelle soggettività
Nelle stesse condizioni di occupazione di reddito
Le quali costituiscono costituivano il primo cemento di questa solidarietà
In altri termini
La classe in sé veniva dissolvendosi
E di conseguenza dall'acuirsi dei fenomeni di deriva corporativa
Con l'offuscamento se non la negazione radicale del ruolo necessario del sindacato generale
In secondo luogo
Questa crisi
Si manifesta attraverso una perdita di rappresentatività del sindacato che non ci sentiamo di ignorare
Guardando soltanto alla crescita dei nostri iscritti alla CGIL
Una pezza di rappresentatività
Che ci isola da vasti strati del mondo del lavoro non più riconducibili ai modelli classici del lavoro industriale
E chi è segnata da un logoramento nei rapporti generali di rappresentanza e di consenso fra sindacati e lavoratori
Con il conseguente degrado all'interno dei sindacati
Di una democrazia fondata sulla partecipazione attiva dei loro aderenti ai processi decisione
In terzo luogo da una tendenza alla burocratizzazione dei processi decisionali nel sindacato
Che è tuttora contrassegnato
Da un rapporto sempre più distorto in genere attizzato fra dirigenti iscritti al sindacato dei lavoratori organizzati
Un rapporto distorto gerarchizzata o nel quale una necessaria lotta politica per determinare la selezione degli obiettivi per difendere prioritari coerenza
In presenza di soluzione alternative lascia il posto molto spesso ad un'applicazione di responsabilità individuale
Ad un unanimismo di facciata
Che nasconde con tanto
Non tanto opzione alternativa
Quanto una separazione rassicurante delle responsabilità
In questo processo involutivo è pressoché impossibile infatti individuare responsabilità dei gruppi dirigenti
Correggere decisioni magari anche quando si liberano fallimentare
Realizzare un'alternanza democratica nella direzione del sindacato
Mi fa parte anche di questo processo involutivo il ricorso a mio avviso la testimonianza critica sui limiti e gli errori veri e presunti del sindacato
Come forma di lotta politica che trova le sue seri al di fuori dei consensi in cui ci si scontra ci si conta e si voti
Con l'effetto di svalutare ulteriormente il ruolo degli organismi Deliverance
Dell'organizzazione sindacale
Qui stanno infatti a mio avviso le radici di una crisi di identità del sindacato generare nell'epoca moderna
E una e qui sta una delle ragioni che ci ha sospinti da alcuni anni ad intraprendere la CGIL una difficile dolorosa ricerca
Partendo innanzitutto da un'operazione di verità
Malgrado le critiche i di leggi che sono venute da varie parti
Allo scopo che era il nostro di aggredire non solo con le idee ma con l'azione pratica
Quelle che ci appare dicono come le cause più profonde di questa crisi
E per sperimentare sul campo dei primi tentativi di soluzione
Questa crisi d'identità del sindacalismo industriale è divenuta ancora più drammatiche e complesse ma anche più aperti al legittimo
In ragione del fallimento storico degli esperimenti
Di socialismo totalitario
Il quale fallimento prima ancora del crollo liberatorio di questi regimi
Ha accelerato un processo di logoramento dell'ideologia e dei valori
I quali ben aldilà dei movimenti comunisti
Costituivano un riferimento e una speranza per i grandi masse di donne e di uomini
L'ideologia invade il valore che in passato anche di fronte all'incedere della crisi del sindacalismo
Industriale nei Paesi dell'Occidente avevano fatto in qualche modo accollante unitario
Rimediando molto spesso alle falle della solidarietà e facendo nelle veci
E in ogni caso mutato lo scenario politico e ideale nel quale si era collocato per decenni lo stesso conflitto sociale
Sono caduti gli architravi di uno scontro ideologico che condizionava fortemente particolarmente in Europa e in Italia la stessa natura dei conflitti sociali
Che il leasing avviava spesso in schemi deformanti o fuorviante
E che esentava molti Dinoi
Nei più diversi e opposti schieramenti dall'onere di procedere ad un ripensamento radicale
Ricostruire i valori anche i valori e gli obiettivi unificante di un sindacalismo indipendenti
Le sue regole di rappresentanza di vita associativa la sua deontologia quindi
Partendo dai suoi programmi
Questa è stata la sfida che abbiamo lanciato a noi stessi
Quando abbiamo parlato di rifondazione della CGIL
Quando abbiamo cominciato a riflettere sull'autonomia culturale di un sindacato capace di essere soggetto politico a pieno titolo
E quando abbiamo cominciato a definire gli obiettivi le rivendicazione la strategia il programma appunto
Di un sindacato dei diritti che sui diritti individuali e collettivi dei lavoratori dipendenti
Costruisse una solidarietà
Capace di fare delle differenze e delle diversità che convivevano nel conflitto sociale una ricchezza e non più un insuperabile limite
Siamo partiti in questa ricerca dall'unico dato che ci sembravano non solo conferma
Ma esasperata nella condizione del lavoratore salariato che rappresentiamo
Del lavoratore salariato di qualsiasi qualifica di qualsiasi evento di qualsiasi età di qualsiasi cultura
Nella condizione della donna che lavora ancor più che nell'uomo nel gergo nel potatore di antica anche ancor più che nel cosiddetto lavoratori idoneo o normodotati
Lo stato di subordinazione e di dipendenza del lavoratore nel determinare l'applicazione e la sua cultura della sua intelligenza
Ad un'attività lavorativa manuale o intellettuale che sia
Nei confronti di una gerarchia decisionale legittimata essa a determinare la parte della persona che era utile alla produzione di beni e a scartare leale
Siamo partiti quindi all'ipotesi e poiché la profonda convinzione
Che questo da il rapporto di subordinazione
Con i suoi connotati oppressivi e disarticolare anti della personalità costituiti in definitiva la realtà odierna il solo elemento realmente unificante dell'arcipelago del lavoro salariato
Che il sindacato cercava di rappresentare
E che di conseguenza le nuove ragioni di una solidarietà fra lavoratori salariati fra lavoratrici e lavoratori fra tutti i diversi soggetti che muto non il giorno il connotati confini della classe lavoratrice
Doveva trovarsi una lotta per rendere universali i diritti di pochi
Per conquistare con l'azione rivendicativa dal legittimo azione prima e poi l'esercizio quotidiano di nuovi diritti individuali e collettivi rimuovendo
Per quella strada privilegi di casta o dice
Occorreva quindi
Mettere tutto il bagaglio dell'esperienza rivendicativa del sindacato e la sua politica salariale la sua polizia del tempo di lavoro
La lotta per l'umanizzazione del lavoro la lotta per conquistare nuovi strumenti di formazione di conoscenza al servizio di questa battaglia di libertà
E di questa lotta per l'uguaglianza delle opportunità nel lavoro così come nera conquista di un lavoro o di lavoro
Sempre più scelti in ragione del loro contenuto e della loro professionalità
Eravamo ben consapevoli facendo questa scelta anche perché ammaestrati dalla storia e dai suoi tragici insegnamenti
Che il potere
Atto a garantire l'esercizio la pratica personalizzata dei diritti vecchie e nuove
Non stava fuori e oltre le donne e gli uomini che rivendicavano insieme il riconoscimento e l'esercizio di questi diritti in una sede lontana da loro
Ma stava nella loro determinazione di garantire attraverso la sul l'azione solidale
La realizzazione del diritto di ognuno
Il potere
Sita nella solidarietà consapevole e operanti
Ben consapevoli ancora che partendo dalla lotta per conquistare l'esercizio di diritti universali
Si mettevano in questione si mettono in questione complicati equilibri di potere ed interessi meccanismi di produzione di riproduzione di risorse per cui diventò nell'incombente per un sindacato dei diritti dare però fa della praticabilità delle soluzioni e proposte
Assumendo cioè antichi vincoli e le compatibilità non solo economica ma ecologiche umane che una strategia riformatrici
In questo caso la riforma di un determinato ordinamento gerarchizzata deve saper riassumere se occorre dimostrare per essere vincente di poter convivere con una più razionale produzione di risorse umane e materiali
E qui sta tutto il senso della scelta di un programma generale del sindacato
Che muove da una ispirazione unitaria e solidale
E si misura con gli obiettivi le tappe gli strumenti e anch'io vincoli che condizionò la sua effettiva realizzazione
Un programma che non pare lo riconosciamo subito da valori acquisiti da modelli pretermine
E neanche lo dico polemicamente con me stesso dalla prefigurazione di tendenze storiche che si tratta soltanto di contrastare o di assecondare
Abbiamo bisogno di un bagno di riflessione critica e di verifica pratiche
Per imbarcarci senza presunzione in viaggi di questa natura
Un programma che non assume quindi in partenza valore categorie ideologiche o lessicale
Che vanno invece verificate criticamente con esperienza collettiva del sindacato e non soltanto di un'élite di suoi dirigenti
Dando
Un'esperienza collettiva capace di selezionare la perdurante validità dando nuova sostanza quelli che risulteranno i valori più vivi e vitali
O costruendo né dei nuovi
Quando i detti si dimostrassero incapace di dare alla fine del ventesimo secolo un senso
All'azione consapevole collettiva dei lavoratori per la conquista di nuove libertà
Ora
Ecco
A molti di noi sembrava
Che questo tentativo potevo offrire un terreno nuovo per ricostruire intanto nella CGIL grazie
Una cultura autonoma di progetto
Una cultura libera cioè dalle pregiudiziali ideologiche ereditati dalle vecchie tradizioni partitiche
Per dare al governo della CGIL alla sua unità e al suo pluralismo una base più solida
Più auto
E soprattutto un cimento più creativo
In questa ricerca nella quale per la prima volta nella storia del sindacato il programma diventa vincolo
Richiede coerenza di comportamento
Verificare i risultati responsabilità dei gruppi dirigenti
E non è più come è stato sempre nel passato giustificazione legittimazione una condotta quotidiana
Sempre capace di combinare il finalismo ideologico con il pragmatismo senza principi
Ecco in questo tipo di programma molti di noi pensano di aver trovato non tanto nei contenuti
Quanto nel metro nella deontologia che ci guida una forte ragione di stare insieme
Di lottare insieme
E anche e non è poco una nuova ragione di fiducia nel nostro impegno di militanti
Ma questo tentativo che pure ha trovato in alcuni momenti unito tutto il gruppo dirigente della CGIL
Si scontra ancora ogni giorno
Lo tocchiamo con mano
Di fronte agli ostacoli e resistenze di varia natura
Oltre che di fronte a inevitabili incomprensioni ed equivoci
Ed è soprattutto per liberare il campo da uno di questi equivoci
Che abbiamo proposto di decidere unilateralmente graduale dissolvimento della componente comunista
Non perché si è sciolto il Partito Comunista Italiano come ha detto qualcuno
Ignorando l'apporto di quel partito e di tutte le sue anime alla nuova formazione politica in gestazione
E neanche per scongiurare una divisione la componente comunista della CGIL in tante succursali delle componenti che si confrontano oggi nel PC
Ma perché abbiamo avuto contribuire per la parte che spetta a noi
Ad una ricerca più libera da condizionamenti anche ideologici di qualsiasi sorta impegnandoci come persone come individui
In una battaglia politica e culturale per l'autonomia del sindacato
Nella convinzione che questa autonomia l'autonomia culturale e politico della CGIL il movimento sindacale italiano e l'apporto più grande
Che da questa parte del movimento operaio può venire al rinnovamento delle forze socialiste e di sinistra in Italia e in euro
Non credo
Che questa autonomia culturale e politica del sindacato compia dei progressi reali
Se accetta come i suoi confini ideologia o premesse di valore che hanno trovato fuori dall'esperienza sindacale loro matrice d'origine
E che semmai hanno trovato una pratica di massa del sindacato un primo momento di revisione critica
Mentre anche quando conservano
Per ognuno di noi per la nostra ricerca individuale nelle norme importanza non esprimono più un comune sentire
Per noi tutti
E intorno a noi per milioni di donne e di uomini
Si tratta di riferimenti ideali intrisi di storia non sempre lineare
Come il comunismo il socialismo il riformismo di concetti definitori
Come il ruolo antagonista e lotta di classe
O come la natura irriducibili del conflitto fra capitale e lavoro e tanti altri non sto parlando sia ben chiaro
Almeno per quanto attiene la mia profonda convinzione di cani morti o di gusci vuoti
Non sto facendo l'ammucchiata delle cose da gettare edilizia
Sto parlando di concetti e di valori che non hanno più lo stesso significato per molti militanti
Che non esprimono in questa fase
I contenuti di una ricerca comunque che dobbiamo ricostruì
Partendo dai fatti dal sentire della gente dall'esperienza vissuta
Bisogna prendere atto all'ora
Che se un tempo i programmi di un'organizzazione sindacale di classe generale commessi dicevo di un partito di sinistra
Costituivano nel migliore dei casi
Delle esemplificazioni
O dei tentativi traduzione in obiettivi temporale
Di grandi idee forti
Ho persino una prospettiva mistica
E se molto spesso
Essi furono soltanto un elenco di obiettivi auspicabili
Nel solco di un percorso già determinato già predeterminato
O se si vuole delle tappe di avvicinamento ad un obiettivo finale
Ben conosciute
Oggi nella coscienza di molti e soprattutto dei giovani questo rapporto fra idee forti
E programmi
Si è laicamente rovescia
E dal programma che il sindacato ma non solo il sindacato a mio parere è chiamato a ricostruire con le proprie forze
Senza i vecchi parametri ereditati dai partiti i quali giustamente rimetto in queste in questo periodo in discussione la loro finalità e i loro referenti
Una strategia della solidarietà
La quale non ha altro sostenne di giustificazione
Che il suo tentativo di colpire
Selezionando le delle priorità riformatrici partendo dalle esigenze più unificanti che emergono nel conflitto sociale
Ed è nel programma che un sindacato può definire senza l'ausilio dell'ideologia della storia quelle coerenze quei vincoli che dovranno essere rispettati per rendere credibili e realizzabili quelle priorità
In tempi politici
E non più in tempi storici in tempi cioè che consente non la verifica democratica della validità o dell'errore delle scelte compiute
De la coerenza o delle discrasie fra queste scelte e l'azione quotidiana dell'organizzazione e dei suoi dirigenti
In questa pratica del sindacato progettuale con i suoi duri verdetti in termini di consenso di risultati coerenti
Di capacità di mutare concretamente il contesto sociale e civile nel quale si situa l'iniziativa rivendicativa dei lavoratori sarà utile e possibile ma solo a questa condizione io credo rissa lire alla riappropriazione disvalore di regole di carattere generale
Fino a una ridefinizione necessaria di una identità anche etica
Il sindacato generale
So bene che si tratta di una prova difficile
Soprattutto se non la si affida alla cucina di uno stato maggiore
Ma si intende viverla nel cuore di una sperimentazione di massa nella quale ti sbagli è tenuta a rendere conto
Non della falla Città di un'ideologia ma non le scelte concrete magari errato incoerente che sono state compiute
Ma non sono proprio convinto che il sindacato la CGIL in questo caso sarebbe più forte e più credibile
Se si collocasse una logica rassicurante di uno schieramento partitico
O se si attacca a sala coperta di Linus costituiti da un riferimento ideologico più o meno logoro più o meno vago omnicomprensiva
Io credo invece che la scelta di una solidarietà organizzata dei lavoratori e delle lavoratrici per conquistare generalizzare praticare dei diritti individuali e collettivi che riducano le distanze fra governanti e governati nei luoghi di lavoro
E che consentono a tutti un'uguaglianza delle opportunità
Nella realizzazione progressiva delle proprie inclinazioni delle proprie potenzialità
Io credo che la scelta quindi un sindacato capace di essere perciò soggetto politico nella società contemporanea e non soltanto corporazione Hall OP
Perché dispone di un'autentica autonomia culturale e politica che è frutto autentico della sua vita associata e costituisca io credo con i tempi che corrono una sfida più gratificante
E più esaltante
Di tanti ritorni alla caserma
Non sono parole al mittente
Nei momenti più alti dell'esperienza sindacale italiano
Il movimento sindacale della CGIL ha dimostrato di aver prodotto unità d'azione e di progetti
Fondando la sua massimo di autonomia culturale
Il sindacato dei consigli
Che è stato un tentativo di risposta
Al grande problema di democrazia e di rappresentanza che emergeva il movimento sindacale in tutti i Paesi industrializzati alla fine degli anni sessanta
E che si contrapponeva lo ricordiamo bene a tanti altri modelli di organizzazione democratica del conflitto o non democratica del conflitto
Il sindacato dei consigli era forse figlio della tradizione sindacale comunista
O di quella socialista
Del massimalismo e riformismo politico o non è sorto piuttosto in rottura
Con tutte quelle tradizioni
Il sindacato come soggetto politico autonomo dai partiti la Repubblica istruzione un obiettivo questo che è venuto maturando prima di tutto lo ricordo con orgoglio a tutti noi nella CGIL
Trovando per molto tempo l'ostilità in altri organizzazione sindacale e diffidenze mai del tutto scomparso nei partiti della sinistra italiana
Anche nel partito comunista
E forse il figlio di alieni Nismo
O della tradizione riformista del sindacato
Ossia uno si è affermato invece faticosamente come un modello di sindacato che rompeva con la grande tradizione non sindacato amico di un governo nel quale partecipavano i partiti amici
Nel sindacato che rispetta la divisione del lavoro fa l'azione rivendicativa corporativa e il monopolio partitico delle scelte politiche che ha ispirato la storia del movimento sindacale e dei suoi rapporti con la socialdemocrazia come con il movimento comunista
Per più di quaranta
La contestazione di un'organizzazione del lavoro che mortifica la libertà le potenzialità professionali la creatività individuale dei lavoratori era forse il derivato del sindacalismo alla terza internazionale
O delle filosofie redistributive del sindacalismo anglosassone
O non è stato
Anche il portato di una rottura con il finalismo ideologico
Introdotto in questo caso e in misura cospicuo nella nostra cultura
Dal personalismo di Mounier o dalle eresie di Simone Weil
Quando tutto il movimento sindacale italiano sapeva aprirsi laicamente ad apporti nuove
Il problema oggi è quello di allargare questi spazi
Di aprirsi a nuove esigenze culturale tracce
Non di rinchiuderci nelle vecchie correnti partitiche per quanto rimodellata riaccorpato articolate che se io no sulla base di presupposti estranei al vissuto del sindaca il problema è quello di liberare energie individuali ricerche e sperimentazione sottoponendole al duro vario della verifica pratica e di una democrazia vigilanti
Rendendo ognuno di noi libero di esprimere anche sbagliando di troppe convincimenti
Di essere giudicato per quello che propongo per quello che fa
Non per il partito che lo protegge o per l'ideologia che lo giustifica e rendendo finalmente ognuno di noi più responsabile
Di fronte ad un'organizzazione capace di giudicare con parametri troppo
Non è un problema della sola CGIL questi e beh non dirlo una volta per tutte forte e chiaro
Se non tutte le confederazione sindacale sono state governate sulla base di un patto fra correnti partitiche anche perché sono state sollevate al loro sorgere
In alcuni casi almeno dall'onere di convivere con un consistente il pluralismo politico
E va reso in ogni caso merito a quanti hanno operato nella CISL per una laicizzazione della sua democrazia ente sarebbe però grave per tutti
Non fare i conti con le forme complesse di collateralismo che hanno insidiato Dini siano tuttora forse in modo crescente
L'autonomia culturale e politica elettore confederazione dei lavoratori in questo Paese
Possiamo continuare
Forse la politica dello struzzo di fronte alla partecipazione di questo o di quel sindacato a vere e proprie forme di consociativismo della gestione di pezzi della pubblica amministrazione o di servizi della collettività
Ho di fronte alla pratica assai diffusa
E alla quale non sfuggiamo
Di forme di scambio politico fra i contenuti della contro azione collettiva e il riconoscimento di una posizione di privilegio per questo quel sindacato
Non dirò
E soltanto e non solo per non partecipare a una competizione di arroganza di cattiva coscienza
Che sembra essere di moda quando si torcono questi nervi scoperti del movimento sindacale che la CGIL forse più esente via la queste contaminazioni
Anche perché nella stessa CGIL
Come nelle altre confederazione pesa tuttora fortemente
Malgrado gli spazi di autonomia e che ci siamo conquistati una logica di interdetti i terreni tabù per un'iniziativa che non sia meramente verbale o burocratica del sindacato
E sono interdetti che nascono oggettivamente
Nel momento in cui si palesa una possibile divergenza vistosa
Fa l'orientamento della maggioranza del sindacato è quella di un partito politico di governo o di opposizione
Al quale questo sindacato una parte di esso fa riferimento
Ecco perché la nostra scelta di dissolvere la componente comunista
Fa tutt'uno con quella di rilanciare nella CGIL in tutto il movimento sindacale un ti batto una ricerca un'emulazione intorno ad un programma
Al programma in un sindacato dei diritti la solidarietà
Ecco perché questa scelta si scrivi una battaglia laica
Contro una vecchia cultura politica
Che ha dominato per molti decenni nel sindacato come nella sinistra nel nostro Paese
Parlo di quella cultura politica
La quale al riparo di generiche opzioni reali
Quando non erano manicheismi ideologici ha legittimato una pratica quotidiana libera da ogni vincolo di coerenza
E non fosse quello del primato di organizzazione
Una pratica affidata alla Mary intuizione pragmatica di gruppi dirigenti
Sottratta a qualsiasi possibilità di verifica dei democratica sulla base di parametri conosciuti e condivisi
Parlo di quella cultura politica che ha riaperto anche all'interno dei grandi partiti all'interno del sindacato
Una divaricazione in termini di sapere e di informazione di incidenza sui processi di decisione
Fra governanti e governati
Allora parliamo finalmente
Non di una generica aspirazione
La partecipazione dei lavoratori o alla collaborazione dei lavoratori all'impresa concetti così vaghe posso unificare tanto la cooperativa fra lavoratori soci quanto una gratifica di bilancio a fine anno
Parliamo delle forme possibili e realizzabili partecipazione informata dei lavoratori alle decisioni di impresa
Allora parliamo non della scelta della politica di reti come discriminante di valore per una vocazione democratica del sindacato ma il quale politica dei redditi fra le tante possibili
è effettivamente compatibile
Sia con un contenimento effettivo dell'inflazione
Sia con un'equa redistribuzione delle risorse sia con l'autonomia contrattuale del sindacato e con una politica di umanizzazione del lavoro nelle fabbriche e degli uffici se questi sono
O restano gli obiettivi del sindacato
Allora parliamo davvero del conflitto sociale
Non della morte dove la sopravvivenza e lotta di classe parliamo dei suoi obiettivi delle sue forme di organizzazione parliamo dei suoi sbocchi possibili e delle priorità che possono garantire al conflitto
Dico ancora ad una più vasta solidarietà collettiva di non essere invece fattore di disgregazione corporativi
In altri termini
Riempiamo di contenuti
Di obiettivi incontrovertibili anche per i vincoli chiesti assumo
Queste vesciche vuote con le quali Citra studiamo da anni senza far compiere un solo passo avanti ad una cultura ed una pratica sindacale degno di questo nome
La seconda ragione è la nostra iniziativa
E non intendiamo assolutamente lasciare fra le righe
Riguarda la nostra ansia di contribuire
Come militanti comunisti
Che sono prima di tutto dirigente di questo sindacato
Al dibatto in corso nel PC
Alla vigilia del suo ventesimo congresso
Ma soprattutto la nostra volontà di scongiurare per quanto sta in nome
Una lacerazione
Che costituirebbe ne siamo tutti convinti
Un danno difficilmente rimediabile per l'intera sinistra italiana
Per la sua capacità di iniziativa autonoma
è un danno grave anche per il movimento sindacale italiano
Le opinioni anche ho avuto l'opportunità di esporre fino ad ora l riflessione che avrà l'occasione di esprimere
Su questo su quel tema dell'iniziativa del sindacato non impegnano che me
E i compagni che come me hanno ritenuto necessario assumere l'iniziativa di questo convegno
Hanno opinioni diverse
Sia sulle riflessioni che ho voluto fare sia su
Contenuti i connotati di una nuova formazione politica della sinistra che dovrebbe prendere la successione del PC
Hanno opinioni diverse sulla sua denominazione sui suoi obiettivi fondamentali
Ma due opzioni fondamentali ci hanno trovato uniti
E hanno costruito a nostro avviso una ragione sufficiente
Per confrontare in quest'occasione la nostra esperienza il nostro tentativo
Con i dirigenti dei partiti di sinistra che abbiamo indicato in primo luogo con i dirigenti del PC
La prima
Nasce dalla profonda convinzione
Per tutte le ragioni che ho cercato di ricordare
Che una ricerca anche conflittuale sul Progetto fondamentale di una
Forza di progresso di trasformazione come può essere anche un sindacato che aspira
A diventare soggetto politico a pieno titolo l'Italia in Europa
Può consentire un confronto con creativo ed a formazione di maggioranza e di minoranza sulle singole scelte programmatiche senza determinare lacerazioni insanabili
Le quali derivano invece inevitabilmente in una fase di drammatica transizione come l'attuale
Da una divisione fondata su pregiudiziali ideologiche Cossu discriminanti di valori che devono ancora essere tutti verificati
Criticamente attraverso un'esperienza comune
Questa è l'esperienza che noi abbiamo vissuto in questa CGIL nei suoi momenti migliori
Nei suoi momenti più alti di autonomia di creatività e di iniziativa riformatrici
Questa è l'esperienza che ha garantito nella CGIL non sola convivenza
Ma la ricerche l'azione comune a donne e uomini di cultura e di ideologia è diverso assoggetti profondamente diversi fra loro per convinzioni politiche per condizione sociale per vocazione individuale
è questa esperienza che ha dato corpo ad una identità per quanto in costruzione
Della CGIL come qualcosa di diverso
Dalla somma delle componenti politiche che la dividevano
E che ci permette di affermare con convinzione oggi più che mai che l'unità e il pluralismo e la CGIL non sono un attributo particolare di questo sindacato ma solo la CGIL
La seconda opzione nasce dal nostro comune sentire
Che un'accelerazione a rottura in quello che oggi è il PC magari per salvaguardare il potere contrattuale di questo di quella corrente fosse fosse indirizzata
Da un monolite ISMU ideologico costituirebbe un colpo inferto a tutta la sinistra
E certamente al movimento sindacale unitaria
Avrebbe io credo delle implicazioni regressive sull'intera vita politica del Paese e certamente anche sull'autonomia del conflitto sociale
Non abbiamo avuto paura di affermare
Contro i teorici dell'avanguardismo solitario
O contro quelli che teorizzava notte anni fa
L'unità comuni chi ci sta
Che per noi l'unità era un obiettivo ma anche un vincolo
Un vincolo che assumevamo liberamente
Come assumevamo nostra responsabilità di continuano ad essere un sindacato generale
O se un sindacato il quale per quanto limitato sia in uno dei suoi iscritti e il nostro non è poi tanto piccolo aspira sempre a rappresentare si impegna a rispettare comunque le domande della grande maggioranza
Delle lavoratrici e dei lavoratori
Non credo che una scelta analoga sia impropria nel momento presente anche per una grande forza come il pc o come la nuova formazione politica che da esso dovrebbe fare Ricci
Sono peraltro convinto
Che lo stesso confronto programmatico che vogliamo rilanciare la CGIL
Anche attraverso il dissolvimento graduale la componente comunista
Può recare un contributo utile alla riflessione politico della sinistra italiana della sinistra europea
Si tratta infatti come dicevo di dare corpo a quelle che sono oggi ancora in molti casi concetti o aspirazione generici
Quanto aperti ad alle applicazioni pratiche le più diverse e le più contraddittorie
Di individuare sia una rigorosa selezione degli obiettivi che i vincoli da rispettare per la loro realizzazione
Che le coerenze da garantire negli altri campi dell'agire politico e sociale del sindacato
Si tratta al tempo stesso
Definire gli strumenti contrattuali organizzativi più funzionali e nello stesso tempo più democratici per realizzare questi obiettivi e rispettare quelle coerenza
Si tratta insomma se così posso esprimermi
Di operare in modo tale anche una demistificare Silone
Di tante parole d'ordine deliberatamente ambivalente
Di tanti slogan che fanno ancora oggi le veci una cultura meditata e di una sperimentazione rigorosa
Parliamo per esempio dell'implicazione che assume per un sindacato della solidarietà e dei diritti l'azione per la riforma del rapporto di lavoro
E per l'umanizzazione del lavoro
Se fra i diritti universali che un sindacato generale vuol non solo garantire ma promuovere conquistando gradualmente il loro esercizio personalizzato alla misura cioè della persona e la sua diversità delle sue difficoltà
Se fra questi diritti universali e ci sono diritti come quello al lavoro scelto come pure la formazione permanente come quello alla mobilità professionale come quello all'informazione alla codeterminazione
In primo luogo per quanto attiene
A proposito di quest'ultima una progettazione alle modalità di esecuzione del lavoro concreto che un lavoratore tenuta prestare
Oltre ai diritti fondamentali come il diritto alla giusta causa in caso di licenziamento il diritto ad una tutela solidale collettiva in caso di malattia e infortuni su coazione di vecchiaia
Ne discende a mio avviso due imperativi programmatici
Che invece il sindacato stenta ancora ad assumere pienamente
E soprattutto a praticare con assoluto rigore e coerenza
Il primo riguarda l'unificazione del rapporto di lavoro
O meglio dei rapporti di lavoro che già oggi sono numerose diverso sotto il profilo dei diritti e dei doveri
La delegificazione rapporto di lavoro del pubblico impiego i
Perrone antichi gli interisti che anti consociativa nella pubblica amministrazione
Capace di multare con il tempo anche i connotati e io ruoli sociali culturali e politici dei pubblici dipendenti nella società italiana
E d'altra parte
Di offrire la creazione di un presupposto fondamentale per la creazione di un sindacalismo una solidarietà e dei diritti in tutto il mondo del lavoro
Tagliando le radici più profonde del corporativismo lobbistico che si estendono jeep con una piaga nei grandi servizi della collettività
Il secondo riguarda la necessità di introdurre attraverso la contrazione collettiva la sperimentazione concertata ed Asti ma è la stessa azione legislativa dei momenti di vera e propria discontinuità di rottura
Nel modo di governare il lavoro
Nell'organizzazione del lavoro
Qui sta il nodo dell'umanizzazione
Di questo non abbiamo lo confessiamo la Ricci
Ma non intendiamo aspettare però l'inevitabile liberazione del lavoro al termine della storia politica dell'umanità
Diciamo che bisogna cominciare a sperimentare approvare anche sbagliando
Ad allentare i vincoli opprimenti del lavoro umano
Pensiamo che le nuove tecnologie sono esse stesse aperti a moduli Diversi a secondo che incorporano scopo rendere fa l'intervento intelligente della persona
Pensiamo che l'organo e azione del lavoro che deriva dalla crisi del terrorismo non è affatto data in partenza e che va invece pensata costruita sperimentale soprattutto voluttà
In ragione degli obiettivi precisi fra i quale deve esserci l'umanizzazione del lavoro
Diciamo che è giunto il momento di assumere questo obiettivo come l'obiettivo prenditori carichi o sopra ogni altro
Per sindacati
Prioritaria anche rispetta quello pur importante della riduzione d'orario di lavoro se come crediamo
La questione di fondo che si pone al momento presente
E quello del governo consensuale collettivo e individuale dei tempi di lavoro
E di quello che si chiama molto sommariamente il tempo di vita che spesso è fatto anch'essa
Di tanti lavori ai quali va riconosciuto dignità e tutele
Diciamo che è giunto il momento di finalizzare le politiche salariali inquadramenti professionali la contrazione del tempo di lavoro della sua riduzione la tutela della salute dell'ambiente i sistemi di informazione
E soprattutto le politiche formative che costituiscono a mio avviso la nuova immensa risorsa
Relaziona rivendicativa del sindacato all'obiettivo
Di conseguire
Con una sperimentazione graduare delle forme di autogoverno di arricchimenti
Dei lavori
C'è
Entro i vincoli della democrazia e della non violenza dell'efficienza e della qualità della produzione di beni e servizi
E diciamo che è giunto il momento per la collettività di assumere queste priorità come una risorsa innovativa che va sostenuta e premiata
Anche attraverso una politica selettiva dei trasferimenti di risorse così come dovrebbe almeno finire
Per la ricerca e l'innovazione nel campo delle tecnologie
Non vediamo forse che al cuore di questo scontro politico che è diventato oggi la vertenza dei metalmeccanici che nel conflitto di potere che si incentra sui diritti individuali e collettivi nei luoghi di lavoro sul governo degli orari di fatto e sulla riparametrazione salariale per premiare la professionalità c'è proprio innanzitutto
La questione di un lavoro diverso e più libero
Ritrovano qui alla mente le parole sferzante scritte molti anni fa da Simone Weil
Proprio in questi tempi in cui è di moda la qualità totale
Scriveva Simone Weil nell'esecuzione stessa del lavoro la subordinazione di schiavi responsabili
Ha dei capi oberati dalla quantità di cose da sorvegliare
E del resto il responsabile anche loro in larga misura
è la causa di prodotti manufatti
Gli scarti e di negligenze innumerevoli
E aggiungeva quando invece per i lavori che sono per la creazione dello spirito la costrizione esterna divenuta inutile e nociva
è sostituita da una sorta di costruzione in Terna
Al loro lo spettacolo dell'opera incompiuta
Attira l'uomo libero
Con altrettanta forza della frusta che colpisce l'ostia
E siccome un programma non può essere
L'assemblaggio occasionale di obiettivi che urgente che fanno capo di volta in volta la dimensione corporativa dei singoli gruppi sociali domandiamoci ancora
Quale relazione dovrà mai esistere
Fra un'azione per sperimentare forme di umanizzazione di autorganizzazione del lavoro e l'obiettivo che tutti riconosciamo come decisivo
In una democrazia economia capace all'epoca delle grandi imprese multinazionali
Di spostare verso l'impresa i confini della democrazia politica
E quindi ancora quale democrazia economica
Quale partecipazione dei lavoratori
Lo stesso movimento sindacale italiano oscillato in questi anni fra una partecipazione alle risorse
Più o meno residuale dell'impresa
Le quali le rappresento nel migliore dei casi una sorta di indennizzo azione per il mancato esercizio di un potere di decisione e nel peggiore dei casi una forma sostitutiva
Della retribuzione professionale
E la ricerca peraltro verso difforme effettive di partecipazione alle decisione dell'indifferenza
Per parte nostra pensiamo che la partecipazione alle decisioni di impresa debba essere non solo l'obiettivo primario
Una democrazia economica degna di questo nome
Gli incentivi economici essendo dal canto loro funzionali a questa solo in quanto permettono di accrescere le risorse conoscitive dei lavoratori coinvolti
Ma che questa stessa partecipazione
Deve avere come prima anche se non esclusiva finalizzazione proprio l'umanizzazione del lavoro
La sperimentazione cioè di nuove forme di organizzazione del lavoro
Per poter ritrovare nel vissuto quotidiano dei lavoratori che sono il titolare del diritto alla democrazia economica
Un riscontro preciso un riferimento vincolante per l'assunzione di ogni altro tipo di decisione
Vi è in questo la manifestazione di un antagonismo di classe che mette in questione la possibilità stessa di un processo di codeterminazione
Che certamente la lotta per l'umanizzazione del lavoro un momento di antagonismo
Come esiste un antagonismo fra dirigenti e diretti tra governanti e governati soprattutto quando questi rapporti gerarchici non sono sanciti dal consenso
Così come io credo senza voler aprire una diatriba
Di linguaggio
Che si può parlare di un conflitto di classe quando l'identità
Di classe dei lavoratori subordinati e sta proprio forse soltanto
Questo rapporto di subordinazione
Anzi sappiamo che molti altri conflitti
Che attraversano l'intero mondo del lavoro hanno tolto in molti casi al conflitto di classe una preminenza assoluta
Ma non siamo in presenza per ciò stesso di un conflitto di un antagonismo irriducibile quasi metà storico
Riorganizzazione possono familiare le gerarchie possono venire di formare il governo del lavoro e resta pur sempre nelle mani degli uomini
E un conflitto per cambiare l'organizzazione del lavoro può portare
A intese non fittizi
Attraverso nuove forme di democrazia economica
Se questo conflitto fosse riducibile come ci insegnavano alcuni vecchi maestri
E quindi fuori dalla portata di un sindacato di Progetto in un sindacato soggetto politico
Questi dovrei passare la mano a darlo
E smettere di occuparsi per molti decenni di queste fantasie
Riteniamo in secondo luogo che è una forma di democrazia economica alla quale non si è in grado di attivare la partecipazione informata e consapevole di tutti i lavoratori interessati alle scelte di un impresa o perlomeno di un numero crescente di Jas
Si riduce inevitabilmente
E l'esperienza fallimentare la democrazia deve essere degli e Sperti
La quale può anche determinare un approfondimento del fossato
Tra esperti e lavoratori fra lavoratori e sindacati e torno qui in campo
Gli strumenti di socializzazione dei saperi la creazione di strutture pubbliche aziendale di formazione permanente e di riqualificazione professionale
Non c'è dunque democrazia economica senza democrazia sindacale senza democrazia di mandato senza socializzazione dei saperi
Analoghe scelte impietosi imporranno
Ad un sindacato che assume un programma generale non come vaghe indicazioni ma come guide come il vincolo
Quanto meno nera su iniziativa propositiva
Nei confronti dei lavoratori rappresentati che devono conservare l'ultima parola
Analoghe scelte impietosi porranno qua non dovranno affrontarsi problemi di enorme rilievo come la riforma del Welfare State e la sua trasformazione come è stato ribadito recentemente al compagno Occhetto in una welfare society
Siamo qui se vogliamo un altro tanto da democrazia economica
E anche qui dobbiamo sapere le strade sono due
Almeno nelle grandi linee
Poi una politica dei servizi
Non più ancora che lei eredi che sia in grado attraverso le sue strutture decentrate flessibili e le forme di promozione di controllo dell'utenza che dovevano essere attiva nei suoi centri molteplici decisione
In ragione della sua apertura al contributo di imprese associate di imprese private convenzionate di associazioni volontarie di imprese pubbliche Pilotto
Di una politica quindi capace di reintrodurre nei rapporti con la persona
Non con la massa
Una solida
Vietato trasparente risibile personalizzati inutile esercite inutile Ricci
E questo comporterebbe un cambiamento sconvolgente
Negli assetti organizzativi nelle responsabilità gli Spesal nei centri di potere in una professionalità
Che oggi dominano imprigionò
Quella solidarietà occulta e iniqua
Dello stato sociale in Italia oppure la strada e quell'altro
Quella dei crediti minimi garantiti delle pensioni minime
Di una macchina assistenziale totalmente deresponsabilizza
Rispetto alle finalità ed i risultati dei suoi interventi
Che può benissimo in questo caso essere lasciati in gestione alle esistenti parastato con le sue sapienti auto difese corporative
Consegnando l'assistenza la promozione sociale
E la riabilitazione dei cittadini alla legge del più forte
Quella che domina oggi nel mondo dei servizi privati e delle società di assicurazione
Una redistribuzione dei reietti infine che sia funzionale ad un contenimento dell'inflazione
E ad una più equa remunerazione dei cittadini
Contro bilanciando i guasti prodotti dalle venti speculative dalle risorse
O dalle
O dalle di
Qui c'è un errore
USA le disuguaglianze corporative diventa certamente anche in un programma generale il sindacato un obiettivo imprescindibile
Un obiettivo da la cui realizzazione dipende cioè in larga misura
La praticabilità di una politica sindacale di riforma e di trasformazione
Basti pensare ai compiti immane una riconversione ecologiche civile di una parte non piccola dell'economia italiana
Una politica dei redditi
Non ci trova quindi soltanto disponibili
La riteniamo indispensabili
Ma questo vuol dire ancora molto poco
Anzi su questo termini buono per tutti gli usi se non viene precisato in tutte le sue implicazioni e costume Asso assistere periodicamente
Ad uno scambio di accusa di resistenza diretti censo di incoerenti
All'interno del movimento sindacale
Quando addirittura Poli Allegretti non venga invocata per giustificare
Le più diverse operazioni politica fiscale o contrattuali
Io non ho ancora comprese per esempio
Perché il blocco di tutti i salari di fatto
Per sei mesi
E la penalizzazione fiscale para fiscale delle imprese che aumentasse il loro prezzo
In ragione di fattori non determinati dall'inflazione importata
Fosse meno degna di figurare fra le polizie dei relitti del taglio di due punti di scala
Accompagnato da una crescita incontrollata della parte non contrattato della retribuzione
E voglio prescindere quindi a tutti gli altri aspetti dagli altri
Moventi che hanno influito sulla rottura del movimento sindacale nel mille novecentottantaquattro
Il risultato è stato in ogni caso
Che sino a qualche anno fa
Prima cioè dell'abbattimento del fiscal drag
La sola politica dei reietti che abbiamo sperimentato e subito in Italia in questo di recente
Si è rivelata incapaci a contenere le spinte endogene dell'inflazione
Ha favorito la riduzione graduale del salario reale il netto per la maggioranza dei lavoratori italiani
Accentuando nel contempo in maniera vistosa la disuguaglianza diretto a parità di qualifica all'interno del lavoro dipendente
E soprattutto
Per l'effetto composto del debito pubblico dell'evasione fiscale
Ha consentito la più grande redistribuzione di risorse di questo dopoguerra a favore delle rendite finanziarie e a favore del continente rappresentato dal cosiddetto lavoro otto
Quale politica direi fra le tante possibili desiderate sperimentata
Può nello stesso tempo risponda alle finalità di una collettività impegnata a combattere l'inflazione e le più vistosi di uguaglianza disuguaglianze e aiutare
O almeno non contrastare
Un'iniziativa del sindacato volto ad assicurare con la sua azione solidale una crescita non squilibrato in chiesa Alicante dei relitti effettivi la portare a conseguire cioè un aumento del potere contrattuale del lavoratore sui il nuovo sul loro tempo di lavoro sulla qualità del loro lavoro sulla crescita professionale e anche sul loro salari
Come voi sapete bene
La struttura e la distribuzione di saltare in una grande impresa e oggi un oggetto misterioso
Tenuto accuratamente nascosto
Alla conoscenza dei lavoratori
Dai grandi direttore del personale
Io non conosco altra strada che non sia figlia da un lato
Al coordinamento delle politiche rivendicativa e non solo sarà via
Dei vari settori
Da parte delle confederazioni
Salvaguardando sempre l'autonomia dei soggetti contrattuali e la finalizzazione del rivendicazione soprattutto nei luoghi di lavoro al miglioramento delle condizioni di lavoro di libertà delle persone
E dall'altro lato
All'intervento correttivo del sistema fiscale para fiscale inteso a riportare entro i parametri fissati dal Parlamento la dinamica di tutti i redditi reali nel di fatto
E a correggere contemporaneamente le disuguaglianze più vistosi che possono essersi determina
Se vi sono altre ipotesi praticabili con gli stessi obiettivi con gli stessi vincoli si facciano
Ma si esca dalla diatriba pretestuosa punta ai pretestuosi eccessi alle intenzioni
Anche qui dunque il programma deve voler dire
Che questa proposta sia accolta uno uscire dall'indeterminatezza dagli slogan dai dichiarazione bellicose come delle disponibilità generiche intrise di civismo perbenista
Per compiere scelte per assumere dei vincoli
Non solo nei confronti delle controparti dello Stato
Ma anche nei confronti di chi sceglie questo sindacato
E di chi lo sceglie in ragione dei quello che si impegna realmente a proporre a fare con una faccia sola
Nel confronto con le altre organica azione sindacale
Nel confronto con le controparti nel Paese
Non ho voluto deliberatamente
E concludo davvero parlare di tutti i problemi che sono oggi al centro del nostro travaglio la nostra ricerca
Non ho parlato ad esempio di quello che dovrà rappresentare per noi la costruzione di una vera confederazione sindacale europea aperta a tutti i sindacati
Che all'Est
Si stanno faticosamente liberando dal giogo del sindacato unico di Stato
Con le sue forme di assistenza selettive clientelari
E non ho parlato di quali due fondo saranno necessarie per dotare questa confederazione di reali potere sovranazionale di coordinamento di contrattazione di concertazione
Di quali doverose riforma sono necessarie prima di tutto nell'ordinamento della CGIL
Se accettiamo sino in fondo la prova di trasferire
A livello europeo
Prerogative rappresentanza Poteri che appartengono oggi a nostre organizzazione e non ho parlato di trasformazione quale stiamo lavorando
Per definire le linee guida la nostra politica internazionale come CGIL al fine di rimettere anche qui al primo posto
La battaglia per la costruzione di un movimento sindacale indipendente
Libero dai partiti dall'Istat
Estraneo alla concessione della cosa pubblica
Quale condizioni insopprimibile
Anche per affrontare come sindacato il drammatico conflitto fra il nord e il sud del mondo un conflitto fra poveri e ricchi ma anche un conflitto from professori oppressi fra Nord e Sud e all'interno di ognuno di questi Paesi
Anche per nome
E tramontata la nefasta illusione
Che un regime autoritario tecnocratico militare o religioso che sia con i suoi sindacati di servizio
Con i suoi Liberty ieri cimentati
Possa rappresentare un progresso per quanto doloroso sulla via dell'emancipazione del terzo mondo un passo avanti malgrado tutto rispetta il regime feudale
E parlando del sindacato come associazione volontaria non monopolisti delle rappresentanze parlando il diritto inalienabile al pluralismo sindacale in tutti i Paesi sintomatico di
Parlando di indipendenza finanziaria dei sindacati da Rossana
Noi diciamo che vogliamo dire anche nel Terzo Mondo
Che la democrazia è un finisse e che la sua crescita determina sicuramente
L'unica possibilità di associare il progresso civile con lo sviluppo
Vogliamo dire in definitiva
In Italia e nel mondo
Che contrariamente a quello che pensavano
Anche qui alcuni dei nostri maestri o dei cattivi maestri della destra di oggi
Vogliamo dire che la rivoluzione francese non è terminata
Gravi conciliazione fra libertà uguaglianza e solidarietà non è ancora compiuto
E francamente
La definizione la pratica rigorosa di questi principi
Che dovremo difendere in tutte le sedi internazionali e nazionali mi sembra più importante al momento per definire l'identità della CGIL ma di cui sono sicuro che Ottaviano conviene
Che la precisazione le modalità della nostra adesione alla crisi internazionale che non ci trova contrario in via di principio
Ma che non muterà lo spero natura e l'indipendenza di questo signore
Forse però bastano i pochi esempi fatti
Per spiegare come è nostra intenzione l'intenzione della CGIL
Il programma non sarà una summa teologica
Ma non sarà nemmeno un'agendina l'intenzione nel quale spesso care a seconda delle circostanze
La legittimazione di qualche nostra decisione
Noi vogliamo collegare a questo programma delle regole trasparenti che fissino i termini dei mandati e delle responsabilità dei gruppi dirigenti che definiscono i diritti e i doveri che sostanziano il patto della CDL intende stringere con i suoi aderenti
E con le associazioni di diversa natura che vorranno federarsi con lei
Noi vogliamo soluto collegare questo programma ad uno statuto Della nostra organizzazione
Che il Bellini su basi nuove le forme di organizzazione la forma sindacato che potrà in modo sperimentale flessibile costruire nei fatti nel territorio il sindacato dei diritti della solidarietà
Noi vogliamo uno statuto che stabilisca le regole cogenti della nostra democrazia interni
E soprattutto le regole che insieme alle altre confederazioni vogliamo definire per assicurare un'effettiva democrazia di mandato la quale garantisca tutti i lavoratori iscritti e non iscritti una rappresentanza effettiva e un diritto di decisione sull'attività contrattuale e sindacale
Il fatto che lo sforzo di cui tento di dare conto
Pur commentando lo con riflessioni solo io porto la colpa la responsabilità sia lo sforzo di tutta la CGIL
E sia già ora il risultato di un impegno appassionato dei militanti gli vigenti socialisti comunisti la terza componente del senza componenti che credono in questa CGIL
Dovrebbe quindi rassicurare rassicurare nel profondo
Quanti possono attenere
E dal dissolvimento graduale la componente comunista possono derivare l'apertura di un vuoto di governo
Ho visto delinearsi un'asta CGIL senza regole
O peggio ancora il profilarsi di una CGIL presidenzialisti
Con una direzione collettiva esposta nella sua composizione e la sua durata ad alternarsi erratico di maggioranze preliminare
Sempre però il dovere di ribadire in conclusione di questa relazione e di fronte a questo convegno
Il quale non è stato convocato per discutere del Governo per la CGIL e delle regole in termini questo organizzazione questa con gli scooter Remo nei nostri organismi dirigenti al congresso
Vorrei però poter ribadire quindi che sono soltanto convincimenti
Ma che sono convincimenti che hanno ispirato in tutta la lealtà
La scelta che noi ci accingiamo a compiere come componente comunista
Primo
La scelta di risolvere gradualmente la componente comunista se verrà assunta sarà una scelta unilaterale
Essa non comporta alcuna intimazione a compiere atti analoghi nei confronti delle altre componenti soprattutto se queste non si ritengono altrimenti garantito
Secondo il primo atto di questo dissolvimento statura io credo una rinuncia della componente comunista definire in qualsiasi forma un orientamento in qualsiasi modo vincolante per i suoi aderenti
In ordine alle scelte di politica sindacale o a qualsiasi decisione politica che riguarderà CGIE
Terzo noi ci auguriamo e facciamo in questo senso
La proposta precisi
è una scelta di questo genere
Porti a definire come regola della CGIL
L'organizzazione prima delle più importanti decisioni da assumere negli organismi statutari
Di confronti seminariale
Lì degli a qualsiasi precostituzione condizionamenti di persone informate informali che si bisogna forse anche andare a scuola di democrazia tutti insieme
Per un confronto di idee e non dissimile
Un'analoga proposta l'abbiamo fatto come CGIL alle altre organizzazioni confederale e la ribadiamo qui Quarto ne proponiamo alle forze quindi anche le componenti che hanno governato la CGIL in questi quarant'anni
Di affrontare insieme
La definizione di nuove regole per il governo e l'organizzazione
Con il vincolo esplicito che noi non avvertiamo come una prigione di rispettare soltanto la decisione erano prese di concerto
Un patto non si scioglie naturalmente fra compagni che si rispettano e che si stima
Quinto noi riteniamo che una nuova maggioranza dalla CGIL si possa fermare il prossimo congresso se troverà i suffragi dei delegati non più su un patto fra componenti partitiche ma su un patto di programma
Questo non vuol dire l'approvazione di tutto il programma sarei il primo anticipare il mio molto probabile dissenso su alcuni dei punti probabilmente lo daranno la maggioranza del congresso di hashish
Non vuol dire la parola struttura programmi quale sarà certamente il frutto di maggioranza e di minoranza anche diverse fra di loro
Ma vuol dire l'assunzione di un programma nel suo insieme quando fosse una base certa di convivenza e di direzione comune
E io credo che questo obiettivo sia un obiettivo possibile
è una scommessa ragione
Il programma generale i suoi aggiornamenti avrà necessariamente una vigenza più lunga
Di quella che vincolerà i deliberati operativi adottati in occasione del prossimo congresso della CGIL
Per tutto il periodo che va da un congresso all'altro
Sesto
La verifica dei gruppi dirigenti al termine normato congressuale
Potranno altro avviso
Riguardare l'attitudine nei singoli dirigenti a rispettare i mandati congressuali ricevuti
Senza mettere in questione i suoi orientamenti nella sua composizione la maggioranza di programmi
Ma va salvato il principio di chi sbaglia paga
Se
Vanno tutelati in ogni caso tutte le minoranze politiche
Così come si devono garantire con norme cogenti la rappresentanza di sesso e il pluralismo sociale e culturale della CGIL nella formazione gli organismi dirigenti
Ottavo va garantito il diritto all'organizzazione di tendenza
Intesi a sostenere l'affermazione di una determinata azione politica e sindacale nelle sei decisionale dell'organizzazione
Ed ha quindi assicurata anche per essere il diritto di riunione nelle sede la CGIL e il diritto di espressione nella stampa della CGIL
Questo diritto al pluralismo e quindi all'espressione pubblica del dissenso deve conciliarsi con il dovere di salvaguardare L'Unità e la rappresentatività della CGIL nella condotta da su iniziativa rivendicativa e contrattuale
Nono possono essere studiati
Sistemi di elezione dei dirigenti che consentano gradualmente
A tutti i delegati congressuali di esprimersi almeno per una parte dei candidati senza essere vincolati da un indicazione di componenti
Attribuendo così anche a loro
Che in larga maggioranza non partecipò
Alle decisioni delle componenti partitiche
Un sia pur limitato diritto di vagliare le capacità professionali le qualità politiche le esperienze di lavoro dei singoli dirigenti
Detti
In ogni caso il rinnovamento della CGIL resta affidata al principio intangibile
Che l'unità e il pluralismo e la CGIL costituiscono a su identità per l'oggi e il domani
E rappresentano quindi il vincolo
Che i militanti comunisti come militante della CGIL sono tenuti a rispettare per primi
Nel momento in cui si avvio no allo scioglimento dei loro componenti
Io rimango convinto Company
Che si sapremo vincere paure e diffidenze
Se sapremo buttarci in acqua per imparare a nuotare nel mare dell'Unità
Per ricordare qui le parole che Vittorio Foa rivolse Agostino Novella al congresso di Livorno del mille novecentosessantanove
Quando adottammo le prime sacrosante delibere sulle incompatibilità
Se sapremo spingerci
In questo mare oltre al recinto per i bambini o per le componenti e andare al largo
Laddove i problemi veri ci attendono ma anche là dove potremo dare il meglio di noi stessi
Noi non apriremo soltanto con il programma della CGIL un nuovo capitolo grande storia di questa organizzazione ma apriremo una nuova sfida pacifica per il rilancio dell'unità sindacale in Italia in Europa
Mi hanno molto deluso
Il foglio dirlo qui
Certi commenti Stiz Rosi quando non sprezzanti che sono venuti anche all'interno del movimento sindacale
Nei confronti di questa nostra modesta proposta militante della CGIL iscritti al Pci
E mi sono sentito umiliato come dirigente sindacale
Da certi ricostruzione farneticante e false delle vicende sindacali di questi anni
In cui qualcuno ha voluto per essere al passo coi tempi
Nascondere un opportunismo ma demagogia che fu furono forse anche su due dietro alla cingolati trasmissione del PC morta da oltre trenta
Io mi sono battuto
Come dirigente della CGIL
Contro gli scioperi a oltranza da fare nel mille novecentottanta
E mi sono battuto Ottaviano ricorda bene perché la pensava così anche lui per trovare un accordo ben prima del quattordici ottobre
E mi sono battuto per queste questa all'interesse anche davanti ai cancelli della fabbrica
Senza che per questo i compagni di Torino mi togliessero il saluto
Non ti ho trovato in quel momento dalla mia parte caro Carniti
Né in quel momento nelle poche riunioni dirigenti confederali alle quali ho potuto partecipare
Anche se era assente in quelle riunioni negli d'onnipotenza del Partito comunista anche allora tu non eri d'accordo con me
E io ritenni allora come oggi più coerenti
E più rispettabili quei compagni che credendoci sinceramente si batterono fino alla fine per una soluzione diversa da quella che io sostenevo comunque mettiamola piuttosto così cari amici
Ieri
Unità sindacale era impossibile
Perché sembrava che dovesse premiare l'egemonia dei comunista della CGIL
E il nome di quel periodi sono consumate vicende di quel pericolo si sono consumate vicende non sempre glorioso e per il momento sindacali Italia
Oggi almeno stando a molti osservatori e amici questa egemonia dovrebbe essere
Incontestabilmente gli altri di nuovi protagonisti magari generosi nel tendere una mano Annoni sbandati sopravvissuti al travaglio che attraversa il nostro partito
E che noi viviamo perdonate cieco con sofferenza ma anche con rispetto e con orgoglio ebbene il comunista della CGIL
Nello show di lavoro componente di tono dicono a tutti questi amici e compagni
A quelli più cari e a quelli più astiosi
Noi l'unità sindacale la vogliamo lo stesso
L'egemonia sarà quella che il Dio vorrà
O se preferite quello che vorranno la nostra e la vostra intelligenza e lealtà
Continuando
I lavori
Te le correnti significherebbe infatti distinguersi di volta in volta quando fosse necessario su singole scelte del sindacato
Radicate nella sua esperienza e nelle esigenze che sono solo intrinsecamente esprime secondo gli interessi dei lavoratori
D'altra parte è incontestabile che la disperazione delle correnti e le regole mai scritte ma sempre rispettate
Nel corso di quarantasei anni hanno consentito la CGIL di neve Renon pluralismo unitario talvolta faticoso e difficile anche perché il soggetto più facilmente ad influenze esterne
Ma alla resa dei conti garanzia dalla nostra unità in Italia oggi più che mai a mio giudizio è necessario che il movimento sindacale sia capace di esprimere quella politica di cambiamenti delle strutture economiche e sociali TIM moralizzazione della vita pubblica e ripresa dello sviluppo e di tenuta della democrazia io vedo attaccate
Loro compattezza possono ergersi a presidio di interessi così generali ciò è avvenuto in altri tempi deve ripetersi ogni volta che i valori essenziali sono messi in discussione
Ora più che mai e sono convinto che il futuro del Paese riposa sulla determinazione sulla compattezza del mondo del lavoro sulla sua unità anche oltre i confini del movimento sindacale organizzato scusate se non potendo partecipare al vostro convegno ho voluto soltanto esprimervi parzialmente sinteticamente convenzioni che fanno parte di un patrimonio accumulato nei decenni della nostra CGIL
Un abbraccio fraterno a tutti Luciano lama
Ringraziamo il compagno oramai questo messaggio
Che è anche un contributo in merito alla nostra discussione
Compatibilmente con la presenza della stampa e torna il girovagare dei compagni e dovremmo cercare di riprendere la discussione
Facciamo la mediazione
Passiamo qualche minuto prima di dare la parola ai compagni
Compagni
I lavori riprendono alle dodici e dieci e precise
Nel merito
L'assunto da cui mi pare inevitabile far discendere
I nostri ragionamenti
è la presa d'atto della crisi radicale
Dell'intero sistema della rappresentanza
Dell'insiste ma dalla rappresentanza
A livello istituzionale politico sociale
Crisi radicale dell'intero sistema dalla rappresentanza che conosciamo
E di tutti i tradizionalisti tutti
Dei di questo sistema di rappresentanza
Crisi a me pare inoppugnabile
Per qualunque osservatore della nostra vicenda sociale e politica
Ne fanno fede i fenomeni ormai macroscopici
Di deterioramento delle istituzioni
O di allontanamento dalle forme tradizionali dalla politica
Fenomeni ormai tanto discussi fra di noi forse non ancora sufficientemente attentamente indagati tuttavia del leghismo del corporativismo politico sociali e così via
La crisi dell'esperienza storica del sindacalismo industrialista anche nel nostro Paese sta per intero
Questo è un punto d'analisi che io credo decisivo anche per comprendere poi
Le proposte di intervento sta per intero entro questo quadro
è una crisi che coinvolge tutte le istituzioni dalla rappresentanza
I gruppi dirigenti e alcune organizzazioni di alcune organizzazioni sociali o politiche negano o tendono a negare ciò io credo il più delle volte per il solo fatto che quelle organizzazioni si trovano congiunturalmente
In una qualche posizione di vantaggio nella dialettica politica in atto
O magari soltanto perché così sembra i gruppi dirigenti al loro parziale istinto e alloro inerziale istinto di conservazione
Il sistema della rappresentanza che conosciamo risale ad oltre mezzo secolo fa
Le correzioni intervenute sono risibili in questi cinquant'anni
Mentre la società di oggi denuncia distante incommensurabili da quella di allora
Ancora
Il sistema della rappresentanza che conosciamo in tutte le sue forme partiti o sindacati o istituzioni
Il sistema della rappresentanza che conosciamo
è fortemente segnato da profili di identità che affondano come ben diceva la relazione di questa mattina le radici in premesse di valore metà storiche
I riferimenti ideologici addirittura metafisici in alcuni casi a tutto discapito della trasparenza e della efficacia dei programmi e dell'agire concreto
Ripeto a me pare che ciò sia vero anche per chi tende per convenienza occasionale a misconoscere
La controprova
Le riforme istituzionali la necessità di nuove regole è ormai da tempo il tema dominante in tutte le sedi della dialettica politica fermo restando naturalmente la diversità di soluzione proposta
Ma il fatto che di ciò comunque si discuta come questione ormai inevitabile dal dai vari dai più vari punti di vista in ogni caso come questione centrale in tutte le sedi della dialettica politica e sociale me pare sia la controprova più evidente e più forte dell'assunto da cui sto cercando di partire con questi ragionamenti
Si impone dunque sadico con una formula che compaia trentino ha usato in altra sede recentemente parlando di queste questioni
Una riforma istituzionale della società civile
Oltre che delle istituzioni politiche in senso stretto in questo Paese una riforma istituzionale dalla società civile
In essa
Al suo interno anche del sindacato dell'esperienza del sindacalismo italiano non della sola Sicilia
Abbiamo ancora il sindacato di Yalta in questo Paese
Per forza c'è poca democrazia in questo sindacato non potrebbe che essere così
Non potrebbe che essere così
Ma la semplice denuncia di ciò non basta più
Ormai occorre appunto passare l'appuntamento di oggi
Molto importante in questa direzione
A uno sforzo di elaborazione di proposte
Per noi dopo Chianciano
La domanda è come essere un sindacato effettivamente generale ed effettivamente democratico
O meglio
Come far vivere in Italia un sindacato effettivamente generale e democratico
Anche superando a tal fine le forme organizzative storicamente date a partire da Novi naturalmente
Io intravedo perché quest'operazione possa essere iniziata realisticamente seriamente
Io intravedo tre condizioni di pari rango
Tre condizioni ugualmente fondando
Che cito in una sequenza oggi aspetti a logica non casuale anche se dico tutte e tre a mio parere ugualmente fondanti la prima naturalmente il prete grazia del fatto che procederò in questa parte Persotti per soli titoli alla parte di merito sulla quale era l'azione si è a lungo diffuso la prima un programma forte creando visibili le forme gli obiettivi e i vincoli di una moderna concezione dalla solidarietà
La seconda alla scelta di metodi e regole della democrazia
Le strutture da domani in poi che questa questione oggi ed apposta dentro la vita concreta dell'organizzazione a questo punto
Credo che sarà evidente ciascuno di noi nei prossimi giorni nelle responsabilità che ciascuno di noi è chiamato reggere nelle dialettiche dentro le strutture che con questa questione adesso dobbiamo già fare i conti in vista del prossimo congresso concretamente
Non sto sostenendo un'ipotesi un'interpretazione radicale dalla proposta in questo senso
Sto chiamando la coscienza prima di tutto Milia e se mi è concesso di tutti noi
Alla consapevolezza del fatto che adesso con questo problema dovremo concretamente in termini di regole di ipotesi di lavoro di percorsi concreti fare i conti per il prossimo congresso adesso il problemi in ogni caso è posto e naturalmente dovrà far premio in tutti noi il senso di unità la condizione di unità che Bruno poneva la fine della sua relazione ma il problema è posto per tutti non c'è più a questo punto chi garantisce qualcuna
Questo credo sia nella nell'affrontare il problema naturalmente non lo dico in senso assoluto
Questo credo sia il punto da tutt'su questo aspetto della questione che deve essere assolutamente chiaro tutti no per un pluralismo più ricco ed effettivo
Che sin vere si misura appunto sulla prima delle tre condizioni il programma e la terza
Condizione
La terza condizione sulla quale per quanto mi riguarda semi lo concedete vorrei attirare la vostra attenzione
Con particolare calore con particolare commenti comma convinzione
La progettazione delle forme di una possibile rappresentanza unitaria del lavoro dipendente in Italia
L'attuale stato di cose quello che rifinite il sindacato di alta quello che ha definito il nostro pezzo di crisi del sistema della rappresentanza
Non lo risolviamo potremo esso risolverlo superarlo in avanti anche se affronteremo ad adesso questo punto
Un nostro impegno per progettare le forme di una possibile rappresentanza unitaria del lavoro dipendente naturalmente senza ledere il diritto al pluralismo organizzativo Crespo un punto di riferimenti rinunzia
Nelle cose di oggi nelle cose che oggi vivono dentro di noi ma nel senso che è di cento dentro le esigenze che i tempi ci impongono se sappiamo vedere e si era assunto da cui sono partito
Giusto a me pare che sia giusto naturalmente
Ed è proprio in questo orizzonte che così allora si ampli ieri si arricchisce in questo orizzonte che perde senso rimpicciolisce fino a scomparire
La disputa aprioristica sulle nuove formule invocate per un presunto una presunta riforma della sola CGIL l'unità dei riformisti o altre che senso ha limitare così l'orizzonte crearci subito una nuova gabbia questa appunto altre che siano se l'opera che ci compete a me pare che sia così è invece molto più ampia molto più complessa e varca i confini dalla riforma della sola CGIL percome storicamente la conosceva
E perché mai il solo della CGIL infatti dovremmo discutere e dei suoi destini se ciò che vogliamo io dico se ciò che dobbiamo contribuire a fare riformare l'intera esperienza del sindacalismo italiano del secondo dopoguerra
Uscire dal sindacalismo di alta è davvero andare in Europa anche in questo senso dell'Europa del futuro non in quella del passato naturalmente
Da ultimo e quindi è la terza condizione quella della progettazione dell'unità del nostro impegno progettare
Un nuovo sindacato unitario potenzialmente davvero unitaria in questo Paese come questione già posta già data da dentro i termini politici dell'oggi da ultimo a chi accusa questa ipotesi quella piogge presentata di essere troppo in sintonia con i processi avviati nel partito comunista
E desume da ciò una caduta ulteriore di autonomia
A chi così ci obietta a me pare si debba rispondere che è vero il contrario
Naturalmente io cerco di mantenere un filo logico mi pare coerente con l'assunto da cui sono partito infatti se saremo capaci di riformare l'esperienza del sindacalismo italiano ripeto non della sola CGIL
Se saremo capaci di riformare l'esperienza del sindacalismo italiano su basi programmatiche unità richiedemmo pratiche
Contribuiremo a quella riforma della società civile e con essa di tutte le sue istituzioni la cui esigenza mi pare il segno più le quote più eloquente dei tempi e allora altro che sintonia che fa presumere una caduta di autonomia
In realtà questa è se così riusciremo a fare la più alta manifestazioni di autonomia che da noi potrebbe venire per la riforma del sindacalismo e della società italiana
Di Gioacchino invito i compagni a rispettare l'esempio vive per caso addio di contenere gli interventi se possibile fra i dodici e i quindici minuti dopo di Gioacchino sul mollezza
Ma io credo che trentina ce l'abbia
Motivato oggi
Anche in maniera più organica che nella riunione dell'esecutivo
Le ragioni profonde di una scelta di questo tipo
Che stanno per così dire in un'operazione di verità in qualche in qualche modo anche liberatoria
Nella ricerca di l'autonomia del primato di un progetta e di un programma per il rinnovamento della della CGIL
Io credo che questa scelta è questo modo di ragionare prima ancora che la scelta in sé
Ci aiuta risolve una questione centrale oggi per il movimento sindacale
Come fondare allargare oggi la rappresentanza del sindacato nel mondo del lavoro e quindi attraverso la rappresentanza effettiva legittimare la rappresentatività del sindacato generale
E quindi la sua autorevolezza contrattuale e anche il suo essere soggetto politico che vuole operare nella società sui problemi dello sviluppo dell'occupazione delle riforme istituzionali del mezzogiorno della moralizzazione della vita pubblica
Una rappresentanza che non si costruisce più oggi lo sappiamo
Assuma andò criteri tra l'altro non verificati di appartenenza politica o ideologica o finalistica
è un processo che ed assai più complessa
Se noi guardiamo le modificazioni non voglio fare analisi ma
Abbiamo ormai una dislocazione settoriale dell'occupazione ci diciamo tutti il sessanta sessantacinque per cento e nei settori
Non industriali già questo di per sé è un è una rottura con la cultura della CGIL ancora non assunta in quanto fino in fondo
Abbiamo una concentrazione di lavoratori nelle piccole aziende
Il lavoro nero e irregolare che cresce ormai siamo sui tre milioni di lavoratori irregolari e dell'economia sommersa non comprendendo i contratti di formazione lavoro e l'apprendistato su questi abbiamo modularità di orari flessibilità di prestazioni di contratto frammentazione del mercato del lavoro
E ognuno di questa articolazione ha una sua ricerca di identità di soggettività
Spesso non è solo subita dai processi ma spesso invocata come una differenza possibilmente Scelta auspicata
Per così dire dai nuovi attori sociali le donne i giovani
Ora questo pluralismo sociale professionale e culturale non servono come dire modelli di di appartenenza né vecchia né nuova meno che mai quelli che potremo figurare con qualche nominalismo
Abbiamo bisogno di costruire una un'organizzazione aperta al pluralismo degli interessi delle culture delle professionalità e su questa partita da questo pluralismo riuscire a formare un Progetto fondato su dei valori certi condivisibile
Non è facile mettere insieme diritti soggettivi individuali individualità e un progetto di solidarietà
Non è affatto facile se non facciamo entrare nella vita dell'organizzazione questo pluralismo non c'è operazione illuminata di un dirigente che possa realizzarlo
Per questo io credo che superare la componente un passaggio necessario liberatori in questo senso
Sempreché non sostituiamo altre logiche di appartenenza ancora meno comprensibile riformisti anticomunisti conflittuali visti o partecipe azionisti magari risolvendo il problema occupante trattino tra Termini
Che sono dell'antinomia per cortesia scusa Roberto quella dei compagni che qui rimbomba il brusio della sala perché parla e faticosissimo procedere
Io vedo che presenti un dirigente possa avere un'attitudine alla partecipazione intesa come diceva trentine non come subordinazione ma come un punto alto i democrazia industriale di democrazia economica
Che è una vocazione partecipano i chiodi dette conflittuale con l'impresa inevitabilmente ognuno può avere come dire un'anima conflittuali sta che rimane una testimonianza di sé se non si fanno accordi intese e compromessi
Ma io credo che se partiamo da qui quindi il modello della rappresentanza del pluralismo e di una costruzione di valori condivisi forse se aiuta anche ad affrontare alcuni altri Problemi
Come facciamo come modifichiamo l'organizzazione le strutture organizzative se io guardo le esperienze cercate
Spesso volontaristica mentre qualcuno di buona volontà i comitati del lavoro nelle degli stagionare gli extra comunitarie piccola gente o il quadro di lavoratore terziario avanzato
Mi pare che non ci siamo assolutamente sono tutte esperienze come dire che non hanno avuto il prodotto un risultato concreto allora c'è anche un modello organizzativo se queste sono le questioni una forma di sindacato che va modificata
Oggi abbiamo come dire una separatezza tra le strutture una duplicazione conflitti di competenze tra categorie struttura orizzontale oppure non si sanno bene i ruoli altro che progetti finalizzati e la cultura del progetto che sinergie
Mi pare che siamo come dire lunghezza d'onda del tutto diversa anche nella struttura organizzativa nel modo di essere dell'organizzazione
La tendenza alla sua burocratizzazione ogni struttura alla fine tende più a Davos ad essere autoreferente ad autogestiti carsico più per quello che è che per quello che produce e per le verifiche che si ispira a cui si sottopone
Ma se assumiamo questo del pluralismo della rappresentanza come il fondamento di un rinnovamento con un progetto condiviso con dei sistema di valori beh allora io credo che dobbiamo anche di conseguenza capire quale modello di democrazia nel sindacato
Io credo che dobbiamo assicura un modello della democrazia della rappresentanza del mandato
Che mi pare una questione assai più complessa e più vitale di alcune semplificazioni come quelle referendarie occhi per così dire di una testa un voto una democrazia come dire delle ragioni in campo che si discutono e che ti cerca una sintesi certo regolata dal principio della maggioranza
Ma anche qui non ricostruita attraverso logiche di schieramenti ossificato i precostituiti
E in questo io faccio un po'fatica a capire che significa
Dividersi di volta in volta come un valore inevitabile
Qui ci vede la maggioranza sicuramente esiste ma io preferirei teorizzare un'attitudine dell'organizzazione a ricercare una sintesi condivisa se possibile
Piuttosto che trovarmi una situazione in cui in termini un po'un animisti ci sui grandi valori siamo tutti d'accordo e poi sulle scelte concrete ci dividiamo di volta in volta non saprei cosa
Come gestire un processo di questo tipo a meno che i grandi valori non siano la retorica delle enunciazioni poi le scelte concrete di un contratto di una strategia contrattuale
Di una riforma del del sistema delle relazioni sindacali siano le scelte per così dire contingenti oppure le cose che diceva Trentin quale politica dei redditi quale democrazia industriale
Questo senso se posso capire il senso di di una cosa che può sembrare di poco conto ma non lo è
Un approccio seminariale prima di un processo di decisione abile Transavanguardia significare la ricerca dell'organizzazione l'attitudine della RAI dell'organizzazione a ragionare sugli argomenti e su una sintesi argomentate l'ultima questione che mi pare anche qui in gioco se queste sono le scelte la formazione dei gruppi dirigenti
Se superiamo il principio di appartenenza in qualche modo che ha regolato questa questione e se ne ne diamo un'altra altrettanto disastroso di logiche di schieramento di gruppi che di volta in volta si possono formare io credo che anche qui dobbiamo ritrovare le ragioni di un processo nuovo nell'attitudine a valorizzare il pluralismo dell'esperienza in qualche modo che si fonda e che che non si fermi a Rinnovamento come Vieri consigli di aziende o dei livelli più bassi della direzione ma che è che arrivi fino ai livelli più alti dell'organizzazione
E in questo senso
Non sarei neanche per riprodurre all'infinito una logica un po'perversa in qualche modo degli atti di forzature o delle quote garantite
Così come siamo andati facendo in questa in questa fase l'Italia del pluralismo dell'esperienza delle espressioni come di delle dell'esercizio praticato di direzione sindacale e perché no anche delle capacità delle responsabilità
Delle professionalità delle diverse attitudini culturali che esprimono i gruppi dirigenti ma io credo che se facciamo così rimettendo in gioco principio di responsabilità e quindi senza garantire Smith senza reti di protezione
Dobbiamo anche cento anche sdrammatizzare i problemi che avvengono a livello della formazione di gruppi dirigenti rendere più fluido mobilità rotazioni entrate e uscite
Creare un cieco meno burocratico in qualche modo del funzionariato del sindacato che vive del pluralismo che rappresenta delle esperienze che fa me paiono queste le questioni che inesperti non li risolviamo qui con questa discussione ma sono questioni strettamente legate al dibattito congressuale
Delle quali nessuno si può esimere ridiscutere perché mi pare che almeno gran parte di queste certo non le sole sono le questioni che dibattiamo ormai da tanti anni li dibattiamo nel sindacato indipendentemente io credo nei processi politici aperti in altre forze politiche o partitiche
Così come giustamente diceva casi via non sono automaticamente riproducibile al nostro interno proprio anche perché come dire il primato dell'autonomia del sindacato in dare il fondamento di questa ricerca
Tosi mollezza segretario confederale della CISL ringraziamo nuovamente per aver accettato l'invito
E per il suo contributo dopo di lui Fausto Bertinotti
Invito di nuovi compagni a non parlare in sala perché davvero il brusio insopportabile
E abbiamo riflettuto un attimo con la segreteria generale prima di decidere
Se era opportuno o meno partecipare in termini di dibattito non certo in termini di presenza ma tenuto conto del livello della relazione e anche io credo dall'importanza in qualche misura storica di questa vostra riunione abbiamo poi deciso di intervenire
Evitando anche di portare un saluto soltanto tradizionale io cercherò di fare lo stesso mestiere minima chi mi conosce sa che ho abbastanza capacità di sintesi e credo e spero anche mi auguro di chiarezza nel mie espressioni
Questa mattina quando i giornalisti mi hanno chiesto qual era il giudizio
Che come cifra potevo dare sulla relazione di Trentin io ho detto una buona partenza che avvia un percorso molto lungo e che nel sindacato da tempo molti si attendevano
Buona perché intendiamo dare pieno credito alla volontà di portare la CGIL nel campo dell'autonomia culturale e politica
Affermazione che Trentin fa più volte nella relazione sforzandosi di arricchire di contenuti questa scelta scelta che si avvicina alle opinioni che nella CISL hanno da sempre trovato terreno fecondo
Voglio dire cioè
Che se anche il contesto di queste scelte e maturato forse di più per spinte esterne o per meglio dire per le dinamiche e le trasformazioni che sono in atto nel PC
Questo non ne sminuisce la validità né in termini di proposta né in termini di prospettiva
Il limite che non ha permesso fino ad oggi
E che bloccò a suo tempo il percorso verso l'unità sindacale stava proprio nella diversa concezione dell'autonomia e della valorizzazione del pluralismo tra le diverse organizzazioni sindacali
Con la vostra discussione sia via quindi una nuova fase di riflessione
Che non potrà che essere segnata dall'evolversi del processo al vostro interno
Semplificando e necessario che si parli di unità sindacale a partire dall'acquisizione in tutta la CGIL dei valori di riferimento che prima citava
è ovvio che le rivoluzioni di un giorno hanno sempre scarso esito
Ma non posso non rilevare come il percorso proposto mi pare rinvii a tempi eccessivamente lunghi l'acquisizione degli obiettivi indicati
Non posso nascondermi che avremmo gradito che fin dal prossimo congresso a voi vi foste messi in grado di scegliere tutti i gruppi dirigenti senza più riforme riferimenti all'appartenenza partitica
Da questo punto di vista sì pare essere una contraddizione laddove si propone di tutelare le minoranze politiche
Invece di pensare che vanno tutelate le diversità di opinione ed esperienze sindacali
Anche se
Chi guida un'organizzazione
E anche io una parte di responsabilità evidentemente in un'altra credo che debba ritenere giusto che la locomotiva gravi la sua velocità in modo da non perdere vagoni per strada
Trentin stamattina riproposto
Per l'interno delle CGIL ma richiamando anche le altre confederazioni
Un'ipotesi di lavoro seminariale
E noi consideriamo certo preferibile e quindi è una risposta affermativa da parte della mia organizzazione costruire il confronto tra le organizzazioni sindacali attraverso seminari
Come oggi ho già detto ripropone trentini anche perché in mancanza di altra strumentazione finiscono di prevalere il forum e le tavole rotonde di appartenenza partitica
Vorrei evidenziare alcuni elementi discutibili che ho colto nella relazione
A partire dal giudizio sulla crisi del sindacato
A nostro parere si può correttamente affermare che il sindacato si trova in difficoltà
Ma tale difficoltà deriva non tanto da una crisi storica ma dal ritardo con cui tutti noi ci muoviamo verso le novità che sono presenti nel mercato del lavoro e nelle condizioni dei lavoratori
Tutti insieme
Abbiamo più capacità di rinnovarsi e livelli medio alti delle nostre organizzazioni e abbiamo contemporaneamente meno capacità e quindi meno Roma rinnovamento sui posti di lavoro
Ci sono difficoltà oggettive
Era più facile tempo fa individuare i bisogni e rappresentare gli interessi quando si trattava di mettere il pane sulla tavola perché manca era più facile individuare i bisogni collettivi
Oggi c'è il primo c'è il secondo e dobbiamo in molti casi nella prevalenza dei nostri casi discutere di quale grappa dobbiamo servire gli utenti del tavolo
E qualcuno lo volesse che qualcuno lo vuole morbida la lettura di questi bisogni e più complicata necessità maggiore professionalità anche all'interno dei livelli inferiori del sindacato
E anche per questo motivo strumenti come il referendum diventano inutili perché rischiano di sommare bisogni minori e quindi di sommare tutte le negatività
Dall'analisi che abbiamo fatto il sindacato confederale
In larga massima mantiene tutta la sua rappresentanza tra le figure a suo tempo tradizionali
Mentre non è ancora in grado di estendere la propria tutela alle nuove e vecchie professionalità che si sono via via affermate in termini quantitativi e qualitativi in tutti i settori del lavoro
Ed ancora
Di fronte alla crescente diffusione delle piccole e medie imprese
I comportamenti che si tende ad assumere ancora oggi sia sul piano contrattuale che su quello delle rappresentanze
Continuano ad essere simili a quelli che si assumevano quando si riteneva sufficiente agire nei grandi stabilimenti in un rapporto sostanzialmente esclusivo con l'operaio massa anche da questo punto di vista il confronto in atto sulle rappresentanze risulta frenato
Noi riteniamo che si debba votare dappertutto nelle grandi nelle piccole imprese negli uffici
Misurare la rappresentanza aziendale ma misurare anche la rappresentanza territoriale
Vi sono motivazioni che riguardano la contrattazione l'obiettivo della contrattazione decentrata per le piccole e piccolissime imprese e l'obiettivo di portare alla contrattazione decentrata nei servizi
Tenendo conto delle diversità che vi sono tra settore privato il settore pubblico laddove nel secondo caso dobbiamo sempre pensare che dobbiamo tutelare gli interessi di chi lavora dentro ma anche di chi è utente di quel servizio
Si tratta di affidare attraverso il contratto nazionale del lavoro poteri reale di contrattazione a queste nuove strutture
Pur tenendo conto che delle specificità che dicevo prima
E per quanto riguarda il metodo di votazione e l'esito della votazione
Noi prego privilegiamo nettamente quel metodo che fotografa fedelmente il pluralismo sindacale effettivamente esistente sui posti di lavoro
Convinti che il valore della solidarietà è insito nella confederale ITA non potrà che premiare rispetto formazione sindacale autonome o corporative
Siano essi relative a figure professionali siano esse relative a specifiche situazioni territoriali
Altre riflessioni della relazione Trentin meriterebbero approfondimenti
Voi l'individuazione di un'impostazione comune rispetto a quella che potrebbe essere una nuova e più generale politica dei redditi
Così come la conquista
E uso questo termine perché nessuno disposto regalarsi è la anche se anche all'interno del sindacato vi sono eccessive semplificazioni in questa direzione
Di nuove forme di partecipazione non supporta una non subordinata dei lavoratori alla codeterminazione delle scelte d'impresa
Concludo qui
Prendendo atto con soddisfazione che trentenne la sua relazione mi pare riqualificare il primato della contrattazione rispetto all'uso dello strumento legislativo
Anche questa scenetta concorre a rafforzare la concezione di un sindacato autonomo capace di essere soggetto politico in grado di auto governarsi comparo valori e regole di democrazia rappresentativa
Fausto Bertinotti dopo di lui Claudio Sabattini
Io penso che la proposta che sta avanzando ossia un atto necessario insieme un atto di coraggio politico
In una fase caratterizzata da una crisi profonda
Del sindacalismo confederale
In una fase così era necessario trovare un bandolo della matassa chiaro con forza
Il bando naturalmente non è il solo possibile
Ma quello scelto non è arbitrario è reale
E può dare luogo a un circuito Graziotti virtuoso
Non capisco francamente le resistenze che ci sono anche tra di noi
Ma davvero non abbiamo sofferto tutti i mille volte in una riunione in un congresso sulla impossibilità di eleggere liberamente i gruppi dirigenti
Sulla sottrazione che veniva provocata le compagne e i compagni di poter concorrere alla formazione di una decisione a volte persino a discutere in un organismo dirigente il patto di governo tra le correnti partitiche si è portato oltre il suo tempo e così come sempre i fenomeni di questo genere si è rovesciato in un fenomeno di conservazione
Esso è risultato costruito due fatta due fatto
Un diritto di veto attribuito alle correnti a tutte le correnti
è un monopolio delle correnti medesime nella selezione dei gruppi dirigenti
Ma mano che il tempo passa entrambi questi termini diventano più pesanti
Il caso delle donne da questo punto di vista mi sembra esemplare
Le donne Cornello protagonista si sono aperta la strada nei gruppi dirigenti
Eppure anche questa necessaria e persino tardiva apertura
Risultata profondamente segnato la logica delle correnti
Una domanda ricca come quella che proviene dalle donne una domanda che si manifesta persino in una forma di di critica della democrazia rappresentativa
Di critica all'astrazione storicamente determinata che la caratterizza
Che chiede di portare nella formazione delle decisioni dei comportamenti domande ricche di relazioni di apporti non rappresentabili cadde Erika persino domande così ricche sono risultate piegate segnato dalla logica delle correnti
è il segno che l'estremo
Così compagni compagni non si poteva continuare se non pagando un impoverimento di tutti di tutti noi
Un atto come questo può segnare la liberazione avviare alla liberazione di energie e forze per una ricerca che si presenta difficile
Per una sperimentazione sociale e contrattuale delle forme con cui fu a uscire dalla crisi del sindacalismo confederale
Attraverso anche una lotta politica aperta e trasparente fra di noi
In gioco è davvero il destino del sindacalismo confederale
Procedimento graduale delle correnti non deve dare luogo a un presepi di stato di cera
Ma liberare aggregazioni vocazioni sensibilità diverse che possono cimentarsi anche offrendo stimoli di riflessione di proposta di ricerca
E tutto questo non sono non deve indebolire ma anzi può rafforzare l'unitaria efficacia l'azione del sindacato
Si tratta di empietà questa via
Un circuito corretto
Che porti ad affrontare questioni importantissime come quella della democrazia nel rapporto fra sindacato lavoratori oggi così duramente colpita sia nelle forme di reazione della rappresentanza che mi organizzazione del mandato
E insieme di lavorare rivendicazioni a programma alla costruzione di un nuovo protagonismo dei lavoratori delle masse
Fra i grandi questioni
Sono aperte su questo terreno da cui dipende il destino assiderato confederale
Quella democrazia quella di della indipendenza e quella della invenzione di una nuova pratica sociale e contrattuale capace di dar vita a un progetto di trasformazione
Lezione asso Perahia e nella nel modo di produzione capitalistico
Il tema della democrazia è una questione
Noi discutiamo spesso della crisi del sindaco della democrazia sindacato che è andato reale pesanti
E tuttavia anch'io sono contrario a uno slittamento di qualche volta si produce partecipato la tesi del sindacato poi questa scritta
A parlare della crisi dalla CGIL poi diventa la crisi dei suoi gruppi dirigenti in realtà non c'è per niente bisogno di far valere un orizzonte così meschino è riduttivo
Bisogna guardare questa questione della crisi del sindacato come un lato di una questione più drammatiche complessiva
La crisi della democrazia rappresentativa in cui viviamo
è in crisi il compromesso democratico costruito in tutto questo può pure
La domanda di Alice nel paese delle meraviglie chi comanda qui chi è il sovrano non riuscirebbe più a trovare oggi una risposta dentro l'ordinamento democratico esistente
Ieri si stanno distribuendo dislocandosi altrove e intanto si produce una Crisostomo azionare però il fast pay delegante organizzazione di massa che De periscono mentre al contrario una mondializzazione dei mercati ed è fine è fortemente ad Abbate alla capacità d'iniziativa di governo e di sapienza tu grazie vitalistica mettervi in paese al centro di ogni decisione
Fare impresa sempre più centrale mentre agli altri soggetti veicoli la democrazia definiscono e qualche pezzo fa della democrazia una sorta di paradigma un paradigma invitato per cui persino gli organismi democratici tendono a essere invidiosi delle modalità non democratiche attraverso le quali decide in paese capitalistica
Impresa e come facciamo finta qualche volta e dimenticare un'organizzazione non democrazia
è un'organizzazione che ancora oggi produce pulsioni non democratiche sulla società in pista
Il politologo americano molto noto autorevole come prova dal nel suo ultimo libero indaga in maniera inquieta precisamente questa realtà a questa condizione dica in visita la democrazia io vedo sovrapporsi un tentativo di chiudere il cerchio da parte delle classi dirigenti delle classi dominanti di fronte al fatto che questa evoluzione industriale
Che questo grande mutamento del modello di sviluppo ha bisogno nondimeno consenso ma di un sovrappiù di consenso per poter funzionare e per poter essere competitivo a questo meccanismo non basta l'erosione degli strumenti democratici
Deve tentare di chiudere il cerchio
E per farlo si propone un'operazione politico-culturale la cancellazione di qualsiasi cultura critica nei confronti del funzionamento di questa organizzazione della società dello Stato
Un tentativo di di demolizione di un'opposizione capace di prospettare un'alternativa e l'integrazione del sindacato confederale insomma una miscela di Stati Uniti d'America ed il Giappone
Di fronte a questa condizione
Io credo che si delinei con precisione nettezza il primo compito del sindacato confederale
Quello di farsi il punto di riferimento per la costruzione di una vera e propria controffensiva democratica per alla costruzione di nuovi poteri ad interventi sui processi innovazione a partire dal lavoro evita i lavori
Ha ragione volutamente in apporre con la forza e la lucidità che ha fatto la questione del lavoro nell'innovazione
E dobbiamo caro stare attenti oggi che ci rivolgiamo tutti insieme spesso la domanda la sollecitazione a non ripetere passato a non dire a ripetere anche pagine gloriose dalla nostra storia
Come quella del primo dopoguerra
Quando l'idea emancipati Iva della democrazia previste nell'ordinamento costituzionale
Che appunto fa sì che il protagonismo delle genti venga indicato come necessario di una rimozione delle cause che lo possono svicolare
Di fronte a quella che allora si presentava anche allora come una grande motorizzazione alle situazioni capitalistica tenuto guerra vide il movimento operaio costruirà la sua replica prevalentemente sulla difesa dei diritti politici e sulla credo che anche rispetto a queste pagine gloriose noi abbiamo bisogno di una previsione
E abbiamo bisogno cioè di non operare in maniera difensiva il nome dell'ordinamento democratico la coso ma invece di lavorare alla costruzione di nuovi poteri riga di nuove forme di democrazia
Non è appunto la questione di via sta proposta della liberazione dei lavori
Una atteso di un fine che possa essere rinviato a un'altra organizzazione della società
Questi nuovi potere questo pace trasformazione del lavoro questa possibilità di inviare nel lavoro nuove forme di democrazia possono prendere anche le forme dei diritti individuali e collettive
Possono recuperare filoni come Cristo ha ricordato anche l'introduzione assai significative dalla nostra storia e dei dintorni Canossa sto non è solo come si è visto chiaramente la narrazione di Bruno il recupero di una pura straordinaria esperienza di lotta sull'organizzazione del lavoro per la liberazione del mio lavoro come quella compiuta negli anni Sessanta e anche altra cosa e l'idea che sia necessario Aprilia un processo graduale di modificazione dell'ordinamento esistente a partire dai luoghi di lavoro da tutti i luoghi di lavoro e per tutte le professioni e per tutti i generi
Un po'accesso insomma che dia luogo a prime esperienze
Di riconquista di elementi di autogoverno di liberazione nell'albo cioè della possibilità di scegliere fra i lavori Bell lavoro cioè della possibilità di organizzare forme di cooperazione che abbiano spazi di autogestione
Dal lavoro cioè operando Grasso Maria di riduzione degli orari che consenta anche di lavorare una prospettiva di ricomposizione tra produzione e produzione
Questi elementi sono elementi costruttivi Nuova democrazia per questo io
Debbo dirlo con grande
Convinzione
Considero il punto di partenza che ci ha presentato la relazione importantissimo
Dio è che noi partiamo da una sola certezza
Che data dalla individuazione della conferma anzi per usare il termine infranti
Della esasperazione della dipendenza del lavoro subalterno dalle gerarchie decisionali dell'impresa in questa impresa e in questo lavoro in innovato
Vuol dire che ridotto un punto di vista di grandissima forza riformatrice
Sia sull'ordinamento democratico sia sul terreno dei contenuti e delle condizioni di vita della gente discutiamo
Discutiamo questo punto di partenza
Confesso che ho una certa saturazione
Per le richieste perentorie e qualche volta un po'arroganti che ci vengono mosse affinché abbandoniamo sostituiranno liquidiamo
Non solo il nostro passato ma le nostre esperienze le nostre culture cultura che poi magari si chiamano appunto come qui veniva giustamente indicate con il suo è il o polemico
Non sempre quindi coltura così ortodossi
E sostituite cancellate invece il nuovo nuove i geologi bene
Io credo che dobbiamo discute
E per questo Papa proporrei per tutti in primo luogo per me di lasciare immenso speso
Gli orientamenti ideologici di sospendere per un tratto del nostro il cammino il dovere essere se dovremmo essere cooperativi col gestionali e con o conflittuale
Sospendiamo per un momento la pensione
E scendiamo l'analisi del lavoro subordinato venti lavori subordinati
Scegliamo l'analisi scientifica di questa ristrutturazione capitalistica per quello che dà luogo nell'innovazione
Anche in termini di sofferenze psicologiche umane di privazione di pianificare tagliate di creatività e di potere
E cerchiamo di risponde alla domanda se si possa e si voglia risponde in termini di liberazione a queste sofferenze
E qui allora che io vedo come questa ristrutturazione concretamente questa ristrutturazione questa modernizzazione che hanno di fronte
Insieme all'evasione democratica porta con sé fenomeni concreti di alienazione
Non lo dico sulla base ammesse geologica e non lo dico facendo riferimento al bagaglio più alto della cultura di cui siamo in qualche modo vissuti faccio esperimenti a ricerche empiriche sul campo mi affido a cose fatte comunque compagno Vittorio Pisani che indica
Contee Nacciah Costanza luoghi di lavoro diversi e scopro che appunto una delle caratteristiche più diffuse nei vecchi e nuovi lavori e precisamente questa perdita di controllo dei lavoratori sul proprio futuro di lavoratori e dei cittadini
Alienazione in questo senso preciso concreto persino sardo semplicemente sociologico
E ancora vedo che questa è stata un'azione produce un dualismo crescente fra nord e sud
Guardiamo cosa diventato cosa sta diventando il Mezzogiorno d'Italia quali problemi giganteschi proponga il sindacato confederale alla democrazia del Paese
E guardiamo quali repliche conservatrici venga da questa è stato l'azione alle domande di qualità che promuovono la differenza sessuale oppure delle questioni come quelle ecologiche ed è amico di poter retrovia
Mi chiedo
E ci chiedono se questa anche sommariamente il quadro quale risposta noi dobbiamo dare a questi problemi
Io credo che non ci sia tra noi differenza sul terreno della gradualità
Il terreno della gradualità è un terreno insieme obbligato e scelto abbiamo imparato tutti che dalle ora X ed al Palazzo del dà l'assalto al Palazzo d'inverno non scaturiscono necessariamente trasformazioni e forme di liberazione del lavoro e dei lavoratori anzi
Possono scaturire a fenomeni drammatici di occasione storica
Il gradualismo non è solo una concessione diciamo all'esistente il gradualismo e il modo attraverso il quale le donne e di uomini che vivono queste condizioni degli asili sofferenze possono lavorare rottamate operare una trasformazione
Delle condizioni sociali e politiche in cui vivono non è questo Progetto discussione tra di noi
Così come non è francamente compagne e compagni alla discussione come noi quella tra noi quella su questioni nominalistiche
Io davanti a Cassino per un pezzo può se volete
Non ho un grande indici di gradimento tale definizione politica dei redditi
E tuttavia il problema non esiste
Benissimo scegliamo il terreno di confronto sulla politica dei redditi anche qui sgombriamo il il terreno da una fumisterie da un ideologismo e aggiorniamo sul come sul coso e sul quarto
E allora guardiamo la politica dei redditi che abbiamo concretamente di fronte a noi
Diciamoci se va bene che un operaio metalmeccanico di terzo livello prende un milione duecento mila lire al mese se l'operaia tessile ancora meno se è giusto il rapporto tra queste il dirigente dirigente si fa per via di un ente locale magari come quello di Roma e se un giusto il rapporto tra tutti queste retribuzioni e il livello di reddito
Del lavoro autonomo reso ricco anche dalla sistematica possibilità di evadere il fisco
E di fronte a queste cose diciamo letteraria politica dei redditi con quali strumenti possesso Agnoli metta in campo
Tanti ha imposto ha indicato una linea come quella che al centro l'intervento fiscale mi sembra convincente in ogni caso insisto su queste questioni Mietto confrontiamoci tra di noi e in ogni caso finito il lavoro
La costellazione dei lavori
Se scegliamo questo punto di vista diventa il centro del programma e della rinnovamento rivendicativo del sindacato
Anche qua
Facciamo tutti un passo avanti a discussione
C'è nel lavoro nell'organizzazione del lavoro nell'impresa antagonismo e c'è cooperazione
C'è antagonismo e c'è cooperazione
Coesistono coesistono contestualmente l'uno e l'altro in particolare in questa innovazione
Il punto per anno voi e di intervenire su entrambi i lati di questa questione
Il punto è per noi organizzare gli spazi di autogoverno che il lavoratore sempre a si prende anche informalmente critica alla oppressione gerarchica dell'impresa innovata
E dall'altra parte i metterà a frutto nella lotta per la liberazione quel tanto di cooperazione che vive intelligentemente compartecipazione
Fatto questa scelta di Porcia allora poi precipitiamo discuterà di quale rivendicazioni di controllo di qual è l'indicazione di informazione di qual è l'indicazione di formazione di quale rivendicazioni di modificazione dell'organizzazione del lavoro e degli uomini e donne la produzione dobbiamo Enza
Dunque il mio sì all'impostazione di Bruno Trentin e su questo terreno e sulla sua relazione assolutamente in condizione vorrei concludere semplicemente con una domanda che una domanda mia
C'è una domanda che credo ci facciamo tutti che rapporto c'è
A questa impostazione e come stiamo oggi e come siamo combinati oggi
Io credo compagne e compagni
Che non può sfuggirci il divario garante a questa linea di ricerca e la nostra condizione attuale si potrebbe dire alla nostra Costituzione materiale sindacato confederale
Una condizione che come veniva ricordato anche oggi pomeriggio negli interventi
Vede pressoché inesistente la condizione di democrazia sindacale accodati contanti
Nessuna rappresentanza nessun mandato possiamo essere possiamo dirci in grado di garantire dei diritti democratici hai lavorato
Ho avuto modo di dire confermo viviamo in un regime di arbitrio dei sindacati sui lavoratori
Secondo
Qual è il nostro grado di autonomia sostanziale
Dal patronato in primo luogo dal patronato per parlare solo di questo
Il contratto dei metalmeccanici vive una fase difficilissima
La nostra risposta complessiva palo della risposta complessiva del movimento sindacale non della categoria di tutti noi insieme
Non rivela una inadeguatezza di fronte al modo con cui la pedana meccanica e
L'insieme del movimento rabbia pensavano questa assolutamente sotto dimensionate e non ci indigniamo un po'troppo poco
Quando la FIAT vicenza due lavoratori tempi che tace lo sciopero
Badate mi si può dire ma questo è un episodio ma lo dico per aprire anche al mio amico togato Del Turco che mi chiede conto al costantemente come a noi
Di non avercela più con la FIAT che no
Non mi riesce ad averci a non aver c'era con un grande impresa con la più grande impresa italiana che di fronte al riemergere dell'autonomia contrattuale e dell'autonomia del protagonismo e lo sciopero ecco al licenziamento francamente non mi riesce di non avercela il punto
E allora quello piuttosto che ragionare su quanto dobbiamo essere duri e quanto dobbiamo essere ragionevoli
Su una strategia e un rinnovamento delle nostre politiche e vendicative capace di conquistare per riconquistare per davvero l'indipendenza e l'autonomia del sindacato
Sarà decisivo da questo punto di vista l'appuntamento di giugno
Della trattativa sindacato Confindustria sulla struttura della contrattazione salariale bisogna sapere che da quella cattiva dipende in larga misura la stessa natura del sindacato confederale dei prossimi anni
E la capacità che avremo Ono di costruire un momento di unificazione del movimento della capacità che avremo o no di faide nella contrattazione articolata di una nuova contrattazione articolata sui luoghi di lavoro dell'innovazione continua
La capacità di o può un sindacato della trasformazione e del cambiamento invece che o della passività o dell'arroccamento
Per questo abbiamo tenere il congresso nei tempi fissati
Perché questo gruppo dirigente per avere l'autorevolezza la forza indipendentemente dal i rapporti personali autorevolezza personalmente
è assolutamente fuori discussione come ognuno capisce ma per avere l'autorevolezza politica a compio una trattativa così impegnativa non può che avere intanto il mandato degli iscritti della CGIL per poter confrontarsi con circa un in una piattaforma che deve essere unita
E allora io credo che l'indicazione dei trentini possa essere accolta nel senso anche di porsi l'obiettivo di fare un passo avanti in questa elaborazione già nel congresso
In che direzione
Anche qui gradualità
Ma insieme ad gattare gradualità anche determinazione nell'avanzamento
Un passo avanti nella possibilità di attribuire agli iscritti della CGIL
Uno spazio pena decidere liberamente
Il luogo gruppi dirigenti e uno spazio di materie contrattuali su cui poteva decidere gli orientamenti ho detto uno spazio sono assolutamente convinto di un processo che deve essere graduale
Sono assolutamente convinto che persino strategicamente
La con la formula necessaria di ogni democrazia una testa un voto non puoi coniugarsi con le forme di garanzie contro la prevaricazione di qualsiasi maggioranza
Di qualsiasi maggioranza e dunque con le garanzie di ogni minoranza ma intanto al congresso uno spazio insieme insieme
Siamo in grado di liberarlo per gli iscritti e per la loro capacità di autogoverno nella scelte politiche e dei gruppi dirigenti di questa organizzazione
Sono ben consapevole che vogliamo scrivere
Se compiamo la scelta che anticipa pone una nuova costruzione materiale e formale della CGIL
Un nuovo patto quest'ultimo ma non si costruisce un patto dal tetto
Lo si costruisce dalle fondamenta dalla sperimentazione e anche qui con una gradualità
Per questa ragione io che non lo faccio mai che poi non ho titolo per farlo vorrei dire ai compagni socialisti non ritraente vide questa sfida è una sfida difficile per tutti
Non c'è nessuno che se accettiamo il percorso che Bruno Trentin e ci indica a un acquario perché una qualche ragione per difendere delle rendite di posizione
Ognuno di noi ognuno di noi ed è giusto che politicamente sia a rischio
Ma nessuno nessuna componente politica nessun genere nessuna minoranza può essere prevaricato in questo processo allora costruite insieme tutte le garanzie proviamo compagni una volta a fare davvero una sfida è una sfida hanno gli stessi e a nostra capacità reale di rinnovamento grazie
Claudio Sabattini
Che dopo Alfiero Grandi
Diversamente
Diversamente dal compagno Bertinotti
Io non mi voglio sottrarre
Alla definizione di nuove categorie interpretative
Della realtà per l'azione del sindacato proprio in questo momento
Credo che da molto tempo noi abbiamo sospeso
La definizione di categorie interpretative
Ma trovo straordinario che lo si faccia proprio oggi
Nel momento in cui la proposta avanzata da Bruno Trentin è una proposta che nasce direttamente
Dalla definizione
Ormai matura
Del profilo politico e strategico del sindacato così come è avvenuta a Chianciano
La proposta avanzate oggi derivano sicuramente certamente da quell'impostazione
Ma quell'impostazione aveva spero di ricollocarla
Aveva dei presupposti importanti
Non dico
Una carta d'intenti ma certo dei presupposti importanti
Intanto è vero o non è vero
Che le ideologie tradizionali
Sia quelle del socialismo reale così come quelle capitalistiche
Sono cadute proprio in questa fase storica
E vero non è vero che noi stiamo discutendo all'interno del partito comunista e stiamo discutendo oggi
Di un possibile orizzonte del comunismo ma io penso direttamente
Che la possibilità del pensare ad una desolante del comunismo è un fatto personale oggi è impossibile pensarlo collettivamente
Io credo cioè che noi siamo di fronte ad una ridefinizione di valori precisi
Che però debbono essere diversamente interpretati
Della Seta intensi faceva cenno con molta forza
Alla ridefinizione di valori che siano centrali per ciò che riguarda il sindacalismo italiano
Si diceva libertà l'eguaglianza la solidarietà
Ma la libertà e l'eguaglianza e la solidarietà possono essere valore semplicemente predicati
O debbono essere invece valori praticati in tutte le nostre scelte politiche precise concrete dirette sono cioè valori tipici della sinistra che non possono più essere abbandonati o lasciati ad un orizzonte che non conosciamo e che non prevediamo praticamente ma per vivere devono essere praticati oggi domani nelle scelte concrete che continuamente saremmo disposti e vorremmo fare
Così come
Cosa ancora più importante
Ciascuno di noi qualcuno di noi
Può pensare che il parquet capitalismo sia superabile
Ma certo
Non c'è nessuna determinazione storica che ci dica che il capitalismo sarà necessariamente superato
Dipende per l'appunto danno
Ora proprio per questo la proposta avanzata la proposta che è stata avanzata è una proposta che ha un significato preciso
Si tratta cioè di sapere se noi intendiamo alla proposta politico programmatica come un terreno sperimentale cioè come un fatto di prassi e quindi da questo punto di vista noi stessi in questa prassi
Siamo soggetti oggetto delle valutazioni storiche politiche concrete oppure se siamo al di sopra di questa prassi
E la nostra dotazione l'altra possibilità è quella solamente di indicare vie di uscita o di fare indicazione generale sapendo che altri questa prassi dovranno affrontare
Io credo che noi facciamo parte di questa prassi
E la legislazione del sindacato significa perfettamente per l'appunto diventare un processo sociale scientificamente verificabile e non adattabile a questo o quell'ideologia una volta che si sia scelta
Io credo cioè tenendolo GE tradizionale nel senso proprio marziano cioè di falsa coscienza siano state distrutte no da qualcuno di noi ma siano state distrutte proprio dai movimenti storici reale
Ora sei così
Così comunque io la penso
E così penso che in una certa misura se non ci si fa carico di una nuova definizione concettuale e di interpretazione della realtà è ben difficile mettersi d'accordo
La proposta che qui è stata avanzata non è quella che all'interno della CGIL nel pluralismo della CGIL
Si cerca di trovare un minimo comun denominatore per così dire
Se lo si vuole in altri termini
Che noi dovremmo cercare come dire un'unità d'azione all'interno di noi sapendo che le opzioni strategiche rimangono per così dire sullo sfondo
Io credo che così non sarebbe possibile
Non è possibile nemmeno avanzare una proposta di questo genere alla CISL e alla UIL anche perché sappiamo che la ricostruzione delle condizione per un processo unitario è una condizione strategica
Non è possibile pensare all'Unità dal si seguire come con l'accesso è inevitabile dal movimento dell'unità d'azione
Anzi io penso che in questo momento l'unità d'azione rischi di essere proprio uno inceppo una contraddizione che non ci permette di andare avanti l'unità d'azione con sole da semplicemente divisioni organizzative
E allora proprio per questo che credo che il punto chiave poi su quale discutiamo assente da tempo
E che del resto
Permettetemi questa espressione non riguarda tanto il sindacato in Ulster visto no
Anche questo considero definizione datate tutto sommato
Il punto su cui non ci mettiamo d'accordo
E che forse sarebbe bene dirlo più esplicitamente
E ciò che noi pensiamo della gente
So che noi pensiamo dell'impresa
Si è sempre già produttiva si desse dei servizi sia essa la pubblica amministrazione
O l'impresa è considerata così come è considerata per esempio da Romiti
Un soggetto unico e quindi rappresentato esclusivamente dal management
E dalla proprietà oppure l'impresa di eh e all'interno di essa delinea attraverso diversi soggetti cioè l'impresa dire in un confronto continuo tra diversi soggetti da una parte la proprietaria nerazzurre dall'alto il lavoro con le sue soggettività siano esse solvibilità orizzontale
Come rapporto di genere siano esse soggettività verticale
Ma se così è e se così noi interpretiamo l'impresa cioè come condizione luogo in cui vivono soggetti che operano e confliggono
E allora per questa ragione bisogna pur dire che l'impresa è possibile riformare
Ma se l'impresa è possibile riformarla non è pensabile allora
E vi sia per definizione storico-culturale un antagonismo irriducibile
L'antagonismo esiste solo per chi pensa che l'impresa non è riformabile
Per cui so il conflitto diventa elemento di libertà e di democrazia ma se l'impresa è riformabile cioè se è possibile attraverso l'impresa interpretare proteste democrazia industriale democrazia economica allora vuol dire che non esiste
Un antagonismo irriducibile se c'è e perché noi non agiamo
E non è un caso paradossalmente
E coloro che predicano di più l'antagonismo tutto sommato
Faccio un'analisi che è perfettamente eguale a quelle che preti con il nonno antagonismo cioè a dire Romiti in fondo dice la stessa cosa l'impresa è il riformabile il comando non è riformabile viene dall'alto la produzione non è riformabile se non rispetto degli obiettivi determinati dall'impresa
Ma Romiti cancella valuta venti soggette all'interno dell'impresa
Anche se a oggi si sono aperti nella stessa FIAT ampie contraddizioni ma noi stessi facemmo la stessa analisi
Per arrivare appunto con la stessa analisi inevitabilmente a rovesciare la partita e quindi a determinare una logica culturale puramente conflittuale antagonistica
Questo è il punto chiave della nostra discussione
E il punto chiave del sindacalismo europeo e di sindacalismo moderno se non mi si scioglie questo punto permettetemelo non è possibile sciogliere la strategia del movimento sindacale italiano
Ora io credo proprio per quei sto
E proprio perché considero quindi che la proposta dei trentini non ha solo un significato di laicizzazione
Ma definisce la pace sociale come unico terreno di riferimento su cui tutti possiamo confrontarci per questa stessa ragione io credo che debba essere detto allora che se tutti dobbiamo confrontarci rispetto ad una prassi sociale allora il vero
Che non ci sono più nemmeno gli stati maggiori allora è vero che non ci sono più le dialettiche o Cesaris né per usare un'espressione di un giornale di oggi ma L'Unità in questo caso ma se non ci sono più
E se per Rossi confermano nel dibattito concreto significa semplicemente che siamo di fronte ad un ceto burocratico che per essere superato ha bisogno di essere battuto
E i ceti burocratici si può essere di destra o di sinistra
Ci sono dei ceti Brontesi possono essere persino antagonisti ma sono pur sempre Setti burocrazie e come tali non hanno nessuna legittimità di rappresentanza rispetto ai movimenti reali
E allora per questo
Io considero la categoria della responsabilità
Che noi ci assumiamo proprio nel momento in cui ridiamo significato una battaglia democratica all'interno dell'organizzazione così come li diamo significato ad una battaglia democratica di rappresentanza dei lavoratori
Ora proprio per questa ragione quindi io dico proprio per questo che la categoria della responsabilità e molto importante ma che cos'è la categoria della responsabilità
Siamo davvero disposti ad ammettere
Senta
Lo dico con tutta l'antipatia necessaria di questa espressione
Del resto io non sono mai stato particolarmente equilibrato nella cultura del passato del Partito comunista contorta e quindi l'antipatia necessari ma è davvero possibile che
Nipote del trentenne si regge sola la condizione che il profilo storico politico che ha definito a Chianciano abbia un suo riscontro programmati
Se tutti fossimo d'accordo sul serio su quel profilo politico programmatico il vero che le differenze tra di noi potrebbero essere solo differenze su singoli problemi
Ma io
Francamente a questi consociativismo io non ci credo più
Semmai si è perduta il setto Sacre du Temps
La scelta quelle allora
La scelta non può che essere nel presupposto strategico che la vera innovazione Trintignant
E cioè di Chianciano la scelta non può che essere quella che non solo di possono essere contraddizione valutazioni diverse su singoli problemi ma vi possono essere anche valutazioni strategiche
E se ci sono valutazioni strategiche diverse l'unica possibilità di gestione dell'organizzazione è una possibilità maggioritaria
La responsabilità della maggioranza
E guardate che
Perché è stato in minoranza danno tempo nella sua vita e questo non fa alcuna paura ovviamente
So bene so bene che la burocrazia è abituata a non stare mai né maggioranza né minoranza accetto disciplinate in ammenda
Opera
Ma siamo ancora al punto in cui abbiamo dobbiamo avere disciplina nell'operare oppure siamo al punto in cui la maggioranza si assume la responsabilità della gestione e essa di fronte all'organizzazione di fronte al movimento risponde rispetto alle scelte che fa e le minoranze vanno certa tutelate ma non nel senso che sono minoritarie
Nel senso che anche esse fanno parte della dialettica necessari all'interno dell'organizzazione ma se non si è ancora al bar principio dalla minoranza dalla maggioranza Ossi sospende come dice Bertinotti
La definizione di categorie fondamentale interpretative cosa possibile oppure si arriva a consultazioni che paralizzano tutta la situazione
Io non sono per queste consultazioni francamente sono per la costruzione di una leadership che sia coesa
Chi abbia un profilo politico programmatico e che quindi sia in grado di gestire con responsabilità e con forza l'organizzazione queste il passo decisivo per aprire una strada verso le alte l'organizzazione per puntare all'unità sindacale se ciò non fosse
Se cioè non fosse portato fino in fondo
Un processo di denti vide ideologizzazione se non fosse portato fino in fondo un processo di laicizzazione per cui solo la prassi sociale decide rispetto alle nostre prospettive non sarebbe possibile alcuna unità sindacale
E per questo che io sono d'accordo su questa proposta e per questo che penso che prima si liberano tutte le forze attraverso l'esperimento delle correnti meglio sarà per noi e per i lavoratori italiani grazie
Alfiero Grandi
Poi trovati
Negli ultimi tempi da molte parti
E se capisco bene anche nell'intervento che ho fatto poco tempo fa Augusto morì sta è ritornato in modo ricorrente il tema dell'unità sindacale
Ora io penso che questo tema è un tema troppo importante perché sia affrontato con spirito di parte cioè con un atteggiamento politico di sottovalutazione
Sarebbe sbagliato giudicare il tema dell'unità sindacale sulla base di interessi immediati perché la questione dell'unità sindacale è sicuramente una questione fondamentale per il mondo del lavoro
Ha detto trentine l'introduzione che in passato l'unità sindacale probabilmente si è bloccata
Perché in quella fase ci sono stati i timori di egemonia di altri
Io penso che l'impegno che può venire da noi anche con la scelta che facciamo a partire da queste riunione
Sta in questa collocazione fondamentale
Se difficoltà ci saranno in un cammino dell'unità sindacale
Un percorso politico che non può non interessarci
Non verranno certamente da noi né tanto meno verranno da noi nella fase in cui difficoltà politiche difficoltà legate alla vicenda del Partito comunista italiano possono creare problemi
Vediamo l'ora concretamente come è possibile cercare di riprendere di rilanciare una prospettiva di unità
Ci può essere una nuova versione aggiornata dell'unità con chi ci sta
In sostanza l'unità che è pronta ad annettersi parti di un'eventuale esplosione politica e dei suoi riflessi all'interno dell'unità sindacale
In sostanza una versione dell'unità sindacale che sconta un'idea di sindacato amico di sindacato collaterale nei confronti di questo o di quel disegno politico
Questa tesi a nobili origini in Europa
A perfino tradizioni consolidate nel movimento sindacale qualcuno ad esempio dice perfino che probabilmente per stare in Europa la CGIL non alternative come non alternative secondo lui il sindacato italiano
Ora io temo che questa proposta è questa visione in realtà si una visione che ha un difetto fondamentale
Quanto meno per l'esperienza sindacale italiana non riesce ad avanzare una proposta che viti ulteriori e magari diverse lacerazioni per il futuro del sindacato italiano in definitiva sia la proposta di unità socialista sia la proposta di un nuovo collateralismo nei confronti della democrazia cristiana possono essere pericoli reali ma anche elementi che propongono in termini nuovi la divisione del movimento sindacale Italia
Io mi rendo benissimo conto che la proposta di un rapporto tra sindacato e mondo del mondo politico ai partiti che si è basato su un rapporto di alleanza strategica ed organica
Ha una sua forza e perfino una sua semplicità di attrazione in definitiva disegna il sindacato come una sorta di lobby organica
Di risposta organica ad un modo di crescere del rapporto tra interessi sociali e mondo della politica che sappiamo essere molto forte e anche che ha creato non pochi problemi alle vicende sindacali di questi anni
E tuttavia questa tesi a me pare una tesi fondamentalmente politicamente debole perché è una tesi che destinata a spaccare il sindacato confederale
è destinata a ricreare un piano di divisione proprio nel momento in cui si propone il compito di superare l'attuale situazione
Il sindacato italiano in realtà a me pare ha perso peso politico capacità di iniziative autonomia perché allentato il suo insediamento tra i lavoratori
è riuscito meno di prima a rispondere agli interessi e la loro rappresentanza del mondo del lavoro e naturalmente per tutta la discussione che abbiamo fatto non mi riferisco soltanto al mondo degli occupati
Allora il problema che abbiamo oggi è come costruire una nuova campagna di legittimazione del sindacato italiano di sua capacità di rappresentanza
Di battaglia nei confronti di una campagna di delegittimazione molto forte
Ma il cui punto di forza vero non sta nel fatto che avvenga ma nei difetti che il sindacato italiano ha e quindi negli spunti che da questo trae questa campagna
Allora la risposta che a me pare necessaria ai problemi di unità e ad una prospettiva di unità in questa fase e a ridare una certezza democratica di regole di rappresentanza di rappresentatività e quindi di democrazia creare le condizioni perché una ridefinizione di rappresentanza si un dato di fondo del sindacato nei prossimi tempi
Questa è la condizione per l'autonomia
Una capacità del sindacato di reinsediare le proprie radici la propria certezza di rappresentanza tra i lavoratori e di creare in queste cose in questo modo le condizioni per l'autonomia e anche per l'unità
Sarebbe assurdo che chi più ha parlato di unità ad esempio in questi tempi
Magari anche in termini che possono essere definiti strumentario di piccolo cabotaggio proprio in questa fase non cogliesse l'esigenza di ad esempio di un banco di prova di grande peso di grande valore
Penso all'obiettivo di definire nuove regole di unità e di democrazia del sindacato
Questa è una questione di cui parliamo da molto tempo
è una questione che scotta per i sindacati italiano ci abbiamo già provato diverse volte senza risultati senza ottenere il risultato che avremmo voluto eppure questa condizione resta sul tappeto come un banco di prova
Come una questione senza risolvere la quale e molto difficile immaginare un futuro di unità un futuro di ripresa di rapporti nel sindacato italiano
Ed è per questa ragione che io credo dopo una fase di interesse in realtà la proposta che ha avanzato trentini e che ha avanzato la nostra concorrente il suo graduale superamento è una proposta che ha incontrato una freddezza sostanziale
All'interno dell'organizzazione e anche fuori di essa
è una proposta che è stata a me pare in sostanza sottovalutate
Perché ha creato le condizioni nuove a impostato un terreno possibile diverso dal passato
Per affrontare i problemi di gestione interna ma inevitabilmente anche ha posto un problema di mutamento alle altre organizzazioni
Non possiamo dimenticare che le componenti e le alla CGIL ma le componenti e le anche L'Aquila anzi sono un dato organico del suo funzionamento
Se mi permetta simbolista di dire che se qualche preoccupazione oggi dobbiamo avere l'abbiamo anche per un certo Risolo gente collateralismo che vediamo tra una CISL ha che pure sicuramente sul piano dell'autonomia è un'esperienza molto originale
E il modo di fare politica e il mondo della Democrazia Cristiana
E quindi la questione del superamento delle componenti di un disegno di ripresa dell'Unità non è una questione che riguarda soltanto il problema pure importante della lite interna della CGIL
è una questione che riguarda inevitabilmente l'insieme del sindacato e proprio perché riguarda l'insieme del sindacato pone il problema delle regole il problema delle regole di rappresentanza e di rappresentatività
Si era portata ne abbiamo parlato al Consiglio generale della CGIL in modo molto forte
La richiesta perfino di una legge nel caso non vi fosse da parte del sindacato una capacità di autoriforma attorno alla grande questione delle regole e di unità e di democrazia
Eppure io sono convinto che la condizione stessa per avere anche un provvedimento legislativo che possa favorire come sostegno politico
Un disegno di rifondazione della rappresentanza e della rappresentatività del sindacato italiano
Una condizione importante di questo è che CGIL CISL UIL trovino la forza per superare l'impaccio nel quale ancora oggi sono sostanzialmente impantanati
è necessario allora che assieme ad un rilancio possibile di un patto unitario parziale come quello che oggi possiamo immaginare ci sia un rilancio di un disegno di regole nel movimento sindacale italiano
Creare le condizioni cioè perché alcuni punti siano definiti con chiarezza
Come ad esempio nel luogo di lavoro il soggetto di rappresentanza la possibilità dei lavoratori di esprimersi anche con il voto sulla individuazione di una maggiore rappresentatività
E debbo dire un contributo sicuramente venuto dagli amici della CISL quando con un mutamento di orientamento politico che a noi ha fatto particolarmente piacere
Hanno accettato l'idea che i lavoratori siano chiamati a votare superando in questo modo una concessione a mio giudizio ristretta di una visione limitata al sindacato organizzazione
La CISL ha da questo punto di vista indubbiamente creato l'elemento di novità nel dibattito tra le organizzazioni confederali e ha creato un primo importante presupposti
Mi pare di avere notato anche da parte della UIL qualche elemento di novità
Quando si è accettato l'idea di superare due organismi nello stesso luogo di lavoro identificando in un unico organismo di rappresentanza la possibilità di identificare il soggetto che rappresenta contrattualmente tutti i lavoratori
E tuttavia ancora oggi questi elementi di novità che pure dobbiamo apprezzare non costituiscono elementi sufficienti per immaginare avrebbe quello sforzo di definizione di nuove regole di cui pure abbiamo bisogno
Questa questione delle regole diventerà il problema fondamentale o sicuramente uno dei problemi primari proprio per liberare la questione della linea politica e degli orientamenti
Di cui dobbiamo ragionare insieme a partire da questa nostra riunione
E dal dibattito che affronta l'insieme del movimento sindacale
Perché questa è la condizione in quanto Obiettivo pervasivo dell'insieme del sindacato di un'idea di unificazione del mondo del lavoro
L'idea di unificazione del mondo del lavoro è possibile non solo attraverso un ridisegno delle regole
Ma anche attraverso il mutamento di obiettivi fondamentali come quello che trentini ha richiamato nell'introduzione della modifica delle regole che presiedono ad esempio al rapporto di lavoro pubblico in questa linea ormai siamo molto vicini alla prova della verità
La prossima settimana i giuristi e le confederazioni avranno la proposta che il sindacato sottoporrà ai gruppi dirigenti ai lavoratori
Ma insieme anche al Governo per ampliare nella direzione di una modifica delle regole che presiedono alla contrattazione e al rapporto di lavoro all'interno dei settori pubblici questo è un processo che è ancora poco tempo fa era difficile immaginare e sarebbe un grave errore se la nostra organizzazione che ha fatto su questo una battaglia di avanguardia non c'è alcun dubbio e oggi ottiene un risultato politicamente importante di convergenza con le altre organizzazioni e di contatto con forti importanti della cultura avesse una sottovalutazione di questa prospettiva e del suo valore fondamentale
Perché è una prospettiva che è destinata a liberare il sistema contrattuale pubblico attuale
A consentire una profondo unificazione delle regole tra pubblico e privato e sappiamo proprio nella recente vicenda contrattuale dei meccanici e delle altre categorie
Quanto siano stati gravi i rischi di frattura tra pubblico e privato e quanto ancora oggi pesi la divisione all'interno del mondo del lavoro
Creare le condizioni per un avvicinamento del sistema contrattuale delle regole è un cammino importante nella direzione dell'unità è in qualche misura una delle condizioni per potere modificare questa situazione
Così inevitabilmente può creare le condizioni perché il problema della pubblica amministrazione abbia altra attenzione nella nostra iniziativa ma soprattutto altri risultati nei problemi di funzionamento che deve porre oggi la questione dello Stato è una delle questioni centrali con le quali ci dobbiamo misurare ed è un problema centrale non solo nei suoi problemi di funzionamento troppo spesso la sinistra è anche il movimento sindacale si sono accontentati di ottenere provvedimenti legislativi magari anche buoni e poi la loro gestione è stata molte volte abbandonata alla burocrazia dello Stato quando addirittura nelle mani di chi non ci credeva e ha lavorato per azioni contro riformatrice
Allora il problema del funzionamento della pubblica amministrazione e già in sé un punto di riforma molto importante
Ma poi se guardiamo le grandi questioni che riguardano il futuro dell'economia
Noi non possiamo sottovalutare
Le idee di privatizzazione le proposte di abbandono da parte dello Stato che probabilmente nella testa dei grandi gruppi economici
è riducibile ad una sorta di sovvenzionato ore economico purché non ponga problemi di guida politica e non ponga quindi problemi di obiettivi o di condizioni da realizzare
Allora se questo è il problema io credo noi abbiamo una grande questione ed è quella di porci in termini nuovi rapporto tra l'iniziativa sindacale a partire dai luoghi di lavoro tra i problemi contrattuali i problemi sociali che nei luoghi di lavoro vanno affrontati e le grandi questioni del funzionamento dello Stato
Non c'è dubbio che ci misuriamo oggi nell'insieme come sinistre come sindacato con il crollo di tante certezze e di tante convinzioni e tuttavia io non posso immaginare che l'unico futuro al quale guardare
è quello che il movimento sindacale la nostra capacità di presenza nei luoghi di lavoro non se incontri con processi di programmazione da parte dello stato del sistema delle Autonomie
Non si incontri con processi di democrazia sindacale e di democrazia industriale che partono dal ruolo del luogo di dei lavoratori nel luogo di lavoro fino alla capacità di pensare nella società e dello Stato
Allora se questa è la dimensione dei problemi come me pare sia di un contributo originale all'interno della battaglia sindacale della situazione specifica sindacale del nostro Paese sia pure nella prospettiva europea
Possiamo ragionare senza divisioni o pregiudiziali ideologiche
Io temo che nel ricercare nuovi valori nuovi orientamenti che dovrebbero dividere il movimento sindacale alla fine si rischia una scivolata molto banale
Perché mi pare che sul terreno internazionale come sui terreni della partecipazione nei luoghi di lavoro come per quanto riguarda il futuro possibile di un ruolo dello Stato
è possibile immaginare un cammino largamente unitario nella nostra organizzazione e nei rapporti con le altre organizzazioni
Ma allora sei così si capisce bene perché alla ricerca disperata di nuove frontiere di nuovi valore di nuovi steccati si finisce con l'avere la soluzione più banale di tutti i tempi
Quella di cercare di individuare un nemico dal quale distinguersi per differenza
Ecco perché neocomunisti o altre formule vengono individuate e battute con tanta forza
Perché nell'assenza di differenze vere nella ricerca difficile complicata
Che ognuno di noi deve fare liberamente apertamente di fronte le novità che riguardano i processi unitari i processi di unità e di democrazia del sindacato i processi politici di merito
La via più semplice è quella di ricercare un nemico magari virtuale per differenziarsi per differenza
E io credo che questo sia un processo riduttivo sbagliato che va combattuto attraverso una grande capacità
Di proposta programmatica di richiamo le convergenze di capacità di fare del terreno del programma e della scelta politica il terreno di convergenza vera attraverso il quale condurre la battaglia
Anzi voglio dire di più
Io sono convinto e credo di non essere da solo
Che la ricerca di un terreno programmatico tutto compiuto tutto individuato tutto perfetto sia veramente una concessione da abbandonare
Perché in quel programma sicuramente ognuno di noi avrà delle parti che non condivide punti sui quali chiede di poter avere una differenziazione pur essendo d'accordo su grandi orientamenti e scelte di fondo
E allora ricordiamoci
Che da vecchie cresta liberazioni non dobbiamo andare a nuove cristallizzazione
Sarebbe un errore dipingere il futuro della CGIL del sindacato per passare da vecchi a nuovi steccati
Credo che sarebbe una visione riduttiva e francamente una caduta rispetto ai grandi problemi che ci chiedono i lavoratori
Ai problemi dire insediamento sociale che ha il sindacato italiano
Trulli poi Paolo Brutti
Voglio anch'io
Sottolineare
La forza ed anche il coraggio nel delle argomentazioni della relazione di Bruno Trentin ha offerto questa mattina al dibattito
Di oggi e di domani
Scusa per primo per cortesia non immaginate neanche lontanamente quanto sia grande la fatica
Di chi prova a parlare in una condizione di questo genere
Io condivido in particolare
La forte sottolineatura
Che la relazione conteneva
Sulla necessità di rompere il circolo vizioso tra l'intelaiatura ideologica dei grandi principi
E le libere interpretazioni individuale o di gruppo che sono poi determinanti nel definire i comportamenti pratici
Ora voglio dire che tutto questo a mio parere non avviene per trasformismo dei gruppi dirigenti certo in qualche misura c'è anche questo
Ma tutto questo avviene per l'impossibilità di conciliare valori immobili
Con un universo percorso da grandi cambiamenti epocali
Un processo mondiale di internazionalizzazione
Lo spostamento dei rapporti fra potere economico e politico il nuovo ruolo assunto dalla garantendo dalla grande impresa la rivoluzione tecnologica
Che cambia continuamente sotto i nostri occhi le professionalità ai luoghi di lavoro
In definitiva insomma compagni una cultura immobile molto datata
è un progressivo squilibrio nei rapporti di potere
Di fatto ci spingono non per lucida scelta
Ma come deriva ad una crescente subalternità del sindacato
Io credo che queste analisi noi l'abbiamo fatte molte altre volte
Trentenne cereali precisate con grande lucidità nell'introduzione di questo oggi ma io ho l'impressione che non è abbiamo tratto che non continuiamo a trarne le conseguenze in termini di effettiva inversione di rotta
Insomma un galleggiamento
Che ci sta spingendo in un vicolo cieco ed anche in una situazione di totale illegalità
Nella inesistenza del mandato e della legittimazione a trattare a fare forti che spesso contraddistingue questo sindacale
E bisogna allora ragionare freddamente di questo stato di cose
Senza fare compagnia un'operazione sbagliata di reciproca rassicurazione
Di negazione o di attenuazione della crisi
Ho di identificazione delle difficoltà nella crisi altrui
Quello che voglio dire e che è in discussione mi pare proprio il punto più delicato della vita di un'organizzazione di massa
Il venir meno cioè dalla certezza dei diritti e dei doveri tra i lavoratori e del sindacato che li rappresenta
E quindi fa bene prego
A ripartire di qui
Dalla rete ridefinizione cioè di uno Stato di diritto dalla ridefinizione delle condizioni di un mandato incerto mediatica nelle quantità nei tempi nelle modalità ma non liberamente interpretabile nelle finalità io insomma non ritengo forzando
Cominciare a discutere della crisi del sindacato proprio a partire dalla ridefinizione del concetto di democrazia siamo tutti cresciuti nella cultura della democrazia dei figli del sindacato di classe naturalmente democratico in quanto rappresentante fedele della classe ma con l'attenuarsi del lavoro di Marcel la fine delle aspettative dei comportamenti omogenei
Si ripropone con grande urgenza oggi la necessità di assumere dirigono e di riconoscere il blocco sociale possibile per un sindacato che vuole compagnia per favore quel favore
Chi non vuole ascoltare o da parlare esca
Per un sindacato che vuole acquistare o ridiventare un sindacato generale
Ciò mette in crisi come dicevo prima la democrazia motivata dei fini di cui ci siamo tutti nutriti
Ma io credo mette in crisi anche la democrazia Galasso di assurda associazione di matrice CISL Lina o le forme di democrazia diretta di rigido stampo liberali e fatte proprie dei Cobas che non sono la soluzione ma che anzi frammentano dividano parcellizzare un'iniziativa del sindacato nella difesa di singoli interessi corporativi
Metto torno cioè in definitiva pur nella ricerca formale di una democrazia perfetta tra virgolette mettono una pietra tombale su un'idea di sindacato confederale
Di un sindacato in grado cioè di difendere i primi e gli ultimi che sempre più mi pare il grande problema che ne abbiamo di fronte
Il grande passo avanti compiuto da Trentin è stato quindi a me pare quello di proporre un tracciato
Serto difficile Complesso che consentisse di passare da un sindacato che si propone come rappresentante monolitico dell'immagine della classe
Ad un sindacato che tende ad assumere la rappresentanza molto articolata dei diritti rendere credibile
Un progetto di liberazione da affermazione dei nuovi diritti significa quindi ad un tempo aprire un ragionamento di forte innovazione nelle forme e nei contenuti che identificano la democrazia in una grande associazione volontaria i lavoratori dipendenti
Il patto di programma e conseguentemente le proposte di dissolvimento graduale dalla componente comunista sono la conseguenza logica io credo di quell'assunto ma se questo è l'orizzonte con cui tutti tutti dirigenti e militanti della CGIL devono impegnarsi a me pare che la questione delle unità sindacale diventa un obiettivo centrale
L'unità sindacale cioè come obiettivo non certo da realizzare domani ma con cui concretamente tenacemente dobbiamo misurarci a partire da oggi lavorare tenacemente con uno sforzo compagni che non può che essere uno anche uno sforzo volontaristico del gruppo dirigente
Proprio perché ragioniamo a partire dalla consapevolezza della crisi del sindacato non si possono ipotizzare spinte dal basso al contrario lo spontaneismo oggi sottolinea le differenze
E le solidarietà di mestiere non già l'unità ma pensare di sviluppare questo complesso pro cesso riproponendo l'attuale immobile pluralismo sindacale fortemente caratterizzato
Do un solido potere delegato alle componenti politiche a me sembrerebbe francamente pura follia
Un progetto politico un patto programmatico che sposti in avanti la democrazia in questo Paese che apra nuovi spazi nelle sedi dove si assumono decisioni economiche produttive
Che restituisca coerenza tra obiettivi e iniziative rivendicativa nei luoghi di lavoro de
Tutto questo non può coesistere con il permanere di una delega delle correnti politiche al monopolio delle decisioni nella formazione dei gruppi dirigenti
Non può esserlo oggi nella CGIL a maggior ragione non può esserlo se assumiamo l'orizzonte dell'unità sindacale comune orizzonte di lavoro su cui impegnarci
A questo sforzo di rinnovamento noi dovremo lavorare con tenacia e pazienza fissando però punti di perizie
La rappresentanza di modelli contrattuali la democrazia economica la democrazia industriale
Devono trovare il movimento sindacale aperto ad una discussione trasparente a cui possono poi seguire tutte le necessarie mediazioni che evitino la paralisi in cui spesso siamo impantanati
E io voglio concludere dicendo che trentina aperto a me pare con grande autorevolezza un processo che può rimettere in moto
Ho come dire un processo di reinsediamento strategico del sindacato nella società
Io devo dire francamente che non ho sentito questa proposta molto sottovalutata all'esterno né sottovaluto gli elementi di preoccupazione che ci sono
E che dobbiamo portare alla luce anche all'interno perché la discussione dalla CGIL sia davvero aperta e trasparente
Sento che questa relazione non potrà però brillare a lungo di luce propria
Noi dobbiamo rendere vero partecipati impegnato il dibattito congressuale della CGIL io credo che questo deve essere l'impegno di questa componente ma più in generale di tutto il gruppo dirigente della CGIL
Se vogliamo davvero segnare un punto di passaggio
In questa vicenda che ci vede oggi pesantemente in un angolo
Paolo Brutti poi Gianfranco Federico
Io ho riletto
La parte introduttiva
Della relazione che stamattina ci ha fatto Bruno Trentin
Nello scritto
Mi pare alla terza riga
è sottolineata una frase
Dice trentine in quella frase che il principale è il primo motivo per il quale apre questa discussione
Che dovrebbe concludersi
Con l'atto di progressivo scioglimento
Della componente comunista della CGIL
Avviene
Per superare una difficoltà dice Trentin un impaccio
Nello sviluppare liberamente
Nella CGIL la ricerca
Dei nuovi temi sui quali impegnare il sindacato
Ora
Riflettiamo riflettuto riflettiamo insieme vorrei riflettere con voi
Sulla possibilità concreta
Al di là dell'atto
Che Bruno ha compiuto stamattina
Con la sua relazione
La possibilità concreta
Di sviluppare liberamente questa discussione dentro la CGIL
E prima di tutto a domandarci
Che cos'è
Che oggi
Ci impedisce di essere liberi
Liberi
Nel dibattito e nella discussione
Allora
Vorrei dire questo subito
A Chianciano
Abbiamo fatto si dice
Un passo avanti
Ma dopo Chianciano
Quella impostazione
Quanto ha camminato
Né veline e nelle strategie del sindacato
Nel sindacato reale
Può
Di prendere questo dal fatto che quella lineare una linea sbagliata
Una linea debole
Può dipendere dal fatto che contro quella linea
Vi è una opposizione che non si esprime
E proseguendo
Lungo questa interpretazione che condivido e che mi sembra la più giusta
Può darsi che questa opposizione non si esprima
Per la grande autorevolezza del proponente
Perché Trentin propone con una grande forza e abbondanza di argomenti e storia sulle sue spalle
Un'impostazione che non si ha il coraggio di contestare
Ma che pur tuttavia si chiede in qualche modo
Di sospendere
Un tempo di attesa
Io trovo questa
Situazione
Di grande pericolosità
Se non siamo d'accordo con quella impostazione
Se pensiamo che quella impostazione sia debole
O se pensiamo che quella impostazione sia un puro e semplice
Documento di valore culturale inapplicabile nelle strategie sindacali concretamente
Diciamolo
E diciamolo oggi
Altrimenti proponiamo ci di fare di far fare dei passi avanti a quella stessa impostazione
Anche dicendoci delle asprezze
Se è necessario
Ora Trentin ci ha proposto di pensare alla CGIL con un sindacato di programma
Attenzione
Non ci ha proposto di per di pensare al programma del sindacato
Ma ci sospinge ci indica la strada di costruire per la prima volta in Italia
E forse in Europa
Un sindacato che trova le ragioni del suo essere
Sulle sue enunciazioni programmatiche
Ovviamente non è una rivoluzione di un giorno
Diceva smobilizzato io direi neppure però una riforma permanente alla quale si lavora sempre che non si conclude mai
Un sindacato generale dicono di programma secondo me
è un sindacato che rende esplicita la sua identità
Prima e oltre la natura della sua base rappresentativa
Che consapevole
Della realtà di aggregazione che anche la storia anche l'inerzia anche la burocrazia gli ha consegnato e non è piccola cosa
Propone a questa realtà organizzativa che vive dentro di lui
Una identità che non necessariamente viene dopo la natura della sua base di rappresentanza anzi in qualche modo la sceglie
Per questo non è possibile
Applicare banalmente in un sindacato di programma
La legge elementare di una testa un voto
Da oggi in poi se costruiremo il sindacato di programma
La gente che milita nella CGIL Sala perché essi milita in questa organizzazione
Ovviamente può militare la CGIL condividendo in tutto questo programma
Ho condividendolo parzialmente o condividendole soltanto uno dei punti d'impostazione
Ma per il tempo nel quale questo programma guida l'organizzazione
Non si può chiedere di parlare d'altro
E di praticare altro
Vedete
Così facendo
Si supererebbe se lo fa se riuscissimo a compiere questo passo in avanti
Un dato della storia del sindacato italiano
Il sindacato italiano è un soggetto è un attore politico
è un soggetto politico ad identità debole
La CGIL in particolare è un soggetto sociale e politico ad identità debole
è sostanzialmente consentitemi questa estremizzazione
è il sindacato della sinistra
è stato la casa comune della sinistra
L'identità forte il nucleo irriducibile di proposte
Non sono portate dal sindacato
Sono portate dai soci istituti ma i soci fondatori dai partiti della sinistra
La CGIL in questo senso è il laboratorio di sperimentazione
Di una cucina nella quale queste identità trovano un mescolamento fino ad oggi nessuno ha avuto il coraggio di sostenere che questo sindacato può divenire portatore di una identità forte
Può chiedere la militanza alla iscrizione non sulla base di una generica appartenenza ad un progetto politico di sinistra
Ma per fare le cose che il suo programma dice con chiarezza e con impegno
Allora consentitemi
Deve esserci
Nel programma
Di cui parla trentenne
Forse mi sbaglierò
Ma voglio dirlo anche perché sento che questo è un punto
Sul quale dobbiamo riflettere insieme se mi sbaglio voglio che me lo si dica
Ci deve essere un punto un luogo nel programma
Dove sono esplicitate
Le ragioni per cui stiamo insieme in questo sindacato
E se dico
Le ragioni
Debbono essere esplicitate queste ragioni è perché sento che oggi queste ragioni sono appannate
Sono implicite anche se sono ragioni forti addirittura ragioni formidabili se tengono insieme un sindacato di più di cinque milioni discreti
Non mi rassegno all'idea
Che le ragioni del nostro stare insieme oggi
Individuati in un punto specifico del programma
In una carta
Dei motivi per i quali noi chiediamo la iscrizione la militanza ai nuovi lavoratori attivi ai giovani alle donne
Non mi rassegno all'idea
Che queste ragioni non possano essere quelle indicate a Chianciano
Noi dobbiamo sforzarci di dire
Che intorno al tema del sindacato dei diritti e della solidarietà
Al sindacato che promuove come si soggetto collettivo i diritti individuali fino al loro effettivo esercizio nelle condizioni specifiche di ciascuna persona
In quel nucleo di ragioni
Risiede il motivo intorno al quale noi ricostruiamo la nostra identità
Questo e a mio giudizio il problema
Dobbiamo allora
Consentitemi anche quest'altra forzatura
Dobbiamo abbandonare il vecchio teorema
Al quale siamo stati per tanti anni per decenni
Affezionati
Il teorema secondo il quale una società ingiusta
Come questa
Chi è e resta una società ingiusta
Non può generare diritti
Per nessun altro scopo che non sia quello di occultare la Presa di coscienza del fondamento della sua intrinseca ingiustizia
L'idea che molti di noi coltivano
Che è una società di diritti
Dentro una società capitalistica
Non è altro che un tentativo di ESP di estensione di massa
Di privilegi che pochi prima avevano né i vecchi regimi
Io credo invece che noi abbandonando questo teorema
Dobbiamo rispondere positivamente alla domanda che si è affacciata in tutta l'Europa
Può una società socialmente ingiusta
Generare istituzioni di giustizia
Istituzioni produttrici di giustizia
E tra le istituzioni
Produttrici di giustizia vi è anche la struttura materiale dell'impresa
Noi dobbiamo avere il coraggio
Di rispondere positivamente a questa grande questione
Ciò pone
Il problema della democrazia come problema fondamentale
La cittadinanza sociale compagni
è il prodotto della politica e della democrazia
Non il residuo dei rapporti di classe
Ed è la cittadinanza sociale i diritti citati i diritti di cittadinanza sociali che noi promuoviamo a promuoviamo innanzi con le nostre lotte con collettive
E gli specifici diritti del del lavoro e dei lavoratori sono una categoria dei diritti di cittadinanza
Noi proponiamo diritti sociali e di cittadinanza
Da ottenere oggi
Non come nucleo di antagonismo irriducibile come esempi di diritti rivendicati ma inapplicabili puri pretesti per più risolutivi e decisivi conflitti di classe
Li proponiamo come sviluppo e pervasività della democrazia
Come dichiarazione di un ribellarsi è giusto
Che facciamo oggi perché giustizia e democrazia stanno dalla stessa parte
E se guardo e concludo
E se guardo con quest'ottica
Ai problemi di una grande parte del Paese
Se guardo con quest'ottica
Ai problemi del Mezzogiorno
E non scorgo nel Mezzogiorno d'Italia parte moderna dell'Europa
Non scorgo nel Mezzogiorno d'Italia
Le radici del conflitto
Basate sull'alienazione
E nemmeno quelle basate sullo sfruttamento
Ma se scorgo nel Mezzogiorno del paese
Le radici del conflitto intorno al deficit di democrazia che pervade questa parte d'Italia
Se la questione che aperta nel Sud
è la questione della democrazia delle istituzioni e della partecipazione
Se è proprio dentro la democrazia e dentro i suoi vizi che si infiltra che si insinua l'organizzazione criminale se essa fa propria l'intera massa delle risorse pubbliche che vanno in quella direzione
Se questa è la questione
Il problema del Mezzogiorno è un gigantesco problema di diritti negati
I diritti che solo poi di cui sono privati i cittadini semplici
Che per poter avere l'accesso ad una qualsiasi delle cose di cui hanno bisogno debbono entrare nel circuito della mala vita o della criminalità organizzata
Battersi quindi
Per questo obiettivo può essere un tema del programma
E consentitemi
Se io vedo questo
Se sento questo problema
Se penso che nel prossimo periodo l'azione della CGIL verso il Sud
Sia un'azione fondamentalmente protesa a superare
Il divario di democrazia che esiste tra il Mezzogiorno e il resto dell'Europa
Non è questa ragione sufficiente
Non è questa ragione sufficiente
Per chiedervi
Per chiedere a voi per chiedere ai delegati al congresso
Che quelli che la pensano così
E solo quelli che la pensano così
Siano chiamati in questa fase a guidare la linea della CGIL
Rispetto al problema
Per la grande lotta e dell'iniziativa nel Mezzogiorno
Non ha un senso dire a qualcuno che voglia dirigere al posto di questi
La CGIL nelle sue lotte nel Mezzogiorno
Che dica per quale altro obiettivo si batte
Che ci confrontiamo su queste strategie
E che sia a noi e a voi ai delegati al congresso reso possibile di scegliere tra meta un altro da una diversa coalizione per dirigere questa strategia
Perché diverso è la linea che altri interpretarono in questa direzione
Non sarebbe tutto più trasparente
E non potrebbe questo ragionamento
Che in qualche modo lega la creazione del gruppo dirigente
Alle scelte di programma non potrebbe risalire lungo i rami dell'organizzazione fino a chiedere al vertice assoluto della CGIL
Di dirci
Per quale motivo
Per quale linea per quale scelta si candida alla direzione della CGIL
Vedete
Io e chiudo
Vorrei
Essere libero e lo sarò
Di poter scegliere un diverso segretario generale per la CGIL
Quel giorno però
Desidererei per me e per tutti
Che colui che si candida per questo scopo
Abbia la forza
E come dire il coraggio e la capacità di dirmi con franchezza
Per quali motivi
Per quali scelte per quali nuovi obiettivi la sua presenza alla sua guida essenziale per questa organizzazione
Segretario del passato non lo hanno fatto
Trentin
Ci ha indicato una strada a Chianciano
Questa strada è la sua scelta
Deve diventare la nostra scelta altrimenti dobbiamo decidere di discutere oggi una diversa linea per questa organizzazione
Con questo spirito credo che potremmo aprire un grandissimo dibattito
Che superi travalichi la questione delle componenti dove le diverse matrici ideali e culturali non siano d'impaccio alla liberazione della discussione
Ma siano invece il modo con il quale questa discussione
Chi è insieme linea ma costruzione dei gruppi dirigenti non diventi asfittico gioco di potere ma si allarghi in una nuova democrazia per la nostra organizzazione
Gianfranco Federico dopo di lui Mario Saini
Insisto il brusio eccessivo diventa impossibile parlare così
Ma io mi rendo conto sia questo ora poi dopo tante suggestioni e tanti interventi molto difficile seguire io non pretendo di essere ascoltato
Da tutti voglio partire semplicemente da un dato
Che è quello di esternare utili una moderata soddisfazione quasi contentezza
Sembra sembra strano teatrante situazioni di crisi ma io sono arrivate a questa giornata
Abbastanza contento
Perché da molti anni
Quasi da da quando ha cominciato a militare nella CGIL
Pur essendo iscritto al partito comunista in quasi tutti quanti i congressi
Della CGIL
Ho presentato delle mozioni
Sull'abolizione delle componenti
Con altri compagni fino a pochi mesi fa
Bene io sono molto contento che oggi si inizia a realizzare un processo di questa natura
E penso che ci dobbiamo credere tutti e andare fino in fondo
La cosa peggiore
E che da questa riunione
E dalle altre riunioni degli organismi nei prossimi giorni noi su questo e sulle altre questioni
Possiamo ricadere in discussioni verbali
In approcci e in tattiche
Che non fanno vedere alla gente qual è la portata strategica forte di questa innovazione
Io dirò semplicemente tre cose
Che mi pare possono essere il contributo di un compagno che lavorava in una difficile periferia dell'impero
Con problemi
Molto grossi per quanto riguarda il vecchio e il nuovo sindacato il vecchio e la nuova CGIL
Io penso che il contributo che è venuto da Trentino ancora una volta dopo quello di Chianciano
Sia molto alto richiede una discussione tra di noi molto forte
Io sono molto d'accordo con molte cose
Innanzitutto sono molto d'accordo
Con quella bella frase con la quale lui chiuse Chianciano
è riaperto la giornata di oggi
L'unità della CGIL e la CGIL
Però detto questo
Io sono anche per vedere
Tutte nella vasta nella storia
Quanti tipi di unità li abbiamo conosciuti
E come oggi nella discussione noi ci portiamo indietro vari
Pezzi varie suggestioni
Sicuramente abbiamo conosciuto un'unità molto pattizia lui diceva nella che il rimarcava che manteneva forti elementi di collateralismo
Soprattutto nella fase degli anni Cinquanta
E abbiamo conosciuto anche un'unità interni alla CGIL molto forte nei momenti del movimento fu in quella fase che si parlò per il sindacato
Il soggetto politico
Ecco oggi trentina riproposto questa tematica
E io lo voglio dire in termini abbastanza crudi anche se la discussione la discussione andrebbe approfondita
A me pare che questo problema
Non sia alla luce attuale fortemente corretto e mi voglio spiegare brevemente
Io sono convinto che la vera nuova grande sfida
Dopo i processi di ristrutturazione la sinistra che si stanno aprendo
E quello sempre più di vedere nella democrazia economica e negli spazi della società negli spazi di autonomia della società
I punti veri di costruzione di legittimazione dal basso del sindacato generale
Quindi a me non interessa tanto in questa fase
Puntare alla costruzione di un sindacato come soggetto generale
Questo mi portano i fatti a ricadere dentro le pratiche di una certa concezione del rapporto trust Tato partito
E sindacato troppi all'esperienza socialdemocratica del no
Io penso che noi oggi come ha fatto Occhetto nella parte più bella del diciannovesimo congresso
Nel definire i limiti per il partito rispetto alle istituzioni e alla rispetto alla rappresentanza
Così noi in maniera molto rigorosa
Dobbiamo definire gli spazi di organizzazione sociale e democratica
Da coprire non con un nuovo soggetto politico ma con un forse più modesto ma molto coerente soggetto di democrazia economica quindi io vedo da questo punto di vista la CGIL e l'intero sindacato su questo terreno sfidare anche il partito politico ai partiti
Noi dobbiamo aprire un problema vero di che cosa significa la democrazia economica e do questo sono d'accordo con Claudio non solo nell'impresa
Come meccanismo di codeterminazione e di legittimazione di Duel perlomeno due fonti della normativa e del comando aziendale Luna certo
Data dalla capacità di proporre riforme e innovazioni sul terreno della condizione del lavoro ma anche di autonomia conflittuale sul terreno della lotta interna
Altrimenti abbiamo una situazione di semplice subalternità ma lo stesso discorso la posta a livello dello Stato perlomeno a livello dello Stato
Democrazia economica a livello dello stato dell'impresa a livello della programmazione economica a livello della gestione degli squilibri beh in Europa e ha aperto un grande discorso tra i sindacati
Si parla di questo discorso dell'addio de il dialogo sociale tra le parti
Il dialogo sociale dalle parti d'oro perché tutti quanti si rendono conto che ormai l'Europa sarà l'Europa dei forti se non intervengono in chiave democratiche riguardi Elia qui libera dice forti soggetti organizzati collettivi
Come l'organizzazione di massa
Io penso che questo sia la vera sfida
Bertinotti ha citato ad alto
Ma è proprio questo che pone dal come correttivo delle imperfezioni della democrazia politica in Occidente
L'altra considerazione è davvero finito
E sul problema del sindacato di programma dell'unità strategica
E del problema delle Maggi delle regole interne e delle maggioranze e delle minoranze
Trentin ha tracciato un primo parziale decalogo questa mattina
Si tratta di un suo contributo alla discussione
Io penso che noi abbiamo un grandissimo ritardo
La CGIL
Il sindacato confederale
è in grandissimo ritardo rispetto all'analisi concreta di come può funzionare un diverso statuto interno della nostra organizzazione
Innanzitutto
A cominciare dal fatto che non abbiamo e dobbiamo fondarla in maniera unitaria
Delle regole interni e di funzionamento e di autogoverno degli organismi dirigenti
Dietro il sistema pattizio qui non è stato detto non c'è stata semplicemente la delegittimazione di una ricerca autonoma dei gruppi dei singoli dirigenti ma ha vissuto concretamente su questo io voglio soffermarmi una delegittimazione del governo e dell'autogoverno democratico degli organismi dirigenti dell'organizzazione
E io penso che il congresso da qui deve partire
Innanzitutto trovare delle regole per tutti maggioranza e minoranza
Che ricostituiscono il funzionamento democratico di un'organizzazione come si acquista la fiducia
Come la fiducia si nega come si controlla il voto tutte le righe tutte le decisioni sono uguali esistono vari Gravinella strategicità delle decisioni da mettere a confronto
Noi non possiamo scimmiottare
Semplicemente il discorso della maggioranza qui ha ragione Tocqueville alla lunga in democrazia la maggioranza si trasforma se non corretta in una dittatura della maggioranza
Dobbiamo introdurre degli elementi di salvaguardia non del dissenso ma di salvaguardia del pluralismo organizzato
Delle prerogative che vi sono che pur tuttavia non devono essere distruttiva e della responsabilità
Che è una maggioranza strategica di fronte a un dibattito che ha verificato e che gli ha dato un mandato un mandato sul programma
E questo non può e davvero finito estere scambiato
Con una lotta di dirigenti contro altri di una discriminazione dell'ideologia ma molto laicamente
Deve essere fatto attraverso la definizione di un sistema di norme di regolare che rende visibile
Controllata partecipata la necessaria azione di mediazione sociale che sta alla base del programma di solidarietà e di unità
Il programma di solidarietà e di unità di cui Trentin ha parlato non si regge sei non rende visibili questi processi di mediazione sociale e questa mediazione sociale
Deve essere fatta chiaramente per fa rendere visibile L'Unità e la forza dell'organizzazione giacché noi non abbiamo bisogno di un'organizzazione che si frantuma al suo interno in varie sotto componenti ma semplicemente perché questo porterebbe a una riduzione della nostra forza del nostro potere contrattuale noi abbiamo bisogno di unità programmatiche
Di mediazioni visibili trasparenti costruite con la gente attraverso un processo di partecipazione
Democratico e di canali che rappresentano chiaramente il terreno costituzionale di una nuova organizzazione perciò io contento che dobbiamo andare più avanti con decisione
Senza farci prendere la giacchetta dalle tante suggestioni del passato per costruire questo nuovo livello di un'organizzazione democratiche volontaria
Volontaria veramente fatta da tutti gli uomini liberi senza appartenenza e senza discriminazioni ideologiche ma uomini che concretamente sanno di mettere insieme il loro pezzo di vita per portare a un livello diverso un sindacato confederale generale
Mario Sai può Riccardo Terzi
Ma
Stiamo discutendo
Di come aprire un processo nella CGIL
Io voglio esprimere il consenso al modo come
Questo processo viene indicato da Bruno Trentin
E voglio esprimere questo consenso perché
Mi rendo conto che qui ciascuno di noi si assume delle responsabilità
Rispetto alla fase nuova che si apre nella CGIL
Un consenso a questo processo perché è necessario
Nel senso che il regime delle componenti ormai che era diventato un ostacolo
Alla costruzione di quel sindacato generale che abbiamo più volte indicato nei nostri documenti
A quel bisogno di ricerca politica e culturale a quel bisogno di definizione in senso forte dell'autonomia
Ha un nuovo processo di selezione di valorizzazione dei quadri dei gruppi dirigenti
Che sono condizioni necessarie per concretamente avanzare verso la costruzione del sindacato generale del sindacato di dirvi dei diritti
Anche a fronte
Delle difficoltà della sinistra politica nel nostro Paese a definire un progetto di alternativa difficoltà che di tutta la sinistra
Pieno consenso a un processo che non ha nessuna matrice fuori dalla CGIL
Nel quale sono poste e Bruno Trentin l'ha fatto in modo molto chiaro le garanzie per tutti
Io penso che dobbiamo prendere sul serio le preoccupazioni che sono venute non solo dei compagni socialisti
Perché reginella Mario enti Mario scusate compagni ma siamo alle solite
Non riusciamo sentire noi da qui immagino quello che sono cioè tutti gli
Capisco che si fa fatica a
Con tutte le conseguenze del caso però aiutato anche chi parla essere compresso
Grazie presidente
Alle preoccupazioni dicevo che sono venute non solo dai compagni socialisti preoccupazione
Che io penso tutti lo dobbiamo prendere sul serio che al regime delle componenti sostituisse un sistema di prevaricazione della maggior delle maggioranze oppure i patti tra i gruppi di potere
E mi pare un elemento chiave della relazione di Bruno Trentin sulla quale bene sì esprimersi fino in fondo
Un processo che non ha nessuna garanzia nel su questo finale
Un processo che si configura quindi come una sfida
Che non può essere chiuso
Io penso che questo questo dobbiamo essere molto chiari
Dalla indicazione in modo astratto e un po'ideologico di una maggioranza di una minoranza
Malato individuazione di un terreno di contenuti di programma sul uguale di volta in volta traendo le dure lezioni dalla pratica individuare le responsabilità e gli elementi di avanzamento della nostra organizzazione
Anche perché in effetti ci dobbiamo in una fase in cui una campagna astrattamente antideologica è un po'fuori tempo massimo
Non è proprio più il tempo del materialismo dialettico e della sua vulgata
Semmai su questo io ho molto apprezzato una riflessione di Manghi che faceva riferendosi alla CISL ma penso valga per la CGIL per la UIL se mai è il tempo in cui dobbiamo cominciare a fare i conti nell'organizzazione sindacale con una crisi non solo idee di idee e di valori
Che generano in molti quadri soprattutto nelle realtà di base
Un senso di fatica di disillusione disinganno
Una spinta in qualche modo
A mettersi da parte o comunque a non vivere più
L'impegno e la battaglia sindacale comune elemento forte che non solo ha contenuti tecnici e professionali occorre essere bravi nel mestiere del quadro e del dirigente sindacale
Ma anche contenuti che hanno a che fare con la propria vita con le proprie scelte di
E penso che sia il caso di misurarci su i contenuti
Per vedere se sono in grado di risolvere le contraddizioni con il quale ci misuriamo
Tutti i giorni
Qualche compagno sottolinea la necessità che si ragioni dentro la CGIL del poi sindacato in termini di conflitto e collaborazione con l'impresa
Io non sono uno di quelli che pensa che si debba parlar male della FIAT per salvarsi l'anima e parlare d'altro
Dico però che questi top proposta questa riflessione
Voglio misurarla sulla realtà durante lo scontro sociale in atto in questo Paese
Voglio misurare sulla impossibilità che ci si sull'impossibilità che ci si frappongono a chiudere il contratto dei metalmeccanici foglio misurarla sul licenziamento dei quadri sindacali che tornano organizzare le lotte
Foglio Horse misurarla sulla
Sulle nuove relazioni sindacali che in Italia sono esclusivamente materia di riflessione per qualche saggio per qualche libro nell'industria pubblica come quella privata non sono mai avanza
Voglio misurarmi
Su cosa è stato concretamente il processo di modernizzazione del Paese dell'apparato produttivo in questi dieci anni
Un problema che è stato posto dieci anni fa anche nella FIAT in modo aperto dieci anni fa
Vorrei che tutti i compagni richiamasse ero gli atti di un convegno importante fatto dalla Fia dieci anni fa prima dello scontro dei alla FIAT sul modello Italia modello Giappone
Con una discussione fatta in quella sede
Sul fatto se la modernizzazione dovesse puntare molto a valorizzare l'informalità del lavoro l'autogestione la cooperazione addirittura diceva qualche esperto della FIAT il verandone alcune intuizioni del sessantotto oppure se si dovesse pare con lo scontro col sindacato con la sconfitta dei lavoratori imponendo come unico modello di partecipazione quella della subordinazione alla gerarchia di valori dalla impresa
Dieci anni fa è stata scelta questa seconda strada
E oggi che ci troviamo di fronte alla necessità di riconsiderare una seconda fase del processo di modernizzazione di questo Paese
Perché nella struttura sociale della struttura produttiva hanno fatto per i passi in avanti che ci permettono di reggere i livelli di competizione con l'integrazione europea e con l'integrazione mondiale
Il tema della qualità totale non può essere assunto per il modo come viene riproposto dai dirigenti della FIAT deve essere assunto dentro questa considerazione critica anche perché una delle malattie della sinistra una delle malattie della CGIL che va una volta per tutte curata e quella della rendersi sempre alla logica dei rapporti di forza
Dieci anni fa poteva essere il massimalismo della lotta dura senza paura oggi il ministro minimalismo della funzione salvifica dell'impresa
Dire programma dire Progetto dire autonomia
Io penso che voglia dire proprio uscire da questa dannazione
E uscirà da questa dall'azione allora vuol dire anche avere una capacità di confronto e avere una capacità dire interpretazione anche delle nostre categorie politiche culturali nuova è diverso
E da e voglio dire per chiudere queste considerazioni
Che mi pare che tutto quanto qui sia stato detto
Nella relazione introduttiva nel dibattito peso alcune considerazioni che ho già anticipato Paolo Brutti
Abbia nel Mezzogiorno un suo punto decisivo di detriti
Io penso che noi abbiamo troppa poca attenzione alla situazione drammatica del mezzogiorno come elemento di verifica di queste nostre impressioni
I rapporti sociali processi di modernizzazione i problemi di democrazia
E badate bene non c'è organizzazione sindacale non c'è forza politica oggi nel Paese è forte se non affronta e risolve il problema del Mezzogiorno voglio essere Eretico
La lega lombarda a il suo successo anche in questo che in modo infame rompendo ogni rapporto di solidarietà ha dato una risposta al problema del Mezzogiorno
Ed è la risposta della separazione ognuno per sé nessuna solidarietà
Ed è sicuramente una risposta che va combattuta ma non è certo migliore la risposta di chi dice il Mezzogiorno va tenuto legato al resto del Paese
Con la Rete delle clientele o con i commissariamenti le leggi speciali e gli interventi straordinari
Il Mezzogiorno e banco di prova del discorso della modernizzazione
Perché se nel Mezzogiorno continuiamo a pensare che l'unico obiettivo che proponiamo ai Campania le organizzazioni sindacali e le forze politiche culturali e la rincorsa verso la modernità che già si è realizzata nel nord del Paese
Con tutte le sue contraddizioni e tutte le sue difficoltà
E che non sia possibile immaginare per il Mezzogiorno e per il Paese e per l'Europa dico io visto i problemi per esempio dei compagni tedeschi hanno oggi i compagni del sindacato tedesco dalla stilista tedesca rispetto ai problemi di integrazione di quella che è stata la Repubblica democratica tedesca nell'unità tedesca se non pensiamo al Mezzogiorno un progetto più avanzato che valorizzi le risorse umane ambientali professionali i saperi che ci sono nel Mezzogiorno
Noi non rispondiamo a un problema che ha un carattere nazionale noi continuiamo a balbettare mentre si rafforzano quelle composizioni distruttive negative che ho cercato di dire e anche per il sindacato occorre partire dal punto alto
Ma no
Bruno Trentin e la sua relazione introduttiva descritto bene brutti qui ha ricordato che quell'autonomia e quella essere soggetto politico che vogliamo riconsegnare alla CGIL al sindacato in Italia è qualcosa che ci fa diverso certo
Tale esperienza del socialismo totalitario ma ci fa anche profondamente est diversi dall'esperienza socialdemocratiche e corposa e che in qualche modo in Europa non c'è ancora e va costruito io penso che questo valga con maggior forza per il Mezzogiorno dove invece
è in atto un risucchio del sindacato dentro gli equilibri della società politica
Nel conflitto che contrappone nel Mezzogiorno la Democrazia Cristiana il Partito socialista in moltissimi punti di potere
Se innescato un meccanismo per cui in larga misura il sindacato la CISL la UIL la CGIL per certi versi o stanno dentro questo scontro all'interno del del ceto politico che governa il Mezzogiorno oppure sentono di non contare nulla o di essere troppo poco
Io penso che questo discorso che noi oggi cominciamo aiuti aiuti la CGIL ma aiuti anche la CISL e UIL nel Mezzogiorno a ricominciare a camminare sui contenuti del programma e dell'autonomia
E forse potremo finalmente dire con senza problemi e contraddizioni al nostro interno che se dobbiamo denunciare le regolarità dei concorsi in un house meridionale dobbiamo guardare dove siamo forti come CGIL
Non dove del consiglio di gestione dell'auto ci siano tanti rappresentanti del piccino tanti rappresentanti del PSI
Uscire dal regime delle componenti e aiutare questa battaglia per la rete Fondazione sindacato meridionale questo vuol dire vuol dire anche ridare parola sindacato meridionale
Un sindacato che anche quando avvengono le rotture fa fatica a prendere posizione
Io voglio parlare della primavera di porre di Palermo
E voglio dire del fatto che sicuramente noi sì e sbagliati allontanare un contributo critico a non indicare i limiti di questa esperienza
Che sono stati i limiti di un protagonismo politico dei cittadini ma non di un protagonismo tende lavoro dipendente
Sul terreno della riforma dei meccanismi amministrativi sul terreno del protagonismo sociale la primavera di Palermo è stata debole e contraddittoria e ha pagato anche questo prezzo
E però ci siamo trovati in una situazione in cui
Una k
Il regime delle componenti una difficoltà a misurarsi sui contenuti sul programma una mancanza di autonomia ci ha fatto in qualche modo silenziosi oppure spaccati in due anche come CGIL fra quelli che dicevano questa esperienza va sostenuta
Oppure che dice quelli che ricevono questa esperienza non è soddisfacente va combattuta
E oggi questo problema si ripone con drammaticità
E quindi io penso che
Una delle questioni che ci dobbiamo pare porre Estate entro le scelte che qui cominciamo a fare
Che di fronte ai rischi di un processo di forte normalizzazione nel Mezzogiorno dei punti di rottura del vecchio sistema di potere del vecchio intreccio fra mafia politica pubbliche amministrazioni affare
Rispetto a questi punti di rottura noi si sia in grado di lanciare un allarme rispetto al rischio di normalizzazione queste un contributo autonomo che dobbiamo dare come sindacato come CGIL
Io non so perché non dobbiamo lanciare un allarme io per parte mia ho già lanciato lo ripeto qui
Oggi nel Mezzogiorno c'è il rischio di avere le morti politiche
Di avere coloro che sono stati protagonisti soprattutto se lo sono stati nel mondo cattolico nella Democrazia cristiana di certe rotture
Di avere rispetto a questi l'impossibilità pratica di prendere la parola nel Mezzogiorno
E io so che nel Sud si dice a Palermo si dice quando uno ha rotto con le sue radici solo radici di questo tipo e non può più parlare che gli si è messo un sasso in bocca
E allora noi dobbiamo parlare
Dobbiamo parlare sulla base della nostra autonomia e dobbiamo però in qualche modo anche scandalizzarci
Io sono molto preoccupato del fatto che non si dica nulla di un intervento così straordinaria eccezionale per cui il Presidente della Repubblica
In sedi ufficiali come sono il Consiglio superiore della magistratura
Oppure in una sorta di mini messaggio alla nazione fatto attraverso la televisione
Pensi che il suo obiettivo si attaccare un cittadino di Palermo
E farne oggetto della sua polemica
Lo vivo questo come una situazione che dice l'eccezionale allarme di eccezionali rischi che noi abbiamo ecco allora la necessità di prendere partito fino in fondo a mio parere il processo che approviamo oggi questo superamento Stella
Logica e degli svincoli delle componenti anche in questo ci aiuta un nostro discorso autonomo che sappia costruire alleanze che sappia agire fertile mente nelle rotture ma senza farsi risucchiare
Una nostra capacità di venire incontro alle denunce che dobbiamo dire
Al vescovo di Catania che dice certi silenzi certi comportamenti ambigui di fatto aiutano la malavita organizzata dobbiamo dire che i compagni del Mezzogiorno a Catania come le altre realtà devono parlare
Ma parlare a Catania a parlare a Palermo è difficile e rischioso
C'è la consapevolezza e la solidarietà di tutta la CGIL intorno a questa battaglia che si deve fare a Napoli a Palermo a Catania a Gioia Tauro a Taranto
In tutto il Sud ma come battaglia che coinvolge interessa tutto il movimento sindacale tutta la CGIL
Ci sono magistrati che dicono la rottura nel Mezzogiorno è fra quei magistrati che non sono più disposti a convivere con una classe politica che fonda parte del suo potere su quote di consenso criminale e magistrati che provo utilitari questa battaglia non se la sentono più di portarla avanti
E una denuncia coraggiosa
Io spiegavo che questo magistrato non sia sottoposto nessuna commissione d'inchiesta
Dico però che in qualche modo questi segnali che ci vengono impongono a noi organizzazione sindacale che questa battaglia la vuol fare fino in fondo di prendere partito di dire che ci sono due schieramenti distinti
Che attraversano la società la politica il potere i meridionali
E che se non vogliamo stare fino in fondo da una parte negli atti concreti
Nelle scelte quotidiane dobbiamo rompere con questo circuito criminalità organizzata politica affari pubblica amministrazione
E però ai compagni che rompono concretamente giorno per giorno questo circuito l'ho bisogno te la nostra solidarietà del nostro appoggio come elemento di qualificazione di questo discorso
Che c'è un'autonomia rinnovata della CGIL del Mezzogiorno e questa autonomia rinnovata ci permette di forzare le situazioni ci permette di riprendere la parola
Ci permette di tornare protagonisti io penso che questo sia un grande discorso
Anche di unità ed ho finito
Bruno Trentin ci ha riproposto il vincolo unitario come grande scelta della CGIL
Si scioglie la componente di unità sindacale L'Unità rimane questione decisiva
Ma l'unità non è un patto fra gruppi dirigenti
L'unità è un processo che possiamo far rivivere nel protagonismo dei lavoratori
Nella battaglia per la democrazia
Nella decisione di salpare comunque dei lavoratori nella CGIL nel sindacato sulle grandi scelte i decisori di ultima istanza
La democrazia come valore in sé
Noi abbiamo fatto rispetto ai sociale ai socialismo i totalitari dell'Est europeo una battaglia di grande valore io la voglio rivendicare
Noi abbiamo detto occorre fare la una battaglia di democrazia senza condizioni
Non abbiamo detto come CGIL
Si interessa una battaglia in democrazia se poi nella Ddr topo ci sarà quel tipo di maggioranza no
E penso che abbiamo fatto bene la battaglia per la democrazia non a condizioni
Dico che però vale per quel per i Paesi che escono dal socialismo totalitaria come vale per i nostri discorsi internet di CGIL come vale per il nostro Paese il fatto che come sinistra sta presto prima scelta Siena compagno la seconda
E cioè un discorso di qualificazione di possibili siti mantenere una prospettiva di cambiamento democratico e di sinistra io vivo con grande sofferenza il fatto che i no espormi interverrò oggi non abbia più patito di parole sia solo la democrazia cristiana Vittorio a essere l'elemento di riferimento
Penso che sia un debito che noi abbiamo con coloro che si battono per la democrazia il cambiamento dei paesi dell'Est ma si è anche un elemento da tener presente nel percorso che apriamo nella CGIL e che vogliamo aprire nel Paese
Terzi e poi avvento raccomando i compagni di rispettare nei limiti del possibile i tempi alla platea per cortesia
Di consentire alla discussione con il grado di silenzio necessarie
Io voglio esprimere il mio accordo pieno con le proposte contenute nella relazione
Compagno Trentin
Non soltanto sulla proposta
Scioglimento
Unilaterale della componente comunista della CGIL
Su questo da tempo stiamo discutendo
Da tempo
Io avevo espresso la mia opinione personale di
Voto favorevole a un superamento anche radicale del delle appartenenze partitica e dentro la nostra organizzazione
Ma oltre alla proposta dello scioglimento mi sembra importanti
Nel relazione che ha svolto trentini questa mattina
Le motivazioni
Di questa proposta
E l'indicazione delle prospettive politiche
Sulle quali pensiamo di lavorare nel prossimo futuro anche in pista
Del congresso della CGIL
Le motivazioni sono impotenti
Perché la medesima proposta
Può avere un significato o significato opposto a seconda di come viene motivata
Io credo che sarebbe sbagliato leggere
La proposta di superamento della componente comunista dentro la CGIL
Come un atto che discende dalla vicenda politica del partito gommoni
Mi guardo bene dal negare qualsiasi collega me
Perché è evidente che dei collegamenti sempre ci sono
Però sarebbe sbagliato considerare la così come una specie di adeguamento tardi della CGIL a processi politici este
O come
Semplicemente la presa d'atto di un fallimento
L'intera storia politica per cui anche noi
Dobbiamo alla fine prendere atto per l'abbiamo più un futuro come comunisti dentro il movimento sindacale
Credo che siano sbagliati
Fuorvianti queste vetture
Tanto è vero che del tema
Del superamento delle componenti abbiamo cominciato a discutere almeno tre anni fa prima che ci fosse la svolta
E tutta la discussione complicate
Dentro il Partito Comunista
Credo quindi che sia importante chiarire le motivazioni che
Il senso di questo processo che vogliamo avviare
E il senso di una riconquista di autonomia del sindacato rispetto al sistema politico
Forse no riconquista non è la parola esatta perché non non c'è un passato storico in cui questa autonomia era garantite
Abbiamo bisogno di un processo politico che consenta di mettere davvero con i piedi per terra
Quello che
Da tempo diciamo essere il nostro obiettivo
L'obiettivo di una
Di un sindacato come autonomo soggetto politico lo diciamo spesso
Diventato uno slogan
E diventato qualche volta anche un un rituale questa affermazione
Credo che siamo ancora lontani dall'avere raggiunto questo risultato
Il progetto di autonomia del movimento sindacale è un progetto ancora incompiuto
Si tratta di vedere se siamo in grado di fare i passi necessari per realizzare questo tipo di prospettiva
Ora da questo punto di vista
I processi di politici
Che stanno avvenendo non soltanto nella sinistra italiana ma su scala mondiale
Rimuovono degli ostacoli
Che lei è l'anno delle condizioni più favorevoli
Per realizzare un obiettivo di autonomia sindacale
Vengono meno alcune rigidità di carattere ideologico
Viene meno il clima della guerra fredda
C'è un nuovo quadro della sinistra su scala mondiale
Certo anche il processo politico importante
Avviato dal Partito comunista italiano crea condizioni favorevoli per il movimento sindacale
Ma punto condizioni favorevoli per affrontare questo tema della autonomia
Del sindacale
Questo non è un tema facile
Non è un tema né facile né scontata
Perché se guardiamo a tutta la storia dei rapporti tra i partiti della sinistra
E il sindacato
Beh vediamo che
Il concetto di autonomia sindacale è sempre stato un concetto
Molto relativo
Sia nella tradizione comunista
Come in quella socialdemocratica e da questo punto di vista non c'è assolutamente nessuna differenza
In tutte queste tradizioni il rapporto partito politico e il sindacato è stato concepito come un rapporto strutturato gerarchica ma
Sulla base del principio del primato della politica
Il sindacato ha uno spazio ma un suo spazio delimitato
C'è una delimitazione degli ambiti di competenza del sindacato
E oltre un certo limite c'è il rinvio alle responsabilità politiche del partito
Il sindacato parte East intaccato espressione di interessi corporativi nel senso nobile del termine il partito politico che il punto di riferimento per quanto riguarda
Le scelte relative ai grandi indirizzi politici
Dentro una determinata realtà nazionali
Noi vogliamo rompere questo schema
Non è una cosa
Tranquillità questo
Va contro una storia una tradizione
Italiana ed europea
Comunista e socialdemocratiche
E nel panorama mondiale delle varie organizzazioni sindacali
Il quadro che abbiamo davanti
Un quadro non soddisfacente da questo punto di vista
Sono molto diffusi
Esempi di sindacati di regime
I sindacati subalterni
Istituzionalizzati
Quindi non è una affermazione di poco conto quando diciamo sindacato come autonomo soggetto politico se misuriamo davvero il significato delle parole
Qualche volta questo non avviene e si dice così per dire masse abbiamo consapevolezza del di che cosa significano le parole che diciamo questo significa attentare
Una operazione politica
Che va conto a tutta una esperienza storica della sinistra europea
E va conto a quella che è la realtà prevalente nell'esperienza sindacale
Dei diversi Paesi non soltanto dei paesi dell'est europeo dove il sindacato degno di questo nome non c'è mai stato ma anche
In altre realtà
I limiti i vincoli gli elementi di subalternità al partito o al governo
Sono un peso
Che condizione gravemente l'autonomia del movimento sindacale
Dico questo non perché ci dobbiamo chiudere in una contemplazione orgogliosa della nostra diversità sarebbe assolutamente ridicolo
Noi dobbiamo aprirci a una collaborazione ampie
Con le varie esperienze del del movimento sindacale europeo e mondiale
Credo utile che esaminiamo anche l'ipotesi di un'adesione nostra
Alla CISL Internazionale
Ma sapendo appunto che questo è un processo complicato come diceva Trentin nella relazione noi dobbiamo
Tenere ferma
L'originalità
Di una nostra posizione
E così via e questo punto dell'autonomia dell'esperienza sindacale rispetto al sistema politico come un punto
Fondante della identità della CGIL
Ragionamenti analoghi possano essere stati per quanto riguarda
Il carattere che vogliamo
Dare alla nostra esperienza
Di sindacato generale
Un obiettivo di riconquista
Di una reale rappresentatività del sindacato per via democratica attraverso il consenso
Attraverso una trasparenza di un rapporto democratico tra il sindacato e i lavoratori
In questo io condivido molto le cose che diceva trentini proprio in apertura
Cioè
Gli elementi
Di fondo di una crisi dell'esperienza sindacale
Crisi di rappresentatività
Crisi della rapporto del patto di solidarietà tra i lavoratori
E questa è una crisi che riguarda tutti
Non riguarda solo la CGIL
Tanto meno riguarda solo i comunisti della CGIL
Siamo in presenza di un problema complesso che riguarda tutti
E saprà risolte o tentare di dare delle risposte a questo problema
Chi riesce a fare un'analisi realistiche i periti era di questa crisi
Chi si auto con un sola facendo l'elenco del numero degli iscritti
Ho l'elenco del numero degli accordi che pur via gli accordi della contrattazione che pure si fa in questa fase di rischia di non vedere
La complessità del problema
E il rischio di un declino del movimento sindacale
Ora per rispondere a questa crisi del movimento sindacale
Io credo molto a un ha un collegamento a un binomio
Tra il tema dell'autonomia e il tema dell'unità
Non è una cosa nuova
Forse ripeto cose dette più volte
Nella nostra storia
Però
Questa discussione di oggi
Riguarda solo la CGIL
Io credo che sbagli avremmo
A considerarla come una discussione soltanto interno alla CGIL
Io sono convinto che
Il cambiamento delle regole CGIL
Un cambiamento di regole che consenta alla CGIL di essere davvero autonoma rispetto al sistema dei partiti
A dare delle prospettive unite e il passaggio per rimettere con i piedi per terra la prospettiva dell'unità sindacale
Credo che vada esplicitamente fin da ora pensata così in questa prospettiva
Poi vediamo
Che si sarebbe gli interlocutori
Qualche timido tentativo di discussione qualche apertura qualche interesse c'è stato nei mesi passati
In una parte del gruppo dirigente
Dell'accise del e della UIL credo che proprio la complessità dei problemi che abbiamo davanti in Italia e su scala mondiale ci faccia a dire che
Il sindacato a delle risorse sufficienti per affrontare questi problemi se per rimettere in moto un processo unitario
Altrimenti se prevale il calcolo di bottega se ciascuno pesa soltanto alla alla propria organizzazione se stiamo attenti un meccanismo di concorrenzialità senza futuro
Non riusciamo a venire a capo
Dei problemi così complicati che abbiamo davanti
O a questo processo
Dire definizione nostre regole della nostra identità
Questo binomio autonomia e unità
Sindacali
Ha problemi complicati anche dentro la CGIL
Credo che noi dobbiamo lavorare per un programma
Della CGIL
Un programma che sia rigorosamente fondato sul terreno autonomo
Dell'esperienza sindacale
Al di là di opzioni ideologiche
Al di là illogiche di carattere partitico
Ragionare sulle scelte e sulle strategie del sindaco che
Non una situazione di Anarchia per cui c'è una maggioranza che cambia ogni settimana
No un patto politico chiaro
Una maggioranza che si qualifica nessun progetto e su alcune fondamentali opzioni di strategia sindacale
Partendo da una affermazione forte delle ragioni autonome del sindaco
Il sindacato è espressione di bisogni società
Difende la sua autonomia indulto apporto molto limpido nel rapporto con il sistema dei partiti
E espressione di esigenze anche di conflitto prova non vorrei adesso entrare in discussioni ideologiche
Uno
Un po'inconcludenti non penso a conflitti metafisici ad antagonismi e assoluti
Che però il sindacato sia portatore di bisogni e di conflitti
Partendo dalle condizioni concrete di vita di lavoro dei lavoratori questo nettare propria discussione
E l'elemento unificante
Per essere appunto sindacato generale e la capacità nostra di dare risposta a questo
Di
Dare delle indicazioni e soluzioni che consentono un controllo sociale
Sulle proprie condizioni di lavoro purché il tema che Trentin
Ha sviluppato della
Umanizzazione del lavoro
Aggiungo che però oltre a questo tema noi dobbiamo tentare delle risposte anche politiche più generali che non basta
Cambiare la condizione di lavoro occorre atti cercare di risponde da un po'era più ampio quel problema chiamò la democrazia economica cioè del controllo sociale complessivo su
Gli indirizzi generali di un certo tipo di sviluppo
O a questo non è soltanto un po'le il sindacato è un po'finisca
Si è chiuso un ciclo politico segnato da grandi certezze ideologiche segnati da un certo tipo di modello
In una certa parte ne abbiamo avuto una sinistra capace di grande realismo e insieme di grandi finalizzazioni storiche
Una
Azione concreta
Nell'immediato del quotidiano in funzione di un fine universale di riscatto di liberazione umana
Oggi tutto questo è saltato
Non siamo più in questa fase questo vale per il sindacato come vale per la sinistra
Per cui c'è un problema complicatissimo
Di ridefinizione delle ragioni della sinistra
Ci sono state persiste per certi aspetti travolte dal processo sociale degli anni ottanta
Sì dalla crisi drammatica delle esperienze
Nei Paesi dell'Est europeo
Io non credo che sia molto produttivo
Pensare di affrontare questi problemi dentro le vecchie logiche ideologiche
O dentro una schematizzazione un po'troppo semplice Capitalismo socialismo credo che si tratta di esplorare tutte le possibilità nuove che sono aperte
Dal processo di innovazione di modernizzazione
Quali sono gli spazi aperti per la sinistra e per il movimento sindacale in questa società tecnologiche
E qui il campo dappertutto a una discussione fra di noi per definire appunto aldilà
Dichiaro di opzioni ideologiche scelte concrete proposte e programmi
Politiche rivendicativo e
Partendo dai soggetti partendo dai bisogni reali dei cittadini e dei lavoratori
E anche considerando voglio aggiungere questo punto
Che la sinistra politiche in Italia oggi io penso per un periodo di tempo non Breve
Sarà continuerà a essere una sinistra pluralistico
Le pretese di egemonia unilaterale degli uni sugli altri sono destinate al fallimento vi sono destinati a determinare una conflittualità pericolosissime tra di noi
Unità socialista
Una vecchia pretese di egemonia comunista abbiamo diversi percorsi
Diverse storie
Unica sinistra Italia vitale che resta pluralisti che non deve riducibile a un unico fatto a un'unica impostazione
Di questo dobbiamo tenere conto anche dentro da CGIL
Venendo alla CGIL e concludo
Io credo che noi dobbiamo qui
Guardare ai problemi che ci sono rispondere ad alcune esigenze legittime di chiarezza che ci vengono rivolte
Fra i compagni socialisti
E da altri settori della nostra organizzazione
Non abbiamo avuto una CGIL che si eretta su un patto unitario
Dovrà essere cambiato modificato
Dobbiamo ripensare alle regole ma è evidente che senza alcun patto unitario non c'è la CGIL
Che questa scelta di superamento delle componenti si spinge estere non meno ma più unitari di quanto lo siamo stati del passato
Se non vogliamo imbrogliare il PCI e se non vogliamo tirare delle aspettative assai pericolose
Io credo però che sia possibile
Al corale questo patto unitario a una dialettica che sta essenzialmente sul terreno sindacale
Che si definisce appunto sulla base di opzioni di strategia sindacale rinnovo su opzioni di carattere ideologico
Io ho avuto occasione una decina di giorni fa il discutere né a Milano incontro stampa condotta con Ottaviano Del Turco
Va abbastanza prevenuto rispetto ad alcune dichiarazioni iniziali
Di Del Turco ragionando del merito mi pare che sia possibile un percorso di chiarimento rinnovo
Sia possibile cioè verificare nel merito lei scelte di strategia sindacale le grandi opzioni sulle quali si evince mente assiri e definisce un patto unitario dentro la CGIL
Poi evidente il su questioni più contingenti più immediati di volta in volta ci potranno essere maggioranze e minoranze diverso come già oggi avviene com'è evidente
A ciascuno di noi comunque questo è un problema
Che non possiamo sfuggire
Non possiamo dire semplicemente lasciamo andare le cose secondo una logica spontanei dobbiamo rispondere a un problema politico a un quesito politico dobbiamo impegnarci a risolverlo nel modo più unitario così
D'altra parte noi come comunisti della CGIL
Stavo facendo lo sforzo che credo sia apprezzabile
Lo sforzo di liberarci i vecchi schemi
Anche
Di un certo complesso di superiorità chi pensava di essere il portatore della verità
Cerchiamo di vedere più modestamente
Modi più critico
I problemi della sinistra di oggi il problema del sindacato vogliamo esplorare il nuovo e stare nel sindacato guardando ai processi sociali reali e non alle convenienze
Di partito
Ora perché questo dovrebbe essere un problema
Perché questo dovrebbe creare difficoltà maggiori nella gestione unità
Io credo che questo sforzo
Questo processo di revisione critica che impegna in prima persona i dirigenti comunisti da CGIL aiuta L'Unità e l'autonomia di tutta la nostra organizzazione
Vento poi tre
Io spero compagni
Che non appaia
Piaggeria politica
Per cortesia
Scusa foglio
Così e non si sente chi parla
Spero che non appaia piaggeria politica se affermo che la mia adesione alla proposta di trentina così come oggi c'è stata presentata è talmente totale da ritenere che sarebbe un grave errore politico
Secondo mostrano continuismo nella storia della CGIL
L'adesione che i compagni stanno esprimendo oggi e immagino domani fosse un'adesione per così dire condizionata
A mille e se a mille ma a mille ragionamenti
Che io temo che avrebbero come il tetto quello
Quello che Trentin dice di volere esorcizzare cioè quello di prolungare lo stato inerziale della nostra organizzazione in parole più semplici
E utilizzando la stessa metafora che trentina usava questa mattina
Io francamente il timore che il Linus all'interno della CGIL non stiano soltanto all'interno delle altre componenti ma che con ogni probabilità di siano molti Linus
Anche qui tra di noi che magari nascondono la coperta dietro la schiena
Questa convinzione questa preoccupazione
Nel momento stesso in cui ho proclamato questa grande totale adesione alla proposta di Trentin per la verità mi deriva non tanto e non solo dal dibattito che stava svolgendo sì qui oggi quanto dal fatto che nel Lazio a Roma in modo particolare questa discussione ha avuto inizio ormai da quattro mesi
E ha consentito al nostro interno di toccare un numero piuttosto consistente di quadri
C'ha consentito inoltre di arrivare
Pochi giorni fa a un pronunciamento politico vero e proprio sul senso sul significato generale della svolta che trentino aveva già annunciato nel corso della componente del comitato esecutivo sì alcune settimane fa
Non è neanche un caso che questa discussione abbia avuto quest'aspetto anticipatore
In una regione come il Lazio dove per nostra sfortuna tutto è politica e tutto è partiti dove esistono le grandi sedi di direzioni nazionali dove si sta al governo e dove per nostra malaugurata sorte esistono anche le sedi nazionali del sindacato su questo tornerò a un attimo dopo
Quali sono le motivazioni di questa convinta adesione
Io dico che la prima
Non risiede tanto in quest'opera di rottura che trentina disegnato nel rapporto tra sindacato della ideologia e sindacato di programma
Credo anzi che questa distinzione seppure opportuna
Può essere letta o in termini strumentali e alcune considerazioni critiche che nelle scorse settimane sono state fatte alla proposta di trentina mi pare che abbiano questo senso oppure ancora una volta ripropone una questione nominalistica
A mio parere il vero elemento di rottura rispetto alla mozione del sindacato di programma sta nelle affermazioni che anche questa mattina trentina faceva dell'esigenza che il programma sia per dirla in termini franchi una cosa vera
All'interno del sindacato
Sia cioè il frutto di una battaglia politica reale sia un vincolo per un gruppo dirigente sia un vincolo per la formazione di una maggioranza di governo della nostra organizzazione e sia un vincolo del fatto che tra il programma e le coerenze che devono intercorrere di non poker servito un legame stretto
Dico anche
Che rispetto alla nozione di sindacato di programma
Mi sembrerebbe coraggioso da parte nostra raccogliere in positivo una delle sfide che compagna Ottaviano Del Turco ha rivolto nel corso delle scorse settimane
Del Turco chiedeva in sostanza una sorta di adesione preliminare a un concetto non meglio specificato di riformismo io credo che le stesse proposte che il compagno trentina avanzato e che sicuramente dovranno essere oggetto di ulteriore approfondimento e discussione all'interno della nostra organizzazione
Possano anche corrisponderà un'esplicita risposta quale riformismo
Rispetto a questo ecco non ha ha i connotati di una riformismo del sindacato io sottolineo soltanto alcuni degli aspetti che compagno trentina ci proponeva il primo è quello che a me pare sia fondamentale è quello di una reale autonomia del sociale dal politico mi permetto di dire che da questo punto di vista io trovo assolutamente riduttivo
Pensare al concetto di autonomia limitatamente al rapporto tra il sindacato e il sistema dei partiti oppure tra CGIL e partiti di sinistra
Credo che la portata rivoluzionaria di questa ricetta dovrebbe essere come dire classificata in un nuovo ordinamento democratico della società italiana che restituisca cioè ad ogni soggetto compreso i partiti
La loro funzione spero di non esagerare l'espressione costituzionale
In questo senso io credo che anche alcune nozioni classiche
Della terminologia sindacale come il sindacato soggetto politico debbano essere opportunamente rivisitata
A me piacerebbe molto se il prossimo congresso della CGIL eredi ride finisse il sindacato come sindacato
Non ovviamente rinchiudendolo ci non adozione stretta di sindacato di mestiere ma in un'azienda in una nozione di sindacato che fa nella sua no nozione più nobile
La svolge la propria funzione di solidarietà e di sintesi tra interessi diversi
Un secondo punto che volevo proporre alla vostra relativa attenzione
Riguarda il modello di sindacato
Che noi proponiamo è quindi i termini di un probabile contenzioso che si apre all'interno scusa al buio l'attenzione relativa è comprensibile ma qui siamo vicini allo zero se compagni insistono nel parlare
Non si sente nulla e chi sta facendo l'intervento ad avere condizioni sopportare
Dicevo di un probabile contenzioso
Chiariremo nel corso dei prossimi mesi che ci separano dal Congresso su questo punto io non credo che si tratti di una questione nominalistica affrontare la questione
Che divide ad esempio un modello di sindacato cooperativo occorre gestionale
Rispetto a una linea che è quella della codeterminazione e credo che questa sia una proprio di quelle grandi tematiche rispetto alle quali è più dolorosamente misurabili dello Stato che esiste tra il dire ed il fare
La mia impressione è che partiamo da una realtà in cui il modello fondamentale di sindacato eh fortemente segnato da elementi di consociativismo
E non mi riferisco soltanto ai tratti che il compagno Trentin indicava nella sua relazione introduttiva ma una prassi che più consistentemente attraversa l'operare del sindacato
Esprimo qualche perplessità rispetto a quelli che ritengo estere dei residui di una vecchia cultura eccessivamente industriali istiga nel sindacato anche negli interventi che ci sono stati oggi pomeriggio compagni
Io ho ancora una volta inteso ripercorrere alcuni spartiacque classici della cultura della CGIL
Per cui in sostanza il discorso si ripropone rispetto al tasso di antagonismo o di non antagonismo nei confronti della grande impresa e magari per essere più precisi della FIAT di Mirafiori mi pare che la nozione di una società estremamente più complessa della riforma istituzionale a cui faceva pure differimento a qualche compagno che è intervenuto di un vasto decentramento di tutti i poteri dell'organizzazione statuale dell'impresa
Deve al più compiutamente far parte della nostra delle nostre indicazioni programmatiche
Chiudo su un punto
Sul quale che probabilmente l'unico sul quale ritengo
Che la relazione dettata dal compagno trentino dovrebbe essere ulteriormente arricchita che riguarda il nesso
Tra il dibattito che stiamo facendo e il problema della democrazia io ho una convinzione che voglio esprimere ai compagni soprattutto per una scarsa mi pare
Articolazione nel dibattito che c'è stato oggi
Io dubito molto che il discorso sulla democrazia nel sindacato possa essere congruente né tra le parole e i fatti se non affrontiamo effettivamente un problema che ci trasciniamo dal mille novecentottantatré
Quando in qualche località turistica dell'Italia non ricordo se era Chianciano dove cominciamo a parlare di riforma del modello della contrattazione in termini più semplici non credo che sia convincente anche per noi parlare via ampliamento degli spazi di democrazia del sindacato se questo non è collegato non solo alla democrazia Dario rappresentanza a una democrazia dei poteri
Dal mille novecentottantatré a oggi mille novecentonovanta non mi risulta che la politica contrattuale della CGIL abbia segnato vistosi spostamenti in questa direzione
Io faccio un unico esempio su una realtà che è quella in cui vivo
Nel Lazio un sindacato democratico è impossibile per definizione Keane quando i poteri contrattuali saranno concentrati così come sono oggi solo ed unicamente a determinati di vie nel Lazio non abbiamo uno spazio contrattuale perdonatemi se non l'ho motivo statisticamente misurabile intorno al sette otto per cento tutto il resto ecco trattazione nazionale
Questa è la grande sfida che ci aspetta nel famoso primo
Con la nonno ha capito bene qual è il seguito che ci sarà rispetto all'attivo di oggi non ho capito bene
Non ho capito bene se l'atto però credo di poter interpretare poppavia trentine per le cose che ha detto in precedenza se all'atto di
Dissolvimento della componente comunista è cosa che decidiamo noi in questi due giorni oppure se come io credo sarebbe necessario
Noi decideremo domani di avviare una serie di riunioni che siano in grado di coinvolgere i nostri iscritti
Parlo soltanto degli iscritti comunisti siano in grado di coinvolgere i lavoratori che siano particolarmente interessati alla tematica che stiamo proponendo
Se decidiamo di proporre come io credo necessario che il discorso sulle nuove regole della democrazia debba vedere
Sovrani gli organismi della CGIL questa strana singolare situazione di separati in casa e di comunicazioni che avvengono tra le componenti attraverso gli organi dei giornali è un paradosso rispetto alla proposta politica che il Trentino è scappato
è necessario mi pare che è calendarizzato una riunione del comitato direttivo della CGIL nazionale Perillo a ventinove e trenta di questo mese che vi sia una decisione formale
Dell'organismo dirigente di dare il via a un ampio coinvolgimento dell'insieme della nostra organizzazione
Treno dopo di lui in McLaren
Noi abbiamo fatto una scelta a Trieste
Di convocare il Consiglio generale di discutere la scorsa settimana
Di queste questioni
Perché riteniamo ritengo
Che queste siano questioni che riguardino la CGIL devono essere discusse e definite dentro la CGIL il suo futuro e le regole con cui essa deve agire
è perché c'è un dato di continuità rispetto alle scelte che abbiamo fatto nelle quali adesso arriviamo finalmente con decisioni coerenti e comportamenti coerenti a scelte appuntamenti che abbiamo verificato nei congressi e in altre occasioni
Avevamo tutti motivato quelle necessità di superamento della quale forma di gestione del patto su cui si regge la CGIL perché tutti avevamo ritenuto non più valido e non più sopportabile e non più adeguato quel tipo di gestione
Io penso però che ci sia quasi una rimozione
E quasi una uno sconto anche nel dibattito di oggi scusate
Diventerò noioso e ripetitivo ma così non si può andare avanti per assurdo meno compagni ci sono il sale e più aumenta il brusio è il chiacchiericcio
Non sono ancora molti gli interventi di questa sera facciamo lo sforzo per ascoltarli come si conviene
Dicevo che c'è quasi una sorta così mi sembra
Di messa dare atto di accanto al momento di una visione di qual è lo stato ovvero dell'organizzazione e questo riguarda comunisti socialisti terza componente riguarda soprattutto i non iscritti
Di una Stato molto grave per quanto riguarda il libello di democrazia e il livello di assuefazione al nostro interno e anche di sfiducia
Di capacità di reagire e di fatto di convivenza con un sistema rispetto al quale poi ognuno di noi
Non crede
Prova fastidio difficoltà convivere ma alla fine dà garanzie e certezze a tutti e fa sì che nessuno di noi si indigni più all'interno della CGIL su meccanismi
Sistemi di promozione di avanzamento i riquadri di mancate verifiche del funzionamento dell'organizzazione
Però appunto stanno aumentando il distacco reale fra questo sindacato e la stessa possibilità di ricambi di accessibili accessibilità di nuovi quadri nelle di nuovi quadri all'interno di organizzazioni sindacali
Io non ci sto a questo tipo di il sistema e penso che non ci stiamo nessuno di noi indipendentemente dalla composizione politica e allora la riflessione che le persone da tutto e la CGIL
Beh deve essere più coerente per questo penso che la scelta che condivido fino in fondo della componente comunista
Di sciogliere la propria componente sia una scelta è un po'l'accesso che debba coinvolgerà l'intera organizzazione in tempi molto rapidi
Non possiamo insomma lasciare da un lato
Una considerazione la convinzione per cui CGIL CISL UIL addirittura abbiamo espropriato come CGIL CISL UIL i lavoratori i propri diritti elementari di Assemblea di rappresentanza di democrazia di valutazione sui contratti
Oppure di un'analisi che facciamo della società in cui i partiti il sistema di potere dei partiti ah per molti aspetti aumentato il distacco reale creando una frattura grave
Fra Paese cittadini democrazia tale per cui come partito abbiamo diritto ha posto un problema di fondo di ricostruire le regole di democrazia direzione di governo in questo in questo Paese e poi assumere come CGIL al nostro interno nella quotidianità del lavoro di ognuno di noi
Di ognuno di noi ad ogni livello il sistema peggiore della lottizzazione dei partiti
Senza scaricati colte null'altro
Ma assumendo al nostro interno nomi impatto secondo di un rapporto politico di una ricerca di mediazione alta che anche se il procione organismi dirigenti fra le componenti costitutive dell'operetta
Dello informazioni ed espressioni politiche ideali che esistono e si riconoscono la CGIL ma arrivando al livello basso di scambio
E di logica di composizione tutto all'interno
Di un processo che io definisco lottizzazione fino agli esonerati dai Consigli di fabbrica
Con l'alternanza la discussione all'interno non comprerà nessuno se lo da quei pochi che vi partecipano magari con calore compassione probabilmente giustifica
Io cito un dato vedete l'altro poche settimane fa abbiamo avuto dalla Provincia l'assegnazione su nostra richiesta due borse lavoro per soggetti svantaggiati
Mi ha sorpreso il fatto che un compagno lo si può essere chi froda questo fatto nuovo di inserimenti CGIL
Di Prodi di soggetti che hanno dei problemi e di come l'organizzazione risponde a questo nuovo concreto intervento di solidarietà impegno sociale che appoggia Povia poste precise ma e comunista o socialista queste
Un ragazzo del
Che gode di tutti gli svantaggi ecco se questo è il metro con cui noi viviamo nell'accezione io penso che forse potremmo troppa facilità ne abbiamo troppo cita nel rimuovere
Tutti
Lo stato reale della nostra organizzazione che ha allontanato in questi anni intelligenze
E che accettate intelligente nel momento in cui questi sono omologate all'attuale sistema
Di gestione di ognuno di noi del sindacato creando molte volte le cose che diceva Trentin del sindacato tutto sommato dei garantiti anche con loro contratto con le retribuzioni per molti un problema la mobilità al di là della legge trecento diventa un dato reale
Di permanente pertanto di logica di gruppo di appartenenza che dà garanzie e certezze a tutti e in questo senso il fallimento di alcuni aspetti della rifondazione e la difficoltà di processi di mobilità
Allora il processo fecondo di liberare con nuove regole
E a fermare una democrazia più avanzata dentro le per dei suoi organismi dirigenti
Per la vita interna nelle decisioni la costruzione della linea politica io penso che serva per essere anche credibili noi stessi
Nel momento in cui riaffermiamo
Una battaglia di fondo sulla quale siamo tutti convinti e uniti in CGIL penso per quanto riguarda la necessità di affermare nel Paese e nuove regole di democrazia
E di partecipazione dei lavoratori dei cittadini alla vita di questo Paese ai diversi livelli istituzionali non siamo negli anni Settanta non c'è la spinta che viene forte dal basso
E quand'è che entro il sindacato sotto un sommate insufficienti sono pochi
E questo è molto bello di protagonismo anche se segnali importanti e nuovi ci sono è ancora insufficiente
Aprire contraddizioni profonde all'interno del sindacato
Allora aspetta un gruppo dirigente assumere sino in fondo la consapevolezza di questo stato di affrontare porre
Le proposte coerenti e praticare proposte coerenti dello momento ecco io non penso che sia
Pensabile
Di attrarre nuove quote nel sindacato con questo modo di lavorare con questi processi di omologazione
In cui
Conta di più lo spirito lo lo spirito di appartenenza che la battaglia e lo spirito lo sforzo per la lavorazione con l'arricchimento tale il lavoro individuale e collettivo io chiedo a volti a tutti noi
Ci risponde a chi gli oggi del sindacato trentina indicato delle necessita di verifiche lo diciamo da anni ormai ma qual è la struttura che fa la verifica
Perché quando si fa la logica che scatta in questa CGIL non è sul lavoro è il fatto che scatta immediatamente un meccanismo a tutti i livelli e potremo ognuno di noi fare decide di Stasi
In cui la contrapposizione solo di appartenenza politica per cui una risponda no dalla CGIL organismi dirigenti va il gruppo politico alla componente politica di cui espressione irrigidimento data all'interno soprattutto discussione no soffione strategiche vada soluzione minime per cui i nostri le nostre riunioni con la gran parte compagni ai vari livelli si concludono
Anche se aspetti minori quali sembrano limitati perché differenze
Che non siano come dire sono di singoli non solo di libero confronto dialettico svincolato da condizioni di comportamenti dalle con esponenti
I compagni la componente comunista rispetto processi dagli anni e situazioni diverse di altri anni oggi viviamo una situazione diversa siamo molto più svincolati
Da tempo non esiste un vincolo rispetto alla elezione dei gruppi dirigenti e da tempo anche lo dimostra il dibattito in CGIL rispetto alle questioni alle proposte
Agiamo e abbiamo spazi e proposte riversa ci sono pericoli in questa proposto dello scioglimento la componente accerto
E io penso che non dobbiamo sottovalutarli averli ben presente nel dibattito stati richiamati
Io però penso devo avere altrettanta chiarezza però di sapere che questa scelta unilaterale è una scelta cioè con estrema chiarezza ha riflessi inevitabili ovvi nei rapporti con le altre componenti politiche obbliga tutti a ridefinire le nuove regole
Sapendo che anche questo cerco mettere può mettere in discussione l'unità sesta della CGIL lei sente il ruolo all'interno la sinistra italiana
E può anche avere effetti di boomerang per alcuni aspetti potrebbe avere anche rispetto un processo più largo che viceversa intendiamo dare lo ripeteva aperti poco fa rispetto processo unitario Orio avvio di un processo unitario all'interno il mondo
Sindacale italiano io penso però
Che serve in questo senso un dibattito Lundy sfacciate unità non di facciata
Ma serva anche dei rapporti unitari con CISL e UIL la ricerca de L'Unità di azione ma anche la ricerca di opzione chiare rispetto al senso di marcia
E in questo senso anche il pericolo di garanzie per le minoranze o il pericolo che l'assenza di nuove regole renda ingovernabile organizzazione beh io penso che possesso superata e mito concludo pongo domande proprio e mi chiedo se così la CGIL oggi non va e se questa insofferenza queste difficoltà da lontano l'abbiamo individuate non l'abbiamo ancora saputo rispondere con la pratica diverso
Beh è possibile che le edibile
Che le nuove regole escano da un nuovo patto fra le componenti cioè che le stesse componenti stabilisca un nuovo patto di garanzia o non è più logico più giusto
Che questo venga attraversa un momento io dico di discontinuità di responsabili discontinuità
Ma che apra c'è una sfida che il gruppo dirigente della CGIL nel suo insieme praticando le indicazioni che già ci siamo tutti insieme da be assegna tutore CGIL questa ricerca di nuove regole senza paura
Che si rompa un vincolo ripetuto più con più forte da Trentin che condivido
Che l'unità è il pluralismo di questa organizzazione sono vincoli obiettivi per tutti i militanti i dirigenti di questa organizzazione allora il patto fra compagne e compagni la CGIL con i lavoratori
Per gestire questo processo in CGIL da qui al congresso
Senza vincoli di componenti sapendo che un processo una ricerca ma nella quale possiamo dimostrare davvero la reale capacità di rinnovamento di queste organizzazioni in questo senso allora
Dico che sono perplesso nove un processo graduale solo per perplesso pensa però saremmo capiti di un processo che dice al congresso al cinquanta per cento facciamo così a cinquanta per cento
Nell'altro modo penso e ho paura che vincano in quel caso vere burocrazie coloro che ci ostacolo
Il garantismo di ognuno di noi sono più convinto che serva la ricerca e la definizione di un programma come ho detto trentini
Il tuo endo anche nuove regole
Ma serve davvero che facciamo complesso di quattro cinque anni
Quando ormai i processi di cambiamento nei rapporti economici sociali internazionali sono così rapidi anche rispetto al pur di dire
Che ci stanno davanti per chi facciamo i congressi che era alta siamo facessimo la verifica di quello che abbiamo detto alleato congresso è passato un mondo insomma tutti ognuno di noi ha giustificato per quello che ha fatto o l'ha fatto avere un congresso
Che siccome si crea sulla maggioranza e minoranza su basi programmatiche e ogni due anni e consente a tutti di verificare con l'agilità il percorso però è troppo dirigenti
Come certo le proposte di voto limitato e mi corse ci ha consentito la provocazione anche al limite con sperimentazione questo sia anche e lo metto
E interne provocatori ma alcuni livelli dell'organizzazione anche collezioni diretto dei lavoratori dei gruppi dei gruppi dei gruppi dirigenze serve chiarezza e su questo io penso che le maggioranze e minoranze che si possono costruire sui programmi laddove ci deve essere la ricerca dell'unità sulle opzioni strategiche ma laddove anche questo non si dovesse raggiungere non possa poi essere un dato vincolante
Era lì Gidoni la vita dell'organizzazione rispetto ogni scelta è oggi punto ma consente a tutti anche con la soggettività e una ricerca individuale che va oltre ogni volta
Torre vetrai di dati opzioni di fondo alla capacità del formarsi di un libero dibattito all'interno dell'organizzazione che lo vuol dire venir meno al governo
Lei sentenza del governo organica torna che consente davvero una confronto pluralismo un pluralismo fecondo in questo senso la proposta dei trentini
Sull'impostazione suo confronto sui contenuti sull'analisi dei processi reali sullo sforzo che abbiamo ancora per analizzare i soldi ad alcune opzioni alcune nodi che son stati richiamati da altri interventi sui quali ormai per il tempo non mi soffermo e anche sulle coerente dei comportamenti e sulle cita i quadri delle verifiche mi paiono mi pare la strada corretta e una strada convincente da ultimo la scelta dell'altra componente penso sia utile anche al dibattito il PC io penso che possa essere e debba esservi Sacco visto da spero nel dibattito del partito
Con un elemento secondo lo sforzo che era una sponda le diversità e la dialettica ma consente un approccio un metodo che riapra in cerca dentro il partito comunista sulla rapporto fra partito e sindacato
Ma che affronti anche e promuovo una ricerca diversa fra i partiti e alle organizzazioni sindacali nostro paese in questa società delle rispettive autonomie e delle rispettive contaminazioni
Rispetto a processi che richiedono nuovi strumenti di democrazia e di democrazia economica in particolare
Il partito
Ha aperto questa fase
Di costruzione dello formazione politica io penso che nel momento in cui noi apriamo una fase di ridiscussione delle regole del patto della di di unità della CGIL dobbiamo fare attenzione a non importare un aspetto secondo me non utile c'è quello di tempi troppo lunghi rispetto alle città di una pur giusta discussione approfondita discussione
E cioè che una discussione si trascini troppo a lungo sulle regole senza affrontare nel contempo con sufficiente forza
La discussione sui contenuti
Decidiamo perché questo congresso è l'appuntamento per nuove regole da avviare subito neanche appuntamento per la costruzione di una nuova e di una definizione di una piattaforma politica strategica e contingente del nostro sindacato senza andarono discussione che poi lascia aperto punto all'infinito il rischio è appunto che se noi andiamo un processo metà vinca in ognuno di noi rispetto a questo processo
La resistenza la burocrazia le certezze le garanzie che abbiamo io penso che devo certo glielo dirò di militari CGIL comunista socialista gli altri componenti politiche ai fini
Pianeta espressioni nuove abbiano scelto e guardino la CGIL anche dopo la svolta di Chianciano rispetto il sindacato dei diritti con nuovo interesse con loro e con nuova volontà
Di militanza di protagonismo disparte democratico in cui vivere ecco io penso che a questa voglia di partecipare lo si possa rispondere con regole vecchie frustranti
Megale poi Bonadonna per l'ultimo intervento di questa sera
Prima delle conclusioni dell'ultimo intervento di Bonadonna dobbiamo dare qualche comunicazione per i lavori di domani mattina
Ma debbo dire che la proposta di trentina svolta questa mattina
Non solo mi piace
Ma offre opportunità nuove
All'insieme dell'organizzazione
Però nel momento in cui diciamo come qui è stato detto da tutti gli interventi
Che la proposta è condivisibile
Che accettata si registra una sorta di unanimità attorno a questa idea a mio giudizio immediatamente nascono i problemi
Innanzitutto non credo che noi possiamo concepire
La proposta di dissolvimento di auto dissolvimento della componente comunista come una sfida a qualcuno
Questa si presenta più come una scommessa è un'opportunità per tutti dentro la CGIL e per tutto il sindacato che non come un guanto che qualcuno lancia affinché qualcun altro lo racconta
In secondo luogo proprio perché la CGIL questa CGIL come spesso ci ha ricordato trentina
Non è di una parte e non è proprietà di visibile di qualcuno essa rappresenta un bene unico è indivisibile
E per questa ragione alle preoccupazioni che nei giorni scorsi abbiamo visto anche sulla stampa da parte di Del Turco ed altro io credo che non rimuoviamo il problema facendo finta che le difficoltà non esistono
Ma dobbiamo sapere che questa scelta ha valore nella misura in cui ha valore per tutta la CGIL
Possibile cioè rilanciare in modo forte un progetto per l'unità a partire dall'unità forte della CGIL per questa ragione
Farci carico delle preoccupazioni
Dei problemi dei limiti vuol dire sapere
Che non si passa da un vecchio patto di governo di questa organizzazione a un nuovo patto di governo se questo non viene costruito pur nella gradualità necessaria unitariamente dalle componenti e da tutte le persone che stanno all'interno di questa organizzazione
Io penso che in questo senso
Il salto di qualità che qui Trentin ci propone è un salto di qualità che in parte richiama noi tutti ad una discussione critica su noi stessi
Essere realmente autonomi come organizzazione
Essere realmente autonomi come soggetti essere autonomi e responsabili delle scelte che compiamo in tutte le sedi e in tutti i momenti avere una testa per ognuno pensando
Elaborando misurandosi con le questioni assumendosi le responsabilità
Di stare nell'organizzazione con le proprie competenze e le proprie idee ecco perché io credo che una scelta forte da parte nostra da costruire come CGIL e unitariamente è quella di produrre per il congresso un progetto per l'unità sia in termini di tempi che di programmi che avvia superamento le condizioni dell'attuale unità di azione
Ma anche quando ragioniamo
Su una nuova CGIL
Basata su maggioranze programmatiche esiste una questione che ha sollevato discussioni e che a mio giudizio va affrontata
Pensiamo ad una CGIL che giustamente Fondi la sua maggioranza di governo considerando tutte le differenze sociali sulla base di un programma forte e chiaro nei suoi contenuti ma anche nei suoi tempi di realizzazione
Cioè non credo che noi possiamo dimenticarci che tra il dire e il fare in questa organizzazione c'è sempre stato un abisso non credo che possiamo dimenticarci
Che così come oggi a Chianciano tutti quanti eravamo d'accordo nelle scelte che gli sono state proposte e tutti quanti a Bianco convenuto quando alla fine trentina ci ha ricordato che stava per nascere un bambino e che quel bimbo andava allevato black come a distanza di un anno noi oggi
Misuriamo il fatto che tra quelle dichiarazioni ai comportamenti concreti da nostro organizzazione c'è un abisso
Vuol dire che molto spesso nella CGIL non solo negli altri anche tra di noi
Si annida una parte dell'organizzazione che da assenso sulle questioni equi comportamenti sono poi diametralmente opposti
è vero quel che qui ha ricordato un programma è come una coperta che non può essere tirata da tutte le parti andando bene a tutti
Per questa ragione
Il superamento di questa forbice tra il dire e il fare ci deve portare ad una concezione di una maggioranza chiara che si forma su un programma che si forma nel Congresso e questa maggioranza governa
è una cosa diversa ipotizzare che si formano maggioranze su questa o quella o quella questione ha ragione chi sostiene che questo è sempre avvenuto è sempre avverrà ma il problema è il seguente
I gruppi dirigenti gli organismi dirigenti il governo di questa organizzazione sulla base di questo nuovo patto programmatico deve presupporre che esiste una maggioranza che assume questo patto e che punta a far sì che questo programma venga concretamente applicato
Possiamo ipotizzare che tutto continui come prima in una sorta di concezione programmatica in cui ci stanno dentro tutti io penso che così non è
Penso che così non vada bene
Penso che la forbice tra il dire e il fare vada superata partendo dai contenuti
Partendo da un sindacato che alle enunciazioni accompagna i fatti concreti altrimenti non ci spiegheremo al di là di tutte le difficoltà come mai
Da un sindacato generale dei diritti sono nate poi piattaforme contrattuali in cui questo elemento aveva scarsa presenza all'interno all'interno delle stesse
è chiaro che per questa ragione
Anche sul terreno delle regole della democrazia non esiste una questione prevalente tra democrazia e contenuti
Esiste un problema di questa CGIL di avere linee chiare e contenuti realizzabili
Ed esiste un problema di questa CGIL di avere regole altrettanto chiare e applicabili a partire dai gruppi dirigenti io penso per esempio che esse spacchiamo questa teoria
Dio una testa un voto noi potremmo anche accedere all'idea misurandoci però su questa base forte di programmi che i gruppi dirigenti
Garantendo le differenze presenti siano eletti sulla base di una testa un voto mentre invece le politiche contrattuali hanno bisogno di altre regole sia di mandato e sia nella definizione delle politiche
Ma pongo l'accento sul fatto
Che il dirigente che all'interno di quest'organizzazione vanno formandosi devono avere come criterio fondante l'assunzione della responsabilità nel loro mandato troppo spesso a mio giudizio assistiamo anche al nostro interno anche al nostro interno all'idea del fatto che sulla competenza sul rapporto con i lavoratori sulla professionalità sulla responsabilità del dirigente
Prevalgano logiche di cooptazione di amicizie all'interno della stessa organizzazione
Dobbiamo cioè sapere
Che andare senza rete è un andare senza rete per tutti indistintamente per noi come per gli altri e siccome sono uno che ipotizza che è possibile riformare il capitalismo penso a maggior ragione che sia possibile riformare l'impresa
E che sia possibile riformare l'impresa a partire da un dato dall'ingresso forte della democrazia dentro l'impresa
Ma come possiamo noi assumere in modo forte
La democrazia economica e la democrazia industriale
Dentro l'impresa nei due Nessi strategie e organizzazione del lavoro se non introduciamo un elemento centrale di democrazia dentro l'impresa a partire dalla stessa politica retributiva
Quando esiste una politica retributiva bell'impresa non soggetta a contrattazione è unilaterale viene a mancare uno dei tasselli della democrazia industriale
Io penso quindi che noi facciamo bene
Attraverso un'impostazione di programma ad andare al merito delle questioni
Assumendo per questa via una scommessa valida per tutti di superamento delle componenti e offrendo un terreno alla CGIL per un programma chiaro detti nitore perseguibile e perseguibile e alle altre organizzazioni un progetto per l'unità che sia chiaro nei suoi tempi e nei suoi obiettivi di contenuti programmatici
Salvatore Bonadonna
Ma a me pare che Bruno Trentin
Questa mattina abbia voluto fare un'operazione verità come lui l'ha chiamata
Di cui si avvertiva la necessità urgenza
Debbo dire forse che addirittura siamo in ritardo rispetto ad alcuni processi che sono stati più volte denunciati
Di tipo degenerativo di degenerazione culturale e politica di comportamenti
E forse compagni
Lo stesso andamento dalla riunione di oggi le assenze il brusio disattenzione il disinteresse fanno parte di questa degenerazione
Questi processi sono accompagnati alla burocratizzazione alla istituzionalizzazione di cui le componenti sono state se non la causa certo un veicolo
Per combattere questi vizi e superarli la rifondazione però non può che mettere in campo un processo di democratizzazione di partecipazione critica per questo io non metterei sullo stesso piano i processi di burocratizzazione e di vera e propria subalternità
Con i tentativi pure forse impari ma certamente non settari di denunciarli e di recuperarli
Anche attraverso forme eretiche Ascierto ma non certo come testimonianza acritica
A me pare che lo sforzo di ridefinizione del sindacato nel nuovo scenario del conflitto sociale sia non solo necessario ma giusto esso va oltre e precise il senso dalla Conferenza di programma
Esso tende a ridare soggettività autonomia culturale e politica ha detto Bruno
Appunto a un sindacato che l'ha perduta sotto il fuoco del neoliberismo schiacciato dall'ideologia della compatibilità definita dall'impresa e dalle sue proprie logiche di dominio
Mi pare molto vecchia francamente l'analisi di Claudio Sabattini
Che deriva dalla impresa come sistema socio tecnico cosa di vent'anni fa addirittura oggi una un discrimine ideologico prima ancora che programmatico per definire l'identità del sindacato
Ciò che non soggiace alla logica
Interna quindi dell'impresa sarebbe un ceto burocratico sarebbe qualcosa da combattere da rimuovere al sindacato
Capisco perché il sindacato
Letto con questa legge non è mai s'non è mai diventato soggetto politico
I riferimenti a cui faceva riferimento trentina la sua relazione la scala di valori su cui ricostruire questa autonomia culturale e politica sono proprio quelli che possono consentire di interrompere un processo per perso fatto di subalternità politica di autoritarismo è gestito in termini di politicismo
E se si è appresa la lezione dalla crisi del sindacato come strumento delle istituzioni
Allora a riempire di contenuti e di pratica politica il sindacato dei diritti e delle solidarietà significa costruire il sindacato soggetto politico per questo
L'analisi e la lavorazione di trentini si ricollega ai punti alti dalla riflessione che lui stesso aveva in maniera decisiva determinato e aiutato a a fare maturare fino alla seconda metà degli anni settanta e che negli anni ottanta è stata addirittura negata e delegittima
Perché non c'è dubbio
O il sindacato ricostruisce un programma generale dentro cui i diritti individuali e collettivi si collocano affondamento dalla solidarietà
Oppure è inevitabile che questi stessi o ritenuti tali diritti si manifestino come egoismo corporativo anche di Lodi forti
Ma
Devastando ogni solidarietà e comunque subalterna al governo delle classi dominanti
Per questo poi francamente non capisco l'accezione con cui Paolo Brutti definisce debole l'identità della CGIL
Attraverso questa scissione partito a identità forte sindacato identità debole
Si finisce col negare al sindacato alla CGIL quel ruolo di soggetto politico e quindi poi si finisce col separare la tutela degli interessi dall'azione di solidarietà generale
è un grosso guaio purtroppo quello di leggere il sindacato solo per le vicende degli anni ottanta si finisce con condividere o col considerare la storia reale comunque un uomo di macerie su cui costruire ex novo si pone qui e ora la necessità di rispondere alla rivoluzione passiva guidata dalle forze dominanti e pagata dai lavoratori e dai soggetti deboli spedendo naturale ed è giusto
Che questa risposta parta dal lavoro dalla sua concretezza dai soggetti che nella materialità delle loro prestazioni
E condizioni vivono la partecipazione o la esclusione o la discriminazione nel lavoro sta quindi il superamento di un approccio ideologico con i problemi del lavoro va bene che questo avvenga
Ma non può essere questo per il sì non può che essere questo quello del lavoro per il sindacato il punto di vista
Con cui approcciare l'impresa all'economia costato il Welfare State
E qui che si colloca la questione della democrazia come metro di valutazione validazione delle scelte del sindacato
Anche sui diritti e sulle sue diari sulla solidarietà il che il contrario permettetemi compagni di dirlo e il contrario di quel letto di profuse
Do la formuletta ideologica con cui si vorrebbe a priori di finire chi sta dentro e chi sta fuori quali sono valori e quali sono invece disvalori
Stiamo sperimentando quanto difficile spesso ostico sia costruire praticare una linea sui diritti e sulle solidarietà
Lo abbiamo visto nella battaglia dei lavoratori delle piccole imprese per ottenere la giusta causa né licenziamenti individuali non so se ci siamo chiesti se era rivoluzionaria quella battaglia era riformista o era massimalista abbiamo ritenuto che quella fosse una battaglia
Vi siete il tie e di potere per ente per dare soggettività ai lavoratori che l'avevamo negata nei posti di lavoro nelle fabbriche
E non è a caso che ancora oggi incontriamo difficoltà a portare avanti un'iniziativa negoziale coerente per applicare quella legge lo abbiamo visto nella battaglia per le pari opportunità praticate non solo proclamate
Lo vediamo rispetto agli immigrati
Lo vediamo rispetto ai portatori di handicap non vorrei che ci dividessimo tra di noi o che passasse un astratto una strana
Concezione una strana concezione tra di noi per cui il regolarizzare gli immigrati e riformista lottare per perché abbiamo una casa e un lavoro e le tutele è un fatto invece velleitario
E massimalista o è troppo antagonista rispetto rispetto al sistema esistente lo vediamo nello scontro contrattuale dei metalmeccanici sulle questioni concrete dei diritti e dei poteri dei lavoratori per realizzarle
Tende e non solo
Per la verità perché c'è una adesione diciamo così a un'ideologia riformista magari fosse questo ci sarebbe una nobiltà in qualche modo il riferimento ma tende a prevederne la scelta di praticare le linee di minore resistenza sia verso le impresse sia nel rapporto con i lavoratori
Quelle linee che spesso portano al corporativismo all'OP Smoke ammantato magari di partecipazione
Perché tende a prevalere
Un vissuto politicista tra di noi compagni un vissuto politicista del proprio ruolo
Quello portato dal definire alla propria identità prima e a prescindere dalla rappresentanza
Come ci proponeva ancora nel suo intervento Paolo Brutti ma come allora meravigliarsi dalla crisi di rappresentanza dei Cobas delle leghe
Come se meravigliarsi di questi processi di disgregazione se pensiamo davvero che è una definizione identità del sindacato può prescindere dalla rappresentanza
Di esso che che esso stesso riesce a costruire certo una sfida come quella proposta da trentenni a tutti noi apre grandi problemi di coerenza e di rigore
C'è una potente contraddizioni una patente contraddizione tra le affermazioni alla pratica di gestione dell'organizzazione c'è adesso pone il vecchio meccanismo delle componenti e del patto tra le componenti
Ma se ci sarà anche dopo dobbiamo sapere che esso sarà dirompente perché non ci sarà più il richiamo alla responsabilità dell'essere comunista o alla responsabilità dell'essere socialista pratiche di discriminazione compagni
Nel momento in cui impostiamo un problema di riforma e del rinnovamento
Fondato sul pluralismo e fondato sulla partecipazione critica degli sprechi e dei dirigenti pratiche di discriminazione emarginazione del dissenso o se vogliamo essere più precisi dei dissenzienti o solo dei critici
Penalizzazione di chi fa battaglia politica e non perché la perde ma perché la fa Betti nei confronti di chi non si giudica omogeneo non solo alle componenti ma anche gli assetti di gestione vere e proprie forme di familismo amorale che vivono all'interno dell'organizzazione
E qui io credo che sia importante il decalogo di Prince dei principi
Dei convincimenti come le come li ha chiamati trentina alla nella sua relazione e dico anche che questo decalogo di convincimenti e già in abbondante credito rispetto all'organizzazione
Liberare la ricerca per costruire un programma un sindacato dei diritti e dalla solidarietà comporta certo l'adozione di regole di coerenza e trasparenti ed esigibili
Rispetto alle quali non può prepararsi non può prevalere quella esigenza politica che permette di accantonare le stesse regole le stesse garanzie e che poi fa confondere le ragioni e i torti e che spesso scambiati sbaglia con chi paga
Da qui il al congresso si dovranno definire le regole le garanzie è stato detto
E io poi insistere che il primo criterio di democrazia e di rispetto delle regole obbliga a realizzare le decisioni prese le decisioni legittimamente prese negli organismi
Certe
Che nella ricerche costruzione del nuovo ci sono dei rischi per tutti
Ma al di là delle prudenze e cautele che pure trentini ha indicato nella sua relazione è bene che venga meno un sistema permanentemente soggetto o a sottostare a pezzi o a vivere rotture
è importante che i lavoratori decidano che gli organismi decidano
Che il congresso che al congresso gli iscritti possano decidere sulle linee sulle politiche sui gruppi dirigenti
Il principio di una testa un voto sostenuto da alcuni di noi viene osteggiato e spesso il Risso senza un supporto di argomenti ma pensiamo Fossa una democrazia per censo pensiamo a una democrazia per pacchetti azionari o non dobbiamo verificare la nostra rappresentanza la nostra rappresentatività tra i lavoratori come misuriamo questa rappresentanza e rappresentatività
Ma si può reggere al paradosso che nelle aziende si vota una testa un voto per eleggere i CRAL e non si vota e non possono votare i lavoratori per eleggere i consigli dei delegati
E che poi ci sia un problema non solo di riconoscimento di minoranze
Che già questo presuppone che ci sia una maggioranza predefinite predeterminata e che invece è tutta davvero
E da determinare ma che ci sia anche bisogno di regole che non consentono la prevaricazione da parte di maggioranze io credo che ciò sia risolvibile con regole con sistemi democratici
Certo alternativi al principio di identità ideologica e quanto poi spesso questa ideologia è stata falsa coscienza
Ma proprio perché le regole valgono per tutti e le garanzie anche io credo che a partire dalla relazione di Bruno Trentini si sia oggi nella scelta di graduale scioglimento dalla componente comunista non un pericolo di prevaricazione ma una liberazione di energie e di forza
E non un pericolo di prevaricazione verso altri ma certo un terreno perché una nuova unità dalla CGIL TAV Veron rappresenti la nuova CGIL così come è stato vero ed è vero che la CGIL e la sua unità grazie
Ringraziando i compagni che hanno avuto la pazienza di restare fino alla fine
Gli ricordo che domani mattina cominciamo alle nove io ho trentadue iscritti l'intenzione domani e di concludere in tarda mattinata per cui l'inizio adora Resta è obbligato i primi scritti sono Tonini e a Moretti
Ci vediamo domani mattina
Le